Vorrei riprendere la discussione sull’e-book già avviata a partire da questo post, offrendo come spunto per ulteriori riflessioni (e per un approfondimento del dibattito) la pubblicazione di questo nuovo volumetto che ho realizzato per i tipi della piccola casa editrice “Historica” (disponibile, ovviamente, anche in formato elettronico). Il titolo è già un punto di domanda: “L’e-book e (è?) il futuro del libro”.
L’intento non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book, ma di divulgare opinioni emotive sull’argomento. Per far ciò ho coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro – scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali – che hanno gentilmente messo a disposizione il loro parere (da qui il sottotitolo…).
Ho chiesto loro di ragionare sul “fenomeno e-book” ed esprimere un’opinione facendo riferimento alle seguenti domande: Cosa ne pensa dell’e-book? Come immagina il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie? E cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Dopo una parte introduttiva sulla evoluzione del libro elettronico e sugli e-book readers, e dopo una sintetica analisi di mercato, questo piccolo volume offre le “opinioni emotive” sull’e-book fornite da: Roberto Alajmo, Marco Belpoliti, Gianni Bonina, Laura Bosio, Elisabetta Bucciarelli, Ferdinando Camon, Daniela Carmosino, Antonella Cilento, Paolo Di Stefano, Valerio Evangelisti, Vins Gallico, Chiara Gamberale, Manuela La Ferla, Nicola Lagioia, Filippo La Porta, Gianfranco Manfredi, Agnese Manni, Diego Marani, Dacia Maraini, Daniela Marcheschi, Michele Mari, Raul Montanari, Antonio Paolacci, Romana Petri, Antonio Prudenzano, Giuseppe Scaraffia, Elvira Seminara, Filippo Tuena, Alessandro Zaccuri.
Vorrei coinvolgere nello sviluppo della discussione anche voi, proponendo come sempre alcune domande (e invitandovi a fornire la vostra risposta, se potete)…
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
2. Se sì, fino a che punto?
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
La discussione on line proseguirà – per chi potrà partecipare – alla Feltrinelli Libri e Musica di Catania (via Etnea, n. 285 ) giovedì 30 giugno 2011, alle h. 18.
Vi aspettiamo!
Massimo Maugeri
P.s. Ne approfitto per segnalare questo post di Lipperatura incentrato sull’attuale crisi dell’editoria determinata dal decremento della vendita dei libri (il post riprende un articolo pubblicato su Repubblica, con dichiarazioni di Marco Polillo – presidente dell’Aie – anche sul “fenomeno e-book”)
Questo post può essere considerato come la prosecuzione di quest’altro (pubblicato nel 2009) e intitolato “Oronzo Macondo”)
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/10/02/oronzo-macondo/
L’occasione è data dalla recente pubblicazione di questo volumetto per i tipi della piccola casa editrice “Historica”.
Il titolo è già un punto di domanda: “L’e-book e (è?) il futuro del libro”.
Spero possa offrire spunto per ulteriori riflessioni (e per un approfondimento del dibattito)
Ne approfitto subito per precisare che l’intento non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book (in tal senso consiglierò altri libri nel corso della discussione), ma di divulgare opinioni emotive sull’argomento.
Per far ciò ho coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro – scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali – che hanno gentilmente messo a disposizione il loro parere (da qui il sottotitolo…).
Ho chiesto loro di ragionare sul “fenomeno e-book” ed esprimere la loro opinione…
Dopo una parte introduttiva sulla evoluzione del libro elettronico e sugli e-book readers, e dopo una sintetica analisi di mercato, questo piccolo volume offre le “opinioni emotive” sull’e-book fornite da: Roberto Alajmo, Marco Belpoliti, Gianni Bonina, Laura Bosio, Elisabetta Bucciarelli, Ferdinando Camon, Daniela Carmosino, Antonella Cilento, Paolo Di Stefano, Valerio Evangelisti, Vins Gallico, Chiara Gamberale, Manuela La Ferla, Nicola Lagioia, Filippo La Porta, Gianfranco Manfredi, Agnese Manni, Diego Marani, Dacia Maraini, Daniela Marcheschi, Michele Mari, Raul Montanari, Antonio Paolacci, Romana Petri, Antonio Prudenzano, Giuseppe Scaraffia, Elvira Seminara, Filippo Tuena, Alessandro Zaccuri.
Ne approfitto subito per ringraziare gli amici sopraccitati.
–
Grazie mille a tutti voi per la vostra disponibilità e generosità. Nei prossimi giorni vi spedirò personalmente una copia del libro che avete contribuito a creare.
Grazie a tutti.
Vorrei coinvolgere nello sviluppo della discussione anche voi, proponendo come sempre alcune domande (e invitandovi a fornire la vostra risposta, se potete)…
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
2. Se sì, fino a che punto?
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Sul post ho citato il pezzo di Repubblica ripreso da Lipperatura (che trovo sia perfettamente in tema).
Riporto si seguito le parole di Marco Polillo, presidente dell’Aie (che è la parte che può interessare di più ai fini di questa discussione):
“«Resto convinto che gli editori non debbano aver paura del digitale, ma cavalcarlo, prendendo atto di un cambiamento. Così come è nato il paperback o il supereconomico, adesso è arrivato l´e-book. Il salto si è compiuto quando Rcs, Mondadori e Gems hanno deciso di mettere sul mercato parte del loro catalogo. Il mercato degli e-book tenderà a crescere, ma l´iPad non sostituirà il libro cartaceo». Eppure oggi si possono scaricare testi gratis e questo può essere un rischio per gli editori. Così come lo è stato nella musica per le case discografiche. «Certo – continua Polillo – per questo gli editori europei si sono ribellati alla digitalizzazione spinta di Google. Con il concetto che è a disposizione di tutti, si è diffusa l´idea che la rete debba essere gratis. La battaglia dell´Aie per la tutela del diritto d´autore va in questa direzione. Bisogna difendersi dalla pirateria. Se il libro viene diffuso gratuitamente l´editore deve cambiare lavoro. E lo scrittore come sopravvive?»
Nella speranza che questo post (e questo piccolo volume appena nato) possano fornire ulteriori stimoli di riflessione sul “libro elettronico”, e in attesa dei vostri contributi, auguro a tutti voi una serena notte.
Stavolta intervengo per prima. Non mi pare neppure vero.
Seguono le mie risposte, caro Massimo.
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
L’ebook farà parte del futuro del libro, ma non avrà l’esclusività di essere l’unico futuro del libro.
2. Se sì, fino a che punto?
L’ebook affiancherà il libro di carta senza sostituirlo. Magari gli ruberà fette di mercato, ma non andrà oltre il limite della convivenza, della coessenza.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Per me entrambi, senza dubbio.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Ti rispondo così. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un ebook reader scarico è più libro il primo.
Rendo l’idea?
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Mi dispiace dirlo, ma lo immagino con meno lettori. Ho paura che il peso crescente delle tecnologie porti, alla fine, da altre parti.
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Alcuni libri di carta sono già pezzi da collezione. Io ho uno scaffale di libri acquistat negli anni Settanta, e lo custodisco gelosamente.
Nessun ebook reader potrà darmi QUEI libri.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Temo di no [vedi risposta n. 5]
notte.
Ho iniziato a comprare gli ebook e non me ne sono pentito. Per chi ama leggere e’ una risorsa in più. Puoi avere con te tutti i libri che vuoi, tutti i libri che ti servono. Chi e’ contrario e’ prevenuto.
Ciao Massimo, trovo l’argomento assolutamente stimolante, e approfitto della discussione per farti i complimenti per le tue recenti pubblicazioni. Ti seguo dalla distanza, ma ci sono sempre 🙂
La mia opinione, rigorosamente emotiva:
– L’e-book è davvero il futuro del libro? Sì, anche se preferirei “il futuro dell’editoria”
– Se sì, fino a che punto? Secondo me, fino al punto di non ritorno. Ovvero fino al punto in cui leggere su un dispositivo elettronico sarà talmente naturale che ci sarà chi definirà fastidioso dover girare le pagine. Un po’ come è avvenuto con l’avvento dei personal computer, e in parecchi hanno disimparato a usare la penna. Ovviamente, io finirò tra i dinosauri che adorano il frusciare delle pagine e le sottolineature sghembe.
– Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Ho sempre pensato che un libro fosse il supporto cartaceo (da cui “apertura a libro”, “libretto”), e che per comodità si sia usato lo stesso termine per riferirsi anche al contenuto
– Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Un volume di fogli bianchi potrebbe essere un’opera d’arte concettuale! E lo chiamerei “libro di fogli bianchi”
– Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Una progressiva riduzione del numero di librerie di catena, che per un singolare contrappasso, dopo aver contribuito a far sparire le piccole librerie, si troveranno a dover cedere di fronte all’avanzata di negozi on-line che offrono un catalogo consultabile tramite il lettore. In letteratura, invece, non credo ci saranno rivoluzioni significative. E la voce di un autore continuerà a suscitare interesse quando è autentica.
– Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Sì, tra un po’… dopo un periodo di convivenza tra i due formati. Ci sono illustri precedenti nella storia dell’umanità. Dalla tavoletta di terracotta, al papiro, al manoscritto… Secondo me siamo di fronte alla più grande rivoluzione nel campo della scrittura dall’epoca dell’invenzione della stampa a caratteri mobili. E poi ci sono i libri illustrati, i pop up, i libri di grande formato… quelli saranno insostituibili, ma sono già una nicchia.
– Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Penso di sì. Come è avvenuto per il walkman negli anni 80; la fruizione della musica è aumentata esponenzialmente, e sono comparsi i tipi con le cuffie in giro per la strada. E i cellulari hanno fatto schizzare alle stelle le telefonate. Per non parlare dei messaggini: una volta me li passavo al massimo con la compagna di banco. Le innovazioni della tecnologia hanno la capacità di trascinare nuove e vecchie abitudini.
E le mie, di abitudini? Be’, io sono un’inguaribile romantica, e una affezionatissima del libro cartaceo. Ma devo prendere un treno tra quindici minuti, e non so che libro portarmi per il viaggio… mi sa che opterò ancora una volta per un e-book 🙂
Buongiorno a tutti. Buongiorno Massimo.
Argomento quanto mai stimolante ed attuale. Partecipo volentieri.
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
Sì. Lo è, ma non per tutti i generi di libri.
2. Se sì, fino a che punto?
Approfondisco la risposta n° 1. Secondo me l’e-book “esploderà” per la saggistica e la manualistica. Anche perché rispetto al testo di carta l’e-book favorisce le possibilità di ricerca. Per la narrativa invece non è così. Il romanzo, per un lettore non addetto ai lavori, è da gustare.
Invece l’e-book può essere utile in letteratura per chi la letteratura la studia: i critici, gli accademici. Andare alla ricerca di citazioni è molto più semplice con un e-book.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Mah. Per me un libro coincide di più con le parole che contiene. La risposta è implicita in questa considerazione.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Per coerenza con la risposta precedente, dico il secondo.
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Sono ottimista. Le possibilità di lettura e di divulgazione dei testi aumentano, no?
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Sì, ma non subito. Magari tra 50 o 100 anni.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Questa è una domanda difficile. Chi può dirlo? Anche qui mi sento ottimista, ma non mi sbilancio. Chi vivrà, vedrà.
Ciao Massimo, complimenti per questa tua nuova pubblicazione.
Buongiorno, vi leggo spesso ma non trovo mai il tempo di partecipare 🙁
Cmq riguardo l’argomento, visto che leggo proprio tanto, mi interessa particolarmente…pertanto rispondo anche io alle domande fatidiche
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
l’ebook non è un libro elettronico, ma è un’altra cosa. E’ si un libro, perché rappresenta le pagine di un libro, ma non è un libro.
Se ne è il futuro, essendo due cose differenti, no non lo è.
2. Se sì, fino a che punto?
L’ebook ha dei limiti, dovuti al mercato. I libri che vengono distribuiti in maniera digitale, senza supporti cartacei o distribuzione, dovrebbero avere un costo decisamente inferiore, e invece i costi molte volte si equivalgono e già qui, l’ebook cessa la sua convenienza. Il reader, di qualsiasi natura esso sia è ingombrante, ha bisogno della carica e oggi lo compri a prezzi spropositati e domani sarà nuovamente obsoleto.
il libro, magari raggruppa polvere, viene attaccato dall’umidità dell’aria, ma questo non fa che acuire il suo fascino, lo puoi portare in giro senza spine, non ha bisogno di aggiornamenti e nemmeno di nuove release.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Sostanzialmente entrambi, come hardware,software e contenuti sono le componenti dell’ebook. il problema è che un prodotto software di oggi domani potrebbe perdersi o danneggiarsi nel supporto in cui è conservati, come succede al libro, ma se il libro lo apriranno fra 100 anni sarà ancora fruibile, magari un po’ sghangherato, ma l’ebook potrebbe essere inserito in una tecnologia vecchia e non replicabile…
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
fondamentalmente entrambi e nessuno…si può dire che viviamo un’epoca che vorrebbe essere di passaggio come fu nel medioevo quando si passò dai codex al libro. Il contenuto è legato nel nostro piacere personale al supporto, ma teoricamente dovrebbe essere un qualcosa solo in base al contenuto e non al supporto..
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
I libri sono già pezzi da collezione da quando è nato il pc. La questione è che alla gente piace sfogliare prima di leggere e non tutti leggono il primo capitolo…l’ebook questa possibilità non la da..
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Assolutamente no, come per gli mp3 e mp4 si diffonderanno anzi si diffondono già un sacco di libri, la gente li colleziona…ma non li legge lo stesso. più che altro diverranno grandi occupatori di spazi fisici del disco o dei cloud in web..
buona giornata a tutti
Simona
per ora leggo senza intervenire. l’argomento mi interessa e sono affascinato dalle opinioni discordanti lasciate fino a questo momento.
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
Credo proprio di si e senza il minimo dubbio. Si deve solo aspettare che i nostri figli crescano e che la tecnica continui a progredire. Quando saremo a quel punto i nostri nipoti, già figli di padri tecnologici, baseranno la loro esistenza su e-book.
2. Se sì, fino a che punto?
gradualmente sostituirà la carta, così come i cd hanno sotituito i dischi, le cassette, i dvd ecc. E’ solo questione di tempo e ricambi generazionali. Io già vedo i nostri nipoti che non dovranno comprare libri di testo o portarli a scuola con la cartella così come abbiamo fatto noi.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
quando riusciremo a vedere in un libro solo il suo contenuto, allora la nostra considerazione potrà far a meno del supporto cartaceo. Al momento penso che le due cose continuino a procedere insieme, ma per uno scrittore contemporaneo, un libro sarà sempre un volume di carta rilegata, con il suo profumo.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Credo che la risposta è da trattare sotto un punto di vista generazionale. Per noi che siamo cresciuti con la carta e che ancora adesso per spiegare un concetto prendiamo carta e penna, e che abbiamo arredato le nostre case con le librerie, e che da bravi collezionisti abbiamo negli anni raccolto un sacco di libri, la risposta è solo nella carta. Per i giovani credo proprio che si verificherà l’inversione di tendenza.
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Sono molto ottimista, pertanto credo che l’editoria e soprattutto la letteratura possano avere grandi benefici, per non parlare dell’ambiente. Vedo negli e-book una semplificazione di tutto ed anche la possibilità di poter dare voce a tutti con una maggiore diffusione del pensiero passato e futuro.
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Credo che in un futuro non remoto, di libri non se ne stamperanno più, o meglio, si stamperanno poche compie di un opera, pertanto largo ai i collezionisti.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
a bassi costi sicuramente!
Sì, senza ombra di dubbio, ma a partire dal prossimo decennio.
Sono un over 70 e non rinuncerò mai al buon vecchio libro di carta.
Non chiedetemelo!
Documenti brevi come quelli pubblicati sui blog come questo li leggo a video, anche con piacere. Il libro no! Per me sarebbe sacrilego!
Scusate il punto di vista schietto.
Buongiorno a tutti,
sono Francesco Giubilei, direttore editoriale di Historica Edizioni. Innanzitutto ringrazio Massimo per lo spazio che ci concede su Letteratitudine, poi mi piacerebbe dire la mia sulle domande proposte.
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
L’e-book secondo me è un futuro del libro, non il futuro del libro. Mi immagino un futuro in cui libri su carta e libri digitali conviveranno. Determinate letture verranno fatte su supporti digitali (testi scolastici, saggistica di un certo tipo, documenti…) ed altre su carte (narrativa su tutti i generi letterari).
2. Se sì, fino a che punto?
Penso non arriveremo mai ad un futuro fatto solo di e-book o almeno, lo spero. In questo caso sono una persona molto “romantica” e legata alla tradizione. Il piacere della lettura di carta, sembra un’ovvietà dirlo ma è così, resta e resterà per sempre inarrivabile. La lettura su supporti digitali è tutt’altra cosa, è un qualcosa di freddo, asettico, distaccato, per me la lettura è coinvolgimento e partecipazione.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Questa domanda è un po’ come la domanda “che cos’è la letteratura?”, non si può dare una risposta definitiva, è una cosa soggettiva, per me un libro può essere l’oggetto formato da fogli rilegati che tengo in mano mentre leggo, per un’altra persona sono le parole che tutte insieme formano un’opera di senso compiuto chiamata libro.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
E’ lo stesso discorso di prima. Dipende da persona a persona, per me, per noi tutti, generazioni nate, cresciute ed educate con i libri di carta, un volume è più libro di un e-book reader, per le prossime generazioni chissà. In ogni caso rassegnamoci non saremo noi a decidere sul futuro dei libri, sarà una decisione presa dall’alto. Quando si sceglierà di adottare nelle scuole gli e-book tutto cambierà. Al momento non penso ci sia questo rischio, troppi interessi girano attorno all’editoria cartacea.
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Qui torniamo alla prima domanda, mi immagino un futuro misto in cui libro cartaceo e libro digitale conviveranno.
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Già oggi lo sono e sempre lo saranno. Nel senso un volume dell’800 per noi oggi è un libro da collezione. I libri pubblicati oggi tra cinquant’anni (ma anche meno) lo diventeranno. Il libro è di per sè un oggetto da collezione, personalmente non ho mai prestato un libro e mai lo farò perchè credo che i libri siano un qualcosa da custodire e conservare in modo accurato, da collezionare appunto.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Non lo so, non ne sono convinto, almeno in Italia. Vedo ancora oggi, purtroppo anche tra i miei coetanei, che c’è gente che ha ancora difficoltà evidenti nell’utilizzo del computer. Credo nel 2011 non ci siano alibi per chi non legga. Chi non legge è perchè non ne ha voglia e o non lo reputa una cosa interessante. Praticamente tutti i comuni hanno le biblioteche che offrono libri gratuitamente, i classici si trovano anche a 2 euro, l’e-book non penso possa favorire la lettura.
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
Questa domanda andrebbe contestualizzata, perché credo che vi siano Mercati più maturi per l’ebook ed altri (come il nostro) meno.
Ad ogni modo, non credo che l’ebook arriverà mai a sostituire i libri.
Forse andrà a integrarli, secondo un modello si sta sviluppando già da un po’ di tempo: quindi stessa pubblicazione a costo più basso, o pubblicazioni alternative che non troverebbero spazio nel cartaceo.
Il rischio è però di creare pubblicazioni di serie A e di serie B, un po’ com’è spesso la percezione delle pubblicazioni editoriali rispetto al self-publishing, o come il brutto fenomeno dell’editoria a pagamento (per l’autore) e quella non a pagamento.
2. Se sì, fino a che punto?
Vedo l’ebook un po’ come gli mp3 per la musica: in fondo i cd si vendono ancora…
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Assolutamente entrambi! Il contenuto prevale, ma una bella storia in un brutto formato purtroppo non invoglia la lettura.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Un libro senza storia non è un libro. Un blocco di fogli bianchi rilegati è al massimo un album da disegno! Come detto prima, il libro lo fa innanzitutto la storia, la trama, lo stile. Un ebook reader non arriverà mai però a colmare il lato emozionale di una pubblicazione su carta.
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Penso che il trend continuerà così come lo stiamo vedendo in questo periodo: il cartaceo e l’elettronico dovranno imparare sempre più a convivere.
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Alcuni sono già pezzi da collezione. L’ebook è un’ottima occasione per conservare anche scritti antichi. Certo, da un punto di vista “ambientale”, trovare un’alternativa ecologica alla carta sarebbe una bella cosa.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Probabilmente si, se si punta alle generazioni più giovani. Secondo me, sono adolescenti e pre-adolescenti il target su cui puntare: i consumatori di narrativa di genere (fantasy, horror, ecc.) si adattano più facilmente degli adulti ai nuovi reader e hanno meno soldi da spendere, quindi potenzialmente il consumo di romanzi elettronici a costo anche molto inferiore dei libri cartacei dovrebbe aumentare.
secondo me l’aspetto ecologico non è trascurabile. tutt’altro.
pensate a quanta carta si potrebbe risparmiare se l’ebook avesse davvero successo.
pensate a quanti alberi verrebbero salvati.
scusate, non voglio buttarla sul piano ideologico. però, alla fine, se davvero amiamo leggere, cosa ci importa se il supporto è la carta o un grazioso aggeggio elettronico?
l’importante è avere la possibilità di fruire dei testi.
io la penso così.
@Annalisa per la mia competenza la differenza c’e’. Il supporto digitale me lo devo portare in giro con il rischio di perderlo o essere derubata…il libro di solito fa topo di biblioteca e nessuno te lo tocca!
In più ci sono degli oneri non indifferenti, hardware, software da aggiornare…e Mondadori si può leggere solo con un reader e l’altro solo con un altro, quel sito vede con trascodifiche che vanno d’accordo solo con un supporto. Questo è un forte limite perchè in Italia non siamo pronti alla condivisione, in Italia ci sono milioni di leggi e leggine che regolano la distribuzione e il diritti sull’opera che non permettono questo passaggio facilissimo e che il mondo dell’editoria non ha alcuna intenzione di prendersi in carico e li ricarica sui lettori.
E quindi la differenza la fa il prezzo, alla fine, chi è lettore compulsivo come me farà la fortuna dei rivenditori dell’usato, che già per le mie ricerche su alcuni autori sono sempre pronti a mostrarmi i loro ultimi arrivi.
Simona
Tanti complimenti Massimo per questo tuo nuovo libro (di carta!)!
E con piacere vedo riuniti molti nomi di grande interesse.
*
Secondo me l’e-book è uno dei tanti futuri del libro, uno dei più rilevanti in questo momento forse, considerando altresì l’attuale rapida diffusione di litblog e pubblicazioni e discussioni letterarie in Rete.
Probabilmente, col trascorrere del tempo, e-book e libro diverranno del tutto imparagonabili tra loro, in quanto mezzi di comunicazione diversi.
Hanno comunque la potenzialità, in compresenza, di creare nuova ricchezza estetica.
E se il libro dovesse scomparire, come è accaduto nella storia antica ad altre forme di supporto del testo scritto, ciò avverrà, immagino (e spero: dei libri mi attrae perfino il piacere olfattivo…), soltanto nei secoli futuri, non nel nostro.
Cari amici, ringrazio tutti per i vostri contributi. Come sempre mi piace pensare a Letteratitudine come una sorta di cantiere aperto, dove qualcuno apporta qualcosa a beneficio degli altri.
Grazie, dunque, per le opinioni che avete rilasciato.
Ne approfitto, come sempre, per salutarvi e ringraziarvi personalmente a partire da Vale (prima commentatrice di questo nuovo forum).
@ Barbara Baraldi
Grazie di cuore per aver rilasciato la tua opinione, cara Barbara.
–
Consiglio di leggere, in cartaceo o in e-book, il nuovo romanzo di Barbara: “Il bacio del demone. Scarlett” (Mondadori)
http://www.ibs.it/code/9788804608264/baraldi-barbara/bacio-del-demone.html
Grazie mille a Amelia Corsi e Simona Scravaglieri per i loro interventi…
In attesa degli interventi di Giacomo Tessani, ne approfitto per ringraziare Ivo Ginevra e Fabrizio.
Grazie mille anche a Francesco Giubilei, giovanissimo editore di Historica (nella speranza che questo piccolo libro possa contribuire alla crescita della casa editrice).
Grazie mille anche a Matteo Gambaro, ad Annalisa e a Gaetano Failla.
Tra gli addetti ai lavori che ho coinvolto nel libro, figura anche Ferdinando Camon… che, peraltro, pochi giorni fa, ha pubblicato su “Avvenire” un articolo in tema.
Ve lo propongo di seguito.
I referendum: i nuovi media più potenti delle tv
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di Ferdinando Camon
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“Avvenire” 16 giugno 2011
–
C’è un’altra vittoria dentro la vittoria politica dei referendum, ed è la vittoria dei nuovi mezzi di comunicazione. Il direttore qui ha parlato di “macchina delle sberle”. Questa macchina ha scavalcato la tv e i tg nel creare opinione politica. In alto, il potere politico usava le tv e i tg, in basso cresceva una rete di contatti telematici, in facebook e twitter e nei blog. Sto leggendo le dichiarazioni di un assessore del Pd, cattolico, che nel fine settimana elettorale era a Napoli, al congresso nazionale del Centro Turistico Acli. Dice: “Al venerdì tutti i presidenti regionali e provinciali delle Acli sono rientrati velocemente nelle loro sedi di provenienza, per chiudere la campagna referendaria. Si sono spesi tutti, scout dell’Agesci, membri dell’Azione Cattolica, soci degli enti sportivi della Cisl”. Qual era la forza che li collegava, e che permetteva loro di contattare una larga base? L’associazionismo. Lavorare in un’associazione è diventato più efficace che lavorare in un partito. Le associazioni sono la sede del volontariato, e nel volontariato non si lavora per qualcuno ma per tutti. E si tende a comunicare con tutti. La nuova comunicazione usa i mezzi della rete. In questi referendum i nuovi mezzi di aggregazione han trovato il collaudo. Non si fermeranno qui. Il loro destino è estendersi al campo dell’istruzione, dell’arte, dell’informazione, dei libri, dell’editoria. Ci sono libri che si diffondono senza che i giornali o le tv li appoggino, solo perché i blog e facebook e le conversazioni radio (efficace, per i libri, Fahrenheit) ne parlano. Ci sono blog di discussione di libri con migliaia di interlocutori. Lentamente si trasformano in case editrici. Lo scrittore Giulio Mozzi, che esordì con Einaudi e fu finalista allo Strega, si è messo a curare edizioni on-line, che hanno un catalogo, un archivio e una storia. C’è una serie di blog, a cui collabora Renzo Montagnoli, che pubblicano giudizi critici che valgono come quelli dei giornali. Un altro blogger, Massimo Maugeri, ha raccolto un’antologia di discussioni internettiane nel volume “Letteratitudine”. Siamo dunque di fronte a una rivoluzione comunicativa che invade il campo politico e il campo culturale.
Domanda per il campo politico: può questa rivoluzione rendere più democratica l’informazione? Sì, e si è visto con i referendum: il potere politico-mediatico lavorava per il fallimento del quorum o per la vittoria del no, il fatto che il quorum sia stato raggiunto e che abbia vinto il sì nella misura del 95 % mostra che un’ampia fetta di popolo ha trovato il modo per convocarsi ed esprimersi.
Seconda domanda, nel campo culturale: questa è la rivoluzione che porterà ai libri digitali e farà sparire i libri su carta. Si può amarla? Non amiamo noi i libri su carta? Le copertine, i caratteri, le collane, le sigle editoriali? Non proviamo tristezza quando entriamo in una casa e scopriamo che non ha libri? Ah sì, è così. Ma l’epoca dell’ebook, che molti temono, non è la fine degli incontri con i libri, è una accelerazione. Molti anni fa, quando non si parlava di ebook, avevo letto su un giornale una citazione da Darwin, “L’evoluzione delle specie”, in cui si diceva che il tabù dell’incesto fu introdotto dall’umanità nell’età dei primi villaggi e della prima agricoltura, perché l’umanità s’era accorta che il sesso libero disgregava le famiglie. Il tabù dell’incesto fu benefico per la formazione delle famiglie. Per rintracciare il concetto nel libro, ho speso una settimana a scorrerlo riga per riga. Se avessi avuto il libro in ebook, gli chiedevo “tabù” e “incesto”, e in tre minuti avrei svolto la ricerca. Tutto sarà in Internet. Come in ogni rivoluzione, qualcosa si perde, qualcosa si guadagna. Possiamo soffrirne o goderne, ma la storia non si ferma.
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Fonte: http://www.ferdinandocamon.it/articolo_2011_06_16_Referendum.htm
Nella speranza di ricevere nuovi contributi, auguro a tutti voi una serena notte.
@ simona s.
capisco cosa vuoi dire. però secondo me tra non molto i supporti per leggere gli ebook si uniformeranno
però per quanto riguarda il prezzo hai ragione. gli ebook costano troppo, considerato il rilevante abbattimento dei costi.
ma perché costano così tanto?
Ciao Massimo, grazie mille per il supporto e buonanotte anche a te!
@Annalisa pienamente d’accordo, anche secondo me, passato questo periodo in cui i formati si daranno un po’ battaglia, presto tutti i lettori saranno in grado di leggere tutti i tipi di e-book. La vera differenza tra i lettori sarà a quale negozio on-line si potranno collegare. E in questo senso secondo me il Kindle sbaraglierà tutti.
Il prezzo: non ho dati su tutto il pubblicato, ma il mio romanzo costa 16 euro in cartaceo, e 6,99 euro in e-book. A me sembra ragionevole…
Buongiorno.
tempo fa avevo pubblicato – all’interno di una rassegna bibliografica che tengo con grande e grave discontinuità -, l’articolo di un antico editore, Gino Barbera, ricavato da una rivista di cui darò le estremità nell’introduzione. C’è una frase dell’editore che credo riassuma molto la questione dell’e-book. L’introduzione che avevo fatto all’articolo, suona così:
***
L’EDITORE BARBERA A FIRENZE
….(…)…
L’articolo che invece io propongo, è un servizio-reportage il cui autore è niente di meno che l’editore Gino Barbèra, il quale si fa giornalista per un giorno e interviene sull’argomento nella famosa rivista mensile del Corriere della Sera: La Lettura (Anno XXV, N. 5, 1° maggio 1925). La sua analisi riguarda la fiera del 1922 tenuta al giardino di Boboli e quella del 1925 nel parco di San Gallo, quest’ultima praticamente già allestita e che si sarebbe aperta al pubblico di lì a poco. E lo sapeva bene, lui, il come e il quando.
Trovo che le sue considerazioni sul lavoro editoriale – e sulla figura dell’ “operaio” editoriale – siano efficaci nella misura in cui, purtroppo, sono cadute in disuso nel corso del secolo.
Un altro punto che ha attirato la mia attenzione è la famosa questione, ad ogni epoca e ad ogni generazione, sollevata in modi diversi ma sempre la stessa: il libro morirà? Ai tempi del signor Barbèra la preoccupazione riguardava la crescente proliferazione dei giornali e delle riviste; ci si chiedeva se questi ultimi non avrebbero soppiantato il libro. Con gli occhi di oggi ne sorridiamo perché sappiamo che non è andata così; ma sorridiamo un po’ meno se oggi qualcuno solleva preoccupazione riguardo la crescente contemporanea affermazione in campo editoriale dell’e-book, ossia il libro “stampato” su un modulo informatico, che può essere un CD ma anche un file in estensione .pdf scaricabile da internet sul proprio computer; quando non addirittura il libro diventa uno di quegli ultimi fantastici “aggeggi” – credo sia possibile denominarli lettori multimediali digitali, per i quali proprio di questi tempi le due maggiori case produttrici stanno contendendo – e che possono contenere in un minimo spazio fisico un’intera biblioteca passibile di lettura attraverso un piccolo schermo portatile. Disquisire sull’interrogativo che ci si pone al riguardo, cioè se l’e-book soppianterà il libro, è un fatto che ho già incontrato più volte in questi ultimi tempi. L’editore Barbèra diede questa risposta, nel 1925: “Io penso invece che c’è posto per tutti, e purchè il libro sia buono e anche sia bello e quindi si renda bene accetto, il libro niente ha da temere per la sua esistenza: vivrà. Né bisogna dimenticare che il libro è spesso aiutato a camminare dal giornale.” Per quello che vale la mia opinione, sono d’accordo con il famoso editore; aggiungo anche che l’e-book è ecologico perché non si distruggono alberi; e però io mi immagino dentro il chip quelle montagne di libri al macero, quei libri che più che libri definirei genere di consumo al pari di prosciutto e verdura. Oppure – più seriamente – mi immagino il libro scolastico o il testo di studio, economico e passibile di un’infinità di appunti in margine, facilmente organizzabili per la stessa natura del supporto che contiene il testo. Oppure, personalmente, mi immagino la bellezza di questa biblioteca ambulante in cui ci sono tutti i libri che ho letto: richiamare un passo, una data, una frase, diventa un processo a velocità supersonica. Certamente non creativa, ma sicuramente veloce.
Le iniziative all’interno della mostra di cui parla il Barbèra sono straordinariamente eclettiche e – mi stupisco – mi accorgo che i nostri padri di fantasia ed entusiasmo ne avevano da vendere, oltre la perspicacia di unire il desiderio di sapere al divertimento.
L’articolo è stato riportato integralmente e, come al solito, completo delle immagini che lo illustrano.
Buona lettura!
*** … segue l’articolo che non ha particolare attinenza con l’argomento proposto ma, eventualmente, può essere visto al link:
http://blog.biblioiconoteca.it/ (fiere del libro internazionali, 26/02/2010)
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Le mie considerazioni finali sono che l’-book sarà, molto semplicemente, uno dei futuri del libro e che i termini entro i quali verrà utilizzato saranno personali.
Sulla questione antiquariato, esiste già un’archeologia informatica, quindi niente di nuovo. Vedo già collezionisti di e-books contendersi edizioni plurime di uno stessa opera.
Quanto al fatto se favorirà maggiormente l’attitudine alla lettura, credo che non sia il supporto a fare il lettore. Dante, se uno non se lo legge su una piattaforma di carta, perchè dovrebbe leggerlo su una piattaforma elettronica?
Ciao Massimo, le domande che poni sono molto interessanti e di grande interesse per tutti : autori, editori , lettori. Vedi , non avrei quasi nulla da aggiungere se non sottoscrivere tutto ciò che dice Camon. E’ vero: siamo forse fin troppo affezionati ai libro tradizionale; ci piace sentire il contatto fisico con la carta , quasi fosse la filigrana delle nostre emozioni. Ma il futuro va oltre e non possiamo fare a meno di prenderne atto. L’e book è l’avvenire della scrittura , come la stampa lo fu il per il libro. Gutenberg probabilmenyte non sapeva di aver inagurato un processo di democraticizzazione della cultura, oggi noi (forse, da nostalgici) ci rifiutiamo di ammettere che l’e-book allarga gli orizzonti del sapere, permettendo a chi “non se lo permettere” di sapere.
Leggere Kant, Manzoni, Marx o KafKa , nella serenità di casa tua, senza che nessuno ti indottrini , ti aiuta a combattere il “pensiero unico” , a diffondere il messaggio che le idee sono quelle che hanno fatto la Storia, rovesciato i regimi, annientato la stupidità dei potenti. Se lo lo leggi sulla carta l’effetto è personale , se lo lo leggi su Internet, , puoi subito comunicare le tue emozioni agli altri e ancora agli altri , come in effetto domino amplificato. Il risultato può essere sorprendente sopratutto quando scopri che milioni di persone grazie alle idee possono combattere chi è veramente “senza cervello ”
Daniela
Dico una cosa che vi sorprenderà. A casa, tra gli scaffali della libreria, ho diverse edizioni della Divina Commedia di Dante. Per mancanza di tempo, però, non ho mai potuto leggere l’opera integrale.
Qualche mese fa, invece, ho scaricato una app sul mio iphone con l’intero testo della Commedia. Ebbene ho cominciato a leggerla, dall’inizio alla fine, nei momenti di pausa. In attesa all’aeroporto, o in sala dal dentista, o in fila alla posta.
Cosa che non avrei potuto fare portandomi i tomi dappresso, anche perché è strano vedere un tipo che legge la Divina Commedia in sala d’attesa di uno studio medico.
Insomma tutto questo preambolo per dire che per la prima volta sono riuscito a leggere il testo integrale della Divina Commedia grazie al supporto elettronico.
Saluti e complimenti per il sito.
A proposito dell’articolo citato da Massimo sull’importanza dei nuovi mezzi di comunicazione anche nella politica, sono pienamente d’accordo con quanto asserito dal giornalista.
Mentre la televisione è un mezzo di comunicazione passivo per il telespettatore, che si limita a subire delle informazioni e delle immagini che gli vengono “imposte” o che sono decise da altri, senza la possiblità di interagire, internet, i blog e soprattutto i social network permettono un coinvolgimento attivo dell’utente che si rende partecipe in prima persona nella comunicazione.
Proprio per questo motivo gli utenti si sentono maggiormente stimolati a intervenire su internet favorendo così il dibattito e avendo un peso sempre maggiore nella nostra società capace di influenzare eventi politici e sociali (vedi le rivoluzioni del Nord Africa).
Ecco il futuro…
http://www.youtube.com/watch?v=nsravNklRes
La cosa sicura è che una maggiore diffusione dell’e-book farà fallire librai, distributori, tipografi, editori tradizionali etc. (tutte professioni legate alla carta).
C’è inoltre da considerare che, fino ad oggi, l’editoria è stata immune dal fenomeno della pirateria, che ha invece colpito pesantemente il cinema e la musica, sempre grazie al supporto cartaceo.
Riguardo alla tanto millantata possibilità di accesso ai libri a prezzi bassi attraverso l’e-book, nessuno sembra tenere conto di una antica ma sempre preziosa invenzione: le biblioteche.
il video segnalato da E-book è fortissimo! mi sono sganasciato dalle risate.
grazie. 🙂
Vorrei aggiungere che comunque il “lettore” (entità generica e non meglio precisata, soprattutto in questo curioso Paese) dovrebbe qualche volta investire i suoi soldi (cartacei o elettronici) in libri (cartacei o elettronici) di editori “meno noti”.
Ci sono certo ancora piccoli editori che lavorano male e fanno pagare gli autori che pubblicano, ma la maggior parte dei piccoli/medi editori ha capito ormai che investire di tasca propria sulla qualità (degli scritti e del “prodotto libro”) paga!
E’ importante però che anche il “lettore” impari a riconoscere questo valore.
Mi fa tristemente ridere andare alle fiere (1 su tutte: il Salone di Torino) e vedere gli stand Mondadori, Feltrinelli & Co. pieni di gente che comprano libri che possono trovare sotto casa.
Allora, informiamoci un po’ anche sul web (Anobii per esempio è un buon portale, tanto per dirne 1) o col passaparola sui libri di qualità non necessariamente editi dalle Major e sosteniamo anche i piccoli editori.
E per trasparenza (onde evitare accuse e ipocrisie) non nascondo affatto di essere un Autore di Historica e non mi vergogno di sostenere a spada tratta il mio intervento, perché pubblicare con Historica è stata una tanto mia quanto dell’editore e comunque compro e leggo anche gli altri libri di Historica e di diverse altre piccole/medie case editrici meritevoli.
@ Gioacomo: hai ragione, video spassoso, lo “spammo” un po’ in giro… 🙂
@ Vittorio Lanna
Esistono versioni editoriali della Divina Commedia fisicamente accessibli allo scomparto di una tasca maschile.
Non so fino a che punto qui c’entri l’e-book, piuttosto credo che fosse giunto il suo divino momento, o forse sarebbe meglio dire il tuo momento?? 🙂
@Caro Massimo, tenterò di rispondere alla tua inchiesta così attuale.
1.L’e-book è davvero il futuro del libro?
In un contesto globale e tecnologico che muta minuto per minuto. mi sembra difficile fare delle esatte previsioni.
Penso che l’e-book possa favorire in maniera nuova e alternativa il buon rito quotidiano della lettura.
Un salutone
Tessy
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
La nostra evoluta civiltà non può concepire di avere persone che non leggono o non sanno ancora leggere.
Quindi almeno per me, la lettura e la comunicazione rappresentano un diritto e un dovere prioritario che il libro, da secoli come supporto e come contenuto, assolve magnificamente.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro? Un volume di pregio rilegato in seta e scritto a caratteri bodoniani non teme rivali!. Grazie a presto.
Tessy
@Annalisa i supporti non si uniformeranno mai, il mercato vede il mondo degli ebook come un modo per far soldi e come avviene per gli antivirus, le piattaforme i software, i telefoni o altro nel momento in cui tu acquisti un oggetto questo sarà già obsoleto. E’ una legge di mercato globale e digitale basta guardare l’andamento dei prodotti Apple per farsene un’idea pratica in piccolo.
Perché gli ebook costano tanto? semplice perché il mercato italiano di questi oggetti virtuali non è pronto o non vuole essere pronto.
Sommariamente nei prezzi con cui acquisti un libro cartaceo ci dovrebbero essere a spanne – perché non sono un operatore del settore, ma come dico io sono un finanziatore 😉 – in percentuale: i diritti d’autore, la stampa, il materiale, i diritti di utilizzo di eventuali immagini, le competenze della casa editrice, i vari trasporti, la distribuzione, forse i costi di promozione, e infine quelli del distributore finale anche qui con il forse.
Guardando nel mondo dell’ebook non ci sono più spese di supporto, ma c’e’ la spesa e il surplus di licenza del software che converte un pdf in ebook, la promozione viene fatta direttamente dalla casa editrice che si premura di avere aperti tutti i canali twitter, fb, siti, magari qualche blog e l’autore stesso che si gestisce la sua pagina, l’eventuale cessione della vendita al distributore che non necessita di trasporti ma di aperture all’accesso ftp e il server che gestisce i libri in giacenza più il software di crittografia (per evitare la condivisione degli ebook) che necessita anche questo di licenza e di aggiornamenti.
E di qui si noterà che l’informatica non m’e’ tanto sconosciuta…
Andiamo a capitalizzare le spese e a separare il fisso dal variabile:
Il server è un investimento a tempo basta un manutentore il primo è un investimento a tempo, il secondo è una quota variabile, ma sono dotazioni che molte case editrici hanno già se sono in rete. Il server oltre a fare da repository, gestisce le pagine web e altro.
Non c’e’ più carta quindi non ci sono più spese esterne di stampa non devi stilare contratti con le tipografie e di solito i correttori di bozze e gli editor li hai in casa e con i traduttori ogni casa si affida a quelli di cui si fida. Quindi togli una parte onerosa (la stampa) e gli altri sono costi variabili a seconda del tipo di libri che si programma di pubblicare.
Rimane il software che deve essere licenziato da parte della casa produttrice per essere usato dall’editore per convertire i libri dal formato in cui li si scrive a quello pubblico, che potrebbe essere il medesimo della crittografazione o uno differente e questo è esempre un investimento.
Ora se calcoli che dire investimento significa che il costo che spendi oggi lo spalmi su ne anni, così vale per le licenze, i diritti etc… e questo ipotetico numerone (server+licenze+ software) non lo utilizzi per un singolo libro ma per tutti i libri che vuoi o vorrai pubblicare…i costi scendono sensibilmente. Ma i diritti d’autore rimangono uguali, perchè non è stato affrontato in materia la questione dei prezzi in funzione di, e quindi anche il ricarico dell’editore rimane cmq invariato, per vari motivi.
Ora ragionando praticamente in termini di mero denaro se l’ebook mi costa 11.00€ e il libro fisico mi costa 12.50€ che senso ha comprare un ebook quando io sul mio ipad (che ho comperato a mie spese) mi devo, scaricare l’ereader (quindi occupo uno spazio che potrei utilizzare differentemente), ebook che se voglio scambiare con un amico ,come spesso avviene per noi lettori, gli dovrei passare tutto il pc, che una volta letto potrebbe non piacermi e quindi nemmeno posso rivendere all’usato o donare ad una biblioteca se non donando il supporto stesso?
Io, l’anno scorso ho letto 71 libri, non li conto io ma santo anoobi, di questi 71, 30 rimarranno con me fino alla morte, 35 sono bellissimi e proprio per questo in parte donati ad una biblioteca perché possano essere conosciuti da più persone e la restante parte inguardabile e quindi cedibile, quale convenienza avrei avuto ad acquistarli in formato elettronico?
Questo è il limite “enorme” dell’ebook…e siccome in Italia i libri si vendono grazie agli accaniti lettori e alle scuole, secondo te, quanto la novità dell’ebook può surclassare su questi ragionamenti l’utilità di un metodo medievale come il successore del codex? Per come si mettono le cose oggi…poco molto poco.
Può darsi, vista la costante crescita e affermazione delle nuove tecnologie, che l’e-book sarà il futuro del libro; ad ogni modo, non credo sarà un futuro immediato.
Credo che il libro, la sua essenza, risieda più nel contenuto più che nel supporto, in ciò che l’autore ha realizzato, nei pensieri e nelle parole che ha fatto affiorare dalla sua sensibilità e creatività, anche se il a mio avviso il supporto cartaceo, specie se provvisto di una particolare rilegatura e composizione, nn smetterà mai di avere il suo fascino; per questo lo considero “più libro”.
Personalmente, credo che l’editoria potrà trovare nuovi stimoli e profitti anche nella vendita dei libri elettronici, nel momento in cui questi ultimi diventeranno però meno costosi e più accessibili a tutti. Al tempo stesso, però, la vendita dei libri cartacei potrebbe procedere, almeno in un primo momento, di pari passo con quella degli e-book; questi potrebbero incrementare il livello della lettura nel momento in cui tutti potranno fruire delle nuove tecnologie che permettono di utilizzarli.
Come vedete pongo tutte le mie risposte come supposizioni, perché non si può mai sapere cosa avverrà…
Massimo colgo l’occasione per salutarti e dirti che ho segnalato il tuo blog a un gruppo di amiche con cui scambiamo letture e pareri su romanzi di vario genere…continua così!
Niente in contrario al libro elettronico – basta che lo si chiami in italiano: elettrolibro? – solo che personalmente non intendo acquistarne. Per i seguenti motivi:
1) La vita ha anche i suoi aspetti fisici. Come mi sembrerebbe innaturale ed eccessivo vivere del tutto metafisicamente, di solo pensiero o di soli sentimenti, cosi’ mi sembrerebbe innaturale ridurre un libro al pensiero dell’autore senza viverne l’aspetto fisico delle pagine cartacee da toccar con mano.
2) Un uomo deve fare le proprie scelte, non farsi trasportare da mode e correnti. Dunque, come per esempio preferisco pensare al ”Grande fratello” di Orwell, sapendo che in realta’ egli e’ il ”fratello maggiore” a tradurlo correttamente, e il realitiscio’ neanche mi passa per la testa, cosi’ se penso a un libro, lo penso fatto di carta o al limite inciso su pietra. Gli alberi si ripiantano e le pietre non si offendono. L’elettronica invece e’ inquinante. Inquinamento elettromagnetico, no? Inoltre, a selezionare meglio la qualita’ delle opere da pubblicare, uscirebbero meno libri, credo, dunque risparmieremmo ugualmente la carta.
3) Mi piace usare le mani e il corpo per fare le cose che amo. Fra queste, leggere, baciare, abbracciare, stringere mani. A quando l’uomo elettronico per evitare di dover sentire l’odore del corpo altrui?
Saluti Cari a Massimo e agli altri tutti
Sergio Sozi
Credo che sia stupido per gli editori spingere l’e-book, in quanto facilmente violabile e condivisibile via internet. Negli anni abbiamo assistito al crollo dei guadagni del cinema e della musica che non hanno scelto di essere violabili, gli editori hanno adesso la possibilità di scegliere. In più, l’e-book potrebbe al massimo essere il futuro in una nazione che ha la tecnologia adatta, il Canada per esempio è’ il paese che vende più lettori e-book al mondo, ma in un paese dove se ne vendono poche decine è stupido anche pensarci. La cultura italiana e di molti altri paesi si basa sulla cultura hackeriana che tutto ciò che è sul web dev’essere gratis. Io ho letto alcuni e-book, ma non ne comprerei mai uno. La gente deve possedere oggetti, è tipico dell’essere umano voler possedere oggetti, anche se hanno un valore intellettuale. Spendere per un oggetto ti fa pesare meno la spesa che non è tangibile con l’e-book, per quanto puoi concentrarti sul valore intellettuale, un libro è un oggetto e c’è differenza tra un oggetto e un non oggetto. Non dico che non sarà il futuro, dico solo che sarebbe un problema in più per il commercio del libro anche perchè non ci vuole nulla a produrre un e-book con gli appositi porgrammini gratutiti e metterlo negli appositi siti di dowload. Gli editori non avrebbero più motivo di esistere e il coro degli “scrittori non scrittori” invaderebbe quello degli scrittori di professione che diventerebbero sempre più trasparenti.
Un abbraccio a Massimo e agli altri.
Ale
E’ una questione senza fine ho dato risposte già una decina di anni fa. Se mi lascio guidare dal sistema editoriale in atto che tiranneggia i piccoli scrittori e degli esordienti ne fa polpette, già mi espressi favorevolmente rispetto agli e-book. Se, inoltre, ripenso alle ore passate a fare fotocopie da parte mia quando studiavo e di tutti gli studenti universitari alle prese con le dispense da fotocopiare, che devo aggiungere se non il fatto che con gli E-book è il libro tecnologico che si fa giustizia ed è l’emblema della libertà sia di diffusione che di lettura. Inoltre, come non riconoscere la superiore fruibilità che offre un E-book, immediata e sempre disponibile. Ho amato e amo i libri in cartaceo, a tal punto che mi riusciva e mi riesce di ripassare e di studiare soltanto sui testi dove ho posto note e riflessioni. Ho un desiderio grande di ritrovare i miei libri del liceo per rileggere le mie note personali. M’è capitato di ritrovare un vecchio testo di merceologia e alla pagina che trattava del pane ho ritrovato una specie di fumetto sul tipo di cartoon dove per capire e ricordare una formula chimica di un processo di panificazione scrissi così: (l’Ossigeno se la squaglia…) Ora ditemi voi, se con gli E-book, potrebbe mai accadere la stessa cosa? Certo è che alcune scoperte tecnologiche sono irreversibili e continueremo a convivere sia con i libri veri e sia con gli E-book che sono comodissimi, specialmente per visionare arti grafiche ad alta definizione e riprodurle in un batter d’occhio e per chi impazzisce per la pittura e la fotografia la strada tecnologica è la strada maestra e non uccide alberi….
Il mercato dei libri è in crisi. Si produce tanto e si legge poco.
I librai hanno difficoltà a vendere. I resi aumentano in maniera esponenziale.
La maggior parte dei libri stampati molto spesso non arrivano nemmeno nelle librerie. La maggior parte di quelli che ci arrivano non vengono venduti e tornano indietro.
Il destino della maggior parte dei libri di carta comincia con la stampa e si conclude con la distruzione al macero, senza che qualcuno li abbia mai aperti.
Un destino triste, ma è la realtà.
Il preambolo sopra per dire che l’ebook non corre questi rischi. Magari la maggior parte degli ebook non verranno letti, così come i libri di carta. Ma quanto meno si evita lo scempio che ho descritto prima: quello dei libri di carta nati morti.
Se non si era capito, sono assolutamente a favore dell’ebook.
Salve a tutti. Vi chiedo scusa se intervengo senza aver letto gli altri commenti, ma lo farò nei prossimi giorni. Intanto ecco le mie risposte alle domande…………
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
L’Ebook non è il futuro. è già il presente, anche se non ha certo l’esclusività del presente.
2. Se sì, fino a che punto?
Fino al punto in cui si incontrerà un equilibrio tra l’aumento della vendita di Ebook e il decremento della vendita di libri a stampa.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Secondo l’attuale senso comune direi entrambi.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Secondo me, il secondo.
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Come ho già scritto prima aumenterà la vendita di Ebook e diminuirà quelli dei libri stampati (che però non spariranno).
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Il rischio c’è. Ed i collezionisti esistono già. Un mio amico colleziona vecchi gialli mondadori, per esempio.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Non credo. Ci vuole ben altro a convincere la gente a leggere.
Questo argomento mi preoccupa molto. E così rispondo anch’io.
1. L’e-book è davvero il futuro del libro? 2. Se sì, fino a che punto?
Sono una lettrice accanita. Amo il profumo della carta stampata. Amo le pagine. Eppure temo che davvero l’e-book sarà il futuro del libro. Perché? Perché io ho cinquant’anni ma vedo i miei figli e i loro amici. Vanno all’università e prendono appunti sul computer. Studiano sul computer. “E come fai a sottolineare?” chiedo io che cambiavo le matitine colorate, che ricopiavo gli appunti in bella copia su quadernini a quadretti…
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Entrambi
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Il primo
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Grigio
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Accadrà. Fra moltissimo tempo, credo, ma accadrà.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
Ne dubito.
Aggiungo un’ultima constatazione mia personale:
dover dipendere dall’energia elettrica anche per leggere un libro è orribile.
Per l’ennesima volta ho ripensato al l ibro elettronico e dal momento che chi sa dei libri che pubblico non fa altro che chiedermeli sempre in omaggio, mai una volta che mi chiedano quale sia il loro costo, come se pensassero che i libri piovano dal cielo, quando invece per noi scrittori esordienti rappresentano grandi sacrifici, quindi ben venga l’E-book, almeno costa meno e chi lo vuole se lo va a cercare da solo….Non si può mica fare beneficienza tutta la vita….
secondo me l’aumento registrato dalla vendita degli ebook in questi ultimi mesi è determinato “dall’effetto novità”. secondo me continueranno a vendersi di più i libri di carta.
aggiungo che il paragone con la musica e gli mp3 non regge, perché trattasi di altra cosa: la lettura esige un contatto fisico con il supporto e un’attività manuale anche se limitata al girare pagina. Per la musica il contatto fisico nel senso inteso è certamente inferiore.
Ciao Massimo. E’ un argomento molto interessante. Se posso dare la mia umile opinione, penso che la differenza sostanziale tra un libro e un e-book consista nell’impatto emotivo. Quando compro un libro, la prima cosa che faccio è aprirlo a caso e sentirne l’odore…mi piace l’odore delle pagine…anche di quelle meno nuove, un pò ingiallite. Ma è anche vero che viviamo ormai in una società in continuo divenire, altamente tecnologica e l’e-book ne è il simbolo…ben venga se è un modo per avvicinare alla lettura, ma non deve assolutamente sostituire il libro, altrimenti anche la lettura diviene un momento puramente virtuale, un pò come i rapporti umani che nascono nei social network…si perde il contatto…si affidano le emozioni a una tastiera…a un semplice “clic”…
Caro Massimo, posso senz’altro dirti che il fascino del cartaceo non morirà mai! Un libro “classico” è sempre lì pronto nel cassetto del comodino, discreto, silenzioso, non chiede carica batterie, non chiede chievette USB, non chiede nulla, aspetta pazientemente che qualcuno lo prenda quando ne ha voglia e ne legga anche solo qualche rigo magari prima di prendere sonno.
Cari amici, ringrazio tutti voi per i nuovi commenti pervenuti.
Ne approfitto per ringraziare e salutare i nuovi intervenuti: Annalisa, Antonella Beccari, Daniela, Vittorio Lanna, E-Book, M.Teresa Santalucia Scibona (ciao, Tessy)…
E ancora saluti e ringraziamenti a: Sara, Sergio Sozi, Alessandro Cascio, Gabry Conti, Renato, Marco Vinci, Lavinia, Maria Spicuglia, Antonio, Agatino Santagati.
Grazie mille a tutti.
Per stasera chiudo qui.
Domani conto di inserire, tra i commenti, la prefazione di “L’e-book e (è?) il futuro del libro”.
Intanto voi continuate a intervenire (se potete e avete voglia). Magari anche andando a pescare “news” interessanti in giro per la rete (purché siano in tema, ovviamente).
Insomma, qui il cantiere rimane aperto.
Auguro a tutti voi una serena notte.
Sto seguendo con attenzione tutti gli interventi, ricchi di spunti e di riflessioni interessanti, è importante su un argomento come l’e-book e il futuro del libro conoscere il parere di più persone possibili, specie se lettori forti come in questo blog.
quello del futuro del libro rispetto alle nuove tecnologie è un argomento che non può non riguardare tutti coloro che leggono.
per me, in generale, va bene tutto purché non mi impediate la possibilità di leggere.
non vorrei dire banalità, per me ripeto l’importante è che si possa leggere. però noto alcuni pregiudizi sul mezzo elettronico. per esempio la manualità, lo sfogliare le pagine. anche un ebook reader si tiene in mano, e anche lì giri le pagine. solo che lo fai in modo diverso.
sull’olfatto e sugli odori. anche qui è solo questione di abitudine.
anzi, ci piace sentire l’odore della carta stampata? magari produrranno ebook reader che emettono quell’odore. e magari ci saranno gli ebook reader all’odore di fragola, di albicocca, di chanel n. 5.
in tal modo anche il nostro olfatto sarebbe soddisfatto.
sull’idea di leggere un libro di carta senza il bisogno di energia elettrica.
siamo proprio sicuri che è così? quanti di voi leggono con la luce del giorno?
penso che la maggior parte di noi legge la sera. e per farlo ha bisogno di energia elettrica, anche se il libro è di carta.
dai, non mi verrete a dire che leggete a lume di candela…….
di Gennaro Di Biase
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Genova – Cosa nota: nulla si crea e nulla si distrugge. Dunque non è detto che nell’era messianica di Internet sia scaduto il tempo della carta.
John Locke è un genio. Si dirà, perché è una novità decisiva per il futuro dell’editoria. Ma chi è Locke? Non si parla del leggendario filosofo britannico illuminato e nemmeno dell’omonimo protagonista del leggendario telefilm “Lost”. Come diceva Dante, la terza volta si monta a cavallo e si trova la terza omonimia. Quella giusta.
John Locke è l’autore digitale più gettonato del mondo. Il suo prode personaggio si chiama Donovan Creed, è un ex sicario della CIA che, nei diversi libri (pardon, Ebook) passeggia nel mezzo delle classiche vicende di questo genere al limite della realtà. L’ultima avventura, dal titolo “Saving Rachel”, ha venduto un milione di copie online.
Così, come annuncia Amazon, Locke, statunitense di 60 anni, è diventato il primo autore a vendere un milione di Ebook senza mai appellarsi a nessun editore, approdando nel Kindle million club, un’elite di autori che hanno superato il milione di copie digitali.
Se, dall’ormai antico punto di vista della letteratura, il libro non sarà probabilmente un pari grado del thriller gaddiano “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, almeno tre fattori decisivi contribuiscono alla genialità assoluta del terzo Locke. Il prezzo irrisorio del testo, fissato a 99 centesimi di dollaro. Una trama certamente vincente, che gioca sulla classica voglia d’evasione dei lettori dalla realtà. In ultimo, ma è un’ipotesi, il fatto che il nome John Locke sia uno dei più gettonati del Web, date le omonimie. E si sa che navigando capita spesso di cercare cose che non si trovano e di trovare cose che non si cercano, ma che sono cliccate da miliardi di marinai della rete. Comunque, Locke, senza la stessa fama alle spalle, è entrato nel gotha del Kindle million club insieme ad altri autori che hanno nomi decisamente già noti: Stieg Larsson, James Patterson, Suzanne Collins, Charlaine Harris e Michael Connelly, Nora Roberts, Lee Child.
Locke: omonimia della buona sorte, geniale strategia dell’autore o del destino? Poco importa, se l’astuzia è parte della forza. E tutto sommando, anche “genio” è una parola rischiosa, a tratti antidemocratica e faziosa. Con Locke, forse è iniziato il tempo che la carta ci mette per finire.
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Fonte: Il Secolo XIX, 23 giugno 2011
1. L’e-book è davvero il futuro del libro?
Spero proprio che non lo sia, perché il libro, pur con una tecnologia assai più antica, trasmette il profumo della carta, si sfoglia, si può leggere, si possono fare gli angolini alle pagine, sta bene in biblioteca, e per leggerlo non occorre una pila agli ioni di litio.
2. Se sì, fino a che punto?
Io spero di no.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Un libro è come la cornice di un quadro e una brutta cornice, senza intaccare il valore dell’opera, tuttavia la presenta meno bene.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
E’ una domanda limite: fra il nulla delle pagine bianche e il romanzo leggibile sull’e-book sembrerebbe più libro quest’ultimo, anche se definire libro un e-book non mi trova d’accordo, perché manca quel senso tattile che permette, per esempio, di voltare le pagine inumidendo l’indice.
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie?
Non sono un veggente, ma vedo un futuro poco roseo in generale, a piuttosto oscuro per la cultura. Già la letteratura è poca, già si incensano opere modeste di autori altrettanto modesti, pubblicizzati, diffusi in modo capillare. Penso che con l’e-book questo sarà più facile e meno costoso; quindi questa tecnologia dovrebbe prendere sempre più piede.
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
Dipenderà dal livello culturale.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura?
No, non credo proprio, a meno che per lettura intendiamo limitarsi a leggere un libro già convinti, ancor prima di iniziarlo, che sia un capolavoro, perché bombardati dai media; se invece associamo alla lettura il suo fine culturale, e quindi la disamina attenta dei periodi, del linguaggio, dei significati, credo che la versione cartacea sia ancora la migliore, riuscendo a creare quel contatto imprescindibile fra autore e lettore che la freddezza asettica dell’elettronica di fatto impedisce.
Vorrei far notare che si “collezionano” libri da quando si è cominciato a stamparli, mentre i rinascimentali collezionavano i testi autografi e ricopiati degli antichi.
E meno male, altrimenti, a seconda dei poteri e del pensiero dominante, quanta storia avremmo perduto?????? Chi potrebbe leggerlo Erodoto, per esempio?
I falò ci sono stati e continuano ad esserci, anche se le metodologie contemporaneee sono più sottili, e quindi ben vengano i collezionisti.
Non riesco a capire l’accezione pseudonegativa verso il collezionismo, forse perchè il termine finisce in ismo?
Ripeto, oltre i libri, collezioneremo anche gli elettrolibri (come qualcuno li ha definiti). E allora? L’importante è backuppare. 😉
@ antonella beccari
credo che il termine “collezionismo” sia applicato ai libri rispetto all’ebook, come è oggi applicato ai dichi in vinile rispetto ai cd.
Magari i dischi si collezionavano anche prima, ma oggi lo si fa con un senso di “rarità”.
voglio dire che l’ipotesi è che il mercato dei libri di carta diventi minoritario, ovvero di “nicchia”, come è oggi quello dei dischi in vinile, che sono acquistati da collezionisti.
Cara Antonella, carao Giacomo… be’, sì… il riferimento a “pezzi da collezione” va inteso nel senso espresso da Giacomo. Nessuna accezione pseudonegativa. 😉
Grazie a Francesco e Lucilla per i nuovi commenti…
E, ovviamente, grazie anche a Renzo Montagnoli per aver risposto alle domande.
Mi pare che la discussione sia equilibrata e che lo considerazioni pro e contro siano piuttosto in equilibrio.
Grazie a tutti.
Come anticipato ieri, inserisco la premessa a “L’e-book e (è?) il futuro del libro”…
“L’e-book e (è?) il futuro del libro” – Premessa (parte I)
–
Caro lettore (o non-lettore) che hai appena preso in mano questo piccolo libro e hai iniziato a sfogliarlo. Aspetta un attimo. Prima di decidere di rimetterlo a posto, dagli una possibilità.
Perché ti riguarda.
Ti riguarda se sei un lettore, ma ti riguarda anche (e soprattutto) se sei un non-lettore (capirai il senso di queste mie parole nelle pagine finali).
Forse, caro lettore (o non-lettore), ti chiami Tommy (o Margie) e sei un adolescente che vive nel 2157. Magari sei approdato su queste pagine per puro caso, dopo oltre un secolo dalla loro pubblicazione. O forse no. Forse ti chiami Antonio (o Maria) e stai sfogliando questo libro il giorno dopo che è stato stampato.
Ma non importa.
Quello che mi preme, è farti capire che ‒ in un modo o nell’altro ‒ il tuo ruolo è essenziale.
Ti spiegherò il perché.
Dunque, aspetta. E seguimi…
“L’e-book e (è?) il futuro del libro” – Premessa (parte II)
–
Andiamo per ordine…
Tra il 2 e il 4 settembre del 2009, ho avuto il piacere di partecipare a un evento chiamato “Oronzo Macondo”, nell’ambito del quale si sono succeduti incontri, dibattiti, workshop, approfondimenti sulla letteratura italiana contemporanea e i rapporti con i nuovi media. Oltre a me, hanno partecipato: Gianni Biondillo, Davide Borrelli, Girolamo De Michele, Carlo Formenti, Elisabetta Liguori, Giulio Mozzi, Paolo Nori, Antonio Pascale, Livio Romano, Michele Trecca, Giorgio Vasta, Dario Voltolini.
L’idea era quella di riunire scrittori, blogger, sociologi, studiosi e critici ‒ ospiti del Salento in una sorta di “grande fratello della comunicazione” ‒ per analizzare le nuove frontiere della cultura, le sue prospettive, i suoi successi, i suoi fallimenti, le illusioni.
Le discussioni sono state avviate partendo dagli stimoli forniti dalle seguenti domande.
Quale rapporto c’è tra letteratura, linguaggio e nuovi media? A distanza di oltre dieci anni dall’esplosione del web, le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di scrivere, di raccontare, di farsi leggere? Le speranze di rilancio della letteratura e della scrittura creativa che agli inizi degli anni ’80 alcuni intellettuali avevano riposto in internet, sono state disattese o si sono concretizzate in nuovi orizzonti? E come ha reagito a tutto questo il mercato? Quali sono le prospettive artistiche ed economiche di questo mondo?
Contestualmente ebbi modo di organizzare, sul mio blog Letteratitudine , a partire dal 2 ottobre del 2009, un dibattito on line intitolato ‒ appunto ‒ “Oronzo Macondo: la letteratura e i nuovi media” . Il dibattito è ancora aperto e figura tra i post permanenti del blog.
Uno dei punti centrali del dibattito ha riguardato (e riguarda) il futuro del libro e dell’editoria alla luce dell’esplosione del digitale. Tema, a tutt’oggi, attualissimo… e affrontato un po’ ovunque da quotidiani, magazine e siti web che si occupano di letteratura ed editoria.
Sei ancora qui, caro lettore (o non-lettore)?
Bene. Ti ringrazio. Non ti farò perdere molto tempo. Lo prometto.
“L’e-book e (è?) il futuro del libro” – Premessa (parte III)
–
Prima di recarmi in Salento per “Oronzo Macondo”, ebbi modo di riflettere sull’e-book e sulla storia del libro. Più o meno emersero le seguenti considerazioni:
– da sempre l’uomo ha avuto la necessità di comunicare attraverso segni scritti;
– la storia della comunicazione scritta segue un percorso che va in tre direzioni: leggerezza, trasportabilità, riproducibilità, ovvero… trasmissione;
– la comunicazione scritta ha sempre richiesto l’esistenza di supporti;
– i primi supporti furono le pareti delle caverne (il massimo della pesantezza, intrasportabilità, irriproducibilità), poi si usarono lastre di roccia, pergamene, papiri, pagine rilegate e ricopiate a mano, i volumi stampati (Gutenberg);
– con l’era digitale e l’e-book (vedi Kindle e altri supporti) il percorso che persegue la leggerezza, la trasportabilità, la riproducibilità beneficia di una rilevante impennata (nuova rivoluzione?).
Dall’ultima delle riflessioni riportate, ne nascono altre.
Che cos’è un libro? Un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su Kindle, quale dei due è… più libro?
–
Tema attualissimo, caro lettore (o non-lettore). Tema che ti riguarda e che ho cercato di approfondire in questo volumetto. L’intento ‒ bada bene ‒ non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book (sono già stati pubblicati tanti autorevoli saggi in proposito), ma divulgare opinioni emotive sull’argomento. Per far ciò, ho coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro (scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali) che hanno gentilmente messo a disposizione il loro parere.
Dunque, caro lettore (o non-lettore)… non farmi fare brutta figura e continua a seguirmi.
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Massimo Maugeri
Marzo 2011
Ringrazio tutti per l’attenzione, nella speranza che la discussione possa proseguire…
Come sempre, auguro a tutti voi una serena notte.
Caro Massi
di certo avremo modo di riprendere tanti degli spunti offerti in questo interessantissimo post il 30 Giugno, alla Feltrinelli di Catania, dove avrò il piacere di presentare questo tuo nuovo saggio, che getta uno sguardo acuto e penetrante sul futuro del libro….
Credo che la discussione abbia due piani di approccio. Uno “riflessivo”, e quindi razionale,di previsione, auspici, ragionamenti.
E uno “emotivo”, e quindi legato ai sensi, al rumore della carta del libro, all’odore, al tatto, al fascinoso adattamento della pagina alle dita…
Questo “doppio binario” potrebbe anche riflettersi nella strada da intraprendere…lasciando all’e-book lo spazio dell’informazione scientifica, giornalistica, tecnica. E al libro quella più creativa, passionale, narrativa.
Sono di questo avviso molti dei tuoi intervistati, caro Massi. Per esempio Filippo Tuena, che osserva: ” la lettura d’evasione mi sembra destinata al cartaceo, mentre la ricerca si potrà giovare della nuova tecnologia” (pag 117)
C’è poi chi avverte che il rischio è nella forma, non nello strumento. per esempio Elvira Seminara che osserva: “Sarebbe triste se la lingua-rete, veloce e ipoaggettivata, basica e paratattia, diventasse il modello per ogni tipo di scrittura, perchè più agevole e più immediata, più “scaricabile”…”
Daniela Carmosino invece si chiede: “Ciò che muta non è il contenuto ma solo il mezzo. E semmai le modalità di fruizione. La questione allora è: quanto il mezzo può incidere sulle modalità di fruizione? (pag 72) “
Mentre Manuela La Ferla pensa che l’e-book, alla fine, comporterà una apertura nella produzione culturale in genere. “La bellezza e la forza della parola scritta, la ricerca di un autore, la qualità di un testo saranno decisivi. Finirà la dittatura delle tirature e dei tempi stretti di produzione e ci si potrà concentrare, molto più che adesso, sul testo e sulla sua resa migliore”…(pag 89)
Quanto a me, Massi…credo che il mezzo influenzi la forma, ma che questa commistione possa anche dar vita a creazioni, felici assemblamenti, contagi. La velocità e la lentezza. Il futuro e il passato. La durezza e la morbidezza. O, ancora, lo schermo e la carta…
Ma nel mezzo, ci siamo noi. Noi e la nostra fantasia. Noi e il richiamo del cuore. Noi e la ricerca di un senso…Forse possiamo avvantaggiarci di tutto, attingere da tutto. Forse la parola felice,in ogni mutamento, è : “apertura”. Coraggio ed equilibrio. Sguardo oltre, ma anche memoria.
Una felice commistione di ogni briciola del passaggio nel tempo e dei nostri sforzi. Divenire, ma anche non dimenticare.
Saperlo fare è la vera scommessa. E non solo nel futuro del libro…
Una felice sera e appuntamento giovedì prossimo (30 giugno), ore 18, alla Feltrinelli di Catania!
@Giacomo Tessani
Ricevuto Giacomo e Massimo…
in ogni caso, Giacomo, oggi si sta ritornando a produrre i vinile perchè il “sound” di un vinile non ha paragoni con un mp3 o un cd, per ragioni di frequenze che un tecnico sa spiegare senz’altro meglio di me.
Quindi senz’altro gli e-books hanno e avranno sempre di più il loro momento di successo fino a quando il mercato non avrà trovato una situazione-richiesta bilanciata tra e-book e libro. Ma si continuerà a stampare libri, probabilmente in maniera più oculata.
Per esempio, la letteratura spazzatura va benissimo venduta sull’e-book perchè, una volta letta, è appunto buona per la spazzatura. Naturalmente è solo un esempio: in realtà la funzione dell’e-book può essere squisita.
Invece, per quel che mi riguarda e che riguarda gli e-books e le piattaforme di lettura in generale, io non ne posso già più adesso di schermi luminosi; non so tu ma i miei occhi sono sempre più sofferenti (non è vero, sono letteralmente esasperati). E pensare di essere obbligata anche a leggere su uno schermo, mi fa venire voglia di cambiare vita e andare a piantare fiori. E darmi alla vita del buon selvaggio.
Quindi preferisco leggere sulla carta. E non perchè sull’e-book non giri la pagina (non è vero, la giri), non perchè non puoi sottolineare (credo abbiano già trovato la possibilità di fare appunti e rimandi), e non perché non abbia odore e sapore (per i cinestesici qualcuno ha detto che faranno anche e-book alla fragola); quanto piuttosto perché mi è necessaria una visione globale e d’insieme che un libro stampato su e-book non può dare.
Forse mi sbaglio ma pensare a un mondo senza libri di carta, mi fa pensare proprio a un povero mondo. Pensare a un mondo dove ci siano libri di carta e libri di bit, mi fa stare un po’ meglio.
Il problema invece mi sembrerebbe un altro: chi deciderà quale libro verrà supportato dalla carta piuttosto che dal bit? Perché l’ideale sarebbe poter scegliere fra entrambi. Quindi proporrei una legge che obblighi a pubblicare una quota corrispondente di versioni su carta rispetto alla versione in bit. Sono troppo fantasiosa??
Sarà che di questi tempi mi sento un po’ avvelenata dagli schermi ma…
se venisse una bella tempesta elettromagnetica che mettesse in ginocchio il pianeta stanotte, mi dici come farei a continuare a leggere il romanzo che sto leggendo sul mio e-book???
Meglio la tavoletta di creta, semmai la pergamena. E’ più resistente. 🙂
Va be’, a parte gli scherzi… viva i libri elettromagnetici! ma battiamoci per i libri di carta, o comunque libri fatti di una qualche sostanza fisica. Perché se i bit ci lasciano a piedi, resti il libro.
Sono pazza, Giacomo?
Io vedo un mondo sempre più distratto e gente che legge sempre meno. Al di là dell’ebook/libro-carta è questa la questione vera.
Non credo che l’ebook favorirà l’aumento della lettura, ma di certo favorirà l’aumento della produzione di testi.
Ma chi li leggerà?
E ancora : tra i milioni di testi che verranno prodotti, quanto aumenterà il rischio che l’erba buona scacci la cattiva?
Credo che l’avvento dell’ebook incrementerà lo sviluppo dei libri fantasma: libri nati morti, perché nessuno li leggerà.
Alla fine ogni uomo sulla terra scriverà i suoi libri e li pubblicherà, ma per farlo non avrà più il tempo per leggere i libri degli altri.
Alla fine ogni scrittore sarà l’unico lettore dei suoi stessi testi.
Vi sembro esagerato?
Suggestiva e apocalittica la tesi di Raffaele Dimanti dell’autore unico lettore di se stesso. Potrebbe essere il tema di un romanzo di SF.
Io credo che (come già dissi in anni passati quando qui si trattò lo stesso argomento) il futuro del libro elettronico non stia tanto nel romanzo tradizionale, ma nel “meta-libro” che potrebbe fare nascere nuovi generi letterari contaminati da immagini, musica, e altre forme di comunicazione visiva e/o uditiva attraverso link che permettono la navigazione ad ampio spettro. Oppure per testi divulgativi o di studio che (per gli stessi motivi) permettono facili e immediati rimandi ad altre opere.
Date le continue (e sempre nuove) possibilità dell’informatica mi pare estremamente riduttivo ridurre il libro elettronica alla pubblicazione in altra forma di quanto pubblicabile pari pari su carta, e il cui unico vantaggio vedo nella riduzione dello spazio di archiviazione (io sono sempre a combattere per trovare nuovi spazi per nuovi scaffali e al crollo di Billy di Ikea sovraccaricati) e nella riduzione degli sprechi.
Ma credo che ancora per qualche decennio, o forse più, il volume all’odor di cellulosa potrà largamente tenere. Vivo attaccato al computer buona parte della mia giornata lavorativa e rimanere attaccato a video e display anche nel tempo libero potrebbe compromettere la vista (come dice Antonella).
Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro?
Sostanzialmente nessuno dei due. Il primo è un quaderno o un album da disegno (l’ha già detto qualcuno). Il secondo è un dispositivo attraverso il quale è fruibile un’opera letteraria.
Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi?
Nel mio vocabolario continua a essere l’insieme dei due. Non so per altri.
La visione di Raffaele Dimanti, per quanto suggestiva come dice bene Carlo, mi pare in effetti esagerata. Anche se mi rendo conto che si tratta di una provocazione.
Chi ama leggere continuerà a farlo e andrà a caccia di belle storie: in ebook o su libri stampati.
Io non credo che esistano persone che scrivono senza leggere. O meglio, ci saranno pure ma è una “devianza” irrilevante. Così come ci potrebbe essere qualcuno che decide di fare il regista cinematografico con la videocamera di famiglia, senza andare a vedere i film “veri”.
Ci saranno: ma non saranno registi, così come nel primo caso non saranno scrittori.
Hallo’ Massimo,ho visto ieri mattina l’intervista televisiva a Historica e mi sono detta “Io a questo geniaccio lo conosco” Complimenti per l’impegno a rendere la tecnologia a servizio dell’uomo del nostro tempo che vive il tempo, senza tempo.
Nel tempo senza tempo penso che si possa collocare e-booK, ma bisogna anche scrivere per l’uomo nel Tempo e per questi credo ci vogliono carta e penna e cioè le cose che durano sempre lì, fisse e serene come un richiamo a non dimenticare. L’e-book è una modalità di accesso alla conoscenza che la tecnologia ci offre e perchè non sfruttarla?
Un futuro della conoscenza costruito, però, su immagini che appaiono e scompaiono passando un dito sullo schermo non si riesce ad immaginare.
A volte si rende necessario, come in questo caso, guardare alla struttura dello strumento perchè non è tanto quel che esso fa o dice che potrebbe imbrogliare le carte, ma lo strumento stesso che cataputandosi su una novella generazione potrebbe dare ad essa l’impressione che la vita sia come quello strumento: una lavagnetta su cui si può scrivere “e” senza accento e poi dopo anni, quando è troppo tardi, capire che quella “e” andava scritta con l’accento. L’accento avrebbe cambiato il senso stesso del nostro tempo.
Siccome io vado errando tra carta penna e calamaio ti chiedo quando vedrò nei tuoi segnalati il mio “La vita dell’essenza sfiorata dall’ombra” con la bella recensione di Renzo Montagnoli? Ci terrei, ma in ogni caso grazie lo stesso. Ho un figlio che ti somiglia tanto e te lo perdonerei!
Sul libro incasellato in libreria con il sigillo dell’eternità nella mia silloge scrivo così:
…………….
“,Vedo polvere vitrea sulla libreria
non riesco più a cacciarla via
è anch’essa relitto di archeologia.
Guardo la pila dei libri
e ne conosco di ciascuno il posto:
so che Kierkegaard
è in prima fila
e stringe sulla destra Zaratustra
e a sinistra, in ordine d’altezza
c’è la poesia
il “canto del pastore errante”
con cui condivido la nostalgia
e le strane e piccole magie.
……………………………
………………………..”
Dalla poesia COSE
viviamo a cavallo tra due mondi. c’è un prima e c’è un dopo. il prima è il mondo senza la tecnologia digitale, il dopo è il mondo con la tecnologia digitale. abbiamo appena varcato la soglia e siamo entrati in questo mondo. la porta si chiude alle nostre spalle. non si torna indietro.
il libro di carta finirà nei musei a far compagnia a quello scritto a mano. poi potrà esserci anche un museo del libro elettronico, ma avverrà dopo. e questo non impedirà alle altre due versioni del libro, quello scritto a mano e quello di carta, di diventare pezzi da museo.
(ASCA) – Roma, 23 giu – ”Nel mercato editoriale si puo’ fare di piu’ per agevolare la diffusione dei libri elettronici. E’ mai possibile che l’IVA sugli e-book sia di gran lunga superiore all’IVA agevolata che l’Italia applica, come gli altri Paesi dell’Unione Europea, sui libri tradizionali? E’ del tutto evidente che questo differenziale costituisce una barriera molto seria alla diffusione di uno strumento di lettura sempre piu’ importante. Sarebbe anzi opportuno, in generale, premiare fiscalmente l’innovazione tecnologica differenziando i prodotti dagli strumenti distributivi”.
Cosi’ il presidente della Fondazione ItaliaFutura, Luca Cordero di Montezemolo, dal palco del teatro Argentina di Roma, in occasione del convegno ”Cultura, orgoglio italiano”.
La forma ricorda quella dei primi videogiochi arrivati in Italia e il funzionamento era garantito dai floppy disk (“all’epoca i cd rom non esistevano ancora”). Incipit, il libro elettronico che l’architetto varesino Franco Crugnola e sua moglie Isabella Rigamonti presentarono nel 1993 al Politecnico di Milano per la discussione della tesi di laurea in Architettura, è il progenitore del moderno e-book. Non ha mai visto la luce perché all’epoca nessuno diede fiducia ai due giovani progettisti. “Le lettere inviate a due grandi aziende furono ignorate o derise. Ci risposero che a nessuno sarebbe mai interessato un prodotto del genere – racconta Crugnola – e brevettare l’idea ci sarebbe costato 20 milioni di lire. Così lasciammo perdere. Oggi ci rimangono i prototipi realizzati per la tesi e la consapevolezza di aver visto più lontano di tutti”
(Lucia Landoni) – Repubblica-Milano
http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/06/24/foto/franco_l_uomo_che_invento_l_e-book_ma_nel_1993_nessuno_ci_diede_retta-18137331/1/
L’eBook non è il futuro del Libro, l’eBook è un’altra modalità per fruire di un libro.
Stiano tranquilli tutti coloro i quali non voglio rinunciare al libro tradizionale, questo non morirà mai come non è ancora morta la possibilità di andarsi a vedere un film in una sala cinematografica anziché noleggiarsi un Dvd.
Come per il cinema, esiste per il libro l’una e l’altra possibilità: il volume o l’eBook.
Questo parlando secondo una visione per così dire banale, supponendo che l’eBook sia solo e soltanto la fotocopia digitale di quanto è stato già pubblicato.
Per quanto mi riguarda questa è una visione asfittica, provinciale assolutamente detestabile.
Per quanto mi riguarda lascerei tutti i libri già pubblicati dove sono, nelle librerie e magari resusciteri in eBook quelli che miopi grandi editori hanno dimenticato e non ristampano. Per il resto, darei respiro alla creatività con l’eBook.
Solo e soltanto novità in eBook e se proprio qualcuno le vuole leggere queste novità in volume gliele stampiamo appositamente on demand una copia per volta, veri volumi che non vanno in libreria ma dall’editore al lettore e che noi di Simonelli Editore abbiamo definito ExLibris.
Basta con questi dibattiti su l’eBook sì o l’eBook no.
L’eBook c’è, esiste, in Italia siamo su questo tema 7 anni indietro rispetto al resto del mondo.
L’eBook c’è e se qualche editore non riesce a capire quale opportunità creativa ed imprenditoriale offre peggio per lui.
Nel resto resto del mondo se ne sono accorti da tempo.
Carlo S. “Io credo che (come già dissi in anni passati quando qui si trattò lo stesso argomento) il futuro del libro elettronico non stia tanto nel romanzo tradizionale, ma nel “meta-libro” che potrebbe fare nascere nuovi generi letterari contaminati da immagini, musica, e altre forme di comunicazione visiva e/o uditiva attraverso link che permettono la navigazione ad ampio spettro. Oppure per testi divulgativi o di studio che (per gli stessi motivi) permettono facili e immediati rimandi ad altre opere.”
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Credo che questo sia il miglior ricorso all’e-book. Certo che in questo modo avremmo un ibrido, magari utile, ma che finirebbe per condizionare ulteriormente la mente del lettore, sempre meno libera di spaziare con la fantasia.
@Renzo Montagnoli
Io credo invece, Renzo, che l’e-book potrebbe essere una bella sfida per uno scrittore e anche per il lettore, e anche per Luciano Simonelli così arrabbiato (però Luciano, me la fai anche una copia cartacea, ogni tot di ebooks, vero?) e non mi pare che produca mancanza di fantasia. In realtà credo che ci sia un disperato bisogno di metalibri.
Tra i ventenni di oggi si dice che internet è un vero e proprio universo parallelo, tangibile, ma diverso dalla realtà che fino a pochi decenni fa eravamo soliti sperimentare. Evidentemente.
Un universo che esiste ma corre su binari che appartengono a un’altra dimensione. Totalmente da esplorare.
Avevo già detto – non mi ricordo se qui -, che la dimostrazione visiva della quarta dimensione ci è stata data in virtù di simulazioni su computer. Prima del computer era un po’ difficile farsi un’idea dell’ipercubo.
Forse l’e-book sarà – anche – l’ipercubo della letteratura dove, appunto, come mi piace quando lo dici, avverrà una commistione di “immagini, musica, e altre forme di comunicazione visiva e/o uditiva attraverso link che permettono la navigazione ad ampio spettro”, cioè il metalibro.
E occorre un metalibro, a questo punto, perchè vedo insoddisfazione nei giovani e in chi si avvale delle piattaforme di comunicazione odierne. Ma soprattutto noto nei giovani una sorta di schizofrenia che li assale perchè devono misurarsi con un mondo che non riesce ancora a produrre l’arte del loro tempo. Sono disincantati e con l’ipercubo ci giocano tutti i giorni, per loro è intuitivo capire questa benedetta quarta variabile, ma non trovano l’arte che la trasformi e la seduca; non esiste ancora la fiaba attraverso la quale viverne i drammi e uscirne vincitori.
Si danno ai giochi per contenere il loro ipercubo, ma a scuola li sottopongono a programmi di lettura, per esempio, che non stanno al passo con la velocità del loro pensiero, delle loro dinamiche mentali. Sono programmi troppo lenti e troppo lontani dalla loro quotidiana sperimentazione. L’altro giorno una mamma cercava in libreria Il Diario di Anna Frank, per una lettura estiva assegnata al proprio figlio. Niente contro Il Diario, per carità, ma poi non ci si può lamentare se questi ragazzi non leggono. Leggere deve aprire nuove sinapsi, e loro lo sanno bene perché è il gioco a cui giocano dalla prima consolle. Ma hanno per compagni degli adulti ancorati a un’idea di cultura che invece si è trasformata e alla quale spesso non riescono a tenere dietro.
Così i ragazzi restano degli ibridi insoddisfatti, una razza di prototipo Ferrari costretta a girare in terza marcia; e i genitori degli esseri logorati dalla loro potenza di marcia, una razza di Panda truccata per girare in quinta marcia.
Queste ultime idee, fuori tema, per spiegare un pochino quello che avevo scritto all’inizio.
In realtà il discorso è molto più ampio e meno semplicistico. Andrebbe senz’altro fatto meglio ma, appunto come diceva Carloesse quando diceva come dice Antonella), per oggi non ne posso più di schermi. Mi scuso per la toccata e fuga. Buona serata
p.s.: poco prima di uscire mi ha sbirciato al computer (il mio figliolo)… ha letto quello ho scritto… risposta: “si va be’, mamma, ma basta con la filosofia, e facciamole le cose..” Insomma, mentre noi stiamo a menarcela col movimento dell’ipercubo, loro stanno già giocando con la quinta dimensione perché gli serve per uscire dall’angoscia della quarta.
Confesso che in casa, per i giochi sulla quinta (dimensione, non marcia) mi faccio allieva del figlio. Vedo che anche ai figli fa piacere diventare genitori dei propri genitori, quando occorre. Li fa meno egoisti, anche meno egoici.
E con quest’ultima sortita ho finalmente finito di andare fuori tema.
Buona nottata.
Un ultimo apparente fuori tema: consiglio di lettura.
“Flatlandia, racconto fantastico a più dimensioni” di Edwin Abbott Abbott. !!!
Un romanzo di matematica n-dimensionale. Fa bene ai matematici, ai bambini e ai grandi, ai poeti e alle mamme che non sanno spiegare ai figli Einstein. E anche alle insegnanti di matematica che si lamentano del rendimento delle loro classi.
Magari l’edizione di Bollati Boringhieri, 2008 (dentro c’è anche un dvd con il film che ne è stato tratto). Non è proprio un e-book ma consideremo il cd come un link.
Per me l’eBook è una manna. Per lavoro sono costretto spesse volte a cambiare appartamento e città.
Ogni volta è un dispiacere lasciare molti libri, non potendo portare tutto.
L’eBook mi ha risolto tanti problemi.
Nessuna nostalgia in termini di odori e cose del genere. Anche sull’Ebook le pagine si sfogliano.
Insomma per me non è il futuro del libro: è il presente.
Complimenti a Maugeri per il blog e per questo libro, e complimenti ai partecipanti di questo bel forum.
Prendo spunto da quanto mi risponde Renzo Montagnoli, quando dice “che in questo modo avremmo un ibrido, magari utile, ma che finirebbe per condizionare ulteriormente la mente del lettore, sempre meno libera di spaziare con la fantasia”.
Sì, una nuova forma di espressione “multimediale” e “ibrida” sarebbe forse più “passiva” per il fruitore rispetto alla capacità di stimolo alla fantasia che una semplice lettura della parola scritta (e questa è stata e rimarrà la grande forza potenziale della letteratura tradizionale, sostanzialmente immutata dai tempi di Gutenberg), ma non è detto che la multimedialità non possa permettere altri gradi di interazione (anzi: potenzialmente potrebbe aprirne molti, anche se diversi da quelli illimitati della mente).
In realtà sono le stesse obiezioni sono state rivolte in passato al cinema, e servirono a vaticinare tanto la fine dei libri quanto il destino fallimentare del cinema stesso (a seconda delle opinioni).
Tante previsioni sbagliate sono state fatte ogni volta che si affacciava un nuovo mezzo di comunicazione e di espressione. Anche la TV avrebbe dovuto soppiantare il cinema e il teatro. Vediamo oggi che libri, cinema, teatro, tv, multimedia, continuano a vivere uno accanto all’altro. Le difficoltà momentanee di ciascuno di essi semmai sono legate alla capacità di rinnovarsi e di rendersi vivi e vitali sia in termini di contenuti che di utilizzo dei linguaggi.
Io non credo che dovremmo preoccuparci se una modalità di trasmissione di una forma espressiva sia destinata a soppiantarne un’altra nel futuro, ma semmai di consegnare alle prossime generazioni il più ampio ventaglio di possibilità espressive, ognuna coni suoi pregi ed i suoi limiti. Ogni epoca troverà il modo di descriversi, e noi possiamo augurarci che possa sfruttare al meglio tali possibilità o che ne inventi di ancora nuove. Che il risultato possa piacere a noi è assolutamente ininfluente. Noi non ci saremo e ai nostri figli spetterà il giudizio e la scelta.
Quanto a ciò che auspica Luciano Simonelli (le novità solo in e-book e la loro stampa solo “on demand”) mi chiedo il perchè di queste scelte drastiche. Ogni editore credo abbia la capacità di capire cosa stampare e cosa editare in e-book, o in entrambi i formati, in base alle possibilità di mercato di ogni titolo. Così gira il mondo.
*Carlo S.: concordo, anche se sono dell’idea che, come scrisse Cioran, ” La televisione è la fatalità, voglio dire la catastrofe del nostro tempo.” Quanto più agli uomini offriamo immagini, musica, parole assemblate insieme, tanto più li asserviamo, togliamo loro quella capacità di non lasciarsi condizionare e di cercare di vedere con i propri occhi. Quando Orwell scrisse “1984” fu uno straordinario veggente, ma come i media, i mezzi di comunicazione che uniscono i sensi della vista e dell’udito siano deleteri, soprattutto se usati con un secondo fine, è sotto gli occhi di tutti.
Per scopi didattici probabilmente l’e-book è validissimo, e proprio per questo non lo è per i romanzi; nel primo caso si tratta di acquisire nozioni, cioè si è soggetti passivi; nel secondo caso si deve procedere a un accrescimento culturale, che non può essere a senso unico, altrimenti cadremmo nel totalitarismo. Vedere quello che immagino leggendo non è la stessa cosa di ciò che mi viene fatto vedere, magari inserendo una sequenza di immagini fra le righe dell’e-book. Nel primo caso ognuno vedrà a modo suo, secondo la sua sensibilità, sulla base della sua fantasia; nel secondo caso vedremo tutti allo stesso modo, in barba al concetto di libertà.
Caro Renzo, non so darti torto in via di principio. Tuttavia come ho già detto tuttociò lo puoi applicare (ed è stato applicato) anche al cinema. Quanti sono i romanzi trasposti in versione cinematografica, e cosa sono se non delle imposizioni di una delle infinite possibilità di lettura (quella del regista) che viene trasmessa ad un pubblico che è costretto ad accettarla passivamente ? Poi potrà piacergli o no, e potrà confrontarla con la propria lettura del romanzo, ammesso che l’abbia letta prima (ma non dopo, che rimarrà condizionato dalla visione del film). Tuttavia non si può negare al cinema il fatto di essere anch’esso una forma d’arte. Diversa dalla letteratura, ma in grado di esistere accanto ad essa, senza per questo soffocarla.
Poi riguardo all’uso che se ne fa (ma questo vale per qualsiasi forma artistica, compresa la letteratura) per condizionare la gente in senso politico o sociale questo è un altro discorso.
Cari amici,
grazie di cuore a tutti voi per il contributo che state continuando a dare a questa bella discussione… con continua a essere interessante e viva.
Ne approfitto per ringraziare gli autori dei nuovi interventi, a partire dalla carissima Simona (che mi affiancherà alla presentazione/dibattito che si terrà alla Feltrinelli di Catania il 30 giugno 2011, a partire dalle h. 18).
Grazie mille, cara socia!
E mille grazie anche a: Antonella Beccari, Raffaele Dimanti, Carlo S. Amelia Corsi, Mela Mondì…
Grazie anche a Luciano Simonelli.
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Caro Luciano, questo non è dibattito su l’e-book sì, l’e-book no…
Certo che l’e-book esiste! Stiamo solo cercando di ragionare sulle mutazioni e sul futuro del mondo del libro.
Grazie mille per il tuo contributo e in bocca al lupo per la tua attività.
E grazie, naturalmente, a Riccardo A. e a Renzo Montagnoli.
Nella speranza che la discussione possa proseguire, ne approfitto per augurarvi una serena notte e un ottimo inizio settimana.
Io ho un rapporto piuttosto aperto nei confronti degli ebook. Ho ricevuto in regalo un ebook reader e ne ho comprati qualcuno. In particolare ci sono in vendita classici a prezzi molto vantaggiosi.
Non mi sono trovata male con gli ebook e credo che continuerò a comprarne. Pero’ continuerò a comprare anche i libri di carta, soprattutto quelli a cui tengo di piu’ con i quali non voglio perdere il rapporto fisico che non può garantirti l’ebook. Anche il piacere di vedere ogni giorno quel libro sullo scaffale della libreria e dirgli: ciao, e’ bello vederti li’, grazie per esserci, grazie per essere venuto al mondo.
un paio di mesi fa ho viaggiato in autobus con una ragazza che leggeva un ebook. stava leggendo un testo in inglese, perciò pensavo fosse straniera. invece era italiana, solo che le piaceva leggere in lingua originale. era entusiasta del suo ebook. diceva che poteva metterci tutti i libri che voleva. credo che avesse anche un traduttore incorporato o qualcosa del genere. diciamo che mi ha molto incuriosita e che ho pensato di compare quell’affare. ma sapete quanto costa? una bella cifretta. mica tutti possono permetterselo.
Sto seguendo con attenzione tutti i commenti e vedo che la discussione si sta animando, molto bene! Ricordo a tutti che è possibile acquistare il libro scrivendo a: info@historicaweb.com
Grazie per lo spazio, ne approfitto per dire la mia.
L’e-book è davvero il futuro del libro? Nel breve periodo è una possibilità in più, che integra l’editoria cartacea. Nel lungo periodo è molto probabile che prenda il sopravvento, almeno per quello che riguarda la lettura di consumo.
2. Se sì, fino a che punto? Le previsioni di lungo periodo sono un po’ come gli oroscopi, il tentativo di traslare un punto di vista da un tempo a un altro è un azzardo. Ma ipotizzando che il formato digitale possa prendere il sopravvento al punto che produrre cartaceo non sia più economicamente conveniente, potrebbero comunque sopravvivere forme di print on demand (magari anche a casa con stampante e rilegatore a colla) per chi comunque non vorrà rinunciare al piacere della carta.
3. Che cos’è un libro: un supporto cartaceo, o il suo contenuto? O entrambi? Razionalmente: il suo contenuto. Sentimentalmente: ci sono libri che ormai sono per me inscindibili dall’oggetto fisico in cui li ho letti e riletti. Ma è una forma di legame che nasce in chi ha comunque un background cartaceo. Un po’ come con le fotografie: se ne stampano meno e si guardano sempre più su iPad, iPhone e altri device. I ricordi di infanzia dei nostri figli saranno digitali, il loro approccio sarà diverso dal nostro.
4. Tra un volume rilegato di fogli bianchi e un romanzo leggibile su un e-book reader, quale dei due è… più libro? Un ebook è un libro, un volume rilegato di fogli bianchi può essere tutt’al più un bloc notes, un quaderno per gli appunti. Ce ne sono rilegati persino con copertina di pelle lavorata a mano. Sempre quaderni per appunti sono.
5. Come immaginate il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie? Più orizzontale, come già il mondo dell’informazione ha cominciato a essere grazie alla rete. Le nuove tecnologie avvicinano autori e lettori. Senza dimenticare che, una volta tolti i costi di stampa e distribuzione materiale, tutto ciò che non è coperto da copyright (da Aristotele a Dumas) potrà essere gratuito per tutti. E non è poco. Questo spingerà gli editori a pubblicare più novità, non potendo più campare sugli allori dei “classici” a meno che non propongano nuove traduzioni o nuovi commenti.
6. Cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”? Un’edizione di pregio è già un “pezzo da collezione”, non lo vedo come un “rischio”. Anche gli Urania lo sono… Il valore di un “pezzo” in questo senso deriva dal fatto che non è più in produzione, ma un semplice libro di carta potrà essere fatto in qualsiasi momento: basta una stampante e una rilegatrice a colla.
7. Una diffusione “significativa” dell’e-book potrebbe favorire l’incremento della lettura? Ha le potenzialità per farlo, ma queste potenzialità hanno bisogno di essere innescate. La voglia o non voglia di leggere non dipendono dal formato. L’ebook può rendere qualsiasi libro immediatamente reperibile, ma affinché a un non lettore venga voglia di leggerlo è necessario altro. Un non lettore non percepisce la lettura come un piacere, su questo il tipo di formato non può fare molto.
Libri ed eBook continuano a marciare appaiati nei dati di vendita del mercato editoria U.S.A.. Ma mentre 2 mesi fa erano stati gli eBook ad avere la meglio rispetto al cartaceo, questo mese i libri si riprendono lo scettro di prodotto editoriale più venduto.
Basandoci sui dati AAP (l’associazione degli editori statunitensi) relativi ad Aprile 2011, scopriamo che le edizioni hardcover (quelle con copertina rigida) sono prime in classifica, seguite da quelle tascabili e a qualche milione di dollari di distanza, dagli eBook.
Adult Hardcover – $111.4 million
Adult Paperback – $95.9M
E-Books – $72.8M
Religious Books (all formats) – $48.5M
Children’s/Young Adult Hardcover – $41.2M
Children’s/Young Adult Paperback – $36.8M
Adult Mass Market Paperback – $28.5M
Fonte: Print and Digital Books Reflect Seasonal Sales Patterns
According to AAP Publishers’ April 2011 Report
Che per contro, registrano la consueta crescita a 3 cifre su base annua: se ad aprile 2010 il volume di vendite registrato era pari a 28,3 milioni di dollari, nel 2011 la cifra ammonta a 72,8 milioni, con una crescita del 157,5%.
Bene anche gli audiolibri, che incrementano del 22,3% su base annua i ricavi.
Non si tratta comunque di un dato inaspettato: ricordiamo infatti, così come avevamo segnalato a suo tempo, che gli eBook avevano sorpassato i libri cartacei in un momento ben preciso dell’anno: quello post natalizio, nel quale – probabilmente trascinati dalle vendite di eReader sotto le feste – avevano registrato un vero e proprio boom di vendite.
http://www.pianetaebook.com/
“la morte” di un eBook è essere letto su un bell’eReader con schermo eInk, magari touchscreen e con schermo sufficientemente grande da riprodurre fedelmente l’esperienza di lettura del cartaceo (profumo di carta a parte!). La scelta in Italia non è molta, ma sufficiente a capire “che aria tira”. Qual è il lettore di eBook preferito dai nostri lettori?
Verdetto abbastanza netto: a vincere è il PRS 650B della Sony, con schermo touchscreen eInk Pearl, e la garanzia di un grande brand alle spalle: il 43% di voi possiede (o vorrebbe) questo eReader, dal costo di 250 € circa.
Seconda piazza per il biblet di Telecom Italia (22%): anche in questo caso ci troviamo di fronte a un prodotto eInk e touchscreen, ma non con tecnologia Pearl. In compenso, come “extra” abbiamo la connessione 3G con la quale è possibile acquistare e leggere gli eBook direttamente dal dispositivo. Prezzo del biblet kit: 199 € con sim TIM inclusa, o in abbonamento a 19 euro al mese.
Stesso discorso vale per il terzo classificato, il Leggo di IBS (14%) : schermo eInk di vecchia generazione ma touchscreen, connessione 3G gratuita per scaricare gli eBook direttamente sul reader, e prezzo leggermente più elevato: 219 euro.
L’ Orizon Cybook di Bookeen (11%) propone invece uno schermo 6 pollici touchscreen con tecnologia SiPix, connessione wi-fi (ma non 3G), e peso molto contenuto. Il prodotto è facilmente reperibile in molti store italiani, a un prezzo medio di 229 euro.
Chiude la nostra classifica (eLibro di Kiwie non ha ricevuto preferenze) l’eBook reader più grande nella rosa dei candidati: l’eeeReader di Asus ha un grande schermo eInk SiPix da 9 pollici (touchscreen, come gli altri), come normale per le sue dimensioni pesa anche un pochino di più, ma è ideale per la lettura, ad esempio, dei quotidiani.
http://www.pianetaebook.com
Mi sembra chiaro che prezzi di questo tipo siano il principale scoglio alla diffusione del digitale, la cui economicità sarebbe uno dei punti di forza. Di fronte a un gestore di telefonia che “regala” un palmare da seicento euro ai propri abbonati (per non cederli ad altri gestori), pagare più di 200 euro per un ereader (per non parlare dei prezzi degli ebook, che in alcuni casi limite superano addirittura il corrispettivo cartaceo) è appannaggio di pochi appassionati che vogliono/possono permetterselo. Il consumo diventerà di massa (e prima o poi lo diventerà) quando uno di questi distributori online deciderà di andarsi a conquistare il mercato piazzando un ebook reader a un prezzo stacciato, magari con un formato proprio, in modo da condizionare poi i lettori ad acquistare libri solo lì. Amazon.it?
Mi pare che negli ultimi interventi si sia toccato un punto cruciale. Questi lettori di ebook costano troppo, così come gli stessi ebook, considerando che vengono meno i costi di stampa, distribuzione, messa in vendita dal libraio sembrano eccessivi.
In un anno leggo circa dieci libri, molti in edizione economica. Col risparmio derivante dall’acquisto degli ebook quanto tempo deve passare perché il costo del lettore sia ammortizzato? E quando avrò ammortizzato il costo del lettore, questo non sara’ già obsoleto?
Elisa, aumenta il numero dei libri che leggi in un anno, potrebbe ammortizzare. E per il momento aspetterei che i prezzi delle piattaforme calino. Ciao.
Caro Massimo,
il rapporto stilato dall’Associazione degli editori ben dipinge lo scarso entusiasmo degli italiani per l’e-book. L’80% del campione intervistato ha affermato di non essere disponibile a leggere romanzi su e-book, una percentuale che scende al 69% per quel che riguarda contenuti di lavoro. Anche tra i lettori forti (merce rara, in Italia!), quasi la metà (il 47,5%) si è dimostrato non disponibile a consultare un libro sullo schermo di un supporto elettronico, mentre addirittura il 57% dei forti acquirenti libri (chi, in pratica, muove davvero il mercato) assicura che nei prossimi mesi non ha alcuna intenzione di acquistare un e-book.
Piacciono le nuove tecnologie, ma non si lascia il vecchio Sulle prospettive dell’E-book è chiaro il commento di Marco Paolillo, presidente dell’Aie: “Oggi il mercato digitale vale 364 milioni di euro, il 10,7% di quello complessivo, mentre gli e-book valgono lo 0,03%: cifre ancora modeste per i libri digitali. È necessario verificare se la rivoluzione informatica prenderà piede effettivamente”
…Quindi credo che ci sia una notevole resistenza ad adottare la nuova strada.
Forse è solo una questione di nostalgia….semplicemente ci mancherebbe la presenza del caro vecchio libro.
Buona notte!
Non credo che resteremo così indietro per sempre. Certo, siamo un Paese poco incline al cambiamento, il Paese in cui si legge meno, siamo il Paese in cui si usano meno le nuove tecnologie. Ma è un gap che sono convinto ha già assunto proporzioni diverse, rispetto a qualche anno fa. Credo comunque che i primi dati veramente attendibili sul fronte degli ebook saranno quelli che avremo dopo almeno un anno dall’apertura del Kindle store Italia, quando l’editoria digitale sarà una realtà. Adesso siamo in una fase pionieristica in cui è normale che le potenzialità dei libri digitali siano ancora così poco conosciute. Forse a volte è anche la questione stessa a essere mal posta: carteceo o digitale? Questi due formati editoriali non sono in conflitto tra loro, sono anzi complementari. Nel senso che il cartaceo è in grado di offrire aspetti che il digitale non può offrire, e il digitale è in grado di offrire aspetti che non può offrire il cartaceo. Ma ripeto, siamo agli inizi: aspetterei a tirare le somme.
Grazie mille a Ginevra, Amy, Riccardo Bruni, Gioia, Elisa, Antonella Beccari, Francesco Giubilei.
Grazie a tutti!
La discussione prosegue – per chi potrà partecipare – alla Feltrinelli Libri e Musica di Catania (via Etnea, n. 285 ), domani, giovedì 30 giugno 2011, alle h. 18.
Nella presentazione mi affiancherà la cara amica Simona Lo Iacono!
Vi aspettiamo!
Una serena notte a tutti!
Caro Massi, un grande in bocca al lupo per l’incontro alla Feltrinelli! Grandi baci a te e a Simona! Vi seguo con il pensiero e con il cuore…e magari con un e-book in una mano e un libro nell’altra! Una giusta spartizione dei poteri mi sembra sempre la soluzione più equa ed è quella che auspico al futuro della “lettura” in genere.
Tanti auguri!
sarò senz’altro dei vostri alla feltrinelli di ct
Caro Massi,
ci vediamo questo pomeriggio alla Feltrinelli per discutere piacevolmente delle nuove frontiere del libro, ma anche di fantasia, di aspettative, di possibilità e attese. Senza trascurare le nuove prospettive in tema di tutela del diritto d’autore che l’e-book pone con molta urgenza, e le risposte della legislazione e della nuova tecnologia alla protezione dell’opera d’arte.
Non dimentichiamo infatti che rendere un testo fruibile on line, vuol dire anche offrirlo a una molteplicità di interventi esterni (copia-incolla, integrazioni, cancellazioni) e che questa facilità espone diritti inalienabili (come quello della paternità dell’opera, la sua non plagiabilità, e non riproducibilità) a rischi molto più forti di quanto avvenisse in passato.
Ma ne parleremo…..venite a trovarci!
Un bacio a tutti
Simo
Ciao Francesca Giulia!
Un abbraccio forte forte…pensaci!
sono, credo, una forte lettrice (dai 25 ai 30 libri l’anno). l’idea dell’e-book mi stuzzica….diciamo che potrei pensarlo come uno dei futuri possibili del libro (io che che amo la sci-fi lo trovo già negli scritti di Asimov negli anni 60 e nella serie classica di Star Trek…)
però non mi decido a diventare un’acquirente…
già ho fastidi alla vista per le ore passate al pc in ufficio…
poi leggo spesso in posti poco adatti a un ereader (la vasca da bagno, il bosco, la spiaggia…) poi prendo libri in biblioteca, con un paio di amici ce li scambiamo e quindi la convenienza economica non è così interessante
anche la durata delle batterie per me è un problema
Soo d’accordo che è l’amore per la lettura e non il supporto a fare un lettore, quindi penso che l’ebook non aumenterà i lettori!!
è un po’ O.t. ma magari qualcuno mi può aiutare visto che siete leggo che ci sono esperti di tecnologia …ho uno zio che è diventato cieco, altro lettore complusivo – gli ho comprato qualche audiolibro…..ma quanti pochi titoli ci sono ! non è che ci sono ereader che leggono anche i testi per chi non è vedente? grazie e saluti a tutti
Anch’io sarò dei vostri…
Rimango una nostalgica, forse perché non sono una “nativa digitale”.
Per i saggi, i manuali, l’e-book sarebbe l’ideale. Io li proporrei anche per le scuole, in modo da alleggerire le cartelle, moltiplicare le possibilità di lavoro con i ragazzi.
Per la poesia e la narrativa, non so.
L’oggetto libro è per l’appunto un oggetto. Certo, avere tutta la propria biblioteca in un palmo è fantascienza ora possibile… ma la fisicità di un librò è unica.
Sono stato a Catania, presso la libreria Feltrinelli di via Etnea, in occasione della presentazione del suo saggio “L’e-book e(è) il futuro del libro”. Ho seguito la conversazione con molto interesse e ne sono uscito con alcuni interrogativi sui quali sto ancora riflettendo. Vedo che il suo saggio riporta le “opinioni emotive” sull’e-book fornite da scrittori, giornalisti e personalità di alto livello. Lei stesso e Simona Lo Jacono ne avete dato un ottimo e rapido resoconto esaminando alcune opinioni pro e alcune opinioni contro, e riportando anche le opinioni di chi ritiene che il rapporto libro-e-book sarà quello della coesistenza basata su una distinzione di contenuti. L’e-book per opere di divulgazione, di informazione scientifica, contingente, di consumo immediato e passeggero(come avviene per i giornali, usa e getta); il libro per la narrativa, per la poesia, per opere a contenuto di lunga durata.
Mi sembra, quest’ultima ipotesi possibile e condivisibile, però è una “opinione emotiva” di una persona, come me, che ama tanto il libro, che ama leggerlo, ma ama anche “possederlo”.
Ieri mi pare che qualcuno abbia evidenziato come in certi paesi, ma anche in certi ambienti, a tecnologia avanzata e diffusa, sia facile incontrare anche in metropolitana tanti giovani intenti a leggere su e-book reader, per ore intere e interi testi. Notava Simona Lo Jacono che molto probabilmente saranno le nostre future abitudini a fare la differenza, citando a tal proposito l’abitudine propria a richiedere al suo PC una informazione giuridica esatta e circostanziata, ma soprattutto veloce, laddove fino a poco tempo fa era abituata a cercare le stesse notizie nelle gazzette ufficiali o nei testi giuridici, con grande impiego di tempo e di pazienza.
E allora mi viene una riflessione: se non sia opportuno, in tale discussione, abituarsi a sentire non solo le “opinioni emotive” degli attuali addetti ai lavori (immigrati digitali o scettici della net generation) ma anche le opinioni “non emotive” dei nativi digitali, di chi ha già assunto l’abitudine, che consoliderà sempre più, a leggere e-book e non libri, di chi forse dismetterà nel tempo l’uso del libro preferendogli in ogni occasione l’e-book. Dimentichiamo che la scuola in questi ultimo decennio e fin dal grado primario ha largamente diffuso l’uso delle nuove tecnologie per cui da scuola della lavagna e gesso è diventata scuola delle nuove tecnologie, delle lavagne elettroniche e dei libri di testo non più cartacei ma elettronici?
Noi, generazione “a cavallo” tra le due epoche, siamo ancora presi emotivamente dall’amore per la carta stampata; ma tale amore riusciremo a trasmettere ai nativi digitali? Credo che stia qui il nocciolo della questione. I nostri ragionamenti, le nostre opinioni sono ipotesi di immigrati digitali.
Francesco Miranda.
bellissima, la presentazione di ieri. è stato un piacere ascoltarvi.
grazie.
Caro Massi, grazie di cuore della bella occasione di riflessione avuta ieri, alla Feltrinelli di Catania, e grazie anche a tutti coloro che ci hanno ascoltati e sono intervenuti.
E’ bella l’espressione di Francesco Miranda per il quale noi nativi cartacei siamo “immigrati digitali”!
Mi piace perchè fa pensare a un viaggio in terra straniera, a un approdo dettato da necessità.
Io credo che la sua riflessione, caro Francesco, sia corretta…ma credo anche che molto dipenderà da quanto saremo disposti a concedere alla “smaterializzazione” della cultura, al fatto, appunto, di non possederla. Mentre, infatti, è semplice pensare a un consumo “usa e getta” per informazioni tecniche e scientifiche, è più difficile per un lettore e per uno scrittore sacrificare l’idea di poter toccare la propria creatura, di sentirla evanescente e leggera come vento.
E ciò perchè quando amiamo vogliamo anche percepire, vedere, sentire…
E quindi chissà…forse i nostri figli saranno più bravi di noi ad amare le storie senza volerne palpare il peso tra le dita.
Se così sarà, un traguardo almeno sarà stato raggiunto…quello di dare alle parole la loro originaria dimensione alata, trasmigrante, inizialmente priva di stabilità.
Dunque…ancora una volta – grazie a Dio – tutto dipende da noi, dalle nostre aspettative, dalle nostre pretese e finanche dal modo in cui sapremo amare.
Meglio così, carissimo Francesco.
Sarebbe stato triste delegare ogni decisione al mezzo, e non all’uomo.
La abbraccio affettuosamente e le sono grata per la cura e l’attenzione con cui ci ha seguiti.
Un abbraccio anche a tutti gli altri intervenuti, e a te, caro Massi, appuntamento alla prossima occasione di scambio.
Simo
Torno a intervenire con un po’ di ritardo, e me ne scuso.
Ma eccomi di nuovo qui… 🙂
Per prima cosa desidero ringraziare tutti coloro che hanno preso parte all’appuntamento di venerdì 30 giugno alla Feltrinelli. Sala piena, pubblico interessato, dibattito coinvolgente. Direi che è andata benissimo.
Grazie a tutti voi!
Un grazie di cuore, e specialissimo, va ovviamente a Simona – mia carissima socia letteraria – con la quale ho vissuto un ulteriore bellissimo momento di condivisione.
Grazie mille, cara Simo!
E grazie a tutti gli intervenuti nella parte più recente di questa discussione on line: Francesca Giulia, Ivana, Stefania, Maria Lucia, Francesco Miranda…
Grazie!
@ Stefania
Cara Stefania. riprendo questo tuo passaggio (che è una domanda che poni a tutti): “ho uno zio che è diventato cieco, altro lettore complusivo – gli ho comprato qualche audiolibro…..ma quanti pochi titoli ci sono ! non è che ci sono ereader che leggono anche i testi per chi non è vedente? grazie e saluti a tutti”
Cara Stefania,
non sono un esperto del settore, ma spero che qualcuno possa risponderti.
Di certo anche il mercato degli audiolibri è in espansione, e credo che esistano (ma non ne sono certo) apparecchi in gradi di leggere testi. Ma temo non sia la stessa cosa della voce “interpretativa” di un attore.
Vediamo se qualcuno sa fornirci informazioni più dettagliate!
Intanto abbracciaci tantissimo tuo zio, a cui auguriamo tanta forza… e tantissime letture (nonostante il disagio)!
LO SCHIAFFO.ORG
L’E-book e il futuro del libro
4 luglio 2011, di Sabina Corsaro
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Come non immaginare in questi anni di trasformazioni tecnologiche la possibilità di veder rivoluzionate quasi tutte le nostre abitudini, quelle a cui per nulla al mondo penseremmo mai di rinunciare? E’ chiaro che non si tratta in tal caso di vedercele sottrarre, ma solo di vedere modificate la forma in cui queste fino ad ora sono state preservate.
Tra le svariate abitudini, come non pensare alla lettura nel passaggio secolare dalla carta al digitale?
Ci invita a questo excursus e a queste perturbanti riflessioni il libro di Massimo Maugeri (scrittore e blogger dell’ormai noto spazio web letterario Letteratitudine).
Nel suo L’e-book e (è?) il futuro del libro, Historica Edizioni, presentato il 30 giugno alla libreria Feltrinelli di Catania con la relazione di Simona Lo Iacono (scrittrice e Magistrato), l’autore ci mette al cospetto di un immediato futuro che potrebbe mostrarsi sottoforma di bivio.
Di cambiamenti in merito alla scrittura/lettura ne sono stati fatti molti e di gran portata. Dall’invenzione dei caratteri mobili con Gutenberg ai romanzi nella forma del feuilleton in appendice, durante l’Ottocento.
ebook dibattito2 LE book e il futuro del libro
In foto: Simona Lo Iacono e Massimo Maugeri
Per non parlare del passaggio, eversivo, dalla lettura cartacea a quella legata ad una pagina web. La rivoluzione della rete ha cambiato la nostra percezione temporale e persino il nostro modo di scandire la durata delle parole, il contesto stesso in cui le recepiamo nella nostra mente. Ai giorni nostri le congetture (a vantaggio o svantaggio dei cambiamenti) sulla lettura devono necessariamente fare i conti non solo con la trasformazione del contesto e del tempo all’interno dei quali essa si svolge ma anche, e soprattutto, con la forma in cui essa si presenta ai nostri occhi.
La nascita dell’e-book mette in discussione quella che ormai potrebbe essere definita la ritualità della lettura, sulla quale Steiner ha cucito gli stilemi di un’illibata sacralità. Il libro di Massimo Maugeri però non mostra toni di accusa, né celati atteggiamenti di apologia, si arroga solo il diritto di raccogliere opinioni emotive e considerazioni di scrittori, critici ed intellettuali in genere, che coi libri vivono quotidianamente: Camon, Evangelisti, Eco ed altri.
Ciò che viene fuori è un vero e proprio spartiacque, in cui i pro e-book non sono più convincenti dei contro, e viceversa. Non solo l’aspetto emotivo, tuttavia, è considerato un essenziale parametro, se è vero che quando si parla di e-book non ci si può non soffermare sugli aspetti giuridici che lo accompagnano, evidenziando quello che potrebbe essere un punto su cui discutere a lungo e che riguarda in particolare i diritti d’autore e i rapporti tra scrittori e case editrici.
Non possiamo non vedere in tutto questo l’ennesima sfaccettatura di quel percorso inevitabile che è l’innovazione all’interno di una società in cui la Letteratura non resta chiusa dentro essenze tautologiche , e che, come già Calvino anticipava, si pone invece come linguaggio tra i linguaggi adoperandosi affinché non entri in antitesi con la scienza.
E’ difficile parlare di supporti elettronici, di freddo e-book reader a chi il libro lo vede, lo tocca, lo respira, lo ascolta, serbandolo tra le cose più preziose come indelebile cimelio. Ma non possiamo nemmeno ignorare il fatto che la scrittura/lettura nasce e si sviluppa negli scantinati dell’animo e la forma, il canale, poco dovrebbero incidere.
Non resta che lasciare ai lettori, come del resto asserisce nella premessa lo stesso autore, l’ardua sentenza!
Sabina Corsaro
http://www.loschiaffo.org
AGORA VOX – Barbara Gozzi
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Massimo Maugeri esce nel 2011 con due pubblicazioni: ‘L’e-book e (è) il futuro del libro’, Historica, aprile 2011 (pag. 128, euro 8,90) e ‘Viaggio all’alba del millennio’ Perdisa, maggio 2011 (pag.208, euro 15).
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Maugeri è dunque autore aperto a ciò che accade tra letteratura, cultura e ‘mondo’.
Interessante dunque il saggio pubblicato da Historica che si occupa di una delle ‘questioni’ più dibattute, controverse e variabili dell’editoria contemporanea: l’E-book.
Diviso in capitoli, ad articolare approfondimenti e ragionamenti, ‘L’e-book e (è) il futuro del libro’ il cui titolo già anticipa l’approccio in questa trattazione parzialmente “emotiva” in particolare nel capitolo dove l’autore raccoglie le opinioni degli addetti ai lavori (tra i quali Alessandro Zaccuri, Filippo Tuena, Romana Petri, Raul Montanari, Michele Mari, Dacia Maraini, Agnese Manni, Filippo La Porta, Nicola Lagioia, Valerio Evangelisti, Paolo Di Stefano, Laura Bosio, Gianni Bonina, Roberto Alajmo e molti altri).
Dopo alcuni approfondimenti su ciò che è l’E-book, Maugeri affronta i nodi più controversi quali l’effettiva possibilità che il libro cartaceo sia destinato a scomparire ma anche la situazione del mercato degli e-book e le opinioni dei librai italiani.
Anche se la posizione dell’autore è abbastanza evidente dalle prime pagine, anzi, dalla dedica: “Ai non-lettori, a cui spetta l’arduo compito di salvare il libro di carta”.
“Salvare” perché analisi, proiezioni, investimenti, utilizzi già attuali specialmente all’estero; tutto pare portare alla conclusione che l’e-book “è” il futuro del libro, anche se poi dell’oggetto di carta non si sa bene che sarà, nella realtà pratica di acquirenti (dunque non necessariamente lettori). Il mercato della domanda e dell’offerta non sarà facilmente prevedibile men che meno veicolabile, in proposito.
Maugeri comunque non cerca una lingua ‘saggia’, s’avvicina al lettore in punta di piedi, spiega le sue esperienze, ciò che lo ha portato a scrivere questo saggio con l’intento di riunire esperienze, punti di vista, realtà poliedriche e contraddittorie. Un modo per riflettere dando al lettore-non lettore la possibilità di capire senza troppe complicazioni tecniche o specifiche, cosa sta succedendo e quali scenari possibili si aprono davanti al mondo rispetto a quello che per secoli è stato oggetto inviolabile, in alcuni secoli perfino prezioso, simbolo di benessere e potere, ormai ridotto a oggetto da distribuzione di massa conteso tra realtà differenti di diverse portate e diffusioni.
Una trattazione fluida, insomma, che si segue facilmente ed altrettanto facilmente si comprende.
Dal commento di Lorenzo Amato, del 2 ottobre 2009 su Letteratitudine partendo dal dibattito ‘Oronzo Macondo’:
Credo che il libro tradizionale resisterà se saprà sfruttare la propria materialità come punto di forza. Nessuno comprerebbe un libro cartaceo se potesse trovare una versione pdf identica a una frazione del costo. Pero se il cartaceo contiene belle immagini su carta speciale, copertina speciale (seta?), ecc., la cosa cambia. Il libro cartaceo potrebbe diventare un qualcosa di lusso, contro un libro elettronico che invece potrebbe essere la modalità standard di lettura. Notate che non mi auguro che sia cosi, ma mi immagino questa possibilità nel caso di pannelli di e-book finalmente leggibili bene e ovunque.
(pag.21-22)
Una raccolta di pensieri, considerazioni, visioni, fatti e contesti in corso, tenuti uniti dalla regia attenta e consapevole di Maugeri che si concede, nell’ultimo capitolo, una “conclusione” aperta.
Ovviamente nessuno e in grado di predire il futuro con esattezza. Possiamo tentare di immaginarlo, formulare ipotesi, imbastire scenari. O raccogliere opinioni emotive, come e stato fatto qui. Perche a volte un’emozione diventa anche intuizione, e la visionarietà apre squarci sul futuro (vedi Asimov).
Barbara Gozzi
http://www.agoravox.it/
da AFFARI ITALIANI
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Il titolo è già un punto di domanda: “L’e-book e (è?) il futuro del libro”. Parliamo del nuovo volume (disponibile anche in versione digitale) a cura del blogger e scrittore Massimo Maugeri, pubblicato da Historica Edizioni. L’intento non è quello di fornire approfondimenti tecnici sull’e-book, ma di divulgare opinioni emotive sull’argomento. Per far ciò Maugeri ha coinvolto alcuni tra i più rappresentativi addetti ai lavori del mondo del libro – scrittori, editori, editor, critici letterari, giornalisti culturali (del calibro di Marco Belpoliti, Valerio Evangelisti, Nicola Lagioia e Dacia Maraini, per citarne solo alcuni) – che hanno messo a disposizione il loro parere.
Oltre a una breve storia del libro elettronico e a una serie di dati particolarmente interessanti, il volume fornisce le risposte a domande del tipo: come sarà il futuro dell’editoria e della letteratura tenuto conto del “peso crescente” delle nuove tecnologie? E cosa ne sarà dei libri di carta? C’è il rischio che possano diventare “pezzi da collezione”?
http://affaritaliani.libero.it
Ringrazio “Affari Italiani”, Barbara Gozzi e Sabina Corsaro.
Spero proprio di no.
Sono un’accanita sostenitrice del libro di carta e anche “sniffatrice” e da recente mi sono convertita all’ebook. A volte capita di trovarti dal dentista e sei l’ultima paziente di una fila interminabile o sei in coda con la macchina a causa di un rallentamento ecc… In queste occasioni non preventivate l’ebook è comodo perché basta avere un cellulare di ultima generazione e il gioco è fatto e poi alcuni ebook costano davvero poco. Ma con questo non intendo sostituire il cartaceo. MAI.
Sono d’accordo con te, cara Rosa Maria.
Grazie per il tuo intervento!