Sull’onda lunga di Lucca Comics & Games 2016 (svoltosi dal 28 ottobre al 1 novembre), pubblichiamo un nuovo contributo – da Lucca – del nostro inviato Furio Detti, collaboratore di Letteratitudine nell’ambito della rubrica “Graphic Novel e Fumetti“ (photo credits dello stesso Furio Detti).
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DIABOLICHE COMPARSE
Un esperimento “social”, una nuova serie e la nascita di una piattaforma digitale per il fumetto: la Niwaen Srl presenta la sua distribuzione per mobile e le serie “Daimon Core” e “Il Regno di Mezzanotte”. Intervista a Giuliano Pagliaro, ideatore del progetto.
Furio DETTI per Letteratitudine: Come pare avete iniziato una nuova serie, *Daimon Core*. La state lanciando a Lucca o avete già iniziato da qualche tempo?
Giuliano Pagliaro: La casa editrice **Niwaen** nasce nel 2014 con un progetto ben preciso: rinnovare la vendita e la distribuzione dei fumetti. A dire il vero la novità è che abbiamo deciso di lanciarci con una nuova piattaforma di distribuzione di fumetti come contenuti esclusivamente digitali, niente cartaceo. Il cartaceo ci sarà, ma sarà solo per la distribuzione limitata in fiera per appassionati e collezionisti. Noi abbiamo deciso sin dagli inizi di distribuire in digitale fumetti; opere fruibili su mobile, tramite una piattaforma e una tecnologia inventate da noi. La novità “lucchese” è che presentiamo in anteprima solo adesso questa piattaforma che entrerà a regime con le pubblicazioni – prevediamo – verso Natale di quest’anno.
LET: Viene da pensare subito ai punti deboli della distribuzione digitale, che è stato un esperimento tentato da anni nell’editoria con fortune alterne e che – per adesso – non sembra aver sconfitto, a parte la generale e costante riduzione del numero di lettori, e salvo casi specifici, il cartaceo, che nel fumetto e nel libro resta ancora il mezzo dominante per volume e vendite. Come pensate di fare la differenza?
GP: Punti di forza della distribuzione digitale ce ne sono tanti. In particolare – come per il cartaceo – noi abbiamo cercato di mantenere la “non copiabilità” del prodotto. Se consideri il cartaceo, acquistando un’opera a stampa, tu acquisti un bene che non puoi copiare facilmente con le medesime caratteristiche. Puoi prestarlo, cederlo, venderlo, ma non è agevole copiarlo, perlomeno con la stessa qualità e aspetto. I nostri fumetti digitali seguiranno la stessa logica, sotto questo fronte. Sulla nostra piattaforma il fumetto acquistato non sarà copiabile, ma sarà vendibile, cedibile e persino prestabile a tempo, secondo il desiderio dell’acquirente. Proprio come se fosse un volume di carta. Il nostro fumetto digitale sarà “numerato”, nel senso che sarà distribuito in un numero di esemplari fisso e stabilito. Solo inizialmente, per motivi promozionali e di diffusione, abbiamo implementato le copie illimitate; ma prevediamo che con la piattaforma a regime e con le sedici-venti opere in catalogo attiveremo da subito la distribuzione di esemplari a “tiratura” limitata. Come se fossero opere a stampa. Si creerà una sorta di borsino virtuale con cui sarà possibile acquistare e rivendere il fumetto online.
LET: Quindi una logica di scambio virtuale che mima le regole e il limite dell’offerta del cartaceo…
GP: Esattamente. Ci saranno i DRM per inibire la copia, ma, se lo desidera, l’acquirente potrà davvero prestare a un amico il fumetto acquistato, potrà stabilire il lasso temporale in cui il destinatario del prestito potrà avere sul proprio dispositivo l’opera, che ovviamente non sarà, in tale periodo, più fruibile sul dispositivo del prestatore. Finito il prestito, l’opera digitale “ricomparirà” come se niente fosse sul dispositivo dell’acquirente originario. In pratica abbiamo eliminato dal prestito lo spiacevole fenomeno del “libro prestato che non torna più”. Inoltre si apre la strada al collezionismo di un’opera digitale, per chi vuole accaparrarsi una copia unica.
LET: Interessante, ma sembra un po’ complicato… Andiamo a Daimon Core, la serie che presentate a Lucca.
GP: *Daimon Core* è il progetto principe che stiamo lanciando ora a Lucca, insieme a un altro progetto *Il Regno di Mezzanotte*. Daimon Core mi riguarda più direttamente, mi sta particolarmente a cuore, perché è proprio una mia creatura, che sto scrivendo e ideando col supporto di altri sceneggiatori. Mentre *Il Regno di Mezzanotte* è una serie inventata da **Massimiliano Grotti**, ambientata in una sorta di “paese dei balocchi” onirico che controlla e determina la creatività e l’ispirazione nel mondo reale. Una serie raffinata, un po’ filosofica e certo non per bambini.
LET: Potremmo definirla un *dark fantasy*?
GP: Abbastanza. Mentre per *Daimon Core* parliamo di una specie di *steam fantasy*, se proprio vogliamo dargli un’etichetta. In realtà abbiamo pensato a un universo distopico: la vicenda chiave parte nel Novecento, e riguarda il ritorno degli déi precolombiani sulla Terra, déi che erano stati cacciati dagli Spagnoli. Dèi che tornano e respingono le popolazioni delle Americhe in Europa, causando un’era di caos, invasione e sovrappopolazione. Io sono un appassionato di storia e mi sto divertendo molto nello scrivere questa serie.
LET: Che riscontro avete avuto qui a Lucca Comics, per quanto al secondo giorno di fiera?
GP: Abbiamo presentato il nostro progetto oggi, proprio aspettando il 50° di Lucca, ma tutto era in strada da due anni. Non ci stiamo “sbottonando” tanto per ovvie ragioni, ma sondiamo già l’interesse. C’è molta gente, del settore e del pubblico, interessata a noi e questo non ci fa che piacere. Tra l’altro abbiamo inventato la promozione che consiste nel trasformare il pubblico nei personaggi del nostro fumetto. Stiamo creando un database fotografico con centinaia di “comparse” fumettistiche.
LET: Me compreso. Vuoi spiegarci meglio?
GP: Dando naturalmente il necessario consenso informato legale, il pubblico si fa fotografare nel nostro stand lucchese; quindi i nostri autori daranno la faccia di quella persona a un personaggio della nostra storia, in base alla caratterizzazione e alla sceneggiatura. Quando l’alter ego – o l’avatar fumettistico, per riprendere un parallelo cinematografico – della persona reale “entra in scena”, cioé in vignetta, noi via email avvisiamo chi ha prestato il volto che il “suo” personaggio è comparso nella tal puntata della serie.
LET: Un modo simpatico per soddisfare la voglia di protagonismo delle persone e lanciare una serie. Tra il serio e il faceto, un modo ironico per scherzare sulla “autoschedatura” indotta dai social.
GP: Certo, ma qui diventate eroi e nemici di *Daemon Core*. Un lato ludico, un aspetto customizzabile, un gioco di interazione tra realtà e fumetto.
LET: Come e quando vi è venuta l’idea?
GP: Al MessinaCon, il festival del fumetto di Messina. Ci siamo accorti che c’era una gran voglia di protagonismo. Un modo simpatico per coinvolgere il pubblico. Nelle piccole fiere ha funzionato. C’è la voglia di lasciare un segno, e non è necessariamente qualcosa di negativo o narcisistico. Noi diamo la possibilità di farlo a tutti, non necessariamente facce belle, ma interessanti. Poi vi confessiamo che le nostre comparse non dureranno a lungo e faranno tutte una fine orribile…
LET: Nel fumetto…
GP: Ovviamente (ride).
LET: Come si chiamerà la vostra piattaforma?
GP: Hypercomix.
LET: Avete prima verificato lo “stato dell’arte” nelle piattaforme dedicate ai comics? Per esempio anche un grande autore – David Lloyd, il creatore visivo di V for Vendetta – ha creato la sua piattaforma di distribuzione digitale, chiamata “Aces Weekly” (lo abbiamo intervistato tempo fa proprio a Lucca a riguardo). Non temete di sovrapporre le iniziative?
GP: Le conosciamo. Per esempio il nostro attuale e unico, diretto competitor è Madefire, almeno per quanto riguarda il tipo di prodotto. Noi crediamo di offrire qualche cosa in più. Madefire ha iniziato prima e ha realizzato dei prodotti multimediali molto competitivi, ma ancora legati al sistema a scorrimento continuo delle tavole. Fai un click e vai avanti, tavola dopo tavola. Nel nostro caso c’è un’interattività più profonda: è possibile interagire anche con alcuni elementi presenti nella tavola, come pulsanti da premere, cani da non svegliare, oggetti da prelevare… Un’interatività che non c’è nei prodotti attualmente sul mercato. Noi cerchiamo di sfondare la griglia grafica.
LET: Come vi siete mossi fra autori e tecnici per realizzare la vostra piattaforma?
GP: Io vengo dal mondo del cinema. Ho lavorato con Pieraccioni, e altri. A un certo punto mi sono reso conto che i margini di guadagno e soprattutto di soddisfazione professionale si assottigliavano anno dopo anno. Ho quindi deciso di rispolverare il mio amore per il fumetto. Avevo delle conoscenze nelle sonorizzazioni audio, negli autori/sceneggiatori e nei fumettisti (sono figlio d’arte, di una scultrice e pittrice e di un arredatore); insomma mi sono accorto di saper trovare e scegliere mani e teste felici per mettere in piedi questo progetto. Attualmente la Niwaen è una società con otto dipendenti e decine di collaboratori esterni, a progetto, a cui per esempio affidiamo le traduzioni dei nostri fumetti. Più altre collaborazioni esterne.
LET: Prevedendo il lancio ufficiale e operativo per Natale, possiamo dire che state ancora testando?
GP: Sì. Ci siamo già presentati al pubblico lucchese qui all’Oratorio San Giuseppe e abbiamo visto che il pubblico condivide l’interesse e l’emozione legata a questa nostra umile impresa. Abbiamo proiettato una preview del prodotto: un demone che si trasforma, un segmento di storia, e il pubblico prendeva appunti, era molto interessato. Testare sugli amici è un conto, ma avere un confronto col pubblico è il vero banco di prova.
LET: Non possiamo che farvi i complimenti per questo viaggio nel digitale e nelle emozioni dei lettori, per una scommessa che merita di essere lanciata. In bocca al lupo, quindi.
GP: Grazie a voi. Crepi il lupo e viva il lupo!
(Lucca 29 ottobre 2016)
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