È scomparsa la scrittrice Rosetta Loy (Roma, 15 maggio 1931 – Roma, 1 ottobre 2022). La ricordiamo in questa pagina
(post in aggiornamento)
Approfondimenti su: la Repubblica, Ansa, RaiNews, Tgcom24, La Stampa, AdnKronos, Il Sole24Ore
Di seguito, il commento di Paolo Di Paolo.
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Ho molto amato Rosetta Loy, i suoi libri, e lei come persona. Elegante, acuta. È una delle prime scrittici che ho avuto l’occasione di conoscere. E ogni volta, leggendola, mi stupivo per il suo saper sfidare le risorse della memoria: la propria, e quella che risale il tempo, la memoria immaginata che ci rimette in contatto con le generazioni precedenti. Quel suo tornare continuamente sullo stesso segmento di storia italiana: gli anni prossimi all’armistizio, quelli più brucianti della guerra e del caos, coincidenti con la sua adolescenza, mi colpiva. Era una ferita ed era la dimostrazione che la scrittura può scavare, scavare, cercare ancora, insistere, ostinarsi. Per capire, per trattenere, per non perdere.
È stata molto stimata, premiata, ma ho sempre avuto l’impressione di una sostanziale sottovalutazione – tipica nei confronti delle scrittrici. Ma qui c’è anche una nostra colpa provinciale: i Dardenne titolarono “Rosetta” un loro film per omaggiarla; in Francia ebbe molta attenzione. E noi? Quando, opportunamente, celebriamo autrici come Annie Ernaux, ricordiamoci che avevamo Rosetta Loy.
(© Paolo Di Paolo)
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Rosetta Loy (nata Rosetta Provera) era l’ultima dei quattro figli nati dal matrimonio tra un ingegnere piemontese e una impiegata romana. Scrisse all’età di nove anni il suo primo racconto, ma la vocazione letteraria vera e propria si manifestò verso i venticinque anni. Tuttavia dovette aspettare fino al 1974 per la sua prima pubblicazione, La bicicletta.
Nel 1955, dopo una lunga frequentazione, sposò Beppe Loy, fratello del regista Nanni Loy. I coniugi ebbero quattro figli (tra cui la scrittrice Margherita Loy) e l’unione durò per trent’anni, fino alla morte di Beppe nel 1981. Ma durante il matrimonio, Rosetta Loy conobbe anche Cesare Garboli, con il quale allacciò un rapporto molto complesso di cui non fece mistero. Tuttavia, dopo la vedovanza, la donna rifiutò un legame maritale con Garboli e i due rimasero amici sino alla scomparsa di lui nel 2004. Il suo lavoro più recente, Cesare, fu incentrato – per l’appunto – su Cesare Garboli.
Tornando alla carriera letteraria di Rosetta Loy, dopo La bicicletta seguirono numerosi altri romanzi, ben accolti dalla critica e insigniti di prestigiosi premi letterari.
La produzione di Rosetta Loy è interamente tradotta in francese, oltre che in altre lingue. Dal francese la Loy tradusse per la collana «Scrittori tradotti da scrittori» di Einaudi, il Dominique di Fromentin (1990) e La principessa di Clèves di Madame de La Fayette (1999).
Nel 1992 Rosetta Loy lasciò momentaneamente l’Einaudi, con la quale aveva pubblicato quattro anni prima la sua opera più acclamata, il romanzo storico Le strade di polvere, e diede alle stampe per i tipi Mondadori il romanzo semi-autobiografico Sogni d’inverno.
Proveniente da una ricca famiglia dall’impostazione cattolica, Rosetta Loy appartenne a una certa borghesia italiana che, pur non essendo apertamente schierata a favore del fascismo, non si schierò contro le leggi razziali, forse perché all’oscuro della tragedia che si stava compiendo. Sono, questi argomenti, al centro della trama di uno dei suoi lavori: La parola ebreo del 1997. La scrittrice dedicò molte interviste per sensibilizzare i giovani ad affrontare tematiche tanto spinose, sino a tracciare un parallelo tra lei stessa e Anna Frank, rilevando la casualità dei loro destini così differenti.
Si mantenne continuando a pubblicare libri, a rilasciare interviste ed essere presente nel panorama culturale. Dal 2007 fu nella giuria del Premio Grinzane Cavour, carica da cui si è dimessa, con altri giurati, nel 2009.
È morta a Roma, dove risiedeva, il 1 ottobre 2022.
(Fonte: Wikipedia Italia)
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Opere
La bicicletta, Torino, Einaudi, 1974, (Premio Viareggio Opera prima);
La porta dell’acqua, Torino, Einaudi, 1976;
L’estate di Letuche, Milano, Rizzoli, 1982;
All’insaputa della notte, Milano, Garzanti, 1984.;
Le strade di polvere, Torino, Einaudi, 1987. (Premi: Viareggio Répaci, Campiello, Città di Catanzaro, Rapallo e Montalcino);
Sogni d’inverno, Milano, Mondadori, 1992;
Cioccolata da Hanselmann, Milano, Rizzoli, 1995. (Premio Grinzane Cavour per la narrativa italiana);
La parola ebreo, Torino, Einaudi, 1997; (Premio Fregene);
Ahi, Paloma, Torino, Einaudi, 2000;
Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria, Torino, Einaudi, 2004. (Premio Bagutta, Premio Brancati, Premio Rhegium Julii);
La prima mano, Milano, Rizzoli, 2009;
Cuori infranti, Roma Nottetempo 2010;
Gli anni fra cane e lupo. 1969-1994. Il racconto dell’Italia ferita a morte, Milano, Chiarelettere, 2013;
Forse, Torino, Einaudi, 2016;
Cesare, Torino, Einaudi, 2018
Premi e riconoscimenti
1974: Premio Viareggio opera prima
1988: Premio Campiello
1988: Premio Viareggio
1988: Premio Catanzaro
1988: Premio Rapallo Carige per la donna scrittrice
1990: Premio Montalcino
1996: Premio Grinzane Cavour per la narrativa italiana
1996: Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa
1997: Premio Fregene
1998: Premio della Giuria (intitolato ad Anna Maria Ortese), nell’ambito del Premio letterario nazionale per la donna scrittrice Rapallo-Carige
2004: Premio Bagutta
2005: Premio Brancati
2005: Premio Nazionale Rhegium Julii
2005: Prix Jean Monnet de Littérature Européenne
2017: Premio Fondazione Campiello alla carriera.
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