Attendiamo l’uscita della terza stagione di “Yellowstone” (su Sky Atlantic, dal 29 gennaio 2021): la serie televisiva statunitense western del 2018 creata da Taylor Sheridan e John Linson, che vede come protagonista Kevin Costner
* * *
di Marzia Valentini
Se siete alla ricerca di uno spettacolo televisivo che risponda ai requisiti dell’originalità, della narrazione travolgente, della melodrammaticità, delle ottime interpretazioni del cast e dei colpi di scena da cardiopalma, consiglierei vivamente la visione di Yellowstone, serie Tv statunitense western del 2018 creata da Taylor Sheridan e John Linson. La serie (attendiamo la messa in onda della terza stagione che, come le precedenti, sarà trasmessa da Sky Atlantic a partire dal 29 gennaio) narra la storia della famiglia Dutton, proprietaria di un grande ranch nel Montana. I motivi per vederla sono tanti. In primo luogo il fatto che può vantare, tra i bravissimi attori coinvolti, anche la presenza del celeberrimo Kevin Costner (che interpreta il padre della famiglia: John Dutton). Tra gli altri motivi per vedere (e godere di) questa serie, che mette in evidenza la vita dei cowboy e del West ai nostri giorni: le bellissime le fotografie, l’ambientazione da sogno, i sorprendenti riferimenti al vissuto reale di luoghi che molti di noi immaginano ancora oggi ancorati al contesto obsoleto dei vecchi film western (quelli con John Wayne, per esempio).
Oltre a Kevin Costner (che nella serie ha anche il ruolo di co-produttore televisivo) il cast è impreziosito dalla presenza di altri ottimi attori, tra cui: Wes Bentley, Kelly Reilly, Luke Grimes, Cole Hauser e Gil Birmingham.
Yellowstone, dicevamo, segue le vicende della famiglia Dutton, guidata da John Dutton, proprietaria di questo enorme ranch costantemente attaccato dai confinanti: imprenditori che vorrebbero acquisire il terreno a scopi commerciali, rappresentanti di una riserva indiana, due fratelli farabutti che esercitano nel territorio un ruolo di primo piano. Si tratta di un mondo per certi versi ancora selvaggio, lontano dall’influenza dei media, con interessi miliardari in gioco e politici che sono il frutto di una compravendita gestita dalle grandi multinazionali del petrolio, del gas naturale e del legname. Un mondo dove gli omicidi irrisolti non costituiscono una notizia e, piuttosto, sono visti come l’inevitabile conseguenza del vivere in un territorio di frontiera che probabilmente, più di altri, è in grado di esprimere il meglio e il peggio degli Stati Uniti di oggi. Il tutto filtrato dal punto di vista dei Dutton, la cui logica di fondo è quella di difendere il proprio territorio, i propri confini e la propria identità a ogni costo… al di là del bene e del male.
Ne viene fuori una sorta di guerra condotta senza esclusioni di colpi, in mezzo alla quale si consumano le vicende interne della famiglia Dutton, tra amore e odio, invidie e atti di altruismo. In tal senso i Dutton rappresentano il concentrato di qualunque tipo di rapporti che si possono consumare all’interno di una famiglia. Nella fattispecie, dunque, assistiamo alle avvincenti (ma anche dolorose e sorprendenti) vicende del nucleo famigliare allargato capeggiato da quest’uomo, John Dutton, rimasto vedovo quando i figli erano ancora piccoli. Adesso i figli sono adulti: uno è morto di recente; un altro è un avvocato molto preparato, ma dal carattere insicuro, che proverà a intraprendere la carriera politica (Jamie Dutton, interpretato da Wes Bentley); la figlia è una donna manager aggressiva e temeraria (Beth Dutton, interpretata dalla bravissima Kelly Reilly); il figlio più giovane è un ex soldato che ha combattuto in Afghanistan (Kayce Dutton, interpretato da Luke Grimes), a sua volta padre di un bimbo avuto da una giovane donna della riserva indiana di cui è profondamente innamorato.
Sullo sfondo, la vita nel ranch e le abitudini dei cowboy del nuovo millennio.
Al magazine Deadline, Kevin Costner, riferendosi al personaggio da lui interpretato (John Dutton) ha dichiarato: “È un miscuglio. È un allevatore di bestiame di quinta generazione che, per tutta una serie di ragioni, non è in grado di gestire i problemi e i conflitti come facevano suo nonno e suo bisnonno. Vive in tempi moderni, ma le problematiche legate alla terra rimangono immutate, al di là della nuova classe politica, delle problematiche ambientaliste o delle questioni avanzate dai nativi americani. Dutton non è in cerca di guerre, ma se deve combattere non si tira indietro… e il senso melodrammatico della narrazione prende forza da questo suo atteggiamento”.
Ne viene fuori, amici appassionati delle serie tv, una delle migliori realizzazioni televisive degli ultimi anni.
* * *
Il trailer ufficiale della prima stagione di “Yellowstone”
[kml_flashembed movie="https://www.youtube.com/v/QyZTrtHpKUc" width="600" height="338" wmode="transparent" /]
* * *
© Letteratitudine – www.letteratitudine.it
LetteratitudineBlog / LetteratitudineNews / LetteratitudineRadio / LetteratitudineVideo