Descrizione
Lasciata la facoltà di filosofia, Matteo Gemmi, con poca convinzione e nessuna ambizione, cerca lavoro: vende prima abbonamenti alla tv satellitare, poi assicurazioni sulla vita porta a porta. Infine opta per dei corsi di formazione con scarsi risultati e nessuna conseguenza. Ma è proprio durante i due periodi di prova, un po’ per invidia, un po’ per capire come “recuperare lo svantaggio”, che comincia a ” curiosare nei microcosmi altrui”, soprattutto quelli delle persone “normali”, con un posto fisso, un mutuo, una famiglia e le vacanze da organizzare. La curiosità diventerà presto la sua occupazione principale: Matteo decide di passare la vita a pedinare le persone, con regolarità, annotando eventi e impressioni. Ed è durante uno dei suoi pedinamenti che incontra l’anziano signor Alunni, in un bar, che lo guiderà in esperienze ai limiti del parossismo, e forse anche verso una svolta decisiva. Sullo sfondo, un mondo fatto di luoghi comuni, (come quelli sugli immigrati: «Che i sudamericani secondo le regole del pensiero comune sono privilegiati rispetto agli altri stranieri perché meno pericolosi e più creativi. L’unico neo è che delle volte gli prende la saudade e allora sono tristi»). La narrazione penetra in un mondo di disparità e ipocrisie sociali, evidenzia mediocrità e volgarità, ridicolizza il mondo della televisione. Afflitti dall’incapacità di costruire rapporti, dal precariato che non è solo lavorativo ma esistenziale, legato a doppio filo alla ricerca ossessi va del posto fisso, di una felice stabilità che è mito e narrazione di un’Italia che fu, leggiamo di competizione e odio insensati, conformismo e disperato bisogno d’appartenenza. Tutto raccontato senza mai una punta di patetismo, ma con la lente del distacco e dell’ironia.
In Perché non sono un sasso, Gianni Agostinelli mette inscena un personaggio dalla caratura nichilistica. Il suo disincanto (che trova uno sfogo nell’osservazione delle vite degli altri) è reso alla perfezione da una scrittura abilissima nel simulare originalmente un lessico scorretto.
Giuria del Premio Calvino
All’interno di una narrazione dotata di una singolare grazia realistica, Gianni Agostinelli ricorre a un parlato vivace e scomposto che sembra un’àncora di salvezza, ma forse è soltanto l’ultima occasione per dare sapore alla letteratura e all’esistenza.
Zibaldoni e altre meraviglie
Gianni Agostinelli
Giornalista, è nato nel 1978 a Panicale, in provincia di Perugia, dove ha lavorato come libraio per diversi anni. Ha...