La prima ospite dello spazio di Letteratitudine chiamato “Vista dal traduttore” (dedicato, per l’appunto, al lavoro delle traduttrici e dei traduttori letterari) è Barbara Merendoni, traduttrice del romanzo Savage Lane di Jason Starr (Parallelo45 Edizioni – 1rosso). Barbara Merendoni ha raccontato la sua esperienza legata alla traduzione di questo libro e ha intervistato l’autore. Un estratto del libro è disponibile qui. In coda al post troverete l’intervista in lingua originale.
Un saluto e un ringraziamento a Barbara Merendoni e buona lettura a voi, amiche lettrici e amici lettori!
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IL TRADUTTORE INTERVISTA L’AUTORE #1
di Barbara Merendoni
Intervista a Jason Starr, autore di Savage Lane (Parallelo45 Edizioni)
Ho incontrato Jason Starr per la prima volta il 4 novembre 2015, in occasione della tappa italiana del suo tour europeo di presentazione di Savage Lane, il suo ultimo romanzo, uscito in contemporanea in Italia, Austria, Germania e Gran Bretagna. Ma sentivo di conoscerlo da molto prima, da quando, nell’aprile 2015 ho iniziato a tradurre il suo romanzo per i tipi della Unorosso. Quando lavori per mesi sul testo di un autore, lo leggi e tenti di interpretarlo a fondo, è come se tu entrassi nella sua mente; significa riuscire a carpirgli anche i pensieri più intimi, inconsci. Può essere imbarazzante ma è come entrare in casa sua e portarsi via i suoi oggetti più preziosi.
Per me, quello della traduzione era un mondo completamente nuovo, a cui non avrei mai pensato di avvicinarmi fino a quel momento: sapevo che volevo lavorare tra e con i libri, ma avevo sempre creduto di volerli scrivere o, più realisticamente, di volerli editare, correggere, limare. Quando mi è stato proposto di prendere in mano il testo inglese di Savage Lane ho accolto la sfida ma dentro ero piena di dubbi: saprò rendere lo stile narrativo dell’autore? Sarò in grado di tradurre le sfumature di senso, di mantenere intatta la carica emotiva e l’energia ironica che il testo contiene?
Savage Lane è la storia di un delitto, ma è anche e soprattutto una delle rappresentazioni più vere di come la realtà abbia un significato diverso per chiunque la guardi: tutti i personaggi di Savage Lane sono convinti che la loro opinione sulle cose sia l’unica giusta e l’unica possibile.
Mark è un marito distratto, convinto che la sua attrazione erotica per la vicina di casa Karen sia ricambiata. Deb è la moglie di Mark; dedita all’alcol e ormai priva di entusiasmo nei confronti della sua vita coniugale, s’illude di poter recuperare la felicità con il marito, pur coltivando una relazione extraconiugale con un giovane amante un pizzico ossessivo. Karen, la vicina di casa della coppia, è l’attrazione degli uomini e l’oggetto principale dei pettegolezzi delle donne di Westchester, perché è bella, disinibita e, soprattutto, divorziata.
Quello che coinvolge in Savage Lane è la tecnica narrativa: in ogni capitolo il lettore assume il punto di vista di uno dei personaggi, mantenendo però la visione distaccata della terza persona; in questo modo, sebbene il fulcro narrativo è un omicidio, chi legge non può fare a meno di sorridere delle piccole e grandi vanità e illusioni dei protagonisti.
Con il tempo, ho capito che la traduzione editoriale è qualcosa di molto affascinante: è più di un editing, è molto più della semplice correzione, del perfezionamento.
È puro dialogo, intimo, contraddittorio a volte, costellato spesso da interrogativi, tra il traduttore e l’autore. È mettere in discussione sé stessi: come lettori, in primis, perché il testo devi leggerlo e lasciarti coinvolgere da esso; come scrittori, secondariamente, perché nel viaggio dalla lingua originale all’italiano non puoi lasciare inalterato il testo: devi avere il coraggio di modificarlo, rimanendo sempre in uno spazio ristretto, i cui limiti sono il significato letterale e l’interpretazione soggettiva.
È in questo spazio ristretto che si muove il traduttore, tentando di non sfiorare mai né l’uno né l’altro dei suoi scivolosi confini. Ed è in questo spazio ristretto che ho scoperto di sentirmi a mio agio e di voler vivere.
Ho provato a ricostruire un dialogo intimo tra me e l’autore di Savage Lane, Jason Starr, sperando di restituire a chi leggerà queste righe la carica stimolante e avvincente di un romanzo che non si può non conoscere:
– Come è nato Savage Lane? Hai preso ispirazione dalla realtà, da altri romanzi, dai film?
Savage Lane è nato come nascono tutti i miei libri – con una situazione, o una scena, che colpisce la mia attenzione, mi entusiasma. In questo caso, il nucleo narrativo era rappresentato da una donna recentemente divorziata, che vive all’interno di una isolata comunità di periferia, e finisce al centro dell’attenzione di tutti coloro che vivono intorno a lei. La gente spettegola su di lei, gli uomini hanno fantasie erotiche di cui è la protagonista, le donne sono sospettose nei suoi confronti e, all’improvviso, finisce al centro di un’indagine per omicidio.
– Quali sono le tematiche più importanti in Savage Lane?
Probabilmente, il tema più importante al centro di Savage Lane è l’illusione. Tutti, all’interno del romanzo, s’illudono in qualche modo. Il libro è scritto in “terza persona soggettiva”. In questo modo il lettore entra nei pensieri più intimi di ogni personaggio. Questa tecnica mi permette anche di arricchire il testo con quello che si può definire dark humour.
– Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato scrivendo Savage Lane?
Non ho incontrato particolari difficoltà. In genere quando incontro delle difficoltà rinuncio a scrivere il libro del tutto. In questo caso, sapevo dove volevo arrivare fin dall’inizio.
– Nei tuoi libri, usi sempre un linguaggio molto semplice e diretto. Stephen King in “On Writing”, rivolge un avvertimento agli scrittori: l’avverbio non è vostro amico. Come spiegheresti la tua scelta di usare un linguaggio così immediato, semplice e diretto? Serve a coinvolgere il lettore? O c’è un’altra ragione?
Sì, è vero, quando scrivo evito gli avverbi (tranne nel caso in cui vengo pagato sulla base del numero di parole, in quel caso uso più avverbi possibile!). Quando usi un avverbio, c’è sempre un verbo dal significato più forte e appropriato che dice quello che tu vuoi dire – due parole possono essere ridotta a una sola. Per esempio: “entrò velocemente nella stanza” può essere sostituito da “si precipitò nella stanza”. Cerco sempre il modo più semplice per dire quello che intendo dire. Sono dell’opinione che la scrittura non debba essere troppo complicata; le parole non dovrebbero mai essere un intralcio alla storia. Voglio che i miei libri siano una sorta di film che si proietta nella testa del lettore.
– I tuoi romanzi sono quasi sempre ambientati a Manhattan, New York. La storia di Savage Lane, invece, si svolge interamente a Westchester (periferia lussuosa dello stato di New York, ndt). Perché questa scelta?
L’ambientazione in periferia, in una sorta di acquario, è un elemento fondamentale per questa storia. Doveva essere una comunità in cui tutti si fanno gli affari degli altri… A Manhattan, a nessuno importa qualcosa della vita altrui.
– I tuoi libri sono stati tradotti in molte lingue (italiano, spagnolo, tedesco…). Secondo te, qual è (o quali sono) la/e sfida/e più significativa/e che affronta un traduttore lavorando a Savage Lane?
Beh, penso che il fatto di usare un linguaggio semplice renda la mia scrittura compatibile con altre lingue. Quello che è, forse, difficile è tradurre la sottile ironia, la satira di sottofondo di cui sono pieni i miei libri. Anche captare il tono del romanzo, essere sulla stessa lunghezza d’onda è importante.
– Savage Lane è un biglietto per un viaggio dentro la testa dell’essere umano, dove la verità non è qualcosa di statico e “universale”, non è oggettiva, ma è composta da tanti frammenti di specchi deformanti. Sei d’accordo con questa interpretazione? Dal tuo punto di vista, qual è il messaggio più importante di questo romanzo?
Sì, il romanzo ruota attorno all’idea che le persone possano avere idee profondamente diverse e distorte della stessa situazione, e di come questo possa avere tragiche conseguenze. Il mio obiettivo principale quando scrivo un romanzo è intrattenere, divertire. Volevo scrivere una storia appassionante, piena di satira e dark humour. Ma all’interno di Savage Lane c’è anche un messaggio più universale, che riguarda il comportamento umano.
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L’INTERVISTA IN LINGUA ORIGINALE
-Hi Jason, can you tell me about the inspiration for Savage Lane, your new novel published in Italy by Unorosso?
Savage Lane started the way all my books start—with a situation, or a scene that interests me/excites me. In this case it was a situation of a recently divorced woman, who lives in an insular suburban community, and who becomes the focus of attention for everyone around her. People have opinions about her, men fantasize about her, women are suspicious of her, and ultimately she becomes the focus of a murder investigation.
-What are the biggest themes in Savage Lane?
Delusion is probably the biggest theme. Everyone is deluded in some way in this book. The book is written in what I like to think of as a “close third-person” style. So the reader knows the most intimate thoughts of each characters. This provides a lot of opportunity for dark humor.
hat were the most significant difficulties you encountered writing Savage Lane?
I didn’t really have any difficulties. When I have difficulties, I usually don’t write the book at all. In this case, I knew where I wanted to go from the get-go.
-In your novels, you use a very simple and direct language. Stephen King, in “On Writing”, says that the writer must beware of overusing adverbs. How did you explain your choice of using a language such immediate, simple and direct? Is this to engage the reader? Or something else?
Ha, yes, I avoid adverbs (except in cases where I am paid to write by the word, and then I use as many adverbs as I can!). When you use an adverb there is always a stronger verb to say what you want to say—two words can be reduced to one. For example, “he walked quickly into the room” can be reduced to “he rushed into the room.” I always look for the simplest way to say what I want to say. I don’t believe writing should be over-complicated, the words should never get in he way of the story. I want my books to seem like movies unspooling in readers’ heads.
-Your novels are often set in New York. Savage Lane, instead, is set in Westchester. Why this choice?
The suburban, fish bowl setting was important for this story. It had to be community where everybody is in each other’s business…In Manhattan, nobody would give a shit.
-Your novels has been translated into many languages (Italian, Spanish, German, etc…). In your opinion, what is (or what are) the most significant challenges for the translator of your “Savage Lane”?
Well, I think because I try to keep language simple, this hopefully makes my books compatible with other languages. I do think there is a lot of subtle irony in books, undercurrents of satire, and I think this can be tricky for translators to replicate. Also, picking up on the tone of my books, getting on the same wavelength is important.
-Savage Lane is a travel inside human beings’ mind, where the truth is not an objective thing but it is a set of pieces of distorting mirrors. Don’t you agree? In your opinion, what is the most important message of this novel?
Yes, it’s about how people can have very skewed opinions of the same situation, and how this can have tragic consequences. My main goal when I write a novel is to entertaining. So I just wanted to write a thrilling story, with dark humor and satire. But there is a message in the book about human behavior as well, and I think it’s very universal.
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Il libro
Savage Lane solleva il sipario che protegge Westchester, NY, una delle città più ricche e agiate del Paese, mostrando come dietro un’apparenza scintillante si nascondano in realtà oscuri segreti che potrebbero distruggere per sempre le esistenze dei protagonisti. Savage Lane vi farà guardare ai vostri vicini di casa in modo completamente diverso, continuando a tenervi compagnia a lungo, anche dopo che avrete girato l’ultima pagina.
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Jason Starr è nato a Brooklyn, New York, nel 1966. Sportivo, tennis e baseball, e il sogno di giocare per gli Yankees. Al college, Binghamton University, ha iniziato ad avere interesse per la letteratura. Ha lavorato come lavapiatti, telemarketer, giornalista finanziario, assistente editoriale (è stato licenziato da un lavoro editoriale a St. Martin Press perchè leggeva e scriveva alla sua scrivania), e il venditore in rete, prima di pubblicare il suo primo romanzo nel 1997.
Starr è autore di nove romanzi bestseller internazionali di genere crimine/fiction, stanziati principalmente nella zona di New York City. Alcuni di questi:
Cold Caller (Chiamate A Freddo, Meridiano Zero)
Fake I.D. (Piccoli delitti del cazzo, Meridiano Zero)
Nothing Personal (Niente di Personale, Meridiano Zero)
Hard Feelings (Cattivi pensieri a Manhattan, Meridiano Zero)
Bust (Doppio Complotto, Fanucci)
I suoi ultimi romanzi, The Pack e The Craving, di genere modern fantasy, sono stati pubblicati da Berkley / Ace.
Il lavoro di Starr è stato pubblicato in più di una dozzina di lingue ed è stato nominato per numerosi premi di romanzi polizieschi. Nel 2004 ha vinto il Premio Barry per Tough Luck, e nel 2005 ha vinto il Premio Anthony per Twisted City (titolo che sarà pubblicato in italiano con noi, Unorosso). In Germania, Cold Caller è stato adattato come radio-dramma da Deutschland Radio, ed è stato scelto come uno dei 50 migliori romanzi polizieschi degli ultimi 60 anni da parte della prestigiosa rivista Süddeutsche Zeitung. In Germania e in Austria, il The Follower and Panic Attack sono stati grandi best sellers.
Starr scrive anche fumetti e graphic novel per la Marvel Comics, DC Comics, Vertigo Comics, e Studios Boom. The Chill (2010) è stato Top Ten Bestseller ed inserito in Entertainment Weekly. Il suo lavoro nel fumetto ha visto protagonisti alcuni dei più famosi personaggi, come Doc Savage, The Avenger, The Sandman, The Punisher, e Batman. Il suo ultimo lavoro è il fumetto più venduto della serie Wolverine Max per la Marvel Comics.
Molti dei romanzi di Starr sono stati opzionati per il cinema e la TV, tra cui The Follower, che è in fase di sviluppo come una serie TV originale per Lionsgate, adattato da Bret Easton Ellis. Un cortometraggio tratto da un racconto di Starr, “The Bully” ha vinto il 2009 EnhanceTV ATOM Award per il miglior cortometraggio di fantascienza, ed è stato nella selezione ufficiale al Palm Springs International Film Festival del 2010. Starr scrive anche sceneggiature, come October Squall, prodotto da Halle Berry e Fox Searchlight, nonché un adattamento di Cold Caller, che è in fase di sviluppo come lungometraggio da Smoking Gun Productions / Gil Adler con Clayton Jacobson alla regia. Starr ha anche recentemente completato la sceneggiatura di Tough Luck, basato sul suo romanzo, che sarà diretto da Michael Rapaport.
Starr attualmente vive a Manhattan.
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Tutte le puntate di “Vista dal traduttore” sono disponibili qui.
L’introduzione della rubrica è disponibile qui
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