Letteratura israeliana

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1leftarrow blue.svgVoce principale: Letteratura ebraica.

Eliezer Ben Yehuda, padre della rinascita della lingua ebraica, nel suo studio di Gerusalemme (ca. 1912)
La "Biblioteca nazionale di Israele" a Gerusalemme

La letteratura israeliana è la letteratura scritta nello Stato d'Israele.

Se la parte preponderante è costituita senza dubbio dalla letteratura in ebraico, non si può trascurare la letteratura scritta in altre lingue:
soprattutto in yiddish e in arabo, ma anche in russo e in inglese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura in ebraico[modifica | modifica wikitesto]

Haim Nahman Bialik, padre della letteratura ebraica moderna

La storia della letteratura israeliana in ebraico è particolarmente interessante, e in un certo senso unica al mondo, poiché è legata alla rinascita della lingua ebraica, che sin dalla prima metà del XIX secolo era utilizzata sempre di più, sia per il linguaggio di tutti i giorni, sia per la scrittura della prosa, della poesia e del teatro moderni. E che il lavoro leggendario di Eliezer Ben Yehuda, messo in pratica in parte già dalla prima Aliyah, ovvero dalle prime emigrazioni degli Ebrei verso la Palestina dal 1881 in poi, riuscì nell'ardua impresa di resuscitare una lingua, estinta da più di un millennio e mezzo, come lingua materna di un popolo, e con la quale viene scritta la letteratura corrente di uno Stato.

Un vero e proprio movimento letterario cominciò con la più numerosa seconda Aliyah, guidato da pionieri della letteratura ebraica come Moshe Smilansky, Yosef Haim Brenner, David Shimoni, Jacob Fichman, e primo fra tutti Shmuel Yosef Agnon, che otterrà il premio Nobel per la letteratura nel 1966 con la motivazione:

«per la sua arte narrativa profondamente caratteristica con i temi della vita della gente ebrea»

Fino alla prima guerra mondiale la letteratura ebraica fu composta nell'Europa orientale. Dopo la guerra e la rivoluzione russa molti scrittori ebrei emigrarono in Palestina; quindi in quell'epoca la letteratura era in sostanza la continuazione della tradizione europea. Nel 1921, 70 scrittori s'incontrarono a Tel Aviv e fondarono l'"Associazione degli scrittori ebrei". Nello stesso periodo videro la luce i primi periodici letterari in ebraico: Ha-Adamah (La terra), sotto la direzione di Brenner, e Ma'abarot (I transiti), diretto da Fichman. Durante gli anni '20 e '30 del '900 l'attività letteraria in ebraico si spostò decisamente in Palestina. Molti pionieri di questa letteratura erano sionisti, per cui prima o poi si stabilirono nella "Terra promessa". Tutte le più grandi figure della prima parte del secolo, come Ahad Ha'am, Saul Cernichovskij, e ancora di più Haim Nachman Bialik, considerato il "poeta nazionale israeliano", trascorsero gli ultimi anni a Tel-Aviv; e nonostante non fosse questo il loro periodo di massima creatività, esercitarono una notevole influenza sugli scrittori più giovani.

Shmuel Agnon, premio Nobel per la letteratura (1966)

Tra i primi scrittori in ebraico moderno era presente un piccolo gruppo di autori nati in Palestina. Tra questi Yitzhaq Sami e Yehuda Burla, ebrei sefarditi le cui famiglie emigrarono in Palestina rispettivamente nel XIX e nel XVIII secolo. L'opera di questo gruppo s'impone per la sua autentica raffigurazione della popolazione araba di religione ebraica della Palestina, narrata dal punto di vista privilegiato di scrittori cresciuti nell'ambiente.

Gli scrittori più importanti della prima generazione, Agnon e Haim Hazaz, erano profondamente radicati nell'ambiente europeo d'origine. Servirono da tramite fra gli scrittori classici degli inizi recupero della lingua ebraica e gli scrittori radicati in Palestina delle generazioni successive.

Per questi ultimi il centro dell'attività non fu altro che la Palestina, anche quando scrivevano di altre parti del mondo. Il loro contesto fu l'epoca della Aliyah e, spesso, la vita nei kibbutz. Tra i nomi notevoli abbiamo i poeti Yehuda Amichai, Natan Zach e Meir Wieseltier; poi Uri Zvi Greenberg, Yigal Mossinson, Avraham Shlonsky e Aharon Appelfeld, che trovarono in Palestina la soluzione allo sradicamento della diaspora ebraica.

La terza generazione degli scrittori emerse verso l'epoca della guerra d'indipendenza israeliana. Le figure principali (S. Yizhar, Moshe Shamir, Hanoch Bartov, Haim Gouri, Benjamin Tammuz, Aharon Megged) furono tutti "sabra" (nativi) o immigrati in tenera età. A questo punto si fecero sentire forti influenze dall'estero, specialmente dall'Occidente. Un gruppo chiamato "Cananiti" cercò perfino di negare la relazione tra gli Israeliani e gli Ebrei che vivevano all'estero. Ma dopo il 1948 sentimenti di vuotezza e di ricerca di nuovi valori spinsero invece all'esplorazione del passato ebraico.

La successiva generazione degli anni '60 del '900 (Abraham Yehoshua[1], Amos Oz, Natan Yonatan, Yoram Kaniuk, Yaakov Shabtai, e l'autore e traduttore dal francese Yehoshua Kenaz) ha cercato di porre la cultura israeliana all'interno di un contesto mondiale; e pone l'accento non tanto sugli aspetti unici della vita ebraica e Israele, quanto sull'universale. Questa scuola di scrittori speso s'identifica con la letteratura di protesta di altri Paesi.

La generazione più recente, per lo meno degli scrittori il cui valore è universalmente riconosciuto, nata negli anni '60 e '70 e che ha iniziato l'attività negli anni '80 e '90, ha esaminato la questione di base dell'esistenza ebraico-israeliana, esponendo le questioni collettive nei caratteri e nei destini individuali. L'autore più popolare di questa generazione è probabilmente David Grossman.

La "Settimana del Libro Ebraico"[modifica | modifica wikitesto]

Settimana del libro ebraico, presso il parco del Museo d'Israele a Gerusalemme (2005)

La "Settimana del Libro Ebraico" è una fiera della letteratura ebraica che si svolge annualmente a Gerusalemme; normalmente per una settimana, ma negli ultimi anni è stata prorogata a dieci giorni.

L'attuale fiera è il risultato del ripristino e del proseguimento di una fiera precedente della durata di un solo giorno, svoltasi lungo il "Boulevard Rotschild" di Tel Aviv nel 1926; organizzata da Bracha Peli, fondatore della casa editrice "Masada Press", per la promozione delle vendite librarie.

Durante questa "settimana" si tengono fiere del libro all'aperto in tutto lo Stato d'Israele, e le case editrici vendono i loro libri a prezzi scontati; le librerie in questo periodo offrono sconti che possono durare fino a un mese.

Vengono organizzati vari eventi letterari; ad es. conferenze, incontri con gli autori e letture pubbliche. Viene svolta la cerimonia di assegnazione del "Premio Sapir", il principale premio letterario d'Israele. E i mezzi di comunicazione dedicano un maggiore interesse alla letteratura.

Fanno parte dei luoghi designati per la fiera a Gerusalemme: il Museo d'Israele, il "Parco della campana della libertà", la "Piazza Safra" e la vecchia stazione ferroviaria. La sede della fiera a Tel Aviv è la "Piazza Rabin".

La letteratura israeliana e l'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Elena Loewenthal, attiva scrittrice e traduttrice di letteratura ebraica in italiano

Molti scrittori israeliani hanno ricevuto importanti premi letterari in Italia. I nomi citati in questo paragrafo sono soltanto pochi esempi. Del resto un elenco completo sarebbe sproporzionato rispetto allo spazio generale della voce. È preferibile rintracciare le varie premiazioni all'interno delle voci dei singoli autori.

Lo scrittore israeliano più significativo per l'Italia è Alon Altaras, che oltre a libri scritti di suo pugno, pubblicati in Italia per la maggior parte da Voland, ha tradotto in ebraico molti autori italiani tra i quali Pier Paolo Pasolini, Tommaso Landolfi, Natalia Ginzburg e Antonio Tabucchi. Questo suo notevole contributo alla diffusione della letteratura italiana è stato riconosciuto dal Ministero dei beni culturali italiano, che gli ha assegnato il Premio nazionale per la traduzione nel 2003.

Importante anche il versatile Ariel Rathaus. Poeta in ebraico, docente universitario di letteratura italiana, autore di studi sulla poesia ebraica e traduttore di poesia dall'ebraico all'italiano; ha curato una nuova versione ebraica del Decameron di Giovanni Boccaccio, e ha tradotto in ebraico La Scienza Nuova di Giambattista Vico con cui ha ottenuto il Premio Flaiano per l'Italianistica nel 2006.

L'eccellente poeta Natan Zach, oltre ad aver ottenuto molti premi in Israele e all'estero, ha ottenuto in Italia il Premio Feronia-Città di Fiano nel 1994, il Premio Letterario Camaiore nel 2000 per la sua raccolta di poesie dal titolo Sfavorevole agli addii, il Premio dell'Unione dei lettori italiani nel 2001, il titolo di Ambasciatore culturale di Roma nel mondo nel 2002, e la nomina a Cavaliere da parte del Governo italiano nel 2007.

Tra i molti traduttori e traduttrici dall'ebraico all'italiano, la principale è la scrittrice torinese Elena Loewenthal. Ha ottenuto un Premio nazionale per la traduzione, da parte del Ministero dei beni culturali, nel 1999.

La casa editrice Giuntina, fondata a Firenze nel 1980 da Daniel Vogelmann, figlio di un reduce di Auschwitz, è specializzata sull'ebraismo e pubblica moltissimi titoli di letteratura israeliana.

Altre case editrici specializzate degne di nota sono "Salomone Belforte" di Livorno, attiva dal 1805; e "Tipheret" di Acireale.

Il musicista ebreo-italiano Piero Nissim con il gruppo "Musicapoesia", in occasione del Giorno della Memoria 2011, ha tenuto un concerto di canzoni da lui musicate su testi di poeti ebrei italiani e stranieri antichi e moderni, intitolato Bialik e gli altri. La poesia ebraica come testimone. Dal concerto è stato ricavato un CD omonimo.

La "Festa del Libro Ebraico in Italia" di Ferrara[modifica | modifica wikitesto]

Una Festa del Libro Ebraico in Italia viene svolta ogni anno a Ferrara, città sede tra l'altro del museo nazionale ebraico MEIS. Si occupa non solo delle traduzioni in italiano della letteratura in ebraico, ma di tutta la letteratura di espressione ebraica.

La prossima edizione, la XII, avrà luogo dal 23 al 26 settembre 2012 presso il MEIS. Avrà come tema la "Casa". Verrà conclusa dallo scrittore israeliano Eshkol Nevo, dal cui libro "Tre piani" il regista Nanni Moretti ha tratto il suo ultimo film presentato al Festival di Cannes; e dallo scrittore Premio Strega Alessandro Piperno. La moderatrice dell'incontro sarà la scrittrice e traduttrice Elena Loewenthal.

Letteratura in yiddish[modifica | modifica wikitesto]

Yehiel De-Nur (Ka-Tzetnik) con la moglie a Roma (1959)

Prima della seconda guerra mondiale i centri principali dell'attività letteraria in yiddish erano Varsavia, Mosca e New York. In Palestina sussisteva ancora una certa ostilità verso l'impiego dello yiddish, visto come una minaccia per la rinascita dell'ebraico. Ma dopo la guerra tutto cambiò in fretta. In Europa le comunità di lingua yiddish furono sterminate da Hitler e Stalin, e la comunità di New York cominciò a perdere importanza. L'immigrazione portò in Israele molti tra i principali scrittori yiddish. Di conseguenza l'avversione verso i parlanti yiddish terminò; da un lato perché essi vennero visti come fratelli scampati allo sterminio, e dall'altro lato perché l'uso pratico dell'ebraico era ormai consolidato.

L'evoluzione della letteratura yiddish in Israele può essere suddivisa secondo le generazioni degli scrittori, similmente alla letteratura in ebraico:

  1. La prima generazione comprendeva scrittori come David Pinsky e Sholem Asch, che vissero gli ultimi anni in Israele.
  2. La seconda generazione, che ebbe come principale esponente il poeta Abraham Sutzkever, iniziò la carriera letteraria nell'Europa orientale ma la proseguì in Israele.
  3. La terza generazione ebbe come centro il movimento denominato "Giovane Israele", un gruppo modernista di poeti e prosatori, per la maggior parte membri di kibbutz, la cui opera venne influenzata dalle Scuole letterarie d'avanguardia inglesi e francesi.

Il contenuto della letteratura yiddish scritta in Israele tratta soprattutto le vicende relative all'Olocausto europeo, il cui principale narratore è Ka-Tzetnik, e della vita tra i nuovi immigrati. Gli autori sono organizzati in un'"Associazione degli autori yiddish".

Letteratura in arabo[modifica | modifica wikitesto]

Emile Habibi

L'esponente più conosciuto in Europa della letteratura araba in Israele è stato Emile Habibi. Cittadino arabo d'Israele dal 1948, ottenne il Premio Israele per la letteratura in arabo nel 1992. Fondò il "Partito Comunista Israeliano", ed il giornale Al-Ittihād (L'unione), il più diffuso quotidiano d'Israele in lingua araba, pubblicato ad Haifa e di tendenza comunista, che egli diresse dal 1948 al 1990. Fu eletto parlamentare alla Knesset. L'opera di Habibi, per quanto spesso critica verso la società israeliana, nondimeno costituisce parte integrante della cultura dello Stato d'Israele.

Un valido scrittore arabo-israeliano di oggi è Ala Hlehel. Tra le scrittrici, Adania Shibli, Suheir Abu Oksa Daoud e Raja' Bakriyyah.

La 'Terza Via' degli Scrittori Ebrei Iracheni[modifica | modifica wikitesto]

Tuttavia un importante gruppo di scrittori ebrei di origine irachena ha costituito un precedente e forse preparato il terreno a scrittori come Emile Habibi ed i suoi successori. Si tratta del gruppo composto da coloro che lavoravano in arabo già prima dell'emigrazione forzata dall'Iraq in Israele del 50-51. Tra i più importanti, e operanti in Israele, ricordiamo qui Sami Michael, Shimon Ballas (recentemente scomparso), Samir Naqqash e Isaac Bar-Moshe. Mentre i primi due passarono all'ebraico, Samir Naqqash non lo fece mai nel corso di tutta la sua carriera, come pure Bar-Moshe che lavorò prevalentemente in arabo. Nel novero di questi autori si aggiungono figure importanti di studiosi di letteratura araba e profondi conoscitori della cultura ebraica che si sviluppò nei paesi arabi fino agli esiti politici che a partire dal 1948 implicarono la cancellazione dei diritti di cittadinanza agli Ebrei e la tendenza fortemente monolinguistica dell'establishment culturale ufficiale in Israele. Tra questi Shmuel Moreh, Sassoon Somekh (recentemente scomparsi) e Reuven Snir (n. 1953)[2]. Tutti questi autori e studiosi sono particolarmente importanti in sede critica e teorica poiché la loro visione, pur individuale e diversamente orientata, non può coincidere né con la narrazione storica nazionale israeliana, né con le istanze del nazionalismo arabo o della memoria di resistenza e lotta dei palestinesi. Attualmente questa terza via letteraria e critica è praticata in Israele da Almog Behar, appartenente alla seconda generazione degli scrittori che mantengono un ponte ideale e storico con l'Iraq, la cultura orientale e la lingua araba pur scrivendo principalmente in ebraico.

Pubblicazione dei libri in Israele[modifica | modifica wikitesto]

Per legge la Biblioteca nazionale di Israele dell'Università Ebraica di Gerusalemme riceve due copie di ogni libro pubblicato in Israele. Come esempio, nel 2004 ha comunicato di aver ricevuto 6.436 libri nuovi. Per la maggior parte erano scritti in ebraico, e la maggior parte di questi consisteva in titoli scritti originalmente in ebraico. Quasi l'8% di questi erano libri per bambini, e un altro 4% libri di testo. A seconda del tipo di editore, i libri erano per il 55% commerciali, il 14% autopubblicati, il 10% governativi, il 7% d'istruzione, e il 14% pubblicato da altri tipi di organizzazioni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E. Trevisan Semi, Leggere Yehoshua, Torino, Einaudi, 2006
  2. ^ Reuven Snir su Bar-Moshe ed il suo contesto (PDF), su lecturers.haifa.ac.il. URL consultato il 12 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Joel Blocker (a cura di), Racconti d'Israele, introduzione di Robert Alter, Milano, Corbaccio-Dall'Oglio, 1964
  • (EN) Robert Alter, Modern Hebrew Literature, Springfield, NJ, Behrman House, 1975, ISBN 978-0-87441-235-2
  • AA.VV., La novella d'Israele. Narratori israeliani contemporanei, Milano, Spirali, 1987, ISBN 9788877702456
  • AA.VV., Rose di Israele. Racconti di scrittrici israeliane, Roma, Edizioni e/o, 1994, ISBN 978-88-7641-213-4
  • AA.VV., Capolavori della letteratura ebraica, Collana Ritmi, Roma-Napoli, Edizioni Theoria, 1998 [1996] [1993], ISBN 978-88-2410-480-7
  • (EN) T. Carmi (edited and translated by), The Penguin Book of Hebrew Verse, pp. 40–50 - 132-143 - 507-579, London, Penguin Books, 1981
  • (EN) L.I. Yudkin, Jewish writing and identity in the twentieth century, Londra, 1982
  • R. Dorigo Ceccato, T. Parfitt, E. Trevisan Semi (a cura di), L'altro visto dall'altro. Letteratura araba ed ebraica a confronto, Milano, 1992
  • (EN) T. Carmi, Stanley Burnshaw, Ariel Irschfeld, Ezra Spicehandler (a cura di), The Modern Hebrew Poem Itself, Second Edition, Wayne State University Press, 2003 [1965], ISBN 0-8143-2485-1
  • Ariel Rathaus (a cura di), Poeti israeliani, Torino, Einaudi, 2007, ISBN 978-88-0617-094-3
  • Sara Ferrari (a cura di), La notte tace. La Shoah nella poesia ebraica, trad. di S. Ferrari e M.L. Mayer Modena, Livorno, Belforte, 2010, ISBN 978-88-7467-045-1
  • Gershon Shaked (a cura di), Narrativa ebraica moderna, Milano, Edizioni Terra Santa, 2011, ISBN 978-88-6240-133-3
  • AA.VV., Qui finisce la terra. Antologia di scrittori palestinesi in terra d'Israele, trad. dall'arabo di Isadora D'Aimmo, Fagnano Alto, Il sirente, 2012, ISBN 978-88-87847-39-0
  • Raffaele Esposito, La nascita del teatro ebraico. Persone, testi e spettacoli dai primi esperimenti al 1948, Torino, Accademia, 2016, ISBN 978-88-9920-095-4
  • AA.VV., Il mare di Gerusalemme. 18 scrittori israeliani raccontano, Viterbo, Stampa Alternativa, 2017, ISBN 978-88-6222-565-6

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