Il nuovo romanzo di Alessandro Baricco: la nostra recensione
“Abel” di Alessandro Baricco (Feltrinelli)
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Capita che, per scrivere una recensione, venga voglia di saltare tutte le regole. Quelle che impongono almeno un approccio analitico. Ma come si fa a essere analitici, distaccatamente analitici, quando si ha tra le mani un libro di Alessandro Baricco? Se quel libro è un romanzo che arriva dopo otto anni, se “Abel” arriva non tanto spiazzando tutti (un libro di Baricco spiazza per DNA) quanto portando i lettori dentro un luogo che non c’è, con personaggi evanescenti e un ossimoro come trama? Vabbè, ci sta: la letteratura non dà né chiede certezze. Però, a tutto ci sarebbe un limite; ma si può tirare in causa il limite se il limite lo pone Baricco? Domanda retorica, perciò meglio andare avanti e porne un’altra, che suonerà anch’essa retorica, ma tant’è. Che senso ha scrivere una recensione se già Baricco ha raccontato tutto del romanzo: genesi, scelte, obiettivi? Nessuno, se non che, riflettendoci un po’, c’è un campo che Baricco ha lasciato alla critica, forse per vedere l’effetto che fa, forse per celia: trovare la chiave di lettura. Compito arduo, ambizioso e, diciamo pure, un tantino pericoloso.
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