Buona giornata, care lettrici e cari lettori di Letteratitudine!
Oggi, mercoledì 9 marzo 2022, vi invitamo a questo giro di letture tra le nostre News…
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La nostra recensione di: “Trema la notte” di Nadia Terranova (Einaudi)
Si narra che Colapesce mollò per un attimo, tremendo e fatale, la colonna franta sotto capo Peloro e tutto venne giù. Si narra che Scilla e Cariddi, colte di sorpresa, cominciarono l’una a ululare e l’altra a muoversi vorticosamente e tutto il mare dello Stretto si riversò su Messina e Reggio. Potremmo inventarcelo così, il terremoto che nella notte del 27 dicembre 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria. Potremmo farne epica e mito come ogni fatto che segna un confine invalicabile tra storia e archetipo. Possiamo farne leggenda come ogni evento che resta nella memoria e si fa cunto: lo fece qualche anno fa Carlo Muratori nelle pagine e nelle note dense di “Dies irae”. In una delle quattro storie raccolte su quel terremoto si leggono questi versi “Lu mari rivudia misu ‘nfurtura,/ Missina si nacava lientu lientu…/’nzima ca divintau na sipurtura” (Il mare ribolliva mosso a tempesta/ Messina si dondolava lenta lenta…/ fino che diventò una sepoltura); in altri si dice la brutalità, soma di ogni tragedia: un soldataccio taglia le dita a un cadavere di donna per rubare un anello. Potremmo raccontarlo in ogni lingua che conosce la devastazione e il dolore, la memoria e l’oblio, una lingua capace di mescolare in quel cataclisma cronaca e fantasmi. Si può, a patto che a mettere le parole e le ombre sia Nadia Terranova, che dello Stretto è parte, è sirena, è flauto. Quello che resta dopo aver letto il suo ultimo romanzo “Trema la notte” è sconquasso. Sconquasso della terra e delle cose. Le ferite della terra e delle cose si sommano ad altre ferite della Sicilia, figlia e figliastra della Natura. Quello che resta, arrivati all’ultima pagina del romanzo, è il riverbero di un boato. Leggi tutto…
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: GILDA POLICASTRO racconta il suo romanzo “La parte di Malvasia” (La nave di Teseo)
“La prima volta che ho pensato a Malvasia è stato aprendo un cassetto: c’era un’agenda, con degli appunti, la grafia era di mia madre. Appunti non memorabili, annotazioni del quotidiano, liste, ricorrenze, appuntamenti medici. Per mia madre, da un certo punto in poi, la vita era scandita da quei microeventi, non c’era altro da registrare. Non è che sia stato questo, in verità, a colpirmi. Ma la sua grafia, le vocali sempre un po’ compresse e orientate a destra, i gambi delle p e le t che svettavano, toccando la linea di sotto o di sopra. Chi scrive così, adesso, ho pensato. Questa grafia non c’è più. Non c’è più la voce, se non nei filmini (così si chiamavano i video amatoriali nelle infanzie predigitali), mentre i morti di oggi e di domani saranno almeno nei vocali di WhatsApp. Malvasia è una donna morta: quella donna è (forse) mia madre. O tutte le donne morte: e gli uomini, anche. Ecco perché da un certo momento del libro, in cui Malvasia viene trovata morta e Gippo è incaricato dal commissario di seguire il caso, i due personaggi si sovrappongono, si confondono, si «incardinano» (è il termine che ho usato nel testo). La domanda su Malvasia non è chi l’ha uccisa ma chi è, e, anzi, perché è morta. La storia procede per avvitamenti, si svolge il nastro della memoria e si recuperano (chi racconta, di volta in volta, recupera) pezzi di infanzia, momenti familiari condivisi, ricordi rappezzati o del tutto inventati, fratture, dolori e non detti, momenti minuti di insignificanza e diagnosi fatali, spartiacque tra un prima e un dopo, che però non sono irreversibili. Leggi tutto…
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: JACOPO DE MICHELIS racconta il suo romanzo “La stazione” (Giunti)
“Possente come una fortezza, solenne come un mausoleo, enigmatica come una piramide egizia”, la stazione Centrale di Milano, nella quale ho ambientato il mio thriller, risulta ben più che una semplice scenografia sul cui sfondo accadono le vicende narrate. Ne è a pieno titolo uno dei personaggi, forse addirittura la vera protagonista.
Se la prima scintilla del romanzo mi si è accesa in testa nel periodo stesso in cui si svolge – i primi anni duemila, poco prima della grande ristrutturazione che ha trasformato radicalmente la Centrale – mentre leggevo un articolo su quello che sarebbe diventato noto come il “binario 21”, il binario del vecchio scalo merci sotterraneo da cui durante la Seconda guerra mondiale partivano in segreto i convogli carichi di deportati diretti verso i lager nazisti, le sue radici affondano ancora più indietro, nell’oscura fascinazione che quell’edificio tetro e colossale all’ombra del quale sono nato e cresciuto – casa dei miei era lì a due passi – ha esercitato su di me fin da bambino. Leggi tutto…
Proposti dagli “Amici della Domenica”, per l’edizione 2022 del Premio Strega, i libri di: Carmine Abate, Marco Amerighi, Andrea Inglese, Roberto Livi, Gaia Manzini, Massimo Maugeri, Benedetta Palmieri, Giulio Perrone, Daniela Ranieri, Luca Ricci, Vanni Santoni, Alessandro Zaccuri
Per i dettagli sui libri presentati con i testi delle recensioni, clicca qui
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: REMO RAPINO racconta il suo romanzo “Cronache dalle terre di Scarciafratta” (minimum fax)
“Ma come stabilire il momento esatto in cui comincia una storia? Tutto è sempre cominciato già da prima, la prima riga della prima pagina d’ogni romanzo rimanda a qualcosa che è già successo fuori dal libro. Oppure la vera storia è quella che comincia dieci o cento pagine più avanti e tutto ciò che precede è solo un prologo. Così Italo Calvino in Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979.
La mia gratitudine non può che andare al guasto improvviso del motore di una FIAT UNO che mi ha fatto conoscere, molti anni fa, un disperso paese dell’entroterra abruzzese. (…)”. Continua qui…
“Tomás Nevinson” di Javier Marías (Einaudi – Traduzione di Maria Nicola)
È in libreria da oggi, il nuovo romanzo di Javier Marías
Lo scrittore spagnolo Javier Marías (Madrid, 20 settembre 1951) è noto e tradotto in tutto il mondo. Ha vinto molti dei più prestigiosi Premi letterari, tra i quali il premio internazionale di letteratura IMPAC, il Nelly Sachs, il Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane, ha vinto con Domani nella battaglia pensa a me il premio Rómulo Gallegos e il Prix Femina Etranger. Nel 2011 ha ricevuto inoltre il Premio Nonino.
La grande attesa per l’arrivo di questo nuovo romanzo di Marías (in Italia esce per Einaudi, con la traduzione di Maria Nicola, il primo febbraio), intitolato “Tomás Nevinson“, è dunque più che giustificata. Anche perché gli apprezzamenti autorevoli non mancano. Per El País, per esempio, «Tomás Nevinson è il miglior romanzo tra tutti quelli che Javier Marías ha pubblicato finora». Ma di cosa parla questo libro?
L’articolo di Claudio Fabella prosegue qui…
La nostra recensione di: “Sono cose che passano” di Pietrangelo Buttafuoco (La nave di Teseo)
Un romanzo composito, ricco di suggestioni letterarie quello di Pietrangelo Buttafuoco, «Sono cose che passano», La nave di Teseo 2021. Un romanzo innovativo nella struttura e nella lingua, con un personalissimo stile narrativo che mescola, per fondersi in perfetto equilibrio, ironia, sarcasmo, umorismo, riflessione, passando dalla commedia che si fa pantomima, teatralità paesana, alla tragedia quando il male, annidato nel cuore dell’uomo, rode e semina morte. Un romanzo che richiama alla mente commediografi come Edoardo e Peppino De Filippo assieme al «Faust» di Goethe e al tragediografo Eschilo e non solo nella scelta del nome Oreste tra i suoi personaggi. Con una scrittura sontuosa che affascina e diverte, pronta per essere rappresentata in teatro. (…)
La recensione di Lorenzo Marotta continua qui…
BRUNELLA SCHISA racconta ANATOMIA DI UN MOSTRO (HarperCollins Italia)
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: BRUNELLA SCHISA racconta il suo romanzo “Anatomia di un mostro” (HarperCollins Italia)
“Ho scritto diversi romanzi storici con protagoniste femminili”, ci ha raccontato Brunella Schisa con riferimento all’uscita del suo nuovo romanzo: “dallo scandalo del Collier di Maria Antonietta, alla pittrice impressionista Berthe Morisot, all’assassinio della Contessa Lara, primo caso di femminicidio mediatico alla fine dell’800. Mi è sempre piaciuto studiare la storia, entrare nelle vite degli altri, in epoche lontane. Dopo l’ultima fatica con La Nemica, il romanzo sulla Rivoluzione francese, ho sentito che dovevo cambiare genere per evitare che mi si attaccasse addosso l’etichetta di scrittrice di romanzi storici. Avevo bisogno di una nuova esperienza, di esplorare altri terreni, e magari fare anche meno fatica nella ricerca. Mi sono detta: una storia con un plot e personaggi inventati sarà molto più semplice. Mi sbagliavo. La verità è che non si può mai improvvisare. Ogni genere ha le sue regole e ogni romanzo una legge imprescindibile: essere credibile. Convincere il lettore. E poi, a dirla tutta, i personaggi del mio romanzo non sono del tutto inventati. Mi sono liberamente ispirata a persone e a esperienza reali. Come diceva Giuseppe Berto: “Uno scrittore è sempre un po’ autobiografico”. Continua su LetteratitudineNews
DIECI ANNI DALLA SCOMPARSA DI VINCENZO CONSOLO
Ricordiamo Vincenzo Consolo con questa pagina a lui dedicata, contenente (tra le altre cose): un ricordo offerto da Antonio Di Grado (saggista e già docente di Letteratura Italiana dell’Università di Catania) e i contributi della scrittrice Maria Rosa Cutrufelli, della poetessa e scrittrice Maria Attanasio, del poeta Sebastiano Burgaretta.
Chiude un articolo di Domenico Calcaterra (autore tra l’altro di “Vincenzo Consolo: le parole, il tono, la cadenza” un saggio/intervista edito da Prova d’Autore).
“Le stanze buie” di Francesca Diotallevi (Neri Pozza): recensione
Simona Lo Iacono recensisce per Letteratitudine il nuovo romanzo di Francesca Diotallevi intitolato “Le stanze buie” (Neri Pozza)…
e lo definisce come “un inno alla letteratura che risana le zone d’ombra, che illumina con la forza di una trasfigurazione e che divampa tagliando l’oscurità delle stanze e dei meandri del cuore umano”.
La recensione è disponibile su LetteratitudineNews.
“L’ultima notte di Raul Gardini” di Gianluca Barbera (Chiarelettere): incontro con l’autore e un brano estratto dal romanzo
È uscito ieri questo nuovo romanzo di Gianluca Barbera. È stato opzionato dalla casa di produzione Mompracem (Manetti Bros., Carlo Macchitella, Beta Film) per la trasposizione in una serie televisiva. «Da sempre volevo scrivere di Raul Gardini», ha raccontato l’autore a Letteratitudine. «È un personaggio epico, tragico: materia perfetta per uno scrittore.
Mi sono documentato, ho letto tutto quello che ho trovato, non solo su di lui ma anche sulle famiglie Gardini e Ferruzzi».
Per saperne di più, cliccate qui…
“Verso il paradiso” di Hanya Yanagihara (Feltrinelli – traduzione di Francesco Pacifico)
Esce domani, 13 gennaio, per Feltrinelli, “Verso il paradiso“, romanzo di Hanya Yanagihara (traduzione di Francesco Pacifico), mentre è ancora nella classifica dei libri più venduti un altro romanzo di Yanagihara, “Una vita come tante” (edito da Sellerio).
Viene presentato come un romanzo audace e brillante che abbraccia tre secoli e tre diverse versioni della storia americana. Un racconto di amanti, di famiglia, di perdita e dell’inafferrabile promessa dell’utopia.
Di questo libro Michael Cunningham ha scritto: «”Verso il paradiso” è un romanzo trascendente e visionario, di una profondità e una portata sbalorditive. Un romanzo così stratificato, così ricco, così rilevante, così pieno di gioie e terrori su quel puro mistero che è la vita umana, non è solo raro, è rivoluzionario». Per Edmund White, invece, «“Verso il paradiso” di Hanya Yanagihara è bello come “Guerra e pace”».
La nostra anticipazione è qui…
“Il grande libro del vintage” di Sabina Minardi (Il Saggiatore)
Segnaliamo, su LetteratitudineNews, questa bella intervista di Massimo Maugeri a Sabina Minardi autrice di “Il grande libro del vintage“, pubblicato da Il Saggiatore.
Un vero e proprio viaggio nel passato che diventa presente grazie a un “magico” legame tra nostalgia e qualità, tra voglia di preservare e desiderio di guardare al futuro facendoci accompagnare da vere e proprie pietre miliari della nostra esistenza.
La trovate cliccando qui
Il 7 gennaio è morto Vitaliano Trevisan
Vitaliano Trevisan (Sandrigo, 12 dicembre 1960 – Crespadoro, 7 gennaio 2022) è stato uno scrittore, attore, drammaturgo, regista teatrale, librettista, sceneggiatore e saggista italiano.
Ne parliamo qui.
“The Beatles: Get Back. Edizione illustrata” (Mondadori, 2021 – traduzione di Valeria Gorla)
La fine del 2021 ha segnato, tra le altre cose, la venuta alla luce dell’ultimo (“definitivo”) progetto mediatico sui Beatles. Il riferimento è a The Beatles: Get Back. Si tratta di un documentario offerto al pubblico in forma di miniserie televisiva in sei puntate diretto da Peter Jackson: regista, sceneggiatore e produttore cinematografico neozelandese notissimo per sua la trasposizione cinematografica de “Il Signore degli Anelli” di J. R. R. Tolkien.
Ad accompagnare il documentario, un libro imperdibile (non solo per i milioni di fan dei Beatles). Dal 12 ottobre è infatti disponibile in Italia, in contemporanea mondiale, il volume The Beatles: Get Back, pubblicato dalla Mondadori. 240 pagine che raccontano la storia della creazione dell’album Let it be, arricchite da centinaia di immagini inedite e dalla trascrizione di quasi 120 ore di registrazioni delle sessioni in studio della band. Per saperne di più, cliccate qui…
“Billy Summers. Ediz. italiana” di Stephen King (Sperling & Kupfer – traduzione di Luca Briasco)
Continua a essere in classifica tra i più venduti, il nuovo romanzo di Stephen King. Per la nostra Erika Di Giorgio, “Billy Summers” (Sperling & Kupfer, 2021) è uno dei migliori lavori di Stephen King pubblicato negli ultimi anni; probabilmente il miglior romanzo dai tempi di quel capolavoro intitolato “22/11/’63” (uscito nel novembre 2011 e incentrato sul classico filone dei viaggi nel tempo, integrato – nella fattispecie – con un intreccio memorabile legato al caso dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy). E ciò sebbene l’iperprolifico King, nell’arco dell’ultimo decennio, non sia certo rimasto con le mani in mano.
Billy Summers (protagonista dell’opera omonima ottimamente tradotta da Luca Briasco) è un veterano della guerra in Iraq, un cecchino infallibile, un maestro nel dileguarsi; ed esercita l’attività di assassino a pagamento, su commissione, attenendosi a una specie di sua regola morale che cerca di non trasgredire mai: le vittime che finiscono nel suo mirino mercenario devono essere persone che, in certo senso, non meritano di trovare spazio in questo mondo. Per saperne di più, cliccate qui…
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: SIMONA VINCI racconta il suo romanzo “L’altra casa” (Einaudi)
“Come ti muovi dentro una casa?”, ci ha raccontato Simona Vinci. “Dipende se la casa è tua, se ci hai abitato e dunque la conosci in ogni angolo, dettaglio, anfratto, finitura; se sai distinguere la luce e l’ombra che girano intorno all’edificio a tutte le ore del giorno e mutano, all’interno, luminosità e atmosfera; se riconosci gli scricchiolii improvvisi degli infissi che si gonfiano e si sgonfiano per l’umidità o il calore quando la temperatura cambia, i rumori interni di avvio e riavvio della caldaia, lo scorrere dell’acqua nei tubi che la percorrono per onorare le esigenze umane o se di quella casa sei solo un ospite. Diverso è il tuo rapporto di intimità con la casa se invece non hai mai passato ore affacciato alle sue finestre o seduto su una delle sedie che arredano il soggiorno. Se tra quelle mura non hai mai pianto, amato, sofferto. Se non è accaduto, quella casa è un’estranea che devi imparare a conoscere: quanti giri di chiave, quale movimento preciso e con quanta forza per sbloccare una maniglia o l’anta di uno scuro. Una casa è come una persona, complicata, piena di segreti e di insidie, luce e oscurità, può essere sincera oppure mentirti, apparirti remissiva e nascondere diabolici trabocchetti. Tutte cose che si imparano con il tempo, con la consuetudine e forse, del tutto, mai”. (…) Per continuare a leggere, cliccate qui…
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