Confine tra la Georgia e la Turchia
Confine tra la Georgia e la Turchia | |
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Posizione di Turchia (rosso) e Georgia (blu). | |
Dati generali | |
Stati | Georgia Turchia |
Lunghezza | 273 km |
Dati storici | |
Istituito nel | 1921 |
Attuale dal | 1991 |
Il confine tra la Georgia e la Turchia ha una lunghezza di 273 km e va dalla costa del Mar Nero a ovest fino al triplice confine con l'Armenia a est[1].
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Il confine inizia ad ovest sul Mar Nero appena a sud del villaggio di Sarpi e prosegue via terra verso est attraverso una serie di linee irregolari; si inarca successivamente in modo ampio verso sud-est, tagliando il lago Kartsakhi, fino al triplice confine armeno.
Il confine separa la Repubblica Autonoma dell'Agiaria della Georgia e la regione giorgiana di Samtskhe-Javakheti dalle province turche di Ardahan e Artvin.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Durante il XIX secolo la regione del Caucaso fu contesa tra l'Impero Ottomano in declino, la Persia e la Russia, che si stava espandendo verso sud. La Russia aveva conquistato la maggior parte delle terre caucasiche della Persia nel 1828 e poi rivolse la sua attenzione all'Impero Ottomano[2]. Con il Trattato di Adrianopoli del 1829 (che pose fine alla guerra russo-turca del 1828-9) la Russia conquistò la maggior parte dell'attuale Georgia (comprese l'Imeretia, la Mingrelia e la Guria), con una frontiera delimitata e posta all'incirca a nord dell'attuale confine turco-georgiano[2][3][4][5].
Con la pace di santo Stefano, che pose fine alla guerra russo-turca del 1877-1878, la Russia ottenne ulteriori territori in quella che oggi è la Turchia orientale, estendendo il confine ottomano-russo a sud-ovest[3][6][7]. Le conquiste della Russia di Batumi, Kars e Ardahan furono confermate dal Trattato di Berlino (1878), sebbene fu costretta a restituire parte dell'area intorno a Bayazid (l'attuale Doğubayazıt) e la valle dell'Eleşkirt[2][3][8].
Durante la prima guerra mondiale la Russia invase le aree orientali dell'Impero Ottomano. Nel caos successivo alla rivoluzione russa del 1917, il nuovo governo comunista cercò frettolosamente di porre fine al suo coinvolgimento nella guerra e firmò il Trattato di Brest-Litovsk nel 1918 con la Germania e l'Impero Ottomano[2]. Con questo trattato la Russia restituì le aree acquisite dai precedenti trattati di santo Stefano e di Berlino[3].
Cercando di ottenere l'indipendenza da entrambi gli imperi, i popoli del Caucaso meridionale avevano dichiarato nel 1918 la Repubblica Federale Democratica Transcaucasica e avevano avviato colloqui di pace con gli ottomani[9][10]. Vari disaccordi interni portarono la Georgia a lasciare la federazione nel maggio 1918, seguita poco dopo dall'Armenia e dall'Azerbaigian. Con gli ottomani che avevano invaso il Caucaso e guadagnato rapidamente terreno, le tre nuove repubbliche furono costrette a firmare il Trattato di Batumi il 4 giugno 1918, con il quale riconoscevano il confine precedente al 1878[11][12]. Le conquiste ottomane in Armenia furono ulteriormente consolidate dal Trattato di Alessandropoli (1920)[3]. Nel frattempo, la Russia riconobbe l'indipendenza della Georgia tramite il Trattato di Mosca (1920)[13].
Con l'Impero Ottomano sconfitto in Europa e in Arabia, le potenze alleate pianificarono di smembrarlo tramite il Trattato di Sèvres del 1920[3][14]. Il trattato riconosceva l'indipendenza georgiana e armena, concedendo a entrambe i vasti territori nella Turchia orientale, con un esteso confine tra Armenia e Georgia da decidere in un secondo momento. La Georgia avrebbe guadagnato gran parte del Lazistan. I nazionalisti turchi si indignarono per il trattato e contribuirono allo scoppio della guerra d'indipendenza turca; il successo turco in questo conflitto rese il tratto di Sèvres obsoleto[2][3]. Nel 1920 l'Armata Rossa russa invase l'Azerbaigian e l'Armenia, seguita dall'invasione della Georgia nel 1921 che pose fine alla sua indipendenza. Gli ottomani colsero l'opportunità e invasero la Georgia sudoccidentale, conquistando Artvin, Ardahan, Batumi e altre terre. Al fine di evitare una guerra totale russo-turca, le due nazioni firmarono il Trattato di Mosca nel marzo 1921, che creò un confine modificato sovietico-ottomano[2][3][15][16]. Tuttavia si verificarono ulteriori combattimenti sul campo e le trattative si bloccarono; le disposizioni del trattato furono successivamente confermate dal Trattato di Kars dell'ottobre 1921, finalizzando nella sua posizione attuale quello che adesso è il confine tra Georgia e Turchia[3]. La Turchia rinunciò a rivendicare Batumi a condizione che si fosse creata una regione autonoma dell'Agiara per proteggere la popolazione in gran parte musulmana della zona. Il confine fu poi delimitato sul terreno nel marzo 1925-luglio 1926 da una commissione congiunta sovietico-turca[2][3]. L'indipendenza della Turchia fu riconosciuta dal Trattato di Losanna del 1923[17].
La Georgia fu inizialmente incorporata insieme all'Armenia e all'Azerbaigian nella Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica all'interno dell'URSS, prima di essere divisa come Repubblica socialista sovietica georgiana nel 1936. Il confine stabilito dal trattato di Kars rimase allo stato attuale, nonostante le occasionali proteste sovietiche che avrebbero voluto modificarlo, in particolare nel 1945[2][18][19]. La Turchia, sostenuta dagli Stati Uniti, rifiutò di discuterne, e i sovietici, cercando di migliorare le relazioni con il loro vicino meridionale, abbandonarono la questione[3][20].
Dopo il crollo dell'URSS nel 1991, la Georgia ha ottenuto l'indipendenza e ha ereditato la sua sezione del confine tra Turchia e URSS. La Turchia ha riconosciuto l'indipendenza della Georgia il 16 dicembre 1991. Il 21 maggio 1992 è stato firmato il protocollo per l'avvio delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, che ha confermato la loro reciproca frontiera[21].
Insediamenti vicino al confine[modifica | modifica wikitesto]
Georgia[modifica | modifica wikitesto]
- Sarpi
- Vale
- Kartsakhi
Turchia[modifica | modifica wikitesto]
Attraversamenti al confine[modifica | modifica wikitesto]
Sono presenti tre valichi lungo tutto il confine, due per il traffico veicolare e uno per il traffico veicolare e ferroviario[22][23].
Lato turco | Provincia | Lato georgiano | Provincia | Apertura | Strada in Turchia | Strada in Georgia | Status |
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Sarp | Artvin | Sarpi | Agiaria | 31 agosto 1988 | Aperto | ||
Posof-Türkgözü | Ardahan | Vale | Samtskhe–Javakheti | 12 luglio 1995 | Aperto | ||
Çıldır-Aktaş | Ardahan | Kartsakhi | Samtskhe–Javakheti | 24 luglio 1995 | Aperto |
Dal 2017 e con l'apertura della ferrovia Baku-Tbilisi-Kars è possibile attraversare il confine anche in treno[24].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Middle East :: Turkey — The World Factbook - Central Intelligence Agency, su www.cia.gov. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ a b c d e f g h (EN) The boundary between Turkey and the USSR (PDF), su cia.gov.
- ^ a b c d e f g h i j k (EN) International Boundary Study No. 29 – February 24, 1964 Turkey – U.S.S.R. Boundary (PDF), su fall.fsulawrc.com.
- ^ John Emerich Edward Dalberg Acton (1907). The Cambridge Modern History. Macmillan & Co. p. 202.
- ^ Tucker, Spencer, 1937-, A global chronology of conflict : from the ancient world to the modern Middle East, 1st ed, ABC-CLIO, 2010, p. 1154, ISBN 1-85109-672-8, OCLC 617650689. URL consultato il 24 novembre 2020.
«I turchi riconoscono il possesso russo della Georgia e dei khanati di Yerevan (Erivan) e Nakhchivan che erano stati ceduti dalla Persia alla Russia l'anno prima.». - ^ Edward Hertslet, The map of Europe by treaty; showing the various political and territorial changes which have taken place since the general peace of 1814, London, Butterworths, 1875, pp. 2672–2696. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Thomas Erskine Holland, The European concert in the Eastern question; a collection of treaties and other public acts, Oxford Clarendon Press, 1885, pp. 335–348. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Thomas Erskine Holland, The European concert in the Eastern question; a collection of treaties and other public acts, Oxford Clarendon Press, 1885, pp. 305–06. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Hovannisian, Richard G., 1932-, The Armenian people from ancient to modern times, Macmillan, 1997, ISBN 0-333-61974-9, OCLC 59862523. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Ask OCLC, in OCLC Micro, vol. 7, n. 5, 1991-05, pp. 8–8, DOI:10.1108/eb055968. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Hille, Charlotte Mathilde Louise, 1964-, State building and conflict resolution in the Caucasus, Brill, 2010, p. 71, ISBN 978-90-474-4136-6, OCLC 668211543. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Mikaberidze, Alexander,, Conflict and conquest in the Islamic world : a historical encyclopedia, p. 201, ISBN 978-1-59884-337-8, OCLC 763161287. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Lang, DM (1962). A Modern History of Georgia, p. 226. London: Weidenfeld and Nicolson.
- ^ Paul C. Helmreich, From Paris to Sèvres: the partition of the Ottoman Empire at the Peace Conference of 1919-1920, Columbus, Ohio State University Press, 1974, ISBN 978-0-8142-0170-1. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ T︠S︡ut︠s︡iev, A. A. (Artur Arkadʹevich),, Atlas of the ethno-political history of the Caucasus, p. 79. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ King, Charles, 1967-, The ghost of freedom : a history of the Caucasus, Oxford University Press, 2008, p. 189, ISBN 978-0-19-517775-6, OCLC 171614379. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Treaty of Lausanne - World War I Document Archive, su wwi.lib.byu.edu. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Khrushchev, Nikita Sergeevich, 1894-1971., Memoirs of Nikita Khrushchev. Volume 2, Reformer, 1945-1964, Pennsylvania State University, 2006, p. 426, ISBN 0-271-03231-6, OCLC 76700714. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Suny, Ronald Grigor., Looking toward Ararat : Armenia in modern history, Indiana University Press, 1993, pp. 165-169, ISBN 0-253-35583-4, OCLC 26014198. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ Ro'i, Yaacov (1974). From Encroachment to Involvement: A Documentary Study of Soviet Policy in the Middle East, 1945-1973. Transaction Publisher. pp. 106–107.
- ^ From Rep. of Turkey Ministry of Foreign Affairs, su Republic of Turkey Ministry of Foreign Affairs. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ (2015) Tim Burford, Bradt Travel Guide - Georgia, pp. 60-61.
- ^ (EN) Georgia border crossings, su Caravanistan. URL consultato il 24 novembre 2020.
- ^ (EN) Baku-Tbilisi-Kars Railway Line Officially Launched, su RadioFreeEurope/RadioLiberty. URL consultato il 24 novembre 2020.
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