Robbie Williams
Avete saputo che Robbie William parla con il defunto Frank Sinatra?
Oh, sì! Ed è tutto vero, mica una squallida trovata pubblicitaria.
Da Repubblica.it: “Robbie Williams da popstar a medium. Il cantante ha infatti detto di essersi messo in contatto con Frank Sinatra grazie ai suoi poteri paranormali e di aver ottenuto da ‘The Voice’ l’autorizzazione a cantare alcuni suoi grandi classici. (…) "Mi sono messo in contatto con lui quando ero a casa e ha detto che gli piacevano le mie versioni. E’ stato accanto a me quando li ho registrati", ha detto Williams… (…) che è convinto di avere poteri soprannaturali: "Si’, fin da quando sono bambino – ha detto la popstar tra il serio e il faceto -. Quando ero piccolo vedevo delle cose: una volta una luce verde è passata vicino a casa mia".”
A questo punto mi sento sollevato e vi confesso qualcosa che mi pesava come un macigno.
Ehm… ecco… sto scrivendo il mio nuovo romanzo sotto la dettatura di Luigi Pirandello. A dire il vero procediamo un po’ lentamente, dato che lavoriamo prevalentemente di notte. E poi ogni tanto interferiscono Tomasi di Lampedusa e Giovanni Verga. E l’altra notte Sciascia mi ha sussurrato a un orecchio che avrebbe tra le mani un raccontino niente male.
Ogni tanto – con la coda dell’occhio – scorgo D’Arrigo, che però se ne sta in disparte per (mi dicono) lavorare a una nuova stesura dell’Horcynus Orca.
La settimana scorsa, pensate un po’, è venuto a trovarmi Salvatore Quasimodo. Aveva dei versi da proporre. Io gli ho detto che con i versi non ho molta dimestichezza. E allora lui mi ha risposto: "Ma questi sono versi versatili! E comunque versi diversi". Io ho alzato le spalle e in lontananza ho scorto un gruppo di persone. Molti di loro scuotevano la testa, forse in senso di sdegno: ho riconosciuto Capuana, De Roberto, Brancati, Aniante, Addamo, Pizzuto, Patti e – mani in tasca, un po’ più distante – un Bufalino inbufalito.
E poi… be’… non so se confidarvi anche quest’altra cosa, ma tempo fa – sempre di notte – sono stato svegliato da Calvino. Il buon Italo mi chiedeva disponibilità per un aggiornamento delle sue Lezioni americane. Poi però è sopravvenuto Vittorini, l’ha preso a braccetto e gli ha detto che io – in quanto siculo – sono cosa loro. Però ha aggiunto: "Ma non ti credere, non c’è molto da prendere da questo!"
Teneva in mano un numero del Menabò e non ho ben capito se il termine questo fosse riferito a me o alla rivista.
Un’ultima cosa. Anch’io, come Robbie Williams, vedo delle cose (oltre a sentirle): mi capita soprattutto quando sto molto tempo davanti allo schermo del pc. Mi passano davanti agli occhi… come dire… oggetti scuri, piccoli come insetti.
Povero Robbie. Come lo capisco. Credetemi, non è facile essere dotati di poteri paranormali. E poi sentire la voce di uno che era soprannominato The Voice dev’essere particolarmente impressionante.
E meno male che è un cantante anglosassone e non uno scrittore siciliano. Altrimenti, in un momento di ispirazione di natura onomatopeica, Verga avrebbe potuto urlargli: "Robbie mio, vientene con me!"
Magari prendendolo a bastonate.
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P.S. Chissà se, tra voi, c’è qualcuno che condivide l’esperienza dell’ascolto di voci! Secondo me, sì! Dài… chi è che vi appare di notte, magari nei sogni?
Oppure… di CHI vorreste sentire "la voce"?
P.P.S. La foto che ritrae Williams con un paio di slip davanti al volto l’ho pescata dalla rete. Non chiedetemi se abbia significati metaforici. O simbolici.
il pezzo è molto bello e divertente!
restando alla letteratura a me piacerebbe sentire la voce di moravia. autore un po’ troppo dimenticato, mi pare.
Articolo divertentissimo. Come si dice in internet, lol (lot of laugh). 😉
Vado di fretta, ma tornerò per scrivere di chi vorrei sentire le voci.
Beh, lo so, pretendo troppo, ma come mi piacerebbe scambiare quattro chicchiere (o anche due sole) con Albert Einstein!
Con lui “uomo curioso” si può parlare di tutto, con me di niente… vuol dire che lo ascolterò parlare liberamente senza fare domande.
MAGAAARI!
a me piacerebbe parlare col grande james dean: mito indimenticato.
non ho capito una cosa. perché verga dovrebbe urlare a robbie williams “robbie mio vientene con me”?
indubbiamente Saffo, le chiederei perchè le donne che scrivono si citano sempre poco, poi le chiederei di scrivere con me, anche se non ci credo, i morti non ritornano: una volta morto rinasci, potrei essere stata Saffo per esempio… oltre che una cimice, in una delle mie innumerevoli vite, ciao simpatico Massimo Maugeri
Si potrebbe parlare con Marilyn Monroe? Non mi dispiacerebbe se mi sussurrasse all’orecchio “Bye Bye Baby”
Infinito il numero delle voci che vorrei udire, ma di una in particolare sarei contenta, quella di Enrico Medi, le poche volte che l’ho udita per radio m’è sembrata splendida come le cose che diceva.
Per mia fortuna dormo tranquilla e non sento voci, finora tutte quelle che ho avuto modo di udire erano di persone vive e vegete. Oltretutto, sono talmente smaliziata in quanto a fantasia che se anche ne udissi qualcuna dall’aldilà, non lo verrei certo a dire qui.
Aaaaaahhhhh! Tu mi concedi, finalmente, l’occasione per disvelare la mia reale identita’: io sono la riproduzione temporal-alfabetico-segnica della ”gilda” che scrisse al posto di Omero quel romanzetto d’appendice chiamato Odissea. Ero – o piu’ propriamente ”eravamo”, in quanto identita’ collettiva – un affiatato gruppo sofistico-maoista che aveva occupato l’Accademia platonica in un momento storico carico di nembi rivoluzionari e nuovi fermenti lirico-bombaroli.
Ho (abbiamo) fatto un capolavoro, no? Ohibo’: quei tempi non torneranno piu’.
Nostalgici Saluti a Tutti i Moderni
Il Collettivo-Gilda Omerico
Senz’altro Marcel Proust. E’ forse lo scrittore più enigmatico, con quel suo immenso romanzo. Ne I Meridiani esiste l’Album Proust, in cui le foto dei luoghi e dei familiari restituiscono un ambiente molto più banale di quello del romanzo. Forse sarebbe così anche per la sua voce.
Alda Merini dice che gli autori sono più deludenti dei loro libri, ed ha ragione. Ma… che emozione sarebbe ugualmente!
Renato Di Lorenzo
vorrei sentire la voce di Dio, credi di farcela?
Io sento la voce di Luca Giurato. E’ un incubo senza fine…
Io scrivo lettere ai miei bambini, che farò leggere loro quando saranno grandi. Una specie di diario, scanzonato am sincero.
Racconto di tutto, sentimenti, fatti, impressioni, frustrazioni. In genere cose che non sarebbero in grado di capire adesso, o che attenterebbero all’immagine di uomo fantastico che mi sono faticosamente costruito.
E’ il mio modo per fingere di parlare dall’aldilà – nel quale non credo – una maniera per eternare il momento attuale, altrimenti non eternabile.
Non parlo con altri, i miei affetti più cari sono tutti ancora vivi, e non mi capita di voler bene a chi non conosco (che so, scrittori cantanti calciatori veline o uomini di stato).
I miei due centesimi.
Pier Paolo
Avrei qualche domanda da fare a Tondelli. Mi piacerebbe risentire Marlon Brando. Con Sartre metteri a dura prova il mio francese, ma lo farei senza paura. Idem con la De Beauvoir. Poi la mia nonna, che di tutti i cantastorie è quella che sapeva raccontare meglio.
;o) buon fine settimana a te Massimo e a tutti.
Elisabetta
Anche di Napoleone, al quale chiederei di fare il ministro dei beni culturali col compito del recupero di tutte le opere d’arte italiane “fuori sede”…
e anche di Maria Callas, alla quale direi di avere coraggio e di essere forte, perchè nella vita è la nostra vita la migliore cosa da custodire, anche quando le tempeste che ci sovrastano sembrano remare contro quando nasciamo dobbiamo imparare da subito a volerci bene.E una voce e una personalità come la sua non doveva abbandonarci, seppur la sua voce è rimasta ma non la sua presenza.
quella di Bonifacio VIII per domandargli di chi fu l’idea d’indire il primo giubileo del 1300.
In assoluto vorrei riascoltare la voce di un mio nonno, ma non credo che ce la farei a non commuovermi fino alle lacrime.
Vorrei cantare con Maria Callas, far parte della Cappella Sistina ai tempi di Giovanni Pierluigi da Palestrina – MITICO! Senza la musica rinascimentale non avremmo avuto Verdi e lui era il primo a riconoscerlo, mentre poi questi capolavori sono diventati musica d’élite – , questo per quanto riguarda la musica. Purtroppo o per fortuna non sento le voci, ma molto spesso provo quella specie di locuzione interiore che ti spinge ad alzarti nel cuore della notte per scrivere. è la voce del mio io più vero o di qualcosa/qualcuno che cerca uno strumento per parlare?
Nell’aldilà voglio incontrare Dante, Leopardi che mi reciti “A Silvia” ma finalmente felice, Jane Austen per spettegolare un po’ alla British, Ungaretti per fargli leggere i miei testi ermetici, Verga e Pirandello per stare un po’ tra siculi…
Magari gli scrittori di oggi ascoltassero le voci dei classici! Avremmo meno spazzatura e più poesia. Vero è che spesso è meglio leggere un autore che incontrarlo di persona perché ti delude sempre, ma ci pensate che corsi di scrittura creativa con Virginia Woolf, Omero e Virgilio, le Bronte, Poe, Conan Doyle e Agatha Christie, Foscolo e Shakespeare, Boccaccio ed Euripide? Sarebbe il Paradiso. Dio è autore del mondo e di tutti i libri del mondo – lo Spirito Santo colpisce ancora… – quindi quando e se incontrerò Lui, nella sua voce ascolterò tutte quelle che ho amato.
Bello, il tuo pezzo! Io, poi, sono una fan di Robbie Williams. Ma non di Sinatra, non mi è mai piaciuto. Nel caso mio, vorrei sentire le voci degli scrittori classici letti in gioventù, chissà che mi potessero aiutare nel mio tentativo di scrivere. Vorrei udire Silone, Carlo Levi, Pratolini, lo stesso Moravia, e anche Prandello potrebbe farsi vivo, e suggerirmi qualche idea. Non dispero, prima o poi succederà.
Anche io credo che gli autori in fondo siano piu` prosaici e deludenti rispetto ai loro libri.
per questo mi piacerebbe fare quattro chiacchiere, se il mio inglese penoso lo permette, con il Giovane Holden. Il ragazzo ribelle per eccellenza.
In alternativa non mi spiacerebbe scambiare due chiacchiere con un vecchio alcolizzato come Bukowski o un giovane medico che odiava i cinesi e visitava i poveri nelle Banlieu parigine. Un tal Celine.
Vorrei che Lucio Apuleio mi raccontasse di una cena sul terrazzo della sua casa a Cartagine, che Virginia Woolf mi evocasse un suo incontro con l’amica/rivale Katherine Mansfield (ne ho trovato traccia nel suo diario, ma volete mettere se me lo racconta a voce la diretta interessata?) e che Petronio Arbitro mi descrivesse la genesi del meraviglioso “Satyricon” e il terrore/ebbrezza da lui provati la notte in cui dovette tagliarsi le vene per ordine di Nerone. E vorrei che un ignoto autore pagano mi guidasse nella ricerca di un libro da lui scritto e mai reperito, che si trova magari a venti metri sotto un orto alle porte di Crotone. Sono pazzo? Un abbraccio all’impagabile Massimo da Francesco Costa
Credo che a voler sentire certe voci, come vengo leggendo, ci vorrebbe un udito del tutto speciale. Soprattutto se si tratta di personaggi del passato che non hanno lasciato niente di scritto.
A proposito!… Mi ritorna in mente, dai tempi delle Medie, un delizioso epigramma di Luciano Folgore (pseud. di Omero Vecchi, poeta e umorista romano della prima metà del ‘900):
“Colui ch’ode volare un moscerino
non si può dire che ha l’udito fino.
L’udito fino ce l’ha chi all’occorrenza
sa udir la voce della sua coscienza.”
Che poi, se uno s’impegna un po’, forse quella voce dall'”aldidentro” riesce ad udirla perdavvero…, altro che voci dall’aldilà!
Comunque simpatici e stimolanti come sempre questi esercizi di fantasia creativa che Massimo ci propone ogni tanto.
A me piacerebbe stare su un tappeto in un salotto cosparso di rose rosse,dove aleggiassero profumi di cognac,tabacchi e muschio, e parlare con Gesù,Che Guevara, Epicuro,Nietzsche e Marylin Monroe. Probabilmente si converrebbe su un fondamentale pensiero,quant\’è priva di tenerezza e intelligenza questa folle societá. Un bel pò di gente forse?… Mica tanta…A chiunque piace stare in compagnia la porta è aperta, accomodatevi… Un SALUTO a tutti, Gianni Parlato
beh..Kerouac…ringraziarlo per i viaggi che mi ha fatto fare…perchè ho conosciuto, tramite le sue pagine, gli Stati Uniti, pur non avendone mai respirato l’aria.
e poi…jimi hendrix…non vorrei sentire la sua voce, ma quella della sua chitarra “dal vivo”… perchè quarant’anni fa ebbe il coraggio di accusare un mondo che non lo soddisfava usando delle note distorte, eloquenti più di qualsiasi corda vocale…ci vorrebbe anche oggi uno così!
e infine Jim morrison…che mi legge una poesia di Rimbaud…..
seee,magari!!!!
ciao massimo
ah già, dimenticavo…
una volta ero seduto in piazza ariostea qui a ferrara e messer ludovico ariosto, dall’alto della sua colonna, mi ha recitato alcuni versi del furioso…
te lo giuro, robbie!!!!
Vorrei non solo ascoltare ma parlare anch’io a due che si sono fatti vincere dallo sconforto, qui a Torino. Il compagno della mia infanzia Emilio Salgari (ma è sempre una fantasia trascinante,anche da adulti, provate) e Cesare Pavese, un grande assoluto. Due che la vita ha lasciato nella povertà più penosa, quella degli affetti, e che hanno reso ricchi gli editori.
E’ da una vita che parlo con gli assenti, con quelli che non sono più presenti, men che meno sofferenti. Mi accompagnano nei tempi morti (sic) del mio tempo vivo.
Non sempre sono personaggi pubblici, ma sono sempre persone importanti.
Una volta ho parlato col mio barbiere, con mio padre, con un droghiere (quelli col gatto sul bancone), poi ho discusso con Romeo sulla effettiva necessità dell’amore, mi ha risposto un poeta dagli occhi belli, quello con cui avrei “scambiato penna per pistola”: Ernesto Guevara de la Serna mi ha detto che l’amore è altro da se, se è amore.
A quel fesso del Maestro ho chiesto se fosse andato a letto con Margherita, e a Gramsci quale era la più sexy delle due sorelle Schucht; ad Hemingway ho domandato cosa ci facesse con un fucile in mano il 2 luglio del 61’: “Saprò con assoluta certezza, per chi suonerà la prossima campana”.
Spero di non parlare mai da solo, con me stesso, o quantomeno il più tardi possibile, preferibilmente con un Daiquiri in una mano e il seno di Norma Jean Baker nell’altra.
A me piacerebbe parlare con Leopardi. Gli chiederei di recitarmi i versi di “A Silvia”, con preghiera di sostituire il nome Silvia con il mio vero nome. E poi lo ringrazierei. E gli sorriderei dicendogli: “I tuoi versi mi hanno accompagnato l’esistenza. E la loro tristezza hanno assorbito la mia.”
E poi Massimo desideravo ringraziare anche te, perché con questi tuoi articoli stimoli la nostra creatività e ci spingi a metterla in comune.
vorrei che jim morrison mi sussurrasse The End all’orecchio e gli chiedei di ntrare dentro di me per scrivere ancora qualcosa di languido ed eccitante come solo il re lucertola sapeva fare
Io vorrei parlare con mio padre, morto nel 1984. Se proprio devo scegliere un’anima famosa, direi Freddie Mercury.
Vi ringrazio davvero per i vostri bellissimi commenti (alcuni dei quali perfino commoventi).
Credo che anche queste occasioni di confronto, leggere e divertenti, possano servire per conoscerci meglio.
Temo di non avere la possibilità di aggiornare il blog con nuovi post fino a martedì, per cui se vi vengono in mente altre voci che vorreste “sentire” continuate a scrivere qui.
Grazie.
P.S. Ho aperto i commenti al post dedicato ai Volver (“Signore e signori… vi presento i Volver): se avete commenti da lasciare, impressioni da condividere o domande rivolte agli interessati scrivete pure.
bel post, divertente
maverick:
in” piazzario” non era (forse anche non é) difficile sentire voci o avere visioni…una piazza
metafisica…con eterna nuvoletta barocca di fumo sovrastante.
…io vorrei sentire Oscar Wilde,andarci a cena( adoro i pettegolezzi).
Proust aveva sicuramente una voce nasale, meglio non sciupare il mito.
olgavadodilà:
piazzario metafisica,eh? ci andrò più spesso allora…chissà che non mi arrivi davvero l’ispirazione!Prossimamente sperimenterò anche la cella di Torquato Tasso…magari aleggia una voce anche là…
un saluto a te e a tutti i blogganti di letteratitudine!
Vorrei sentire la voce di mia nonna (che non ho mai conosciuto)ed è morta molto giovane all’età di 27 anni…
Non era mia intenzione prendere in giro Robbie Williams (diciamo però che se l’è cercata) anche perché alcune sue canzoni le ascolto con piacere. Per esempio c’è quella deliziosa versione di “Something stupid” che Williams canta con Nicole Kidman che non è per nulla male (chissà quanto avrebbe pagato il “nostro” Roberto Alajmo per essere al posto dell’ex Take That).
Oggi pensavo che, a parte quella dei miei cari, mi piacerebbe “sentire” la voce di John Lennon.
Mi piacerebbe che di notte mi cantasse i versi di “Imagine” con voce flebile e un leggero accompagnamento di chitarra. E mi piacerebbe che dicesse: “Ehi, amico… scrivi il testo di questa canzone sul blog. E poi traducilo. Così chi legge potrà rendersi conto che è ancora attualissimo.”
IMAGINE
John Lennon
Imagine there’s no Heaven
It’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today
Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace
You may say that I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world
You may say that I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one
IMMAGINA
John Lennon
Immagina non ci sia il Paradiso
è facile se ci provi,
Nessun inferno sotto i piedi
Sopra di noi solo il Cielo
Immagina che la gente
viva per il presente…
Immagina non ci siano paesi
non è difficile
Niente per cui uccidere e morire
e nessuna religione
Immagina che tutti
vivano la loro vita in pace..
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno…
Immagina che non esista il possesso
mi chiedo se ne sei capace
senza necessità di avidità o rabbia
La fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta le gente
condividere il mondo intero…
Puoi dire che sono un sognatore
ma non sono il solo
Spero che ti unirai anche tu un giorno
e che il mondo diventi uno…
charles bukowski!
http://titoorangedog.blog.kataweb.it/
P.S. Bel post!
Io ho un paio di slip identici a quelli della foto. (Comprati a Camden Town e mai usate). A parte l’outing sulla lingerie,
a me piacerebbe parlare con Jackson Pollock e Piero della Francesca insieme.
che coincidenza particolare, lo confessavo proprio pochi giorni fa a un mio amico: vorrei tanto parlare con Jean Claude Izzò, sia della trilogia di Marsiglia, sia -soprattutto- di Marinai Perduti.
E poi, anzi e prima, con J.L.Borges, ma con lui lo so da sempre che in sogno ci incontrammo o ci incontreremo.
D’accordo anche su Saffo, già nominata mi pare da Lia, e Virginia Woolf (mi vidi, un giorno, tirarla fuori dal torrente appena in tempo e poi ebbi il mio bel da fare ad occuparmi di lei perché “se salvi la vita a qualcuno poi ne sei responsabile”…)
Altri nomi seguiranno, famosi e non, per esempio vorrei tanto ma proprio tanto risentir parlare Aldo, il prof Aldo Musacchio, così profondo e grande e umile e tenero.
E la mia nonna Lu e la mia tata Carmen.
Complimenti per l’articolo, divertentissimo!
giovanna
eheh.. io sono un fan di tutti e due i cantanti.. xò il buon vekkio Robbie ogni tanto ne spara una delle sue.. beh cmq l’ex Take That aveva già registrato un CD con le canzoni di The Voice nel 2001 mi pare..”Swing When You’re Winning”… di cos’altro avranno parlato quei due?? –Mah.. cmq sia anke a me piacerebbe parlare tanto con Frank.. lasciamo perdere.. :s Ciau!
uffa! perché nobody mi explain perché verga dovrebbe prendere a bastonate robbie williams? intuisco che è una battuta, but i don’t understand il nesso
Ciao Massimo! Lo scorso dicembre, qui a Floridia, qualcuno ci presentò…Ricordi?Probabilmente no!…
Aggiungo il nome di un altro scrittore, tanto siciliano quanto poco conosciuto: ANGELO FIORE. Sentiva le voci, come i suoi personaggi.Il suo ultimo racconto-testamento è intitolato,non a caso, “Le voci”…
Sarebbero molte le persone con le quali vorrei parlare. Preferisco, almeno per adesso, evitare di elencarle tutte.Comunque, per quel tale chiamato Gesù, abbiamo sempre qualche possibilità.Il problema, semmai, stando a quello che si dice è un altro: E’Lui a chiamare!
Mi piacerebbe sentire la voce del mitico Elvis;parlargli per sapere se è morto veramente…Sentirgli cantare,solo per me, canzoni come “In the ghetto”, “Love me tender” o “Can’t help falling in love”, mi provocherebbe tanti di quei brividi da cadere “come corpo morto cade”(se ricordo bene la cit. dantesca!).
Per Luisa.Mi permetto, cara amica ancora sconosciuta, di rispondere alla tua richiesta.”Robbie mio vientene con me” contiene una citazione verghiana. Il protagonista della novella “La roba” (se il titolo è errato, chiedo a Massimo di correggere!),tal Mazzarò, era talmente attaccato alle sue proprietà che disperatamente, ormai vecchio e prossimo alla morte, cominciò a fracassare tutto e(se la memoria non m’inganna) a bastonare gli animali domestici, mentre pronunciava la frase “Robba mia vientene con me”.
Un saluto a Massimo e a tutti voi, amici ancora sconosciuti. Buona vita,
Serena Miano.
@ Titoorangedog e Giovanna Bandini:
grazie per i complimenti!
@ Emanuela: mica tutti possono permettersi di possedere “lingerie alla Robbie Williams”
@ Karmaboy:
grazie 1000 anke a te x il kommento. ciau
@ Luisa:
chiedo venia! Mi era sfuggita la tua richiesta. Meno male che è intervenuta Serena.
@ Serena Miano:
Cara Serena, grazie mille per il tuo commento (bello e divertente) che s’intona perfettamente con il post.
Ci siamo conosciuti a Floridia nell’ambito della presentazione di “Identità distorte” (all’interno della manifestazione “Biblos Cafè” organizzata dall’ottimo Salvo Sequenzia), immagino.
Hai fatto bene a citare ANGELO FIORE: dimenticanza grave, la mia (anche se, forse, potremmo fare qualche altro nome di siciliani). Dimenticanza grave, scrivevo; anche perchè tempo fa il prof. Antonio Di Grado, docente di letteratura alla Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, mi riferì che una “sua” neolaureata aveva inserito frasi del mio “Identità distorte”, citandomi, proprio in una tesi su Angelo Fiore. Ne fui molto onorato, ovviamente.
Per rimediare propongo a tutti la lettura di questo libro:
“ANGELO FIORE” di Antonio Di Grado
Pungitopo editrice
http://www.pungitopo.com/
formato 12 x 17 – pp. 160, € 8,00
Angelo Fiore (Palermo 1908-1986), pubblicò tra il 1969 e l’81 racconti e romanzi come “Il supplente”, “Il lavoratore”, “L ‘incarico” e “L’erede del Beato”, con i quali attraversava l’inferno burocratico e lo squallore della quotidianità facendoli palpitare, mediante una scrittura aspra e furente, di deliranti vaniloqui, di ”voci” provenienti dall’inconscio o da un’ambigua divinità. Troppo ardua, perché il pubblico e la critica se ne mostrassero degni, la scomparsa di questo grande narratore nelle cui pagine convergono le oltranze della Gnosi e quelle dell’espressionismo. E altrettanto radicale è la via crucis dell’autore e dei personaggi, insidiata dai demoni dell’alienazione ma illuminata dai bagliori della grazia: una Passione laica e novecentesca ancora in attesa che le si innalzino, ad opera di lettori finalmente maturi, gli altari del consenso e del ”caso letterario”.
Grazie mille, cara Serena. E alla prossima.
Vorrei sentire
la mia voce
quando mi chiamo
e non rispondo
quando mi guardo
e non mi vedo
quando esisto
ma non sono.
Vorrei sentire
la mia voce
anche se parole
non ho più
Dante Alighieri, assolutamente, per chiedergli “Ah Da’, ma che te eri fumato 900 anni fa? La corona d’alloro di Virgilio?” e a Manzoni per sapere se aveva mai temuto il contagio di peste bubbonica da parte di uno dei suoi personaggi. Con Italo Calvino nemmeno ci proverei, quello vedete, è, come dire, un cavaliere inesistente…
@Andrea
Provo a riassumere:il grande poema umano sempre attuale e universale è l’Odissea, la Divina Commedia è la traduzione, ben confezionata, di un delirio;
e calvino un minuscolo momento.
L’uomo nei suoi aspetti.
Lo penso anch’io. Ciao e buona giornata, Miriam Ravasio
anke io vedo cose strane…e sento delle voci..mi capita spesso di sentirle quando vado ai cimiteri o quando entro nelle case vecchie,,la prima volta è stato quando è morta una mia zia..mentre calavano la tomba..sentivo ke lei batteva le mani contro la bara e diceva “aiuto..aiuto..ke kosa ci faccio qui..aiutatemi!”..e io spaventata ho kiesto a mia madre se lei sentisse qualkosa..ma lei mi ha risposto di no, dicendo ke ero kosi scossa da immaginari tutto..ma dal quel momento ho sempre sentito delle voci..e poi se mi concentro bene e guardo in un punto preciso vedo delle cose “strane”: ad esempio vedo delle sagome trasparenti e piccoli organismi..come se fossero delle piccole cellule..anche al mare o in piscina..quando vado sott’acqua..vedo come se ci fossero degli animali..sempre trasparenti..spero ke nn sia niente di grave..ma a volte ho davvero paura..(finalmente sono riuscita a scrivere queste cose..ke nn ho mai detto a nessuno!) baci kikka_Bells ^^
Vorrei sentire la voce di mio nonno – che non ho mai conosciuto – che è stato carrista in Africa durante la seconda guerra mondiale.
Mi piacerebbe se mi raccontasse qualcosa.
Credo che la notizia abbia scosso tanta gente.
Io ero un fan di Luciano. Per me la sua voce è salita ai vertici della classifica di quelle che vorrei sentire. Posto un articolo tratto da Repubblica come segno di tributo per il grande uomo e per il grande artista.
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Luciano Pavarotti è morto: “Ricordatemi come cantante d’opera”
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M0DENA – Luciano Pavarotti è morto alle 5 di questa mattina nella sua villa a sud di Modena. Era da tempo malato di tumore al pancreas. Il tenore, 71 anni, era stato operato l’anno scorso, ma aveva avuto un mese fa un peggioramento mentre si trovava nella sua casa sulle colline di Pesaro e l’8 agosto era stato ricoverato, per un’infezione polmonare, con difficoltà respiratorie e febbre alta. Dopo la degenza, che si era prolungata più del previsto, il 25 agosto era tornato a casa, dove è sempre stato seguito dai medici del dipartimento di oncologia di Modena.
“Il Maestro – si legge in una nota del suo agente Terri Robson – ha combattuto a lungo una dura battaglia contro un cancro al pancreas che alla fine gli ha tolto la vita. Mantenendo l’approccio che ha caratterizzato tutta la sua vita e il suo lavoro, è rimasto positivo fino all’ultimo istante della sua malattia”. Pavarotti – ha reso noto ancora Robson – aveva al suo fianco la moglie Nicoletta e le figlie Lorenza, Cristina, Giuliana e Alice.
L’ultima apparizione di Big Luciano era stato il Nessun dorma cantato alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali a Torino nel febbraio dello scorso anno, mentre il suo ultimo concerto si è svolto a Taipei nel dicembre 2005. La sua lunghissima e fortunata carriera è stata costella da eccezionali successi ma, soprattutto negli ultimi anni, anche da feroci critiche sia per la sua ostinazione a voler continuare a interpretare i ruoli che più amava, nonostante l’età avanzata e la voce che non era più quella, meravigliosa, degli anni migliori, che per le frequenti commistioni tra lirica, pop e rock.
A fan, appassionati e critici Pavarotti, in una sorta di testamento spirituale pubblicato recentemente sul suo sito, ha chiesto: “Spero di essere ricordato come cantante d’opera, ovvero come rappresentante di una forma d’arte che ha trovato la sua massima espressione nel mio Paese, e spero inoltre che l’amore per l’opera rimanga sempre di importanza centrale nella mia vita”.
“Fortunatamente la vita ci presenta momenti assai diversi – ha scritto ancora il Maestro – E come tanti miei predecessori, compreso il grande Caruso, amo la diversità musicale dei brani scritti per voce di tenore. La letteratura per tenore è la più variegata di tutte. In qualsiasi lingua, e in confronto ad altri generi, contiene la gamma di emozioni più ampia”.
Il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, ha annunciato che proporrà che a Pavarotti sia intitolato il Teatro comunale della città. “Ci lascia un grande artista, un uomo buono – ha affermato Pighi commentando la scomparsa del grande tenore – Luciano Pavarotti ha dato lustro a Modena nel mondo”.
Due giorni fa il ministro della Cultura, Francesco Rutelli, aveva annunciato l’assegnazione a Pavarotti del Premio per l’Eccellenza nella cultura e aveva ricordato la grande battaglia che Big Luciano stava combattendo contro la malattia “con la stessa determinazione con cui si è affermato nel mondo in una carriera formidabile”. Il premio, alla sua prima edizione, destinato a dare riconoscimento alle massime personalità che si affermino nella cultura italiana è assegnato, sulla base di un’istruttoria condotta dagli uffici dei Beni culturali.
La carriera di Pavarotti ha superato ampiamente i 40 anni. Il debutto il 29 aprile 1961, nel ruolo di Rodolfo in La Boheme, all’Opera di Reggio Emilia. Negli Stati Uniti pochi anni fa il trionfo nel febbraio 1965, a Miami, con Joan Sutherland, nella Lucia di Lammermoor. Ma l’exploit arriva il 17 febbraio 1972, al Metropolitan di New York, dove nella Fille du Régiment di Donizetti manda in visibilio il pubblico con nove Do di petto perfetti. Suo il record di 17 chiamate ed ovazioni al sipario.
Acclamato tenore, Pavarotti però è conosciuto al grande pubblico soprattutto per i concerti con dei Tre tenori e con i maggiori divi della musica pop. Ad Hyde Park, a Londra, il concerto di Pavarotti attira oltre 150.000 persone, tra le quali i principi di Galles Carlo e Diana. La principessa Diana è sua ospite successivamente a Modena, per il Pavarotti & Friends, e lo invita a Cardiff per un concerto a favore dei bimbi malati. Nel giugno 1993, in più di 500.000 si accalcano in Central Park (New York), mentre in milioni lo seguivano in tv. A settembre dello stesso anno, all’ombra della Torre Eiffel, canta per circa 300.000 persone. Per anni è protagonista del ‘Pavarotti and friends’, col quale riunisce nella sua città natale, a scopo di beneficenza, le star del pop internazionale.
(6 settembre 2007)
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Fonte: Repubblica.it
http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/persone/pavarotti-ricoverato/pavarotti-morto/pavarotti-morto.html
Tante le reazioni dopo la scomparsa del tenore italiano
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ROMA – Dal mondo della lirica, alla politica. Arrivano una dopo l’altra le reazioni alla morte di Luciano Pavarotti. E sono parole all’insegna del cordoglio e del rimpianto per la scomparsa del grande tenore italiano.
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Placido Domingo. “Ho sempre ammirato la sua voce divina, amavo il suo sense of humor” dice il tenore spagnolo che ha cantato con Pavarotti nei concerti dei ‘Tre Tenori’. “Ho sempre ammirato la sua voce divina, dal timbro inconfondibile, dalla completa estensione vocale – commenta Domingo – Amavo il suo meraviglioso sense of humor e in diverse occasioni nei nostro concerti con Josè Carreras dimenticavo che stavamo esibendoci davanti a un pubblico pagante, perchè ci divertivamo troppo tra noi”.
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Josè Carreras. Il tenore spagnolo Josè Carreras è
rimasto “molto colpito” dalla morte di Pavarotti.
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Franco Zeffirelli. “Pavarotti aveva con me un rapporto affettuoso, per me era come per tutti il genio della musica e del canto, ma anche un amico”. Così il regista Franco Zeffirelli ricorda Luciano Pavarotti.
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Katia Ricciarelli. Era “il Karajan dei tenori”. Katia
Ricciarelli ricorda così Pavarotti: “Artista straordinario, dotato di una voce di platino, ma anche uomo spiritoso ironico, intelligentissimo, che aveva avuto il coraggio di affrontare cose considerate non del nostro mondo” e che aveva capito tutto del potere mediatico”.
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Mirella Freni. “Ho perso un fratello, siamo cresciuti insieme – commenta il soprano Mirella Freni – Ho perso il conto delle nostre esibizioni insieme l’ultima volta l’ho visto giovedì scorso”.
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Zubin Mehta. “Da oggi comincia una nuova vita per l’anima e per la meravigliosa voce di Luciano”, dice il direttore d’orchestra Zubin Mehta. Il Maestro indiano era legato a Pavarotti da un lungo e profondo sodalizio artistico e umano. “Una vita che conduce all’eternità – dice Zubin Mehta – anche in questo momento la sua voce sta incantando tutto l’universo, ovunque lui ora si trovi, ne sono sicuro”.
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Seiji Ozawa. Il direttore d’orchestra nipponico Seiji
Ozawa piange un “amico decennale” con la scomparsa di Luciano Pavarotti. “Sono triste e scioccato – scrive Ozawa in un comunicato. Era un amico decennale. Il suo timbro era così particolare che potevo riconoscere la sua ogni volta che sentivo le sue canzoni nei ristoranti, per esempio”.
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Joan Sutherland. “Era incredibile stare vicino a lui e cantare con lui”: il soprano Joan Sutherland ricorda con grande affetto le tante performance assieme a ‘Big Luciano’, sottolineando la “grande gioia provata da lei e dal marito (il direttore d’orchestra Richard Bonynge) quando a più riprese ha cantato a fianco di Pavarotti. “La qualità della sua voce era inconfondibile. Ti rendevi immediamentamente conto che era Luciano a cantare. Non sarà dimenticato”.
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Il direttore dell’Opera House di Vienna. “La morte di Luciano Pavarotti – ha commentato Ioan Holender, direttore dell’Opera House di Vienna, sulla quale stamane sventola il vessillo a lutto – significa aver perso la più bella voce tenorile del nostro tempo, e inoltre un uomo che, attraverso il proprio dono, ha colpito l’animo della gente in maniera straordinaria, e ha regalato moltissimo al pubblico”.
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Laura Pausini. “Conoscere Luciano e aver avuto la possibilità di stargli accanto non è stato solo un immenso onore. Ma uno tra i più bei doni che mi sia mai capitato di ricevere”. Laura Pausini ricorda il tenore che l’aveva invitata anni fa al Pavarotti & Friends e al quale era legata da una profonda amicizia.
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Il presidente francese. “La migliore incarnazione del grande tenore popolare, dopo Enrico Caruso” è l’ omaggio del presidente Nicolas Sarkozy a Luciano Pavarotti “a nome della Repubblica francese”.
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Francesco Rutelli. Anche il ministro della Cultura Francesco Rutelli esprime il suo cordoglio per la scomparsa del tenore modenese. “Luciano Pavarotti – si legge in una nota – è stato un gigante del XX secolo. Oggi egli lascia un vuoto incolmabile per tutti gli appassionati e i cultori della grande musica italiana. La sua potenza vocale ineguagliabile e imponente, come la sua presenza scenica, lo hanno reso uno dei protagonisti insuperabili della prestigiosa tradizione operistica italiana”.
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Walter Veltroni. “Con Pavarotti – dice il sindaco di Roma Walter Veltroni – l’intero Paese perde non solo un grande artista ma un uomo straordinario che ha saputo unire al suo talento e passione per la lirica un impegno costante per le cause umanitarie e sociali più difficili, ed elevando la sua musica al suo livello più alto, ovvero quello di strumento di pace, dialogo e rispetto dei diritti umani. Alla sua famiglia va il mio cordoglio personale e quello della città di Roma”.
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Vannino Chiti. “Esprimo il mio più sincero dolore
per la scomparsa del grande tenore Luciano Pavarotti – dice il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali – Con lui perdiamo un protagonista della lirica, un artista che più di ogni altro ha reso grande il nome dell’Italia nel mondo. Grazie alla sua straordinaria voce, Pavarotti è stato ambasciatore di musica, arte e cultura”.
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Vasco Errani. Il presidente della Regione Emilia- Romagna, Vasco Errani, ha inviato alla famiglia di Pavarotti un telegramma nel quale esprime il proprio cordoglio: “Con Pavarotti ci ha lasciato uno dei grandi maestri della musica. Gli dobbiamo molto, con lui le note delle grandi opere sono entrate in tutte le nostre case. Per noi è e resterà sempre uno dei grandi simboli dell’Italia nel mondo”.
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In suo nome il teatro di Modena. “Ci lascia un grande artista, un uomo buono. Luciano Pavarotti ha dato lustro a Modena nel mondo. Proporrò che gli venga intitolato del Teatro Comunale” afferma il sindaco di Modena, Giorgio Pighi.
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Bruno Cagli. “Penso che sia davvero l’ultimo rappresentante del ‘canto italiano’ tra virgolette, l’ultimo dei tenori che hanno portato nel mondo il vero colore della ‘voce italiana’”, dichiara Bruno Cagli, musicologo e sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia, che con Pavarotti ha lavorato anche a Pesaro per il Rossini Opera Festival e all’Opera di Roma.
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Fausto Bertinotti. Un grande artista, un uomo generoso e appassionato. Ricorda così Luciano Pavarotti, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, nel messaggio inviato alla famiglia. “Con grande commozione ho appreso la notizia della scomparsa del maestro Luciano Pavarotti, altissimo interprete della lunga e prestigiosa tradizione del canto e del melodramma italiano”, scrive Bertinotti.
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Emanuele Filiberto. “Sono molto addolorato per questa perdita – afferma in una dichiarazione il principe Emanule Filiberto di Savoia – e sono vicino con affetto alla famiglia Pavarotti. Luciano Pavarotti è stato certamente non solo un Maestro della lirica internazionale, ma anche un maestro di vita”.
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Milly Carlucci. “Era una persona di una vitalità pazzesca, quando era sul palco sembrava indistruttibile”. La presentatrice Milly Carlucci, che ha lavorato con il tenore per i “Pavarotti and Friends”, ricorda così Pavarotti. “Con lui e Nicoletta eravamo diventati amici – prosegue – nei confronti delle persone a cui voleva bene mostrava una dolcezza e una simpatia che lo rendevano unico”.
(6 settembre 2007)
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da repubblica.it
Ode aL grande Pavarotti
Posa la dolcezza
della tua melodia
far si che si illumini
di speranza la pace.
pantek induak ang
se proprio dovessi riuscire a parlare con qualkuno…il vary important person sicuramente sarebbe freddy mercury…il mio idolo in assoluto…mi piacerebbe conoscerlo da vicino…poi amedeo modigliani…pablo picasso..pollock…e sarebbe sicuramente divertente scambiare quattro kiakkiere kn quel burlone di oscar wilde….se solo fosse vero…farei i salti di gioia…
Grazie a Dio di Pavarotti possiamo ascoltare le interpretazioni ed anche vederle. Non è come avere la sua presenza fisica, ma pensate a millenni di musica perduta prima della sua riproducibilità tecnica: musicisti, cantanti, ballerini, direttori… che hanno faticato senza che del loro lavoro restasse traccia se non nell’orecchio e nella memoria dei testimoni oculari…
Giuditta Pasta, la Malibran, la Colbran… Chopin che suona, Beethoven che dirige già sordo…
Gli attori, che hanno recitato per duemila anni per gli spettatori fisici…
Non ci trovo nulla di strano in quello che succede a Robbie William. A me è capitato in sogno di parlare con Dante. Ma non era solo un sogno, ho trovato alcune foglie d’alloro lasciate da lui, nella mia stanza. Il romanzo “In viaggio con Dante all’inferno” mi è stato dettato interamente da lui, parola per parola. Io ho svolto semplicemente il lavoro di scribacchino. Giuro di aver detto la verita, nient’altro che la verità.