Ed ecco l’ultimo post del 2007. Un post di fine anno e – in quanto tale – improntato su un’allegria goliardica e festosa.
Un post dove potremo scambiarci gli auguri per l’anno che verrà.
A proposito, come sarà secondo voi il 2008? Meglio o peggio dell’anno che ci lasciamo alle spalle?
Vi invito a scrivere citazioni, stralci di brani, poesie, racconti (di autori celebri o di vostra produzione), titoli di libri e di canzoni o quant’altro abbia a che vedere con l’ultimo giorno dell’anno e/o con l’anno che verrà.
Ciò premesso, questo sarà un post… molto musicale.
Del resto non è possibile pensare alla notte di san Silvestro senza musica, giusto?
E allora vi auguro di trascorrere un fine d’anno danzante sulle note delle musiche che più vi piacciono e vi si confanno (ciascuno col proprio gusto).
Se vogliamo restare in tema potrei proporvi un classico della musica leggera italiana: L’anno che verrà di Lucio Dalla; ma non mancano i successi internazionali come New year’s day degli U2.
Che altre canzoni in tema vi vengono in mente?
Comunque vada vi auguro di sopravvivere ai bagordi, soprattutto quelli mangerecci.
Non ingozzatevi, eh?
E mentre che ci sono, dato che parliamo di musica e sopravvivenza, ne approfitto per presentarvi la cover di un noto successo di Gloria Gaynor (I will survive). Quella che potrete ascoltare e sentire cliccando qui sotto è un’esecuzione live e acustica di un quartetto femminile: le Charlies Angels acoustic band (mi dicono di scrivere Charlies, anziché Charlie’s). Valentina (chitarra), Florinda (voce), Giorgia (basso) ed Erica (violino): band acustica che rinnova, nel nome e nel look, la celebre serie televisiva americana degli anni Settanta (con strumenti musicali al posto delle armi). La band, nata a Catania nel 2004, si esibisce con successo nei locali della città e della provincia, interpretando – con arrangiamenti propri – le cover più note del panorama musicale nazionale e internazionale degli anni Settanta e Ottanta.
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E ora vi propongo un gioco. Siete tutti invitati a partecipare.
Si tratta di un giochino leggero e molto goliardico (va bene, lo ammetto: è un gioco stupido… ma siamo qui per divertirci e per chiudere l’anno in allegria, giusto?).
In sostanza è un gioco gemello di quello “carnascialesco” che vi proposi a febbraio: attrici e attori del vostro cuore. Vi ricordate?
Questa volta ve lo ripropongo con una variante musicale. Immaginate di dover dedicare una canzone (italiana o straniera… non importa) alla star del cinema da voi prediletta (del presente o del passato, vivente o scomparsa).
Dovete scegliere una canzone e spiegare i motivi della scelta. La combinazione canzone/star dev’essere inedita. Esempio: come molti di voi sapranno la celebre Candle in the wind di Elton John è dedicata a Marilyn Monroe (la canzone fu poi riciclata in memoria della principessa Diana). Ecco, questa combinazione non vale, poiché è già edita e dichiarata.
Dunque, presentate le vostre combinazioni inedite canzone/star precisando le motivazioni della scelta (è consentito modificare e/o adattare il testo della canzone prescelta). Poi la comunità sceglierà la combinazione “migliore”.
Comincio io.
Come scrissi nell’altro post ho una predilezione per l’attrice Jennifer Aniston. Alla Aniston dedico la mia canzone preferita che è Hey Jude! dei Beatles (scritta dall’immenso Paul McCartney), che all’occorrenza diventa Hey Jen!.
Motivazione della scelta.
La povera Jennifer (Jen) ha vissuto momenti di grande difficoltà dal punto di vista personale a causa della separazione dal marito Brad Pitt (poi accoppiatosi con Angelina Jolie).
La dedica di Hey Jude! (Hey Jen!) è una specie di esortazione… una sorta di invito alla riscossa (ma è anche un piccolo – piccolissimo – tributo alla canzone, al suo autore e all’attrice).
“Hey Jen, don’t make it bad / take a sad song and make it better (…) and any time you feel the pain, hey Jen, refrain / don’t carry the world upon your shoulders…”
Ovvero: “Ehi Jen, non farla difficile / prendi una canzone triste e rendila migliore (…) e ogni volta che senti il dolore, ehi Jen, trattieniti / non portare il mondo sulle spalle”.
Ora, siccome anche le Charlies Angels sono delle accanite beatlesiane, e anche loro apprezzano molto la Aniston,… be’, abbiamo deciso di conferire un carattere – come dire – realistico alla nostra dedica.
Cliccate sul video sotto e vedrete.
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Ehi.. è un gioco, eh?
Partecipate anche voi!
E il 1° gennaio 2008 non dimenticate di gustarvi il concerto di capodanno, dove non mancherà di certo un’ottima versione di Sul bel Danubio blu dell’immortale Johann Strauss.
BUON 2008 A TUTTI!
Massimo Maugeri
Mi raccomando, partecipate!
Sia la gioco delle citazioni (frasi, stralci, racconti, poesie) che a quello canzone/star.
Non fate gli asociali!
😉
Sono ammesse prese in giro per il video (il secondo, non il primo; e solo rivolte a me, non alle ragazze).
Sfogate tutta la vostra goliardia qui!
A partire dal prossimo post si torna seri…
Con le citazioni comincio io.
* * *
“Il primo gennaio di quell’anno fu per me particolarmente doloroso. Forse lo è tutto ciò che si riferisce a una data, a un anniversario quando si è infelici. Ma se la causa è dovuta alla perdita di una persona cara, la sofferenza consiste soltanto in un paragone più vivo con il passato.”
–
Marcel Proust, “All’ombra delle fanciulle in fiore”
Lo so… la citazione era tutt’altro che allegra.
Ma è colpa mia se Proust difettava in allegria?
😉
A voi…
Miiiiiiiin****!! Maugger cavaliere errante! E che fai, tu, pover’uomo, brindi a pane raffermo e gazzosa?!
Beccati ‘sta ringalluzzente citazione, va’, te la do’ per pura compassione:
”Sbaglia, chi cerca la fine d’un amore folle:
un vero amore non conosce confini.”
(Sesto Properzio, Elegie, II 15, vv. 29 e 30)
Non mi piace nulla di Luciana Litizzetto, salvo una battuta che trovo splendida, o più che splendida: “Signore fa che nel 2008 finisca la fuga di cervelli dall’Italia… e che invece se ne vadono le teste di cazzo” (cito a memoria, ma il senso è chiaro).
Sui questo sentito augurio: un Buon Anno a tutti!
Renato Di Lorenzo
Clap…clap…clap….(leggi applauso!)…complimenti per l’interpretazione dei Beatles. Per la citazione…mi cogli impreparata…devo riflettere.
intanto…chi ben comincia è a metà dell’opera! 😉
Buone e serene feste
trillii
Caro Massimo, gioia è quando si sente il bisogno di ritrovarsi assieme
a quelle persone che capiscono il peccato, il perdono
e l’illuminazione del pensiero.
buon anno caterina
“Tutto significavi tu nel mio destino.
Poi venne la guerra, lo sfacelo…
E dopo tanti tanti anni,
di nuovo la tua voce mi ha turbato.
Tutta la notte ho letto il tuo messaggio
riprendendomi come da un deliquio.”
Boris Pasternak
Il mio primo augurio a voi.con uno scrittore che amo
M. teresa
indovinami indovino
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto, o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo del lunedì
avrà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno”.
(gianni rodari)
http://it.youtube.com/watch?v=hUokMbJC3P8
Quante cose! Vorrei partecipare a tutte, ma per ora è troppo difficile.
Metto il link della mia descrizione dell’ultimo dell’anno 2006, per ora.
http://silviotera.blog.kataweb.it/lavinia/2007/01/02/riti-scaramantici-e-importanza-del-sale/
Tornerò nel 2008 con tutte le risposte
Caro Massimo, generoso e gentile come sempre. Grazie degli auguri, un buon 2008 a te e a Letteratitudine. Auguri di cuore anche agli altri partecipanti al forum. A presto,
Vorrei che il mio prossimo anno fosse come quel ’48, turbolento si ma vivo; auspice di bellezza e di speranza, la speranza è cosi bella, così estetica, così “Sabato del villaggio”.
L’epigrafe ad ignominia di Calamandrei fu scritta un po’ dopo, ma ha segnato la memoria di quel tempo.
Vorrei che il tempo avesse più tempo. Per tutto. Sereno 2008 a tutti!
«Lo avrai, camerata Kesselring,
il monumento che pretendi da noi italiani,
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi
non con i sassi affumicati dei borghi inermi
straziati dal tuo sterminio
non con la terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non con la neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non con la primavera di queste valli
che ti vide fuggire.
Ma soltanto con il silenzio dei torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi che volontari
si adunarono per dignità non per odio
decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi con lo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama ora e sempre
Resistenza».
Per gli auguri vi riporto le note, che in questi giorni accompagnano il mio lavoro; sto interpretando i mesi dell’Antelami . Docici fogli cm. 80×50 con grafite pura e un po’ di pastello grasso; Marzo, Aprile, Maggio, Giugno, Luglio e Settembre, li ho già fatti, nei prossimi giorni finirò gli altri. Ho letto un sacco di cose su questi lavori, sia su quelli del “magister” e su quelli degli allievi. E’ bello osservarli pensandoli nel loro concepimento plastico e comunicativo e notare ancora una volta, che la semplicità è il dono dei grandi: quel poco assolutamente unico e incommensurabilmente poetico.
Ho affrontato il compito per dovere e necessità, ma giorno dopo giorno è come se quelle figure fossero sempre state lì ad aspettarmi. Questi disegni andranno in una mostra, come semplice nota d’appunti per altre installazioni, che però non vi anticipo, e altre iniziative; una giornata-evento che si realizzerà dalle mie parti.
“Dicembre è un vecchio che taglia la legna con la roncola, stando in piedi. E’ ancora forte e solido e compensa la sua minore agilità inclinando il corpo all’indietro, come a riprodurre lo sforzo, la reazione alla resistenza del legno; o allo scorrere del tempo. Nella nicchia sottostante si nota un Capricorno, nell’aspetto simile ad un drago o ad una figura d’altri inquietanti mondi. Gennaio è la forza del tempo. In posizione frontale, seduto su una sedia curule, pieghevole, che nell’antica Roma era simbolo del potere giudiziario, un vecchio, riccamente vestito, sembra ammonire gli uomini per il tempo che avranno da compiere; per le azioni che in futuro, in altri tempi, saranno giudicate. La figura ha due teste: il passato e il futuro. Scene di lavoro, murate in una grande nicchia rettangolare, rappresentano le attività dell’uomo, gli sforzi della vita”.
E su queste righe, sugli sforzi della vita, auguro a tutti voi un anno sereno. Perché “la forza per la quale l’uomo persevera nell’esistenza (sto citando Spinoza) è limitata, ed è superata infinitamente dalla potenza delle cause esterne”.
E come auspicava il tizio con il grande casco, in Balle Spaziali: che lo sforzo sia con voi!
Grazie per i vostri commenti e per l’affetto.
🙂
Continuate con le citazioni.
Lo so, è più facile trovare citazioni sul Natale che sul capodanno.
Però provateci, dài!
@ Trilli.
Grazie mille. Per me questo video è stato solo un gioco (però mi sono divertito molto). Più che altro mi premeva fornire un pizzico di visibilità virtuale alle mie amiche “Charlies angels” che si esibiscono dal vivo nei pub e nei locali di Catania e dintorni.
sottopongo questo racconto breve di fine anno:
–
“Il ritorno”
–
Non sapeva perchè fosse venuto o che cosa stesse facendo lì dentro. Il Bar-ristorante affollato non era un posto adatto a lui; non lo era da moltissimo tempo. Ma fuori faceva freddo e mancavano ancora un paio d’ore al suo appuntamento.
Aveva visto tanta gente incamminarsi verso il locale che gli era venuto spontaneo fare lo stesso. Si sentiva sicuro, certo che nessuno lo avrebbe riconosciuto: tanto tempo era passato da quando se n’era andato dal paese. I capelli gli erano diventati grigi, la barba aveva mutato completamente il suo aspetto e forse neppure sua madre lo avrebbe riconosciuto. Molti anni erano passati dall’ultima volta che era stato tra la sua gente. Aveva una storia drammatica da raccontare ed un impervio cammino da percorrere per non essere più agli occhi degli altri quello che era stato.
Si mosse con il passo felpato che era diventato per lui una necessità del mestiere: come un gatto, né troppo piano né troppo veloce. I suoi occhi, muovendosi rapidissimi da destra a sinistra, erano abituati a valutare all’istante una situazione, una persona, un oggetto, a cercare, se necessario, una via di scampo o una mossa rivelatrice di un pericolo imminente.
Poggiata su di un tavolo c’era una borsa. La esaminò con attenzione. Sarebbe stato un gioco da ragazzi aprirla mentre tutti brindavano all’Anno Nuovo tra musica e giochi, estrarne con delicatezza il portafogli e rinchiuderla prima che il proprietario si voltasse. Gli era riuscito molte volte senza essere mai colto sul fatto.
Fu il primo ad andarsene. Aprì con una spinta la porta e rimase fermo sui gradini. Mentre seguiva con gli occhi la stradina sassosa fino all’incrocio, si accorse di un uomo. “Lei arriva tardi” – disse allo sconosciuto – “ormai stanno servendo le portate”. Lo sconosciuto sembrava propenso a parlare ma l’uomo uscito dal Bar-ristorante non aveva voglia di indugiare altro tempo. Era lento il cammino verso l’accettazione dell’altro come interlocutore a cui comunicare la parte buona di sè, i propri frammenti di virtù sempre equivocati o negati, le sensazioni sottili, i turbamenti.
La strada era totalmente deserta e lui prese a camminare adagio, voltò quindi a sinistra e proseguì giù per il sentiero che portava al ponte sul fiume. Lì si fermò, si appoggiò alla spalletta, elevò in alto lo sguardo verso la Clinica illuminata.
L’uomo si sorprese a giocherellare con la piccola pistola che teneva in tasca e rimase qualche tempo a fissarla. Gli parve strano aver potuto un tempo pensare che quell’arma potesse significare la salvezza per lui. Si guardò intorno diviso tra il timore che lo sconosciuto avesse potuto seguirlo e il desiderio che lo avese fatto. Ma non c’era nessuno. “E’ attraverso il dialogo che si cambia” – pensò. “Nessuna solitudine coatta ha migliorato l’uomo”. Gli incontri giornalieri con l’esterno avevano prodotto in lui un cambiamento interiore graduale che ne aveva mutato anche il linguaggio.
Con un lancio poderoso come quelli che faceva da ragazzo giocando a palla scagliò la pistola nel fiume. L’arma andò a picchiare con un tonfo sordo sul giaccio. La guardò mentre giaceva lì bene in vista e un freddo orrore s’impadronì di lui. E se non veniva inghiottita dall’acqua? E se domani l’avessero ritrovata? Avrebbero preso facilmente le impronte e si sarebbe venuto a sapere che aveva portato l’arma con sé. E allora i passi fatti avanti, i raggiungimenti, il rispetto delle regole, ebbene tutto questo sarebbe stato spazzato via.
Ci fu un lieve fruscìo, una leggera curvatura , segno che l’arma cominciava a muoversi. L’uomo potè smettere di trattenere il respiro: pian piano il revolver sparì alla vista scivolando nel fiume.
Con le mani ormai libere si ravviò i capelli, si rassettò la cravatta. Poi si allontanò bruscamente dal fiume dirigendosi verso la Clinica. Camminava spedito e sicuro, come un tempo doveva aver camminato suo nonno quando ancora il paese era niente.
Non aveva niente da portare a sua madre ma aveva le mani pulite. Ricordò le volte che lei gli diceva di andare a lavarsele se voleva sedersi a mangiare con lui e dopo gliele tendeva perchè le guardasse. Ora avrebbe potuto riprendere a mostrare le mani secondo l’antica abitudine.
Con quel gesto lei lo avrebbe forse riconosciuto senza lasciarsi confondere dalla barba.
—–
Maria Luisa Papini Pedroni
–
Tanti cari Auguri
Massimo, auguri di Buon 2008 a te, alla tua famiglia a e tutti gli amici di Letteratitudine
Francesco
” La vita è un clown
di quelli tradizionali con il naso roso e il cerone bianco.
A volte è divertente, la vita.
Ridi di spensieratezza e gongoli di allegria,
mentre il pubblico mangia pop corn
nell’arena di un circo secondario.
Grottesca è la vita,
con le sue clave di gomma
e i sandali enormi con le punte arrotolate.
Amara è la vita,
quando si toglie il cerone
e ripone il naso rosso nel cassetto
e si guarda allo specchio.
Oh, nuda è la vita senza cerone bianco;
come un vecchio clown
a fine carriera
che si regge sulla clava di gomma
e sospira,
salutando i ricordi.
E’ dura la vita
quando anche l’ultima risata si è compiuta.”
Mentre l’influenza mi tiene a letto forzatamente, forse mi sento anch’io fra le “Identità distorte”.
Ciao, Massimo, ti auguro un buon 2008.
cri
Enrico diletto.
galante e perfetto
nel farmi ballare
tra dame sciantose
e un pò metallare.
A te brinderò
o mio Pigmalione,
scolandomi un fiasco
di rubro Brunello.
Auguri frizzanti
per l’anno novello
Mi devo scusare
non ho ricordato
il tuo compleanno.
L’artrosica Tessy
alticcia e già brilla
continua a far danno.
E mentre felice
ti rechi al veglione
fra botti e palloncini,
tenendo abbracciate
due belle biondone,
per il baccanale…
la Tessy negletta
si torce i capelli….
“al Teatro Bianchini
tra lenzuoli e cuscini”
e frigna sul guanciale
uh uh uh uh
M. Teresa
Auguri, auguri auguri
Cari maschietti e
amate donzelle
abbiate pazienza
non siate gelosi ,
prima o poi qualche
pessima rima
toccherà pure a voi !
Vi voglio bene assai
e non vi scordo mai.
Vi prego vi prego,
aspettate a farmi
rinchiudereeee
M.Teresa
Ma che succede qui?
Maria Teresa Santalucia Scibona che dedica una poesia/rap a Enrico Gregori?
Nun ce pozzo crede…
🙂
E io che mi sentivo in imbarazzo per avervi propinato quella versione canora (da cani?… riferito a me, non alle ragazze) e modificata della celebre canzone dei Beatles!!!
A questo punto non mi resta che attendere la notizia che Sergio Sozi ha deciso di dare alle fiamme il suo vocabolario del 1971.
😉
Scherzo, eh?
–
@ Maria Teresa Scibona:
Sei davvero in gamba e simpaticissima
@ Cristina Bove.
Grazie di cuore per la citazione, cara Cristina.
Vedersi citati all’interno del proprio blog genera un lieve imbarazzo, ma un immenso piacere.
“La vita è un clown” è una specie di poesia scritta da Valerio Giordano, poeta della domenica e personaggio del mio romanzo “Identità distorte”.
Grazie ancora, Cristina.
Auguri a te.
@ Francesco Giubilei e agli altri.
I vostri auguri sono ricambiati con affetto.
@ Maria Teresa:
sono confuso, ma non è che hai esagerato col brunello? mamma mia che poemettto!!!
@ Sozi:
becchete questa!
🙂
Io dedico a tutte e a tutti WHAT A WONDERFUL WORLD nella versione elettrica di Joey Ramone (che la incise mentre stava morendo per un tumore). E allora, quest’inno alla vita e alla speranza cantato con così tanta energia rock da un uomo che stava per andarsene, spero vi accarezzi il cuore e vi dia una botta di voglia di agire.
@Maria Teresa
Adesso mi sembra meno grave l’influenza!!?!! Bacioni e auguri anche a te
🙂
”…Il carrozzone va avanti da se’, con le regine, i suoi fanti e i suoi re; ridi buffone… (eccetera.)”.
Ecco una versione della vita claunesca del Maugger-Giordano, ma scritta negli anni in cui Mauggerino giocava colle biglie e a morra, a chiapparella e moscacieca, strega comanda colore, e anche scambiava le figurine di Boninsegna, Rivera, Cuccureddu e Mazzola.
Ricordate chi la scrisse, in un’ ”operetta” intitolata ”Il carrozzone”? Ditemelo, blogghisti letteratitudiniani.
Gea,
lo sai che Paola, la figlia di Gianni Rodari, vive a Trieste? Io e la mia Veronika la conoscemmo alla Festa dell’Unita’ di Sgonico, verso il Duemilatre…
Auguri!
@ Sozi
Non sapevo ti piacesse Renato Zero.
Il brano è uscito nel 1978 (ben dieci anni dopo “Hey Jude!”). 😉
Ecco il testo completo.
–
Il carrozzone va avanti da sé,
con le regine, i suoi fanti, i suoi re…
Ridi buffone, per scaramanzia,
così la morte va via
Musica, gente, cantate che poi
Uno alla volta si scende anche noi…
Sotto a chi tocca… in doppiopetto blu
Una mattina sei sceso anche tu!
Bella la vita che se ne va…
Un fiore, un cielo, la tua ricca povertà
Il pane caldo, la tua poesia…
Tu che stringevi la tua mano nella mia!
Bella la vita, dicevi tu
È un po’ mignotta e va con tutti, sì però…
Però, però…proprio sul meglio, t’ha detto no!
E il carrozzone prende la via,
facce truccate di malinconia…
Tempo per piangere, no, non c’è n’è,
tutto continua anche senza di te…
Bella la vita che se ne va…
Vecchi cortili dove il tempo non ha età,
i nostri sogni, la fantasia …
ridevi forte e la paura era allegria!
Bella la vita, dicevi tu,
e t’ha imbrogliato e t’ha fottuto, proprio tu!!!
Con le regine, con i suoi re,
il carrozzone va avanti da sé…
–
–
Pezzi, poesie, testi di canzoni che parlano della tristezza della vita e della sua doppiezza, con varie metafore e sfumature, ne possiamo trovare a iosa. Dalla notte dei tempi a oggi… se è questo che intendevi dire.
Nulla di nuovo sotto il sole.
–
E ora… “Ridi buffone, per scaramanzia,
così la morte va via”.
Oppure toccati.
😉
Auguri di buon anno, Sergio. A te, a Veronika e alla vostra piccola…
Carissimo Massimo, la quotidianità, soprattutto in questa nostra povera italietta sprofondata nelle paludi delle previsioni-meteo-astrali & ricette culinarie, è talmente annichilita e senza speranza, che non me la sono sentita d’inviare un “predicozzo” di peso mascherato da auguri.
Colgo l’occasione per porgere a te e a tutti gli amici di “Letteratitudine” i più affettuosi auguri per un 2008 di sogno, col pensiero di Adriano Maria Vitali, compositore di musica e di colonne sonore:
“È tutto inutile, ma tutto ha un senso; è tutto fragile, ma è tutto eterno”.
Un abbraccio fraterno.
Adriano
@ massimo:
scrivi meglio di come suoni la chitarra. e ho detto tutto
🙂
@ Enrico:
E meno male! E ho detto tutto.
🙂
P.s. mi stavo preoccupando del fatto che non mi prendessi in giro
@ massimo:
sarà l’assenza di elektra che mi rende allegro.
BUON ANNO!
Tanti Auguri anche a voi quattro, stupendi super-Maugeri! (Massimo, ponendo Renato Zero accanto alla tua poesia non intendevo affatto accendere qualsiasi polemica… era solo per esprimere un’assonanza della memoria, un’allitterazione fra riflessioni che hanno caratterizzato i nostri ricordi generazionali, quasi identici immagino: ho tre anni piu’ di te e Zero fu il mio primo amore musicale dopo Beethoven e Vivaldi – probabilmente invece Tagore e Quasimodo lo furono per la poesia verso i miei otto anni ‘eta’ -. Renato Zero, si’, con la sua paradossale unione ”in corpo vili” di sentimento cattolico e vitalita’ pagana, profana, carnale e sensuale ma mai offensiva o burina. Un conservatore come piace a me, Renato de Roma. Un Italiano tosto. E autentico, rappresentativo del nostro comune essere.
Sergio
…e preferisco ridere che toccarmi. Tanto la morte va sempre dove vuole: meglio riderci sopra.
Vedo inoltre che Enricuzzo necessita di qualche cosetta un po’ tecnicamente precisa del sottoscritto buffoncello meta-palazzeschiano.
Bene.
Pronti, partenza, via – dedicata a tutti gli amici di Letteratitudine col ”core” in mano e l’altra mano nelle ”mutanne” per toccarsi scaramanticamente, in occasione del 2008 a venire (la poesia e’ un ricordo della mia infanzia romana, ai giardinetti di piazza Remuria, davanti a casa di Ungaretti):
QUATTRO ANNI: A MALI ESTREMI…
Lo volevi il trenotto
tutto legno
e vernice?/
Bella come Berenice
tignosetta
quanto Turno/
Quel bel giorno
locomotiva
mi strappavi dalle mani/
Non sapevi che treni
un po’ bastoni
e pupe prepotenti/
Si incontrano violenti
e poi dopo
son dolori?
(Perugia, 1999)
P.S.
Naturalmente dopo ho continuato a manganellare le ragazzine coi treni in legno massiccio. Soprattutto quando cercavano di derubarmene come quella descritta or ora.
Marchetta post-comunista? no!
Risposta poco seria all’incensamento di ieri del Gregori (Embhè: che sono il figlio della serva?
…
S’i’ fosse foco, arderei lo munno ,
s’i’ fosse madonna me lo tromberei,
s’i’ fosse comunista me ne anderei al mare ,
e tutti li pezzenti lascerei a pregare;
s’i’ fosse giovine non scriverei siccose,
s’i’ fosse saggio lascerei codesto munno
pe ’ munni vergini e vergin madonne;
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
sarrei amicale del dolce messer Sozi,
che del miele è il succo e avendol posto
meco, forte m’è l’abbraccerei.
Vado a guadagnarmi la pagnotta!
Così è più bella esteticamente.
…
…
S’i’ fosse foco, arderei lo munno ,
s’i’ fosse madonna me lo tromberei,
s’i’ fosse comunista me ne anderei al mare ,
e tutti li pezzenti lascerei a pregare;
…
s’i’ fosse giovine non scriverei siccose,
s’i’ fosse saggio lascerei codesto munno
pe ’ munni vergini e vergin madonne;
…
S’i’ fosse Cecco com’i’ sono e fui,
sarrei amicale del dolce messer Sozi,
che del miele è il succo e avendol posto
meco, forte m’è l’abbraccerei.
Sergio e Didò riescono nella difficile missione di farmi sentire normale. Comunque auguri sinceri.
@sergio:
o hai sbagliato strada, oppure hai sbagliato poeta. Giuseppe Ungaretti viveva in via della Sierra Nevada, a 30 metri da casa mia. Ma è evidente che io e lui non ci siamo mai frequentati
🙂
@Massimo, effettivamente la tua performance “meritava” più attenzione. Mi hai fatto soffrire più della tosse! Un abbraccio per la simpatia e per il coraggio!
🙂
Eccomi qui. Non sono scomparsa, sono solo in vacanza.
Augurissimi di buon anno 2008 a tutti tutti tutti tutti.
Smile
A Massimo.
Ho visto i video e mi sono piaciuti entrambi. Mi è piaciuta anche la tua versione di hey jude. Unisco il mio applauso a quello di Trilli.
Carina la band delle angiolette di charlie.
Smile
Per Enrico Gregori.
Sono tornata per rovinarti l’ultimo dell’anno.
🙂
E aggiungo che: sfotti meglio di come scrivi. E ho detto tutto.
Smile
Dal finale del mio poemetto ludico ed etilico “La Contesa dei vini”,quando
dopo un accerrima sfida all’ultimo bicchiere, le bottiglie agghindate a festa, attendono trepidanti la premiazione.Dedico questi versi a Sergio
il saggio Guru del nord, sperando che a metà mattina sia ancora sobrio….
” ….Le splendide bottiglie
sono ugualmente emozionate
col raspo in gola, con la vite.. in mano…
L’eccitazione è crescente
il fato bizzarro e dispettoso
a chi donerà la dorata
cornucopia con le ambite stelle?
Dopo l’ansia e tremore
il fortunato eletto
potrà fregiarsi col titolo
esaltante di vino “Superiore”.
Sarà osannato in campo nazionale.
Il produttore lieto ed appagato
oltre al sudato encomio
brindando con diletto agli sconfitti,
si prenderà una sbornia colossale
seguito a ruota dal valido rivale.
Alzerà i calici, brillo con gli amici
e nel grandioso allegro baccanale
festeggeranno vincitori e vinti.
Bacco sornione e complice
adagiato su limpidi cristalli
come sempre favorirà gli amori
e gioiosi godranno i sospirati allori.
M. Teresa
Enrico, mi raccomando comportati bene stasera, non farmi sfigurare, promettimi che dirai una paroloccia alle signore ,solo dopo ogni mezz’ora… Miriam cara, mi auguro che l’influenza sia passata del tutto altimenti dovrai sorbirti altre mie scemenze, per una rapida guarigione. Massimo Stella Polare, del nostro Regno Letterario della incantata Beatitudine, a presto qualche versaccio da questa impunita. Gea, Silvia, Simona, Cristina, etcc. il Brunello mi ha fuso il cervello,sono come la smemorata di Colegno.. mi scuso se ho dimenticato qualcuna.
Para todos un ano lleno de prospeidad et pour vous belles choses
Tessy
buon anno a tutti e in particolare a te massimo. mi sei piaciuto pure come cantante e chitarrista.
tornerò a trovarvi nel 2008………..
🙂
@ maria teresa:
una parolaccia ogni mezz’ora? credo che questo buon proposito riuscivo a metterlo in pratica quando andavo alla scuola materna. ma tenterò
@ elektra:
ok, mi hai convinto. massimo in quel video mi ricordava cat stevens……….con la febbre a 42.
🙂
@Maria Teresa
Temo che avrò bisogno di altre solleticazioni perché la faccenda influenzale è critica. Comunque un abbraccio forte per un anno giusto! (vuoi che ti faccia l’oroscopo cinese?)
@ Sergio Sozi, vorrei dirgli qualcosa ma non ho la forza per sostenere le sue repliche. Riassumo solo dicendo che il mio senso estetico soffre moltissimo per certe barbe e certe capigliature; ma non per questo giro armata di forbici e rasoi!
@Enrico, continuo a considerare i tuoi link musicali come una dedica personale. L’amore cambia il mondo; anche Chagall diceva la stessa cosa:
“Mais dans l’art comme dans la’ vie tout est possible si a la base il y a l’amour”
Adesso vado a dormire…. Ciao ragazzi ciao…
@Massimo. Complimenti per il video. Ma quale, fra tutte, sei tu?
La Maria Teresa non finirà mai di stupire. E’ un vulcano.
Auguri a tutti
giochino scemo attori-musica. sono l’unica che lo raccoglie, e va bene così.
robert mitchum
per quella faccia un po’ così
per lo sguardo malinconicamente ironico
per possesso di marijuana negli anni ’40
per essere andato a una festa in maschera vestito da hot dog (nudo e spalmato di ketchup)
perchè il suo marlowe smagato e decadente è il migliore della storia del cinema.
e il pezzo è ‘darkness on the edge of town’ perchè l’atmosfera è quella, e perché
They’re still racing out at the Trestles,
But that blood it never burned in her veins,
Now I hear she’s got a house up in Fairview,
And a style she’s trying to maintain.
Well, if she wants to see me,
You can tell her that I’m easily found,
Tell her there’s a spot out ‘neath Abram’s Bridge,
And tell her, there’s a darkness on the edge of town.
Everybody’s got a secret, Sonny,
Something that they just can’t face,
Some folks spend their whole lives trying to keep it,
They carry it with them every step that they take.
Till some day they just cut it loose
Cut it loose or let it drag ‘em down,
Where no one asks any questions,
or looks too long in your face,
In the darkness on the edge of town.
Some folks are born into a good life,
Other folks get it anyway, anyhow,
I lost my money and I lost my wife,
Them things don’t seem to matter much to me now.
Tonight I’ll be on that hill ‘cause I can’t stop,
I’ll be on that hill with everything I got,
Lives on the line where dreams are found and lost,
I’ll be there on time and I’ll pay the cost,
For wanting things that can only be found
In the darkness on the edge of town.
http://www.youtube.com/watch?v=bzS2Vug-esA&feature=related
Noto con piacere che avete simpaticamente raccolto il mio invito a prendermi in giro. Bene! Continuate a farlo. E prendetevi pure in giro tra voi, se vi va. L’unico favore che vi chiedo è di non litigare. Non roviniamo il clima festoso da ultimo dell’anno, okay?
Chi non è in grado di stare allo scherzo è bene che si autoestrometta. Tutti gli altri sono invitati a “sfogarsi” in questo post; perché dal prossimo vi voglio di nuovo seri.
E ora un po’ di scherzose controrepliche.
😉
Intanto un paio di ringraziamenti.
–
@ Elektra:
grazie mille per la tua strenua difesa; ma ti prego di non insistere: è una causa persa.
😉
–
@ Luisa:
grazie anche te per i complimenti. Una curiosità: ma che razza di musica ascolti abitualmente?
😉
@ Miriam:
il coraggio non mi manca e ti ringrazio per la “simpatia”!
Mi dispiace che tu abbia ancora l’influenza. Non è il Massimo trascorrere la notte di san Silvestro tra uno starnuto e l’altro.
Dovessi essere giù per il tuo stato di salute ti consiglio di riguardare il video. Della serie: “chiodo scaccia chiodo” (o è “chiodo schiaccia chiodo?”).
“And any time you feel the pain, hey Mir, refrein. Don’t carry the world upon your shoulders”.
Auguri di buon anno, cara Miriam. E riprenditi in fretta.
😉
@ Enrico:
Magari valessi quanto un Cat Stevens con la febbre a 42! Ci metterei non una… ma tre firme. Non mi illudere, eh? Altrimenti ti prendo in parola e va a finire che mi presento a San Remo.
In ogni caso è sembre bene andarci cauti con i paragoni illustri, altrimenti ci si crede. Conosco un tizio al quale hanno detto che la sua scrittura assomiglia a quella di un giovane Ellroy (italiano). Da allora quel tizio non fa altro che sbandierarlo ai quattro venti.
😉
Buon anno anche a te, caro Enrico.
@ Salvo Zappulla:
Grazie mille per i complimenti! Per il resto… preferisco non ribattere ai tuoi ammiccamenti omosessuali.
😉
Buon 2008, caro Salvo. E forza Dante!!!
@ Maria Teresa Scibona:
Sei una grande! Gli ironici sono simpatici, gli autoironici sono intelligenti.
Gli ironici e autoironici sono dei grandi.
😉
Buon anno… in attesa di tuoi versi “personalizzati”.
@ Gea:
grazie per aver raccolto l’invito a partecipare al giochino scemo!
Mi piace la tua combinazione canzone/star. Brava!
Tanti auguri, cara.
😉
P.s. preparati le domande per Ivan Cotroneo
A tutti voi… ancora una volta.
AUGURI DI BUON ANNO. CHE IL 2008 POSSA ESSERE FORIERO DI NUOVE SPERANZE
–
Non so se nei prossimi due/tre giorni potrò tornare a intervenire. Fate i bravi, eh?
Buon annissimo Massimo!
Dedico la topolino amaranto di Paolo Conte a Jean Reno, per il fatto che mi piacerebbe andare con lui a primavera con la cappotta aperta di una macchinetta, e cantarla a squarciagola ecco. Che lui insomma si scuotesse un pochetto, e mi dicesse,
” bionda non guardar dal finestrino, che c’è un paesaggio che non va…
pure se non sono bionda, ma mi piacerebbe lo stesso:)))
Teresa Scibona, grazie mille per le splendide tue bottiglie – le stappero’ immantinente! – e BUON ANNO NUOVO!!!
Sergio Sozi
Enrico,
”o hai sbagliato strada, oppure hai sbagliato poeta. Giuseppe Ungaretti viveva in via della Sierra Nevada, a 30 metri da casa mia. Ma è evidente che io e lui non ci siamo mai frequentati.”
Boh! Chi ci capisce piu’ niente? Io mi basavo sul racconto fattomi da mio padre e mia madre, entrambi studenti di Lettere Moderne negli anni Cinquanta, durante i quali Ungaretti era loro docente. Lo vedevano passare tutte le mattine in via Baldassarre Peruzzi – dove abitava la famiglia di mia madre – e alla fine scoprirono che abitava in piazza Remuria, posto dove dopo portavano anche me a giocare. Parleremo di epoche diverse… evidentemente cambio’ casa.
Avete preso un granchio entrambi: Ungaretti era siciliano. Di Riposto per l’esattezza. Abitava nel palazzo di fronte casa mia, in via del Vespro 46. Faceva il bidello nella scuola elementare del paese e ogni tanto veniva a chiedere consigli a mio nonno per buttar giù qualche verso decente.
M’è scappata la malinconia, si quella masturbante estasi autocommiserante, quell’attimo che ti viene incontro quando l’anno finisce e vorresti metterti a contarlo, giusto un attimo prima di metterlo sullo scaffale.
Non lo trovi, così su due piedi non lo trovi mai, l’anno che si scioglie, nebulizza, volatìla, diventa un blob informe nella sua ultima sera.
Una metastasi di tempo, informe, che la tua mente si scoccia a raccontare: “E’ finito? bhe allora dammi il prossimo!” dice la mente, perchè quest’anno, questa tua convenzione matematica lei, la mente, lo deve ancora elaborare, come il lutto, men che la gioia.
…
E’ giunta mezzanotte
si spengono i rumori
si spegne anche l’insegna
di quel’ultimo caffè
le strade son deserte
desterte e silenzione,
un’ultima carrozza
cigolando se ne và.
…
Il fiume scorre lento
frusciando sotto i ponti
la luna slende in cielo
dorme tutta la città
solo và un’uomo in frack.
…
Ha il cilindro per cappello
due diamanti per gemelli
un bastone di cristallo
la gardenia nell’occhiello
e sul candido gilet
un papillon,
un papillon di seta blu
s’avvicina lentamente
con incedere elegante
ha l’aspetto trasognato
malinconico ed assente
non si sa da dove vien
ne dove và
chi mai sarà
quel’uomo in frack.
…
buon nuite bonne nuite
buon nuite bonne nuite
…
Bouna notte
va dicendo ad ogni cosa
ai fanali illuminati
ad un gatto innamorato
che randagio se ne va.
…
E’ giunta ormai l’aurora
si spengono i fanali
si sveglia a poco a poco
tutta quanta la città
la luna s’è incantata
sorpresa ed impallidita
pian piano
scolorandosi nel cielo sparirà
sbadiglia una finestra
sul fiume silenzioso
e nella luce bianga
galleggiando se ne van
un cilindro
un fiore e un frack.
…
Galleggiando dolcemente
e lasciandosi cullare
se ne scende lentamente
sotto i ponti verso il mare
verso il mare se ne và
chi mai sarà, chi mai sarà
quell’uomo in frack.
…
Adieu adieu adieu adieu
addio al mondo
ai ricordi del passato
ad un sogno mai sognato
ad un’attimo d’amore
che mai più ritornerà.
…
Buon 2008…2009…2010…2011…2012…2013…2014…2015…2016…2017…
“Quel che proviamo quando siamo innamorati forse è la nostra condizione normale. L’amore mostra all’uomo quale egli dovrebbe essere.” Anton Cechov
Ci siamo capiti ragazzuoli ? Anno nuovo vita nuova, intesi?
Miriam, grazie per il tuo oroscopo cinese. Scruta un pò se aumenterà la mia folle pensione di 734 Euro? Certo, certo godo troppo… Anzi, a primavera farò come il visionario Dino Campana che andava a distribuire le sue poesie al Caffè “Giubbe Rosse di Firenze. Qualcuno potrebbe venirmi a suonare la chitarra? Massimo e Salvo, grazie per i vostri lusinghieri apprezzamenti…mi fanno ingrassare più dei pranzi di questi giorni. Perché non so l’inglese? Les meilleures et les plus cordiales salutations. M. Teresa
A Massimo ”blue singer” Maugger a Dido’ e a Grego’, a Miriam, Gea, Salvo, ecc. dedico questi versi scritti nella piu’ bella lingua europea (dopo l’italiano):
”Peu de meteores sur le plat pays des vieux.
Peu de metaphores entre le charroi et la terre.
Pas de prouesse pour l’esprit, pas de loisir pour ca.
Pas assez de gloire pour se jeter la tete sur les hauts lieux.
Le visage modeste n’a pas peur.”
(Andre’ Frenaud, da ”Le paysans”, 1949)
Traduzione di Giorgio Caproni (1971):
”Poche le meteore sul piatto paese dei vecchi.
Poche le metafore fra carreggio e terra.
Niente prodezze per lo spirito, niente tempo per questo.
Non abbastanza gloria per battere il capi negli alti luoghi.
Il volto modesto non ha paura.”
P.S.
La dedica a Maria Teresa era sottintesa…
Ad alcuni di voi, invece che alle star (ma non sarete le star di questo blog ?), anche se non riesco a farle a tutti, le seguenti dediche per il 2008.
@ Gea
vorrei dedicare ‘Because the Night’ di Patty Smuth, anche perché evoca le magnifiche immagini dell’Atalante di Jean Vigo, cui sono ormai indissolubilmente legate per i cinofili notturni di Rai3.
Ma poi ci ripenso e le dedico qualcosa di più attuale: ‘Civilians’ di Joe Henry (l’omonimo album è per me quanto di meglio in musica abbia prodotto il 2007), il cognato di Madonna, forse poco conosciuto, ma a parere mio il cantante-autore più interessante degli ultimi 10-15 anni (è una via di mezzo tra Dylan, Springsteen e Tom Waits).
@Miriam:
che soffre per certe barbe e capigliature potrei dedicare un paio di dipinti di Jean Dubuffet: ‘Barbe des solitudes’, oppure ‘Barbe de desintégration des injures’, ma ancor meglio ‘Le chien mangeur de cheveux’. In musica le voglio dedicare (ad ampliamento del suo repertorio anarchico e da osteria) una raccolta di canti di pirati curata da Johnny Depp e Gore Verbinsky intitolata ‘Rogue’s Gallery’ (tra i vari cantanti cui sono affidate le interpretazioni ci sono anche Sting, Bono, Lou Reed, Brian Ferry, Nick Cave…); il mio pezzo preferito è ‘Dead Horses’ cantata da Robin Hollcomb, una donna dalla voce cupa e roca che ben si addice al piratesco canto.
@Enrico Gregori:
‘Downtown Train’ di Tom Waits mi pare molto appropriata, ma , dello stesso autore, potremmo dedicargli anche ‘Cemetery Polka’ (privilegiando in lui il giallista ed il cronista di nera) o ‘The piano has been drinking (not me)’.
@Sozi:
un autore italianissimo, tra i più importanti del 900: Nino Rota. A Sergio dedicherei la musica di 8e1/2 nell’interpretazione dell’orchestra di Carla Bley, da un vecchio disco di circa 20 anni fa intitolato “Amarcord Nino Rota” dove artisti internazionali si cimentano nella musica del nostro.
—
La mia cantante-autrice preferita (ed è anche una discreta pittrice) è da più di 20 anni la canadese Joni Mitchell, ed pezzo che prediligo è ‘Both Sides Now’, ma nella versione anni ’90 dell’omonimo album nel quale rivisita se stessa ed alcuni standard del passato. E’ una versione molto più matura e toccante di quella originale degli anni ’70. La strofa finale:
…I’ve looked at life from both sides now
From win and lose and still somehow
It’s life illusion I recall
I really don’t know life at all
I’ve looked at life from both sides now
From up and down and still somehow
It’s life illusion I recall
I really don’t know life at all.
mi mette ancora i brividi ogni volta che l’ascolto; potrei dedicarla @Silvia Leonardi: la sua ricerca della felicità e di se stessa in ‘Allo Specchio’ forse è abbastanza “mitchelliana”.
– – –
Vorrei fare ancora qualche dedica speciale a Didò, a Eventounico, a Elektra, a Salvo, a Zaubarei, a M.Teresa Santalucia Scibona, forse ancora a qualcuno che mi scordo pure di citare e soprattutto a Massimo, nostro anfitrione, ma ho già preso molto spazio e d’altronde dovrei pensarci ancora su per le dediche più appropriate. Potrei quindi tornare ancora nei prossimi giorni. Intanto auguro un duemilaottottimo a tutti, ma proprio tutti, voi.
Carlo Speranza
Oibò: cinofili invece di cinefili (ahi, le riletture, che magre figure ci risparmierebbero talvolta).
Nino Rota! Stupendo, Carletto! Grazie! E’ uno dei miei preferiti!
Auguroni anche a te!!
Sergio
Pure Patty Smuth…invece che Smith….!!!!
Non voglio rileggere oltre: chiedo venia per tutti gli altri errori che vi fossero.
P.S.
L’anonimo sono io!
Sozi
caro Massimo e cari tutti,
spero davvero che questo 2008 sia migliore di questo 2007 ormai agli sgoccioli…anche se si tratta di un anno bisestile!
dedico la canzone “moon river” dal film “colazione da tiffany” a tutti per una romantica fine d’anno, in particolare a Lavinia!
buon anno, di cuore!
ops, ho scritto per ben due volte “questo” nel precedente commento! perdonatemi sono parecchio influenzata e la grammatica perde smalto…
ancora auguri!
@ carlo
azzeccatissimi i tuoi doni..
la faccia di michel simon (giovanissimo nell’ ‘atalante’) è un’altra di quelle un po’ così. di joe henry conosco poco, dato che ultimamente ho passato un periodo scarsamente musicale, ma mi hai fatto venire voglia di approfondire.
permettimi di ricambiare. tom petty è uno dei miei irrazionali amori di lunga data, e voglio dedicarti questa
——-
http://www.youtube.com/watch?v=9eW91-5TC78
——-
perchè, oltre ad essere carinissima, ha un video eccezionale, tutto costruito sulle strisce di little nemo, fumetto di antiquariato su un bambino che sognava avventure incredibili e si svegliava cadendo dal letto. secondo me ci siamo dentro, noi della vecchia guardia. e il bello è che, notte dopo notte, continuiamo a sognare.
buon anno, caro
Salvare 2 libri mi parve arduo. Salvare 2 brani rock mi sarebbe impossibile. Ma se mi puntassero la pistola alla tempia e mi chiedessero di salvarne 5, questo ci sarebbe. Lo dedico a tutti, ma (avviso)….ci vuole un fisico bestiale. 🙂
Happy new year once again to everyboby
http://it.youtube.com/watch?v=dcPSVF5wfGk
e questa cosa invece è per maria teresa, che non sa l’inglese, e per sergio. spero che apollinaire, per quanto all’avanguardia, sia abbastanza ‘antico’
Les Colchiques
Le pré est vénéneux mais joli en automne
Les vaches y paissant
Lentement s’empoisonnent
Le colchique couleur de cerne et de lilas
Y fleurit tes yeux sont comme cette fleur-la
Violatres comme leur cerne et comme cet automne
Et ma vie pour tes yeux lentement s’empoisonne
Les enfants de l’école viennent avec fracas
Vêtus de hoquetons et jouant de l’harmonica
Ils cueillent les colchiques qui sont comme des mères
Filles de leurs filles et sont couleur de tes paupières
Qui battent comme les fleurs battent au vent dément
Le gardien du troupeau chante tout doucement
Tandis que lentes et meuglant les vaches abandonnent
Pour toujours ce grand pré mal fleuri par l’automne
Guillaume Apollinaire
@gea
Il video di Tom Petty con Little Nemo lo conoscevo ed è magnifico, grazie.
@Enrico
di High Tide invece non ne sapevo nulla. Interessante: approfondirò per colmare le mie lacune.
@ Carlo
Grazie, ma posso “scambiare” la dedica con quella di Gregori?
Forse l’influenza sta quasi passando: sto fumando!
(detto fra noi, io fumo 3 sigarette al giorno e all’insaputa degli altri!per tutti sono un ex-fumatrice) Il respiro, comunque è a tratti. sob!
🙂
e siccome enrico ha messo una cosa tosta e di nicchia che possono godere forse tre persone, e non lo trovo giusto, 🙂 io vi regalo questa
—
http://www.youtube.com/watch?v=SXkVpifmxUg&feature=related
–
che comunque è più fruibile.
adesso vado a distribuire tranquillanti a cani e gatti.
buon anno a tutti, gente di letteratitudine.
vi voglio bene
Un Anno meraviglioso a tutti voi.
Massimo mi raccomando …
Questo pezzo è per tutti quelli che nel 2008 desiderano sbarazzarsi del suferfluo.
Vi amo.
Fausta
http://it.youtube.com/watch?v=U8PUSg5SL7s
Superfluo, superfluo, cazzarola.
Gea, un abbraccio forte anche a te, pciù, pciù.
Anche io ho il cane da sedare, che fatica …
@ gea:
evviva la nicchia 🙂
http://it.youtube.com/watch?v=LRt5eulbTzY
Grazie, Gea:
”Il prato è velenoso ma in autunno ameno
Le vacche ve ne pascono
Piano piano il veleno
Lì il livido colchico di lilla si fa fiore
I tuoi occhi del fiore riflettono il colore
Di livore, d’autunno e di porpora pieno
Per gli occhi tuoi la vita lenta mi è veleno
Dalla scuola i bambini vengono con fragore
Con le loro divise giocando al suonatore
Colgon colchici, madri figlie di figlie loro
Color delle tue palpebre che come il fiore moro
Lasciato al vento folle battono follemente
Il guardiano del branco canta soavemente
Mentre lente muggendo dal prato di veleno
Le vacche s’allontanano dell’autunno nel pieno. ”
Sergio
P.S.
Traduzione non mia. Di una poesia e un autore che non mi piacciono per niente. Ringraziandoti comunque, Gea, col cuore. Pero’ fu troppo moderno, Apollinaire, per i miei gusti, nonostante sia nato a Roma. Apollinare, mia cara giuliano veneta. Apollinare e non Apollonio. Guglielmo nato a Roma. Bevendo troppi tipi di alcol.
Auguri
Tuo
Sergio
Dedicati a voi tutti, questi versi che amo:
“Provvidi ora, ma quieti
si espongono graticci e vasi,
si appende l’uva. L’altro è ignoto, l’altro
era ed è chiuso in questo cielo opaco
dove un lume vinato si rapprende
e il grido del fringuello è già di gelo.
E’ qui, è in queste opere miti
e chiare che trascorre e brucia
quel che non ho e che pure dovrò perdere.
Tempo passato e prossimo si libra…
Io, come sia, son qui venuto, avanzo
da tempi inconoscibili, ardo, attendo;
senza fine divengo quel che sono,
trovo riposo in questa luce vuota.”
(Mario Luzi – ‘Anno’ – da ‘Primizie del Deserto’)
.-.-.-.
@Sergio, da un po’ sei diventato anonimo. Ti vai nascondendo ? Allora era vero che sei ricercato dai Carabinieri per operazioni poetiche illegali !!
@ sergio.
nonostante tu abbia sputato sul mio amatissimo apollinaire, ho deciso di iniziare l’anno bene, e ti dedico questa, che secondo me è MOLTO tua.
se poi non ti piace neanche baudelaire…
–
J’aime le souvenir de ces époques nues,
Dont Phoebus se plaisait à dorer les statues.
Alors l’homme et la femme en leur agilité
Jouissaient sans mensonge et sans anxiété,
Et, le ciel amoureux leur caressant l’échine,
Exerçaient la santé de leur noble machine.
Cybèle alors, fertile en produits généreux,
Ne trouvait point ses fils un poids trop onéreux,
Mais, louve au coeur gonflé de tendresses communes,
Abreuvait l’univers à ses tétines brunes.
L’homme, élégant, robuste et fort, avait le droit
D’être fier des beautés qui le nommaient leur roi ;
Fruits purs de tout outrage et vierges de gerçures,
Dont la chair lisse et ferme appelait les morsures !
Le Poète aujourd’hui, quand il veut concevoir
Ces natives grandeurs, aux lieux où se font voir
La nudité de l’homme et celle de la femme,
Sent un froid ténébreux envelopper son âme
Devant ce noir tableau plein d’épouvantement.
Ô monstruosités pleurant leur vêtement !
Ô ridicules troncs ! torses dignes des masques !
Ô pauvres corps tordus, maigres, ventrus ou flasques,
Que le dieu de l’Utile, implacable et serein,
Enfants, emmaillota dans ses langes d’airain !
Et vous, femmes, hélas ! pâles comme des cierges,
Que ronge et que nourrit la débauche, et vous, vierges,
Du vice maternel traînant l’hérédité
Et toutes les hideurs de la fécondité !
Nous avons, il est vrai, nations corrompues,
Aux peuples anciens des beautés inconnues :
Des visages rongés par les chancres du coeur,
Et comme qui dirait des beautés de langueur ;
Mais ces inventions de nos muses tardives
N’empêcheront jamais les races maladives
De rendre à la jeunesse un hommage profonde,
– A la sainte jeunesse, à l’air simple, au doux front,
A l’oeil limpide et clair ainsi qu’une eau courante,
Et qui va répandant sur tout, insouciante
Comme l’azur du ciel, les oiseaux et les fleurs,
Ses parfums, ses chansons et ses douces chaleurs !
–
un bacio, nonostante
@al nuovo anno, da “Sola a presidiare la fortezza” di Flannery O’ Connor
“…ero una dodicenne molto anziana, con idee degne di un veterano della guerra civile (…) ora sono molto più giovane che a dodici anni e comunque meno oppressa. Il peso dei secoli grava sui bambini, ne sono certa”
Quindi vegliamo uniti sul suo cammino
@Carlo Speranza, a te invece dedico l’immagine che più mi ha colpita il “RossoTrevi” (che fa già tendenza!)
Ragazzotti: ho postato il bando del nostro Concorso Letterario nella sezione libri ed eventi, se qualcuno fosse interessato può darle un’occhiata. Al termine della nostra manifestazione culturale stampiamo “Pentelite”, un libro che raccoglie scritti di autori vari, giunto alla tredicesima edizione (tredicimila copie diffuse gratuitamente). Il prossimo anno magari vi chiederò un contributo (un breve saggio). Quest’anno abbiamo interventi di: Roberto Mistretta, Salvatore Spoto, Giacomo Cacciatore, la nostra Teresa Scibona, Tea Ranno, la signora che traduce Ammaniti in Germania e altri che con la scrittura se la cavano mica male. Vi aspetto.
SEMEL IN ANNO
Sorseggiamo nella pudica notte
lo spirito sublimato del vino
che la carne pervada
di leggera ebbrezza.
Sedotti dal sapore d’infinito
dal nettare divino
si appanni la crudeltà del vivere.
Tra le nebbie del sogno
estasi e vertigine
incantesimo e dolce voluttà
“Semel in anno licet insanire”
Sia tralasciato il celere spuntino,
sia bando alla noiosa sobrietà.
E la gaia morfina dell’anima
col suo ardente delirio
incendierà di nuova giovinezza
la cupa e dolente umanità.
Siena, Enoteca Italica- 29 aprile 1995
M. Teresa Santalucia
Dedicata a Gea, Miriam, Massimo, Enrico,Salvo Zappulla,Carlo Speranza,
Sergio l’Anonimo ma non troppo, e a tutti noi del Blog per l’Anno più
pirotecnico e sereno che ci possa essere donato.
Tessy
Una dedica di inizio anno a tutti i frequentatori di questo blog. Secondo me (e non solo secondo me) è una canzone bellissima e descrive un modo di affrontare la vita che invidio a chi è in grado di adottarla:
CERTE NOTTI di Luciano Ligabue
Certe Notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei.
Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai.
Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei.
Certe notti somigliano a un vizio che non voglio smettere, smettere mai.
Certe notti fai un po’ di cagnara che sentano che non cambierai più.
Quelle notti fra cosce e zanzare e nebbia e locali a cui dai del tu.
Certe notti c’hai qualche ferita che qualche tua amica disinfetterà.
Certe notti coi bar che son chiusi al primo autogrill c’è chi festeggerà.
E si può restare soli, certe notti qui, che chi s’accontenta gode, così così.
Certe notti o sei sveglio, o non sarai sveglio mai, ci vediamo da Mario prima o poi.
Certe notti ti senti padrone di un posto che tanto di giorno non c’è.
Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te.
C’è la notte che ti tiene tra le sue tette un po’ mamma un po’ porca com’è.
Quelle notti da farci l’amore fin quando fa male fin quando ce n’è.
Non si può restare soli, certe notti qui, che se ti accontenti godi, così così.
Certe notti son notti o le regaliamo a voi, tanto Mario riapre, prima o poi.
Certe notti qui, certe notti qui, certe notti qui, certe notti….
Certe notti sei solo più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi
quelle notti son proprio quel vizio che non voglio smettere, smettere, mai.
Non si può restare soli, certe notti qui, che chi s’accontenta gode, così, così.
Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai, ci vediamo da Mario prima o poi…
E in attesa che ci si veda da Mario, tutti insieme, lancio una proposta al padrone di casa che è un po’ tanto O.T. Caro Massimo, io e Loredana Falcone abbiamo realizzato nel 2007 una serie di interviste a coppie di bloggers nostri amici nello stile delle Iene (quindi con domande un po’ provocatorie). Ci piacerebbe realizzarne una che ti veda protagonista insieme a Enrico Gregori. Che ne pensate? Vi va di farla? Nel caso di risposta positiva: lauracostantini@libero.it
Se invece non ne avete voglia, o tempo, niente paura: vi auguro comunque uno splendido 2008.
Laura
p.s. recensione di UN TE’ PRIMA DI MORIRE online a brevissimo…
Gea, stavolta ci hai preso! Carletto Baudelaire mi gusta proprio! A mia moglie piace Apollinaire e io sono ape che succhia dai fiori proibiti!
Grazie!
Sergio
Carlo Speranza: shhhhhhhhh! non dire a nessuno dove mi trovo! Sono latitante!
Gea,
ricambio con questi versi – che dedico anche a Gregori:
”Cupido! Tu e la tua bella vecchia
piu’ non mi prenderete per il naso;
gratis non cantero’ le vostre lodi
per sempre, come il povero Petrarca”
(France Preseren, dai ”Sonetti d’amore”, trad. Giorgio Depangher)
A Carlo Speranza:
”Chi e’ bello, non e’ bello che il tempo di guardarlo, chi e’ nobile sara’ subito anche bello”
(Saffo, framm. XXXIII)
AUGURONI!
Sergio Latitans
@ sergio:
vedo che i bagordi sansilvestrini hanno ulteriormente danneggiato i tuoi già disastrati neuroni. scherzi a parte, grazie 1000 e ancora auguroni a te e ai tuoi cari
@ laura costantini
dopo una certa età in effetti incomincia a pesare, se la prendi alla lettera. ma lo spirito rimane. a sprazzi, magari..
e guai sennò.
auguro a tutti un anno con almeno qualche notte così.
🙂
A Capodanno sono andato a Savona a vedere il concerto di Francesco Baccini, verso ìl quale provo un’autentica “catarsi artistica”.
FANTASTICO!
@Laura Costantini,
s’apre un contenzioso:”… sto’ appollaiato sull’albero di Gregory City, quello brutto e rinsecchito, di fronte al Sozi Ellroy Motel, con le porte a coolies sventolanti ad ogni vaccaro putrescente che entra; passano vecchie carrozze piene di mignotte dai capelli rossi, mentre il vecchio Joe con la voce pigolante narra di quando rischiò lo scalpo entrando nel Tepee di “Luna Argentata” e scolando bourbon attentò alla sua virtù mentre “Cavallo Nero” scorreva praterie abbattendo bufali cornuti, lui il cornuto. La polvere è alta come la nebbia di Piccadilly Circus, quando il giovane Holden arriva con la diligenza da Denver (arrivano tutte da Denver) buttando davanti all’ufficio della U.S. Mail il sacco della posta e il pacco di giornali della Letteratitudyn Post: in terza pagina c’è la recensione della Lauirie Costantine sul “Thè”, sarà più acida di Didò?
Niente storie! Dovra essere lo sceriffo, il truce Max Mauger del dipartimento di Katan City a dire l’ultima: posate cinturoni e pistole (anche tu Gregori)!
@laura (ancora Didò?),
grazie per la citazione del “Bar Mario”, l’anno comincia meglio con Liga!
A Dido’: beccati ‘sti versi e brinda alla mia salutaccia:
”Dall’Alpe a Sicilia,
dovunque e’ Legnano;
ogn’uom di Ferruccio
ha il core, ha la mano”
(G.Mameli, 1847)
(Da parte del ricercato per versificazione illegale)
@ GEA: non e’ una questione di eta’. Io anche a quindici anni avrei avuto problemi a festeggiare al primo autogrill. Poi, crescendo, mi sono presa le mie soddisfazioni ma resta comunque una forzatura. Nella mia duplice natura prevale il lato tranquillo/prudente/insicuro, ancora.
@ FRANCESCO: Adoro Ligabue, ho trovato LA NEVE SE NE FREGA un romanzo geniale, da rileggere. Riguardo alla recensione, staremo a vedere che impressioni ne avrete. Ho letto la tua solo adesso ed e’ bella quasi quanto il libro che l’hai ispirata.
Laura
Lascio un caro saluto a tutti gli amici di Letteratitudine. Un abbraccio per un nuovo anno pieno di (ognuno aggiunga il suo, ovviamente! )
@Laura
@ligabue (se ci leggesse.
All’inizio pensavo fosse un bluff!
Ne ho pensato e dette scemenze nella mia vita. Una volta uscendo dal cinema, dopo aver visto “Casanova” dissi “questo Fellini è un buffone”, non sono mai riuscito a scusarmi di questa frase da “ebreo convertito” (Marrano?), poi, dopo l’uscita di “Born to run”, dissi alla radio che questo Springsteen era l’ennesimo fenomeno da baraccone creato a tavolino dallo star system yankee.
Oggi penso che Ligabue non esista, si lo vedo in tv, lo sento, ma continuo a pensare che un personaggio del genere sia uscito da un film.
Si Luciano Liga è sgattaiolato da una trama tipo “Daunbailove”, dove i personaggi hanno abbandonato la scena (tra l’altro una volta ho visto il colonnello Aureliano Buendia in fila ad un ufficio postale).
La faccia butterata dal vaiolo, il profilo da apache delle colline (sembra che ci siano ancora delle tribù sugli appennini, tra la via Emilia e il west, non si capisce dove si procurino i cavalli pezzati), gli stivaletti cavati dai piedi di mezzosangue della maremma uccisi a colpi di piadina.
La sera, quando nei cinema scendono i titoli di coda, lui rienta nel film, deve fare in fretta perchè ormai sui titoli accendono le luci in sala, a chi vuoi che interessa sapere chi ha fatto il montaggio di “Casablanca”, lo sanno tutti che è stato Dio.
mi spiace essere mancato a questa festa. ho visto che qualcuno mi ha anche citato. fa sempre piacere.
sono stato quasi sempre off tranne pochi momenti nei quali vi ho letto. siete stati all’altezza della stima incondizionata che nutro nei vostri confronti. in particolar modo ringrazio Massimo per il post che conosce e Sergio e Miriam per le loro mail. le ho lette, scartandole come un dono gradito.
eventrunning
p.s.
laura certe domande (simil iene) nell’intervista le eviterei… 🙂
@ didò
penso che il liga e fellini ti perdonerebbero. non si può non perdonare un poeta.
….ma soprattutto non si può sparare sul presepio
🙂
@ a proposito di presepio, io lo faccio ogni anno, e voi?
🙂
ogni anno Miriam. e’ una tradizione di famiglia anche se non costruisco le case come faceva mio padre
e come disse Riccardo Garrone in uno dei film vanziniani ambientati sulla neve….”pure ‘sto natale so’ semo levato dar cazzo!”.
Non sarà ora di un altro post?
🙂
…io ho esportato il Presepio italiano qui in Slovenia, dove comunque le chiese lo allestiscono regolarmente. Ma il mio ha, alle spalle della Capanna, un disegno-sfondo fatto a matite colorate che rievoca la dolce campagna della mia Umbria. Quest’anno ho pure aggiunto una nuova montagna, sempre realizzata a matite colorate: tre pomeriggi di lavoro, ma li meritava! Ora spero cje Re Magi e Befana giungano almeno puntuali, perdincibacco!
Sergio
che, non cje. Pardon
Vi rinnovo gli auguri di buon 2008 e vi ringrazio per i commenti e per le bellissime “dediche” musicali e poetiche.
@ Miriam.
Nemmeno a casa mia manca mai il presepe.
😉
@Gea m’ha dato del “poeta”, ho amato donne per molto meno/non laverò gli occhi per due giorni/il terzo penserò a Gregori e li chiuderò per un bel pezzo/la vita intristisce in un attimo.
Saranno gli inizi di gennaio,
il mese triste, quello che sembra un motore diesel più che una riconosciuta misura di tempo, per la sua lenta capacità di mettere in movimento il mondo/men che il cervello di Enrico.
Non vi mando la foto del mio presepe, quelli del Guinnes l’avrebbero a male.
Sempre molto in ritardo, ma torno solo adesso…grazie Carlo per aver ipotizzato di dedicare proprio a me quei versi! Non conosco la cantante in questione ma riconosco la bellezza delle parole.
@ tutti
mi sono persa interessantissimi post in questi giorni di festa. confesso che leggervi è stato comunque molto divertente.
“A cold coming we had of it,
Just the worst time of the year
For a journey, and such a long journey: The ways deep and the weather sharp,
The very dead of winter.”
…..
…..l
All this was a long time ago, I remember,
And I would do it again, but set down
This set down
This: werw we led all the way for
Birth or Death? There was a Birth, certainly,
We had evidence and no doubt. I had seen birth and death,
Hard and bitter agony, for us, like Death, our death,
We retourned to our places, these Kingdoms,
But no longer at ease here, in the old dispensation,
With an alien people clutching their gods.
I should be glad of another death.
T.S. ELIOT “Journey of the Magi” da ‘Ariel Poems’.
—–
“Fu un freddo avvento per noi,
Proprio il tempo peggiore dell’anno
Per un viaggio, per un lungo viaggio come questo:
Le vie fangose e la stagione rigida,
Nel cuore dell’inverno”.
……
……
Tutto questo fu molto tempo fa, ricordo,
E lo farei di nuovo, ma considerate
Questo considerate
Questo: ci trascinammo per tutta quella strada
Per una Nascita o per una Morte? Vi fu una nascita, certo,
Ne avemmo prova e non avremmo dubbio. Avevo visto nascita e morte,
Ma le avevo pensate differenti: per noi questa Nascita fu
Come un’aspra ed amara sofferenza, come la Morte, la nostra morte.
Tornammo ai nostri luoghi, ai nostri Regni,
Ma ormai non più tranquilli, nelle antiche leggi,
Fra un popolo straniero che è rimasto aggrappato ai propri idoli.
Io sarei lieto di un’altra morte.
(Trad. di Alberto Sanesi)
—
Dedicati a voi tutti, per la vigilia di questa Epifania che si approssima a chiudere questo ciclo di Feste, i versi iniziali e quelli finali del ‘Viaggio dei Magi’ di Eliot. Non è, secondo me, il miglior Eliot, che è pur sempre uno dei massimi poeti del ‘900 e forse il più grande in lingua inglese, ma mi pare appropriata al momento. A tempo debito mi piacerebbe stimolarvi alla lettura (o rilettura) di “Mercoledì delle Ceneri”, con il suo travolgente inizio che riprende dalla Ballatetta del Cavalcanti (Because I do not hope to turn again ….).
…….
Spero abbiate digerito i vostri panettoni e/o le vostre pastiere e passiam dunque a parlare di Harry Potter….
Grazie per i consigli, carlo. Ne faro’ tesoro – Eliot infatti lo conosco poco, ma e’ amato da mia moglie.
Saluti cari
Sergio