Novembre 21, 2024

163 thoughts on “CIAO, LUCIO!

  1. Artista vero, persona autentica, Lucio Dalla ha lasciato un solco di musica e parole sulle anime di diverse generazioni. La sua morte, avvenuta oggi (1 marzo 2012), ha colto di sorpresa tutti generando un senso di perdita, un dolore sordo. Fino a ieri sera, infatti, si era esibito in Svizzera nell’ambito di un tour di concerti. E domenica (era nato il 4/3/1943, ricordate?) avrebbe compiuto 69 anni…

  2. Letteratitudine si occupa di libri e di letteratura, ma molti di voi mi hanno scritto chiedendo di dedicare a questo nostro grande artista uno spazio anche qui, in aggiunta agli innumerevoli messaggi che stanno inondando la rete (dai siti dei principali quotidiani ai social network).

  3. lucio dalla, artista, cantautore italiano sensibile e forte, apprezzato anche tanto da noi in Germania, mi ricordo di un bellissimo concerto a Francoforte.
    Che canzone vi viene in mente come prima quando pensate a lui?

  4. @ Katharina Schmidt
    Cara Katharina, è bello avere la conferma da te che Lucio Dalla fosse apprezzato anche in Germania.
    La prima canzone che mi viene in mente quando penso a lui?
    “L’anno che verrà”. Il testo è bellissimo. La conosci?
    E tu? Quale è la tua canzone preferita di Dalla?

  5. Con lui se ne va un grande poeta, un musicista geniale e un uomo di rara umanità…

  6. Ho letto la notizia sul cell. e sono ancora “sottosopra”, non immaginavo che una notizia del genere mi facesse un tale effetto. Non credo di poter dire niente che non sia stato detto e che non lo sará. La musica di Lucio ha fatto da colonna sonora nella vita di quelli della mia generazione. A mio modesto parere, lui con la sua musica era sempre un passo avanti, antesignano nella sua produzione, di cambiamenti di gusti ancora al di lá da venire senza mai perdere la sua identitá.
    Grave e triste perdita.

  7. “Era un grande amico e ha rappresentato molto per me. Non riesco a dire altro”.

  8. “Se ne è andato da gladiatore… E’ un brutto momento per tutti. Un lutto per la musica…. Mi dispiace tantissimo, all’Italia ha lasciato le sue canzoni e il suo genio”

  9. “Non riesco a parlare, sono troppo distrutto dal dolore”

  10. “Mi sono sentito un pò morto anch’io. Abbiamo gli affetti, le canzoni bellissime scritte che fanno parte del nostro mondo. E quelli rimangono”.

  11. “Mi sono innamorata con le sue canzoni, ho duettato con lui sul palco, in tv e nei ristoranti. Lucio è uno che ha dato cultura, alla ‘cultura’ della musica italiana e per questo era e resta internazionale. Io ‘a modo mio’ lo amo e lo aspetto in Piazza Grande”.

  12. “Ci ha lasciati un talento geniale del nostro mondo artistico, una personalità inquieta e burlesca di alto valore espressivo”

  13. Al Premio Morante mi disse: ‘Quando mi parlano di bellezza mi viene in mente, come prima immagine, Napoli’. Che la terra ti sia lieve Lucio”

  14. “Da oggi il mondo sarà più buio. Prego e penso che poeti come te non dovrebbero mai morire”

  15. “Ci sentiamo all’improvviso parte di una stessa grande famiglia a cui viene a mancare il capofamiglia. Perché questo era Lucio Dalla”

  16. “Ciao Lucio. Grazie. Lucio Dalla è stato una delle persone più libere fra quelle che hanno fatto canzoni nella nostra storia”

  17. Lucio Dalla è stato “bravo e geniale” e “ha vissuto tutta una vita con la volontà di stupire e la voglia di stupirsi”

  18. “autore e voce forte e originale, che ha contribuito a rinnovare e a promuovere la canzone italiana nel mondo. E’ stato un artista amato da tanti italiani di diverse generazioni. E a me personalmente è caro il ricordo dei nostri incontri, e dell’ultimo, a Bologna, per una iniziativa di beneficenza”.

  19. Lucio Dalla ha raccontato attraverso le sue canzoni l’Italia degli ultimi cinquant’anni: un poeta anticonformista che ha saputo parlare a tutti”

  20. “Una notizia come un fulmine, un vuoto al quale non riesco a credere”

  21. “Ho avuto la fortuna di conoscere Lucio Dalla qualche anno fa a Bologna. Avevamo doppiato insieme un fumetto di Milo Manara”.

  22. “Ha dato tanto ed è stato uno dei tre, quattro grandi della canzone d’autore. Abbiamo fatto manifestazioni insieme, ci siamo incontrati nelle stesse sale di registrazione e poi quante volte abbiamo parlato di musica ma anche di politica, di filosofia”.

  23. Ho appreso la notizia con grande dolore. Solo quindici giorni fa Dalla mi aveva chiamato chiedendomi di presentargli il suo libro, ma nello stesso giorno dovevo presentare il mio. Così ho dovuto dire di no. Sono invece contento di una cosa: avevo dedicato a lui un intero film come Borotalco e lui ne andava fiero”.

  24. “Una sera andammo in macchina a Vergaio, dove abitava Benigni, che era agli inizi della sua carriera.. per registrare le sue gag: con i genitori di Benigni tutti intimiditi che ci offrivano il caffè guardandoci come degli alieni materializzati in salotto”.

  25. “Se in questo mondo ha ancora un senso la parola bontà, posso dire che Lucio Dalla è l’uomo più buono che abbia conosciuto nella mia vita, il più generoso e il più libero”

  26. “Lui non voleva cantare Caruso, io gli ho detto che era una capolavoro e poi è diventato un inno”.

  27. Amavi quelli che “si guardano e si scambiano la pelle”. Bello il tuo entusiasmo! Abbraccio Marco, Bruno e tutti i tuoi.

  28. Intanto un mistico, forse un aviatore, inventò la commozione.

  29. Un amico caro,un amico della Puglia e dei pugliesi. Rimarrà nei nostri cuori.

  30. ..anche l’ultimo sguardo, il tempo di una carezza…
    spero che nel altrove Lucio possa sentire la nostra carezza.

  31. Forse anche molti di voi avranno l’illusione di sentirsi vicini a Lucio come se fosse stato davvero un amico stretto.Che sia questo il segreto degli artisti che sanno parlare ad ogni cuore come se ne conoscessero l’intima essenza?Lui aveva questa sensibilità ed il suo calore umano e amore per la vita lo ha lasciato nelle sue canzoni, eredità d’infinite emozioni per noi tutti e gli altri che verranno.
    Grazie Massimo per questo post bellissimo!

  32. Ti consiglio di aggiungere due brani che sono davvero unici:
    CARA
    e TU NON MI BASTI MAI

    E’ stata l’espressione di un tempo, il mio tempo, il nostro tempo.
    La voce delle contraddizioni, delle aspettative. La voce che è andata oltre, e per quell’oltre ha rischiato trovando consensi e dissensi ma ha provato ogni giorno della sua vita sapendo che il sipario prima o poi doveva calare.

  33. Tu non mi basti mai – Lucio Dalla

    Vorrei essere il vestito che porterai
    il rossetto che userai
    vorrei sognarti come non ti ho sognato mai
    Ti incontro per strada e divento triste
    perché poi penso che te ne andrai

    Vorrei essere l’acqua della doccia che fai
    le lenzuola del letto dove dormirai
    l’hamburger di sabato sera che mangerai … che mangerai
    vorrei essere il motore della tua macchina
    così di colpo mi accenderai Tu tu non mi basti mai davvero non mi basti mai tu tu dolce terra mia dove non sono stato mai

    Debbo parlarti come non faccio mai
    voglio sognarti come non ti sogno mai
    essere l’anello che porterai
    la spiaggia dove camminerai
    lo specchio che ti guarda se lo guarderai … lo guarderai
    vorrei essere l’uccello che accarezzerai
    e dalle tue mani non volerei mai

    Vorrei essere la tomba quando morirai
    e dove abiterai
    il cielo sotto il quale dormirai
    così non ci lasceremo mai
    neanche se muoio e lo sai tu tu non mi basti mai davvero non mi basti mai io io io ci provo sai non mi dimenticare mai

  34. ….così non ci lasceremo mai
    neanche se muoio e lo sai tu tu non mi basti mai davvero non mi basti mai io io io ci provo sai non mi dimenticare mai……

    Se questa non è poesia. Grazie Lucio.

  35. La vita è solo un sogno. E’ una partenze o un ritorno…non lo so.

  36. Mancano i commenti degli amici/artisti più cari di Lucio Dalla: Francesco De Gregori, Gianni Morandi, Ron. Hanno detto tutti e tre di non avere la forza di lasciare dichiarazioni.

  37. Ancora non riesco a crederci, Lucio che ci ha dato tante emozioni, con la sua musica con la sua poesia, lascia un rimpianto senza fine.

  38. Grazie di cuore per questi primi commenti, cari amici.
    Credo di interpretare il pensiero di tutti se dico che questa morte improvvisa di Lucio Dalla ha scosso l’intero paese, l’intera nazione.
    Artista vero, persona autentica, ho scritto sul post. Ed è così. Come molti di voi, sono rimasto sorpreso dal dolore che personalmente ho provato, e provo, per questa perdita. Ma forse non bisogna sorprendersi. Sono nato nel 1968 e ricordo Lucio Dalla da sempre, ho ascoltato le sue canzoni sin da bambino. E continuerò a farlo, anche stasera. Le sue canzoni sono state davvero le colonne sonore delle vita di tanti di noi.
    Un brano come “Caruso” (il mio preferito) sarà uno di quelli che sopravvivrà al decorso dei decenni… e probabilmente andrà oltre.
    Ma non è solo questo. C’è dell’altro.
    Al talento dell’artista, nel caso di Dalla, si aggiunge la bontà dell’uomo, la sensibilità dei puri. È questa la sensazione che provo (e che forse molti di voi provano). E non c’è alcun intento di “santificazione” in queste mie parole. È solo, appunto, una sensazione. Peraltro non comprovata da una conoscenza “reale”.
    Reale, però, è il ricordo dell’ultima volta che ho incrociato Lucio Dalla di persona. Una serata estiva, nella piazza di Zafferana Etna (Dalla trascorreva parecchio tempo da quelle parti… aveva una casa sulle pendici dell’Etna). Seduto al tavolo di una pizzeria, all’aperto, insieme ai suoi amici, mentre la gente gli passava intorno sorridendogli. Lui ricambiava i sorrisi.
    Io lo osservavo, seduto a una “tavolata” a pochi metri di distanza. La sua “normalità” era disarmante.
    Era un antidivo, nonostante la grande celebrità. Uno straordinario artista dalla straordinaria normalità.
    Credo anche che fosse uno degli esempi buoni di questa nostra martoriata Italia.
    Forse è anche per questo che ci manca tanto.

  39. Sono dispiaciuta, rattristata, le persone che ci hanno fatto bene, che ci hanno raccontato il mondo come lo ha fatto Lucio con la sua musica e il suo talento non dovrebbero morire. Sono dispiaciuta, molto.

  40. Una delle ninnenanne che cantavo a mio figlio per addormentarlo era Marzo 1943. E a tre anni mi chiedeva la sera di ricantarla e di ricantarla ancora…
    Ciao Lucio!

  41. Stanotte mi addormenterò con la voce di Lucio Dalla in cuffia. Le canzoni di una vita. La mia.
    Ciao Lucio!

  42. Molte sue canzoni raccontano storie. Ciao Lucio Dalla, poeta dell’anima. La tua voce sul mio cuore.

  43. CIAO LUCIO

    Buon viaggio nella Luce!

    **********

    La morte non è niente.
    Sono solamente passato dall’altra parte:
    è come se fossi nascosto nella stanza accanto.
    Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
    Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
    Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare:
    parlami allo stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
    Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
    Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
    Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia di dolore o di tristezza.
    La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
    è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
    Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente. solo perchè sono fuori dalla tua vista?
    Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
    Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
    Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
    il tuo sorriso è la mia pace.

    Henry Scott Holland

  44. E’ dura, per me, accettare la morte di Lucio Dalla.
    Lui era una “icona” della musica italiana. E, come tale, una certezza nella vita.
    Ora non ci resta che credere costantemente nel futuro e alle sue prospettive, anche quando queste vengono disattese. Come sostiene nella sua splendida canzone “L’ANNO CHE VERRA'”.

    Ciao, Lucio!

  45. Un carro funebre con il feretro di Lucio Dalla dovrebbe partire in tarda mattinata dalla Svizzera. I funerali si terranno nella sua Bologna forse domenica, giorno in cui il cantautore avrebbe compiuto 69 anni.

  46. Nella notte un gruppo di amici e stretti collaboratori di Lucio Dalla ha vegliato la salma nella cappella di Saint Roch, nel centro storico di Losanna, dove è stata trasferita dall’hotel Plaza di Montreux poche ore dopo il decesso. Secondo notizie trapelate dall’entourage dell’artista, in giornata potrebbe essere allestita una camera ardente a Palazzo d’Accursio a Bologna.

  47. E’ difficile accettare che Lucio Dalla non c’è piu’. So che rimane la sua musica, ma ieri ho provato ad ascoltarla e non ci sono riuscita. Un nodo in gola mi ha spinto a spegnere lo stereo.
    Anche io sono sorpresa per la mancanza che provo. Credo che stiamo vivendo uno dei pochi veri lutti nazionali di questi ultimi anni.
    Ciao Lucio!

  48. Siamo noi, siamo in tanti, ci nascondiamo di notte per non farci ammazzare dagli automobilisti, dai linotipisti siamo gatti nei, siamo pessimisti, siamo i cattivi pensieri, non abbiamo da mangiare ma come è profondo il mare come è profondo il mare.
    Babbo che eri un grande cacciatore di quaglie e di fagiani caccia via queste mosche che non mi fanno dormire, che mi fanno arrabbiare ma come è profondo il mare come è profondo il mare.
    E’ inutile, non c’è più lavoro, non c’è più decoro, Dio o chi per lui sta cercando di dividerci, di farci del male, di farci annegare ma come è profondo il mare come è profondo il mare.

  49. Con la forza di un ricatto l’uomo diventò qualcuno, resuscitò anche i morti, spalancò prigioni, bloccò sei treni con relativi vagoni, innalzò per un attimo il povero a un ruolo difficile da mantenere, poi lo lasciò cadere a piangere e a urlare solo in mezzo al mare come è profondo il mare.
    Poi da solo l’urlo diventò un tamburo e il povero, come un lampo, nel cielo sicuro, cominciò una guerra per conquistare quello scherzo di terra che il suo grande cuore doveva coltivare, ma come è profondo il mare come è profondo il mare.

  50. Poi la terra gli fu portata via, compreso quella rimasta addosso, fu scaraventato in un palazzo o in un fosso, non ricordo bene, poi una storia di catene, bastonate e chirurgia sperimentale, ma come è profondo il mare come è profondo il mare.
    Poi non si sa come qualcuno, un mistico, forse un aviatore, scoprì la commozione che rimise d’accordo tutti i belli con i brutti, con qualche danno per i brutti che si videro consegnare un pezzo di specchio così da potersi guardare, come è profondo il mare come è profondo il mare.

  51. Frattanto i pesci, dai quali discendiamo tutti, assistettero curiosi al dramma personale e collettivo di questo mondo che a loro indubbiamente doveva sembrare cattivo e cominciarono a pensare, nel loro grande mare, come è profondo il mare.
    E’ chiaro che il pensiero fa paura e dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce, anzi è un pesce e come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare, come è profondo il mare.
    Certo chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche, il pensiero è come l’oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare, così stanno bruciando il mare, così stanno uccidendo il mare, così stanno umiliando il mare, così stanno piegando il mare.

  52. grazie per il post, massimo. pensavo di avere tanto da dire e invece rimango senza parole. ma condivido tutto quello che hanno scritto gli altri.

  53. Ovunque vada (in rete, in tv, alla radio, in strada) sento risuonare le canzoni di Lucio Dalla. L’Italia intera si ammanta sotto le note della sua musica.

  54. Sono commossa nel leggere tutti, io è da ieri che ascolto le sue canzoni. E’ come se la tristezza svanisse sul calore della voce di Lucio Dalla che è più che vivo che mai. Che meraviglia la vita quando sa donarci persone così.Esiste una trama che unisce tutte le sensibilità e trascende le categorie, le differenze, le distanze, le età, il tempo . Qualcosa di indicibile che racconta di noi tutti con una canzone, una nota, un verso, una parola di un libro, un’immagine. Non importa la forma che prende. Importa che resti qui più forte che mai anche quando sembra che la morte sia più forte di noi.
    E così che il ricordo rende piene le assenze di coloro che non ci sono più. E penso a tante persone care e al conforto che si potrà avere dalla carezza di un ricordo. E sono più felice. Ma questa è un’altra storia. Saluti a tutti!

  55. Tra le canzoni di Lucio Dalla da me più amate c’è anche Futura.
    Futura è il nome dato una bambina che deve ancora nascere. E’ un nome di speranza, in un periodo pieno di incertezze, con i russi e gli americani ancora in piena guerra fredda.
    Ma anche questo nostro tempo, per ragioni diverse, è pieno di incertezze. E anche noi abbiamo bisogno di figli proiettati nella speranza.
    E se sarà femmina si chiamerà Futura.
    Vi trascrivo il testo. E’ molto bello da leggere, anche senza musica.

  56. FUTURA

    Chissà chissà domani
    su che cosa metteremo le mani
    se si potrà contare ancora le onde del mare
    e alzare la testa
    non esser così seria, rimani
    i russi, i russi gli americani
    no lacrime non fermarti fino a domani
    sarà stato forse un tuono
    non mi meraviglio
    è una notte di fuoco
    dove sono le tue mani
    nascerà e non avrà paura nostro figlio
    e chissà come sarà lui domani
    su quali strade camminerà
    cosa avrà nelle sue mani.. le sue mani
    si muoverà e potrà volare
    nuoterà su una stella
    come sei bella
    e se è una femmina si chiamerà futura.
    Il suo nome detto questa notte
    mette già paura
    sarà diversa bella come una stella
    sarai tu in miniatura
    ma non fermarti voglio ancora baciarti
    chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
    qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
    e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio.
    Di più, muoviti più fretta di più, benedetta
    più su, nel silenzio tra le nuvole, più su
    che si arriva alla luna,si la luna
    ma non è bella come te questa luna
    è una sottana americana
    Allora su mettendoci di fianco,più su
    guida tu che sono stanco, più su
    in mezzo ai razzi e a un batticuore, più su
    son sicuro che c’e’ il sole
    ma che sole è un cappello di ghiaccio
    questo sole è una catena di ferro
    senza amore, amore, amore, amore.
    Lento lento adesso batte più lento
    ciao, come stai
    il tuo cuore lo sento
    i tuoi occhi così belli non li ho visti mai
    ma adesso non voltarti
    voglio ancora guardarti
    non girare la testa
    dove sono le tue mani
    aspettiamo che ritorni la luce
    di sentire una voce
    aspettiamo senza avere paura, domani

  57. Ne approfitto per abbracciare tutti. Riascoltare le canzoni di Dalla fa bene al cuore.
    Ciao.

  58. E ancora, grazie di cuore a: Sergio Rilletti, Cyprea, Alberto, Beatrice, Lucia, Giacomo Tessani, e tutti coloro che hanno inserito i “commenti vip” e le citazioni.
    Spero in ulteriori contributi.
    Grazie a tutti.

  59. A 17 anni lo incontrai qui a Siracusa, dove era venuto per il concerto al teatro greco. Io e una mia amica in motorino ci vedemmo accostare da un’auto scura. Dentro c’erano Lucio Dalla e Gianni Morandi che domandavano dove fosse l’hotel Villa Politi.
    Li abbiamo scortati fin lì e una volta scesi ci hanno abbracciato e sorriso…
    L’indomani, al teatro greco, era come se una conca di persone li avvolgesse di bene. Le luci delle stelle si versavano con malinconia dall’alto…ma noi non le vedevamo. Eravamo giovani, e anche Lucio lo era mentre ballava in quel suo modo maldestro. Niente era allora più lontano di questa morte imprevista e prepotente, che lo slaccia da quella perpetua notte di stelle.
    Ieri, saputa la notizia, ho cantato tutto il tempo “Angelo,se io fossi un angelo”.
    Ora lo sei, Lucio.

  60. Tra un po’ pubblicherò un nuovo post, ma mi piacerebbe se questo spazio dedicato a Lucio Dalla continuasse a ricevere contributi,
    Ancora grazie a tutti.

  61. Se io fossi un angelo
    chissà cosa farei
    alto, biondo, invisibile
    che bello che sarei
    e che coraggio avrei
    sfruttandomi al massimo
    è chiaro che volerei
    zingaro libero
    tutto il mondo girerei
    andrei in Afganistan
    e più giù in Sudafrica
    a parlare con l’America
    e se non mi abbattono
    anche coi russi parlerei
    angelo se io fossi un angelo
    con lo sguardo biblico li fisserei
    vi do due ore, due ore al massimo
    poi sulla testa vi piscerei
    sulle vostre belle fabbriche
    di missili, di missili
    se io fossi un angelo, non starei nelle processioni
    nelle scatole dei presepi
    starei seduto fumando una marlboro
    al dolce fresco delle siepi
    sarei un buon angelo, parlerei con Dio
    gli ubbidirei amandolo a modo mio
    gli parlerei a modo mio e gli direi
    ” Cosa vuoi tu da me tu”
    ” I potenti che mascalzoni e tu cosa fai li perdoni”
    ” ma allora sbagli anche tu”
    ma poi non parlerei più
    un angelo non sarei più un angelo
    se con un calcio mi buttano giù
    al massimo sarei un diavolo
    e francamente questo non mi va
    ma poi l’inferno cos’è
    a parte il caldo che fa
    non è poi diverso da qui
    perché io sento che, son sicuro che
    io so che gli angeli sono milioni di milioni
    e che non li vedi nei cieli ma tra gli uomini
    sono i più poveri e i più soli
    quelli presi tra le reti
    e se tra gli uomini nascesse un ancora Dio
    gli ubbidirei amandolo a modo mio
    a modo mio…

  62. Siamo tutti tristi per Lucio, cara socia. Per questo continuiamo a evocarlo attraverso le sue bellissime canzoni. Per tenerlo vicino a noi.
    E grazie per l’aneddoto che ci hai raccontato.
    Dev’essere stato molto bello per Lucio Dalla e Gianni Morandi essere accolti lì a Siracusa, ai tempi dell’ormai mitico concerto al Teatro Greco, da una giovanissima Simo e dalla sua amica.
    😉

  63. Grande poeta, grande musicista, grande innovatore della canzone italiana. Pochi riuscivano a possedere un senso del ritimo applicato alle note come alle parole quanto lui. Forse gli proveniva dai trascorsi jazzistici, forse era una dote innata.
    Mi stupì fin da bambino per la sua voce, per il suo modo di cantare così diverso sia da quello dei melodici che ancora imperversavano, sia dai più “moderni”urlatori dell’epoca già dai suoi esordi sanremesi (“Il cielo”, “Paff-bum”, …). Mi stupì più tardi quando volle innovare radicalmente la canzone italiana grazie al suo sodalizio col poeta Roversi, e poi quando si dimostrò del tutto autosufficiente, sia nella composizione della musica che nei testi, nella stagine successiva, che ci regalò i suoi più grandi capolavori (Nuvolari, Anna e Marco, Futura, L’anno che verrà, Balla balla ballerino, La sera dei miracoli,1983, Caruso,…).
    Credo che oggi il panorama della nostra (ma non solo della nostra)canzone sia piuttosto stagnante. Di un Dalla forse avremmo ancora tanto bisogno.
    Ci mancherà molto.

  64. Grazie anche al nostro caro Carlo, che ha messo in evidenza alcune delle peculiarità delle doti tecniche di Dalla.
    E grazie a Enrico Badini (benvenuto a Letteratitudine!).

  65. Ciao Massimo,
    non ho potuto fare a meno di riflettere e soffermarmi sulle tue parole circa la scomparsa di Lucio Dalla; hai ragione, fuori di ogni retorica, questo grande artista ha davvero lasciato un vuoto. Sempre più spesso, oggi, e forse per la situazione in cui viviamo, quando qualcuno di questi giganti si congeda dalla Terra e da noi, si avverte un profondo senso di abbandono…
    Ti abbraccio e ti auguro un buon fine settimana,
    Valentina

  66. Di Lucio Dalla, oltre che il suo talento, mi mancherà il suo spiccato senso dell’umorismo. La sua apertura agli altri. La sua disponibilità a riconoscere l’altrui talento. E a incoraggiarlo.
    Mi mancheranno le nuove canzoni che avrebbe potuto scrivere.
    Quelle vecchie, no. Quelle, per fortuna, posso riascoltarle.
    Grazie Lucio.

  67. Saremo ancora attaccti a questo post, Massimo. Ne approfitto per salutare tutti gli altri (ti rubo un po’ il mestiere). In particolare Simona, Francesca G. e Carlo S.

  68. cara Amelia ti saluto anche io con un abbraccio virtuale! Ed anche alla splendida Simo e a Carlo S.

  69. Da molto hò deciso: voglio essere sepelita con la musica Caruso in America di Lucio Dalla (mi parla all’anima)

    Te voglio bene…..

    Dal Brasile
    Rosalba

  70. *Caro Lucio, la notizia della tua ^partenza^ mi è arrivata al bar,mentre bevevo velocemente un caffè, alle 11 del mattino..Mi sono guardata intorno, per cercare conferma, e l’ho trovata negli occhi lucidi di coloro che mi stavano intorno, attoniti..Si, increduli, perchè la Morte è un fatto naturale, ma non sembra tale per uno che, come te è un Folletto dei boschi, un ragazzo invecchiato nei tratti, ma non nel cuore.E così leggero anche nella profondità, nella avidità di vita…Nella corsa per acchiappare ogni attimo, ed ogni respiro del mare, del cielo, delle persone di cui hai tratteggialo l’Umanità reale, quella più vera, triste o giocosa, quella che appartiene a tutti.Che si trattasse di vinti o vincitori, TUTTI nello stesso cammino, insieme e senza etichette o discriminazioni.Grazie per averci insegnato a non essere mai Giudici implacabili, grazie per la tua generosità, grazie per l’ironia che ci rende più leggeri e tolleranti.Grazie per averci insegnato che la vita è FUTURA, profonda come il mare, azzurra o piena di nuvole come il tuo CIELO, dove continui a volteggiare attraverso le NOTE che restano dentro di noi, che continueranno ad essere la nostra COLONNA SONORA. Nella Musica, nei nostri respiri che ti ritroveranno..sempre. La morte è definitiva solo se mancherà la Memoria. Ma non c’è morte nel RICORDO.Che è eterno * ” Marlene

  71. Fai bene a evocarlo qui nel blog, Massimo, ossia nel luogo più bello e aperto che abbiamo in Italia per parlare di letteratura.
    Infatti era un poeta, un incantatore.
    Mi manca.
    Renata

  72. Caro Lucio, ricordati che i poeti non muoino mai… restano eterni tu lo sei stato e insieme alla grande mia amica Alda Merini reciterai e canterai nella vigna del Signore. Peccato non averti conosciuto di presenza .Adesso non ti dico addio, ma arrivederci. Giuseppe

  73. La Cei ha espresso l’auspicio che ai funerali di Lucio Dalla non risuonino le canzoni di Lucio Dalla. Neanche quelle di De Gregori, in questo i vescovi sono stati assolutamente equanimi. Altro che i gorgheggi pagani (e struggenti) di Elton John alle esequie di Lady Diana. Nessuna «canzonetta» deve distrarre i fedeli dall’incontro con la morte che si celebra nel rito: salutare il feretro sulle note di «Futura» sarebbe una rimozione del problema. Mi infastidiscono gli applausi ai funerali: li ritengo una scorciatoia emotiva per non penetrare il mistero, scaricando fuori di noi l’angoscia che il suono del silenzio ci provoca dentro. Ma la bella musica non è un applauso e Dalla è Dalla, un poeta, un cuore pulsante, che poi è quanto di più sacro io riesca a immaginare.

    Certo, nessuno pensa di mettere un juke-box sull’altare di San Petronio o una pianola nel confessionale. Però fatico a comprendere quale danno produrrebbe alla dimensione spirituale dell’evento la presenza di un violinista che accogliesse l’ingresso della bara con gli accordi di «4 marzo 1943». E che ne direste, eminenze, se il coro dei bambini dell’Antoniano la cantasse tutta, quella canzone, che poi è la preghiera di un credente, quale Dalla era? La rigidità dei principi rimane un dono finché non si trasforma nell’incapacità di sintonizzarsi sul sentimento comune, su quella voce d’angelo che per sempre ci canterà «aspettiamo che ritorni la luce – di sentire una voce – aspettiamo senza avere paura domani».
    Massimo Gramellini

  74. E’ morto Lucio Dalla e Bologna è tutta in lutto. Per questa città Lucio Dalla era la musica, e per il cantautore morto l’altro ieri, pochi giorni prima del suo sessantanovesimo compleanno la musica era preghiera. Allora, ricordate queste identificazioni, al fine di rendere un omaggio affettuoso a Lucio con il quale se ne va, senza retorica, qualche cosa della vita di tutti gli Italiani della mia generazione di vecchi ragazzi nati alla fine della guerra, vediamo in che senso la musica è preghiera, è addirittura imitatio Dei, e in che modo i bravi musicisti danno voce a qualche cosa di sovrannaturale.

  75. Arthur Schopenhuer mette la musica al primo posto tra le arti: “La musica è dell’intera volontà oggettivazione e immagine…La musica non è quindi, come le altre arti, l’immagine delle idee, bensì l’immagine della volontà stessa…Perciò l’effetto della musica è tanto più potente e insinuante di quello delle altre arti: poiché queste ci danno appena il riflesso, mentre la musica esprime l’essenza”. La musica dunque riflette la volontà, e questa non si impara: velle non discitur, scrive Seneca.
    Pindaro, il più grande poeta lirico greco, se non addirittura europeo, scrive che il valore non è insegnabile, né quello dell’atleta né quella del poeta, paragonabile all’aquila, il divino uccello di Zeus , mentre quanti non sono sapienti già per natura bensì “addottrinati” vengono assimilati ai corvi i quali stridono confusamente con mille lingue prolisse.
    Pindaro afferma: “sapiente è chi sa molto per natura (v. 86).
    Leopardi considerava Pindaro il principe dei poeti
    “Chi non sa quali altissime verità sia capace di scoprire e manifestare il vero poeta lirico, vale a dire l’uomo infiammato del più pazzo fuoco, l’uomo la cui anima è in totale disordine, l’uomo posto in uno stato di vigor febbrile, e straordinario, e quasi di ubbriachezza? Pindaro ne può essere un esempio ed anche alcuni lirici tedeschi ed inglesi”.

  76. Ebbene, Lucio Dalla per certi versi è accostabile a questi lirici: sembrava sapere le cose per natura. Quando disse all’amico Dionigi che voleva studiare il latino, Ivano gli rispose che non ne aveva bisogno, poiché era già dottore. Non dico che Dalla non sia passato attraverso studi seri, se non altro per riconoscere e potenziare la propria natura, potenziamento che è poi lo scopo più alto dello studio il cui compito supremo è quello di migliorare la fysis. Dico che Dalla non era un erudito piegato in due: le sue canzoni non hanno la gobba dell’erudito. Affermo che non era un pedante ma si trovava al passo con la vita, ballava con lei. Il pedante si trova sempre al di sotto della vita e se cerca di unirsi a lei produce solo degli aborti.

  77. Concludo con la dimensione dionisiaca dell’artista Lucio Dalla.
    Dionisiaco è l’artista che ha il coraggio di tuffarsi dentro il mare della vita fino a trarne le perle più rare. Dionisiaco è l’immediato sentirsi all’unisono con la vicenda incessante della vita e della morte, dove i confini dell’individualità e della coscienza sono travolti come da un fiume in piena. Dionisiaca per eccellenza è la musica.
    Sentiamo Nietzsche: “Sotto l’incantesimo del Dionisiaco non solo si stringe il legame fra uomo e uomo, ma anche la natura estraniata, ostile o soggiogata, celebra di nuovo la sua festa di riconciliazione col suo figlio perduto, l’uomo. La terra offre spontaneamente i suoi doni, e gli animali feroci delle terre rocciose e desertiche si avvicinano pacificamente. Il carro di Dioniso è tutto coperto di fiori e ghirlande: sotto il suo giogo si avanzano la pantera e la tigre. Si trasformi l’Inno alla gioia di Beethoven in un quadro e non si rimanga indietro con l’immaginazione, quando i milioni si prosternano rabbrividendo nella polvere: così ci si potrà avvicinare al dionisiaco. Ora lo schiavo è uomo libero, ora s’infrangono tutte le rigide, ostili delimitazioni che la necessità, l’arbitrio o la moda sfacciata hanno stabilite fra gli uomini. Ora, nel vangelo dell’armonia universale, ognuno di sente non solo riunito, riconciliato, fuso col suo prossimo, ma addirittura uno con esso, come se il velo di Maia fosse stato strappato e sventolasse ormai in brandelli davanti alla misteriosa unità originaria” (F. Nietzsche, La nascita della tragedia, pp. 25-26.).
    Il dionisiaco insomma esprime il sentimento dell’unità con gli uomini e con il mondo. Ascoltando le canzoni di Lucio Dalla abbiamo provato tale sentimento, lo proviamo e lo proveremo ancora.

  78. Ho conosciuto Lucio Dalla in uno spettacolo di Piazza per la Festa di San Giuseppe a Favara. La Piazza Cavour è una delle Piazze più difficili del mondo. Il pubblico ha reagito bene, ha ascoltato ed apprezzato in silenzio un Grande Artista, unico al mondo. Nei ricordi che voglio raccontare, c’è un concerto in cui Dalla è accompagnato alla chitarra dal mio fraterno amico Francesco Buzzurro nella bellissima canzone “Piazza Grande”. Ad un certo momento Lucio Dalla si ferma, smette di cantare e ringrazia pubblicamente Francesco che ha suonato la chitarra in quel pezzo in una maniera straordinaria. Tutto questo mi è sembrato un Sogno, quello degli Artisti che prima o poi si incontreranno nella loro vita, come ha scritto uno Scrittore a Milano. Ora, Lucio canta in cielo e per un momento regala la felicità agli angeli del paradiso…
    ( Pensieri liberi ricordando Lucio Dalla) Maurizio Piscopo Palermo.

  79. Ho conosciuto Lucio Dalla, nel Bastione San Francesco dell’Enoteca Italiana di Siena. Fui presentata a Lui dal mio amico Pasquale di Lena, Segretario Generale dell’Enoteca. Lucio era contento, aveva ricevuto il Premio ” La goccia d’oro” che ogni anno veniva assegnato ad un personaggio famoso.
    Il cantante ci parlò con molto entusiasmo del vigneto siciliano che aveva piantato. Sorrideva divertito, quando ci disse di aver chiamato il suo splendido nettare ” Stronzetto dell’Etna”. Pasquale ed io scoppiammo in una sonora risata e poi brindammo insieme al successo del nuovo frutto della vite.
    Quel breve incontro lo ricordo con intensa gioia. Ho però anche un rimpianto, avevo regalato al grande Lucio, il mio libro poetico ” Il Tempo Sospeso ” 1993 Edizioni del Leone, a cura di Giorgio Luti.
    Lui, incuriosito, lo sfogliò subito, poi gentilmente mi disse: ” Quando l’avrò letto le farò sapere il testo che mi è piaciuto di più.”
    Lo ringraziai e salutai calorosamente, ma ero cosi emozionata che dimenticai di dargli il mio bigliettino da visita.
    Caro Lucio, chi è più Poeta di te, nessuno potrà dimenticare il tuo fantastico slancio vitale. la tua coinvolgente simpatia. Spero di raggiungerti presto e su un tappeto di stelle parleremo di Poesia.
    Tessy

  80. Lo ricordo bambina, lo ricordo ragazzina. “L’ultima luna”, “Com’è profondo il mare”, “Disperato erotico stomp”… e dopo “Attenti al lupo”, l’ho anche visto dal vivo in occasione dell’uscita di quell’album. Il ricordo di Dalla si interseca a quello di altre persone che lo amavano e che non ci sono più. Ho un rimpianto: non essere andata a un concerto del tour che ha fatto con De Gregori (altro artista che adoro) pochi anni fa, forse due. Era un poeta, un genio.

  81. Verificando gli orari, mentre Lucio Dalla accusava il malore fatale io scrivevo su questo blog sul post dedicato a Dickens.
    So che e’ una notizia poco rilevante, ma ci tenevo a segnalarvela.

  82. Stasera ho visto che tempo che fa di Fabio Fazio. C’era uno spazio dedicato a Luco Dalla, con Roberto Vecchioni e Vito Mancuso che parlavano di lui.
    Vecchioni ha letto e spiegato il testo di “L’anno che verra’ “.
    Bellissimo momento. Mi sono commossa.

  83. Ho visto le immagini. Quanta gente intorno alla bara del nostro amato Lucio. Quant grandi artisti, suoi amici, con le lacrime agli occhi.
    Ancora una volta ho avuto un tuffo al cuore.
    Mi vado a riascoltare “L’anno che verrà”.
    Caro amico ti scrivo…
    Ciao a tutti.

  84. La morte di Lucio Dalla è di quelle che mai avresti voluto avvenisse. Lo pensavi eterno. Ma non per tutti gli altri cantautori, artisti o poeti è così. Perché ha avuto una virtù particolare rispetto agli altri: la leggerezza. E poi l’autoironia. Ma non so bene quale delle due mettere al primo posto. Alcune sue canzoni sono autentiche perle, poesia pura, con e senza la musica. In testa a tutte metto “L’anno che verrà” e le parole della struggente traduzione della canzone americana “Just a gigolo”, che aveva portato in giro nell’ultimo tour con De Gregori. Poi “Disperato erotico stomp”, “Anna bellanna” e altre, altre, altre ancora, meritevoli di stare in un’antologia della lirica, da Archiloco ad oggi.
    Ciao, Lucio, che la terra ti sia lieve, come il suono, dolce e tenero, del tuo clarinetto.

  85. Gente da tutta Italia, che si è data appuntamento lì a Bologna.
    Avrei vluto esserci anch’io, ma non potevo.
    Un mio amico è andato.
    (scrivo dalla Calabria)

  86. Un uomo ironico, un poeta, un folletto che si distingueva dagli altri con il suo modo di fare. Caro amico Lucio, sappi che tu lasci un segno indelebile in Italia.
    Quante canzoni mi vengono in mente in questo momento… Ricordo quando ho assistito a catania al suo concerto con De Gregori. Da brividi… Ciao Lucio. Buon compleanno.

  87. Sarò sincero.
    Fino ad oggi, una piccola parte di me sperava che questa fosse una bufala, una gigantesca burla ordita dallo stesso Lucio Dalla, da sempre ammantato da una bonaria ironia e autoironia, per festeggiare il suo 69° Compleanno. E mi immagnavo che, ad un certo punto, comparisse esclamando: “Bau-Cettetté!”.
    Purtroppo non è andata così.

  88. Buon compleanno, caro Lucio. Ho appena terminato di vedere uno speciale che ti hanno dedicato a Sky 1.
    Eri il Lucio di sempre. Chi ha ha detto che non sei andato davvero via aveva ragione.

  89. Saluti e ringraziamenti a: Valentina Masilli, Federico Simoni, Amelia Corsi, Francesca Giulia Marone, Rosalba Facchinetti (dal Brasile! Ciao, Rosalba), Marlene Carboni…

  90. Saluti e ringraziamenti anche per: Renata Mangiagli, Giuseppe La Delfa, Giovanni Ghiselli, Maurizio Piscopo, M.Teresa Santalucia Scibona (in arte, Tessy!)…

  91. E ancora, grazie e saluti a: Arianna Sacerdoti, Lucrezia, Anna, Cinzia, Paolo Fai, Andrea, Letizia Locatelli, Sergio Rilletti, Alessandra, Fabiola, Maria Rastelli.

  92. Anche stasera, un pensiero per Lucio.
    Prima di andare a dormire ascolterò “Quale allegria”.

  93. ciao, vorremo postare alcune strofe di alcuna canzoni di Lucio Dalla. possiamo?
    poniamo la domanda al responsabile del sito.

  94. Carissima Amelia Corsi,

    grazie per “Futura” è uno dei miei “pezzi” preferiti. Evocativo, innovativo e incredibile con una grande interpretazione di Lucio.

  95. Carissima Delia, grazie a te!!!
    “Futura” e’ davvero bellissima. Una canzone di grande speranza.

  96. La prima canzone di Lucio Dalla che sentii una trentina di anni fa è stata 4 marzo 1943. Ancora la ritengo la canzone più tenera di Lucio. Non pensavo che la sua morte mi sconvolgesse tanto. Dai primi giorni di marzo sento le canzoni di Dalla in cuffia, quando sono sola in casa perché non riesco a non piangere. Ma non è un pianto triste. E’ commozione per la bellezza e la poesia di ogni canzone, inconfondibile nello stile per la forte carica umana. Non conoscevo l’ ultima canzone perché Sanremo mi ha sempre annoiato. Nanì , questa dolcissima prostituta mi ha fatto venire in mente la Giulietta Masina de “Le notti di Cabiria”.

  97. Grande Lucio! Continuiamo ad ascoltarti, tu con la tua musica e la tua voce continui a parlare ai nostri cuori!

  98. In questi giorni su SKY hanno mandato il programma “L’angolo del cielo” un cui Lucio Dalla racconta, la sua storia, la sua carriera, la sua musica, insieme ai suoi amici. Non so se l’avete vista, ma… bellissima!
    Grande Lucio!

  99. Ti lasciamo le prime strofe di alcune delle canzoni di Lucio.
    Ci sembra un bel modo per ricordarlo.
     

     
    NANI’
    Nanì, Nanì, Nanì…
    Ti ho scovato dentro ad un sentiero
    ma non sono stato mai sincero.
    Nanì, Nanì, Nanì…
    Prima e dopo tanti come me,
    a cercare il mondo che non c’è.

    Nanì, Nanì…
    Questo bosco ormai ha il tuo stesso odore,
    Di una bocca senza il suo sapore.
    Nanì, Nanì, Nanì…
    Venti euro di verginità,
    quelli al padrone, la mia che resta qua.

    Dimmi perché tu ami sempre gli altri
    ed io amo solo te
    Dimmi perché mi hai chiesto di andar via
    quando ti ho detto “Vieni via con me”

  100. ANCHE SE IL TEMPO PASSA
    Noi la vita la annusiamo in tutti i posti, ma lei passa senza neanche un ciao
    oppure vola come i ladri sopra i tetti se ci provi non la puoi fermare

    io lo so perchè da un certo punto in poi le cose cambiano
    e so anche perchè amore per me non è mai stato facile

    anche se il tempo passa, e tu non sei mai la stessa (vita),
    la voglia che ho di te non l’ho mai persa
    e se ogni istante ci cambia se ogni cosa è diversa
    c’è amore e resterà nella mia testa
     

  101. CARUSO
    Qui dove il mare luccica e tira forte il vento
    su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento
    un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto
    poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto.

    Te voglio bene assaje
    ma tanto, tanto bene sai
    è una catena ormai
    che scioglie il sangue dint’e vene sai.

    Vide le luci in mezzo al mare
    pensò alle notti là in America
    ma erano solo le lampare e la bianca scia di un’elica

    sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte
    ma quando vide la luna uscire da una nuvola
    gli sembrò più dolce anche la morte

    guardò negli occhi la ragazza, quegli occhi verdi come il mare
    poi all’improvviso uscì una lacrima e lui credette di affogare.

  102. ATTENTI AL LUPO
    C’è una casetta piccola così, 
    con tante finestrelle colorate, 
    e una donnina piccola così, 
    con due occhi grandi per guardare, 
    e c’è un omino piccolo così, 
    che torna sempre tardi da lavorare, 
    e ha un cappello piccolo così, 
    con dentro un sogno da realizzare, 
    e più ci pensa più non sa aspettare. 

    Amore mio non devi stare in pena, 
    questa vita è una catena, 
    qualche volta fa un po’ male, 
    guarda come son tranquilla io 
    anche se attraverso il bosco 
    con l’aiuto del buon Dio, 
    stando sempre attenta al lupo. 

    Attenti al lupo. Attenti al lupo. 

  103. TU NON MI BASTI MAI
    Vorrei essere il vestito che porterai 
    il rossetto che userai 
    vorrei sognarti come non ti ho sognato mai 
    ti incontro per strada e divento triste 
    perchi poi penso che te ne andrai. 
    Vorrei essere l’acqua della doccia che fai 
    le lenzuola del letto dove dormirai 
    l’hamburger di sabato sera che mangerai… che mangerai 
    vorrei essere il motore della tua macchina 
    cosl di colpo mi accenderai. 
    Tu tu non mi basti mai 
    davvero non mi basti mai 
    tu tu dolce terra mia 
    dove non sono stato mai. 
    Debbo parlarti come non faccio mai 
    voglio sognarti come non ti sogno mai 
    essere l’anello che porterai

  104. AYRTON
    Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota 
    e corro veloce per la mia strada 
    anche se non è più la stessa strada 
    anche se non è più la stessa cosa 
    anche se qui non ci sono piloti 
    anche se qui non ci sono bandiere 
    anche se qui non ci sono sigarette e birra 
    che pagano per continuare 
    per continuare poi che cosa 
    per sponsorizzare in realtà che cosa. 
    E come uomo io ci ho messo degli anni 
    a capire che la colpa era anche mia 
    a capire che ero stato un poco anch’io 
    e ho capito che era tutto finto 
    ho capito che un vincitore vale quanto un vinto 
    ho capito che la gente amava me 
    potevo fare qualcosa 
    dovevo cambiare qualche cosa. 

  105. BALLA BALLA BALLERINO
    Balla balla ballerino 
    tutta la notte e al mattino 
    non fermarti. 
    Balla su una tavola tra due montagne 
    e se balli sulle onde dei mare io ti vengo a guardare. 
    Prendi il cielo con le mani 
    vola in alto più degli aeroplani 
    non fermarti. 
    Sono pochi gli anni forse sono solo giorni 
    e stan finendo tutti in fretta e in fila 
    non ce n’è uno che ritorni. 
    Balla non aver paura 
    se la notte è fredda e scura 
    non pensare 
    alla pistola che hai puntato contro. 
    Balla alla luce di mille sigarette e di una luna 
    che ti illumina a giorno. 
    Balla il mistero di questo mondo che brucia in fretta 
    quello che ieri era vero, dammi retta, non sarà vero domani. 

  106. ANNA E MARCO
    Anna come sono tante anna permalosa 
    anna bello sguardo 
    sguardo che ogni giorno 
    perde qualcosa 
    se chiude gli occhi lei lo sa 
    stella di periferia 
    anna con le amiche 
    anna che vorrebbe andar via 
    marco grosse scarpe e poca carne 
    marco cuore in allarme 
    con sua madre una sorella 
    poca vita sempre quella 
    se chiude gli occhi lui lo sa 
    lupo di periferia 
    marco col branco 
    marco che vorrebbe andar via 
    e la luna e’ una palla 
    ed il cielo e’ un biliardo 
    quante stelle nei flippers 
    sono piu’ di un miliardo 
    marco dentro a un bar 
    non sa cosa fara’ 
    poi c’e’ qualcuno che trova una moto 
    si puo’ andare in citta’ 

  107. L’ANNO CHE VERRA’
    Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ 
    e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. 
    Da quando sei partito c’è una grossa novità, 
    l’anno vecchio è finito ormai 
    ma qualcosa ancora qui non va. 

    Si esce poco la sera compreso quando è festa 
    e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, 
    e si sta senza parlare per intere settimane, 
    e a quelli che hanno niente da dire 
    del tempo ne rimane. 

    Ma la televisione ha detto che il nuovo anno 
    porterà una trasformazione 
    e tutti quanti stiamo già aspettando 
    sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, 
    ogni Cristo scenderà dalla croce 
    anche gli uccelli faranno ritorno. 

    Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, 
    anche i muti potranno parlare 
    mentre i sordi già lo fanno. 

    E si farà l’amore ognuno come gli va, 
    anche i preti potranno sposarsi 
    ma soltanto a una certa età, 
    e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, 
    saranno forse i troppo furbi 
    e i cretini di ogni età. 

  108. MILANO
    Milano vicino all’Europa 
    Milano che banche che cambi 
    Milano gambe aperte 
    Milano che ride e si diverte 
    Milano a teatro 
    un ole’ da torero 
    Milano che quando piange 
    piange davvero 
    Milano Carabinieri Polizia 
    che guardano sereni 
    chiudi gli occhi e voli via 
    Milano a portata di mano 
    ti fa una domanda in tedesco 
    e ti risponde in siciliano 
    poi Milan e Benfica 
    Milano che fatica 
    Milano sempre pronta al Natale 
    che quando passa piange 
    e ci rimane male 
    Milano sguardo maligno di Dio 
    zucchero e catrame 
    Milano ogni volta 
    che mi tocca di venire 
    mi prendi allo stomaco 
    mi fai morire 

  109. LA SERA DEI MIRACOLI
    È la sera dei miracoli fai attenzione 
    qualcuno nei vicoli di Roma 
    con la bocca fa a pezzi una canzone. 
    È la sera dei cani che parlano tra di loro 
    della luna che sta per cadere 
    e la gente corre nelle piazze per andare a vedere 
    questa sera così dolce che si potrebbe bere 
    da passare in centomila in uno stadio 
    una sera così strana e profonda che lo dice anche la radio 
    anzi la manda in onda 
    tanto nera da sporcare le lenzuola. 
    È l’ora dei miracoli che mi confonde 
    mi sembra di sentire il rumore di una nave sulle onde. 
    Si muove la città con le piazze e i giardini e la gente nei bar 
    galleggia e se ne va, anche senza corrente camminerà 
    ma questa sera vola, le sue vele sulle case sono mille lenzuola. 
    Ci sono anche i delinquenti 
    non bisogna avere paura ma soltanto stare un poco attenti. 
    A due a due gli innamorati 
    sciolgono le vele come i pirati 
    e in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei 
    perché mi perderei se dovessi capire che stanotte non ci sei. 

  110. DISPERATO EROTICO STOMP
    Ti hanno vista bere a una fontana che non ero io 
    ti hanno vista spogliata la mattina, birichina biricò. 
    Mentre con me non ti spogliavi neanche la notte, 
    ed eran botte, Dio, che botte 
    ti hanno visto alzare la sottana, la sottana fino al pelo. Che nero! 
    Poi mi hai detto “poveretto, il tuo sesso dallo al gabinetto” 
    te ne sei andata via con la tua amica, quella alta, grande fica. 
    Tutte e due a far qualcosa di importante, di unico e di grande 
    io sto sempre a casa, esco poco, penso solo e sto in mutande. 

    Penso a delusioni a grandi imprese a una Tailandese 
    ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale. 

  111. TELEFONAMI TRA VENT’ANNI
    Telefonami tra vent’anni 
    io adesso non so cosa dirti 
    amore non so risponderti 
    e non ho voglia di capirti 
    Invece pensami tra vent’anni pensami 
    io con la barba più bianca 
    e una valigia in mano 
    con la bici da corsa 
    e gli occhiali da sole 
    fermo in qualsiasi posto del mondo 
    chi sa dove 
    tra miliardi miliardi di persone 
    a bocca aperta senza parole 
    nel vedere una mongolfiera 
    che si alza piano piano 
    e cancella dalla memoria 
    tutto quanto il passato 
    anche linee della mano 
    mentre dall’alto un suono 
    come un suono prolungato 
    il pensiero che è appena nato 
    si avvicina e scende giù 
    ah io sarei uno stronzo 
    quello che guarda troppo la televisione ! 
    beh qualche volta lo sono stato 
    importante è avere in mano la situazione 
    non ti preoccupare 
    di tempo per cambiare ce n’è 
    così ripensami tra vent’anni ripensami 

  112. PIAZZA GRANDE
    Santi che pagano il mio pranzo non ce n’è 
    sulle panchine in Piazza Grande, 
    ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n’è. 

    Dormo sull’erba e ho molti amici intorno a me, 
    gli innamorati in Piazza Grande, 
    dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no. 

    A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io. 
    A modo mio avrei bisogno di sognare anch’io. 

    Una famiglia vera e propria non ce l’ho 
    e la mia casa è Piazza Grande, 
    a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho. 

    Con me di donne generose non ce n’è, 
    rubo l’amore in Piazza Grande, 
    e meno male che briganti come me qui non ce n’è. 

    A modo mio avrei bisogno di carezze anch’io. 
    Avrei bisogno di pregare Dio. 
    Ma la mia vita non la cambierò mai mai, 
    a modo mio quel che sono l’ho voluto io 

  113. 4/3/1943
    Dice che era un bell’uomo e veniva, 
    veniva dal mare 
    parlava un’altra lingua, 
    pero’ sapeva amare 
    e quel giorno lui prese a mia madre 
    sopra un bel prato 
    l’ora piu’ dolce prima di essere ammazzato 

    Cosi’ lei resto’ sola nella stanza, 
    la stanza sul porto 
    con l’unico vestito ogni giorno piu’ corto 
    e benche’ non sapesse il nome 
    e neppure il paese 
    mi aspetto’ come un dono d’amore fin dal primo mese 

    Compiva 16 anni quel giorno la mia mamma 
    le strofe di taverna, 
    le canto’ a ninna nanna 
    e stringendomi al petto che sapeva, 
    sapeva di mare 
    giocava a fare la donna con il bimbo da fasciare. 

  114. OCCHI DI RAGAZZA
    Occhi di ragazza 
    quanti cieli quanti mari che m’aspettano 
    occhi di ragazza 
    se vi guardo 
    vedo i sogni che farò 
    partiremo insieme per un viaggio 
    per città che non conosco 
    quante primavere che verranno 
    che felici ci faranno 
    sono già negli occhi tuoi 
    Occhi di ragazza 
    io vi parlo 
    coi silenzi dell’amore 
    e riesco a dire 
    tante cose che la bocca non dirà 
    Quando ti risvegli la mattina 
    tutto il sole nei tuoi occhi 
    c’è una luce che mi porta fino a te 

  115. Che bella l’idea di Valeria e Seby. Bravi!
    Sono anche alcune delle mie canzoni preferite.

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