Nell’ambito della rubrica “Le città del mondo e la cultura italiana” abbiamo chiesto alla direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, Donatella Cannova, di parlarci – per l’appunto – del rapporto tra Buenos Aires e la nostra cultura (nonché del ruolo svolto dall’IIC che dirige).
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La città di Buenos Aires e la cultura italiana. Intervista a Donatella Cannova, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires
– Donatella Cannova, che tipo di città è Buenos Aires?
Buenos Aires, nella sua accezione di GBA (Gran Buenos Aires), e’ una delle megalopoli mondiali, policentrica, estesissima, varia tanto nella componente umana che in quella architettonica. Come mi capita spesso di dire, per un europeo che sbarca a Buenos Aires e si dirige in alcune zone del centro e in alcuni dei suoi quartieri, la sensazione e’ quella di una grande familiarita’ con il paesaggio che la citta’ offre ai suoi sensi, ma il tutto in una scala diversa, ‘americana’, dove il termine e’ sinonimo di grande e stupefacente. E si rimane in questo stato di ammirato stupore, lo posso dire da veterana frequentatrice di Buenos Aires, dove venni per la prima volta in vacanza nel 2004. I porteños sono consapevoli della unicita’ della loro citta’, e del divario che esiste tra la Capitale Federale e il resto del Paese, e con le parole di Borges la amano fino al punto di esserne gelosi. La dimensione dei contrasti, delle diseguaglianze, quella che qui viene chiamata la grieta (il solco) che percorre e divide la societa’ argentina, e’ un altro aspetto che colpisce profondamente un europeo, essendo un tratto direttamente proporzionale alla vastita’ della metropoli e alla sua complessita’, un tratto costituente della realta’ locale, con cui ci si confronta nella quotidianita’, a volte anche duramente. Ma Buenos Aires e’ anche e senza ombra di dubbio una mecca culturale, tanto per quantita’ di organizzazioni pubbliche e private dedite alla produzione e diffusione culturale quanto per la qualita’ dell’offerta culturale. Citta’ dalle mille librerie, dove si tiene una delle piu’ grandi fiere del libro di lingua spagnola, con una scena editoriale estremamente vivace grazie alla capillare presenza di case editrici indipendenti che pur in un quadro di crescente difficolta’ riescono ad animare la vita letteraria della capitale, Buenos Aires vanta una tradizione letteraria di altissimo livello, come testimoniano anche i festival letterari e di poesia internazionali della citta’. L’altrettanto straordinaria tradizione della sua scena teatrale, con la pulsante avenida Corrientes, sede di centinaia di teatri pubblici ed indipendenti, cosi’ come la sua cinematografia e le arti visive contribuiscono a fare di Buenos Aires una delle grandi capitali culturali del mondo, come d’altronde certifica anche la sua appartenenza alla rete mondiale delle citta’ culturali CGLU (Ciudades y Gobiernos locales unidos).
Molti paesi stranieri fanno letteralmente a gara nel presentarsi su questa scena aperta a linguaggi tradizionali come innovativi, curiosa di scoprire e di confrontarsi, e dotata di una propria grande creativita’ dal segno originale e distintivo. Pur in presenza di una situazione socio-economica in cui interi strati della popolazione vivono in condizioni di esclusione, e destinata secondo le previsioni a peggiorare ulteriormente anche a causa della doppia crisi economica e sanitaria determinata dal Covid 19, Buenos Aires rappresenta un terreno estremamente ricettivo e desideroso di Italia e della sua cultura. La nostra collettivita’ di italo-discendenti, ricordiamo che si tratta della piu’ grande al mondo con circa un milione di iscritti alle liste AIRE ma con un numero stimato di argentini con ascendenze italiane di quasi il 50% della popolazione totale, permea di fatto tutta la societa’ argentina e ne costituisce la radice, in parallelo con quella ispanica.
– Quali attività svolge l’IIC che dirige?
Va subito detto che disponiamo di una sede prestigiosa nel Palazzo Italia, un edificio demaniale strategicamente ubicato nella citta’, di cui l’Istituto occupa tre dei sei piani su cui si sviluppa, e dove si trovano anche il Teatro Coliseo, su cui mi soffermero’ piu’ avanti, la Camera di Commercio Italiana e la sede argentina dell’Universita’ di Bologna, costituendo in tal modo un unicum tra le sedi diplomatiche a Buenos Aires.
Oltre agli uffici veri e propri, i locali dell’Istituto si compongono di un elegante salone intitolato a Benedetto Croce, spazio polifunzionale dove svolgiamo parte della attivita’ che vanno dalle proiezioni cinematografiche ai concerti, dalle conferenze agli spettacoli teatrali; della biblioteca, dotata di oltre 30.000 volumi e materiale audiovisivo, una delle piu’ vaste in lingua italiana dell’emisfero sud; della Sala Roma, spazio dedicato alle mostre d’arte e di fotografia; e dei locali dove si tengono i corsi di lingua e cultura italiana, 12 aule moderne ed attrezzate per la didattica comunicativa.
Partendo proprio dalla promozione linguistica, che e’ uno dei due fuochi delle nostre attivita’, nel corso del 2019 abbiamo registrato piu’ di 1300 iscritti ai nostri corsi di lingua e cultura italiana (nel 2017 erano 850), corsi dispensati da docenti specializzati, di madrelingua italiana o bilingui. Con l’irrompere dell’emergenza Covid 19 lo scorso mese di marzo, e con la conseguente sospensione delle attivita’ presenziali dell’Istituto, abbiamo riconvertito in tempi record i nostri corsi in modalita’ virtuale, potendo in tal modo garantire la continuita’ della nostra azione di promozione linguistica. La risposta di docenti e discenti e’ andata al di la’ di ogni piu’ ottimistica previsione. Oggi possiamo contare su una platea di potenziali interessati ai nostri corsi online molto piu’ ampia del pubblico presenziale e raggiungere utenti geograficamente lontani, che sfuggivano prima al nostro raggio di azione. Non si tratta di una constatazione consolatoria nel triste panorama pandemico, ma degli effetti imprevedibili ed imprevisti che ogni crisi trascina con se’, e che in questo caso ci lasceranno in eredita’ un nuovo modo di lavorare e di svolgere la nostra missione. Nel futuro post-pandemico continueremo ad offrire corsi online accanto alla modalita’ presenziale, potendo in tal modo soddisfare domande diverse.
In quanto alla promozione culturale propriamente detta, come accennato prima, si tratta di attivita’ molto varie che coprono l’intero spettro dei distinti settori culturali, e che vengono ideate, organizzate ed offerte al pubblico tanto nel locali dell’Istituto quanto in altre sedi, tanto nella Capitale Federale quanto in diverse altre citta’ della vasta circoscrizione in cui opera l’Istituto (14 Province delle 24 che costituiscono la repubblica Argentina). L’Istituto e’ attivo nel grande polo culturale di Buenos Aires e nella sua circoscrizione anche grazie ad un articolato sistema di collaborazioni con le maggiori istituzioni italiane e con il sistema culturale locale: musei, teatri, auditorium, festival internazionali, centri dedicati al disegno, alla moda e alla gastronomia, la rete consolare e dei comitati della Societa’ Dante Alighieri, nonche’ le varie associazioni di connazionali e gli apparati in cui e’ organizzata la vasta comunita’ italiana. Tra le collaborazioni in Italia, vorrei citare quella con il MIBACT, con cui collaboriamo da quasi tre anni per l’attuazione di un ambizioso progetto artistico denominato ITALIAXXI e su cui diro’ piu’ avanti; quella con il Salone del Libro di Torino, con cui nel 2019 abbiamo lanciato l’iniziativa Quadrante sud. Nuove rotte letterarie Italia-Argentina, che mira al rilancio degli scambi letterari tra i due paesi, attraverso la presentazione di scrittori italiani in Argentina e la traduzione dei loro lavori. In questo contesto, abbiamo ospitato Sandro Veronesi allo stand Italia presso la Fiera del libro di Buenos Aires nel 2019, e poi Helena Janeczek e Claudia Durastanti, rispettivamente vincitrice del Premio Strega 2018 e finalista nell’edizione del 2019. E a questo proposito vorrei ricordare che l’Istituto e’ anche sede di una delle venti giurie estere dello stesso Premio Strega. Sono poi molteplici le collaborazioni nel campo delle arti plastiche, per esempio con il Premio per l’arte Italia-Argentina, che sviluppiamo da tre anni in collaborazione con il nostro Ministero degli Esteri e l’Istituto per le Arti Visive Garuzzo permettendo a due artisti italiani under 35, selezionati da una giuria di esperti in Italia, di passare un mese in residenza a Buenos Aires e di organizzare una mostra nei nostri locali.
L’Istituto, in breve, ha manovrato e manovra per imprimere con la qualita’ della sua offerta un’impronta originale e riconoscibile sul tessuto culturale locale, anche veicolandola attraverso una comunicazione efficace, cio’ che ha permesso di elevare il suo profilo pubblico, posizionando l’Istituto al centro di una fitta rete di relazioni con i maggiori attori istituzionali della scena culturale nazionale.
L’Istituto opera anche nel settore delle borse di studio, che ogni anno sono assegnate a studenti argentini per svolgere parte del loro corso di studi presso universita’ italiane. Vi sono poi le collaborazioni con il CUIA (Consorzio Universitario Italiano per l’Argentina), che ha la sua sede argentina presso i nostri locali e che raggruppa una trentina di atenei italiani allo scopo di sviluppare le relazioni accadamiche tra i due Paesi, e quelle con le varie universita’ argentine per la diffusione della lingua e cultura italiana attraverso la gestione dei contributi che il MAECI offre alla creazione e sviluppo delle cattedre di italiano e alla formazione dei docenti. L’Istituto e’ altresi’ sede di esami per la certificazione di italiano delle Universita’ per Stranieri di Siena e di Perugia. Collaboriamo attivamente con gli altri Istituti culturali europei che hanno sede a Buenos Aires, ai quali siamo associati attraverso EUNIC, la rete culturale che promuove progetti multilaterali finalizzati ad azioni di valorizzazione della cultura europea, in stretta relazione con la Delegazione dell’Unione Europea. Vi e’ poi la promozione della cultura scientifica italiana, in collaborazione con l’Ufficio dell’Addetto Scientifico dell’Ambasciata; ed infine la parte probabilmente piu’ innovativa della nostra missione, che e’ quella della cosiddetta promozione integrata del Sistema Paese, attraverso progetti “tridimensionali” con un volet culturale, uno economico e uno scientifico, sviluppati in stretto raccordo con il MAECI e con le altre istituzioni italiane presenti in Argentina, sotto il coordinamento generale dell’Ambasciata.
Curiamo inoltre i rapporti con la stampa locale e con quella italiana, il sito web e le reti sociali dell’Istituto, producendo anche numerosi brevi video promozionali delle nostre attivita’ e dei corsi di italiano. C’e’ poi una intensa attivita’ di traduzione, cresciuta ulteriormente in questi mesi di lavoro online, con la traduzione e sottotitolatura di numerose opere teatrali trasmesse sul nostro canale YouTube. Accogliamo anche dai tre ai sei stagisti l’anno, attraverso la convenzione tra il MAECI e la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Universita’ Italiane), che vengono a svolgere attivita’ di tirocinio formativo e una straordinaria esperienza di vita, e che dal mese di agosto si svolgeranno online anch’essi, vista l’impossibilita’ ancora di operare in presenziale. Curiamo una comunita’ di amici dell’Istituto che tra soci iscritti e simpatizzanti, studenti e seguaci delle nostre reti sociali ammonta ad oltre 20.000 persone, un bacino in continua crescita come abbiamo constatato dall’analisi dei dati statistici disponibili.
– In che modo, in generale, per quel che le è dato sapere, la cultura italiana si relaziona con la città?
La societa’ argentina, come dicevo sopra, e’ innervata in ogni suo settore dall’Italia e dagli italiani, o italo-discendenti. Esiste una letteratura monumentale, se mi si passa il termine, intorno alla relazione tra i due paesi e le due culture, i cui testi sono conservati anche nella nostra biblioteca. Sebbene a Buenos Aires possa essere maggiormente diluita che in altri centri a minore densita’ demografica, l’impronta italiana e’ presente ovunque, con punte piu’ intense in alcuni quartieri a forte connotazione italiana, come il mitico quartiere de La Boca, il vecchio porto dove sbarcarono i primi connazionali dalla Liguria. Entrando nel Museo intestato al famoso pittore Quinquela Martín si ha un’idea della epopea migratoria verso l’Argentina, e delle tracce indelebili e vivide che gli italiani hanno lasciato nella citta’ e nel paese. Sono moltissimi gli artisti plastici che hanno scelto l’Italia per impregnarsi della sua cultura andandovi a soggiornare per periodi piu’ o meno lunghi, e che hanno poi creato scuole di artisti italo-argentini, come Spilimbergo, Pettorutti, Berni, etc. Per non parlare di Lucio Fontana. Nell’architettura altrettanto forti sono le tracce della tradizione italiana, basti pensare al teatro Colón progettato dall’architetto Tamburini, e portato a termine dall’architetto Meano. Per il teatro, ricordiamo che dopo un debutto alquanto contestato, i Sei personaggi di Pirandello furono accolti, cosi’ come il suo autore e regista, con ovazioni ed entusiastiche recensioni a Buenos Aires, citta’ di teatro per eccellenza. Vittorio Gassmann, Mario Monicelli, e per venire a tempi piu’ recenti, Dacia Maraini, Claudio Magris, Erri de Luca, Nanni Moretti, Enrico Rava, e tantissimi altri grandi nomi della cultura italiana sono passati per Buenos Aires anche grazie al lavoro del nostro Istituto, fondato a meta’ degli anni Trenta: la cultura italiana, insomma, occupa un posto tutto particolare a Buenos Aires ed in generale in Argentina. Tutto cio’ ha naturalmente un risvolto che non puo’ essere ignorato, ovvero il permanere, soprattutto in certi ambienti, di una concezione in parte cristallizzata della cultura italiana, spesso legata ad un’idea nostalgica e lontana dalla sensibilita’ degli italiani d’Italia. Lavorare dunque per introdurre la contemporaneita’ dei linguaggi espressivi cosi’ come si dibattono e si sviluppano in Italia e’ uno dei compiti centrali che ci siamo dati, e che portiamo avanti insieme a tutte le altre istituzioni con cui collaboriamo per la presentazione della scena contemporanea italiana in Argentina. Tra queste istituzioni, occupa un posto tutto particolare il teatro Coliseo, di 1800 posti, fondato piu’ di cento anni fa, ed unico teatro fuori dei confini nazionali riconosciuto come teatro italiano a tutti gli effetti, non solo perche’ di proprieta’ demaniale, ma anche per la particolare missione a cui e’ legato per statuto, ovvero la diffusione e la promozione della cultura italiana in Argentina.
– Tra gli eventi organizzati dall’IIC di Buenos Aires, qual è quello che ricorda con particolare emozione e di cui è particolarmente orgogliosa? E perché?
Dovendo indicare una sola attivita’ tra le tante che mi stanno a cuore svolte in questi due anni e mezzo di direzione, direi che un progetto di rilevanza internazionale e’ sicuramente ITALIAXXI, che ha come obiettivo il rilancio e la rivitalizzazione delle arti delle scena contemporanea italiana a Buenos Aires, in Argentina e in altri paesi limitrofi. Curato, organizzato e prodotto in stretta collaborazione tra l’Istituto e il Teatro Coliseo, diretto con grande competenza da Elisabetta Riva, e con la Direzione Generale Spettacolo dal vivo del MIBACT, il progetto, alla sua terza stagione quest’anno, conta su fondi messi a disposizione dallo stesso MIBACT, su sponsorizzazioni e su fondi propri dell’Istituto, che a sua volta articola alcuni numeri con altre istituzioni in altre citta’ della circoscrizione dove si presentano repliche di alcuni spettacoli, come avviene regolarmente a Cordoba, dove opera l’altro Istituto di Cultura dell’Argentina, a Rosario, grazie all’intervento del Consolato Generale e dei teatri locali, e a Santiago del Cile, in cooperazione con il locale Istituto di Cultura.
Nel corso delle due prime edizioni sono stati presentati piu’ di 25 numeri di musica, danza, opera e teatro, con oltre una sessantina di repliche. Tra i nostri invitati nel 2018 Nicola Piovani, Paolo Fresu, Roy Paci, Stefano Bollani, il Balletto dell’Opera di Roma, Aterballetto, il Sestetto Stradivari, la compagnia di danza contemporanea Zappala’. L’edizione dello scorso anno di ITALIAXXI e’ stata particolarmente ricca, e si e’ svolta non solo sul palcoscenico del Teatro Coliseo, bensi’ anche in articolazione con alcuni dei principali festival internazionali di teatro e con il Complesso teatrale di Buenos Aires, che raggruppa cinque teatri stabili della Citta’ per un totale di 10 sale, e che ha dedicato all’Italia la sua stagione internazionale 2019. In totale sono stati presentati 14 numeri tra cui: Macbettu di Alessandro Serra e Moving with Pina di Cristiana Morganti nell’ambito del Festival Internazionale di Buenos Aires (FIBA); la performance Ethica, natura e origine della mente di Romeo Castellucci nell’ambito della Biennale di Performance di Buenos Aires; il concerto del duo Francesco D’Orazio (violino)-Giampaolo Nuti (pianoforte); la prima mondiale del Concerto Verde di Stefano Bollani, con l’Orchestra argentina Tango Sin Fin; il galà lirico del Progetto Fabbrica del Teatro dell’Opera di Roma; il concerto di Mario Brunello con l’Orchestra Kremerata Baltica e il galà di balletto di Daniele Cipriani, Etoiles Italiane nel mondo con la partecipazione di Eleonora Abbagnato nell’ambito del programma Nuova Harmonia del teatro Coliseo. Altra “costola” di ITALIAXXI, come accennato sopra, e’ stata la stagione teatrale ITALIA IN SCENA, co-organizzata con il Complesso Teatrale di Buenos Aires, nella quale sono stati presentati altri spettacoli del progetto ITALIAXXI: Occident Express, di e con Ottavia Piccolo; Le Sorelle Macaluso di Emma Dante; la compagnia dei Pupi siciliani di Mimmo Cuticchio con lo spettacolo La pazzia di Orlando; Stefano Bollani con il suo concerto Piano Solo; Virgilio Sieni con i suoi spettacoli Solo Goldberg e Nudita’, quest’ultimo in duo con Mimmo Cuticchio, e con il progetto Cammino Popolare; progetto Kaos Pirandello di Vincenzo Pirrotta, consistente in 3 giorni di maratona pirandelliana con due spettacoli, L’Uomo dal fiore in bocca, co-prodotto dal Teatro Stabile di Catania, con la regia e l’intepretazione di Vincenzo Pirrotta, e La Sagra del Signore delle Navi, con la regia di Vincenzo Pirrotta e attori e maestranze locali, entrambi preceduti e seguiti da una serie di mini-spettacoli, frammenti di 10 opere del drammaturgo siciliano, andati in scena in simultanea e in loop per un’ora ogni volta in diversi spazi del grande Teatro San Martin. A corredo del progetto teatrale, abbiamo anche presentato la mostra ‘I Pirandello’ curata da Enzo Zappulla (Istituto di storia dello spettacolo siciliano) e Sarah Zappulla Muscarà (Università di Catania). Tutti gli spettacoli hanno avuto una grande ripercussione sulla stampa e sui media in generale e sono stati accolti da un autentico successo di pubblico, rendendoci veramente orgogliose del lavoro svolto. Lavoro che era ricominciato con altri grandi momenti di spettacolo a febbraio di quest’anno, con il lancio della terza stagione di ITALIAXXI all’interno del Festival Internazionale di Buenos Aires, che ha ospitato la compagnia di Pippo Delbono e la sua opera La gioia e la compagnia Motus con lo spettacolo MDLSX. Presentati rispettivamente sul palcoscenico del Teatro Coliseo e del Teatro San Martin, entrambi gli spettacoli hanno avuto una calorosissima accoglienza di pubblico ed elogi dalla stampa.
La terza stagione di ITALIAXXI, per la quale erano previste altre importanti presenze italiane tra cui Marco Paolini con lo spettacolo Nel tempo degli dei prodotto dal Teatro Piccolo di Milano, Alessandro Gassmann con la sua regia de Il grande silenzio prodotto dal Teatro Bellini di Napoli, Massimo Quarta e il suo violino in concerto con la locale Orchestra Sinfonica Nazionale, la danza di Sciarroni e Cosimi, drammaturgie contemporaenee premiate a Riccione e presentate in versione spagnola con la collaborazione del teatro Nacional Cervantes di Buenos Aires, collaborazioni con la Fondazione Cucinelli con concerti per orchestra e coro, e’ stata bruscamente interrotta a causa della pandemia, e per il momento non e’ ancora prevedibile la sua ripresa in forma presenziale. Siamo state pero’ in grado di organizzare, lo scorso 21 giugno, il concerto della cantante Tosca che in streaming dall’Officina Pasolini di Roma, ha cantato insieme ai suoi musicisti per il pubblico argentino, raggiungendo un record di ascolti sulle nostre reti sociali.
– Ci sono “progetti in cantiere” di cui vorrebbe parlarci?
La rapida riconversione di tutte le attivita’ presenziali in modalita’ online ha implicato la ricerca di nuovi contenuti da proporre al pubblico. In una prima fase , abbiamo ridiffuso contenuti resi disponibili dal nostro Ministero degli Esteri e dal MIBACT, potendo in tal modo sopperire all’improvviso vuoto venutosi a creare con la brusca sospensione della programmazione presenziale quando e’ iniziata la pandemia. Contemporaneamente, abbiamo iniziato a lavorare per produrre autonomamente dei contenuti, mobilitando tutti i contatti in Italia e potendo cosi’ offrire cicli teatrali da noi tradotti e sottotitolati delle opere di Pippo Delbono, mentre stiamo ora allestendo la traduzione e i sottotitoli di un ciclo di opere di Antonio Latella, entrambi progetti sviluppati in collaborazione con il teatro nazionale ERT e il Teatro Coliseo. Con il Teatro Piccolo di Milano stiamo portando avanti un’operazione simile, e contiamo di poter diffondere questi contenuti a partire da settembre.
Ma non ci siamo limitati a questo pur importante lavoro di promozione del teatro italiano attraverso la diffusione di opere gia’ esistenti proposte ora in lingua originale con sottotitoli. Siamo riusciti a produrre contenuti originali, realizzati a partire da idee scaturite da conversazioni con artisti e responsabii culturali in Italia. Sono cosi’ nati il ciclo dedicato alle Novelle per un anno di Luigi Pirandello, dieci testi interpretati da Vincenzo Pirrotta e introdotti da Sarah Zappulla Muscara’. E il ciclo Immaginario. Antologia del Novecento italiano, in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, 7 racconti di altrettanti autori interpretati da attori del teatro siciliano con la regia televisiva di Andrea Orofino. Immaginario e’ nell’ultima fase di lavorazione (sottotitolatura), e verra’ presentato nelle prossime settimane in una conversazione a distanza con Laura Sicignano, direttrice dello Stabile, e il regista, per poi essere diffuso a cadenza settimanale a partire dal nostro canale Youtube. Produrremo anche una serie di concerti in collaborazione con alcuni festival italiani, dopo la prima positiva esperienza condotta ad inizio luglio, quando dalla Casa del Jazz di Roma abbiamo trasmesso il concerto del duo Javier Girotto/Vince Abbracciante. Ancora nei prossimi mesi sono previsti incontri a distanza con scrittori, e tanto cinema, con omaggi anche a Fellini nel cententario della sua nascita, offerto al pubblico in collaborazione con diverse entita’ con cui collaboriamo al fine di diffondere quanto piu’ possibile i contenuti culturali italiani anche durante la pandemia. Tutti i contentui sono disponibili sul nostro canale YouTube, che si e’ rivelato, cosi’ come le altre reti sociali, uno strumento prezioso per il nostro lavoro. E che prevedo continueremo ad usare ancora per diversi mesi prima di poter tornare ad operare dal vivo, considerata la situazione di emergenza sanitaria nella quale siamo ancora purtroppo immersi.
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