È morto lo scrittore Martin Amis, all’età di 73 anni
Martin Louis Amis (Oxford, 25 agosto 1949 – Lake Worth, 19 maggio 2023) è stato uno scrittore, saggista e sceneggiatore britannico di fama internazionale.
Figlio del prolifico scrittore Kingsley Amis, Martin Amis fu autore di alcune delle opere più importanti e conosciute della letteratura postmoderna inglese.
La sua scomparsa ha suscitato molte reazioni nella stampa internazionale.
The Guardian ha descritto Amis come “l’autore influente di romanzi che hanno ridefinito un’epoca, tra cui Money e London Fields” e ha sottolineato che il suo lavoro “ha influenzato una generazione di scrittori britannici”.
The New York Times ha descritto i romanzi di Amis come “caustici, eruditi e cupamente comici” e ha sottolineato che hanno ridefinito la narrativa britannica negli anni ’80 e ’90.
Il 23 maggio 2023 era già in programmazione l’uscita del nuovo libro di Martin Amis intitolato “La storia da dentro” (Einaudi, 2023 – traduzione di Gaspare Bona): approfondimenti su LetteratitudineNews.
Di seguito, il commento di Paolo Di Paolo e una nota biografica su Amis.
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di Paolo Di Paolo
Mi dispiace che se ne sia andato Martin Amis, mi dispiace tanto.
Più volte ho estratto dallo scaffale il suo romanzo “Esperienza” solo per sfogliarlo. Per ritrovare i segni, le orecchie, i post-it. Per rileggere qualche frase.
Recuperare un’immagine. Una frase come «Ti chiamerò fra qualche tempo – tra non molto. Mi mancherai», scritta in fondo a una lettera spedita a un amico mentre il rapporto si sta complicando. La frase detta dal padre scrittore che, riferendosi a un proprio libro, dice: «Qualcuno si è lamentato perché ci ho messo un ristorante vero. Ma una volta che finisce dentro un romanzo, anche se è un posto vero, smette di esserlo. In parte». Il desiderio di far vivere per sempre chi amiamo. «Ma avevamo avuto la nostra parte di parole e di tempo, con lui. E mentre ci fumavamo la nostra sigaretta, seduti sul bordo di un’aiuola, nostro padre moriva».
Mi piace anche scorrere lo strano indice analitico che Amis inserisce in fondo al romanzo. Alla voce «Amis, Kingsley» inserisce specifiche come: «il suo rapporto col bere», «cena di riconciliazione con Hilly», «amicizia con Larkin», «libro non pubblicato su Graham Greene», «trasferimento a Hampstead», «casa di Hadley Common».
È commovente. Il più accademico degli strumenti di consultazione diventa qui qualcosa di – letteralmente – vivo, vitale. E fa pensare che la nostra esistenza – l’esperienza della nostra vita – può essere ricondotta a una insolita forma di indicizzazione. Dove prendono posto e ordine la fine di un amore e un trasloco, la nascita di un figlio e la morte di un genitore, ma anche un viaggio non fatto e un progetto rimasto a metà. Anche il processo di invecchiamento, una malattia, un incontro insperato, l’inizio o la fine di un’amicizia.
È raro che qualcuno scriva, per noi, questo indice. Ma il romanzo che ogni singola voce contiene esiste: basta cercarlo. Fra le decine di migliaia di romanzi che già esistono, questi archivi di emozioni che riguardano tanto chi li scrive quanto chi si trova a leggerli. Questa monumentale quantità di sentimenti messi in salvo, fissati da qualche parte, su qualche pagina – «tutte le ore belle e le risate», come scrive Amis, ma anche i segni sulla «tabella di marcia del dolore». Tutto, quasi tutto. Nella strana forma di una pagina scritta, in grado di dare struttura, equilibrio, perfino completezza e misura a ciò che, dal vero, non lo ha; in grado di contenere, senza soffocarlo, il miracoloso, risibile, angosciante, splendido informe della vita.
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Martin Louis Amis (Oxford, 25 agosto 1949 – Lake Worth, 19 maggio 2023) è stato uno scrittore, saggista e sceneggiatore britannico.
Figlio del prolifico scrittore Kingsley Amis, Martin Amis fu autore di alcune delle opere più importanti e conosciute della letteratura postmoderna inglese.
Profondamente influenzato, oltre che dal padre, dall’opera di Vladimir Nabokov, Saul Bellow, James Joyce ed Elmore Leonard (che ebbe anche modo di conoscere ed intervistare personalmente), ispirò con il suo particolare ed originale stile narrativo un’intera generazione di scrittori inglesi, compresi Will Self e Zadie Smith.
I suoi romanzi più conosciuti, e maggiormente apprezzati dai critici, sono Il dossier Rachel (1973), Altra gente. Un racconto del mistero (1981), Money (1984), Territori londinesi (1989) e La freccia del tempo (1991). Quest’ultimo, scritto come autobiografia di un medico che partecipò alle torture ai danni degli Ebrei durante l’Olocausto, e che è stato candidato per Booker Prize nel 1991, fece notizia sia per la sua tecnica inusuale (il tempo del racconto scorre all’indietro durante l’intero romanzo), sia per il suo tema.
Nel 2013 propose di installare cabine telefoniche agli angoli delle strade, destinate alla eutanasia programmata degli anziani, per risolvere il problema dell’invecchiamento della popolazione nei paesi avanzati. La provocatoria proposta ricevette dure critiche.
Nel 2018 uscì il film London Fields, per la regia di Mathew Cullen, tratto dall’omonimo romanzo, a cui egli contribuì alla stesura della sceneggiatura.
Amis è morto nel 2023, a causa di un cancro all’esofago.
(Fonte: Wikipedia Italia)
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