Monopartitismo

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     Repubbliche monopartitiche

Un sistema politico monopartitico è un sistema politico in cui un solo partito politico può presentare i propri candidati alle elezioni, mentre tutti gli altri partiti sono dichiarati fuorilegge o possono partecipare in maniera limitata alle elezioni. In senso esteso, si può parlare di Stato monopartitico anche quando esiste un unico partito di fatto, anche se la costituzione e le leggi vigenti in linea di principio consentirebbero una pluralità di partiti oppure quando le pratiche elettorali impediscono all'opposizione di vincere le elezioni, facendo sì che un unico partito resti alla guida del paese.

Una variante di un sistema monopartitico puro è un sistema in cui possono esistere una pluralità di partiti, intesi come membri di una coalizione come "fronte popolare", ma non è prevista la presenza nel sistema di partiti di opposizione. Un'ulteriore differenziazione è fra i sistemi monopartitici in cui alle elezioni si possono presentare solo candidati espressi dal partito, e quelli in cui sono ammessi candidati non appartenenti al partito, che si presentano però come candidati indipendenti.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Negli stati monopartitici, il partito di governo viene spesso indicato semplicemente con l'espressione "il Partito"; questo era per esempio il modo in cui veniva indicato il Partito Comunista dell'Unione Sovietica nell'URSS e il Partito Operaio Unificato Polacco nella Repubblica Popolare Polacca.

Nella maggior parte dei casi, gli stati monopartitici si fondano su ideologie totalitarie, come il fascismo ed il nazismo[1]. Altrettanto spesso si basano sul comunismo. Molti stati monopartitici nacquero in seguito alla decolonizzazione, come conseguenza del fatto che un particolare movimento politico, dotato di un ruolo predominante durante la lotta per l'indipendenza, è diventato naturalmente l'unico partito di governo (de jure o de facto) una volta raggiunto tale obiettivo. Nel XX secolo, per esempio in Africa e Sudamerica, questo fenomeno è accentuato dal fatto che i movimenti nazionalisti che si opponevano all'amministrazione coloniale europea vedevano in genere un alleato ideale nei paesi monopartitici del mondo comunista, in particolare Unione Sovietica, Cina e Cuba. Questi paesi rappresentavano anche un modello di sviluppo economico, essendo riusciti a trasformare radicalmente il proprio sistema produttivo (per esempio da un sistema prevalentemente agricolo a uno prevalentemente industriale, come nel caso dell'Unione Sovietica) anche grazie alla stabilità e continuità di governo garantita dal monopartitismo.

Un sistema monopartitico viene generalmente percepito come una forma di dittatura o più in generale come un sistema non democratico. L'instaurazione di un regime dittatoriale spesso coincide con la trasformazione di un sistema precedentemente pluripartitico in uno monopartitico, con la messa al bando dei movimenti politici di opposizione. Tuttavia, sono possibili molti distinguo in funzione della natura specifica di un sistema monopartitico. In alcuni casi, l'unico partito di governo può esprimere diversi candidati per una determinata carica politica, e questi candidati possono a loro volta avere programmi politici differenti, seppure entro i limiti definiti in modo più o meno specifico dalla linea di partito. Di conseguenza, l'elettore può in effetti avere almeno in parte il potere di esprimere un voto significativo e influente sull'evoluzione politica del proprio paese.

Stati monopartitici[modifica | modifica wikitesto]

Stati de iure monopartitici[modifica | modifica wikitesto]

La seguente tabella elenca i paesi costituzionalmente monopartitici nel 2021:

Stato Capo del Partito Partito Fronte popolare
Cina Cina Xi Jinping, segretario generale Partito Comunista Cinese Fronte Unito
Corea del Nord Corea del Nord[2] Kim Jong-un, presidente Partito del Lavoro di Corea Fronte Democratico per la Riunificazione della Patria
Cuba Cuba Miguel Díaz-Canel, primo segretario Partito Comunista di Cuba
Eritrea Eritrea Isaias Afewerki, presidente Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia
Laos Laos Bounnhang Vorachith, segretario generale Partito Rivoluzionario del Popolo Lao Fronte Lao per la Costruzione nazionale
Vietnam Vietnam Nguyễn Phú Trọng, segretario generale Partito Comunista del Vietnam Fronte della Patria Vietnamita
Sahara Occidentale Sahara Occidentale[3] Brahim Ghali, segretario generale Fronte di Liberazione Popolare (Polisario)

Stati de facto monopartitici[modifica | modifica wikitesto]

La seguente tabella elenca i paesi de facto monopartitici con i rispettivi presidenti nel 2020:

Stato Capo di Stato Partito Note
Siria Siria Bashar al-Assad Partito Ba'th Ereditò la presidenza dal padre nel 2000; eletto con il 99,7% dei voti e riconfermato nel 2007 con il 96,7% di voti a favore.
Kazakistan Kazakistan Qasym-Jomart Toqaev Nur Otan Presidente dal 2019. Membro del partito di maggioranza Nur Otan come il suo predecessore Nursultan Nazarbayev (presidente dal 1990 al 2019).
Uzbekistan Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev Partito Liberale Democratico dell'Uzbekistan Presidente dal 2016, eletto con l'88,6% dei voti a favore.
Rep. del Congo Rep. del Congo Denis Sassou Nguesso Partito Congolese del Lavoro Proclamatosi presidente nel 1997, confermato con il 90% dei voti nel 1999 e riconfermato nel 2009 con il 78% dei voti a favore.
Turkmenistan Turkmenistan Gurbanguly Berdimuhamedow Partito Democratico del Turkmenistan Presidente ad interim nel 2006; ufficiale dal 2007 eletto con l'89% dei voti a favore.
Gabon Gabon Ali Bongo Ondimba Partito Democratico Gabonese Presidente dal 2009, figlio e successore di Omar Bongo (presidente dal 1967 al 2009).
Guinea Equatoriale Guinea Equatoriale Teodoro Obiang Nguema Mbasogo Partito Democratico di Guinea Equatoriale Presidente dal 1979 in seguito a un colpo di Stato militare. Leader africano in carica da più tempo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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