Dicembre 21, 2024

779 thoughts on “DUE LIBRI DA SALVARE

  1. Nei prossimi giorni sarò via per lavoro. All’estero.
    Sarò assente per almeno una settimana. Di conseguenza non avrò la possibilità di aggiornare il blog con nuovi post (però spero di riuscire a trovare il tempo per mandarvi un saluto e leggere i vostri commenti).
    Insomma, spero che questo gioco riesca a intrattenervi per qualche giorno. Naturalmente dipenderà da voi; dall’impegno con il quale deciderete di partecipare.
    Secondo me è anche un buon modo per conoscersi meglio in maniera divertente.
    Partecipate, dunque.
    Vi ringrazio anticipatamente.

    Ehm… la solita raccomandazione: evitiamo i litigi.

  2. Continuate pure a scrivere nei post precedenti.
    Ci sono pure i “post permanenti” sulla colonna di destra del blog.
    Perché non li aprite e provate a far ripartire le discussioni?
    Ve li elenco qui:
    * ALTERNATIVE AI PROMESSI SPOSI
    * ANEDDOTI LIBRESCHI
    * ATTRICI E ATTORI DEL VOSTRO CUORE (post carnascialesco)
    * CHE COSA E’ LETTERATURA ?
    * CHI È POETA?
    * COSA RESTA DEL NOVECENTO
    * DI CHI VORRESTE “SENTIRE LA VOCE”?
    * I DIECI LIBRI PIÙ BELLI DI TUTTI I TEMPI
    * I ROMANZI… “MENO TERMINATI”
    * IL LIBRO DEL DECENNIO
    * LA GRANDE DISTRIBUZIONE
    * LA POESIA: SPECIALITA’ DEI PERDENTI?
    * LA RIVOLUZIONE INTERNET… E PASOLINI
    * PERCHÉ LE DONNE LEGGONO PIÙ DEGLI UOMINI?
    * SCIASCIA VENT’ANNI DOPO: TRA «SCUSISMO» E «QUAQUARAQUA’»
    * TORNIAMO A DANTE
    * UN CODICE DI CONDOTTA PER I BLOGGER?

  3. Questo non è un gioco, ma una sorta di “dieci piccoli indiani” o, se preferisci di “e poi non ne rimase più nessuno”. Sarà una carneficina, un massacro, l’ira di Dio. l’unico vantaggio, credo, potrebbe essere una coalizione spontanea di tutto il blog contro Sergio Sozi. Lo vedo, Sergio, come il generale Custer nell’ultima scena. Lui, rimasto unico sopravvissuto del Settimo Michigan, aggrappato alla bandiera lacera mentre esaurisce i colpi della sua Colt. E poi, inesorabile, l’orda pellerossa dei Gregori-Di Domenico-Aste-Leonardi che lo travolgono. Che finale epico!

  4. Riporto anche qui il passaggio finale dell’articolo della Ginzburg pubblicato su “La Stampa” del 6 aprile 1969 (lo trovate per intero tra i commenti del post “Perché scrivere”).

    Poi un giorno il romanzo, come la fenice, rinascerà dalle sue stesse ceneri. Perché il romanzo è fra le cose del mondo che sono insieme inutili e necessarie, totalmente inutili, perché prive d’ogni visibile ragione d’essere e d’ogni scopo, eppure necessarie alla vita come il pane e l’acqua, ed è fra le cose del mondo che sono spesso minacciate di morte e sono tuttavia immortali.

  5. La Divina Commedia e i Fratelli Karamazov (e sotto sotto cercherei di salvare l’Edipo Re di Sofocle)

  6. ora lo so che si griderà allo scandalo ma… io salverei Pinocchio e Alice nel paese delle meraviglie, son sicura che da lì ripartirebbero tutti i libri del mondo.
    p.s. un po’ giocando, ciao.

  7. io salverei “la cognizione del dolore” di Gadda e l’intero corpus de “la Recherche” proustiana.
    A parte l’estrema bellezza delle opere prescelte, è importante anche la quantità delle pagine ; su un’isola deserta il tempo passa molto molto lentamente ….
    Charlotte

  8. ah scusa, io sono sempre quello che non legge attentamente le domande, beh allora salverei i Fratelli Karamazov e la Recherche; ma il tuo gioco è un incubo, come si fa a scegliere due libri soltanto???

    Per quanto riguarda i Fratelli Karamazov, questo libro l’ho letto quattro volte, mi ha sempre affascinato per la tensione, il senso di tragedia che l’avvolge, per l’antagonismo padre-figli che è un topos letterario che non muore mai, immarcescibile. e trattato da Dostoevskij in modo sublime. Ho salvato i Fratelli Karamazov perchà la Leggenda del Grande Inquisitore è un capolavoro nel capolavoro, e perchè secondo me è un libro che, aristotelicamente parlando, provoca la catarsi, almeno a me.

  9. Salverei “Guerra e pace” perché comprende vari generi: epico, lirico, storico, e darebbe un’idea di veri aspetti della letteratura occidentale; salverei “La montagna incantata” perché darebbe un’idea delle due componenti fondamentali del pensiero occidentale, quella mistico-religiosa e quella razionalista.

  10. Ciao a tutti. Che bella questa proposta di Massimo! A me le graduatorie mi piacciono molto. Certo, ogni scelta si porta dietro una rinuncia colossale, ma se di gioco di fantasia deve trattarsi, allora giochiamo!
    Avrei voluto dire anche io “I Fratelli Karamazov”, ma l’han già detto e allora preferisco aggiungere novità (l’avrei scelto perché parla veramente dell'”uomo”, dei reconditi anfratti dell’animo, delle pulsioni e delle idee più profondi che ci siano).

    Diciamo quindi 1984. Perché ci sta bene nel tema, perché è apocalisse e salvezza, monito e consolazione, morbo e cura insieme, perché è, credo, attuale ed eterno, perché ieri ne parlavo ad un laboratorio che tengo a dei ragazzini disadattati e sono rimasti incantati: loro che manco sapevano perché la trasmissione si chiami Grande Fratello.
    Io adoro questo libro. Orwell ha capito tutto, soprattutto quando parla della NeoLingua, avete presente? Questo scientifico e sistematico impoverimento del lessico per arrivare al susseguente impoverimento del pensiero (e quindi giungere al suo pieno controllo). Guardate che ‘sta cosa qui è fondamentale! Sta succedendo ora, quì, con l’inglese (ma non solo), con le parole d’ordine che spiegano tutto e ci omologano come caprette. Esempi? Ve ne sono a migliaia. Li usiamo questi termini nei più disparati contesti, e ci sentiamo fighi perché crediamo di essere:
    a) attuali (e sta roba è davvero una psicosi: bisogna essere attuali, dice il mondo, altrimenti si è fuori)
    b) specializzati, precisi, diretti.
    E invece non ci rendiamo conto che naufraghiamo nella più profonda incertezza, nell’appiattimento barbaro. Non credo si possa scrivere o tantomeno parlare come Gadda, ma ci sono vie di mezzo. E non parlo solo dell’inglese, eh! In vacanza in Egitto ho sentito gente pronunciare la parola “motata” per definire un’escursione con delle moto. “Andiamo a fare la motata!” dicevano allegri dei quarantenni iperattivi di Bergamo. Ed io rigurgitato bile e disperazione. 🙂

    (Scusate l’irruenza e la confusione delle mie parole, ma sono sotto l’effetto, per me destabilizzante, di troppa caffeina ingerita stamane).

    Il secondo libro, avendo scartato a fatica La Bibbia e tutto quello che ha insegnato il Buddha e la Bhagavadgita, sono sicuramente le poesie di Rimbaud. Un po’ perché lui è “il poeta”, un po’ perché comunque un libro di poesie ha mille e più facce e cresce e cambia e si evolve col passare col tempo e con successive letture, che lo rinnovano e stravolgono sempre. Dico Rimbaud ma vorrei dire Thomas, Baudelaire, Borges, e Montale e… cazzo che brutto dover scegliere! Vabbè, diciamo Rimbaud. Tanto son sicuro che non appena premo “invia il commento” mi verrà in mente qualche altro testo basilare che mi farà pensare: “vedi te che stronzo che sono! e mò come faccio, un’intera vita senza di quel libro, o di quell’altro, o di quell’altro ancora…”.
    Ci tengo inoltre a precisare che rinuncio con molto dolore all’opera omnia, compresi i diari scolastici, di Enrico Gregori. Invito qualcuno quindi a scegliere “Un tè prima di morire”, perché l’umana specie credo non possa fare a meno, per una sua eventuale ricostruzione intellettuale e morale, di tale testo.
    Grazie per aver letto i miei deliri post-assunzione di caffè. Ciao

  11. Non so se sono stati gia` citati, nella peggiore delle ipotesi li ripetero`.

    1) Chiamalo Sonno , di Henry Roth
    2) Il giorno della locusta, di Nathaniel West.

  12. RADICI di Alex Haley perchè è solo la storia di alcuni uomini “negri” ma è una Grande Storia, la Vera Storia.
    LA PUNTA DELLA LINGUA di Angelo Stella commenti di trentasei articoli giornalistici che dicono tante cose che da solo non riesci a conoscerle tutte.

  13. Grazie molte per i vostri commenti.
    Prima di partire ribadisco: limitatevi ai testi di narrativa (romanzi) dell’Ottocento e del Novecento. Sono questi ilibri destinati a svanire nel nulla. I classici, la saggistica e i libri di poesia sono salvi.

  14. Ottocento: I Malavoglia. Novecento: I ragazzi della Via Pal.
    Non credo sia stato un caso che Giovanni Verga battezzasse “Provvidenza” la barca con la quale i Malavoglia tutte le mattine andavano per mare a procurarsi il pesce. Ho sempre letto questo particolare in antitesi alla “Provvidenza” manzoniana la quale indirizza e decide le sorti umane in maniera trascendentale quasi ad annullare il libero arbitrio delle persone. Nei Promessi Sposi è “il Divino”, ossia “la Provvidenza”., l’entità alla quale ci si affida attendendone l’intervento per risolvere qualsiasi cosa. E, nel loro immobilismo, i personaggi sembrano quasi burattini appesi ai fili del Paradiso.
    Con Verga la “Provvidenza” è il sudore e il bu.. del cu.. che ti devi fare se vuoi campare. Quella barca che comunque esce per mare sia con la bonaccia che con la tempesta. Altrimenti nessuno ti guiderà coi fili del Paradiso.
    Quanto al romanzo di Molnar mi piace osservare che, quando oggi si parla di bullismo e baby-gang, si sfondano malamente delle porte già aperte. Il disagio giovanile, la mancanza di spazi e di valori per vivere l’adolescenza, già in Molnar furono trattati con romanticismo, verismo e crudeltà. Tra sogni che non si realizzano e aspirazioni che si infrangono. E allora, ineluttabile, arriva un “cupio dissolvi” che porta alla disperazione e alla morte.
    @ vito ferro:
    sconquassatissimo imbrattacarte, non esiste alcun dubbio che il mio “Un tè prima di morire” sia un libro da salvare dall’olocausto letterario. Purtroppo è uscito nel 2007, quindi fuori dai confini tracciati da Maugeri…….imbecille! 🙂

  15. Giusto, Enrico… Bravo!
    Ora, siccome bisognerà arrivare – nel giro di una settimana – a una decisione “di gruppo” potrà essere necessario che sacrifichiate le vostre scelte a beneficio delle scelte di un altro – scelte che comunque vi aggradano – e che, a vostro, giudizio possono avere più possibilità di successo.
    Insomma, se vi rendete conto che il “vostro” libro avrà scarse possibilità di farcela tanto vale appoggiare il libro di un altro.
    È fondamentale coalizzarsi e dividersi in fazioni.
    Ma per adesso fate le vostre scelte e motivatele.
    Mi sto già divertendo un mondo… peccato che nei prossimi giorni non potrò seguirvi!

  16. Salverei “IL DESERTO DEI TARTARI” di Dino Buzzati e “IL LIBRO DELL’INQUIETUDINE” di Pessoa, perchè rendono molto bene il dramma e l’alienazione dell’uomo moderno.

  17. Caro Massimo, la tua regola della coesione per arrivare a un risultato definitivo credo debba prevedere la restrizione in carcere d’isolamento per Sergio Sozi. Io, ovviamente, appoggerei incondizionatamente questa misura repressiva, sebbene ogni tanto andrei a confortarlo con una tazza di brodo caldo e del pane secco.

  18. Grazie ancora per i nuovi commenti.

    Enrico, da questo gioco usciranno anche dei leader. Vedremo se Sergio sarà così leader da spingere la collettività dei dissenzienti a relegarlo alla carcerazione.

  19. Bravo Eventounico! Hai capito perfettamente lo spirito del gioco.
    😉
    Tu appoggi Enrico Gregori per “I Malavoglia” e Charlotte per la “Recherce”.
    Bene!
    Cominciano a formarsi i primi gruppi.

  20. A Enrico: bene, mi hai messa nella squadra dei pellerossa, mi piace molto! 🙂 e poi mi colpisce che tu abbia salvato lo stesso romanzo per il quale non ho dubbi…

    Per amore della mia terra salverei infatti “I Malavoglia” di Verga (dopo aver tentennato un pò con “Uno nessuno centomila” di Pirandello, che pure amo moltissimo e che, sotto sotto, facendo la furbetta, cercherei di salvare comunque, tanto uno è dell’800, l’altro del ‘900).
    Lo salverei perchè lo sento attuale, molto vicino a tutto quello che la mia terra racchiude in sé, nei suoi valori ideali e distorti, ieri come oggi: l’attaccamento alla famiglia, al focolare domestico e l’importanza della “roba”.
    È la rottura di un equilibrio dato dalla tradizione immobile e abitudinaria, dell’irrompere della fiumana del progresso e dall’ineluttabile provvidenza che tutto guida e determina.
    E poi perchè spesso capita anche a me di sentirmi come l’ostrica attaccata allo scoglio…

    Salverei anche “Il dolore perfetto” di Ugo Riccarelli (non insorgere Gregori…credo che parlando di ‘900 si comprendessero anche i nostri giorni…come li chiami altrimenti, gli anni ‘1000?) che mi ha sorpreso, mi ha emozionato, mi ha commosso, mi ha fatto riflettere: la ricchezza, la povertà, la gioia e il dolore, il coraggio e l’insolenza, la forza e la purezza d’animo, l’odio e la ricerca della libertà, tutte facce della stessa medaglia che è l’essere umano. E poi quel dolore, così perfetto appunto, da doverlo salvare.

  21. suppongo (e già si vede) che non sarà possibile evitare i classici.
    Ss non altro perchè sono stati letti dalla maggioranza e rappresentanquindi una terreno comune.
    A me i classici non piacciono quasi mai e quindi ho poca possibilità di suscitare interesse salvando due libri che probabilmente in pochi hanno letto.
    E’ un po’ l’isola dei famosi con i non famosi.
    Forse solo uno spettacolo.

    E poi, dobbiamo salvarli perchè i paicciono o perchè dobbiamo testimoniare ad eventuali posteri una “summa” della vita in questi duecento anni di fine millennio?

    Comunque i miei libri ora li faccio scendere in campo e sono
    “Nostra Signora dei Fiori” di Jean Genet e “Le Città Invisibili” di italo Calvino.

    Il primo perchè è totalmente poetico e capace di sconvolgere gli assetti letterari e sociali, il secondo perchè è un esercizio di fantasia che può suscitarne altri milioni, tutti probabilemtne straordinari e capaci di mettere in risalto le nefandezze della vita comune.

  22. Brava Silvia, fai bene a far sfoggio della tua sicilianità. Ma puoi scegliere solo due testi… uno per secolo.
    Se volete, per Novecento potete intedere anche il primo decennio del nuovo millennio.
    In ogni caso i “nostri” libri non potranno essere oggetto di proposta salvifica? Capito Enrico?
    😉

  23. Buone scelte, Naima.
    Scrivi: “dobbiamo salvarli perchè ci paicciono o perchè dobbiamo testimoniare ad eventuali posteri una “summa” della vita in questi duecento anni di fine millennio?”
    La seconda opzione…

  24. Allora, caro Massimo, confermo i Malavoglia per l’800 e “Il dolore perfetto” per il ‘900, disposta comunque a ripensarci (ma dopo, eh!) per il bene del gioco 🙂

  25. ‘Azz.., Massimo!!!!! Se lo avessi saputo prima, non potendo salvare il libro mio, avrei certamente salvato quello di Vito Ferro. Anzi, esso potrebbe essere una lettura per Sozi come tortura suppletiva alla carcerazione. 🙂

  26. Allora se la poesia è salva, dico Cecità di Saramago. Bellissimo. Considero I Malavoglia un libro “falso”: l’intento era quello di far parlare dei “poveracci”, ma secondo me non è riuscito. “I poveracci” non parlano così.

  27. @ Enrico:
    per “libri nostri” intendo quelli scritti da coloro che frequentano letteratitudine. Dunque neanche il libro di Vito può esser salvato. sergio tirerà un sospiro di sollievo.

    “Cecità” è una buona scelta, Vito.
    Ma hai attaccato un sorta di testo sacro: I Malavoglia.
    Sono curioso di leggere le reazioni dei sostenitori di Verga.

  28. Ho la dimostrazione che Gregori sta disperatamente attaccato a questo blog 24 ore su 24. E ho il dubbio che non c’entri la solidarietà con il bravo Massimo. Mah. Comunque son felice che si sia accorto della mia piena aderenza coi “poveracci”: da medio borghesuccio pennivendolo (quale forse si considera), non era facile rendersene conto. Anche se per lui non è così, per me è un complimento. Riesco dove Verga difettò? 🙂 Enrico invece scrive per la classe alta, per l’elite. Bombolo avrebbe sicuramente apprezzato il suo lessico.

  29. “De minimis non curat praetor” (Ferro, prendi il “Campanini e Carboni” se sei in difficoltà), quindi mi pare che di fronte alle critiche di Vito il silenzio e la noncuranza siano atteggiamenti più consoni. 🙂

  30. Non ho attaccato, dai! Non sono mica un giornalista, io! Tanto meno un critico forbito. Sono un lettore. E, nella mia sconfinata e sconclusionata ignoranza (e sono sempre sotto effetto di caffeina), considero I Malavoglia un bell’esercizio di stile, ma non tanto aderente al principio che lo avrebbe voluto animare. Mi lascia in bocca un senso di finto, ecco. Come certe cose di Vittorini. Ma sono gusti, si intende. Spero non si offendano gli estimatori. Cazzo, ora che mi ricordo: Kafka! Kafka dove lo mettiamo? Davvero I Malavoglia, scusate, meritano più di qualsiasi cosa abbia mai scritto (o pensato o sognato o balbettato o bruciato) Kafka? Ricordate che non andate in vacanza a Borghetto S.Spirito, dovete salvare l’umanità! 🙂

  31. No no no, io non voglio adepti! Sono sempre stato abituato a fare cazzate per conto mio senza coinvolgere altri! Per carità, lascio questo perverso piacere all’Enrico citazionista latino (apprezzo la sua decisione di silenzio, però). Il mio è solo un consiglio. Se di gara si tratta, cavoli, non mi sembra giusto far vincere Verga rispetto a Kafka, dai! non siamo così campanilistici. Son siciliano anche io, però…

  32. Semmai dello Sparta Praga, siccome era praghese e non rumeno. Ma va bene così, Enrico, sei già scrittore-giornalista-monologhista-cabarettista, pretendere che tu sappia anche la geografia è oggettivamente troppo.

  33. Caro Vito, il dialetto siciliano dell’800 è solo la base dalla quale Verga è partito per “tradurre” in Italiano antroponimi, metafore, detti. Per questo sono d’accordo con te quando dici che i poveracci non parlano così. E’ vero anche che la sua ricerca ha prodotto un risultato ben distante da quella che doveva essere la parlata dei pescatori di Acitrezza della seconda metà dell’800.
    Secondo me, però, la grandezza è proprio quella di aver cercato un equilibrio tra una descrizione/caratterizzazione sociale, ma anche geografica e la sua naturale tensione, da colto qual era, all’italiano nazionale. E’ il mondo degli umili e l’influenza della provvidenza che voglio salvare, quella “sventura che è utile se ci insegna qualcosa”.

    Poi, ovviamente, de gustibus…

  34. Io dico…
    a) “La metamorfosi” di Kafka, per via della forte metafora dell’annichilimento del singolo a causa di una società che schiaccia.
    b) “Se questo è un uomo” di Primo Levi, perché la barbarie del nazismo non venga dimenticata.
    Smile

  35. Kafka era praghese…ma va? Certo che fare umorismo-surreale-alternativo con te è come suonare Mozart ai sordi.
    ps: Mozart non è il terzino sinistro dell’Austria Vienna
    ps2: io e te non siamo Ale&Franz, ma semmai i fratelli De Rege….vieni avanti, cretino! 🙂

  36. Ah, era umorismo surreale alternativo? Ok ok, non avevo capito. Ero così abituato dal tuo humor da Testaccio che mi hai confuso.
    Mozart terzino? E no, caro! Semmai trequartista.
    Io e te siamo meglio di qualsiasi coppia comica mai apparsa. Dobbiamo crederci, in questo nostro sodalizio. Stendere dei testi, un piccolo repertorio. Dare un senso “alto” al nostro continuo battibeccare. Secondo me Costanzo ci prende subito, e poi verrà Zelig e forse Matrix… pensaci. La mia è una avances. Anche perché, che credi, che faremo strada come narratori? E non dire pensa per te, che lo sai che siamo due ciofeche. Chi più, chi meno.

  37. Madame Bovary di Flaubert e L’amante di Jeshoua.
    Il primo perchè illumina sull’ambiguità del personaggio. Ombrature e indecisioni , quelle della protagonista , che la rendono modernissima, mai a tutto tondo. Un esempio altissimo di come la penna possa scavare nella complessità psicologica dell’uomo.
    Il secondo perchè gioca con impareggiabile destrezza nella variazione delle voci narranti e come un modernissimo film cattura pensieri ed evoluzioni interiori sullo sfondo delle tensioni della società arabo-ebrea.
    Una grande prova anche di pietà oltre che di virtuosismo letterario.
    Ma per il resto….come si fa a scegliere?

  38. (Secondo me Massimo Maugeri è una di quelle persone che, come diceva Kerouac, dopo che hai visto il suo blog, ti viene voglia di telefonargli. Mi diverto un casino con voi tutti).

    Elektra, doppio smile.

  39. Bene. Sono contento che ci stiate prendendo gusto.

    Un saluto alla cara Simona. Grazie per il raffinato commento.

    @ Vito:
    Non conoscevo quella citazione di Kerouac. Ma grazie!
    😉

  40. Oddio, sono quasi sicuro che sia di Kerouac, diaciamo al 23%. Mi pare di averla letta nelle locandine dell’Einaudi in libreria. Quelle che riportano frasi di scrittori celebri sulla lettura, sui libri, sugli scrittori. Quelal mi ha colpito. Come quella di Francisco Caniglia (l’argentino): “Leggere è il modo più difficile di scrivere”.

  41. ……..o forse l’hai letta nei Baci Perugina….no, aspetta, potrebbe essere la pubblicità dei preservativi “Tormiento”…..o anche l’inno di una squadra di baseball…..o perchè no, le istruzioni per usare lo sciacquone degli infimi motel che frequenti. A cazzarooooooooo!!!!! 🙂

  42. Può essere, Gregò. Però io almeno non sto tutto il giorno ad accarezare e baciare la copertina del mio libro. Io gioco a baseball, mangio cioccolatini, frequento motel dove usare profilattici. Io vivo.

  43. Posso? ho apprezzato moltissimo il post di Cinzia Pierangelini, che condivido al cinquanta per cento. Alice ci sta tutta, ma, anche e soprattutto per adesione alle strette regole del gioco, sostituirei Pinocchio, ‘800 pure lui, con Winnie the Pooh (i libri, che non c’entrano niente con i cartoni, e sono magistrali).
    Non è una battuta, giuro. Credo che per salvare il mondo dalla barbarie non ci sia niente di meglio della fantasia e dell’umorismo.
    Dopodichè, stante che in democrazia vince la maggioranza e mi rendo conto che le mie proposte saranno strettamente minoritarie, darei il mio pragmatico appoggio a Proust per il novecento (sanguinando per Joyce, Virginia Woolf e Gadda, ma ubi maior) e i Karamazov per l’ottocento.
    Il cuore avrebbe detto Dickens. Non per maggior merito letterario rispetto a Dostoevsky che adoro, ma per la carica di umanità e di fiducia di cui di nuovo ritengo un mondo abbrutito potebbe aver bisogno.
    ma in questo mondo non si potrebbe nemmeno impararli a memoria ‘sti c.. di libri? Allora penso che preferirei morire. E sperare in un aldilà in cui fatico a credere. Pieno di parole, luci, emozioni. E Jane Austen, Gogol, Musil, Svevo e Borges e tutti gli altri che mi hanno reso la vita degna.

  44. Se quella è la tua vita, caro Ferro, dammi retta: impiccati. Ti garantisco un articolo alla memoria che potrebbe attacare così….”Con Vito Ferro scompare una figura della quale l’umanità non ha mai avvertito l’esigenza…etc” 🙂

  45. non fosse stato chiaro,era un apprezzamento, giuro.
    anche a me era piaciuto l’incipit.
    per quello l’ho paragonato all’epitaffio più bello della storia, secondo me.

  46. Vito, quando avrai finito di guardare l’ultimo video di Jessica Rizzo, potresti ribadire le tue scelte letterarie per questo blog? Tra una saggezza (mia) e una stronzata (tua) temo che gli amici si siano smarriti.

  47. beh, beh, beh! mi sono un po’ annoiato a leggere i commenti ma apprezzo molto il sucesso (e il vago sadismo) della proposta. Salvo Il Circolo Pickwick e La Certosa di Parma. micheleserranopiuchealtrodeliri

  48. mi dispiace di aver contribuito ad annoiare Michele Serrano. Ribadisco Kafka e Orwell. Da adesso in poi sarò serio.

    (Sabato sono a Verona alla fiera a presentare il libro, per chi fosse nei paraggi…). ciao

  49. Grazie per nuovi commenti e per le nuove adesioni: Elektra (che non avevo nominato), Gea e Michele.

    @ Vito e Enrico:
    non divagate troppo, dài! Altrimenti ci perdiamo…
    Anzi, datemi una mano a gestire il gioco, soprattutto nei giorni in cui sarò fuori sede.

  50. Amo la Sicilia e i Siciliani ( Maugeri, primaditutti) ma i Malavoglia no! Assolutamente no! Uno spirito troppo “negativo” (leggete deprimente) aleggia fra quelle pagine; non possiamo fare anche questo ai giovani!
    Per l’Ottocentro propongo: Guerra e pace.
    Per il Novecento: Se questo è un uomo.
    Il capolavoro di Tolstoj è un compendio umano, un complesso dei diritti e delle pene quotidiane, un’antologia letteraria, storica e filosofica. Parole per pensare, per amare, per dare un senso all’esistenza. Non riesco a trovare un’altra opera che riassuma in sé la dimensione dell’uomo che si dibatte nell’eterna tensione fra il Bene e il Male. Guerra e pace ha la potenza immaginativa e rappresentativa di un classico greco; l’antico e il nuovo mondo si confrontano con il tema universale della vita, la necessità dell’esistenza, e il suo significato. Il vecchio e il nuovo si confrontano attorno alla vita e alle vicissitudini dei personaggi: vince l’amore e l’individualità, che riconoscendosi parte di un infinito ,esprime il meglio di sé.
    Se questo è un uomo di Primo Levi, è il libro simbolo del Novecento: non ce ne sono altri. E’ la possibilità del Male, testimonianza vera delle capacità dell’uomo solo e chiuso al pensiero dell’infinito. E’ l’uomo povero, che diviene carnefice, vittima, testimone, attore e protagonista della propria distruzione. Dopo Dio, a metà del Novecento, è morto l’Uomo. E’ una lettura difficile, pesante, cupa ma necessaria, perché “questo è stato” e non possiamo dimenticare. E’ la testimonianza del Moloch avido, crudele, espresso da un individualità che non riconosce alcuna appartenenza.
    Ho votato! Ora seguo con attenzione il gioco. Ciao, M.

  51. Elektra, grazie della proposta, ma vedo meglio te a capo di una fazione. Stai da più tempo “sul pezzo”, come attivista del blog…conosci meglio i nostri “polli”!! e poi l’ego di Gregori ne uscirebbe distrutto se io fossi a capo della fazione e lui no 🙂

  52. @ Miriam:
    “Se questo è un uomo” era una delle mie opzioni novecentesche, lo ammetto. Ma, forse in preda a un raptus, mi è balenato nella testa Ferenc Molnar e allora mi sono lasciato volentieri rapire.
    Quanto ai Malavoglia…deprimente? Ognuno è libero di provare le emozioni che crede. Però, a contrasto, mi sarei aspetto che tu proponessi un libro di Jerome K Jerome e non un “Guerra e pace” al cospetto del quale Giovanni Verga sembra un barzellettiere.

  53. Enrico, non mi fare preoccupare. Non vorrai farmi rischiare la radiazione dai blog d’autore del Gruppo L’Espresso, spero!

    Miriam mi sembra una buona leader.

  54. Ribadisco.
    Secondo me sarà essenziale, a un certo punto, dividersi in fazioni o gruppi.
    Poiché sarà impossibile che siate tutti d’accordo vincerà la fazione o gruppo che sarà in grado di “raggranellare” il maggior numero di adesioni.
    Il gioco si chiuderà venerdì prossimo, 16 novembre 2007, giorno in cui mi sarà possibile pubblicare un nuovo post.

  55. Non potremmo farne due separate? una per l’ottocento e una per il novecento? Sarebbe più facile. Mettersi d’accordo su un libro è difficile, su due insieme è al limite dell’inumano..

  56. Fuori di scherzo, la divisione in fazioni mi sembra farraginosa e poco attuabile, ma sono pronto alla bisogna. Se occorrono due leader troverei giusto (per par condicio) che fossero un maschietto e una femminuccia. Per la prima categoria propongo incondizionatamente Sergio Sozi. Gli riconosco competenza e autorevolezza. Anche se immagino che le sue scelte riguarderanno due libri ignoti, manco pubblicati, e che gli autori medesimi hanno utilizzato per far la cartapesta del presepio.

  57. @ Gea.
    Per me va bene organizzarsi in fazioni separate, distinte per l’Ottocento e il Novecento.

    @ Enrico:
    se ti vengono altre idee “organizzative” proponile pure.

  58. Gentile Maugeri le scrivo di nuovo, questa nuova idea mi ha più che affascinato. Ricorda che tempo fa mi propose di affidarmi la cura di uno script sui LIBRI DIMENTICATI di cui parlai proprio su questo sito?
    Beh già che ci siamo approfitto per segnalare ai gentili ospiti due gemme da riscoprire assolutamente:
    – Pedro Paramo di Juan Rulfo ( fortunatamente ristamapato di recente da Einaudi )
    – Nel castello di Argol di Julien Gracq ( splendido, maestoso, apparso anni fa nella celebre collana del Pesanervi della Bompiani, questo più difficile da trovare )
    Posso aiutarvi a trovare i libri più introvabili e darvi notizie in merito.
    Sono a vostra disposizione.
    Ciao a tutti
    Giuseppe

  59. Se conta di più il valore etico, Levi batte chiunque di svariate lunghezze.
    A questo punto però per l’ottocento candido Zola…
    No, è una scemenza, per puro gusto della provocazione.
    Ma ai posteri un minimo di umorismo mai? Effettivamente quel Pikwick buttato là prima mi piace tantissimo.

  60. Ribadendo che “Se questo è un uomo” era uno dei miei papabili novecenteschi….perché Levi batte tutti per valore etico? Perché fu perseguitato? Perché si tolse la vita? Enorme rispetto all’uomo e allo scrittore, ma non credo che i tormenti provati siano requisito per “vincere” questa competizione. Che poi i tormenti abbiano ispirato l’opera, anzi, la grande opera è tutt’altro discorso…..credo.

  61. @ charlotte

    Se convergi sulla proposta di Enrico Gregori per l’ottocento possiamo proporre a lui di rivedere la sua scelta per il novecento.
    In fondo la Recherche è incontrovertibile ed anche un altero signore come Gregori dinanzi ad una leggiadra donzella ed alla grandezza dell’autore potrebbe mettersi una mano sulla coscienza.
    D’altro canto il suo libro (personale) sembra interessante (anche se quello di Silvia lo è di più), ma può accettare che venga battutto SOLO dalla Recherche.
    Dai charlotte, prendi anche tu un pò di lophophora o “carne degli dei” e vedrai che in fondo possiamo anche sembrarti interessanti come tribù.

  62. per quello che il libro trasmette, per quello che ti lascia dentro.
    è una grande opera, senza alcun dubbio. Grande letteratura, sennò sarebbe solo toccante umanamente, ma è molto di più.
    quello che intendevo è che dal punto di vista letterario senza aggettivi non si può prescindere da Proust.
    E’ che questo jeux au massacre implica la sparizione di tutto il resto.
    E onestamente potrei variare la mia selezione tra dieci minuti o un giorno o mai.
    Non lo so, più ci penso e più mi angoscio.
    E i criteri di scelta sono talmente tanti..

  63. Che ci angosciassimo era uno dei malefici intenti di Maugeri. Per l’Ottocento non schiodo dai Malavoglia. Per il Novecento potrei lasciare “la via Pal” per andare verso “se questo è un uomo”. Ci sto pensando. Ma questo post senza Sozi è come la coda alla vaccinara senza sedano. Io non posso prescindere dalle sue osservazioni.

  64. Facevo una riflessione (Vito, non fa male provaci anche tu). Lungi da me l’idea di distorcere il Maugeri-pensiero, tantomeno di condizionare il dibattito. Ma cinque minuti fa ho avuto un attacco di meningite fulminante e, di conseguenza, sono diventato come Marzullo. Ergo, mi faccio una domanda e mi do un risposta. Non sarebbe il caso di focalizzarci su libri che un neofita della lettura può facilmente trovare negli appositi punti vendita giacchè stiamo sempre a lamentarci che l’italico cittadino non legge? Sarei portato a dire sì, sarebbe meglio.

  65. Grazie a eventounico per il commento sul mio libro (capito Gregori? 🙂 )
    Io continuo a far parte della fazione “I malavoglia” per l’ 800.
    chi vuole esserne il leader?
    Per il ‘900, come dicevo, posso rivedere la scelta (“se questo è un uomo” mi va bene)

  66. Festeggio la meningite provvidenziale di Gregori, rallegrandomi che abbia finalmente fatto nascere nella sua testa un pensiero. Che, però, non condivido.

  67. Facciamo coming out? Orbene, io e Silvia abbiamo scoperto di lavorare a 20 metri di distanza l’uno dall’altra e ci si trastulla con dei caffè. Tutto questo, carina, non mi rende però così arrendevole da ritenere il tuo libercolo superiore alla mia opera. Tra l’altro, faccio notare che ti appiattisci sempre sulla mia opinione anche quando cambio idea. Sono il tuo idolo, insomma. Cosa c’è di male ad ammtterlo? 🙂

  68. Che cosa?? ma io ti metto il cianuro la prossima volta nel caffè!!!
    Ti ricordo che prima di postare la mia scelta ti ho fatto notare in privato come fosse stata singolare la coincidenza di aver scelto i Malavoglia. è solo che tu mi hai preceduta, ma quando tu hai inviato il tuo post, io stavo già scrivendo il mio, scegliendo con cura le parole.
    che ego smisurato, Gregori.
    Meno male che gli altri simpatici utenti sanno chi sei!!!! 🙂

  69. Silvia,
    il tuo libro mi è stato presentato dall’autrice. Come potrei prescindere da tale privilegio ? Per non parlare dell’attenta lettura notturna…

    Enrico,
    nella provocazione c’era la proposta. Sarò più diretto: hai qualcosa di particolare contro la Recerche ?

  70. E come no! Anche io ho verificato l’unificazione della forza elettromagnetica e l’interazione nella forza elettrodebole prima di Carlo Rubbia. Ma il Nobel lo hanno dato a lui perché io ho dimenticato di depositare la scoperta. Le prove, carina. Le prove! 🙂

  71. Ciao caro Massimo, fa’ buon viaggio tesoro.
    Intanto confermo “Se questo è un nuomo” per il Novecento.
    Per l’Ottocento ho cambiato idea e dico “Guerra e Pace”.
    In altre parole appoggio in toto la proposta di Miriam e la nomino anche come capogruppo.
    Smile.

  72. ADESSO POSTO LE MAIL CHE CI SIAMO SCAMBIATE E POI VEDIAMO…che dici? Non parli più??

    caro eventounico, naturalmente aspetto con interesse il tuo commento personale!!

    e adesso torniamo ai libri da salvare…
    I Malavoglia e….???

  73. Egregio signor Gregori,
    la smetta di fare il geloso. Le ho già detto e le ripeto che il fascino del leader del blog non è da lei raggiungibile. Si rassegni.
    Smile

  74. Egregia signora Elektra,
    mi pregio informarla che sull’argomento in questione, come su tante altre questioni, è possibile che io mi rassegni soltanto a esequie avvenute. Se il nemico mi schiaccerà la testa sotto i piedi infliggendomi ferite mortali, io, prima di soccombere, gli morderò l’alluce con i denti sporchi sperando di inoculargli il tetano. Si dia una regolata.

  75. Guerra e pace per l’Ottocento, Franny e Zooey di Salinger per il Novecento. Su Guerra e Pace è stato già detto tutto, su Franny e Zooey dico solo che è un libro di una spritualità intensissima, che problematizza in una maniera molto ricca il rapporto fra concezione occidentale e orientale della religiosità, ma non solo: è un affresco familiare, un lavoro sul lutto, sulla depressione, uno studio sul senso della meditazione e dell’agire quotidiano, e mille altre cose, oltre a riflettere una ricerca linguistica raffinatissima. Libro fondamentale e molto sottovalutato.

  76. bellissimo F&Z!
    Sono felice che qualcun’altro lo ami quanto me. Mi ci sono spesso sentita sola.
    Come mi sento molto sola in questo momento nel mio non-amore per Verga. Stima rispetto e quant’altro, ma non posso pensare che rimanga quale ultima testimonianza dell’ottocento.
    Preferisco accodarmi su Tolstoj se come pare ha più chances di Dostoevsky, anche se non l’ho mai sentito veramente mio.

  77. Per ora rimango pietrificato sulle mie scelte ma, per amor di dibattito, il “duello” proposto da Gea tra Tolstoj e Dostoevsky è interessante. Io sono per Dostoevsky

  78. la mia è una scelta solo parzialmente razionale.
    La capacità di scavare nelle profondità dell’anima di Dostoevsky è difficilmente comparabile a quella di chiunque altro. Tolstoj è più distaccato, più morale, più giudice.
    E a me isanti stanno un po’ antipatici.
    🙂

  79. @ Vito Ferro:
    se tu avessi condiviso il mio pensiero mi sarei seriamente preoccupato. a Roma diciamo “A lava’ la testa all’asino, ce s’arimette lescìa e sapone”
    🙂

  80. Ciao a tutti, siccome mi piace la Vostra compagnia, da buon ultimo arrivato eccomi qua con il mio contributo; potrei diventare, anche, un alleato decisivo, che ne pensate ?
    Honorè de Balzac pensava che ogni individuo ha a disposizione una riserva limitata di energia: vivendo intensamente l’uomo brucia la sua vita. Il destino di Balzac è la concreta e drammatica rappresentazione del contenuto di La pelle di zigrino.
    È sicuramente il Maestro del romanzo realista, ha elaborato un’opera monumentale, la Commedia umana,”La Comédie Humaine”;sistemato l’800.James Augustine Aloysius Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, Svizzera, 13 gennaio 1941) è stato un poeta e scrittore irlandese. Benché la sua produzione letteraria non sia molto vasta è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo della letteratura del ventesimo secolo, in particolare della corrente modernista. Il suo romanzo più noto, Ulisse, è una vera e propria rivoluzione rispetto alla letteratura dell’ottocento, e il successivo e controverso Finnegans Wake ne è l’estremizzazione.Il romanzo, che si svolge in una sola giornata (il 16 giugno 1904) ed è ambientato a Dublino, è strutturato in modo da ricalcare nella struttura l’Odissea di Omero. Ciascun capitolo corrisponde ad un canto dell’Odissea, ed è scritto usando ogni volta una tecnica narrativa diversa.E anche il ‘900 è sistemato, secondo me.
    Vorrei ora se mi è concesso, citare due scrittrici:Grazia Deledda (Nuoro, 27 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936) è stata una scrittrice italiana, originaria della Sardegna e vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 1926.La relazione tra la Deledda e i russi è ricca e profonda, e non è legata solo a Tolstoj ma si inoltra nel mondo complesso degli altri contemporanei: Gor’kij, Anton Čechov e quelli del passato più recente, Gogol’, Dostoevskij e Turgenev.Inoltre,Margherite Yourcenar è stata la prima donna ad essere accolta tra gli “immortali” della Francia nella prestigiosa Accademie Francaise,Il tratto forse più tipico della sua mente – dice la sua amica storiografa antichista Lidia Storoni Mazzolani – fu di estrarre dal contingente l’universale e dilatare ogni aspetto della realtà in una riflessione generale e, come ha dimostrato facendo rivivere le più diverse creature del passato, nel trasferire in tempi magicamente lontani le nostre inquietudini.
    Adriano, Zenone, sono uomini che parlano la Storia, ma riescono anche a nominare l’amore, il dolore, la morte, come nessun uomo potrebbe mai. Yourcenar infatti, con una sapienza femminile mai nominata, mette in scena la consapevolezza del limite, l’arrendevolezza anche dei grandi uomini alle leggi dell’esistenza.
    « per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi »
    (Motivazione del Premio Nobel)
    Caro Enrico Gregori,ad interim, non credevo che fossimo così maschilisti riguardo le scrittrici; e le Signore del post stanno a guardare?Volevo essere spiritoso, nooo!
    Ciao a tutti,
    Luca Gallina

  81. Molto difficile scegliere…
    é come fare “La scelta di Sophie”… Avete visto il film?
    Aspetto cosa dirà Sozi, che secondo me sta lì sornione a vederci CUTTIGGHIARE – fare cortile, in sicula parlata… – per poi farci vergognare tutti con il suo intervento!!!
    “I Malavoglia”, checché ne dica Vito – hai un futuro da cabaret col tuo sodale, giuro – è un capolavoro perché Verga ha tentato disperatamente di ricreare ambiente, odori, colori, sapori, VITA di un borgo di pescatori dell’800. Lui proprietario terriero, colto, “scrittore”, sosteneva l’mperonalità dell’opera d’arte, lo scomparire del pittore daventi alla tela che dovrebbe sembrare essersi dipinta da sé. Non si puòprescindere da quel che si è né dalle coordinate spazio-temporali in cui si esiste e si scrive e le sue scelte espressive si possono discutere, però ha un linguaggio corale invidiabile: èun villaggio che parla, con le sue credenze, le sue gioie e i suoi dolori.
    Non so se losceglieròperò. Convincetemi. Vorrei dare delle risposte meno “a caldo”. Di cosa potrei fare a meno nel 2036?

  82. @ Maria Lucia:
    se su I Malavoglia non ti ho convinta io, nessun altro lo potrà fare 🙂
    ps: nel tuo intervento sembrerebbe che mi ritieni sodale di Vito Ferro. Ho capito male, vero?

  83. Per Elektra SMILE, io non sono autorevole ma autoritaria, e dirigo bene solo dal vivo, sul blog mi confondo. Proporrei te, sei attenta e spiritosa.
    Per l’Ottocento ribadisco Guerra e pace, ma Delitto e castigo meriterebbe veramente una nomination (come per quelli dell’isola). Anch’io ho riflettuto, ma poi ho preferito Tolstoj, perché Dostoevsky nel suo Delitto e castigo è strordinariamente ATTUALE. E per me lo è addirittura al punto da rappresentare il Novecento, ma non si può. Per cui rilancio Guerra e pace.
    Per il Novecento: è vero, Se questo è un uomo è un libro pazzesco, da leggere quando si è in grado di apprezzare la vita, e la mia proposta va proprio in questa direzione: non un libro di narrativa, ma un NON LIBRO. Una testimonianza che è umana, storica, filosofica. E il Non Libro è , nel bene e nel male, anche la “realtà editoriale” dei nostri tempi.
    Però, qualcuno ha proposto Salinger, Luca invece ci ha ricordato Margherite Yourcenar, e allora ne vengono in mente a decine, ma il problema è “il libro del novecento”, che meglio lo rappresenti…
    Ribadierei la mia scelta, però, oltre alle barbarie degli ismi, il novecento si caratterizza anche per l’insostenibile peso delle merci, per la reificazione dei pensieri. Allora, forse potremmo pensare ad un autore americano degli anni settanta: Henry Miller con Tropico del Cancro. Non è la mia proposta, ma solo un’idea.
    Ancora ad Elektra: io non so giocare, perché mi dimentico sempre le regole del gioco, quindi, fallo tu. smile smile

  84. secondo me, qui dietro e distante lo scritto, giace un punzecchiamento fra donne a suon di velenetti diarroici ed invidie malnascoste. eppoi mi spiace! avesse uno còlto la mia provocazione su sturmgeist! non credevo.

  85. A Giulio.
    Non ti arrabbiare. Io questo Sturmgeist non lo conosco.
    A Miriam.
    Facciamo così. Noi abbiamo formato un gruppo che sceglie “Guerra e pace” e “Se questo è un uomo”. C’è qualcuno interessato alla leadership? 🙂
    Io non posso anche perché passerò il week end in campagna lontano da internet. Ogni tanto bisogna respirare!!!!
    SuperSmile

  86. Sturmgeist è il soprannome del pazzo omicida di diciannove anni che ha fatto fuori cinque persone in Finlandia. Al momento del gesto folle indossava una maglia con la scritta “humanity is overrated”.

  87. “ho appena finito di mangiare, sono ingrassato e devo ancora lavarmi i capelli unti. le numerose donne così sedotte sono invitate a contattarmi mediante telepatia. no perditempo”.

    E’ l’inizio del mio ultimo soffertissimo romanzo. Vi piace?

  88. Salve a tutti,
    bene, bene: noto con piacere quasi ”Sfacciatamente lubrico” (De Sanctis a proposito del Marino) che l’Armata Brancalibrone di Letteratitudine sta cercando di affrontare la vexata quaestio di Messer Maugger con le solite strumentazioni argomentative, raddensantesi in molteplici scelte di tipo euristico-esegetico – tutto cio’ partorisce pero’ mosse metascacchistiche che vanno dall’alleanza al rilancio, tramite patteggiamenti vari… per finire all’italiana maniera stile ”Quarantotto” (o meglio ”Caporetto”). Ovvero al casino. Pittoresca ambientazione simil-lupanaresca che il mio carnefice Gregori e, presumo, il suo degno compare di merende Ferro vedono di aizzante eccellenza bellettristica (eh! eh! Povero Ferro! Tocco ferro per te: fuggi, sei ancora in tempo per salvarti dall’ ”Enric-und-drang”!).
    Va bene, scherzi a parte, io credo che si possa trovare un metodo classicamente democratico per risolvere la cosa, lo proporrei:
    d’ora in poi ognuno scriva, o riscriva se intende confermarli, solo di seguito i due titoli e relativi autori (ovviamente parlo a chi sta gia’ partecipando: i nuovi arrivati possono esprimersi criticamente come e’ stato fatto sopra).
    Poi, fra un paio d’ore circa, Enrico Gregori e Maria Lucia Riccioli dovrebbero contare i ”voti”, compresi quelli dei nuovi arrivati che non si erano espressi precedentemente, e stilare un primo elenco di gradimento.
    Stilare due graduatorie per ‘800 e ‘900 o farne una sola per entrambe le graduatorie, a questo punto, sarebbe la stessa cosa, complicherebbe magari solo le cose.
    Se facessimo cosi’, alla fine di ogni serata potremmo avere un’idea delle ”cordate” effettivamente presenti. Poi, il settimo giorno – venerdi’ prossimo – potremmo presentare a Maugger qualcosa di reale, sommando i voti ottenuti ogni sera verso la mezzanotte.
    Cosa ne pensate, Enrico, Maria Lucia e tutti gli altri?
    Intanto io propongo ”I nostri antenati” di Italo Calvino al posto del candidato verghiano ”Malavoglia” e ”I demoni” di Dostoevskij (ho rinunciato a Bruno Schulz, Collodi, Bontempelli, Gadda e altri miei amori: cercate di venirmi incontro, su). Le motivazioni critiche, iniziando a dare l’esempio, le ometto.
    Sergio

  89. Idea di completamento per la precedente: Gregori conta il Novecento e la Riccioli l’Ottocento, cosi’ diviene ottimale.
    Sergio

  90. L’intervento di Sozi, come mi aspettavo, conferma che Sergio è stato finora per cantine ad assaggiare il Tocai appena imbottigliato. Non lo dico tanto per l’incipit rabeleisiano, quanto perché propone come sue scelte, dei libri conosciuti anche al di là del suo condominio sloveno. Sono sorpreso e quasi commosso.
    Per il resto rifiuto (con cortesia ci mancherebbe) l’incarico proposto. La precisione e l’ordine non sono il mio forte. E più che altro considero: ma a quel mamelucco di Maugeri che ci ha mollato questa patata bollente per poi fuggire, non vogliamo nemmeno lasciare l’incombenza di tirare le somme? Io credo che al suo ritorno debba trovare qui un tale caos da farsi scoppiare le tempie.
    ps: e se adesso sbuca elektra a dire “ma pooooooovero il mio tesoruccio Massi, passerottinooooooooooo”, stacco e non mi vedete più
    🙂

  91. Enricoooooo! ”I nostri antenati” e’ la trilogia dove Calvino ha inserito in volume unico ”Il barone rampante”, ”Il visconte dimezzato” e ”Il cavaliere inesistente”! L’hanno letto anche nel Bengala! Va bene, rifiuti l’incarico e insuffli odio (oggi meritato non lo nego) per il Maugger Cortese, pero’ un po’ di ordine ci serve, senno’ quando torna, Maugger si fa spiattellare sotto l’Opera Omnia di Gregori-Ferro e dunque contamina di ”atro sangue” la tastiera, cosi’ poi bisogna scrivere l’epitaffio per il Reverendissimo Incasinatore di Meningi Altrui (R.I.M.A.), che lo scrivi tu? Io non ne ho voglia.
    ”Organizziamoci!” – come disse quello che nell’orgia a luci spente lo prendeva sempre e non lo dava mai (ma guarda dove mi porti, bestia tentatrice, Trico e Fellon d’un Enrico!)
    Sergio
    P.S.
    La proposta resta al vaglio del Popolo sovrano. L’unica alternativa mi sembra, a giudicar da quanto sin qui fatto, l’imbottigliamento nel vago. Proviamoci essu’!

  92. Enrico, ehm: avevi detto ”conosciuti” e non ”sconosciuti. Scusami: il tocai, sai com’e’…
    S.

  93. Per questa sera, mantengo i titoli proposti dal gruppo ( miriam-elektra)

    Ottocento: Guerra e Pace
    Novecento: Se questo è un uomo

  94. Di Guerra e Pace ho letto il titolo. mi ha colpito molto perché l’ho trovato parecchio pulp. Di Primo Levi non ho letto niente, ma so che aveva ‘sta fissa per il Cristo pigro che non arriva a Eboli. Comunque sia, mi metto nella banda miriam-elektra, così, per bisogno generico di donna. In caso di rifiuto, tornerò al mio romanzo.

  95. Allora le bande, finora, se non ho misinterpretato, sarebbero:
    1) Enrico Gregori per ”I Malavoglia” di Verga, insieme a ”Se questo e’ un uomo” di Levi o a ”I ragazzi della via Paal” di Molnar (non so di preciso, ce lo dira’ lui stesso, magari cambiando Levi, immagino).
    2) Miriam ed Elektra per ”Guerra e pace” di Tolstoj e ”Se questo e’ un uomo” di Levi.
    Sic stantibus rebus, inserisco la mia proposta, la terza opzione:
    1) ”I nostri antenati” di Italo Calvino (volume unico con ”Il barone rampante”, ”Il cavaliere inesistente” e ‘Il visconte dimezzato”) e ”I demoni” di Dostoevskj.
    Chi vuol aderire lo dica.
    Sergio

  96. MOTIVAZIONI PER LA TERZA LISTA ”SOZZIANA”:
    – La ”trilogia” di Calvino, perche’ e’ un libro per tutti (ma anche a piu’ piani di lettura) che riassume un’epoca e al contempo propone uno stile scrittorio calviniano inconfondibile, omogeneo ed unico ma anche storicamente comparabile con la Storia Letteraria d’Italia. Raro incontro di speranze e pessimismo, intrattenimento sublime e forza affabulatoria. Tradizione italiana ed innovazione calviniana. Il meglio del meglio.
    – ”I demoni” di Dostoevskj, perche’ riassume l’uomo europeo contemporaneo, o meglio quello da Fedor visto nella sua malefica insorgenza ottocentesca. Un uomo a meta’ strada fra la confusione e il nichilismo.
    That is that.
    Sozi

  97. Bè, in definitiva ho raccattato abbastanza adepti con l’ottocentesco I Malavoglia che posso abbandonare I Ragazzi della via Pal (ma piace solo a me?) e buttarmi su “Se questo è un uomo”. Quindi, ricapitolando per l’ebbro Sozi:
    Ottocento: I Malavoglia
    Novecento: Se questo è un uomo
    ……e se questo è blog serio, io sono la reincarnazione di Isadora Duncan. Andate al diavolo! 🙂

  98. Bene.
    Allora come facciamo? Primo Levi sta nelle due liste! Faccio ugualmente due conti o… Enrico, dimmi un po’.

  99. Consiglierei:
    Lista Miriam-Elektra: Guerra e pace e Se questo e’ un uomo;
    Lista Gregori: Malavoglia e Via Paal;
    Lista Sozi: Calvino e Demoni di Dostoevskij.
    Ma ci sono altri suggerimenti sparsi: invito tutti a farsi vedere.
    Sergio
    P.S.
    Non sono ebbro, vecchio marpione!

  100. P.P.S. e Nota Importante e (parzialmente) riassuntiva
    Vedete come sarebbe piu’ facile decidere personalmente in un’unica stanza? Cosi’ e’ il mezzo informatico stesso a complicare le decisioni.
    Va be’. Votate le liste sopraesposte o proponetene delle altre. C’erano degli ottimi suggerimenti sulla Yourcenar, Salinger, Joyce, H. Miller, Gracq e Rulfo (questi ultimi da Giuseppe), Pinocchio e Alice nel Paese delle Meraviglie (da Cinzia Pierangelini), Gadda e Proust (da Charlotte ed Eventounico), H. Roth e West (da Outworks 110), ”I Malavoglia” e ”Il dolore perfetto” di U. Riccarelli (da Silvia Leonardi), ”M.me Bovary” di Flaubert e ”L’amante” di Jeoshua (da Simona), Gea candida Zola e Ferro invece ”1984” e ”I racconti” di G. Orwell, eccetera. Ottimi suggerimenti tutti, mi pare.
    POI CI SAREI IO CON CALVINO ”TRILOGIA” E DOSTOEVSKIJ ”I DEMONI”.
    Ecco. Tant’e’. Mo’ vado a letto che mi avete fatto venire i sudori freddi, tutti quanti pazzi, voi.
    ORGANIZZATEVI!
    ‘Notte
    Sergio

  101. LIsta trasversale e responsabile:
    -Demoni;
    -Recherche.
    Riibadisco la mia volontà suicidaria (vocabolo poliziesco talmente orrido che era una vita che desideravo inserirlo in una frase per vederne l’effetto).
    E allora, morta per morta, decido di fregarmene della serietà, e propongo la lista anarco-individualista:
    -Alice;
    -Ulysses.
    oh. là..

  102. Ciao
    800
    Honoré de Balzac, Papà Goriot

    Balzac, uno dei più grandi scrittori francesi della prima metà del XIX secolo, deve la sua celebrità principalmente al realismo dei suoi romanzi. L’insieme della sua opera offre un ritratto vivido della nuova società borghese e aristocratica della sua epoca, e ciò grazie alle minuziose descrizioni di ambienti e personaggi.

    Una particolarità del realismo di Balzac è data dal fatto che, spesso, ambienti e personaggi sono due elementi uniti, la cui complementarità rende i secondi dei “tipi umani”. Ma, nonostante questa loro stereotipizzazione, per la loro complessità i personaggi conservano una personalità molto forte. Analizzeremo questa particolarità sulla base di un testo assai rappresentativo, tratto dal romanzo Papà Goriot: si tratta della descrizione della pensione Vauquer e della sua proprietaria, presente nelle prime pagine del libro (le citazioni sono tratte da: H. de Balzac, Papà Goriot, Garzanti, 1990 – traduzione di Elina Klersy Imberciadori).

    900
    Nel 1991 se ne andò, a 36 anni, Pier Vittorio Tondelli. Sono solo quattro i suoi libri di narrativa (“Altri Libertini”, “Pao Pao”, “Rimini”, “Camere Separate”), ma contengono la grande eredità di uno scrittore giovane che guardava il mondo dei giovani con una profonda partecipazione, con uno sguardo capace di infinita dolcezza e aspra severità. A dieci anni dalla sua scomparsa, la forza della sua opera resta intatta, e continua a parlare di giovinezze splendenti e disperate, di tumulti interiori, di caustica critica sociale, di vita degna di essere vissuta.

    Verso mezzogiorno la segretaria di redazione telefonò in cronaca per dirmi che il direttore voleva parlarmi. “Venga tra quindici minuti,” aggiunse. “Perché non ora? Sono libero,” dissi. “Fra quindici minuti,” fu la sua risposta. E riattaccò.
    Mi restava dunque poco tempo per fare un bell’esame di coscienza, ripassarmi bene a memoria gli ultimi pezzi, ricordarmi i servizi, gli articoli e tutto quanto avevo scritto in quegli ultimi giorni…

    http://www.corriere.it/

    Rimini e i Libri di PVT da tenere sul comodino.

    davide fent

  103. ” La nube purpurea ” di M. P. Shiel. come pro-memoria onde scongiurare un secondo immane disastro.
    Un trattatello di botanica per l’immediata sopravvivenza.
    Nessun altro.
    Qualsiasi nozione scientifica della precedente vita sul pianeta, potrebbe rappresentare l’inizio della concatenazione di cause-effetti che l’hanno condotta all’estinzione.
    Una nuova umanità potrebbe sorgere in maniera assolutamente estranea alla precedente. Forse si svilupperebbero scienze completamente diverse da quelle che conosciamo, ricerche di ordine e di genere impensabili e alternative, che nel contesto attuale non ci è nemmeno possibile ipotizzare.
    Cristina Bove

  104. Ciao Sergio, ben alzato. Dunque, la tua motivazione sui Demoni, quasi mi convince, ci devo pensare ancora un po’. Dostoevskij “un contemporaneo ai posteri” per il settore Ottocento?
    A dopo

  105. Gea,
    come vedresti Calvino e Proust ? Mi spiace, ma sul secondo sono disposto alla gogna mediatica (per quello che vale) perchè lo considero assolutamente “in tema” con la situazione di gioco, ovvero preservare la memoria letteraria. Sul primo scelgo in base all’istinto ed alla attrazione personale (in effetti ero in dubbio già quando ho proposto i Malavoglia).

    Contrariamente a quello che fa l’italiano medio d’innanzi scelgo una posizione (quella indicata) e la mantengo. Chissà che coerenza e polarizzazione una volta tanto in questo paese paghino…

    Lo stesso proposta vale per tutti gli altri indecisi, ovviamente.

  106. Secondo riassunto dell’ora di pranzo.
    Le liste iniziali (vedi sopra) sono ancora instabili (perche’ aspettiamo i ”capifazione” Gregori e Miriam che’ si pronuncino definitivamente), ma ora queste sono quelle stabili, comprese le nuove e i rimaneggiamenti di alcune fra le precedenti:
    1) Gea (se non accettera’ l’idea di Eventounico): ”Alice nel Paese…” di Carroll e l’ ”Ulisse” di Joyce.
    2) Davide Fent: ”Papa’ Goriot” di Balzac e ”Rimini” di P.V. Tondelli.
    3) Cristina Bove: ”La nube purpurea” di Shiel.
    Fatevi sotto, gente!

  107. Ah, dimenticavo la mia, stabilissima:
    – ”I nostri antenati” di I. Calvino e ”I demoni” di Dostoevskij.

  108. Oplà, faccio un salto nelle new entry, chi mi sa dire qualcosa a proposito di Mauro Casiraghi con il suo “La stanza viola”. Se non lo sapete ve lo dico, ho tappezzato il mondo con il color viola e dintorni, sono una patita di questo colore, vivrei soltanto di viola, se fosse possibile vorrei nutrirmi di cibi viola, ma non mi sembra per gli alimentiun colore perfetto, tranne per un tipo di carciofi..e fino a lì ci siamo…Così, appena ho sentito di questo libro, ho capito che di amatori dei miei scritti ne ho parecchi oppure siamo su un treno telepatico infinito, bello ugualmente. Ma infine, ditemi qualcosa di questo sig.Casirachi, ho seguito un’intervista con lui e mi è sembrato un tipo interessante…non come la Ferrando che ieri mi ha fatto implodere…comunque sono sempre impressioni istantane dovute allo scatolone turchino…ma voi se sapete qualcosa di più su questo libro fatemelo sapere, sto sistemando casa e non posso in questo momento acquistare altri volumi, sto come un oggetto tra gli oggetti e per mancanza di tempo non so chi sia il più inanimato…Per il secondo libro da salvare, ammettendo che per il primo trattasi di un’operazione al buio anzi al viola….dunque per il secondo lasciatemi salvare uno dei miei otto libri che ormai sono giunti su questo pianeta…e tra questi: “Sconosciuta senza S” il mio ultimo capolavoro, e se qualcuno nei sei mesi prossimi si dovesse inventare qualcosa su questo “sconosciuta senza S” lo faccio diventare conosciuto in un batter d’occhio….parola di Gabry Conti. Ciao

  109. Posso? Madonna quanti siete…
    Comunque: per l’800 Guerra e Pace perché è molti romanzi in uno e questo permetterebbe ai posteri di avere una visuale piuttosto ampia di quello che è stata la narrativa in quel secolo. Per il 900 propongo una new entry assoluta (credo, dopo aver scorso la mole estenuante di commenti) Underworld di Don DeLillo perché cavalca il XX secolo dal 1951 fino ai giorni nostri e lo fa raccontando la società americana e tutti i suoi cambiamenti. Che poi sono stati i cambiamenti che, nel bene o nel male, hanno influenzato la civiltà occidentale… Potendo suggerire un terzo libro Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy, per uno sguardo sull’altra parte di questo pianeta.
    Laura

  110. Credevo di essere io confusionario, ma noto che anche Sergio vaneggia nel marasma letterario. 🙂
    Nello specifico egli continua ad attiribuirmi Malavoglia per l’Ottocento e Via Paal per il Novecento, laddove ero disponibile (se non altro per puntare su un libro più gettonato) su Se questo è un uomo.

    @eventounico:
    scusa per il ritardo della risposta ma non ho nulla contro Proust, solo che una scelta va fatta e i sacrifici sono inevitabili

  111. Bene. Anche in questo caso prevale la scelta individuale. Non mi sembra infatti di vedere proposte aggreganti. Forse, almeno sui libri, ognuno vuole poter dire la sua. E’ giusto.

    @Enrico Gregori
    Grazie per la risposta. Avevo intuito che la motivazione fosse quella che adduci e forse non c’era nemmeno bisogno di una risposta. In effetti volevo solo proporti una ulteriore riflessione. Tutto qui.

    @Silvia
    Vista la grande dispersione di voti potresti riproporre il tuo libro, una estetica della esperienza relazionale.

  112. OFF TOPIC – Zu Allen

    Segnalo torbida situazione con sedicente Editore ‘Altromondo’. Costoro, a distanza di mesi uno dall’invio di miei mediocrissimi manoscritti, davano responso di timido interesse alla di questi pubblicazione propinandomi una non meglio definita proposta editoriale via mail dandomi all’uopo loro contatto telefonico . Al che, io rispondevo invece con altra mail chiedendo cotali dettagli mi fossero provvisti per iscritto, mediante elettronica posta. Nessuna risposta, e son passati tre giorni, ebbe a presentarmisi. Possiamo dunque concludere trattarsi di una fregatura?

    P.S. Esiste qui dentro qualcuno che lavora nell’editoria ed è disposto a
    leggersi le mie minestre per darmi qualche consiglio?

    ON TOPIC

    Guerra e Pace lo confermo giusto perché nel recente film i russi erano tutti eleganti, punto sovietici grigi e metallici, e sembravano nobili combattenti quando invece erano arditi del menefreghismo fra le morti infinite delle masse affamate. ‘Se questo è un uomo’, invece, lo confermo giusto perché era uno dei libri preferiti di Enzo Biagi, così triste ed angosciato da rasentare il sublime, mi pare.

  113. sfidando una valanga di “chissenefrega” comunico che avrei trovato ancor più interessante un identico post riguardante la letteratura del passato remoto. che Maugeri ne tenga conto.

  114. io invece segnalo che sta entrando nell’uso una cosa secondo me molto carina. scrivere di punto in punto senza rilevare la maiuscola. proprio così. sarà tendenza?

  115. guarda: se ad Alessandrone Baricco gli togli il punto e virgola gli vengono i Tarzanelli di Rabbia; parafrasa, sfrasa, e continua a descrivere a mo’ di pianista sull’oceano; poi conclude. a pensarci è proprio vero -severgnini a parte- il punto e virgola i giornalisti mica lo usano mai. fan sempre quelle sparate ad effetto con la chiusura veloce. “In un Paese serio chi delinque va in galera. E ci sta”. Ostellino oggi, ha scritto più o meno così. lui sì che fa gli editoriali d’altura, mica i post di latitudine su kataweb…

  116. Gli è che il punto-e-virgola (a mio avviso) si giustifica in un periodo lungo. Ma la premessa è che a me i periodi lunghi mi fanno venire il torcibudella e (ritengo) anche al lettore

  117. Questo è uno dei principia del carrieratissimo Severgnini. Che difatti scrive più o meno così: o quasi. Io però non lo sopporto. Né lui, né le sue lezioni semiserie di italiano. Ma guadagna un sacco di quattrini. E beato lui. Comunque, secondo me, in letteratura, ha molto più merito Baricco con i suoi punti e virgola. Poi siam d’accordo: nel giornalismo è fondamentale la chiarezza. E la necessità di accattivarsi (subito) il lettore. Ma su questo mi rimetto al gregorianus ipse dixit.

  118. 1-Quando i carabinieri arrivarono sul posto trovarono la vittima in una pozza di sangue e per prima cosa cercarono eventuali testimoni dell’accoltellamento e nello stesso momento arrivarono anche i sanitari del 118; evidentemente la segnalazione giunta alla sala operativa faceva cenno di una persona ferita e non, purtroppo, deceduta.

    2-I carabinieri sul cadavere. I medici dell’ambulanza vicino ai militari. Ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Non rimaneva che cercare testimoni. Forse qualcuno aveva visto l’assassino. Poteva descriverlo. Ai medici non rimase che andarsene. Quell’uomo sarà sopravvissuto poco più di un minuto all’accoltellamento. Ormai era dissanguato.

    caro giulio, alla fine di quale pezzo non sei in debito d’ossigeno? 🙂

  119. Per Giulio Prosperi: Carlo e Primo Levi erano due persone distinte, il primo oltre ad essere un medico era anche un pittore, e l’altro, scrittore e testimone della shoah era un chimico. O tu sai altre cose?

    Avrei deciso di rimanere ferma alla proposta di ieri. Maugeri nel porci il quesito è stato chiaro: gli unici due libri che si salvano da una catastrofe. GLI UNICI DUE!!! Quindi, aspettando anche il ritorno di Elektra, rilancio i titoli.
    Ottocento : Guerra e pace di Lev Tolstoj
    Novecento: Se questo è un uomo di Primo Levi

    Per Cristina Bove : “un trattatello di botanica per l’immediata sopravvivenza” non sarebbe male, ma forse il Maugeri dà per scontato che le informazioni scientifiche si siano già salvate in altro modo ( un intero museo della scienza e della tecnica sepolto, intatto, dalla sabbia o dal ghiaccio). Se così non fosse dovremmo porci il problema di sacrificare la letteratura a favore di due testi scientifici. Rinunceremmo alla letteratura? Del resto, Massimo, prima di lasciarci ha anche postato su “Perché scrivere”, l’interessante articolo della Ginzburg, da cui riporto: Perché il romanzo è fra le cose del mondo che sono insieme inutili e necessarie, totalmente inutili, perché prive d’ogni visibile ragione d’essere e d’ogni scopo, eppure necessarie alla vita come il pane e l’acqua, ed è fra le cose del mondo che sono spesso minacciate di morte e sono tuttavia immortali.

  120. Enrico è evidente che il secondo consente una migliore ventilazione polmonare. In effetti non contiene nemmeno virgole. Più pause di così esiste il silenzio…

    Comunque, pur essendo cresciuto alla scuola del periodare di Pavese e quindi irrimediabilmente condizionato, ritengo che la soggettività consenta gradi di libertà anche su questo tema.

    Ripropongo le mie candidature:

    1. Ottocento : I nostri antenati di Italo Calvino
    2. Novencento: la Recherche di Proust

    pensateci…

  121. Vitenrico in coppia meriterebbero di andare a radiomontecarlo: coadiuvati dal Giulio che hadettoun prospero con ironia e sarcasmo e da Elektra, misteraffettuosa in sottofondo. Sarebbe un successone in diretta. Detto questo mi permetto di dirvi, fantozzianamente, che Proust lo trovo insopportabilmente borghese, Guerra e Pace infinibile in apnea e l’Ulisse illeggibile. E, per attirarmi ulteriormente i vostri strali, dico anche che I Malavoglia è troppo isolano: preferisco I Viceré o il Gattopardo, se vogliamo restare dalle vostre parti, o I vecchi e i giovani di PIrandello. Di più (e vado a indossare elmo e corazza) perché lasciare ai posteri Se questo è un uomo? Avranno già appreso dalla storia di come eravamo civili all’epoca nostra e non vorrei caricare la dose.

  122. Gianmario,
    cosa intendi esattamente quando definisci Proust “borghese” ?
    Da quale passo, opera, evento di vita rilevi ciò ?

    Comunque buona la proposta “I Viceré”, anche se >. Buona perchè è un Buddenbrook nostrano. Rispetto a I Malavoglia, altrettanto fantozzianamente, ti ricordo che De Roberto si è formato letterariamente nella cerchia di Giovanni Verga.

    Comunque permettimi di dirti che in un programma di cabaret ci prenderebbero in blocco. Ciao

  123. Gianmario,
    cosa intendi esattamente quando definisci Proust “borghese” ?
    Da quale passo, opera, evento di vita rilevi ciò ?

    Comunque buona la proposta “I Viceré”, anche se “Ce n’è stati tanti degli Uzeda, a San Nicola! Ma Vostra Eccellenza non l’avremo ! Vostra Eccellenza è figliolo unico, e non lo metteranno certamente al monastero!…”. Buona perchè è un Buddenbrook nostrano. Rispetto a I Malavoglia, altrettanto fantozzianamente, ti ricordo che De Roberto si è formato letterariamente nella cerchia di Giovanni Verga.

    Comunque permettimi di dirti che in un programma di cabaret ci prenderebbero in blocco. Ciao

  124. Ciao a tutti, rilancio e confermo:
    1) Honorè de Balzac
    2) James Joyce
    Perchè non prendere in seria considerazione un ‘autrrice come Margherite Yourcenar, premio Nobel.
    Le femministe del post che ne pensano, un uomo e una donna, degni rappresentanti del’800 e ‘900 sensibilità e cultura letteraria che confermano la diversità da trasmettere nel tempo: la letteratura in realtà non distingue la preminenza maschile sulla creatività, cultura e impegno femminile nella scrittura.
    Caro Sergio Sozi, mi rivolgo a te in particolar modo e chiamo in causa Miriam Ravasio, una delle signore fra le intervenute che ha rilevato la mia segnalazione sulla Yourcenar; Davide Fent per Honorè de Balzac, si è espresso in modo favorevole;Sergio Sozi, se Vuoi puoi salvare James Joyce , io non disdegno Italo Calvino.Allora chiediamoci se vogliamo, in buona sostanza, valorizzare i nostri autori Italiani ,rispettivamente,i più autorevoli dell’800 e ‘900, o considerare con obiettività la preminenza degli autori stranieri che nei secoli scorsi, hanno saputo spianare la strada a movimenti letterari in tutta Europa; apprezzati e rielaborati successivamente in Italia.
    Mi sono dilungato, ciao a tutti!
    Luca Gallina

  125. L’opinione di Gianmario va ovviamente rispettata come quella di chiunque altro. Difendo, però, i “miei” Malavoglia affermando che il connotato di “isolanità” non può far ritenere asfitico il romanzo che, per me, va ben oltre di una rappresentazione “paesana”. E’ probabile, in fondo, che ci possano essere romanzi di ampio respiro sebbene ambientati semplicemente su un pianerottolo.

  126. Rilancio la mia lista, ma declino purtroppo l’offerta di Luca, perche’ non sopporto Joyce. ”La nube purpurea” di A. P. Shiel e’ un bel libro che lessi vent’anni fa ma non esula dalla Letteratura antiutopistica del filone di Orwell e H. G. Wells ( di quest’ultimo ricordiamo ”La macchina del tempo”; ”L’uomo invisibile”, ecc.). Direi invece che qui servirebbero degli autori meno settoriali, dal pensiero piu’ vasto e dallo stile piu’ interessante, personale, eccedente la mediocrita’. La Yourcenar e’ fra le mie preferite e dunque candiderei ”Le memorie di Adriano” o ”L’opera al nero”, ma urge aggregarsi, qui, se no l’atomizzazione rischia di mandare a pezzi il cervellone del nostro caro R.I.M.A. (Reverendissimo Incasinatore di Meningi Altrui) altresi’ ariostescamente detto Maugger.
    Dunque faccio cosi’: scartando purtroppo la ”Ricerca…” di Proust perche’ opera novecentesca, candido
    Per il NOVECENTO: ”Trilogia” di Calvino
    Per l’OTTOCENTO: ”Guerra e pace” di Leone Tolstoj.
    La mia e’ una proposta sfacciatamente (politicamente) scorretta per Miriam. Miriam, ci stai a far la lista unica su queste basi?
    Rispondimi presto
    Sergio

  127. … ed e’ anche una strizzatina d’occhio ad Eventounico: dai: faccviamo il correntone sulla Trilogia di Calvino e Guerra e pace del russo!
    Sergio

  128. Esprimo qualche perplessità sulla trilogia. Non ovviamente per il livello dell’opera, ma proprio in quanto trilogia. Ma forse il motivo principale è perché si tratta di una scelta di Sozi. Pur di dargli torto riuscirei anche ad affermare che La vispa Teresa è più profonda dell’Infinito 🙂

  129. Se riusciamo ad aggregare Elektra, Miriam, Silvia, Eventounico e Laura Costantini facciamo le scarpe a Enrico Gregori & Co. Forza! Aderite!
    Sergio cunctator

  130. Non so perchè, ma il mio primo pensiero è stato che la sparizione dei libri coincidesse con la distruzione del pianeta per causa umana.
    Ho immaginato un mondo completamente diverso da quello in cui si è sviluppata l’attuale umanità, una terra culla di nuovi abitatori talmente dissimili da noi, che nessun parametro che ci riguarda potrebbe essere loro applicato.
    In una evoluzione che non prevedesse ancora la presenza dell’uomo, posto che questi rappresentasse un errore nell’economia cosmica, forse la sola salvezza consisterebbe proprio nel totale mutamento della specie, col relativo suo evolversi. Necessariamente, quindi, dovrebbe consistere in Altro.
    Ma mi rendo conto di essermi lasciata andare a divagazioni un tantino fuori tema.
    Miriam, forse in questo caso, nemmeno il trattatello sarebbe da salvare.
    Cristina Bove

  131. Ah si’, Enrico? E allora fai fuori anche ”La ricerca…” di Proust perche’ quelli di libri ne son ben sette! Su, dillo: ”Faccio fuori la Ricerca perche’ sono sette romanzi”!
    Sergio

  132. Ripeto per cercare di coalizzare consensi: PROPONGO UN CORRENTONE CON LA TRILOGIA DI CALVINO E GUERRA E PACE DI TOLSTOJ: un italiano eccellente insieme ad uno dei padri della Letteratura russa: non il meglio del meglio ma un ottimo compromesso, bimbi miei!
    Sergio
    P.S.
    A Silvia: vedi che succede a dar troppa confidenza a cabarettisti (s)mascherati come Enrico Gregori? Ha appena osato considerarti ”cosa sua”. Ribellati e vieni da noi, che ti garantiamo autonomia di giudizio e ti togliamo il burqa.

  133. No, la Recherce la faccio fuori perché io scrivo meglio di Proust. E infatti avevo in mente di comporre un’opera in 12 volumi a te dedicata. Ma mi imbatto sempre in problemi di titolazione. “Soziadi”..”Sozone”…”Sozesi”. “De Sozibus slovenibus”…..insomma è un gran casino 🙂
    ps: Proust mi abbatte, Celine invece no. Guarda tu!

  134. A Cristina Bove:
    vieni nel Correntone: troverai dei degenerati gia’ andati oltre la soglia di cui parli. Solo che non possiamo dirlo pubblicamente, capisci, no?

  135. @ Sergio:
    eilà complimenti. sei così bugiardo che avresti fatto benissimo il giornalista. Io avrei definito Silvia “cosa mia”? Comincio a pensare che il Tocai tu te lo sia anche iniettato. Vedi che succede a leggere Proust?

  136. Enrico, scrivi un ”De finis noctae iter” e dedicamelo, che tu e quel medico debosciato siete un tutt’uno (ah! eh! uh!).
    E aderisci al Correntone se no resti a piedi.

  137. Ma a piedi cosa? Malavoglia e Se questo è un uomo avranno più adesioni delle mattonate nelle gengive che proponi tu. Sai cosa ti meriti? Vito Ferro nella tua compagine, ecco!

  138. Il mio refuso sull’ottocento richiede il pagamento di un pegno e penso di non averne uno maggiore di Proust. Soggiacciodunque alle regole della democrazia ed appoggio Sozi.
    Non posso nascondere, tuttavia, la sensazione di appartenere ad una corrente centrista con quanto ne discende, ivi compresa la visita notturna dei parenti deportati.
    Suggerirei ad Enrico di non nutrire soverchie speranze su Silvia che è donna di carattere forte e di intelletto fine, nonchè di orgogliosa sensibilità. Come potrà cedere per un piatto di fagioli ? Se ciò accadesse Alessandra accorrerebbe…

  139. Ottima idea: Vito Ferro, Miriam, Elektra, Silvia (emancipata dalle catene del Greg), Eventounico, Laura Costantini, Gea, Luca e Sozi PER CALVINO-TOLSTOJ CONTRO IL LOGORIO DEI LEVI-MALAVOGLIA (COSI’ TI LEVI LA MALAVOGLIA, AMICO!)
    aDERITE NUMEROSI. VINO, BRUSCHETTA E SALSICCE A GRATISSSSSE!!
    Sozi cunctator infamis

  140. Ok. Gregori è uscito allo scoperto “Proust mi abbatte, Celine invece no”.
    D’ora un poi su un certo “giornale” solo necrologi per amati amici a quattro zampe. Passoparola.

  141. @ eventounico
    A dire il vero mi abbatte anche Sozi però non scatta la proprietà transitiva per la quale allora Sergio scrive come Proust 🙂
    @ sergio:
    già che ci sei organizza anche una kermesse con lap-dance e concerto di Califano. Tanto non vincerai

  142. (Per chi si fosse sintonizzato or ora su questa trasmissione: la Neurodeliri ci ospita da tempo e dunque qualche svago moderno ci viene concesso. Meglio questo che mettersi l’imbuto in testa e girare con la N napoleonica per la camera imbottita, no?)
    Pero’ confermo: o il caos non primi genio ma ultimigenio o il Correntone: Tolstoj-Calvino per un Day after moderatamente sollazzevole.

  143. Ed è giust, Enrico. A nessuno di noi è passato per la testa che ti scriva come Celine.

    Sergio, secondo me Califano che fa la lap-dance è un lapsus freudiano…

  144. Dato sì il mio coraggio, rivelo che per quanto attiene l’Ottocento, prima di planare su I Malavoglia, avevo pensato di proporre “Cuore”. Potrei anche spiegarne la ragione, ma se persino Sozi è ormai satollo di vino e salsicce e impegnato in un proselitismo (peraltro orientato quasi tutto al femminile) è segno evidente che questo blog sta diventando sempre più il muretto dei disperati 🙂

  145. Orcomondo! Califano che fa la lapdens e’ un INCUBO archetipale a mo’ di quelli che millantava un tale Jung, amico Eventounico! O meglio: cosi’ sarebbe per tutti meno che per Enrico, per il quale, confermo, trattasi di desiderio recondito e condito (non come l’urbe condita di Romoloeremo ma manco come i maccheroni: desiderio Gregoriano – !!! – anche condito di amara consapevolezza di ineluttabil perdita in questo agone letterario-catastrofistico).
    Ma in fondo Enrico e’ BUONO, ha CUORE ma si vergogna – pulzello d’Orleans – di sciorinarlo troppo in giro per blog e bloggarelli.
    Appena Silvia si fa viva lo infilza e ne fa salsicce. Che io offriro’.
    S.

  146. Dimenticavo, Eventounico: non tirare in ballo la scrittura di Enrico, altrimenti si proietta su Luigi Ferdinando (Celine) e iniziano i guai per tutti noi. Gia’ vedo i titoli sul Messaggero: ”Capocronaca sorpreso a confessarsi lungamente durante le ore d’ufficio. Si giustifica: ”Ho messo in pratica la caritas deamicisiana!”.
    Grazie per l’adesione e non rimpiangere, Eventuccio caro, la perdita del tuo – e mio – Proust: dopotutto abbiamo salvato il salvabile, vista l’orda barbarica e lo snodarsi disarticolato delle opinioni in questa piazza.
    E ora andiamo avanti. Tolstoj (ma amo di piu’ Dostoevskij) e Calvino! Nuotate anche voi nel Correntone! C’e’ anche Eventounico.
    (Faccio un po’ schifo, vero? ”Mi guardo allo specchio e mi sputo in un ecchio” – Arbore.)
    Sergio

  147. Si rivela la profonda indole depravata tanto di Sozi quanto di eventounico. La kermesse, infatti, prevedeva due momenti ben distinti: 1-lapdance
    2-concerto di califano
    aver pensato che il califfo si esibisse in entrambe le performance è perversione che ritenevo possibile solo in Vito Ferro. Erravo, dunque.

  148. P.S.
    Dove sarebbe il nesso Celine-De Amicis, ti chiedi, Eventounico? Ma nell’amor pei contrari del nostro Enrico, perdincibacco! La pu***na in sacrestia e’ il massimo della libido, per lui! Appunto: Celine e De Amicis. Ma a me non mi frega: lo so che ha un animo SOLO deamicisiano, in fondo. Molto in fondo.

  149. Aho! Che succede! Le donne cianno (notate: ”cianno”) abbandonato!
    ”Donneee!” Non vengono. Se so rotte. Vito Feeeerroooo! Almeno tu! Ti preghiamo! Entra nel ginnasio maschile, per favore!

  150. Sergio non arrivo tanto in fondo. Il lapsus era di Enrico, non mio che sono all’antica. Siamo sicuri che non sia stato qualche vagheggiamento per Eugenia Barruero ?

  151. Sui vagheggiamenti di Enrico si potrebbero scrivere cataloghi – che fra poco potrebbero rivelarsi utilissimi per ogni onesto sacerdote si’ da contribuire teorico-praticamente al formarsi di una nuova vulgata del metodo oratorio per le omelie del Ventunesimo secolo. Lo so che tu sei sano di mente. Il califfo ringrazia. Gregori.
    S.

  152. ”Cianno” maiestatis o corporativistico?
    Rispondo con una citazione (infame che sono):
    ”No, non ci sto: stavolta voglio sbalordire me stesso: d’altro canto, sarebbe facile e monotono cavarsela con un’ennesima sparata autodenigratoria. Vorrei, piuttosto, inaugurare un’intensa nonche’ fugace, stagione autoapologetica.” (Alessandro Piperno, da ”Con le peggiori intenzioni”, p. 75. Estrapolato carognescamente e fuorissimo luogo, ma idoneo alla bisogna d’oggidi’).
    S.

  153. La Maestrina di De Amicis e’ carica, per Enrico, di reconditi messaggi secolari. Secolari in quel senso.

  154. Sergio, che vuoi che ti dica ? Dinanzi a cotanta citazione mi taccio non tanto per l’ammirazione per il personaggio quanto per l’accostamento che è stato fatto con lo scrittore che ho sacrificato. Forse qualcuno qui ne morirà. D’altro canto “L’invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente” scrisse l’illustre Bertrand Russell.

  155. Dostoevskij potrebbe sostituire Tolstoj, ma per il novecento proporrei un libro scritto intenzionalmente per un pubblico giovanile : La storia di Elsa Morante. Calvino, neanche morta!Non è adatto per dei sopravvissuti.

  156. Va be’, torniamo alla vexata quaestio. Ho appena notato che un saggissimo uomo (Giovanni), ad inizio dibattimento, proponeva ”I fratelli Karamazov” di Dostoevskij e ”La ricerca…” di Proust. Prima aveva proposto La Divina Commedia e la Ricerca, poi si e’ corretto. Be’… a dirla tutta, pur rimanendo sui ”miei” Guerra e pace e Trilogia calviniana, devo dire che se la poesia e il Medioevo non fossero stati esclusi ”ex ufficio” avrei proposto proprio queste due opere. O ”Il paradiso perduto” di Milton insieme alla nostra Divina.
    Eh, che brutto ‘sto gioco. Ci toglie nove decimi del pensiero europeo per lasciarci le briciolette otto-novecentesche. Quelle accattonate dai grandi autori-pensatori-vati-drammaturghi-poeti del passato.
    Pero’ tant’e’. Il correntone resta intatto: Tolstoj-Calvino. Patria e Cremlino.
    Sergio

  157. Miriam, tu sei un’arpia – lasciamelo dire. Anzi qui lo dico e qui lo nego perche’ sei ora la ”Donna nel androceo” e dunque non voglio cacciarti con rigidi ”aut aut” (ah! ah!). Saro’ dunque mansueto e argomentativo:
    vedi, Miriamuccia, Calvino e’ il mio narratore preferito, insieme a Bontempelli, Landolfi, Gadda, Huxley e la Yourcenar. Possibile che tu dica cosi’? Facciamo Calvino-Dostoevskij e non se ne parli piu’, dai. Sai, la Morante e’ troppo catacombale e inutilmente prolissa, ne ”La storia”, dove scrive cose come questa: ”I bunker avevano preso quel nome ”anticamere della morte” perche’, specie di notte, di la’ dentro si usciva soltanto per venire giustiziati nel cortile stesso, con un colpo alla nuca.” (p. 222)
    Cerchiamo piuttosto di lasciare nel futuro anche un po’ di speranza. I drammi sono ceri e belli, talvolta – nel caso della Morante certo che si’! – ma lasciamo ai pronipoti Italo Calvino! Forte e debole, profondo, stilista eccelso, poetico! Equilibrato e ponderoso, senza nubi funeree omnicomprensive. Eppure anche tanto, irresistibilmente, umano!
    Dostoevskij – Calvino, Miriam. Per la tradizione, l’escavazione e la vita! Un omaggio alla vita e alla Storia!
    Sergio

  158. Volevo dire ”drammi veri e belli”, non ”ceri e belli”! Scusami per la svista. Ma non lasciare ”La storia” alla Storia ci aiutera’ a credere nel barone… rampante. Cosimo di Rondo’. Che forza, che speranza immarcescente!

  159. Dai, Miriam: Italo Calvino e’ ideale per rappresentare la Storia letteraria dell’Italia novecentesca e Dostoevskj ha qualcosa di arcaico che convoglia nel suo schifosissimo Ottocento – secolo orrendo come il Novecento.
    Supportami.
    S.

  160. P.S. Fuori tema.
    Avete notato, vecchia guardia, che la Marisa Magnani e’ sparita? Che peccato! mi manca! Marisa, se ci sei scrivici, dai! Eri fra le prime, qui.

  161. Eventounico: mi sono spiegato male. Io non associavo Piperno a Proust, ma autocommentavo il mio ”cianno abbandonati”. Proust lo dolgo (quasi) come te.
    Sergio

  162. A Silvia: leggiti gli interventi precedenti miei, di Gregori e di Eventounico. C’e’ roba che ti concerne. Poi vedi tu.
    Sergio Sozi

  163. Silvia, rimembri ancora
    quel tempo della tua vita mortale,
    quando beltà splendea
    negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
    e tu, lieta e pensosa, il limitare
    di gioventù salivi?

    (eh, eh: sono ruffiano ma ti incito a evitare i mortiferi Gregari… ehm: Gregori dei Malavoglia. Calvino-Dostoevskij sono degni della tua eterna bellezza, Silvietta.)
    Sozi (orrendo homo-hominis politicus-poeticus)

  164. Sergio avevo capito su Piperno e “tenevo botta”.
    Credo che ci convenga affrontare il tema del nostro nome. Francamente e con tutto il grande rispetto che ho per te Lista Sozi è un pò triste.
    Abbiamo bisogno di creare identificazione. Ti proporrei bloomsberries, ma sono sicuro che vorrai attingere a luoghi e contesti della cultura classica sulla quale mi troverai sempre allineato.
    A te…

  165. Sono tornata. Vero che vi sono mancata? 🙂
    Mia proposta, compromissoria q.b.
    Dostoevsky per le ragioni di Sozi e anche di più; (punto e virgola)
    La montagna incantata.
    Mi veniva anche La vita; istruzioni per l’uso di Perec, ma temo di venire sepolta sotto una montagna disincantata di indignazione..

  166. Supremo sforzo. Per il Novecento ho già detto che posso abbandonare “I ragazzi della via Paal” per “Se questo è un uomo”. Per quanto attiene all’Ottocento potrei sostuire (di malavoglia) “I Malavoglia” con Dostoevsij ma a 2 condizioni:
    1- che si tratti dei Fratelli Karamazov
    2- che aderisca anche Silvia Leonardi

    ps: senza pretese…..troverei sensato che (a prescidere dal secolo) vincessero la tenzone un libro italiano e uno straniero.

    @ vito ferro:
    mio caro sodale, come sono ormai remoti i tempi in cui la nostra coppia comica mandava in tripudio le platee dell’orbe terracqueo! Ormai è tramonto, e nessuna compagnia di giro ci convocherà più a scavalcar montagne con essa. “Ubi major”, potremmo dire con eleganza per uscire dall’imbarazzante dolore.
    E’ tempo di novità, e se il nuovo non ha comunque stoffa e classe dell’antico, che vuoi farci amico mio? Lo spettacolo ha le sue esigenze. E quindi, Vito caro, scorri all’insù questo post e inchinati sportivamente ai giullari Sozi-Eventounico. La loro, per carità, è comicità da torte in faccia quando proprio non è da peti. Ma così va il mondo. Fellini non c’è più. Ci restano due felloni.

  167. Nessuno mi aveva mai dato del fellone. Dunque, mio caro Gregori, si armi della torta che preferisce e si prepari alla tenzone. Io all’occorrenza userò torroni. L’unica cosa che temo di lei sono i denti, su sua indicazione tetanofori. Tuttavia i miei alluci saranno competitivi. Stia bene.

  168. SERGIO: perché i giovani sopravvissuti dovrebbero intrattenersi con i nostri stlismi eccelsi? Meglio che meditino sui nostri sbagli e che questi generino paure, per indurli il più possibile lontano dai nostri impotenti e vanitosi estetismi. Per una nuova civiltà è più utile il timore e il dubbio; la bellezza la troveranno nella natura, in quel che resta o quella che sarà.
    Calvino no.
    Neanche Gadda, poverino, aveva una casa chalet dalle mie parti, nella valle del Segrino ( laghetto, anzi cupa pozzanghera) nota per i suoi poteri depressivi. Anche se, per qualche illustrazione, pesco volentieri i suoi brani , nemmeno uno come Gadda andrebbe sostenuto.

    Sergio, ho proposto Elsa Morante per riprendere Luca Gallina, che proponeva la Yourcenar, una donna. Non ho sostenuto la scrittrice francese perchè non riuscivo ad individuare il titolo giusto, e poi per il novecento “avevo” scelto Levi. Però se Luca intervenisse ancora, chissà…. dipende da lui

    Sergio: C’è nell’aria un profumo delizioso, ho cucinato un arrosto speciale, e per omaggio a te, fra poco sarà servito con una bottiglia di Tocai.
    Ciao

  169. Mi sento di convergere sui Karamazov.
    Per il novecento se devo proprio scegliere un italiano (oggettivamente la cosa non mi convince molto… si sta parlando di depennare capolavori per amor di patria.. ) allora effettivamente Calvino mi pare adatto. E con questo credo di essermi meritata un caffè virtuale da Sozi.
    Idea peregrina. Ci ribellassimo alle leggi del Despota e rivoluzionariamente scegliessimo due libri per ciascuna letteratura maggiore?
    Sarà la mia insofferenza all’autorità, ma trovo lesivo dell’umana dignità essere costretti a una tale sanguinosa tenzone.

  170. Bene, vedo un po’ di ordine far capolino negli italici ranghi. Buon appetito a Miriam (ma io sono umbro-laziale: brinderei piuttosto con un bel Rosso di Montefalco, anche perche’, oibo’, il Tokai e’ vino ungherese e non sloveno) e son pronto ad offrire un caffe’ alla comprensiva Gea, che ormai vedo con noi nel Correntone (grazie, Gea: Italo da lassu’ ti guarda e ringrazia). Pero’ mi spiace, Miriam: tengo duro con Eventounico sul duo Dostoevskij-Calvino e al mio sodal propongo un paio di ipotetici nomi per la nostra coalizione: ”Correntone italo-slavo” o ”Il Monitore dei Bipedi” (quest’ultimo, citato nel Barone rampante, p.270 della Trilogia). Cosa ne pensiate Evento e Gea?
    Sergio
    P.S.
    Ferro e Gregori si uniranno, vedrete, e torneranno, armi e bagagli, a intervenir con rinvigorite forze nell’agone. Achille-Ferro sta per lasciar la tenda, secondo me.
    A Enrico: per me va bene per i Karamazov.

  171. Enrico: sono d’accordissimo: un italiano e uno straniero. Non si transige.
    Altro nome per il Correntone: ”De recta ratione audiendi” (”L’arte di ascoltare”, da Plutarco). Bello, eh?
    Sergio

  172. Visto che il povero Don DeLillo lo avete sputato tutti, mi associo a “Se questo è un uomo” di Primo Levi e già che ci sono abbandono Tolstoj (che è pesante, ragazzi, non solo di chilogrammi ma anche di lettura) per il Dostoiewski dei “Fratelli Karamazov”. Mi dispiace Sergio, ma non posso abbandonare Enrico. Non dopo quello che ha scritto riguardo il diritto di ambientare i romanzi dove cavolo si vuole, anche se si è un autore emergente.
    Laura

  173. per Miriam Ravasio.
    ma certo Miriam! mi ero confuso e ci ho scherzato su. non so niente
    né di Carlo né di Primo Levi.

    Per Enrico Gregori.
    sì, appunto. giornalismo a frasi d’impatto. flusso di fatti e mai frasi
    subordinate. severgnini docet e panebianco palles frangit.

  174. Ciao a tutti, mi propongo a Sergio Sozi, di appoggiare la candidatura di Italo Calvino; ricordandogli, certo di fargli una cosa gradita, uno scritto dell’autore “La giornata d’uno scrutatore” che Italo Calvino dichiara letteralmente – Posso dire che, per scrivere una cosa così breve, ci ho messo dieci anni, più di quanto avessi impiegato per ogni altro mio lavoro – è sufficiente questo Suo impegno in letteratura, per convincerci di farlo rivivere nel tempo? Per riassumere le mie due candidature, se non si decide solo per esponenti di spicco in Italia dell’800 e ‘900:

    1) Italo Calvino
    2) Honorè de Balzac

    Caro Sergio adesso che mi sono dichiarato, tocca a te mostrare i “muscoli”, se me lo consenti, con gli altri gruppi. Ciao Miriam Ravasio, ripeto la mia meraviglia che Voi donne di questo post, non prendiate in seria considerazione una donna e un uomo.
    Oltre a non capire perché Vogliate escludere,eventualmente, solo esponenti Italiani;proviamo ad immaginare questo pronostico in un blog francese, secondo Voi, salverebbero un autore eminente italiano?
    Ciao a tutti!
    Luca Gallina

  175. Vogliamo contare quanti sono per karamazov e se questo è un uomo?
    ps: ma io sono sub iudice in attesa di Silvia sebbene il mio orgoglio mascolino sia abbastanza saziato dalle parole di Laura Costantini 🙂

  176. Bene. Allora contiamo anche chi e’ per Calvino-Karamazov, ovvero ”Lista Correntone”. Chi ci sta? Tu, Luca?
    Sergio
    A Laura: traditrice!

  177. Ma se ti ha ”mollato” anche Vito!
    Sergio
    P.S.
    Mi sa che ci vai tu nell’isola in esilio… eh eh eh!

  178. per Enrico Gregori.

    insomma, ma allora è vero che vuoi cedermi il posto di capo della cronaca nera? non so se accettare, devo consultare la mia segreteria.

    intanto voto per ‘straniera a se stessa’, libro scadente e penosamente
    pretenzioso edito da Altromondo.

  179. Laura Constantini, la tua proposta è interessante:
    – Se questo è un uomo per il novecento
    – I fratelli Karamazov per l’ottocento
    Ho una perplessità sui karamazov, perché in Guerra e pace, sia gli uomini che le donne hanno spazi e configuazioni ben definite (tutti rappresentano una loro etica); mentre nei karamazov le donne, sono solo figure negative. Questo perché Dostevskij intendeva presentare l’Uomo alle prese con la sua individualità, valori, libertà di pensiero e azione, è un uomo filosofico. C’è il rischio che i sopravvissuti possano trarne errate valutazioni. Meglio i Demoni.

  180. secondo me, cioè non uno qualsiasi, die rauben (i mansadieri) di Schiller è di gran lunga superiore a qualunque cosa scritta da Dostoevskij. però è del primissimo Ottocento, tutto sturm und drang, drang nach osten peraltro, una cosa che i tedeschi vivono tuttora. lì c’è l’uomo filosofico, l’uomo selvaggio, l’uomo contemplativo. c’è tutto. e infatti è un capolavoro grandioso, quasi all’altezza del sommo Rilke, o del più noto e marcio Rimbaud.

  181. @ miriam

    trattasi di interpretazione personale (in quanto ognuno ha la sua), ma io ho sempre visto nei karamazov non tanto la “negatività” delle donne, quanto la loro simbologia della cattiva coscienza degli uomini

  182. per Luca, perché non hai sostenuto Elsa Morante? La Yourcenar ha scritto libri storici, e dovendo scegliere un libro che sia anche testimonianza del suo secolo, non riesco ad individuare il titolo da proporre.
    E a proposito di donne: grazie, no! Stiamo scegliendo dei libri Unici e non stiamo compilando una quota rosa. Smile, smile, smile. Però, la Morante la potevi sostenere. Hai mai letto Menzogna e sortilegio? Oppure La storia? Sul protagonista Useppe, il bambino “incerto” (autistico prima che il tema diventasse moda), potresti scrivere splendidi testi musicali. Ho visto il tuo sito.

  183. Sergio, eccomi. Ho finito ora di lavorare.
    Proposte per il nome, ai Bloomsberries, che non ti è piaciuto, aggiungo per ora:

    i menecmi
    tazza e cucchiaio
    ragazzi di vita
    lista Samsa
    maugenarie

  184. @ eventounico e sergio:

    si tentava di non divagare ora che più o meno la situazione si va definendo. ma data la vostra ansia da vaniloquio, allora, vi scavalco e propongo:
    “daje de tacco daje de punta, quant’è bbona la sor’Assunta”
    “Rosina dammela”
    “Arcangelo pippanera tutti lo chiamano baccalà”

  185. I Bloomsberries per me è ok, visto che mi richiama la mia adorata Virginia.
    Tra l’altro, io personalmente dovessi lasciare un solo libro a mia figlia opterei per Una stanza per se, di cui secondo me ogni donna dovrebbe possedere una copia personale da usurare a suo piacimento.

  186. Oltre che Joyce, of course, che rivendico come una delle mie scelte iniziali.
    Tra Bloomsday e Bloomsbury ce n’è per identificarmi 😉

  187. Massu’, gente, lasciamo stare ‘ste operazioni ”uomini e donne”. Calvino e Fratelli Karamazov sono solo bella Letteratura! Portiamola nel futuraccio!

  188. sarà, ma Dostoevskij un po’ misogino era. La descrizione che fa della Filoppvna ne ‘L’Idiota’ me la fa pensare un po’ ‘na maiala. Alla fine la dà solo a Rogozin, ma a Myskin no!

    OFF TOPIC
    Annuncio prossima pubblicazione su letteratitudine delle poesie della mia ex. si tratterà di una selezione oro fatta sulla base di quelle che mi hanno tagliato dentro durante la rilettura ‘post’.

  189. Ritiro Primo Levi!
    Ho disegnato, mi sono riposata, ho riflettuto: ritiro Se questo è un uomo di Primo Levi, e lo sostituisco con La peste di Albert Camus, quindi propongo un nuovo gruppo . Motivo: pensando ai sopravvissuti, che dovranno confrontarsi sia sulle ragioni del disastro, che sul loro futuro, penso sia importante un testo sull’imprevedibilità. Un testo filosofico per riflessioni infinite e contemporaneamente un testo che esprime e interpreta straordinariamente il novecento.
    Proposta di un nuovo gruppo:
    Ottocento, Guerra e pace di Lev Tolstoj
    Novecento, La peste di Albert Camus

  190. Aaaah, marpiona d’una Miriam! Tu rilanci cambiando la posta in gioco!
    Io allora la metto cosi’:
    OTTOCENTO: PROMESSI SPOSI
    NOVECENTO: TRILOGIA DI CALVINO
    Sergio

  191. Sergio, per carità non buttiamola in caciara. Tieni la posizione. Seguiamo Gea sul nome ?

    Gea, mi raccomando però dille di non cucinare mai merluzzo e salsicce, potrebbe portarle male (oltre fare oggettivamente un pò schifo…)

    Enrico se scegli per la tua lista uno dei nomi da te proposti sicuramente farai la tua degna figura, mi sembrano adattissimi.

  192. Evento, si scherzava!
    Mantengo la posizione:
    Calvino Trilogia e Dostoevskij Karamazov.
    Come nome lascerei Il Correntone: nostrano e pacchianotto ma sufficientemente autoironico per cose come questa, nella quale la serieta’ sarebbe un insulto a tutti gli ottimi letterati che sono stati proposti e discussi. Giochiamo fino in fondo.
    Pero’ a Calvino non rinuncerei manco se mi obbligaste a leggere i ”Pensieri giornalistici con annesse indicazioni teorico-pratiche” di Enrico Gregori.
    S.

  193. A Grego’,
    per farti vedere che sono un tuo adepto sulle tecniche scrittorie giornalistiche rapide ed efficaci, nonche lapidarie, propongo alla tua attenzione il seguente articolo di nera.
    ”Ro. ma. 25. novem. bre 2007. Tro. vato. l’assas. sino della cagno. lina egiziana. trovata. soffocata. per. indigestione. di. carciofi. alla. giudia. era. stato. il. muezzin.”
    Periodi netti e concisi: dritti nel cuore fino a farti venire voglia di tornare alla scriptio continua latina, no? Pubblicamelo, dai!
    Sergio

  194. Spiacente, ma non sono un joyciano. Perche’ non scegliamo ”Giustizia e Liberta”’? Per i Karamazov e Calvino sarebbe una definizione calzante! (Non prendetemi a schiaffi, per favore).
    S.

  195. Allora, posso dire che Gea, Eventounico e Sergio propongono ufficialmente il ”Correntone Slavoromanzo” con Trilogia di Calvino e Fratelli Karamazov di Dostoevskij?
    Se posso dirlo, invito tutti ad aderire alla nostra lista. Confermatemelo, alleati.

  196. Alleati????? ma siete 4 gatti!!! e comunque (previo intervento di Silvia) ai Karamazov aderisco anche io. ti pare poco?
    @ sergio:
    quanto al tuo pezzo di nera….brevissimo e ciononostante con due ripetizioni (trovato…trovata sulla stessa riga). No, non te lo pubblico. Fa schifo! 🙂

  197. Grazie a Sergio Sozi per avermi ricordata. Anche se intervengo saltuariamente, leggo sempre con interesse quanto viene dibattuto e proposto da Massimo Maugeri.

    Condivido la scelta di Sergio su Divina Commedia e Paradiso Perduto, miei vecchi amori, ma poichè non si può derogare dal DICTAT di Massimo, eccovi i due autori che ritengo adeguati a rappresentare i nostri tempi:1) VIRGINIA WOOLF perchè pur ben conscia di appartenere all’upper middle class si rende conto della necessità di superare i limiti imposti dalla società vittoriana e lo fa tentando di rinnovare il romanzo, indagando l’animo umano attraverso il monologo interiore e la denuncia dello stato subalterno della donna, indipendentemente dallo stato sociale di appartenenza. La copiosità della sua produzione letteraria, diari compresi, offrono uno spaccato completo del suo tempo e di come lei ben percepisca la necessità di superarlo.

    2) Pirandello, profondo conoscitore dell’animo umano, che mette a nudo con occhio attento, eppure non malevolo anche di fronte alla meschinità più acclarata.
    Scrittore tipicamente italiano, nei suoi personaggi ognuno di noi può trovare una sua propria sfaccettatura, non sempre ottimale, sinceramente parlando. Ma siamo mortali e come tali imperfetti.

  198. Vabbe’: era solo un compitino. Il bello era la punteggiatura, dai tuoi insegnamenti adottata.
    S.

  199. “Il ragazzo si applica”, come dicevano i pietosi professori ai genitori dell’alunno zoppicante. Ti affiderò io dei compitini di sostegno, caro Sergio. E riceverai via email le mie correzioni con la matita rossa e blu 🙂

  200. Sto invecchiando, immagino, e non ho più l’energia di una volta. Ho rinunciato a tutti i libri che amo di più per ragionevolezza e spirito di servizio. Mi sono rassegnata a mettere un italiano per amor di patria, anche se onestamente non mi pareva corretto. Lasciatemi almeno una citazione d’amore nel nome…
    A correntone si ribella ogni mia molecola….
    🙁

  201. Gea: d’accordo per i tuoi sacrifici, ma… Bloomsday e’ roba joyciana: che ci azzecca con i nostri Calvino-Dostoevskij? Un titolo deve rappresentare il contenuto, no? Troviamo qualcos’altro… anche di diverso, come proponevo dianzi:
    IL MONITORE DEI BIPEDI. (E’ citazione calviniana).
    Cosa ne dici? Ad Eventounico piacerebbe abbastanza.
    S.

  202. e Bloomsbury è roba da circolo letterario, se è per questo.
    Monitore dei bipedi può andare. Per qualche bizzarra ragione mi evoca l’immagine dell’uccellone giallo dei muppets, e mi fa allegria.

  203. Lieta di averti allietato vado a nanna, sperando di aver reso felice anche Sergio.
    Vedete di non azzuffarvi stanotte. Restando ai Muppets, alle volte mi fate pensare ai due vecchietti nel pubblico, non so se qualcuno ricorda. Sempre adorati.

  204. Invecchiare senza passare dallo stadio adulto è sempre stata una delle mie aspirazioni. E’un grande onore avervi accolto nella ristretta cerchia dei vecchietti muppets, ero persino disposta a cedervi il mio posto, conquistato in duri anni di acidi battibecchi… mah. Margarita ad

  205. Allora, Gea, vedi me: sono tuttora un infante-vecchio. O meglio un vecchio infante. Gregori invece bleffa: lui e’ un vero eterno ragazzo, coi piedi nella ”nera” e la testa fra le poesie. A proposito, Gregoraccio: quali sono i poeti che te aggradeno? Dimmoo ‘n po’.
    Sergio

  206. A Eventounico: Proust, anche se ammetto che scrive benissimo, temo che lascerebbe un’immagine desolante di un’epoca: continue ciarle da salotto, serie infinite di cene alberghiere, elucubrazioni mentali senza coda (di ‘capi’ per discutere ne trova a bizzeffe). Allora, per parlare di cose vuote, meglio Jane Austen. Mentre Marcel si stancava nei lussuosi alberghi di Parigi e Cabourg, fuori accadevano quisquilie come la prima guerra mondiale. Per questo l’ho definito troppo borghese. Sceglierei piuttosto i romanzi di un uomo vissuto nello stesso periodo in grado di suscitare suggestioni meno ricercate ma più vere: Conrad.

  207. Bonanotte Gea. Sogna Gioacchino Belli che armeno era piu’ in carne de quer grissino de Giois – scusa eh, lo so che Giois e’ il terzo orgoglio di Trieste, dopo Saba e… Illy (ah! ah! So’ scemo eh?)
    Dunque, Enrico,
    E… aho, mo’ che c’ha accannati la GGea (e il Patron Maugger nun c’e’) annamo fori argomento spinto: senti che ha scritto er ”Quotidiano d’a Sera” di Roma er 28 settembre urtimoscorso, a pproposito der mio libbbbercolo ‘nfame:
    ”Ecco un buon emergente. Un autore, per intenderci, che si astiene dal seguire le tendenze, le correnti tematiche piu’ in voga, quello stile ammiccante e giovanilistico tanto di moda al giorno d’oggi.”
    Poi va con la solita solfa di Gadda, Palazzeschi, Landolfi, Pennac e… Bergonzoni. Quest’ultimo preso da uno scritto critico che Attilio Del Giudice mi ha dedicato. Ma tte pare? Io un ”buon emergente”? Io so’ un ”pessimo sommergente”, anzi un ”magnifico sommerso.”
    Non te dico la firma perche’ e’ quella de ‘n amica.
    Oh. Mi sono sfogato vernacolando e ruttando.
    Arisponneme se voi.
    Tuo
    Sergio
    P.S.
    ADERISCI AL ”MONITORE DEI BIPEDI”, EH? Suvvia… eddai.

  208. Il monitore dei bipedi allinea Sergio, Gea e Eventounico. E’ un eventounico.
    Proponiamo, siore e siori, tre libri al prezzo di uno: la trilogia ”I nostri antenati” di Calvino Italo – di nascita cubana ma chisseneimpipa – per il Novecento ultimoscorso e Fiodor Dostojeschi col suo ultimo bestesellero ”I fratelli Karamazov”: un ulteriore sconto: tre torturati omini (piu’ uno illegittimo) al prezzo di uno. Uno di libro intendesi, gentili siore. Accorrete numerosi.
    Sozi Sergio

  209. Gianmario:
    la narrativa buona, originale e grande e’ solo borghese. Se non aristocratica. Cosi’ e’. Fatto storico. Anche Erri De Luca e’ borghese, oggi, perche’ ha tanto diffuso il suo passato da operaio edile da far pensare a tutti di essere proprio un perfetto borghese. Meglio allora il marchio ”borghese doc”. Proust, poi, visto che negli anni Dieci non esisteva solo la guerra, parla di tutta l’Europa, indirettamente, ovvero culturalmente ”stricto sensu”. O a te, magari, piace il realismo, vero? Dillo, cosi’ chiudiamo il discorso. Il realismo vuol essere antiborghese. Ed io sono un antirealista tenace e di indole, d’istinto azzarderei.
    Con affetto
    Sergio

  210. Capito. Ve la siete svignata e allora anch’io spengo la sigaretta e me ne vado a ninna.
    Abbiate sogni incantevoli, belli miei.
    Sergio

  211. Grazie a Sergio Sozi per avermi ricordata. Anche se intervengo saltuariamente, leggo sempre con interesse quanto viene dibattuto e proposto da Massimo Maugeri.

    Condivido la scelta di Sergio su Divina Commedia e Paradiso Perduto, miei vecchi amori, ma poichè non si può derogare dal DICTAT di Massimo, eccovi i due autori che ritengo adeguati a rappresentare i nostri tempi:1) VIRGINIA WOOLF perchè pur ben conscia di appartenere all’upper middle class si rende conto della necessità di superare i limiti imposti dalla società vittoriana e lo fa tentando di rinnovare il romanzo, indagando l’animo umano attraverso il monologo interiore e la denuncia dello stato subalterno della donna, indipendentemente dallo stato sociale di appartenenza. La copiosità della sua produzione letteraria, diari compresi, offrono uno spaccato completo del suo tempo e di come lei ben percepisca la necessità di superarlo.

    2) Pirandello, profondo conoscitore dell’animo umano, che mette a nudo con occhio attento, eppure non malevolo anche di fronte alla meschinità più acclarata.
    Scrittore tipicamente italiano, nei suoi personaggi ognuno di noi può trovare una sua propria sfaccettatura, non sempre ottimale, sinceramente parlando. Ma siamo mortali e come tali imperfetti.

  212. Siete proprio sicuri che una futura Terra, abbia bisogno dell’umana Intellighentia?
    Antropocentrismo assoluto.
    Nemmeno le orme dei Soloni (accrescitivo romanesco), rimangono nella polvere.
    cri

  213. Di Solone, Cristina, ce n’era solo uno. Il tuo ”accrescitivo romanesco” (ironico e verace ma menzognero, filosofa mia) non si adatta a me: io sono solo un bipede speranzoso… un ”Nuvolone passeggero” direi. Che nasconde i… Soloni e da’ loro colori piu’ tenui e gradevoli: violetti, azzurrini, grigi chiari.
    Marisa, ciao! Bentornata in isti loci! Anche la Woolf e’ novecentesca – il suo primo romanzo ”La crociera” e’ del 1913, mi sembra. Pirandello… pure. Trova altro, oibo’!
    Buonanotte e baci in fronte, mulieres.
    P.S. per Gea:
    ”Bloomsbury set” era il circolo letterario della Woolf… me n’ero scordato. Dunque un Blommsday joyciano ed un Bloomsbury woolfiano. Fuori argomento. Teniamoci ”Il Monitore dei Bipedi” e teniamo duro su Calvino-Trilogia E Dostoevskij-Karamazov. Marisa, ti piace l’accoppiata? dimmelo!
    Sergio

  214. Pirandello (nato nel 1867) inizio’ in realta’ le sue pubblicazioni alla fine dell’Ottocento (solo un saggio) ma sviluppo’ tutte le successive pubblicazioni (dico tutte!) a Novecento iniziato.
    Per amor di precisione
    Sergio

  215. Uff… mo’ vado a letto sul serio, senno’ la moglie mi picchia e la figlia mi nega i bacetti.
    Un ultimo momento per descrivere l’attuale situazione. Queste sono le fazioni:
    Gregori-Laura Costantini-Miriam Ravasio
    Sozi-Eventounico-Gea, cioe’ gli ”Ammonitori dei Bipedi”.
    Andatevi voi a rileggere quali sono le proposte. Io rammento solo le nostre: Calvino-Dostoevskij.
    Ciao

  216. Gianmario, su Conrad possiamo senz’altro trovare una convergenza.

    In quanto a Proust che, effettivamente, veniva da famiglia agiata, non per questo, a mio avviso, può definirsi borghese. Come sai l’aggettivo è riferito a persona o comportamento pertinente alla classe della borghesia, ma in senso esteso incline al quieto vivere, amante dell’ordine costituito. Sospettavo che tu usassi il termine nell’accezione di “piccolo b.”, ovvero, anche qui in senso estensivo, persona di opinioni meschine, di comportamenti banali.

    Ti ricordo che il nostro era affetto da asma bronchiale fin dall’infanzia, fortemente aggravata negli ultimi anni (morto nel ’20) proprio durante i fatti ai quali fai riferimento.

    Altra questione sarebbe dibattere se lo scrittore o il poeta debba essere “nel mondo” o fuori di esso, se la storia la facciano le azioni o le parole. Tema che ci porterebbe troppo off thread ed in tale questione sarei condizionato dalla mia estrazione sociale assai distante da quella di M.P.. Mi limito a dire che sono ben felice che lui, anzichè morire su un campo di battaglia (forse solo correndo), ci consenta di leggere quanto ha scritto.

    Detto ciò, unisciti a noi ed alza il bicchiere, amico mio.

  217. Prendo atto del tradimento di Miriam 🙂
    Mi adeguo. Non so se posso intervenire ancora in giornata.
    Dico questo:
    – Ottocento: un libro di Tolstoj, prefribilmente “Guerra e pace”; un libro di Dostoevskij, preferibilmente “Delitto e gastigo”.
    – Novecenti: “Se questo è un uomo” di Levi; in alternativa una new entry: “Il vecchio e il mare” di Hemingway, per l’alto valore metaforico sull’umano vivere.
    Smile

  218. Grazie Sergio, meno male che si può! Almeno dopo. Pluralizzare Solone è stato solo un gioco.
    A me, pertanto, il solo fatto che mi dai risposte, mi gratifica.
    L’ indifferenza docente non aiuta il discente.
    Mi piacerebbe proporre anch’io dei testi “sacri” ma la mia cultura è frutto di letture voracemente rubate ai miei impegni familiari, spesso troppo veloci per essere trattenute dalla memoria.
    Io scrivo poesie, o perlomeno ci provo e, quasi con stupore, mi accorgo che riverso in esse quanto ho appreso in serate e nottate di lettura. Una sorta di cultura filtrata attraverso i mio vissuto.
    Amaramente devo convenire che una sorta di disincanto mi sta facendo divergere da quelli che credevo valori assoluti. Oggi penso che la Terra sia in gravi ambasce, e proprio a causa dell’uomo. A prescindere da ciò che hanno rappresentato per l’evoluzione dell’umanità, Scienza ed Arte, a ben vedere la ferocia predatrice continua ad avere la meglio. Le voci nel deserto non bastano a frenare il disastro.
    Quindi, non per mancanza di riconoscimento dei Grandi della cultura, sono propensa a non salvare libri, ma solo perchè in essi ci sarebbero ancora i semi di questa civiltà che sta portando all’annientamento sé stessa e il pianeta che la ospita.
    Forse mi si taccerà di nichilismo, e forse io, da buona napoletana, ho solo messo le mani avanti per non cadere all’indietro.
    Grazie di aver letto i miei sproloqui.
    Cari saluti.
    cri

  219. Ho letto pochi commenti, ma così a caldo, mi vengono: Il richiamo della foresta di London e Il profumo di Suskind (poi ne aggiungerei anche altri, ma i due che ho sempre in mente sono questi)

  220. Che dire ragazzi? Torno dalla mia 48 ore di pausa e leggo tutti i vostri commenti….quanti!! Bene, bene, adesso mi trovo in mezzo a un grosso conflitto. Come lo risolverò? Scatenando le ire del Gregori o deludendo i cari Sozi ed Eventounico?
    Mmmhh…direi che sono molto combattuta. Posso anche ripensarci per l’ 800 e votare per I Fratelli Karamazov.
    Poi, vi dirò, Calvino non mi dispiace e ci penserò, anche se la mia preferenza va a “Se questo è un uomo” (visto che “Il dolore perfetto” non se l’è filato nessuno!!)
    Possiamo fare una “hit parade” dei più gettonati per l’uno e l’altro secolo?
    Così raccogliamo le idee!
    Baci

    a eventounico
    solo un grazie, ma sentito 🙂

  221. Non avevo dubbi che Silvia collimasse con me (collimiamo?) :-).
    Allora, credo di poter riassumere che, con supremo sforzo io e Silvia siamo per Karamazov e Se questo è un uomo. In sostanza siamo molto più democratici di quel dittatore di Sozi :-).

  222. Ben felice di unirmi a Eventounico e al Sozi in un brindisi di nettare bacchico, alzo il calice e dico ‘prosit’ a tutti: In vino veritas. Laonde (?) per cui, dopo aver ribadito che, secondo me, Proust è TROPPO borghese (non credo si possa definire ‘borghese’ Cervantes che è ‘l’inventore’ del romanzo), unendomi in un abbraccio (intellettuale, si capisce) ai partecipanti di questo consesso che vede discettare i quattro gatti quattro (in fila unica) compreso il sottoscritto (topo di biblioteca) su mille definiti ‘italiani’ (o forse diecimila) che ancora leggono… pausa respiratoria… conciossiacosaché (??) mi ci avete piacevolissimevolmente trascinato, dichiaro: debbasi approvare sine aliquo dubio la scelta di lasciare a una posterità, sicuramente deviata da eccessi virtuali di ogni tipo e da spaventosi morbi di immondizie presenti in ogni dove che impesteranno l’orbe terracqueo, qualcuna delle seguenti significative proposte degne di varcare i secoli. Per quanto riguarda il sentimento e la solitudine dell’uomo: I ragazzi della via Paal e Volo di notte di Saint Exupery. Per l’affresco potente Guerra e pace (con le indispensabili soste). Per il rapporto uomo formica/forza natura, Conrad, e per lo ‘stream of consciousness’ la Woolf, i titoli, sceglieteli voi. Anzi, dirima la questione (vexata, direbbe Sergio, ma tribolati siamo noi e i nostri cervelli residui) il nostro Minosse Navigéro che, di ritorno ai patri lidi, non mancherà di precipitare nell’oblio le scelte incongrue. Quemadmodumcumque (???) si pronunci il nostro giudice, attendo fiducioso il nuovo Imprimatur. Ciao a tutti.

  223. Silvia, un grazie ha un grande valore per me.
    Venendo alla questione che ci anima tutti in questo contesto, attendo fiducioso nella tua intelligenza, ma ancor di più nella sensibilità.
    Per il resto non peroro e non prego, giacchè mai lo feci nella mia vita.
    Per cui, se deciderai di restare con Enrico che già “collima”, ebbene non vi sarà alcun riflesso sulla mia stima nei tuoi confronti. Lo stesso sarà per i mei dotti compagni di bevuta, ne sono sicuro.
    In quanto all’amor proprio quella è questione che gestirò nelle mie private stanze come sempre.
    Ciao e grazie a te.

  224. Riassumo le mie posizioni:
    prima avevo proposto, Guerra e pace per l’ottocento e Se questo è un uomo per il novecento. Dopo infiniti ragionamenti cambio:
    Guerra e pace per l’ottocento ( esaustivo affresco umano-storico- filosofico)
    La peste di Albert Camus per il novecento (proiezione metafisica dell’imprevedibile).

    Ho rinunciato al libro-testimonianza di Levi perché ai sopravvissuti di una catastrofe non mi sembrava opportuno imporre altri sopravvissuti. Occupiamoci dei salvati proponendo loro le possibilità, sì cupe e nefaste dell’esistenza, MA con la speranza che tutto avviene, ci colpisce e passa: Tout casse, tout lasse, tout passe. Che muoiano le nostre nefandezze assieme a tutti noi!
    Non cambierò (almeno per un po’) i titoli scelti.
    Ciao, Miriam
    PS. Sugli altri russi ho già espresso le mie opinioni, resto in attese di altre proposte. Enrico, ci sei?
    PS 2. Calvino, va bene per le scuole di scrittura; ma a dei sopravvissuti….!?! ( in che lingua comunicheranno? Meglio proporre pensieri che formalismi. Ciao Sergio, come va?)

  225. Caro Sergio, ti ho apprezzato molto quando hai provato a considerare:

    1) Alessandro Manzoni
    2) Italo Calvino
    Che sono a mio avviso correlati dal punto di vista letterario,anche,per le frequentazioni “gli anni parisni” di ciascuno in epoche diverse;inoltre, potresti con il Manzoni trattare e salvare il tema della conversione, che passa attraverso la speranza e purezza dell’anima la ricerca di Dio; evitando di scomodare “Dostoevskij” e se proprio desideri reintrodurre l’argomento, per affinità sulla conversione è molto più coinvolgente e profondo Tolstoj , secondo me.

    Coraggio siamo Italiani! E’ inevitabile essere esterofili. Ma praticare la “magia nera” questo mi fa supporre la Tua candidatura di Fedor M.Dostoevskij, mi rende sinceramente perplesso.
    Non volevo essere sprezzante, voleva essere solo una battuta “di nera”, alla stregua di Enrico Gregori,ad interim nel blog, nei Tuoi confronti; mi spiego meglio, le mie candidature sono:

    1) Lev Nikolaevic Tolstoj
    2) Italo Calvino
    Tolstoj come Nietzsche e Kierkegaard condusse una serrata critica alla civiltà moderna, invocando il ritorno alla vita primitiva, a modelli di comportamento propri di un cristianesimo originario, capaci di conservare nella sua purezza il «regno di dio in noi». Altro che demoni,nichilismo, necessari alla conversione! Con affetto caro Sergio, io sono un tuo ammiratore e questo tu lo sai, vero?

    Ciao a tutti!

    Luca Gallina

  226. mi pregio chiarire le seguenti cose:
    non ho nulla contro Calvino, ci mancherebbe. Non mi quadra, però, la trilogia. Sebbene questa sede non sia il baraccone del luna park, ho comunque l’impressione che Calvino sia un autore al quale hanno assegnato tre colpi per abbattere il pupazzo, mentre agli altri un colpo solo.
    Ho già fatto uno sforzo per passare dai Malavoglia ai Karamazov e da I ragazzi della via Paal a Se questo è un uomo.
    Per ora sto fermo qui

  227. Anche io ho fatto lo sforzo di passare da Verga a Dostoevskij, direi che per il novecento protremmo trovare una soluzione alternativa sia a Calvino che a Levi, che ne dite?
    Ci penserò, per il momento scarseggio in nuove idee.

    Sono d’accordo però che siano un autore straniero e uno italiano.
    eventounico, qualche suggerimento?
    e tu, Enrico?
    ma Sozi che fine ha fatto? ci scommetto che si collegherà stasera, quando proprio non ci penso ad accendere il pc!

  228. Al momento posso solo osservare come, da parte di tutti, siano state fatte vittime illustri pur di convergere su scelte che raccogliessero il più alto consenso. Anche a fronte di ciò che abbiamo scartato credo che ogni nuova proposta possa risultare destabilizzante. Di nomi ai quali abitualmente pensiamo come esempi rappresentativi dei due secoli ne sono stati fatti. Questa è la crudeltà del gioco, questa la regola: scegliere per aggregarsi. Non scegliere per interesse, altrimenti finiremmo per avere tutte liste individuali. Io, prima degli altri.
    Ora sta a noi.

  229. Vedi Enrico, che anche tu ti uniformi a me? se leggi bene, salvare Uno nessuno centomila di Pirandello era un mio forte dubbio all’inizio di questo gioco.
    hai ragione eventounico, e mi sembra che fin qui stiamo aggregandoci bene. Molti hanno rivisto le loro posizioni, ma molto resta ancora da fare.

  230. secondo me ‘stiamo aggregandoci bene’ è una ripetizione implicita. so che non è corretto scrivere ‘sto aspettandola’ e simili. immagino sia lo stesso. se qualcuno verifica e lo segnala, mi fa un piacere.

  231. come sei fiscale giulio prosperi..ogni tanto ci lasciamo andare al conversato! 🙂
    L’inutile tautologia voleva solo essere rafforzativa. Ovvia quanto vuoi, come quando si dice “vivere la vita”. Però non suona così male, che dici, mi lasci passare la frase?

  232. Cara Miriam Ravasio, con Tolstoy ci siamo!
    Per Italo Calvino, devi considerare che:”Calvino riesce a evitare le cadute neobarocche grazie alla fedeltà a uno stile sempre limpidissimo, in questo vicino a uno scrittore come Primo Levi”.Questo è quello che riporto da un tuo intervento precedente: ” Calvino, va bene per le scuole di scrittura; ma a dei sopravvissuti….!?! ( in che lingua comunicheranno? Meglio proporre pensieri che formalismi”. Hai voluto escludere Primo Levi per” Ho rinunciato al libro-testimonianza di Levi perché ai sopravvissuti di una catastrofe non mi sembrava opportuno imporre altri sopravvissuti”.Certo, ma non per la scrittura hai rinuciato a Primo Levi.Ritornando a Italo Calvino: Postuma è apparsa la raccolta di scritti vari Prima che tu dica “Pronto” (1993): «L’autorità sugli altri è una cosa sola col diritto che gli altri hanno di farti salire sul palco e abbatterti», commenta un signore distinto: tutte le società veramente civili «riposano su questo doppio aspetto dell’autorità». Dietro l’apparente e paradossale assurdità di questa situazione abbozzata da Calvino in questo “semplice” scritto, vi è tutto Calvino.Inoltrte,ne “Il barone rampante” il narrante dice del fratello, Cosimo di Rondò, vissuto nel secondo settecento a Ombrosa (Liguria). Cosimo, per sfuggire a una punizione dei suoi educatori, si rifugia su un albero e si costruisce un mondo per conto suo, aereo. I bambini lo schermiscono, i familiari lo disprezzano, uomini di cultura lo vengono a trovare attratti dalla sua bizzarria di voler vedere dall’alto quanto accade sulla terra. Cosimo incontra Napoleone, diventa framassone, combatte i gesuiti, ha una storia d’amore con la volubile e capricciosa Viola. Vecchio, in punto di morte si aggrappa alla fune di una mongolfiera e scompare mentre attraversa il mare.
    Permettimi,cosa aspetti veramente ,ancora ,a votarlo Italo Calvino?
    Ti voglio fare una proposta,senza impegno , ti potrei scrivere e musicare un sonetto: “Credi che io sia un …….importante”?
    Ciao a tutti, vorrei ricordare anche il nostro Massimo Maugeri, che sta lavorando per Noi all’estero o è vero il contrario?Ciao Sergio, non per ultimo ma, unicum vate docet et impera ad interim”blog”.
    Luca Gallina

  233. Credo che i due libri più belli che ho letto siano ‘L’idiota’ di Dostojewski e ‘Fuga senza fine’ di Joseph Roth.
    Ce ne sono tanti altri ma questi mi sono rimasti dentro.

  234. beh, per i motivi della “tragedia” direi che sarebbe bene salvare 1984 di George Orwell…seconda scelta Il ricorso del metodo di Carpentier

  235. Io salverei il giovane Holden, chiedi alla polvere, l’amore e’ un cane che viene dall’inferno, cattedrale, viaggio al termine della notte, seymour, introduzione, bukowski il grande, blu oltremare e…
    giustificherei queste scelte asserendo che non so contare.

  236. Non faccio una mia scelta scegliendo in periodi tra l’800 e il 900.
    Detto questo,per l’umanità andrebbero salvati “La Divina Commedia” e “Il Milione”.
    Grazie e saluti.

  237. Io salverei:

    AA.VV: I protocolli degli Anziani Savi di Sion (un po’ difficile da reperire) e
    Hitler, A.: Mein Kampf (come sopra in traduzione italiana decente)

  238. Io salverei la bibbia e pinocchio, ma visto che si pongono i limiti a otto e novecento, che bruci il primo e prenda il suo posto (avanti un altro) orcinus orca.
    A questo punto va da se la motivazione.
    Orcinus orca è la nostra odissea moderna e pinocchio è l’educazione sentimentale. Ora che l’immaginario è più malato della realtà.
    Ma insisto, io non farei differenza di secoli.
    grazie
    sergio zuccaro

  239. Per il Novecento direi “ULISSE” di Joyce… che mi pare non l’abbia indicato ancora nessuno (e forse a ragione: ci vuole tanta buona volontà per leggerlo).
    Per l’Ottocento anch’io sono diviso tra Tolstoi e Dostojewski, ma forse, se come bellezza del romanzo “guerra e pace” è senza pari come importanza storica vince (per me) “Delitto e Castigo” (ma se fosse i demoni o karamazov sarebbe uguale).

  240. Difficilissimo!! Opterei per “L’Elogio della Follia” di Erasmo e “Il giovane Holden” di Salinger….. i due libri che mi hanno fatto crescere!

  241. i miei libri da salvare sono:

    Moby Dick – Herman Melville
    Le Voci del Mondo – Robert Schneider –

    per chi conosce questi romanzi non c’è bisogno di commento…

  242. Direi che concordo su Orwell e “1984”, sono lo speccho della storia del ‘900 tra dittatura e televisione…
    Per l’800 devo ammettere che la mia ignoranza è sconfinata… Per cui fra i pochi che ho letto perchè non citare “Il mostro di Frankenstein” di Mary Shelley…? Drammaticità e paura del diverso (attualissimo ancor oggi)

  243. Non ho letto tutti i commenti, perché non ho tempo. Alcuni, inoltre, mi sembrano noiosi. Vorrei chiedere a Gianmario(11 novembre) se ha capito LA RECHERCHE. Sono d’accordo con Ayesha, che salva IL RICHIAMO DELLA FORESTA di J.London(anche a me piace molto Jack London).
    Tuttavia salverei: PAPA’ GORIOT di Honoré de Balzac( mi sembra così attuale davvero)e LA REHERCHE di Marcel Proust, perché se per caso ti sfugge qualcosa degli esseri umani, Proust te la spiega.

  244. storie di ordinaria follia di charles bukowski, perchè sono ritratti verosimili della società (spesso malata) in cui viviamo e l’alchimista di paulo coelho per continuare a credere che tutti abbiamo uno scopo e una storia personale.
    ..però 2 sono proprio pochi..uff..

  245. Ho scorso un pò di commenti, leggerli tutti mi affatica ( cito gianna nannini), ne ho visti tanti che indicano i malavoglia; ma come!!! io dopo Rosso Malpelo, non sono più riuscito a finire un libro di Verga tanto mi avviliva. Per i libri da salvare, io dopo una lunga battaglia tra Verne e Salgari, salverei Il giro del mondo in 80 giorni, perchè intere generazioni di ragazzi hanno viaggiato con questo libro e per il 900 salverei Il nome della Rosa di Eco ( mi dispiace per Pavese che resta comunque il mio autore preferito), un libro di filosofia molto colto ma che si legge come un giallo. E il massimo. Saluti
    Ps. Citerei anche Gabriel Garcia Marques, Svevo e Green.

  246. Io salverei sicuramente “Le avventure di Pinocchio”
    E’ un libro semplice e perfetto. Lo riuscirebbero a capire anche le menti superstiti e darebbe un’idea precisa di com’era il mondo.

  247. Per Luca Gallina, a proposito di sonetto, possiamo fare parole e musica contro immagini. Sono brava!
    E invece sul novecento, forse avete ragione: meglio non influenzare i posteri con i nostri casini. Lasciamo di noi il meno possibile. Quindi per il novecento potrebbe andare benissimo Calvino con “Le cosmicomiche”. E’ il testo giusto.
    Riassumo:
    – per l’Ottocento Guerra e pace
    – per il Novecento Le cosmicomiche di Italo Calvino
    Un saluto a te e a Sergio.

  248. Mi piacerebbe salvare interamente La Comedie Humaine e Delitto e Castigo.
    Se pensi che non sia passabile tutta la Comedie come opera unica allora Les Illusions perdues e Splendeurs et Misères des courtisane. Tu pero cerca (se possibile) di farla passare come opera unica! Dai…Mi dispiacerebbe per Dosto…

  249. allora…io non posso leggere per motivi di tempo tutti i commenti.
    vorrei salvare però “se una notte d’inverno un viaggiatore” e “cent’anni di solitudine”. perchè semplicemente racchiudono i semi per piantare quasi tutti i nuovi libri nelle generazioni successive. come salvare una bolla di biodiversità…come portarsi dietro un sacchetto di semi.
    un saluto,
    Lucia

  250. Continuo ad oppormi strenuamente al vecchio Lev.
    Se non potesse essere Dostoevsky, preferirei Il rosso e il nero di Stendhal.
    Che a quel punto chiamerebbe a gran voce Musil, o, volendo restare in Italia, Svevo…
    Resto fedele alle scelte del Monitore, conservando intatto il mio spirito di fronda.

  251. E’ una scelta durissima, comunque per l’ottocento va bene il verismo e di Verga porterei “Mastro don Gesualdo”.Per il novecento “La luna e i falo'”
    di Cesare Pavese ,il piu’ grande scrittore italiano del secolo scorso.Pero’
    come dice Lavinia “Le avventure di Pinocchio”……………..

  252. Mi permetto di fare una proposta. Credo che a un certo punto si debbano chiudere le “candidature”. E’ innegabile, infatti, che il gioco proposto da Maugeri è affascinante quanto crudele. Al di là di ogni scherzo, appoggiare Dostoevsij e far fuori Proust o far “vincere” Calvino al posto di Levi è terrificante.
    La mia proposta, dunque, è questa. Sergio Sozi ha dimostrato enorme pazienza e abnegazione soprattutto nel sopportare i miei sfottò. Mi sembra un novello Giobbe.
    Potrebbe dunque essere lui a stabilire data/orario di scadenza delle “candidature” e poi fare l’elenco dei più gettonati per concentrarci tutti solo su quelli. Altrimenti Maugeri, al suo ritorno, ci troverà ancora a darci battaglia a colpi di Pinocchio e di Karamazov.

  253. Mi pare sensato. E’ stato già abbastanza doloroso così, temo che continuando diventerebbe insostenibile.
    Appoggio la proposta e ribadisco la mia fedeltà alla squadra bipede (e tricefala, al momento…)

  254. 1984 di Orwel. Chi non lo ha ancora letto, lo faccia prima di ricostruire il mondo.
    Il Signore degli anelli di Tolkien. Se hai solo visto il film, ti sei perso il meglio.

  255. Certo che eliminando i classici,la saggistica e la poesia non trovo molto altro tra le mie letture dell ‘800.
    Preferisco allora nominare un libro due volte per il 900 🙂
    “Uomini e no” di Elio Vittorini.
    Credo ci potrebbe aiutare a capire chi siamo e da dove veniamo .
    E forse perche’ no dove sarebbe bello arrivare.

  256. Sicuramente “la versione di Barney” e “Il nome della Rosa”….
    Due tra i libri migliori che abbia mai letto, e soprattutto 2 libri che ne contengono molti altri…

  257. Ah bravo, Enrichetto! Tu ti sottrai quando ti chiedo un mattone e poi mi dici di costruire tutta la casa! Va be’. La faro’, ‘sta classifica. D’accordo. E’ una faticata immane: dovro’ leggere e contare tutte le candidature da ora a… quando mettere la scadenza?
    Facciamo cosi’:
    Tre aggiornamenti:
    Uno domani sera, martedi’, alle 24; il secondo mercoledi’ alla stessa ora e l’ultimo giovedi’ sempre a mezzanotte. In quest’ultima scadenza presentero’ l’ultima classifica. Maugger, venerdi’, vedra’ tre classifiche ”quantificabili”, fatte anche di numeri insomma. La classifica generale tocchera al Patron Maugger.
    Ci stai, Enrico?
    Sergio
    P.S.
    Questa me la paghi!!
    NOTA IMPORTANTE PER TUTTI: D’ORA IN POI, CONTA UN VOTO PER OGNI TESTA, UNO SOLO VALIDO, SI RICOMINCIA DA CAPO.

  258. BENE. PROCLAMA ALLA NAZIONE:
    I VOTI SI RICOMINCIA A CONTARLI A PARTIRE DA QUESTO MOMENTO. FATEVI VIVI TUTTI E PER FAVORE NON CAMBIATE PIU’ IDEA. ANCHE SE LA CAMBIASTE, VARREBBE IL PRIMO VOTO.
    Sergio ”contator” Sozi.

  259. Primo voto:
    – Ottocento: ”I fratelli Karamazov” di F. Dostojevskij,
    – Novecento: ”I nostri antenati” di Italo Calvino.
    Sergio Sozi

  260. resto della mia idea “storie di ordinaria follia” di charles bukowski, ritratti verosimili della società (spesso malata) in cui viviamo e l’ “alchimista” di paulo coelho per continuare a credere che tutti abbiamo uno scopo e una storia personale.
    Lo so che sono tutti e due del 900 e che il primo non è un esempio di umnità perfetta, ma magari è il primo caso in cui la storia insegna, no?

  261. premessa. mi era sfuggito il commento di Sergio nel quale parlava della recensione al suo libro. Ti hanno definito emergente? Strano, eppure io ho fatto di tutto per annegarti! Scherzo ovviamente, mi congratulo e spero che i tuoi scritti facciano faville. E poi hai sempre il coltello dalla parte del manico, ossia il mio libro nelle tue mani. E io sono pronto alle tue pubbliche spernacchiate.
    Venendo al tema:
    Ottocento: I fratelli Karamazov di Dostoevskij
    Novecento: Se questo è un uomo di Primo Levi.
    commentino: abbandonare I ragazzi della via Paal è stato doloroso, abbandonare I Malavoglia è stato blasfemo. Eppure l’ho fatto

    @Silvia:
    Lo so che sei pazza di me, ma vota pure come vuoi. Fingiamo di essere in un carnascialium e che quindi anche agli schiavi sia concesso ribellarsi 🙂

  262. @ 2D che scrive “1984 di orwell
    il resto bruciasse tutto: la narrativa e’ di inutilita’ assurda”:
    forte quella roba che prendi! nemmeno ai tempi del LSD riuscivo a dire cose del genere. Presentami il tuo spacciatore, ho voglia di scardinare i miei freni inibitori e sparare un sacco di cazzate, tipo Vito Ferro è una promessa della letteratura, il pacchetto-sicurezza è di grande efficacia, Borghezio lo vorrei a cena con me tutte le sere….

  263. Cosi’ va bene, Gregorovius: ordine und disziplinen. Eine capoccen eine voten mit due autori!
    Sergio.

  264. Pregasi astenersi da superflui und svianti pattipecchi, Crecori.
    All’herr 2D: non rispondere al ciornalista capitolino obnubilato, bitte. Lui solo ”allecro italiano notturno”. Dankescen.
    Sozi

  265. RIPETO: I VOTI VALGONO SOLO A PARTIRE DAL MIO PROCLAMA EMESSO MARTEDI’ 13 NOVEMBRE ALLE ORE 12.06 AM. Gli altri sono LETTERA MORTA.

  266. Fedele alla lista ”Ammonitori dei Bipedi”:

    – Ottocento: ”I fratelli Karamazov” di F. Dostojevskij
    – Novecento: ”I nostri antenati” di Italo Calvino

  267. Ribadisco la fedeltà alla linea, e disciplinatamente voto
    -Karamazov
    – Antenati
    Serve anche un’autocritica pubblica o basta così ?
    Mi inchino alla ragion di stato
    🙂

  268. “Cuore” di De Amicis, per non dimenticare mai da dove l’uomo dovrà ripartire.
    E poi, visto che ci sarà questo nuovo Inverno Nucleare, tenderei a salvare un manuale da edicola della stazione, tipo “Le 10 cose che dovresti portare con te su un’isola deserta”, così, tanto per non farmi trovare impreparato.

  269. Cara Miriam Ravasio, non mollare:
    1) Tolstoj
    2) Italo Calvino
    Sergio Sozi, ti avevo dedicato una sorta di riconoscimento letterario, probabilmente non ti interessa? O lasciamo che Dostoevsky, ci divida et impera?
    Anch’io, arrivato a questo punto, aspetto il caro Massimo Maugeri, perchè è il più democratico che ci sia lontano ed equidistante da “fazioni interne”.Non credo che Enrico Gregori e Sergio Sozi, si metteranno d’accordo facilmente, e il resto lo possiamo immaginare!
    Ciao a tutti, con affetto Sergio.
    Luca Gallina

  270. Luca, non ho alcuna autorevolezza paragonabile ai capi lista, ma ritengo sarebbe un bel segnale un tuo ripensamento su Dostoevsky. Non vuoi cogliere tale opportunità per far capire a tutti come si gioca in gruppo ?
    Tieni conto che dico ciò avendo rinunciato per lo stesso motivo a Proust e Verga. Ora il tuo gesto avrebbe ben altro valore che non ai primi commenti.
    Pensaci.

  271. salverei:
    1) I demoni – F. Dostoevskj
    Una scelta con i Fratelli Karamazov è dilaniante, ma ritengo che se ne dovessi salvare SOLO uno di essi, salverei i Demoni molto più introspettivo e torbido e, se vogliamo educativo.

    2) Todo Modo – L. Sciascià
    a memoria di come l’Italia non cambia mai nei suoi lati peggiori. Scritto nel ’74 e straordinariamente attuale quasi Sciascià avesse delle capacità divinatorie. Inoltre salverei questo libro per insegnare a tutti l’uso della punteggiatura.

  272. Ciao a tutti
    Io salverei due libri: “I reietti dell’altro pianeta” di Ursula Le Guinn e “Isola” di Aldus Huxley. Perchè?
    Se devo pensare all’umanità intera, oltre che ai miei gusti personali,
    ho trovato, in questi due romanzi più che altrove, una riflessione profonda che coglie l’essenza dei mali della civiltà occidentale e idee per costruire civiltà migliori. Migliore per chi? Migliore per gli individui.
    Non vi resta che leggerli, se non l’avete già fatto, così quando tutti gli altri libri saranno scomparsi, potrete dire di aver già letto tutto :->
    Ora voto:
    “Un giorno di ordinaria follia” Di Bukosky
    “L’alchimista” di Coelho
    suggeriti dalla stesa persona (che non conosco).

    Davide Zamborlin

  273. e’ incredibile quanti pochi titoli vengano menzionati sopratutto tra gli scrittori del 900
    mi associo a Mario con “Diceria dell’untore” essenda la mia seconda scelta dopo “Uomini e no” di Vittorini.
    Se si potesse inc. anche la poesia allora Amaro miele sempre di Bufalino.

  274. 1) Kafka – Il Castello (ma anche il Processo andrebbe bene).
    2) Flaubert – L’educazione sentimentale.
    Perchè ? Semplicemente perche uno racchiude già tutto il 900: è il 900!!
    E l’altro è un pò lo stesso per il secolo precedente.
    Mi era piaciuta molto anche la scelta di Alice e I Ragazzi della Via Paal, molto coraggiosa. Specialmente Molnar andrebbe riletto da tutti in questi giorni: lo lessi a 8 anni e mi è sempre tornato in mente, come un vaccino, ai tempi degli assalti reciproci alle sezioni di partito nei primi anni ’70, tenedomi distante dalla violenza politica. Oggi lo farei leggere a tutti i tifosi di calcio (esame obbligatorio per una licenza di entrare allo stadio).

  275. signori mi rendo conto di nn centrarci molto e di nn avere la vostra conoscenza di narrativa cmq io salverei un antologia di romanzi(nn so se è permesso)
    😀

  276. Se dovessi salvare solo due libri,salverei Pinocchio e Cent’anni di solitudine,perchè mi sono piaciuti e perchè entrambi pur essendo frutto del paese d’origine del loro autore sono internazionali e fuori dal tempo.

  277. Sinceramente non saprei proprio quali libri salvare.
    Finora salverei tutti quelli sinora menzionati.
    Propongo di allargare il gioco citando i due libri che vorreste non fossero mai stati scritti.
    Da amante della letteratura, e da buon democratico, so che può sembrare un gioco nazistoide però potrebbe riservare enormi sorprese.
    Per quanto mi riguarda io voto:
    “Il Codice da Vinci” ;
    “I promessi Sposi”.
    I motivi per i quali vorrei non averli letti sono tanti e lo spazio è tiranno.

    Tra quelli da salvare:
    “La casa degli spiriti” della Allende e “Il giovane Holden” di Salinger.
    I motivi per salvarli? Basta leggerli.
    Saluti a tutti.

  278. Anche io pensavo a Pinocchio, perchè è un libro universale. Ma due libri sono troppo pochi da salvare. Penso alla Bibbia ed il Corano, alla Divina Commedia, ai Promessi sposi, a Lettere dal Carcere di Gramsci, a Mille e una notte, … ma come si fa a sceglierne due, io morirei a pensarci. Vabbè mi sforzo azzardando:
    Per l’800 I Promessi Sposi – Alessandro Manzoni
    Per il ‘900 Patagonia – Bruce Chatwin

  279. Il diavolo e il buon Dio -Sartre > eterna lotta tra bene e male , tra schemi imposti dalle convenzioni e essenza morale.

    Il principe – Machiavelli > L’animo umano ha una sua identità , trasversale a tutte le ideologie e a tutte le ipocrisie. Analisi dei rapporti di forza che reggono qualsiasi sistema

  280. Il termine del gioco si avvicina e mi sembra che ci siano ancora nuove proposte. Non ricordo chi ha detto che ci sono pochi titoli per il Novecento, altri hanno proposto cose fondamentali (senza ironia) come 1984, Il signore degli Anelli, aggiungerei Farheneit 451 (lo scrivo sempre sbagliato, lo so), Furore di Steinbeck, E Johnny prese il fucile di Dalton Trumbo, Il dio delle piccole cose di Arundhati Roy, ma anche Il signore delle mosche… basta. E’ un gioco troppo crudele. Odio Massimo Maugeri!
    Laura

  281. Faccio notare che io e Sergio Sozi collimiamo sui Karamazov. Evento che, almeno io, consideravo impossibile. Ciò, dico il vero, mi gratifica. Conosco tantissima gente che legge, conosco pochissimi che “vivono” ciò che leggono. E Sergio è uno di questi………..

    OTTOCENTO: I FRATELLI KARAMAZOV
    NOVECENTO: SE QUESTO E’ UN UOMO

  282. Salve, arrivo tardi ma spero ancora in tempo per proporre una rosa di quattro, due per l’Ottocento e due per il Novecento:

    Delitto e castigo (Dostoevskij)
    Moby Dick (Melville)

    Ulisse (Joyce)
    Il mondo nuovo (Huxley)

    Mi paiono i libri che meglio interpretano i due secoli…

    Io personalmente tra questi sceglierei Moby Dick ed Il mondo nuovo.

  283. Io sceglierei Il Maestro e Margherita…lo trovo un libro un po’ speciale…con tanti significati si può leggere in più modi..puoi vederlo come un libro come due libri come tre….insomma….è più di un libro. E poi a tratti è ironico…il secondo è un po’ più difficile….vorrei scegliere un libro più moderno….sono indecisa tra eureka street e ti prendo e ti porto via……però anche il classico Orgoglio e Pregiudizio…si allora Orgoglio e Pregiudizio e Il maestro e Margherita…..

  284. Mi sa che qualcuno sta sconfinando in titoli che non appartengono nè all’800 nè al ‘900. Questo sadico giochino vedo che ci trascina in genuini entusiasmi… Io ne salverei tantissimi, ma per amore del gioco ( e non di Enrico Gregori), voto
    OTTOCENTO: I FRATELLI KARAMAZOV
    NOVECENTO: SE QUESTO E’ UN UOMO

    Anche a me, caro il mio Enrico, è costato MOLTISSIMO rinunciare a Verga!!

    @Sozi
    spero che si organizzino due fazioni, una per l’800 e una per il ‘900, così sarà più facile mettere d’accordo tutte queste testoline!

  285. Caro eventounico. Ho già converso…convergiuto…..conversato….(come piffero si dice?) 🙂 sui Karamazov.
    Peraltro noterai il post di Silvia Leonardi che fa le mie stesse scelte. E io sono “appiattito” su di lei.
    ps: pregasi astenersi da battute degne di quel rubagalline di Vito Ferro 🙂

  286. per la terza volta “storie di ordinaria follia” di bukowski e “l’alchimista” di coelho..devo ripetere le motivazioni?le ho già postate su!

  287. benchè tu ti sia “appiattito” su di me, Enricuccio caro (ovviamente è difficile rialzarsi con tutto quel peso addosso 🙂 )
    potrebbero convincermi a passare all’altra fazione…chi lo sa….intanto resto fedele alle mie scelte!

  288. Cara Miriam Ravasio, credo nelle immagini che valorizzano il nostro testo e una colonna sonora che esaltino i sentimenti contrastanti contenuti; pronti essi a manifestarsi pubblicamente.
    Mi hai fatto riflettere su quanto potrebbe essere completo salvare un tomo dell’800,come “Guerra e Pace” di Tolstoj e trasmettere la tecnologia del nostro secolo: una riproduzione in DVD del film,l’edizione più verosimile, che meglio ci può emozionare ed esaltare il romanzo tanto da renderlo “epico”,anche, attraverso le immagini,gli effetti speciali, e la colonna sonora.
    Certo, si capisce che sono favorevole alla multimedialità, ma perché no?
    Inoltre, cara Miriam Ravasio ho controllato il sito che porta il mio nome e cognome, ma trattasi di un omonimo.
    Questo mi confermerebbe,quindi, quanto il contenuto di uno scritto o di un intervento sia più comprensibile se si apprezza e si conosce l’autore di persona o viene riconosciuto attendibile da una persona autorevole come: Sergio Sozi , Massimo Maugeri,Enrico Gregori, per esempio.Internet è anche questo, secondo me.
    Caro eventounico, sono d’accordo con te, riguardo il gioco di gruppo, ma non ritengo che sia utile rinunciare al proprio punto di vista personale; sono partito anch’io da autori diversi, poi dopo essermi documentato, ho preferito prendere una posizione più credibile rispetto alla chiusura per mancanza di vere argomentazioni che salvino Dostoevsky VS Tolstoj.Comunque grazie.
    Ciao Miriam Ravasio, grazie per lo scambio, ciao a tutti, e arrivederci a presto, questo il mio voto definitivo:
    1) Tolstoj – “Guerra e Pace”
    2) Italo Calvino – “Le cosmicomiche”
    Luca Gallina

  289. Se invece dovessi scegliere due libri per rappresentare l’Italia in questi due secoli prenderei Il vocabolario Etimologico del Pianigiani (1907), o il dizionario del Petrocchi (1891?), ed uno qualsiasi dei vocabolari odierni, giusto per rendere appieno l’evoluzione della lingua e dei costumi.

  290. …Silvia, ammetterai che è impresa ardua sfilarti da “sotto” ad Enrico.

    Chissà se Sergio può fare di più. Io mi sono già espresso.

    Piuttosto temo che qualunque lista arrivi alla vittoria, lo farà con pochissimi voti e comunque sufficienti a fronte della enorme dispersione.
    Quot homines, tot sententiae.

  291. Caro eventounico, sebbene Maugeri abbia qui uno stuolo di estasiate ammiratrici, mi pare evidente che egli sia una persona infida e lubrica. Non si spiega altrimenti la tortura alla quale ci ha sottoposti, peraltro dandosela a gambe come gli imbecilli che suonano i citofoni nel pieno della notte.
    Se il tema del post fosse stato “dividetevi in due fazioni tra chi predilige la Divina Commedia e chi Tre metri sopra il cielo” avremmo penato meno………..SPERO!!!!!!!!

  292. Bene, arcibene (Gregori: il part. pass. di ”convergere” e’ ”converso”, come, al femminile, le cosiddette ”suore”). DEVO PURTROPPO RIPETERE CHE STO CONTANDO I VOSTRI VOTI E PERCIO’ CONTA SOLO IL PRIMO VOTO DI CIASCUNO DI NOI TUTTI. NON POSSO REGISTRARE PIU’ CAMBI DI IDEE, ALTRIMENTI NON RIUSCIREI A FARE UN RENDICONTO, STASERA A MEZZANOTTE QUANDO ”CHIUDERO’ LE URNE”.
    Sergio
    A Luca: grazie di tutto, Luca, appena potro’ ti rispondero’… per l’intanto sappi che la stima e’ reciproca. Ma ho ricevuto l’incarico di contare i voti e questo mi costringe ad andare al sodo: i voti di tutti quanti.

  293. Ultim’ora dell’Ansa (giuro che è vera)

    “Imbarazzante fuori programma per Angelina Jolie alla prima di ‘Beowulf’, a Londra: gli aderentissimi pantaloni di pelle nera che indossava si sono scuciti proprio nel centro, mentre la diva stava percorrendo il red carpet e firmando autografi.
    Tra il fuoco di fila dei fotografi, riferisce il sito di gossip Extra.Tv, Brad Pitt non si è scomposto: si è stretto ad Angelina e con la mano ha opportunamente coperto lo strappo”.

    ps: vi prego, fatemi fare un commento dei miei. vi prometto il massimo dell’autocensura

  294. Salve, certo per salvare dei libri che siano custodi della memoria dell’umanità bisognerebbe avere letto chissà quanto e forse non basterebbe!! Comunque per l’ottocento scelgo I buddenbrook di Thomas Mann e per il ‘900 Cent’anni di solitudine di Marquez.
    Li scelgo perchè sono testimonianza oltre che di alta letteratura (ma se è per questo quanti altri!) di saghe familiari all’interno di ampi contesti sociali che si snodano per decenni e che permettono di capire i processi evolutivi di società e generazioni. I Buddenbrook poi hanno in sè una un’analisi psicologica dei personaggi di vera grandezza e Cent’anni mescola sogno e realtà, fantasia e materia in modo sublime. Il primo è lettreratura mescolata a psicologia, l’altro letteratura mescolata a magia.

  295. Il mio voto convinto:
    – Ottocento, Guerra e pace di Tolstoj
    – Novecento, Le cosmicomiche di Calvino

    Miriam Ravasio

  296. Con il permesso di Sozi (e non è poco)………..
    mentre i poveri di spirito rimangono inspiegabilmente sgomenti di fronte (chessò) alla morte di un ragazzo colpito da una revolverata, il mondo del red carpet ci richiama a ben più gravi disastri. Come, infatti, non rimaner basiti di fronte alla tragedia che si è abbattuta su Angelina Jolie e sul suo consorte? Tutti voi, stolti, che immaginavate questa coppia ad arrovellarsi nell’imbarazzo cu come spendere milioni di dollari, sappiate invece, che avete al vostro cospetto due poveracci con le pezze al culo. Anzi, manco quelle, se l’infigardo strappo ai pantaloni della sventurata, è stato coperto dalla mano del misericordioso coniuge.
    Che chiappe la ragazza! Ma soprattutto, che cuore il giovanotto! Io avrei approfittato del pertugio per spararci dentro col kalashnikov. Sono davvero una bestia!

  297. Vabbè, visto che nonostante la presenza di Enrico Gregori il test sembra serio, e visto che capolavori tipo “Fantozzi II, la vendetta” sembrano non trovare il giusto e meritato supporto, voterò come segue
    “Guerra e Pace”
    “Cent’anni di solitudine”
    Il mio libro preferito è un altro, “Q” per la precisione, ma lo scopo del blog non era “mettete in ordine di classifica i libri che più vi piacciono”.
    Peccato 🙂
    Grazie a Sergio per la classifica

  298. Ribadisco i libri che vorrei salvare:”Guerra e pace” e “se questo é un uomo”.
    Grazie Sergio per la classifica ma a che punto é?
    Smile

  299. I PRIMI CONTI LI FARO’ A CHIUSURA GIORNATA, OVVERO STASERA A MEZZANOTTE E QUALCHE MINUTO RENDERO’ NOTA LA PRIMA CLASSIFICA COMPRENDENTE I VOTI REGISTRATI DA IERI A MEZZANOTTE ALLA MEZZANOTTE DI OGGI.
    SERGIO

  300. bah, sì ma mi riferivo alla mia situazione generale. ti serve mica un talentuoso della penna lì al messaggero? ho un diploma avanzato in gestione fotocopiatrici ed accompagnamento cane del capoufficio. servono?

  301. Concordo con Maurizio su Cent’anni di Solitudine, ma rilancio cambiando i Buddebrock di Thomas Mann con La Montagna Incantata, perchè riassume molti dei fondamentali della cultura occidentale senza la cupa pesantezza dei russi super votati – opinione personale, ovvio.
    PS: se però dovessi salvare due libri solo per me e non per il resto dell’umanità, forse sostituirei Marquez con Cassandra di Christa Wolf.

  302. nota biografica: stamani ho telefonato alla mondadori, sezione proposte editoriali. mi ha risposta un’affettata signora di terza età. con tono a metà fra il moribondo e il sofferto mi ha detto che sono oberati di letture mediocri ed insignificanti. il mio buongiorno si è visto dal mattino.

  303. ribadirei che le scelte del 900 non sono tanto assortite.
    Boll,Mc Ewan,Tondelli,Welsh,Carver.Izzo,Tabucchi non sono stati ancora menzionati.

  304. Giulio: riprenditi! 🙂 🙂 🙂
    Vota con me per: Guerra e pace e Le cosmicomiche.
    Questo voto ti porterà sicuramente bene!
    Ciao, Miriam

  305. @ giulio
    la signora di terza età ha omesso di completare il suo discorso per fedeltà aziendale. in libertà avrebbe dovuto dire: “siamo oberati di letture mediocri ed insignificanti…che peraltro pubblichiamo con grande tempestività e dispendio di risorse umane ed economiche”.

  306. ok, miriam. voto per guerra e pace, e le cosmicomiche. ora però vengo a da te a lavorare come giardiniere di piante stupefacenti e poeta free-lance. al messaggero non mi prendono ché so’ troppo bernstein.

  307. salvo la mia raccolta di poesie, solo perchè è mia e non ha alcun merito nè valore.
    e poi la compagnia dei celestini di stefano benni, almeno in questo mare di merda mi faccio 4 risate

  308. ma vedi che almeno su proust non ero sola…
    uffa.
    propendo per un maggioritario doppio turno: domani voti svincolati, dopodomani si decide tra idue più votati per ogni secolo.
    in attesa del plotone di esecuzione mi firmo
    g.

  309. però voto anche per “ventisettenne cerca ragazza occhi chiari sorriso sincero e seno procace”, del sottovalutatissimo giulio prosperi. è un romanzo straziante e molto vissuto.

  310. Gea tieni duro.
    Lo sai che su Proust “camminavamo” insieme. Poi la ragion di stato ci ha indotto a più miti consigli.
    Se penso a chi ho buttatto giù dalla torre ed a chi vorrebbero proporre sogno una enorme madeleine che mi schiaccia nottetempo.
    Sono molto tentato dal proporre una lista alternativa con la Recerche e i Malavoglia come da impeto iniziale, ma il senso del dovere mi trattiene. E poi sono uno sconosciuto morto di fame. Chi mi verrebbe dietro…

  311. Ottocento: ”Il paraninfo solingo” di Edmund Switzerl;
    Novecento: ”Prolegomenici asincronismi metabolici fra catadialisi e perifrastica ipnoerotica” di Antongiuliancarla Fernandelli de Massimilianucci in Precipitevolissimevolmenti (popolarmente nota come ”XYZ”).
    Complimenti al gioco e al bas*****o che l’ha inventato: possa, negli Inferi dove andra’ un giorno, esser condannato a ricopiarsi a mano i nomi dell’elenco telefonico di Pechino, Mosca e Nuova York.
    Ugo Ughi

  312. Bravo Eventinuccettino: fedele alla linea! (e… a proposito di fame… io, morto ancora no, ma…)
    Sergio e ”Il monitore dei Bipiedi”

  313. RI-PROCLAMA ALLA NAZIONE – IDENTICO AL PRECEDENTE PIU’ SOPRA:
    VALE SOLO IL PRIMO VOTO ESPRESSO.
    Sergio Sozi

  314. @ eventounico e giulio prosperi
    il primo sconosciuto e morto di fame, il secondo è un ventisettenne che cerca ragazza occhi chiari sorriso sincero e seno procace.
    mi pare che potreste essere candidati a un bel sodalizio. sarei volentieri della partita ma:
    1-sono un pochino conosciuto pur rimandendo anche io morto di fame
    2-come età sono fuori quota
    3-non vado pazzo per i seni procaci
    ergo punto, al massimo, a un sodalizio con Sergio Sozi. mele cotte, semolino, una tisana al gelsomino e serata culturale declamando il Salterio Ebraico………..tutta vita!!!!! 🙂

  315. Perchè Enrico ? Chi ha fama non può avere anche fame ? Per l’età non ti buttare giù dal momento che ti hanno visto nottetempo inseguire una bella creola sul muretto del lungotevere. I seni ? e che sò ?

  316. Enrico sei sempre molto spiritoso!
    Sergio non credi di essere molto duro nei confronti dell’ideatore del gioco…Aspetto la classifica.
    Smile

  317. @Elektra:
    non perdi occasione di difendere “massi….passerotto….tesoruccio mioooo”.
    e invece Sergio è stato anche clemente. io, dopo avergli fatto copiare l’elenco telefonico di Pechino, Mosca e New York, gli avrei fatto anche telefonare a tutti gli abbonati e cantare loro “vitti ‘na crozza”

  318. E’ un gioco del c…. ! va bene ! ma lo stiamo facendo e consiste nell’ag-gre.ga-zio-ne !!!!! du yiu knov ?????? per cui non bisogna fare la migliore scelta della madonnavergine per i secoli a venire, ma solo una scelta che consenta di aggregarci (gioco di gruppo, tutti insieme, mediazione, convergenza, ecc. ecc.). Se poi non siamo capaci andiamo a giocare tutti a battimuro. Altro che libri… chi sarà il prossimo a proporre la prima cosa che gli passa per la testa ????? Sergio diglielo in latino che tu sei bravo !

  319. Birichini!
    Io penso che sono stati proposti tanti testi interessanti ma resto sempre ferma su Tolstoj e Levi.
    Doppio smile.

  320. Si vince l’opportunita’ di calunniare il Maugger con un ”post omerico”. Perche’ non approfittarne? A me calunniare piace da matti, tant’e’ che dico a Enrico che se vuol dividere con qualche ”poro cristo” la sua tisana al gelsomino c’e’ sicuramente Maugger pronto supinamente a trangugiare questo e altro di ancor peggio – caffe’ decaffeinato, birra zeroalcole, acqua-acqua.
    Puah.
    S.

  321. Meditavo. Essendo in possesso del cellulare di Maugeri, potrei metterlo in calce a un annuncio economico di questo tenore: “annoiato intellettuale siciliano, causa trasferimento a Caio Largo, regala sua villa di Taormina di metri quadri 1.500 con annessa piscina e parco a macchia mediterranea”.
    può andare come vendetta?

  322. Ehila’, nuovi venuti: date uno sguardo piu’ su e coalizzatevi o scegliete qualche traballante schieramento! Ci sono solo quattrocento interventi da valutare, che vi porteranno all’intervento definitivo e risolutorio: quello chirurgico al cuore.
    Sergio
    P.S.
    Eventounico: sono stato incoraggiante a sufficienza? Ormai va cosi’: c’erano tre coalizioni: 1) Gregori 2) Ravasio 3) Sozi, ma ora non ci si capisce piu’ un’acca. Quindi io voto ogni singolo voto e faccio due liste, per Otto e Novecento. Decideranno i numeri sparsi e non quelli aggregati – anche se resto nella mia coalizione con Evento e Gea.

  323. Manno’, Enrico. Troppo lieve. Potremmo invece contattare qualche mago informatico e trasformare Letteratitudine in un megapornosito con quattro ingressi e parcheggio pluripiano gratuito.
    S.

  324. P.S.
    Spero che l’unico cuor di leone che ha proposto Umberto eco ”Il nome della rosa” si rifaccia vivo: per la ragion di Stato io vi ho rinunciato ancor prima di proporlo.
    Sergio

  325. cavolo è vero, Gregori è parecchio spiritoso, ho aperto il suo link ed ho trovato tutto un sito serioso che spiega come la gladio fosse una cosa buona e giusta. ma ch’è?

    ________________________________________________________

    qualcuno rrammenta un battutone di Severgnini comparso due giorni fa sul Corsera? riferendosi al taglio dei costi della politica ha scritto: “finalmente, complici le notizie da Perugia, è arrivato in Parlamento un Taglio Sollecito”. ma come si fa a scrivere ‘ste cazzate?

  326. MUOVERSI GENTE, SE VOLETE ESSER INSERITI NELLA CLASSIFICA DI OGGI: MANCA MEZZ’ORA ALLA SCADENZA (LAURA COSTANTINI: MUOVITI!!). I ritardatari rientreranno nella graduatoria di domani (ricordo: quella che andra’ da questa mezzanotte a quella di domani).
    Sergio

  327. @ giulio:
    se hai aperto un MIO sito e hai letto un MIO link nel quale si parla (bene o male) di Gladio è evidente che non usi il Vetril per pulire lo schermo del tuo computer, ma lo shaboo

  328. GRADUATORIA DI MARTEDI 13 NOV. ’07 – Redatta alle ore 00.03 sui voti espressi con chiarezza fra la mezzanotte precedente e questa (Seguiranno osservazioni varie pe’ divertisse).

    Nota Importante!
    Questi voti saranno sommati a quelli che giungeranno tra questa mezzanotte e la prossima e percio’ inglobati nella graduatoria di domani notte.
    GRADUATORIA GENERALE:
    1) F. Dostoevskij – ”I fratelli Karamazov”: 6 VOTI
    2) L. Tolstoj – ”Guerra e pace”: 5 VOTI
    3) EX AEQUO: G. G. Marquez – ”Cent’anni di solitudine”: 4 VOTI
    I. Calvino – ”I nostri antenati”: 4 VOTI
    P. Levi – ”Se questo e’ un uomo”: 4 VOTI
    4) EX AEQUO: C. Bukovskij – ”Storie di ordinaria follia”: 2 VOTI
    P. Coelho – ”L’alchimista”: 2 VOTI
    I. Calvino – ”Cosmicomiche”: 2 VOTI
    A. Manzoni – ”I promessi sposi”: 2 VOTI
    G. Bufalino – ”La diceria dell’untore”: 2 VOTI
    5) EX AEQUO, TUTTI CON 1 VOTO:
    Th. Mann – ”I Buddenbrock”; Th. Mann – ”La montagna incantata”; J. P. Sartre – ”Il diavolo e il buon Dio”; A. Huxley – ”Il mondo nuovo”; L. Sciascia – ”Todo modo”; F. Dostoevskij – ”I demoni”; P. Coelho – Veronika decide di morire”; A. de Saint Exupery – ”Il piccolo principe”; J. Austen – ”Orgoglio e pregiudizio”; M. Bulgakov – ”Il maestro e Margherita”; B. Chatwin – ”Patagonia”; S. Benni – ”La Compagnia dei Celestini”; H. Melville – ”Moby Dick”; E. Vittorini – ”Uomini e no”; H. de Balzac – ”Papa’ Goriot”; F. Kafka – ”Il castello”; G. Flaubert – ”L’educazione sentimentale”; C. Collodi – ”Le avventure di Pinocchio”; G. Orwell – ”1984”; I. Allende – ”La casa degli spiriti”; J. D. Salinger – ”Il giovane Holden”.
    I PRIMI TRE PER L’OTTOCENTO (NON RIPORTO I VOTI):
    1) Dostoevskij – Karamazov;
    2) Tolstoj – Guerra e pace;
    3) Manzoni – Promessi sposi.
    I PRIMI TRE PER IL NOVECENTO (NON RIPORTO I VOTI):
    SONO PRIMI EX AEQUO: Marquez – Cent’anni…; Calvino – I nostri antenati; P. Levi – Se questo e’ un uomo.
    Per gli altri libri del Novecento, guardate i singoli autori e i rispettivi voti.
    OSSERVAZIONI VARIE E PE’ DIVERTISSE:
    Le imprecazioni varie, contumelie e insulti assortiti e gustosi, a Massimo Maugeri meriterebbero un libro a parte, certamente avente grandi possibilita’ di vittoria. Sono stati esclusi i doppi voti, quelli privi di titolo (come chi diceva ”Dizionario della Lingua Italiana” senza citarne l’autore), quelli sovrabbondanti (per es. quattro titoli senza indicazioni sui prescelti) e quelli fuori dal campo temporale specificato dalla ”gara”: per es. Elena che proponeva ”Il principe” di Machiavelli e Maria Teresa che candidava la Bibbia. Mi dispiace ma come dovevo fare, con ‘sto fardello di far da ragioniere sulle spalle? Io ci provo.
    Comunque bravi tutti – tranne Gregori (ah! ah!)
    Buonanotte da Sergio ”er sor raggioniere” Sozi

  329. A CHI ANCORA NON SI E’ FATTO VIVO – nel periodo valido per il conteggio (vedi sopra):
    AVANTI CHE C’E’ POSTO, GENTE: ESPRIMETE VOTI CHIARI E POI MOTIVATELI COME VOLETE! Non abbiate timori di creare nuove aggregazioni, se lo desiderate, ma unitevi anche agli autori gia’ presenti che vi sembrano buoni (non per voi stessi ma per gli uomini del futuro post-ecatombe – facendo le corna beninteso).
    Sergio

  330. Un doveroso e sentito grazie a Sergio Sozi. Non avevo alcun dubbio che la sua pazienza e la sua passione letteria lo investissero naturalmente di questo delicato ruolo da resocontista.
    Non vedo altro modo di sdebitarci col “pofessore” se non rendere il suo lavoro più facile evitando caotiche proposte e inutili ripescaggi. Insomma, tanto per dimostrare che son sempre me stesso, “nun fate casino e nun rompete le palle”.
    Io, in realtà ho poco da chiedere alla vita. Le mie due scelte sono prime in classifica in entrambi i secoli, quindi insisto e ribadisco anche per rispetto ai neuroni di Sozi

    OTTOCENTO: I FRATELLI KARAMAZOV
    NOVECENTO: SE QUESTO E’ UN UOMO

  331. Ultima idea: io al posto di chi ha gia’ votato parlerei con degli amici che non lo hanno ancora fatto e li convincerei a votare… magari le mie scelte… eh! eh! Perche’ no? E’ legale, in democrazia, convincere chi si puo’ senza inganno.
    ‘Notte gente
    Sergio

  332. Grazie, Enrico, ma tu hai gia’ votato. Non posso aggiungere il voto presente a quello della classifica di domani. Una testa un voto. Fino alla prossima legislatura – che spero qui non ci sara’ mai.
    Un caro abbraccio
    Sergio

  333. O… che dici: potremmo fare delle classifiche ”giorno per giorno” che tengano conto solo dei voti giunti nel giorno in questione, a prescindere dal fatto che il votante si sia gia’ espresso magari il giorno prima? Non saprei… che ne dici?
    S.

  334. @giulio
    questo è ovvio. il mio libro è uscito per la Bietti e quindi se clicchi sul mio nome entri nel sito della casa editrice. anzi, in teoria dovresti entrare nella home page dalla quale è possibile acquistare i libri. poi ci sono i blog personali, compreso il mio. Insomma Gladio sono cavoli dell’editore e di chi ha scritto il libro su quel tema.

  335. Vorrei però far presente una cosa importante quando si parla del valore assoluto di un libro: ci sono romanzi che si apprezzano se letti in un determinato periodo della vita, riletti in un altro momento non ci dicono nulla. A me ad esempio è accaduto con Cocaina di Pitigrilli, lo lessi molti anni fa e mi piacque immensamente, rileggendolo ora mi sembra banalotto e prolisso.
    Invece i due libri che ho indicato (Il profumo e il richiamo della foresta) in qualunque momento li rilegga mi dicono sempre qualcosa di nuovo.

  336. Un voto molto convinto, ma allineato alla lista: Cent’anni di solitudine.

    Un voto molto convinto, ma del tutto non allineato: Labirinti di morte – P. K. Dick. E’ più concreta la vita o l’illusione della vita che noi costruiamo? E quale delle due è in grado di dare uno scopo all’uomo? C’è un punto in cui vivere diventa inutile? Dick affronta il tema a lui più caro: l’ambiguità della realtà come inevitabile risvolto della visione soggettiva dell’uomo. Tristissimo…

    (ok, avrei votato per la Bibbia, ma credo sia del tutto fuori concorso…)

  337. Sergio, ma i voti non sono ad eliminazione? Nel senso, che oggi dovremmo scegliere solo fra quelli che si sono classificati nei primi posti. O no?
    Ripasso questa sera. Complimenti per il tuo impegno.

  338. Per l’800 : I Promessi Sposi

    Per il ‘900 : Se questo è un uomo di P. Levi.

    Mettere all’angolo Virginia Woolf m’è costato parecchio, ma mi adeguo al gruppo.

    A Sergio, buon lavoro e… grazie per la faticaccia che s’è assunta.

    Cordialmente Marisa Magnani

  339. L’idea di Miriam mi sembra interessante.
    Sergio perchè non la prendiamo in considerazione?
    Smile

  340. Credo di capire che la dizione “da salvare” non sia corretta. Si salva qualcosa che sta per essere persa. Dubito che i titoli proposti nei commenti precedenti si possano perdere. Propongo quindi due romanzi che in effetti sono già andati persi (temo che nessuno li legga più):
    per l’800 Cuore di De Amicis e per il ‘900 Avventura nel I Secolo di Paolo Monelli. Immagino già le risatine in ordine al primo titolo. E’ vero, è un libro sorpassato ma io lo farei ancora leggere ai ragazzi perchè insegna una virtù che si sta perdendo: la tolleranza. Pensate con quale rispetto viene presentato il ragazzo calabrese. I cartelli “Non si affitta ai meridionali” erano ancora di là da venire. Il secondo invece è un gustosissimo affresco della Roma sotto Augusto e Tiberio dovuto alla penna di un famoso (allora) giornalista del Corriere. Immagina che un maturo signore dei nostri giorni si svegli nel corpo di un nobile diciasettenne del I secolo. Lettura gustosissima, senza sbavature storiche. Mi è capitato di leggerlo più volte e, sempre, ho trovato qualcosa di nuovo che mi ha divertito. Senz’altro superiore a Un Americano alla corte di Re Artù di Marck Twain.
    Orso (letterario) Marsicano

  341. Si, si. Appoggio l’idea di Miriam. Rivotiamo solo tra i primi tre classificati nelle 2 sezioni. Così almeno gioco ancora (i miei Kafka e Flaubert sono rimasti a 1 con il solo mio voto e mi sentivo ormai escluso: è per questo che mi sono buttato sull’altro dibattito su Eco e la Bruttezza, anche se ormai dormiva da tempo: però c’è una debole fiammella di riaccensione anche lì- grazie Miriam, anche se per ora stiamo parlando solo io e te).
    Oppure si possono fare ancora 2 classifiche provvisorie (stasera e domani sera) e accendere la GRAN FINALE solo nella giornata di Venerdì, per la quale rivotano tutti.
    Che ne pensate ?
    Carlo S.

  342. L’idea di Miriam coincide con quella originaria di Sergio Sozi ed Enrico Gregori. Quindi credo si possa effettivamente votare solo per i primi tre classificati nelle due sezioni.
    Inoltre, per evitare di generare decine e decine di messaggi ridondanti, conviene che voti solo intende modificare la sua scelta.
    Fare una sola votazione finale venerdì, infine, escluderebbe tutti coloro che non hanno modo di collegarsi ogni giorno.

    Carlo, tu che coppia scegli alla fine ?

  343. Beh, se è il voto definitivo su quei sei allora non ho dubbi per l’800 e voto i Karamazov. Più difficile per il 900: amo molto tutti e tre, ed in special modo proprio il Calviono della trilogia, ma… voterò per Cent’anni di Solitudine, perchè possiede un tono epico che forse non hanno gli altri 2 e forse perchè lo lessi a 20 anni e mi aprì ad un mondo per me allora sconosciuto, quello della letteratura latino-americana e iberica che poi tanto mi ha dato, da Borges, che a quel tempo non avevo ancora mai letto, fino a Saramago- ma perchè nessuno ha raccolto la proposta su Cecità ?- ed a Bolano (sto or ora iniziando a leggere 2666).
    Carlo S.

  344. Caro sergio Sozi io sono il cuor di leone che ha proposto il nome della rosa, ma scorrendo i commenti dopo il mio mi sembra di aver visto un altro cuor di leone che lo appoggia, guarda bene perchè se così fosse i voti sarebbero due. Io continuo a ritenerlo il più bel libro che abbia mai letto.
    Sono stupito per quanti sono gli amanti della letteratura russa e quanto pochi di quella americana, però Edgar lee Master con antologia di Spoon river almeno un voto lo deve prendere. Sono contento per Marquez e dispiaciuto per Carlo Levi, Silone e Pratolini perchè dimenticarli così?
    Saluti
    Luca Nencioni

  345. Fra i primi classificati scelgo:
    – Ottocento, Guerra e pace
    – Novecento, Se questo è un uomo
    @ Elektra: ciao, Miri!

  346. Caro Sozi nella tua classifica, benchè io li avessi votati, mancano il nome della rosa ed il giro del mondo in 80 giorni.
    Ribadisco per l’800 Il giro del mondo in 80 giorni di Giulio (jules) Verne
    Per il 900 Il nome della rosa di umberto Eco.
    Saluti
    Luca Nencioni

  347. 1) I Demoni – F.Dostoevskij
    2) La quarta verità – I.Pears
    Il primo per riflettere, il secondo per il fascino dell’intrigo.

  348. Con tutto il rispetto per la letteratura americana, ma quella russa ha da sempre e senza dubbio, una marcia in più:
    Tolstoj, Dostoevskij, Cechov, Puskin, Pasternak, Nabokov, Gogol, Majakovskij…..quelli che mi vengono in mente.

  349. Luca Nencioni, per favore vai a leggere i termini del gioco. Infatti, in questi giorni che non c’eri abbiamo sistematizzato il gioco e io l’ho detto piu’ volte. Sai, ho assunto l’impegno di contare i voti ma entro certi limiti. Comunque adesso posso registrare il tuo voto. Ti ringrazio (sai, avrei votato anch’io volentieri per Eco, ma… la ragion di Stato… eeeh! qualche compromessino l’ho fatto: cio’ non toglie che spero tu abbia un nutrito seguito d’ora in avanti. Incrocio le dita per te ed Eco).
    Cordialmente
    Sozi

  350. Allora, io avrei deciso cosi’:
    facciamo ancora due singole classifiche provvisorie contenenti tutti i voti del giorno in questione (ossia oggi e domani, a mezzanotte come al solito), poi venerdi’ facciamo godere al Maugger Cortese la votazione finale sulla graduatoria semi-finale che avro’ approntato per l’occasione e che sara’ costituita della somma dei voti di tutte e tre le classifiche provvisorie. Venerdi’ pero’ chiudiamo l’accesso alle nuove proposte e chiediamo a tutti di esprimersi solo sulla classifica semi-finale. Chiunque puo’ dunque, oggi e domani, votare di nuovo, magari cambiando posizione (ma solo una volta per ogni giorno). Venerdi’ invece no: tutti dovranno votare SOLO sui libri contenuti nella classifica semi-finale che avro’ approntato.
    Mi sembra la cosa migliore da farsi. Anche perche’ la fatica di contare tocca a me, dunque le regole le devo fare io per forza di cose. Non posso sentire tutti, mi dispiace.
    Dunque forza, sotto coi voti!
    Sergio Sozi

  351. Maverik: non posso scegliere al posto tuo. Resta valido solo il voto per Jack London. Prova a decidere, dai.
    Ciao
    Sergio

  352. Chiaro il concetto, ragazzi? Chiunque puo’ ritrattare e/o proporre libri nuovi fino a domani incluso, perche’ faccio una classifica a se’ per ogni giorno. Venerdi’ invece chiunque voglia potra’ votare (una volta sola per quel giorno come sempre) ma SOLO la classifica semi-finale (che riportera’ la somma dei voti di tutte le classifiche precedenti). Cosi’ faro’ la classifica finale affinche’ il Maugger possa vedere che siamo gente con gli ”attributi”!
    Sergio Sozi

  353. Cristina Bove:
    ormai mi sono messo il basto sulla groppa e dunque devo sgambettare. Che ci vuoi fare? Sic transit gloria mundi: faccio il ”sor raggioniere” stavolta – ma anche un po’ il legislatore, eh! eh!
    Abbraccio
    S.

  354. da salvare i racconti di Cechov (leggete la sala n.6 e la steppa ) e capirete perchè

    La ricerca del tempo perduto di Proust è un monumento di pura intelligenza è un inno di estetica letteraria

  355. Il verbo di Sozi è confuso, ma del resto lo abbiamo rimminchionito noi con le nostre corbellerie. Ho capito ben poco e peraltro prossimamente sarò abbastanza assente dal pc……intanto ripropongo
    ottocento: karamazov
    novecento: se questo è un uomo.

    ps: se arrivo vivo a venerdì vedrò il da farsi. esequie

  356. Chiarisco qui di seguito, ma leggete TUTTI con calma ed attenzione, per favore:
    ogni mezzanotte di ieri, oggi e domani, faccio UNA GRADUATORIA PER IL GIORNO RISPETTIVO: ricomincio d’accapo la conta insomma, includendo ogni voto presente sul blog (ESATTAMENTE UN VOTO ESPRESSO IN QUEL GIORNO DA OGNI PERSONA). VENERDI’ invece faccio una graduatoria semi-finale che assomma tutti i voti delle tre liste precedenti. DUNQUE VENERDI’ POTRETE VOTARE SOLO I LIBRI PRESENTI IN QUEST’ULTIMA, MENTRE INVECE PRIMA ERAVATE LIBERI DI VOTARE OGNI GIORNO DUE LIBRI DIVERSI.
    Va bene?
    Sergio

  357. Eventounico:
    grazie, ma qui non si tratta di semplificare quanto di esser democratici ed efficaci allo stesso tempo. La faticaccia ormai l’ho messa in conto. Sono uomo d’onore, vecchio stampo. Parola data (esattamente come ”cosa fatta”) capo ha, dice il proverbio.
    Ciao caro
    Sergio

  358. I libri che vorrei salvare sono tra i primi in classifica quindi li rivoto.
    Ottocento: “Guerra e pace” di Tolstoj
    Novecento: “Se questo è un uomo”di Levi.
    A presto Enrico.
    Smile

  359. PERTANTO, IN BASE A QUANTO APPENA DETTO (NEI ”POST” PRECEDENTI), OGNUNO E’ LIBERO OGGI E DOMANI DI CAMBIARE OPINIONE E VOTARE LA COPPIA DI LIBRI CHE VUOLE E PENSA: OGNI GIORNO FACCIO LA GRADUATORIA DI TUTTI I LIBRI VOTATI SOLO IN QUEL GIORNO. SOLO VENERDI’ SOMMERO’ LE GRADUATORIE GIORNALIERE E PRESENTERO’ LA GRADUATORIA SEMI-FINALE SULLA QUALE SARA’ OBBLIGATORIO ESPRIMERSI SENZA INTRODURRE NUOVI AUTORI PREFERITI.
    Dunque, fra un’ora e mezzo chiudo i seggi per la graduatoria di oggi, che e’ la seconda in ordine cronologico, perche’ la prima sta piu’ sopra.
    Votate, associatevi o riassociatevi, chiamate amici ad esprimersi!
    Sergio

  360. Post scriptum:
    Ho dei poteri sovrannaturali, sapete? Se il Maugger quando torna dall’ ”estero” (Galapagos? Haiti? Seychell? No… Speriamo luoghi inospitali e ferini) ecco se quando tornera’ dira’ di essersi divertito lo trasformo nel fantasma del Castello di Canterville e gli sguinzaglio dietro la mia Lauretta per farlo penare come noi tutti. Promessa (di marinaio).
    S.

  361. monotona e ripetitiva, sì sì..coelho l'”alchimista”, “storie di ordinaria follia” bukowski.
    sergio santo subito

  362. (Aggiungo i miei voti: Karamazov e Trilogia di Calvino).
    GRADUATORIA DI OGGI, MERCOLEDI’.
    ATTENZIONE: OGGI E DOMANI (come e’ stato ieri) VERRANNO STILATE SOLO GRADUATORIE GIORNALIERE. A MEZZANOTTE (E UN PO’) DI DOMANI PRESENTERO’, INSIEME ALLA GRADUATORIA GIORNALIERA DI GIOVEDI’ STESSO, LA GRADUATORIA GENERALE (O ”SEMI-FINALE”), OSSIA QUELLA CON I VOTI RACCOLTI DA TUTTI I LIBRI VOTATI MARTEDI’ MERCOLEDI E GIOVEDI’. DUNQUE POI AVRETE TUTTO IL GIORNO DI VENERDI’ PER VOTARE SOLO I LIBRI COMPRESI NELLA GRADUATORIA GENERALE (O ”SEMI-FINALE”).
    ECCO INTANTO I RISULTATI DI OGGI:
    Levi ”Se questo e’…” e Dostoevskij ”I fratelli Karamazov”: EX AEQUO CON 4 VOTI
    Tolstoj ”Guerra e pace”: e ”Trilogia” di Calvino: EX AEQUO CON 3 VOTI
    SEGUONO, ex aequo con 1 VOTO: ”I Demoni” di Dostoevskij; ”Cuore” di De Amicis; ”Il profumo” di P. Suskind; ”La quarta verita”’ di I. Pears; ”Il richiamo della foresta” di J. London; ”Avventura nel I Secolo” di P. Monelli; ”M.me Bovary” di G. Flaubert; ”La famiglia Winshaw” di J. Coe; ”Cent’anni di solitudine” di G. G. Marquez; ”Labirinti di morte” di P. K. Dick; ”Il castello” di F. Kafka; ”L’educazione sentimentale” di G. Flaubert; ”Il giro del mondo in ottanta giorni” di J. Verne; ”Il nome della rosa” di U. Eco; ”Martin Eden” di J. London; ”I racconti” di A. Cechov; ”Alla ricerca…” di M. Proust.
    SEPARANDO QUESTI DATI:
    OTTOCENTO:
    1) Karamazov – Dostoevskij
    2) Guerra e pace – Tolstoj
    3) Tutti gli ex aequo di un voto ottocenteschi.
    NOVECENTO:
    1) Se questo e’… – P. Levi
    2) Trilogia – Calvino
    3) Tutti i novecenteschi ex aequo con un voto.
    E per oggi e’ tutto.
    Ricordo che ogni persona puo’ votare un libro a proprio piacimento solo una volta al giorno. Voto vincolato alla semi-finale, invece, venerdi’.
    Buonanotte gente
    Sergio Sozi
    Nota Bene:
    Carlo S.: ho preso per buona la Sua prima indicazione ”Bovary – Kafka”.
    Motivi di questo mio modus operandi: i primi giorni, fino a martedi’, c’e’ stata gran discussione con giuste ovvie ma anche disordinate ritrattazioni. Da martedi’ si e’ iniziato a fare i conti e anche ordinare le preferenze secondo il sistema che vedete sopra.

  363. Brunella, grazie nell’alto dei Ciali (Dio m’aiuti!). Il tuo voto andra’ nella graduatoria giornaliera di domani a mezzanotte. Amen.
    Sergio Sovraffaticatus

  364. Eventounico: noi due siamo persone fedeli. Spero non anche ”fesse”, che’ spesso, per qualche fesso, i termini coincidono.
    S.

  365. Bentornata Lavinia! Ciao! Fatti sentire in questi giorni, avanti! E Marisa Magnani, grazie cara! ”Sursum corda” a tutti!
    E adesso Buonanotte sul serio che ho fuso i… fusibili appunto.
    Sergio

  366. Ciao Laura Costantini. Un abbraccio dolce a te, che’ anche se non ti ho mai vista so che sei materna. Io sono un papa’-marito e quindi capisco. Scrivo mentre la mia figliola Laura – dolce rugiada delle mie luci – e la mia sposa Veronika – spiaggia lacustre e senz’onda – dormono nella stanza affianco a questa. Io dormo in loro ed e’ bello sentire, da questa lontana Lubiana ove vivo, il cuore pulsante di italiani come te e come gli altri, qui. Mi fai e mi fate sentire parte di questo cuore, amica ed amici. Grazie.
    Sergio

  367. Uff… dimenticavo: rinnovo, per la graduatoria di giovedi’, il mio voto, che resta identico ai precedenti: Karamazov e Trilogia di Calvino.
    Sergio

  368. Di Domenico, Aste, Leonardi, dove siete? Tornate a rivotare mascalzoncelli! La Patria vi chiama – ‘mbe’, si’, insomma. Vo’ a letto.

  369. A TUTTI COLORO CHE ABBIANO VOTATO NEI PRIMI GIORNI – VENERDI’, SABATO, DOMENICA E LUNEDI’ SCORSI: TORNATE AD ESPRIMERVI, SE VOLETE, PERCHE’ TUTTO E’ ANCORA DA DECIDERE… E VOI POTETE AGGIUNGERE FORTI PESI ALLA BILANCIA (LE REGOLE SON CAMBIATE: VEDANSI I MIEI INTERVENTI DI MARTEDI’ SCORSO E SOPRATTUTTO DI MERCOLEDI’ 14 novembre ore 10.30 p.m. Inoltre, le graduatorie giornaliere sono state postate da me alle 12.53 a.m. di mercoledi’ – quella relativa a martedi’ – e alle 1.01 a.m. di giovedi’ – quella relativa a mercoledi’).
    Sergio

  370. Sergio… mi lasci senza parole…
    Grazie per la citazione e per il tenero spaccato di vita che ci hai concesso. Quindi vivi a Lubiana ma abiti in questo Letteratitudine insieme ad altri simpaticissimi amici. Incomincio a conoscervi e, a parte ribadire che Massimo Maugeri dovrebbe essere punito per il sadismo di questo giochetto, vi trovo assolutamente imperdibili. :-)))

  371. Ciao a tutti! Torno anch’io qui a lasciare i miei voti e a complimentarmi per l’iniziativa. Continuo a leggere purtroppo la solita solfa…ripeto ci sono gioielli dimenticati, da riscoprire e anche scoprire…non mi stancherò mai di ripetere queste cose. Intanto procedo:

    – Ottocento: “L’amore assoluto” di Alfred Jarry
    – Novecento: “Le botteghe color cannella” di Bruno Schulz

    Ciao a tutti
    Giuseppe

  372. Uè gente, scusate il ritardo, ma sto giocando su due fronti (qui e su quello di Eco e la bruttezza, anche se lì sembra io stia giocando da solo con Miriam).
    Dunque, all’esimio Ragionier Sozi (o, se preferisce, esimio Sozi in veste di ragioniere): il mio voto contato per Bovary, in realtà era per L’Educazione sentimentale, ma vabbè, ci passiamo sopra, tanto stanno a 1 tutti e 2.
    Il mio voto di oggi (mi dispiace abbandonare Kafka e il suo Castello, che per me rimane IL libro del secolo, ma mi pare che nessuno raccolga…) è quello di ieri che non è stato ricontato (KARAMAZOV + CENT’ANNI DI SOLITUDINE).
    E perchè quest’ultimo che ieri era in testa a 4 punti oggi non lo vota più nessuno ? perchè l’ho votato io (benchè invalidato) ? E allora ci vado in puzza e lo rivoto oggi, cercando proselitismo, aggiungendo nuovi e ben più validi motivi a quelli di ieri, la questione del titolo:
    1) è il libro del secolo perchè racchiude in sè le parole CENT’ANNI; la sua epicità parte da lì e viene accresciuta dallo svolgersi dei fatti lungo le generazioni dei Buendia in un secolo, che poi si richiude magicamente su se stesso rendendolo un SECOLO AVULSO DAL TEMPO (e ciò suggerisce l’eternità stessa).
    2) I nostri Antenati è un titolo brutto, mi fa pensare ai Flinstone (molto meglio i titoli originali dei tre brevi romanzi) per questo io preferisco chiamarlo genericamente La Trilogia;
    3) Se questo è un uomo è dubitativo: perchè lasciare ai posteri i nostri dubbi novecenteschi, invece di certezze immortali?
    Questi son motivi, gente !!! E quindi, per dirla alla Totò con tanto di megafono: votagabbrièl, votagabbrièl .
    Carlo S(peranza). (così ribattezzato da Miriam)

  373. Ciao Sergio, sono stata un pò latitante in effetti. Colpa del lavoro, che vuoi farci? Ad ogni modo siete stai sempre nei miei pensieri!
    Torno a votare, confermando le mie scelte:
    ottocento: karamazov
    novecento: se questo è un uomo

    P.s. ieri ero tentata di rilanciare il ‘900 con “Che tu sia per me il coltello” di Grossman. All’improvviso mi si è materializzato il ricordo, bellissimo, toccante, nostalgico, di quelle parole così piene.
    Rimango però sulle scelte che ho fatto.
    Ciao a tutti!

  374. Questa volta voto tutto italiano:
    – Ottocento: “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni
    – Novecento: “I nostri antenati” di Italo Calvino
    “Pesce fritto e Baccala”
    Caro Sergio, chi vuol intendere intenda?
    Ciao a tutti,
    Luca Gallina

  375. ciao massimo, bel blog e bellissimo gioco.
    non ho ben capito però se devo scegliere un libro per secolo oppure due libri in totale.

    nel primo caso, per l’800 scelgo “le illusioni perdute” di Balzac, per il ‘900 “l’insostenibile leggerezza dell’essere” di Kundera.

    nel secondo caso, a Kundera affianco “il gabbiano Jonatan Livingstone di Bach.

    un saluto da Bologna
    L.

  376. SCHULZ! QUALCUNO HA VOTATO PER BRUNO SCHULZ!!! Gli darei un bacio in fronte! Grande!! (questo non e’ un voto, ma se potessi direi: Eco-Schulz)
    FORZA GENTE! SOTTO COI VOTI!! Parliamo di cose serie e belle e… il mondo resti fuori da qui!
    Sergio

  377. Caro Sergio,
    seguendo i tuoi “dictat”, ho regolarmente rivotato, sia martedi’, sia mercoledì, rinunciando a malincuore a V.Woolf per non essere troppo individualista, considerato anche che non aveva riscosso adesioni tra i forumisti. ma i miei post non sono stati visualizzati.

    Ripeto ora le mie ultime preferenze:1800: Manzoni “I Promessi Sposi”

    1900: P.Levi ” Se questo è un uomo”

    Buon lavoro, cordialmente
    Marisa Magnani

  378. Anch’io come Luca, oggi voto tutto italiano:
    – ottocento: “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni
    – novecento: ” Se questo è un uomo” di Primo Levi

  379. Caro Sergio, fuori concorso, una pausa di riflessione pertinente al crudele gioco di cui:
    BRUNO SCHULZ, PROFETA SOMMERSO
    “Che fare degli avvenimenti che non hanno il loro posto nel tempo, degli avvenimenti verificatisi troppo tardi, quando ormai l’intero tempo è stato distribuito, suddiviso, ripartito, e che ora sono rimasti in certo modo per aria, non incolonnati, sospesi, vaganti e senza dimora?”
    La risposta a questa domanda, Bruno Schulz (1892-1942), malaticcio insegnante di disegno e lavori manuali in una cittadina galiziana, Drohobycz, “nato austriaco, vissuto polacco e morto ebreo”, trucidato per strada da uno scharfuhrer della Gestapo(però, il corpo non è mai stato ritrovato), l’ha tratteggiata nelle pagine fantasmagoriche de “Le botteghe color cannella”, il suo capolavoro letterario, pubblicato nel 1934, e nelle bizzarrie dei suoi disegni.Guarda caso:le sue opere,prevalentemente racconti sottolineneati magistralmente attraverso i suoi “schizzi naturalistici”, sono stati introdotti nell’area italiana negli anni ’70 con l’imprimatur di Angelo Maria Ripellino e di Italo Calvino. Caro Sergio volevo solo rafforzare la candidatura di Italo Calvino, o no?
    Ciao a tutti,
    Luca Gallina

  380. qualcuno saprebbe consigliarmi un testo che indaghi la relazione epistemologica fra parole e numeri, fra raccontare e contare? ho tentato una ricerca da solo, ma ho trovato solo qualche libruscolo paludoso e di grandi pretese.

  381. Confesso apertamente la mia ignoranza: non ho mai letto Bruno Shulz. L’avevo cercato qualche anno fa, dopo aver letto qualcosa su di lui scritto da Grossman, ma non trovai nulla e me ne dimenticai. Stasera, uscito dall’ufficio dopo aver letto gli ultimi post qui, sono andato subito in libreria, di nuovo incuriosito e speranzoso e ancora non ho trovato nulla.
    Forse non troverò nulla per molto tempo, ma questa volta non me lo dimenticherò (ed anche a questo dovrebbero servire questi giochini, almeno per i semplici lettori come me, oppure no ? Un grazie, intanto, a Luca Gallina).
    Ed allora, avendo io già votato oggi ed aspettando domani per il GRAN VOTO FINALE (pur impossibilitato a poter votare Shulz), provo a lanciare un sassolino per vedere se c’è qualcuno che raccoglie: W.G. Sebald e 2 suoi libri che mi hanno molto colpito per una straniata ma profonda umanità, quasi salvifica, che vi si respira: Austerliz, l’unico suo vero romanzo, ed i 4 racconti di Gli Emigrati. Forse non aspireranno a rappresentare il secolo, ma non è grande letteratura del ‘900 anche questa?
    Carlo S(peranza).

  382. Uau, che bella combriccola ! Io avrei proposto Teresa Batista stanca di guerra di Jorge Amado, un po´ per difendere un pochino l´altro mondo dove vivo (ma come siete eurocentristi…;-)))) , un po´ perché è stata la mia porta d´entrata ai miei 10 anni di VITA brasileira…sniff, sniff
    Comunque ho capito che siamo agli sgoccioli e quindi voto per
    1. Delitto e castigo
    1. Se questo è un uomo
    (1. e 1. perché non voglio fare classifica, si vabbé potevo anche mettere i trattini)
    Lucão

  383. Cechov perché sapeva che la vita sta nei guizzi di umana comprensione.

    Montale per lo stesso motivo, cambia solo la forma d’espressione.

  384. @Enrico
    mi basta, lo comprerò domani se riesco a trovarlo da quegli scoppiati della martelli di Firenze.

    @Lucrezia (che bel nome!)
    Lucrezia, qui mi sa che il ragazzo sono solo io.
    se interessata a relazione seria scopo matrimonio procreativo, ti faxo immantinente mio prospetto patrimoniale ed analisi ematiche di base.
    no perditempo.

  385. Rientro dopo assenza dovuta a famiglia influenzata e cani ansiosi di conseguenza.
    Karamazov e Calvino.
    Ma ribadisco che non è giusto, ecco.

  386. Ciao bella gente!
    Io sono qui, sull’attenti con carta e penna (Magnani: ho registrato tutti i voti che potevo leggere sul blog. Nessuno escluso.).
    Ringraziando tutti, ricordo che fra trentacinque minuti chiudero’ i seggi e presentero’, come promesso, due graduatorie:
    – Quella con i risultati di oggi.
    – Quella GENERALE, sulla quale vi dovrete esprimere da questa mezzanotte alla mezzanotte di domani, venerdi’. Attenti, dunque: LA SECONDA LISTA E’ QUELLA CHE CONTA, PERCHE’ CON ESSA SI CHIUDONO LE NUOVE CANDIDATURE.
    CHI VUOL AGGIUNGERE CANDIDATURE HA MEZZ’ORA ANCORA PER FARLO!
    Salutoni a tutti
    Sergio

  387. Ricordo che la poesia non vale – purtroppo! – e che si puo’ votare solo una volta al giorno per chi si vuole (due libri: uno per l’Ottocento e uno per il Novecento) fino a mezzanotte di oggi. Dopo, si votera’ SOLO sulla mia lista finale-generale.
    Sergio

  388. bah, Enrico, sono di larghe vedute e sempre in cerca d’affetto. st’estate dopo venti giorni di solitudine forzata in terra Albionica sono andato nel quartiere gay col mio professore buo (toscanismo per frocio).
    comunque, secondo me, Lucrezia è bella, intelligente, sorridente, etc etc. così non fosse me la faccio in laboratorio tanto che ci passo per le analisi del sangue.

    curiosità:
    ho scoperto che ‘casomai’, ‘magari’ e ‘mica’ sono intraducibili in inglese, lingua dei pragmatici decisionisti. magari, se non vado subito a letto domattina sono uno zombie, mica sono di ferro, casomai prenderò qualche caffè in più. ecco, una cosa così se po’ dire solo in italiano.

  389. Ciao a Tutti! Non appare nessuna classifica parziale di Giovedi e tantomeno la generale in essere di oggi Venerdi 16; bentornato, a casa tua,caro Massimo Maugeri ma, non pensavo proprio ,che tu riuscissi a provocare il black-out non ti sembra troppo eclatante come rientro?
    Svegliate per favore il nostro mentore,ad interim, Sergio Sozi con brioche e cappuccino bollente.Caro Enrico Gregori, sei riuscito a disfarti finalmente di una persona laboriosa,competente, capace, e critico leale di Massimo?
    Luca Gallina

  390. @ giulio
    Ciao Giulio, a proposito della curiosità in calce al tuo post, le cose stanno così:

    Casomai – in case
    Magari – of course
    Mica (affatto) – at all
    Mica (per caso) – by any chance

    Of course, if I don’t go to bed tomorrow morning I’ll be a zombie, I’m not of iron at all, in case I’ll have more coffee.

    Impossible is nothing (come cita una famosa pubblicità!) 🙂

  391. Che Sergio Sozi, forse, abbia avuto qualche impedimento mi sembra il minimo. Mi sembra anche il minimo, da parte nostra, comprendere e dargli una mano appena ricomparirà.
    @ silvia:
    ti stai candidando per il prossimo gioco di Maugeri imperniato sulla letteratura inglese? VENESIA! 🙂

  392. E infatti c’e’ stato un oscuramento totale di Internet – almeno qui in Slovenia – che mi ha isolato completamente proprio verso mezzanotte e mezza: adesso dovro’ riscrivere tutto e quindi… appena potro’, ossia stasera verso le 21, vi faro’ avere quanto stabilito: classifica di giovedi’ e classifica semi-finale comprendente tutti gli autori votati fra martedi’ e giovedi’ compresi, con relativi voti cumulati. Su questa ultima lista sarete chiamati ad esprimervi, direi, visto il blackout, entro la mezzanotte di sabato.
    A stasera e… pazientate, non e’ stata colpa mia.
    Sergio

  393. P.S.
    Dunque, direi anche che valgano i voti ”liberi” di oggi fino alle ore 21 circa, i quali voti verranno inseriti nella graduatoria di giovedi’ e poi ricontati insieme alle graduatorie precedenti.
    A stasera
    S.

  394. Confermo anche per oggi:
    – Ottocento: ”I fratelli Karamazov” di F. Dostojevskij
    – Novecento: ”I nostri antenati” di Italo Calvino

    Sergio, senza il tuo umile e prezioso lavoro questo gioco non sarebbe stato possibile. Tutti stiamo partecipando con piacere, quindi con altrattanto piacere dobbiamo esprimerti la nostra gratitudine.

  395. Ciao Sergio, sono d’accordo con Enrico che tutto è possibile quando non c’è risposta,ma questa è secondo me la riconferma, che in assenza di una tua presenza, puntuale e precisa ,sia possibile e dovuta, anche, a causa di qualche malificio o assenza di Massimo nel Blog.
    La votazione finale, per me, è tutta italiana care amiche e cari amici;
    1) – Ottocento: “I promessi Sposi” – di Alessandro Manzoni
    2) – Novecento: “La trilogia” – di Italo Calvino
    Caro Sergio,riguardo A.Manzoni, non solo l’esimio Umberto Eco ha considerato l’opera con l’attenzione dovuta e, non entro nel merito dei temi fondamentali dei Promessi Sposi (definiti come epopea del terzo stato) ,riguardo il tema della “Provvidenza” condiviso, anche, con Petronio critico letterario(non dimentico il Sapegno illustre collega critico dei precedenti, riguardo il pensiero “democratico”), ma ancora una volta si affaccia,anche, il nostro Italo Calvino che propose nel passato un’impeccabile analisi narratologica dei Promessi Sposi. Inoltre, per la candidatura finale di “I promessi Sposi”, scomodo anche un magistrale cantore delle opere di A.Manzoni, guarda caso concittadino di Massimo Maugeri: Salvatore Silvano Nigro.
    Un ben tornato, a casa sua, a Massimo Maugeri, se tuttavia, molti hanno fatto finta di niente non nominandoti;tranne qualcuno, che non volendosi affidare ciecamente a Enrico Gregori ha preferito scaricare tutte le responsabilità di gestione delle preferenze, sul competente e volenteroso Sergio Sozi: Tuo vero “viceRe”, secondo me. Prosit a Lui e a Tutti Voi,con affetto!
    Sono stato ridondante e noioso nei miei post perchè, lo confesso, mi sono appassionato al gioco e da buon individualista, cerco l’aggregazione per motivazione e affinità; caro eventounico e gentile Miriam Ravasio ho apprezzato la sua finezza intellettuale; mi sono documentato sulla serietà e profondità del suo intervento culturale nell’insegnamento, del resto nella piena tradizione familiare.
    Luca Gallina

  396. Bene! Mi sembra, che anche se un po’ alla carlona (come si dice da noi), tutti hanno partecipato con entusiasmo ed allegria. Grazie a Sergio per aver coordinato i lavori, a Gregori, a Eventounico e a tutti gli altri. E soprattutto a Massimo per aver lanciato l’idea. E’ la prima volta che partecipo ad un gioco collettivo e la cosa non mi è dispiaciuta. Forse avrei preferito leggere più motivazioni che via via hanno modificato il voto e le scelte dei lettori. I titoli da me sostenuti non corrispondevano ai miei libri preferiti, che nell’ordine sono: Un uomo senza qualità, Musil, Faust di Goethe, Don Carlos di Schiller e fra i più recenti Manituana dei Wu Ming. Concentrandomi sul quesito posto da Maugeri avevo formulato: Guerra e pace e Se questo è un uomo, Guerra e pace e Le Cosmicomiche, I Promessi sposi e Se questo è un uomo.
    Per l’ultimo voto, esprimo solo delle preferenze affettive:
    – ottocento, I promessi sposi
    – (per Sergio) novecento, I nostri antenati di Calvino
    Ciao a tutti, Miriam

  397. Io riconfermo ancora una volta le mie preferenze iniziali, che dovrebbero essere ben note. Le ripeto:
    – Ottocento: Guerra e Pace (in alternativa qualunque altro Tolstoj o Dostojevsky)
    – Novecento: Se questo è un uomo (in alternativa Il vecchio e il mare).
    Massimo, dove sei? Sei già tornato? Sto cominciando ad avvertire segnali di astinenza. Per esempio balbetto. Do-dove s-sei?
    Sm-smile.

  398. Penso che quando massimo riapparirà noi tutti, a causa della partecipazione, dello sforzo, della consunzione e, soprattutto, dell’attesa, saremo colpiti irrimediabilmente da crisi ipotensiva ed ipoglicemica. Eppure, con suo cenno/commento, ci riprenderemo parendoci “tal qual madonna che tutto quanto benedice fa rifiorir a vita novella”. :-O

  399. Ciao a tutti! Bruno Schulz nella mia votazione precedente ha riscosso qualche apprezzamento e ringrazio per questo Sozi in particolar modo, e tutti gli altri fini lettori… Tutto ciò non può farmi che piacere visto che desidererei infinitamente veder ripubblicati testi di valore assoluto ed estremamente geniali nei contenuti ma caduti nel più profondo degli oblii. Ne aggiungono un altro anch’esso scomparso da tempo, di un polacco un bel po fuori dagli schemi e anche valente pittore e commediografo.

    – Ottocento: “Resurrezione” – di Lev Tolstoj
    – Novecento: “Addio all’autunno” di – Stanislaw Ignacy Witkiewicz

    Saluti
    Giuseppe

  400. Sabato e domenica non mi collegherò. Ribadisco il mio voto, uguale a quello di Enrico Gregori:
    ‘800: I FRATELLI KARAMAZOV
    ‘900: SE QUESTO E’ UN UOMO

    @ Sergio
    Grazie per il tuo lavoro di “collazione” dei nostri voti! Non ti conosco ma sembri un uomo di grande pazienza 🙂

  401. @Silvia Leonardi
    non mi hai mica convinto. mica, oltre all’affatto e al per caso, ha un altro valore che è tipico solo dell’italiano.
    -hai scorreggiato?-
    -io?! macché-
    -no, mica-
    magari, poi, proprio no! of course sta solo per ‘di sicuro’, e non c’è per niente il sapore di una cosa che se fosse vera ‘oh quanto sarebbe bello’.
    -ah! ma sei ricco sfondato!-
    -macché! magari!-
    in case per casomai quasi te lo passo, ma non è neppure questo -mi pare- perfettamente sovrapponibile. mi pare meglio corrisponda a ‘nel caso in cui’, ma che non sia alcun modo la stessa cosa del casomai avverbiale così usato in italiano, cioè usato da solo come una locuzione autonoma, senza alcun verbo a seguire.
    attendo smentite. per l’intanto invoco il sacro spirito di Severgnini, insopportabile anglofonista, nonché quotidiano scrivente di cose discutibili.
    se poi sei la moglie segreta di Severgnini e sei il Capoufficio Traduzioni delle Nazioni Unite, allora pazienza. le figure di cacca mi fanno sentire vivo.

  402. la tua crudeltà non ha limiti. ma la tua capacità epistemologica sì. sentirsi vivo mica vuol dire essere immortali. vitali, casomai. poi magari
    mi sbaglio, chissà.

  403. Eccoci!
    E’ pronta la GRADUATORIA DI GIOVEDI’ PIU’ VENERDI’ (Invece quella riassuntiva dei giorni mar. mer. gio. e ven. arrivera’ fra poco appena avro’ finito il computo totale).
    Intanto, per questi ultimi due giorni stiamo COME SEGUE:
    1) Karamazov, con 8 VOTI;
    2) Ex aequo con 7 VOTI: Trilogia di Calvino e Se questo e’ un uomo di P. Levi;
    3) Manzoni – Promessi sposi con 5 VOTI;
    4) Guerra e pace con 2 VOTI;
    5) Tutti ex aequo con 1 VOTO: Coelho – L’alchimista; Bukovski – Storie di ordinaria…; Dostoevskij – Demoni; Sciascia – Todomodo; Jarry – L’amore assoluto; Schulz – Le botteghe…; Marquez – Cent’anni di…; Balzac – Le illusioni…; Kundera – L’insostenibile…; Cechov – I racconti; Dostoevskij – Delitto e castigo; Saint-Exupery – Volo di…; Tolstoj – Resurrezione; Witkiewicz – Addio all’autunno.
    OTTOCENTO:
    1) KARAMAZOV;
    2) PROMESSI SPOSI;
    3) GUERRA E PACE;
    4) TUTTI GLI EX AEQUO OTTOCENTESCHI CON 1 VOTO.
    NOVECENTO:
    1) EX AEQUO: SE QUESTO E’ UN UOMO e TRILOGIA DI CALVINO
    2) TUTTI GLI EX AEQUO NOVECENTESCHI CON 1 VOTO.
    Ci risentiamo fra poco con la graduatoria generale riassumente tutti gli autori con i relativi voti ottenuti da martedi’ ad oggi.
    Sergio

  404. Va bene.
    Aggiornamento preced. graduatoria (Fleur du mal sono esclusi perche’ il
    gioco riguarda solo la prosa, oibo’, cara Roberta: riscrivi presto!):
    H. Hesse – Siddharta.
    Verra’ conteggiato nella graduatoria semifinale in arrivo fra poco.
    Sergio

  405. Sapete qual è una delle cose più belle che ti possono capitare nella vita?
    Dover andare a Bruxelles per qualche giorno (per motivi di lavoro, ahimé, extraletterari) e scoprire, una volta rientrato, che il giochino che avevi lanciato sul blog ha riscosso un successo quantificabile – fino a questo momento – con un numero di commenti pari a 545. Un vero record per questo blog (ma non solo per questo blog).
    Vi ringrazio di cuore. E per l’occasione… anche di testa.
    Vi ringrazio perfino per gli insulti affettuosi che ho letto qua e là.
    😉
    Insomma: grazie, grazie, grazie.
    Grazie a tutti voi.

  406. Un ringraziamento particolare va – me lo consentirete – a Sergio Sozi che si è fatto carico (così mi è sembrato a prima vista) di un po’ di rogne contabili-organizzative.
    Da ora in poi vi autorizzo a chiamarlo “Sergio il contabile”, o “Il ragionier Sozi”, o “Il computatore letterario” o… fate voi.
    Naturalmente Sergio merita una ricompensa.
    Nei prossimi giorni, su questo schermo, avrete possibilità di leggere in anteprima un consistente pezzo del più recente racconto (rigorosamente inedito) del nostro “computatore letterario”.
    Non saprei dire se la ricompensa per Sergio potrà valere come punizione per qualcun altro. Enrico Gregori? Tu che dici?

  407. Sono curioso di assistere alla conclusione del gioco.
    Non ho ancora letto tutti i vostri commenti, ma lo farò nel fine settimana.
    In ogni caso, a gioco concluso aggiornerò il post inserendo le copertine e brevi informazioni sui due “libri salvati”.
    Vi anticipo che più tardi (non so dirvi quando) pubblicherò un nuovo post: un romanzo che ha per protagonista un magistrato e che è stato recensito da un magistrato. Qui a Letteratitudine mica possiamo fare cose ordinarie, no?

  408. L’anticipazione di un ringraziamento particolare…
    rivolto agli amici di “Scritture&Pensieri”, inserto domenicale di libri del quotidiano “Il Corriere Nazionale”, brillantemente curato da Stefania Nardini, per aver pubblicato un articolo su Letteratitudine all’interno del numero di domenica 11 ottobre. Vi riporto un passaggio:

    Si chiama “Letteratitudine”, ed è un blog letterario d’autore di Kataweb/Gruppo L’Espresso, curato dallo scrittore siciliano Massimo Maugeri. Blog molto visitato e “partecipato”: nella maggior parte dei post (articoli) i commenti dei frequentatori superano il centinaio. Maugeri lo ha creato definendolo open-blog e coinvolgendo scrittori, lettori, librai, critici e giornalisti culturali: una community che tende ad allargarsi sempre più confrontandosi e dibattendo su libri e temi di natura letteraria e culturale.

    “Il Corriere Nazionale” è seguito da 65.000 lettori. Mica pochi!
    😉

  409. Ciao ”capo”, bentornato all’inferno: abbiamo penato ma cum gaudio.
    Ed ora ecco la GRADUATORIA GENERALE – relativa a mar. mer. gio. e oggi venerdi’. D’ORA IN POI – E FINO A DOMANI SERA A MEZZANOTTE – SI POTRANNO VOTARE SOLO DUE LIBRI FRA QUELLI INCLUSI NELLA SEGUENTE GRADUATORIA:
    1) Dostoevskij – Karamazov: 18 voti;
    2) Ex aequo con 15 voti: Calvino – Trilogia, P. Levi – Se questo e’ un uomo;
    3) Tolstoj – Guerra e pace: 10 voti;
    4) Manzoni – Promessi sposi: 7 voti;
    5) Marquez – Cent’anni di solitudine: 6 voti;
    6) Ex aequo con 3 voti: Bukovski – Storie di ordinaria follia; Coelho – L’alchimista; Dostoevskij – I demoni;
    7) Ex aequo con 2 voti: Sciascia – Todo modo; Calvino – Cosmicomiche; Flaubert – L’educazione sentimentale; Kafka – Il castello; Bufalino – La diceria dell’untore; Cechov – I racconti;
    8) Tutti gli ex aequo con 1 voto: Coelho – Veronika decide di morire; Balzac – Le illusioni perdute; Eco – Il nome della rosa; Dostoevskij – Delitto e castigo; De Amicis – Cuore; Mann – I Buddenbrock; Mann – La montagna incantata; Schulz – Le botteghe color cannella; Exupery – Il piccolo principe; Exupery – Volo di notte; Flaubert – Madame Bovary; Kundera – L’insostenibile leggerezza dell’essere; Sartre – Il Diavolo e il buon Dio; Huxley – Il mondo nuovo; Austen – Orgoglio e pregiudizio; Bulgakov – Il maestro e Margherita; Chatwin – Patagonia; Melville – Moby Dick; Benni – La Compagnia dei Celestini; Vittorini – Uomini e no; Balzac – Papa’ Goriot; Collodi – Le avventure di Pinocchio; Orwell – 1984; Allende – La casa degli spiriti; Salinger – Il giovane Holden; Monelli – Avventura nel I secolo; London – Il richiamo della foresta; Pears – La quarta verita’; Suskind – Il profumo; Dick – Labirinti di morte; Coe – La famiglia Winshaw; Proust – Alla ricerca del tempo perduto; Tolstoj – Resurrezione; Witkiewicz – Addio all’autunno; Hesse – Siddharta.
    NOTA:
    Permettetemi di dire che la votazione, dopo i primi interessantissimi ma come e’ logico anarcoidi giorni di discussione, ha preso un verso del tutto per me inaspettabile: Proust, da candidato forte che era in principio, e’ scivolato a fine classifica. Si confermano ”tosti” Primo Levi, Tolstoj e Italo Calvino, dopo l’asso pigliatutto Dostoevskij.
    Adesso fate vobis: AVETE ANCORA PIU’ DI VENTIQUATTRO ORE PER RIBALTARE ULTERIORMENTE LA CLASSIFICA – MA RICORDATEVI CHE DA ORA ALLA MEZZANOTTE DI DOMANI OGNI PERSONA PUO’ VOTARE SOLO UNA VOLTA I SUOI DUE LIBRI PREFERITI.
    DOMENICA PRESENTEREMO A MAUGGER LA GRADUATORIA DEFINITIVA CON I… VINCITORI DI QUESTO GIOCO AL MASSACRO.
    ‘Notte a tutti.
    Sergio

  410. (Scusate ma la faccetta brutta e gialla che sta in mezzo alla mia normale graduatoria chi diavolo ce l’ha messa? Io non le so fare ‘ste operazioni iconoassurde! Grazie, o ariostesco Maugger, per il ”compenso”: e se non mi pubblichi il racconto, almeno pubblica un necrologio per la mia passione letteraria, eh! eh! Abbraccioni!).
    Sergio

  411. Ave Sergio, ave Massimo,
    pardon ma voto in extremis, simbolicamente.
    Naturalmente:
    1 – Dissipatio Humani Generis di Guido Morselli
    2 – Il mio Carso di Scipio Slataper

    E complimenti per lo splendido dibattito:).

    Sergio, quando hai un attimo dammi conferma di aver ricevuto la mia mail, tempo fa. 14 sera 15 16 dic sarebbero giorni buoni per ubriacatura a TS.
    Mi trovi qua: franchi at lankelot.eu

    (tornando alla classifica… tra i già votati, opto per:
    Bulgakov – Il maestro e Margherita
    Orwell – 1984)

  412. A TUTTI: FORZA! LEGGETE LA SOPRASTANTE CLASSIFICA E VOTATENE DUE LIBRI!
    UNA TESTA-UN VOTO DI DUE LIBRI!
    AVETE TEMPO FINO A SABATO A MEZZANOTTE PER FAR DIVENTARE PRIMI GLI ULTIMI O ULTIMI I PRIMI!
    A Enrico: Greg, il ”capo” ti chiama, chiedendoti se saprai reggere la lettura su Letteratitudine di un altro racconto del sottoscritto. Che dici, eh?
    Abbraccione
    Sergio

  413. Ciao, Franco: messaggio giunto, non ti ho risposto perche’ ti vedo qui e perche’ la famiglia e il lavoro mi hanno distratto. Giustamente, dopotutto. Per la serata allegra ne riparleremo… sai, sono molto sedentario e non guido volentieri. Grazie comunque e ci sentiamo sempre.
    Stammi bene!
    Sergio

  414. Ancora grazie a tutti.
    Troverete il nuovo post domattina (spero!)… non prestissimo.
    Intanto continuate a votare.

    Ciao Gianfranco

    @ Francesco:
    L’articolo diceva poche altre cose: accennava alle “rubriche” e, ovviamente, indicava l’indirizzo del blog.

  415. OTTOCENTO: I FRATELLI KARAMAZOV
    NOVECENTO: SE QUESTO E’ UN UOMO

    @ MASSIMO:
    bentornato, anche se è sorprendente che tu sia tornato. infatti a causa degli accidenti che ti abbiamo dispensato, avresti dovuto come minimo essere scambiato per un mafioso latitante e trascorrere un paio di mesi a dirimere con la magistratura belga l’equivoca questione. Però sei tornato con una buona notizia, ossia che la ricompensa a questa nostra fatica sarà la possibilità di leggere un inedito racconto di Sergio Sozi.
    Questa è davvero una chicca pregevole! Spero che sia qualificante per il blog ed entusiasmante per tutti i partecipanti. Che invidia!
    A me purtroppo scade stasera l’abbonamento a Internet. La connessione salterà e non sono in condizioni di rinnovarla. Con gli ultimi 39 euro rimasti nelle mie casse ho acquistato copie di “Diabolik”. “Lando er camionista” e “Sorchellla”. Dopo una settimana a discutere di Dostoevskji, Calvino e Proust….una boccata d’aria!

  416. sempre @ massimo:

    non per intromettermi nelle tue prerogative, ma io inserirei un nuovo argomento dopo la conclusione di questo “duello”, altrimenti si rischia un po’ di confusione.

  417. Ciao Enrico,
    hai ragione.
    Pubblicherò il nuovo post solo dopo la conclusione del gioco… immagino domenica.
    Come vedi sono sempre pronto ad ascoltare i vostri suggerimenti.
    Però votate, eh?
    😉

  418. Anzi, visto che avete deciso che si può votare fino alla mezzanotte di oggi e che domani si tireranno le somme del gioco e verranno fuori i due titoli tanto attesi, pubblicherò il nuovo post dopo la mezzanotte di domenica.

  419. @ massimo

    oltre ai titoli tanto attesi, sarebbe a quel punto opportuno anche un tuo commento con qualche replica da parte nostra. capisco che tu abbia fretta di rinvigorire il blog con un nuovo argomento, ma tieni anche presente che noi, dopo questa settimana, siamo sfiniti!
    🙂

  420. errata corrige:
    siamo sfiniti tutti tranne Vito Ferro. Come hai potuto notare, quando gli argomenti letterari vanno un po’ al di là di “Le ore” e di “Scambiamoci le mogli”, quello scribacchino torinese ha poco da dire. Ti rendi conto di quale sacrilegio fu “Recensioni incrociate” con un libro suo paragonato al mio?
    🙂

  421. Caro Enrico,
    ti posso dire che per me è stata una vera sorpresa “scoprire” l’entusiasmo che ha suscitato questo gioco e la vostra abnegazione nel portarlo avanti.
    Credo che questo post possa rappresentare una sorta di pietra miliare nel progetto di open-blog.
    Sono qui, e osservo compiaciuto l’evolversi della fase finale.
    Ancora grazie.
    😉

  422. L’800: ho votato KARAMAZOV fin qui ed insisto ancora. Resisti Dostojè, stai affàrvuotodietro, anche se er Manzoni è in netta rimonta!
    Per il ‘900: dubbio amletico. Il mio Marquez è a 6. Non vincerà, ma potrei incidere ulteriormente per una posizione onorevole e di alta classifica.
    Un voto tra Calvino e Primo Levi invece potrebbe essere determinante per una vittoria finale, per il salvataggio unico e definitivo (mi fa sentire quasi come una Montalcini nel suo senatoriale scranno). Ed anche qui il tormento: cosa imporre al povero postero ? Una lezione atroce sui baratri cui l’umanità è capace di spingersi, o letteratura di stupefacente fantasia ? Miriam Ravasio in un altro post mi ha ribattezzato “Carlo Speranza” e io sto nome me lo sono tenuto: forse è un segno (di mio non sono un ottimista), ed allora con occhio speranzoso sulla generazione del dopobomba voto TRILOGIA !!!
    Grazie a tutti, mi sono divertito e contierò a seguirvi fino alla proclamazione dei vincitori.
    Carlo Speranza

  423. A DONCHISCIOTTEZANZAN: il Suo ultimo voto purtroppo non e’ valido, oggi, poiche’ e’ obbligatorio ripescare due titoli dall’ultima graduatoria di cinquanta titoli che trovera’ sopra a mia firma. Forza: scelga e riposti le Sue preferenze!
    AD ENRICO:
    SULL’ABBONAMENTO INTERNET SCHERZAVI, NEVVERO? Ammazza quanto so’ tirchi ar Messaggero: ”du’ pinze e ‘na tenaglia”, come se diceva a Roma ‘na vorta! Manco i soldi per Internette ti mollano! Su… risolvi la questione attaccandoti abusivamente all’allaccio del direttore responsabile… eh! eh!
    Salutoni
    Sergio Sozi ”Il Contabile Letterario”

  424. Allora. Nella mia rancorosa fedeltà alla linea voto sempre Karamazov (anche preferendo i demoni, personalmente) e sempre Calvino.
    Sono stata brava, ubbidiente, conciliante e altruista.
    Ma in un mondo senza Dickens, Stendhal, Proust, Alice, Virginia e winnie pooh non credo valga la pena vivere. Citando solo gli essenziali.
    Ti odio, Massimo.

  425. @ massimo:
    è evidente che ciò che tu hai ammantato come missione di lavoro, in realtà è stato l’acquisto di notevole quantità di sostanze stupefacenti. Evidentemente Bruxelles è un mercato florido e conveniente.
    Non si spega altrimenti la tua convinzione che questo post sia una specie di capostipite nel mondo degli open-blog.
    A mio parere è come affermare che i cortili dei manicomi erano l’anticipazione della comunicazione virtuale.

  426. mentre questo massacrante gioco volge al termine, sono andato a guardare un vecchio ma permanente post di questo blog ossia “i dieci libri più belli di tutti i tempi”. Un post che ha delle evidente similitudini con questo “cortile” che abbiamo scatenato.
    Al di là della classifica di quel post, si evince che i classici sconfiggono i moderni in tutta scioltezza.
    Approvo, concordo e sottoscrivo.
    Non è solo questione di stoffa, credo. Ma anche del fatto che moltissimi “moderni” scrivano più per se stessi (e per le classifiche) piuttosto che per dir qualcosa.

  427. Beh… i cortili dei manicomi e la comunicazione virtuale, dicevi, Enrico? Mica male come ipotesi…
    Sergio

  428. Eppoi qui anche i novecenteschi si difendono bene, in confronto agli ottocenteschi. Certo… a ben vedere… senza limiti temporali imposti i risultati sarebbero stati altri.
    S.

  429. @ sergio
    io faccio solo ipotesi giuste, corrette, definitive, esaustive, incontrovertibili, inappuntabili, intelligenti e lungimiranti.
    ps: come vedi sono fuggito da un cortile
    🙂

  430. @ sergio:
    senza limiti di tempo nè di genere avrei detto “DIVINA COMMEDIA” e non sarei più intervenire in alcun dibattito. Non avrei cambiato titolo nemmeno se Elektra avesse mandato un post in cui giurava amore eterno a me ripudiando Maugeri
    🙂

  431. Grazie Francesco! Ma Zauberei dove sta? Ci manca!
    A Enrico: ripeto: non fare che sparisci per scadenza abbonamento Internet. Senza limiti di tempo avrei detto Divina Commedia e poi avrei disdetto l’abbonamento internettiano anch’io. Ovvio: li’ c’e’ tutto. Tutto e di piu’.
    A TUTTI: VOTATE! TEMPO FINO ALLA MEZZANOTTE PER SCEGLIERE DUE TITOLI DELLA LISTA SOPRASCRITTA.
    Sergio

  432. @ sergio:
    in questo post collimiamo sui Karamazov, in quello “invisibile” sulla Divina Commedia.
    Uno di noi due parte da Zanzibar in mongolfiera, l’altro da Oslo in Maserati. Poi, accade che in qualche punto ci si incontra.
    ps: mi scuso con Vito Ferro per la profondità di questa riflessione. Non tentare di comprenderla sennò ti scoppia una meningite batterica

  433. Enrico: se la Einaudi ti avesse proposto di abiurare Dante per pubblicare presso di loro il tuo ”Un te’ prima di morire” cosa avresti replicato?

  434. Soffro di vertigini ed odio le automobili. Facciamo: io in treno accelerato da Atene e tu in Ferrari da Caltanissetta.

  435. @ Gea: più mi odi, più ti adoro.

    @ Enrico: se lo dici tu ci credo… dato che sei un gran frequentatore di cortili di manicomi. A proposito, l’orario della tua libera uscita è sempre quello?

    @ Sergio: più ci penso e più mi convinco che hai un gran futuro da contabile.

  436. A TUTTI: avete visto? Maugger se n’e’ tornato bello fresco dall’estero e gia’ sfotte e spernacchia. Chettepossino!
    S.

  437. Non c’è nessun voto per “L’uomo senza qualità” di Musil, forse il massimo romanzo del novecento. Io stesso avevo votato per Montale, non sapendo che la poesia non era ammessa… non avevo votato Musil. Ma l’uomo senza qualità, bisogna tenerne conto, è un libro formidabile.

  438. @ sergio:
    il mio futuro letterario è abbastanza interessante e ricco di progetti. quindi posso permettermi il lusso di mantenere sempre fede alle mie scelte. pensa, mi piacesse, difenderei anche un libro tuo!
    🙂

  439. AVVISO IMPORTANTE PER TUTTI
    Si possono, purtroppo, votare SOLO due fra i titoli compresi nella graduatoria di cinquanta (vediate piu’ sopra il ”post” di venerdi’ 16 novembre, ore 9.51).
    Sergio ”Il Contabile Letterario”

  440. Io voto “I fratelli Karamazov” e “Se questo è un uomo”

    P.S. Se vuoi, Massimo fatti mandare dalla casa editrice Il Foglio letterario
    Il mio romanzo “Una vita negata” Ha avuto Ottime recensioni. Se vuoi, mi farebbe piacere un tua recensione. E’ stato pubblicato nel gennaio 2007 Ciao Franca Maria Bagmoli

  441. Carissimo Maugeri, solo una distratta scrivente come me, può aver dimenticato di aver o meno già inviato un commento, quindi scusami se questo dovesse essere un ulteriore mio intervento, te lo ripeto sono smemorina, specie per quello che scrivo di corsa e d’impeto.Dunque, dal momento che di libri conosciuti ne salverei tantissimi ma essendo per loro fortuna conosciuti non corrono il rischio di non salvarsi anche senza il mio voto, così, ho deciso su due piedi e i due libri da salvare sono i miei, che infatti abbisognano di sostegno e considerazione, altrimenti non saprei se continuare a considerarli dei libri….Sono: “L’Albero delle giuggiole3” di M.Gabry Conti che finalmente è anche provvisto di ISBN 978-1-84799-159-1, dopo aver dedicato tre decenni di vita alla scrittura spontanea, dopo aver prosciugato tutti i risparmi di una vita che per una che ha cominciato a lavorare precocemente da minorenne è valsa una fatica disumana, per una che per vedersi pubblicate almeno qualche poesia, ha dovuto tirar fuori sempre soldini….insomma per una che è ingrassata quasi 10 chili pur di riuscire a scrivere come desiderava e il computer si sa non ti fa consumare calorie…ma tanto tempo…Insomma, questo libro vale molto, pesa poco e contiene un’immensità di pensieri, ma alla fine, proprio all’ultima pagina ti dice anche “Il bello delle cose è poterle leggere e sentirle leggere” che per una che soppesa ogni cosa non è poco averlo pensato. E poi, sappiate che non è neanche un libro perfetto perchè contiene un paio di refusi e errorini vari, dovuti al file che non essendo stato inviato come pdf ma come word se li è creati senza saperlo…ma si sa, una che ha imparato ad adoperare il pc senza poter fare corsi di aggiornamento validi perchè non essendo iscritta ad un Ordine di professionisti, i soldi per tenersi aggiornati escono e non ritornano più…E poi, contiene un racconto che comunque vada, mi immette nella categoria dei gialli, ed essendo romanista e ferrarista il giallo mi piace. Altre cose non ve le dico su questo libretto perchè deve essere una sorpresina per chi lo leggerà….
    L’altro libro da salvare, invece, vorrei dirvi trattasi di un mio book fotografico che si intitola “Scampoli di Luce” o “Il maestro e l’allieva” dove l’allieva sarei io con i miei primi dipinti olio su tela, ma non posso, per un riguardo proprio verso i libri fatti di parole e pensieri e non foto, e poi, questi book si possono acquistare su http://www.lulu.com a sostegno dei centri di Ricerca che ho indicato nei testi stessi. Dunque per finire, il secondo libro mi verrebbe anche da dire quell’affascinante sempre di Marcel Proust “Le plaisir de lire” che secondo me è un vero ricostituente della memoria per coloro che avessero perso proprio la voglia di leggere, ma è troppo conosciuto..ed è scontato che sia da salvare, come la Bibbia e tanti altri…allora, dulcis in fundo….vi dico questo: “Sconosciuta senza S”, credo rimarrà unico nella storia della società e del mondo del lavoro, infatti ho saputo che nelle sedi sindacaliste del paese, lo hanno messo al’indice…sto scherzando, si capisce, ma ho voluto con questo ultimo mio lavoro pensare ad una categoria che sta salvando la terra da non so quanto tempo: le casalinghe dell’anima…..Sto inviando or ora l’opzione per avere anche per questo mio figlioletto tutto domestico, l’ISBN, perchè anche le house-wife abbisognano di avere tutti i numeri in regola per sopravvivere ad una stoltezza di pensiero che finora le ha considerate non considerandole proprio. Detto questo, vi giuro che non scriverò per tutto il week end, contenti!
    Buon salvataggio e fatemi sapere se sarò costretta ad accendere un altro prestito per continuare a scrivere oppure qualche briciola mi cadrà sulla testa e mi affretterò a raccoglierla…del resto, sarebbe così bello poter assegnare ad ogni libro un compito di solidarietà, io di idee ne avrei molte, e voi? Saluti cari e grazie!

  442. L’ultimo voto è importante come il primo. Non me la sento di sostenere Karamazov, è un testo molto “filosofico” e quindi poco armonico nei confronti del genere umano, le donne sono solo comparse. Pur amando quel libro e tutti i personaggi e soprattutto Dotoevskij , non me la sento di “lasciarlo” in eredità; per cui ripropongo il più completo e universale Guerra e pace. Per il Novecento, condivido con Carlo Speranza (Speranza: per il suo intervenire chiaro e diretto al di là delle corrette procedure ), l’importanza del voto e il senso di responsabilità. Finalisti sono: Se questo è un uomo (proposto proprio da me!) e la Trilogia di Calvino. Durante la sei giorni ho riflettuto parecchio sul testo novecentesco da tramandare ai posteri; nel “non-libro” di Levi c’è il dolore, il Male, anzi la possibilità/facilità del Male, c’è l’uomo che non è più tale, che poi non sarà più capace di “scrivere poesia”! Ritengo che sia un carico troppo pesante per i sopravvissuti alla catastrofe ipotizzata da Maugeri; pericoloso e inquieto come un timbro indelebile quel testo, quell’unico testo-testimone potrebbe influenzare e condizionare i posteri con esiti imprevedibili e ancora catastrofici. In contrapposizione abbiamo gli svolazzi linguistici, eleganti e inconfondibili, di Italo Calvino. Fra il dolore e l’assurdo, mi sembra più giusto scegliere un impegno linguistico e liberare il futuro dai nostri angosciosi tormenti.
    Riassumendo:
    Ottocento, Guerra e pace di Tolstoj
    Novecento, Trilogia di Italo Calvino
    A domani, Miriam

  443. Ciao Massi, bentornato. Non hai idea di quanto tu mi sia mancato.
    (Rima casuale che farà rodere il fegato a Gregori).
    Confermo anche oggi le mie scelte:
    – Ottocento: Guerra e Pace
    – Novecento: Se questo è un uomo.
    Miriam, le tue motivazioni non mi convincono. Quelle descritte nel libro (altro che non-libro) di Levi sono atrocità che devono ASSOLUTAMENTE essere ricordate. A prescindere da tutto.
    Massi, un’ultima cosa. Vedi di non fare troppo il cascamorto con la pur simpatica Gea.
    Smile

  444. su invito di Massimo Maugeri
    prendo parte a questo gioco assai interessante.
    Vi chiedo di perdonarmi,
    soprattutto chiedo scusa a sergio sozi,
    se non seguirò le regole
    ma non è nel mio stile.
    Quindi in extremis
    do 2 voti
    a un unico testo:
    “ULISSE” di James Joyce
    saluto vito ferro & enrico gregori che nei loro post hanno un che di straordinario.
    grazie
    massimiliano

  445. In strada stanco
    guidando guardo
    la notte,
    Chiara,
    nella nebbia adesso,
    respirando ancora,
    morto.
    _________________________________________________________

    Voto da uno ad uno? E’ dedicata ad un’ex che più che ex non si può.

  446. Non ce lo fatta a leggere tutti i post, sono saltato dal 9 nov ad horas.

    Vi trovo male, compagnucci della parrocchietta, intimiditi dall’irruenza di Vito Ferro – di cui condivido la scelta primigenia di 1984, a cui ha vigliaccamente abdicato sotto i colpi di maglio del Ras Enrico Gregori. Intimiditi dall’arrivo “a letto caldo” di Sergej Sozi, il barocco giovine e dalla piccolo-borghese paura di dare per scontato che l’800 sia russo e il Novecento debba essere tutto immolato sull’altare dell’olocausto e della letteratura ebrea (che Primo Levi si sia ucciso mi provoca ancora un dolore immenso, ma non mi sottopongo al ricatto: mio nonno è morto per le conseguenze dell’enorme quantita di olio di ricino somministratagli).

    L’800 è straordinariamente italiano e da esso non ci siamo mai liberati, come non ci libereremo mai dalla straordinaria bellezza erotica, umoristica e provinciale de “I Promessi Sposi”: il libro; la letteratura nascente; la fiaba; il lieto fine, ivi compresi il grande “Compromesso Troisiano” che vi è insito dei “Cinquanta giorni da Orsacchiotto”, il compromesso, l’inciucio, il “volemose ‘bbene”, l’intrigo noir.

    Il ‘900.
    A “Il deserto dei Tartari sono molto legato, al punto da averne scritto (la grande anima di Buzzati m’incenerisca) il XXXI capitolo come omaggio al maestro.
    Sozi cita Calvino: anchio. Ma il Calvino che voglio salvare e portare con me è quello che rifiuta il presente, che si rende conto che gli americani ( e qualche europeo) con i ghost writer stanno uccidendo il romanzo e compila un temino monumentale : “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, non solo, con i titolo dei dodici racconti da’ l’incipit del tredicesimo, ma riesce a scriverci la prima parte del racconto che verrà del III millennio.

    Se dovessero valere come voti, lo ripeto:

    A. Manzoni *
    I Promessi Sposi

    I. Calvino
    Se Una Notte d’Imverno Un Viaggiatore

    p.s. * A come Alessandro non Alberto, come nel film “I due Carabinieri”

  447. ho un libro che salverei anche finendo nella lava del vulcano.
    ho un solo problema non ricordo nè l’autore, tantomeno il titolo; ricordo perfettamente che è scritto da un ex gesuita, peraltro siciliano, che racconta appunto della compagnia di gesù. de titolo l’unica parola che ricordo è zagare. è di un pò di tempo fa. un libro eccellente che smonta tanti falsi miti. perdonatemi l’intrusione ma se qualcuno ricorda o conosce mi interesserebbe averlo. lo lessi prendenolo in prestito dalla biblioteca comunale. grazie e un saluto a tutti

  448. @ francesco di domenico
    come Ras valgo pochissimo visto che le mie scelte iniziali erano I Malavoglia e I ragazzi della via Pal. Strada facendo ho cambiato idea e su via Pal sopravvivo. Per i Malavoglia attendo che una notte Giovanni Verga arrivi a tirarmi per i piedi.

  449. Libri da salvare? Per l’Ottocento sceglierei Delitto e castigo, perché è un romanzo “immenso”, oercgé propone problematiche eternamente attuali, fa riflettere, interroga, indaga nelle nostre coscienze, non ci dà vie di scampo. Tutto il contrario di quello che avviene oggi.
    Per il Novecento sceglierei Alla ricerca del tempo perduto. Su un’isola deserta sarebbe perfetto. Grande grandissimo, Proust, finora insuperato.

  450. @ Enrico: l’idea della comunicazione da un manicomio è già stata utilizzata.
    @ Gea e Desi: per favore non ricordatemi che abbiamo immolato Proust. Per espiare rileggerò per l’ennesima volta la Recerche. In quanto all’affermazione di Gea secondo la quale non vale la pena vivere senza certi libri, devo constatare che, purtroppo, siamo tutti qui. Ciò nonostante quei libri siano dimenticati a vantaggio di “certe carte imbrattate che girano piene di nomignoli di adolescenti et similia”. Meglio rinunciare a leggere piuttosto. Huic uni forsam potui succumbere culpae.

  451. Bentornato Massimo Maugeri e grazie a Sergio Sozi per la solerzia amorevole e politicamente corretta nel moderare il nostro pronostico letterario; per coerenza e passione confermo una finale tutta italiana la mia:
    Ottocento: “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni
    Novecento: “La trilogia” di Italo Calvino
    Ciao a tutti!
    Luca Gallina

  452. Difficile sceglire, penso La Trilogia Galattica di Asimov,e la poesia di Elouard, Emily Dikinson, e sicuramente cercherei di imboscare I Tre Moschettieri e un gigantesco Dizionario.
    Bella iniziativa, quali sarebbero i tioi caro Maurgeri?
    Sorrisi da fare e ricevere a tutti !
    Patrizia Petracco

  453. Attendonsi altri voti sulla graduatoria sovrapubblicata in data venerdi’ 16 novembre alle ore 9.51 p.m. Si ricorda alla Gentile Clientela che si possono esprimere solo DUE titoli, fra i cinquanta compresi in detta graduatoria. Astenersi Gregori e perditempo. Augurasi domani commento cum voto del Maugger ariostesco e galante.
    Il sottoscritto ”barocco giovine” ricorda al sig. Di Domenico che ”Se una notte d’inverno un viaggiatore” di Calvino Italo vale solo come idea e non come voto.
    Grazie

  454. mi astengo perché ho già votato. la corsa mi sembra ormai ristretta. da quello che vedo vinceranno comunque due libri validissimi. un grazie a sergio per il suo lavoro
    ps: “barocco giovine”?. ma a che età avete intenzione di definirvi almeno adulti?
    @ elektra:
    io a te non ti calcolo proprio 🙂

  455. Sconvolgente: non uno solo che abbia citato Stendhal! Io sono per il Rosso e il Nero, romanzo sconvolgente di amore, morte e ambizione. Quasi per lo stesso motivo sceglierei anche Anna Karenina di Tolstoj, ma siccome bisogna andare sul Novecento, propongo La montagna Incantata di Thomas Mann. Libri che segnano. Però mi accorgo che già soffro per non averne proposti altri. …
    Posso dare dei voti negativi? I Demoni tra tutti i Dostojevski mi sembra il peggiore, quanto a Calvino, segnalo per chi se lo fosse perso Amori Difficili, un vero mito. Lo s, ormai è tardi per fare cordate, però non potevo esimermi
    .Ciao Enrico (al lavoro non abbiamo mai tempo per parlarci…) complimenti per la tua solita verve letteraria
    angela

  456. Gregori,
    da te non me l’aspettavo, lavori cosi tanto da non poter infiocchettare ragionamenti con la tua “Padrone”, sono andato immantinente sul blog dell’Angela e…devo dire, ci sarebbe da imbastire belle discussioni.

    Il “Giovin Signore Dalmato”, si è inventato la lista bloccata tipo quella del Weltronio arricchito, quello che ha inventato il “Partito Ziotocratico”!
    Io sulla zattera mi porto “Se una notte d’Inverno…” e Sandrin’ Manzoni e la Angela Padrone – se volesse venire – voi arrangiatevi (se m’avanzasse uno strapuntino: “Tre uomini in barca” del collega JKJ e la mia bottiglina di whisky da 5 euro- Mc Brides, si trova da Auchan).

  457. Grazie mille per i nuovi commenti.
    Grazie e benvenuti ai nuovi arrivati.

    Patrizia Petracco vorrebbe conoscere le mie preferenze. A tal proposito vorrei dire… ma come diavolo si fa a scegliere solo tra due libri? L’ideatore di questo gioco del cavolo dev’essere come minimo odioso e insopportabile.
    Ma come si fa!… dico io.

  458. Ma santa polenta, gente, e svegliarsi prima? ADESSO mi arrivate con Mann, Stendhal e Musil, per non parlare di Proust che ancora sanguino..
    Se penso alle belle cordate che si potevano fare mi mangerei le mani.
    Tant’è.
    Credo di aver già votato oggi (Sergio, controlla…). Non l’avessi fatto contatemi ancora tra i monitori: se non altro per gratitudine nei confronti del nostro Computatore. Grazie di tutto.
    Massimo: ti manderei il conto della confezione di moment che ho fatto fuori in questi giorni, ma ho deciso che non è tutta colpa tua.
    Vado a rileggermi Alice per sentirmi di nuovo felice (diomio quant’è cacofonica questa frase. Chissene: rende perfettamente).
    Un buon non-compleanno a tutti.

  459. Scherzi a parte, al momento preferisco astenermi. Sapete, non vorrei influenzare nessuno. Non sia mai che il mio voto possa sconvolgere equilibri cosmici o creare devastanti “effetti farfalla” in giro per l’universo.
    No, sul serio… ho visto l’ultima lista e a fine gioco vi dirò quali sarebbero stati i libri che avrei appoggiato (sacrificando, magari, e molto a malincuore, altri capolavori).
    Buonanotte, miei cari!

  460. Cara Gea, ti auguro sogni d’oro nel paese delle meraviglie.
    Prima di mandarmi conti aspetta un moment, che mi viene il mal di testa.
    Ma chi è Santa Polenta? La Santa protettrice della Lega Nord?

  461. Come sono distratta, mi rimane poco tempo per partecipare al gioco.
    Mumble, mumble… perché non salvare i fumetti…quelli che ci hanno fatto sognare. Scherzavo!
    Quanti dubbi, ma lancio un autore che più volte ho riletto, i suoi racconti di mare, la ricerca dei venti, caratterizzati come fossero elementi umani.
    Ecco Joseph Conrad con ‘La linea d’ombra’.
    Un saluto a Massimo e tutti i partecipanti.

  462. Mannaggia li pescetti, no..
    Trattasi di violenta autocensura. Nello sforzo immane che mi è costato evitare di scrivere quella che avevo in mente, mi è uscita un’antica imprecazione di mia nonna.
    Nelle crisi sempre far ricorso all’imprinting.
    Notte caro. Ti faxo un’ aspirina?
    🙂

  463. Mi dispiace, non ce l’ho fatta a votare… ammiro chi si è rotto la testa per farlo ed elaborare classifiche. Vinca il migliore? è un gioco ma mi impressionano questi 2 duo two libri sopravvissuti alla tragedia!

  464. Ciao, gente: qualcuno mi ha appena confidato che ”Il “Giovin Signore Dalmato”, si è inventato la lista bloccata tipo quella del Weltronio arricchito, quello che ha inventato il “Partito Ziotocratico”!”
    (sic, vedasi sopra).
    In questa soavemente bisbigliata osservazione di leonina rivolta al potere assoluto del sottoscritto, il ”Giovin Signore Dalmato” sarei io – umbro-laziale e residente in Slovenia – e il mio ispiratore sarebbe Walterino Veltroni.
    Quantunque io abbia troppo da fare per la comunita’ di Letteratitudine per mettermi ora a vergare pubblici encomi e assegnazioni di medaglie al valore, vogliamo ringraziare siffatto maestro geografo e politologo ”de range” con un sentito ”Ma prego, si accomodi: non attendevamo altri che Lei, ad organizzare le cose. Magari una settimana fa, ma comunque e’ uguale: rimandiamo tutto alla prossima decade.”
    Il Dalmata

  465. GRADUATORIA FINALE DEL GIOCO
    Breve premessa: la seguente graduatoria e’ stata redatta come finale e conclusivo aggiornamento della graduatoria semifinale bloccata (vediate sopra in data venerdi’ 16 novembre ’07, ore 9.51 p.m.), la quale e’ stata redatta contando i voti liberi conteggiati nelle tre graduatorie precedenti (una rispettivamente per il mar., mer. e gio-ven. precedenti). Insomma, ognuno ha potuto proporre, per quattro giorni, i nomi che voleva. E prima ancora la discussione non prevedeva alcun limite. Ovvio andare a stringere su una ”rosa” finale, alle ultime battute. Senza selezione e regole, nessun gioco diverte nessuno. E adesso vediamo.
    1) F. M. Dostoevskij, ”I fratelli Karamazov”: 24 voti;
    2) I. Calvino, ”I nostri antenati”: 21 voti;
    3) P. Levi, ”Se questo e’ un uomo”: 20 voti;
    4) L. Tolstoj, ”Guerra e pace”: 12 voti;
    5) A. Manzoni, ”I promessi sposi”: 9 voti;
    6) G. G. Marquez, ”Cent’anni di solitudine”: 7 voti;
    7) Ex aequo con 3 voti: Bukovski, ”Storie di ordinaria follia”; Coelho, ”L’alchimista”; F. M. Dostoevskij, ”I demoni”; M. Bulgakov, ”Il maestro e Margherita”;
    8) Ex aequo con 2 voti: F. M. Dostoevskij, ”Delitto e castigo”; M. Proust, ”Alla ricerca del tempo perduto”; T. Mann, ”La montagna incantata”; G. Orwell, ”1984”; H. D. Salinger, ”Il giovane Holden; L. Sciascia, ”Todo modo”; I. Calvino, ”Le cosmicomiche”; G. Flaubert, ”L’educazione sentimentale”; F. Kafka, ”Il castello”; G. Bufalino, ”La diceria dell’untore”; A. Cechov, ”I racconti”;
    9) Ex aequo con 1 voto: Coelho – Veronika decide di morire; Balzac – Le illusioni perdute; Eco – Il nome della rosa; De Amicis – Cuore; Mann – I Buddenbrock; Schulz – Le botteghe color cannella; Exupery – Il piccolo principe; Exupery – Volo di notte; Flaubert – Madame Bovary; Kundera – L’insostenibile leggerezza dell’essere; Sartre – Il Diavolo e il buon Dio; Huxley – Il mondo nuovo; Austen – Orgoglio e pregiudizio; Chatwin – Patagonia; Melville – Moby Dick; Benni – La Compagnia dei Celestini; Vittorini – Uomini e no; Balzac – Papa’ Goriot; Collodi – Le avventure di Pinocchio; Allende – La casa degli spiriti; Monelli – Avventura nel I secolo; London – Il richiamo della foresta; Pears – La quarta verita’; Suskind – Il profumo; Dick – Labirinti di morte; Coe – La famiglia Winshaw; Tolstoj – Resurrezione; Witkiewicz – Addio all’autunno; Hesse – Siddharta.
    …E qui finisce l’avventura del signor Bonaventura, direbbe Sergio Tofano.
    Sergio Sozi (per l’ultima volta nella sua vita ”Il Contabile Letterario”).

  466. (Come cavolo faccio a disinnescare la faccetta idiota gialla che mi appare ogniqualvoltache’ io prema il tasto del numero 8? Aiutatemi!)

  467. La proclamazione dei vincitori, ora, spetta al Grande Onorevole Homo Sapiens-nonsense, Messer Massimo Maugeri (Maugger solo per i nemici). Dai, vecchio barbutocanuto Imperator, alzati dal giaciglio e fingiti almeno un Marco Aurelio alle sue ultime e memorabili affermazioni a riguardo della plural tenzone in cui hai stremato i tuoi ormai cristianizzati sudditi. Poi lancia tutto in un ”post”, affinche’ i ”post-eri” sappiano quanto cretini furono i loro avi.
    Sergio

  468. Ulteriore precisazione – poi vado a letto che mi sono rotto i corbelli:
    tutte le graduatorie sono delle semplici sommatorie progressive, redatte a scadenze orarie su tutti i nuovi voti e le nuove preferenze giunte ogni 24 ore: martedi’ piu’ mercoledi’ uguale tot; mar. e mer. piu’ giovedi’ uguale tot… e via dicendo. Dunque solo la graduatoria semifinale non ammetteva nuove preferenze, pur assommando i voti precedenti ai nuovi per ottenere la graduatoria conclusiva.
    Sergio

  469. Uff… la precisione: esempio piu’ aritmetico: partiamo da martedi’, con per esempio 3 voti a Pincopallino nella prima graduatoria; mercoledi’ ci sono altri tre voti a Pincopallino, dunque la graduatoria dice che Pincopallino ha in tutto 6 voti… e via dicendo, per ogni nuova entrata, fino alla semifinale, che sommava tutti i voti di Pincopallino e degli altri, chiedendo di votare solo i nomi inclusi in questa graduatoria. L’ultima graduatoria, quella decisiva, infine, reca la somma di tutti i voti ottenuti da Pincopallino e dagli altri gia’ presenti nelle precedenti graduatorie. Il metodo sara’ discutibile, ma almeno invoglia tutti noi a seguire l’evoluzione della vicenda fino all’inferno.
    Sergio

  470. Salverei… beh ne salverei un centinaio, però se me ne toccano due mi limito a:
    1) Madame Bovary
    una donna fantastica, e uno scrittore che si è immedesimato nel femminile in modo quasi eccelso. Viva Emma!
    2) Non ci crederete, salverei “non ti muovere” di Margaret Mazzantini, per il gioco dei contrari, rispetto a Balzac, un uomo pessimo descritto da una donna, autrice che in un certo senso riesce a nobilitarne i più bassi istinti.

    Aprrofitterei del rogo per far sparire i promessi sposi; basta non se ne può più, i miei figli sono l’ennesima generazione a dover leggere il feuilletton… scusate ma che Manzoni debba continuare a rappresentare il romanzo italiano…almeno passiamo a Moravia, vah… e perchè non Primo Levi o Italo Calvino? M (abbasso) Renzo e Lucia.
    ciao

    adriana

  471. Nessuno ha citato Cent’anni di solitudine e Le mille e una notte. Da salvare anche il “Diario” di Etty Hillesum.
    Con questi tre libri finire i miei giorni da eremita o su un isola deserta.

  472. Credo sia utile chiarire al sig. Di Domenico come il riconoscimento del ruolo di Sergio SOzi in questo blog, quanto meno per il gioco in corso, sia stato il frutto di una acclamazione popolare. Ciò dal momento che nessuno aveva “genio” di prendersi tale incarico, nè capacità. Ora, se si ritiene tale nomina disdicevole per noi tutti, ebbene ne rimaniamo convinti sostenitori. Qualora la si ritenga una decisione forzata, volevo tranquillizzare il sig. Di Domenico che questo blog è frequentato da persone assai poco remissive e per nulla inclini ad accettare il potere se fine a sè stesso. Quanto sopra non per mera difesa della comunità, ma della nostra dignità intellettuale, al di fuori di ogni politica e, soprattutto nel mio caso, con quella piena consapevolezza del proprio essere che solo la mancanza di illustri natali può conferire. Stia con noi. Sono sicuro che il padrone di casa ne avrà piacere.

  473. Sergio: non è l’otto, è l’accoppiata otto-parentesi chiusa. Sostituiscila con un trattino e vedrai che otterrai la soppressione dell’odiato sorriso giallo simpson.
    Comunque gioisci, abbiamo vinto. Coriandoli raganelle e trombette. Con gli spettri degli autori cassati che ci perseguiteranno nel sonno per l’eternità. Yuhuu… 🙁
    (scusa per la faccetta)

  474. Off topic (ma anche stavolta neanche tanto, temo)
    La Deutsche telekom sta acquistando i diritti del rosso magenta. Il colore.
    Che di conseguenza dovrebbe sparire da tutte le tavolozze esistenti, elettroniche e non.
    Propongo un post analogo a questo sui due colori da salvare, Prima che questi si comprino l’arcobaleno.

  475. Ce l’abbiamo fatta. Comunque sia andata non è stato facile. Però è stato abbastanza stimolante. Per divertirsi, credo, fosse necessario premettere che sarebbe stato inevitabile sacrificare capolavori immensi. Un gioco, ma migliore di tanti altri.
    Ho sostenuto i Karamazov. Non ho sostenuto Calvino, ma che “I nostri antenati” abbia vinto superando di un punto il “mio” Se questo è un uomo mi sembra un risultato indiscutibile.
    @ gea:
    la questione del Magenta non è così limpida. La Telekom sta contendendo i diritti di quel colore ad altre aziende. Insomma è una grandissima caciara. Il finale, per ora, è ignoto.

  476. Lo so. “questi” erano tutti i campioni del multisovratransnazionale che ritengono normale possedere un colore. Si spera vengano fermati prima che qualcuno si compri il sol settima diminuita o la lettera Q.

  477. A Gea:
    Sono con te: eccoli, i prepotenti plutocrati del ”Nuovo Millennio”… sono gli stessi per colpa dei quali, se fossero stati altrettanto potenti qualche decennio fa, nessuno avrebbe rischiato a pubblicare ”Orcynus orca”, ”Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, ”Dialogo dei massimi sistemi” di Landolfi o ”Roma senza papa” di Guido Morselli.
    Troppa fantasia fa male al popolo.
    Sergio

  478. A me farebbe tanto piacere, comunque, vedere un giorno su Letteratitudine un post (piu’ o meno) cosi’ intitolato:
    ”Fantasia e realta’ nell’opera letteraria narrativa”.
    In esso sarebbe bello discutere dei rapporti fra astrazione, poesia, immaginazione, sogno, invenzione e realta’, quotidianita’ et similia, in riferimento alla creazione delle opere narrative.
    Vi piacerebbe l’idea?
    Sergio

  479. E’ finita! Ci siamo divertiti e con entusiasmo e moderata passione abbiamo resistito fino alla fine. 634 post! Non male.
    @ Sergio:”Fantasia e realta’ nell’opera letteraria narrativa”, si potrebbe fare.
    @ Gea, i colori primari ormai sono solo tre: cyan, giallo e magenta. Se si sottrae il magenta cosa resta? Oltre al verde, per ogni altro colore è preclusa ogni possibilità. Mi sembra impossibile…cosa sapete (mi rivolgo anche a Gregori) di più? Oggi, comunque farò delle ricerche. Se una cosa del genere fosse vera sarebbe proprio tremendissima… teniamoci informati.
    Miriam

  480. @ miriam
    non so (per ora) di più di quello che ho detto. so di correre il rischio di passare per insensibile, ma la questione mi appassiona molto poco. Sarei molto più coinvolto se (come dice gea) qualcuno cercasse di ottenere l’esclusiva del sol settima diminuita. ricordo che rimasi schifato quando Michael Jackson acquistò i diritti delle canzoni dei Beatles. E’ un po’ come se Moccia acquistasse i diritti di Kafka.

  481. Trattasi di una particolare tonalità di magenta che è presente nel loro marchio.
    Analoga operazione sta facendo la red bull con il blu-silver.
    Anche se non è che una particolare sfumatura, ritengo che sia moralmente e simbolicamente atroce. Come peraltro brevettare principi attivi delle piante medicinali usate da secoli in erboristeria e poi farle sparire dal mercato.
    Se vuoi informarti di più ti rimando ai maggiori quotidiani (io l’ho trovata su repubblica).

  482. Be’… Io, personalmente, salverei: IL CORSARO NERO di Emilio Salgari, e UNO NESSUNO E CENTOMILA di Luiigi Pirandello.
    Il primo perché mi ha iniziato al piacere della lettura, il secondo perché mi aiuta a vivere meglio con gli altri!

  483. Grande Enrico Gregori!
    E’ la nostra generazione così insensibilmente cow-boya? Cialtronesca da “Amici miei”? Simpatica da “Ecch’ ‘a llà a’ vecchia” di Albertosordiana memoria? Siamo noi cinquantenni a sopravvivere alla noia e a sorridere di tutto?
    Dove sono finiti i Fusco, i Beppe Viola, i Niccolò Carosio e Ruggero Orlandi, estremamente colti, ma ruvidi come carta vetrata?
    Il cyan che diavolo è il buon “grattamarroni” viola?
    Il “magenta” è sempre stato cinabro, che si comprassero i lerci neologismi che hanno inventato, una risata li seppellirà!
    Enrì, fonda un partito che ti seguo, il mio Ueltronio l’ha sciolto…nell’acido!

  484. Cari amici,
    come forse vi sarete accorti ho aggiornato il post inserendo una comunicazione ufficiale con informazioni e immagini delle copertine dei due libri salvati.
    Inserisco nel successivo commento il comunicato.

  485. Dopo estenuanti confronti e un acceso dibattito che ha lasciato sul campo qualcosa come 640 commenti all’incirca, e soprattutto grazie all’impegno dell’intera comunità di Letteratitudine, e in particolare di qualche benemerito, tra cui l’esimio letterato umbro/sloveno Sergio Sozi, il sottoscritto, in qualità di gestore e curatore del blog, comunica i titoli dei due libri di narrativa – uno per l’Ottocento, l’altro per il Novecento – che sopravvivranno alla non meglio precisata apocalisse letteraria. Possano i posteri rendere merito all’impegno, dei singoli e della collettività, profuso senza lesinare rinunzie e immani sacrifici di natura personale.
    I “due libri da salvare”, secondo la comunità di Letteratitudine sono:
    – Per l’Ottocento:
    I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij
    ——————————————–
    – Per il Novecento:
    I nostri antenati di Italo Calvino
    ——————————————–
    Ancora una volta vi ringrazio di cuore per la partecipazione.
    vostro Massimo Maugeri

  486. @ francesco di domenico
    grazie, ma non posso accogliere l’invito a fondare alcun partito. l’unico possibile sarebbe un movimento nel quale ognuno è libero di pensarla come vuole senza rompere le palle al prossimo. simbolo del partito, direi, una foto di Jim Morrison
    🙂

  487. Egregio signor capo, boss, leader, Sua Illustrissima e Santissima Bloggherità, dr. Massimo Maugeri,
    LEI,
    non ha ancora rivelato i titoli dei due libri che avrebbe salvato.
    Il suo ritardo mi sembra come minimo disdicevole.
    Un curioso di passaggio

  488. Massimo Maugger, grazie per l’ ”esimio letterato” (ma dai!). Pero’ io sono semplicemente italiano. E adesso avanti: svela le tue preferenze, se hai fegato!
    Sergio

  489. Novantatre! 93!! La frenesia dei numeri mi ha lasciato qualche strascico e pertanto vi dico che – uno piu’ uno meno – sono state BEN NOVANTATRE’ LE FIRME DEI PARTECIPANTI AL GIOCO. 647 interventi per 93 persone intervenute nella durata totale del gioco (da venerdi’ 9 novembre 2007 a sabato 18 novembre 2007).
    Bel risultato, Massimo! Bravo tu e bravi tutti i partecipanti!
    Grazie mille!
    Sergio

  490. Qualche considerazione post-post, tanto per continuare a giocare ancora un po’. Non ci sono autori che qualcuno è sorpreso (o dispiaciuto) di non veder menzionato, neanche con un voto?
    Io dico la mia (e proprio nel senso di dispiaciuto).
    Per l’800: Conrad, R.L. Stevenson, Verne, Dickens, Maupassant (BOULE DE SUIF o LA MAISON TELLIER, saran solo -SOLO ? – racconti?)
    Per il ‘900: Svevo, Buzzati, Morselli, Flaiano, Gadda, Tabucchi fra gli italiani;
    e poi Borges, Queneau, Pessoa, Saramago (Oh, CECITA’, neanche un voto, benchè qualcuno lo avesse pur tirato fuori in qualche post – ma non è “cecità” questa?) e poi ancora Sebald, Joseph Roth, Philip Roth, De Lillo, Bellow, Ishiguro.
    Un voto, almeno un miserovoto non lo meritavan costoro ?
    onore ai vincitor (alfine li votai pur io benchè partito da tutt’altre premesse) ma sanguina il mio cuor per l’ombre su lor stese
    (o “stesse”, che ci fa più rima).
    Carlo Speranza

  491. @Francesco Di Domenico, i termini cyan, magenta e giallo, non sono “spantegate” (espressione milanese) linguistiche ma termini tecnologici da quando le stampanti hanno superato la stesura a pala.

    @ Carlo Speranza, certo! Anzi le mie letture preferite non le ho nemmeno citate. Come molti di noi, penso. Flaiano avrebbe meritato, sia per i giorni tristi che per quelli allegri, come Saramago, come Alba De Cespedes, Maria Corti, Durrenmatt e altri…Per non parlare di Hugo…
    Massimo ci fornirà altre occasioni

  492. Ringrazio sentitamente tutto il forum e condivido appieno la gioia del riuscito gioco. Dopodiché, vi manifesto anche massima soddisfazione:
    poscia gli annunci ivi lasciati ho avuto tre storie d’amore, un flirt molto istruttivo, ed un’infezione intestinale. Grazie di cuore!

  493. @ Carlo S.
    Guarda che la maggior parte degli autori “esclusi” da te citati sono stati in verità indicati da alcuni commentatori, anche se poi non sono entrati in classifica.
    Vatti a rileggere i commenti anche se siamo già a 652.
    Sarà dura!
    😉

  494. Per quanto concerne le mie preferenze vi rivelo quanto segue.
    Considerata l’ultima graduatoria avrei appoggiato la cordata proposta da Elektra e – in prima istanza – da Miriam.
    Ovvero “Guerra e pace” e “Se questo è un uomo”.
    Per l’Ottocento avrei scelto senz’altro un libro di Tolstoj a mio avviso il primo dei romanzieri. Credo che “Guerra e pace” possa definirsi… il romanzo. E poi si presta a molteplici letture.
    Per il Novecento mi avrebbe fatto piacere che vincesse un italiano. E siccome ritengo che l’olocausto è bene che venga sempre tenuto a mente (in questa civiltà, come in altre, ivi comprese – all’occorrenza – quelle aliene), perché è un forte segno del livello che può essere raggiunto dalla nefandezza umana, avrei scelto senz’altro “Se questo è un uomo” di Levi.
    In ogni caso i due libri che sono stati salvati mi stanno benissimo. Uno è comunque un romanzo di Tolstoj, l’altro è la trilogia di uno degli autori che amo di più: Italo Calvino (peraltro italiano anch’egli).
    Vi ringrazio ancora una volta per la partecipazione di massa e di qualità.

  495. MASSIMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO I fratelli Karamazov è di Dostoevsji!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    ps: lo so benissimo che lo sai, ma è per farti notare che dopo una settimana che noi ci spacchiamo la testa, il rimbambito sei tu 🙂

  496. Massimo sono contentona per te che questo gioco è riuscito bene:))) Se so divertiti tutti:)

    Ma so contenta pure che sei tornato, perchè aho io al concetto de giocarello con libri da salvare so allergicaPPP

    Vojo un post – one!

  497. @ Enrico:
    caspita, hai ragione. Sono proprio con il cervello in panne… o meglio rimbambito.
    Meno male che avevo aggiornato il post con i riferimenti giusti… altrimenti qui c’era ottimo materiale per i miei detrattori.
    😉
    Comunque grazie per avermelo fatto notare.
    Rettifico il precedente rimbambito commento:
    “Uno è comunque un romanzo di Tolstoj” leggasi come “Uno è comunque un romanzo di Dostoevskij”.

  498. @ Zauberei:
    sta per arrivare un nuovo post, Zau.
    Discuteremo di un romanzo che ha per protagonista un magistrato “che ritorna” (peraltro di magistrati e magistratura se ne è parlato parecchio in queste settimane… e per i noti motivi).
    Per l’occasione ho affidato la recensione del libro a una scrittrice magistrato di vostra conoscenza.
    Mica tutti se lo possono permettere.
    Noi, a Letteratitudine, sì!
    “Figo”, vero?
    (@ Enrico: non mi riferivo al giocatore dell’Inter… della serie “meglio prevenire”)

  499. Io… ehm… a mia volta esulto per un paio di buoni motivi: sapete quali (ho letto due volte la Trilogia di Calvino e quasi quasi me la vado a ri-rileggere e di Dostoevskij ho letto quasi tutto – mi manca ”Povera gente” del 1846, una delle sue primissime opere).
    Insomma sono soddisfatto, alle stelle. E ringrazio Gea ed Eventounico, oltre agli altri che hanno creduto fino in fondo a questi autori. Ben fatto (e naturalmente non si parlava di affermare dei gusti personali, o almeno, nel mio caso, non del tutto).

  500. Sergio, penso che a molti di noi è venuta voglia di rileggere i due suddetti volumi.
    Quando scrivi “E ringrazio Gea ed Eventounico, oltre agli altri che hanno creduto fino in fondo a questi autori” sembri un allenatore di calcio che ringrazia i suoi giocatori dopo che hanno vinto il mondiale.
    Penso che Enrico ti prenderà in giro per questo.

  501. @ Massimo
    Lo so che alcuni autori erano stati già indicati (io i 670-ormai-post li ho letti tutti perdinci oibò checchè): la mia sorpresa è che alla fine, proprio benché citati, non abiano avuto neanche 1 voto.

  502. Caro Massimo, dici che avresti appoggiato la mia cordata? Sei un vero tesoro.
    Però se tu mi avessi appoggiata veramente, e non solo nelle intenzioni, i nostri libri avrebbero avuto più chances.
    Uffa!!!
    Quasi quasi mi metto a corteggiare Enrico Gregori. Così impari.
    Smile

  503. @ sergio:
    massimo mi invita a prenderti in giro. che infame! quel manigoldo non tiene conto che dopo la fatica che hai fatto tu sragioni, straparli e strascrivi più del solito. insomma, prendere in giro te è come rubare le candele in chiesa.
    @ elektra:
    era oraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa 🙂

  504. @ Miriam (Ravasio)
    Gioia perchè cerchi di spiegarmi quel rutilante mondo dell’elettronica, con i suoi devastanti termini, che cercherà di distrugere pure l’arte?
    Dai elegante monella, lo sapevo, faccio il restauratore dagli anni favolosi citati da Minà ed ad un solo colore ho permesso il cambio neologico, il mitico devastante ROSSOFERRARI, gli altri si chiamano: Ocra, Arancio, Cinabro, Testa di moro…il colore è letteratura Miriam.
    Oops…ho chiesto anche alla mia figliola se stessi sbagliando, fa la pittrice se vai sul mio blog puoi vederla, è in mostra a Parigi!
    Un bacio Miriam e
    continuiamo a giocare, io non smetterò mai!

  505. P.S.
    Mi puo’ essere sfuggito qualche voto. Pero’ io, con metodo, ho iniziato la conta a mezzanotte di lunedi’ scorso e l’ho conclusa alla mezzanotte di sabato. Spero di aver contato almeno decentemente. In matematica non ho mai avuto piu’ di quattro in pagella. Dunque se avessi fatto degli strafalcioni chiedo venia: c’era di che impazzire soprattutto per capire QUALI fossero i voti e quali le opinioni.
    Ho fatto questo lavoro per la prima volta.
    Sergio

  506. Il colore è arte, letteratura, fantasia, vita. Ma non vorrei che, persi in masturbazioni intellettuali lasciassimo mano libera a coloro che, dandogli soltanto un numero (CTM 002534774), tentano di appropriarsene.
    Rosa stat pristina nomine…
    Sergio: ancora grazie di tutto, mister 🙂

  507. L’Avana per un infante defunto di Cabrera Infante. Da noi è fuori catalogo ed è tutto dire. Se devo salvare un libro italiano faccio un salto di qualche anno. Non me la sento di salvare Aldo Nove, Tiziano Scarpa e tutta la truppa dei noiristi, giallisti, televisivisti che impazzano… Salvo Calvino, vai, un libro a caso di Calvino. No, meglio BUzzati. I racconti di Buzzati che sono dei veri capolavori.

    Gordiano Lupi

  508. Per precisare (in difesa di Miriam e di Gea):
    in tecnostampa, anche fotografica, esistono solo tre colori primari, che si chiamano proprio Cyan (più italicamente detto anche blu-ciano: da esso l’aggettivo ‘cianotico’), Magenta e Giallo (l’unico dal nome cristiano). Tutti gli altri si ottengono per sovrapposizione (o sottrazione) degli stessi.
    In arte invece si va dal blu di prussia attraverso al carminio, all’ocra, al terra di siena, al ceruleo, al lacca-garanza e chi più ne ha ne metta fino ai bianchi (di zinco, di titanio, ecc.).
    Questo dimostra l’infinita superiorità dell’arte con la sua ricchezza sulla tecnologia, ma, nei fatti, la teutonica Telekom chiede il brevetto proprio sul Magenta e di fatti, non quisquilie qui si discute.
    Carlo Speranza

  509. @Francesco: ho visitato il tuo sito, ma lo conoscevo già, Didò! Tua figlia è il tuo ritratto, ho visto anche i suoi lavori e …(non so mai come esprimermi, perché a voce si dice in bocca al lupo, e che lo stesso crepi, ma sui blog, cosa si usa?)…che il meglio sia per lei!C’è un’opera che ricorda molto Goya; in grande, esageratamente in grande sarebbe straordinaria. Ciao
    A proposito dei colori, ti ha risposto molto esaurientemente Carlo Speranza. Io non volevo scendere, come ha fatto lui nei dettagli, ma le cose stanno proprio così: tecnologicamente i colori sono solo tre e senza il magenta non è più possibile stampare una fotografia.

  510. @ DOLCISSIMI – Gea, Miriam, Speranza e buon ultimo Massimone M ( è contro di lui che tento ogni tanto dei Putsch)!

    Apperò!
    Da polemista furfante e naiv – com’io sono, il mio maestro resta quell’inarrivabile gaglioffo di Giancarlo Fusco – sono riuscito ad aprire una polemica metartistica – metaletteraria sul colore: metà e metà, come diremmo a Napoli.
    Ordunque,
    sono solidale e sodale con voi e contro tutti quelli che tentano di mettere il copyright su tutto (vedi i semi e Monsanto), mai io tentavo un affondo sulla difesa della lingua!
    Sbagliando, s’intende, pensavo che dobbiamo difendere i nostri bambini mica solo dai pedofili, anche dai ladri di termini, dagli stuccatori esterofili che mi stanno spalmando l’inglese su tutto.
    Sapete cosa disse Bellini al suo navigatore Cocciolone quando si accorse di essere sotto il fuoco nemico?
    Chaffa, Coccio, Chaffa! E cioè lancia i Chaff’s, striscioline d’alluminio che confondono i radar’s: è entrato in alcuni slang italiani.

    U’ populu’ toglice u’ ‘ppane, nun’ more/ toglice a lingua, lo uccidi!
    “Ignazio Buttitta”

    p.s. Mauger, perdona il mio siciliano!

  511. Caro Francesco,
    ti perdono per il tuo siciliano, anche perché, in verità, nemmeno io sono sicuro di saperlo scrivere correttamente. Peraltro esistono tanti dialetti siciliani. A volte si possono cogliere differenze significative da paese a paese, pur rimanendo all’interno della stessa provincia.
    Su questo si potrebbe “imbastire” un dibattito interessante.
    Tantissimi complimenti al talento artistico di tua figlia. In mostra a Parigi? Wow!
    Un abbraccio virtuale per lei da parte di tutto il popolo di letteratitudine.

  512. (Off topic)
    In un’altra stanza stiamo parlando del nuovo romanzo di Tea Ranno. Perché non venite e partecipate al dibattito?
    Non fate gli asociali, dài!
    Capisco che siete sopravvissuti a un immane cataclisma letterario… però bisogna pur reagire, no?

  513. …E mi trovo nuovamente in piena sintonia con Francesco Di Domenico, sul tema ”difesa della lingua”. L’unica maniera che io personalmente penso di avere – nel mio piccolissimo – per reagire alla strabordante esterofilia di questi tempi e’ l’evitare in ogni modo l’uso dei neologismi quando mi esprimo, sia oralmente che per iscritto. Di piu’ nelle mie condizioni non posso; ma se fossi ministro della Cultura… eh… almeno una mano in piu’ alla lingua italiana e ai suoi dialetti troverei il modo di darla.
    Pero’ io, ci tengo a sottolinearlo e ribadirlo, uso termini stranieri in narrativa o poesia o critica solo se strettamente indispensabili e/o spesso ne italianizzo la grafica… con scopi sovente ironici e beffardi verso i ”padroni d’Oltreoceano” ai quali molti di questi lemmi purtroppo appartengono.
    Sergio Sozi

  514. Carissimo Sergio,
    sono come te reduce da una settimana belligerante e straziata a causa del crudele gioco voluto da Maugeri. Ti do atto che tu, in qualità di illuminato contabile, ti sei sobbarcato un onere in più. Onere gravoso e delicato ma che hai assolto da par tuo.
    Orbene, quanto a me stesso, mi sono prodigato come tanti tra Calvino, Dostoevskji, Proust, Mann, Verga, Manzoni e Levi.
    Avrai spero notato come abbia tralasciato, ben lieto, il mio esprimermi sboccato.
    Ma tu, ancorché preclaro letterato-contabile, stai abusando del mio lato di fanciullino. Son qui, come pentola a pressione dimenticata sul fornello, in procinto di sbottare schiantando sul soffitto le mie palle bollite.
    Ergo, in amicizia, non ribadire quanto e come ti trovi in sintonia con Francesco Di Domenico, o rivelerò come e quanto me ne frega.
    Ti voglio bene 🙂

  515. Qualche esempio, tra il buffo e il francamente incacchiato, di personale trascrizione fonetica e di corrispettivo italiano:
    Uoscinton; tillete; Nuovaiorc; cauboi; smail; imeil; ciattare; computatore; turnoffare; scef; par ecsellans; tucur; fianse’; diennea’; bleccaut; archivio dati (”data base”); schermo (”monitor”)…
    Ovviamente uso questi termini col contagocce. Ci gioco sperando che l’antifona giunga a miei due lettori.
    Sergio Sozi

  516. Eccheboiacciadellamiseriolina! Enrico, che t’ha morso la tarantola? Saprai come sono fatto, ormai: darei ragione anche sotto il taglio della sua spada al mio piu’ acerrimo nemico, se costui ce l’avesse. Esempio narrativo:
    Il Nemico (orrida la facies di bruta espression) mi tiene con una Quarantaquattrogatti Magnum carica nonasale puntata sul lobo frontaliero. Poco prima egli mi ha cordialmente sgarrupato animeccorpo con strippestrappe al torace e bordate in varii arti e articoli, i quali ultimi perlappunto sgrondano rosso cruor.
    E mi dice:
    – Hai le scarpe slacciate, facciadibue!
    Io cerco la lingua nel misticume della poltiglia che oramai son divenuto e replico sibilando tra i furonodenti:
    – Meno male che me l’hai detto tu, senno’ magari inciampavo.
    Poi spiro.
    Ecco. Sono un onesto ragioniere. Non trovi?
    S.

  517. Francesco Di Domenico ha scritto:
    ”Sbagliando, s’intende, pensavo che dobbiamo difendere i nostri bambini mica solo dai pedofili, anche dai ladri di termini, dagli stuccatori esterofili che mi stanno spalmando l’inglese su tutto.”
    Come ”sbagliando”? Lei, Di Domenico, diceva una cosa sacrosanta, altro che sbaglio!
    S.

  518. Sulla lingua siamo perfettamente d’accordo. E’ una vita che combatto per un italiano corretto, rischiando di passare per maniaca e pedante. Qualche risultato l’ho ottenuto: i figli sono portatori sani di congiuntivo e conoscono (anche se ora non usano spesso) parecchi vocaboli in più rispetto ai coetanei.
    Continuo a sperare che un giorno li tireranno fuori dal cassetto.
    E io, da brava masticatrice di arte, i colori li chiamo con il loro nome.
    Quando disegno o dipingo.
    In questo caso, anche lo chiamassero Asdrubale, sempre ladri sono. E sono pronta alle barricate per Asdrubale, insieme a molta altra gente che come Asdrubale lo conoscono, e per spiegargli che oltre al termine tecnico e brutto assai ne ha anche un’altro, molto più bello e poetico, ci sarà tempo dopo che lo si sarà liberato.
    Perdonatemi il pragmatismo.
    🙂

  519. Che la lingua vada difesa sono d’accordo anch’io (e mi rattrista già la sua sparizione dal carrello dei bolliti). Ma alcuni termini, come ‘magenta’ in questo caso, non sono forse appropriati ai loro specifici contesti ?
    Es.:
    – Nessuno mi tocchi il cinabro!
    – Che la Deutsche Telekom si fotta pure tutto il magenta della terra e ci faccia quel che stracazzo vuole!
    La mia non vuole essere pedanteria, ma occorre parlar chiaro, santacacca!
    Carlo Speranza

  520. Bravo Carlo! Un po’ di Speranza, contro la difesa sterile di una lingua che langue anche per colpa dei suoi stolidi e vecchi (incomprensibili) difensori.
    Però questa storia della Deutsche Telekom meriterebbe impegno e attenzione, più di un gioco.
    A te e a Gea : l’arte, e l’ amore per lei si misura nelle circostanze; il resto è solo parola, la più sterile. E’ solo morte.

  521. Speranza, ti adoro.
    Ma sei verde? e se si, vescica, zinco o veronese?
    faccetta giallo napoli (oggi mi sembro un po’ pallida)

  522. e poi cribbio, il rosso magenta esiste da mo’.
    ricordo un cappottino mio da piccola che la sarta della nonna, una vecchina certamente non tecnologica o anglofila (manco avrebbe saputo il significato dei vocaboli) nobilitava definendolo ‘magenta’, forse per non farmi pensare a quanto lo detestassi, con i suoi bottoncini d’oro… bleah.
    E parlo di più di quarant’anni fa, dannazione al tempo che passa.

  523. Bravissima: a me, se è per questo, quando a scuola arrivammo alla battaglia di Magenta venivano in mente certe cariche di cavalleria a squarciare i baldi petti del nemico, facendone fuoriuscire sangue tendente al rosa, un pò annacquato. Come se il furor della battaglia si potesse ingentilire tramite l’evocazione del nome di un colore, di una tonalità ben precisa che avevo già ben chiara nella mente, senza saperne nulla di ‘tecnostampa’.
    Del resto la storia del risorgimanto, da bambino, l’ho imparata più dai quadri del Fattori che dai libri di testo. E poi mio nonno era pittore (e mi incantavo a guardarlo all’opera) ed anch’io ho praticato i pennelli (e in seguito, per un pò, anche la camera oscura).

  524. Anch’io faccio parte della banda, Carlo e Miriam: mio padre e’ pittore e mio zio (suo fratello) pittore e restauratore d’arte. Fra i miei antenati c’e’ uno dei due fondatori dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, nonche’ dell’Accademia musicale degli Unisoni (Raffaele Sozi) e un architetto cinquecentesco (Bino Sozi).
    Pero’, cara Miriam, anche l’arte LETTERARIA italiana ha una sua specificita’ e una sua illustre storia – anche lessicale – che io difendo senza ”se” e senza ”ma”. Magari i ”morti” di cui parli saranno quelli che si rassegnano alla brutalita’ dei piu’ forti, ossia i piu’ ignoranti sul mercato (leggi: statunitensi). Io credo che la nostra Lingua e i suoi dialetti, la sua creativita’ autoctona e antica, abbiano di che andare avanti senza troppo chiedere agli altri per millenni ancora. Dunque considerami pure fra i suoi ”stolidi e vecchi (incomprensibili) difensori”. Ne sono orgoglioso. L’italiano va conosciuto e non preso alla leggera. E’ una miniera d’oro come ogni altra lingua.
    Sergio
    Sergio

  525. P.S.
    Insomma, Miriam: la nostra Lingua ”langue” perche’ non la si conosce, mica per i soliti barbagianni conservatori come me. Approfondiamo – anche storicamente – l’italiano e… vedi tu, cosa c’e’ li’ dentro. QUI DENTRO. In queste parole uniche, mie, nostre!

  526. @ Sozi Sergio
    Sei già fortunato ad avere un nome cosi corto, io quando rispondo al telefono al Didò già mi sbattono il telefono in faccia.
    Giovincello (faccio di tutto per farmi odiare da te e amarmi dal Gregori – hai visto come ha sparigliato su tuoi complimenti? – ma non ci riesco), il grande, interminabile, Ruggero Orlando, che il “vecchio Gregori” ricorda meglio di te, iniziava i suoi interventi (reportage?) dagli Usa con:
    “Qui Nuova York, vi parla …”
    @ Maugeri
    Massimo, ma conoscevi il grande Buttitta, poeta siciliano?

    @per tutte le amiche e gli amici che si sono sentiti in dovere di specificare, quasi giustificandosi, che “l’italiano non si tocca” e che loro lo preservano: ma quali battaglie facciamo fuori dalla famiglia per questo?
    I francesi si che sono “tosti”, non abdicano a niente dal Sida (Aids) a…e mo non mi ricordo, insomma sono tosti!

    ANCORA,
    MA SOLO PER LE SIGNORE:
    Per me siete “…Azzurro Malinconico, come l’acqua di una piscina su una nave nell’oceano…”
    M’è venuto l’Alzehimer Baricchiano.

  527. @ Sergio:
    Sapevo che prima a poi avresti tirato in ballo il tuo sangue “blu artistico”.
    Ma ricorderai anche che ti avevo messo in guardia.
    Ti dissi: “Non lo fare, Sergio… che dài materiale per sfotterti a Enrico Gregori”.
    Ora voglio proprio vedere!
    😉

  528. @ Sergio
    Fino a qualche minuto fa avevo certezza che il Dna non fosse un’opinione. Sostanzialmente mi illudevo che la traccia genetica si perpetrasse, magari saltando una generazione, ma comunque con continuità.
    Tu sei la prova che, in realtà, così non è. Ed è anche evidente che noi tutti, qui, ne facciamo le spese.
    Antenati e parenti musicofili, pittori e architetti. E, puttana la miseria, nessuna di queste attività ti pervase l’anima. Se così fosse stato, dico io, rimarresti chiuso in qualche bottega tra tavolozze e carta millimetrata. Oppure bello tappato in una stanza insonorizzata a soffiar dentro un oboe.
    E invece no, genetica infingarda, tutti i giorni qui, libero e inossidabile nell’impagliarci il beccaccino. Disdetta!
    🙂

  529. Caro Francesco Di Domenico, ci vuole ben altro perche’ io riesca ad odiare qualcuno. Ritenta, sarai piu’ fortunato (io al posto tuo inizierei a mettere in discussione quanto scrivo; questo, forse, mi farebbe andare oltre i limiti – che ho ben saldi, non essendo piu’ dopotutto un ”pischello”). Pero’ ti confido una cosa: io, quando qualcuno sorpassa i criteri che nella mia tradizione familiare sono stati fissati per la ”decenza tollerabile”, faccio cosi’ sin da quando avevo sei anni: prima tratto male (da far star male l’altro moralmente e sul serio) e poi chiudo le relazioni.
    Dunque sfotti, scherza e fai quel che ti pare, ma quando avrai esagerato te lo faro’ vedere senza scrupoli e aperto visu. Se dico una scempiaggine, mi aspetto pari trattamento. Per questo, personalmente, scelgo di rispettare il prossimo. Una testa un modo di vivere. Io ho apprezzato alcune tue affermazioni e le condivido come opinioni. Se questo piace a te o a Enrico Gregori, bene, altrimenti resta cosi’: le idee sono condivisibili al di la’ delle persone e del loro plauso – cosa quest’ultima di cui sinceramente mi importa poco e niente.
    Cordialmente
    Sergio Sozi

  530. Sergio, perché questo tuo commento?
    Mi pareva che questo nuovo dibattito successivo al gioco fosse caratterizzato da un clima di scherzosa cordialità.
    Onestamente non mi pare che qualcuno ti abbia offeso, non trovi?
    Peraltro, se Enrico ha fatto una battuta la colpa è mia che gli ho dato il “la”.
    Dài, torniamo al clima gioviale, ok?

  531. Caro Massimo,
    Non e’ per Enrico, che ho capito come e’ fatto e gli voglio bene, so che scherza e mi piace la sua goliardia. E’ l’ambiguita’ e il sarcasmo di altre affermazioni altrui che mi fa stare male. Non ne colgo il motivo. Ho reagito. Civilmente e a chiare note. Ecco tutto. Sono molto chiaro per quanto riguarda i principi di fondo: o si gioca o si fa sul serio, e quando qualcuno non mi fa capire se gioca o fa sul serio, io m’impenno, perche’, ripeto, l’ambiguita’ non e’ per me.
    Sergio

  532. Caro Sergio, a me il commento di Francesco Di Domenico mi è parso ugualmente caratterizzato da innocua scherzosità (in tal senso ho colto anche il “giovincello”). Questa, almeno, è la mia opinione.
    Però vi pregherei di chiuderla qui.
    Dài, non roviniamo questo bel post!

  533. @ Francesco Di Domenico.
    Certo che conosco Ignazio Buttita!

    Un populu
    mittìtilu a catina
    spugghiàtilu
    attuppàtici a vucca,
    è ancora riccu.


    (In italiano)

    Un popolo
    mettetelo in catene
    spogliatelo
    tappategli la bocca,
    è ancora ricco.

  534. Nessun problema. Resto amico di tutti. Anzi, Massimo: cancella pure la mia sparata di prima. Pero’ Ignazio Buttitta, purtroppo, lo conosco solo di nome, mannaggia. Ne vorrei sapere di piu’.
    S.

  535. O meglio, Massimo: cancella la mia affermazione e la tua ragionevole replica. Le affermazioni ”brutte” e ”acide” devono sparire, se no generano di peggio. Grazie.
    Sergio

  536. Caro Sergio, non cancello nulla anche perché ritengo che nessuno abbia offeso nessuno.
    Come direbbe Elektra… Smile.
    Smile rivolto a te e a Francesco Di Domenico (confido anche in te Francesco, eh?). Una bella virtuale (e virtuosa) stretta di mano… e via.
    Ancora Smile.
    Elektra, non dire che poi non ti cito!

  537. Su Ignazio Buttitta.
    —-
    Tra i poeti contemporanei che hanno scelto di esprimersi in siciliano Buttitta è il più noto e il più conosciuto, sia in Sicilia che nel resto dell’Italia. Non è un caso infatti che nel 1972 gli sia stato assegnato il Premio Viareggio per il volume “Io faccio il poeta”.
    Ignazio Buttitta nacque a Bagheria, provincia di Palermo, il 19 settembre 1899 da una famiglia di commercianti (il padre, salumiere, aveva una bottega in prossimità della casa di Renato Guttuso) che gli consentì gli studi solo fino alle elementari. Nel
    1916 fu richiamato alle armi e con i ragazzi del 99 partecipò alla difesa del Piave, episodio in cui maturò un profondo disgusto nei confronti del conflitto in corso.
    Ritornato in sicilia nel 1918, due anni dopo riprese a lavorare nella bottega paterna, aderendo nel frattempo con convinzione alle idee socialiste di Filippo Turati. Attratto soprattutto dagli scritti storici e dagli aspetti sociali della poesia, incominciò a formarsi una cultura da autodidatta, e nel 1922 fondò nel paese natio il circolo culturale di “Filippo Turati”, che fu animatore di una sommossa popolare contadina contro i dazi comunali che vide finire in carcere i rivoltosi più aggressivi.

    Intanto cominciò a scrivere versi (in dialetto siciliano) che furono pubblicati nel volumetto “Sintimintali”, contenente circa quaranta liriche con prefazione di Giuseppe Pipitone Federico. Allargato il commercio paterno, conobbe in treno (mentre si recava a Messina) la sua futura sposa, una maestra elementare che gli diede quattro figli, di cui uno, Antonino, oggi insegna Antropologia alla Facoltà di Lettere dell’Università di Palermo, in qualità di studioso delle tradizioni popolari siciliane; l’altro Pietro Antonio, famoso giornalista e scrittore, morto nel 1994.
    Nel 1928 pubblicò, sempre in dialetto, “Marabedda”, con la casa editrice “La Trazzera”, definito “un lungo canto d’amore” da Giuseppe Giacalone che ne approfondì la personalità e l’opera. Usciva saltuariamente, anche grazie alla collaborazione di Buttitta, un giornale di poesia dialettale ma l’opposizione al fascismo costò alla casa editrice prima la censura e poi la chiusura definitiva.
    Poco dopo Buttitta si trasferì a Milano, dove fece fortuna nel commercio grazie alla sua intelligenza, senza però trascurare la sua passione per la letteratura. La seconda guerra mondiale lo costrinse però a rifugiarsi a Cologno Monzese dove, spinto dalle sue idee, aderì alla Resistenza partigiana iscrivendosi alle Brigate Matteotti (socialiste) e combattendo il nazi-fascismo nel biennio 1944-1945: arrestato dai fascisti nel marzo del 1945, riuscì ad evitare la condanna a morte e a tornare in Sicilia, dove però trovò la bottega saccheggiata.

    Qualche tempo dopo, grazie all’aiuto di un industriale di pesce in scatola di Mazara del Vallo che gli fece credito, tornò a Milano dedicandosi sia al commercio che alla frequentazione di una piccola ma eccezionale colonia d’artisti e intellettuali siciliani: Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo e Renato Guttuso, che firmeranno la prefazione e i disegni del suo primo libro importante: “Lu pani si chiama pani”, finanziato dal Partito Comunista Italiano nel 1954.
    In quest’opera egli si autodefinisce “Pueta e latru” perché passa fra la gente silenzioso e furtivo come un ladro e ne ruba i sentimenti (per esempio la nostalgia dell’emigrante per la propria terra), mettendovi dentro il miele della fantasia e percorrendo due filoni che sempre resteranno presenti nelle raccolte future: quello sentimentale e quello socialmente impegnato, quest’ultimo inteso inizialmente come satira antifascista e poi come denuncia realistica a partire da “A stragi di Purtedda” (1947), avvenuta per mano del bandito Giuliano, ma voluta dalla mafia (e, a suo dire, dalla Democrazia Cristiana) contro le rivendicazioni del PSI e del PCI.
    Buttitta diventa così una specie di cantastorie e tra le sue più popolari poesie si ricorda “Lamentu d’una matri” del 1953 (inserita nella raccolta “Il poeta in piazza” del 1955), componimento ispirato alla morte del sindacalista Turiddu Carnivali (Salvatore Carnevale) di Sciara, ucciso dalla mafia perché “lottava per dare pane e lavoro ai braccianti del suo paese” al grido “La terra è di cu la travagghia / pigghiati li banneri e li zappuna”, versi che saranno tradotti da Salvatore Quasimodo.

    Servendosi dell’ottava siciliana in rima baciata, Buttitta riesce a trascinare le folle che assistono ai suoi recital in piazza senza nascondere la sua passione ideologica, che lo farà stare sempre attento ai “morti di fame”, ovvero ai poveracci che vanno a morire in Belgio, a Marcinelle: così nella poesia “Lu trenu di lu suli” (1963) s’ispira alla tragedia dei minatori italiani. Populista di sincera potenza, secondo la definizione che ne dà Gianfranco Contini, tra le sue altre opere ricordiamo “La peddi nova” (1963) ed “Io faccio il poeta” (1972), in cui afferma che “i dolori vecchi e nuovi della Sicilia, rinnovando i modi della lirica dialettale, con la convinzione che il poeta deve essere partecipe della lotta di tutti gli uomini per affrancarsi soprattutto della miseria”, esattamente quello che aveva scritto nella poesia “La povira genti”, apparsa sul giornale del circolo Turati che nel finale così recita:

    Lu picciriddu scausu e diunu
    Orfanu e sulu senza aiutu alcunu
    Lu carzaratu misu a la prigiuni
    Pirchì à rubatu appena un guastiuni
    Chiddi ca nta lu munnu sunnu nenti…
    Eccu, o signuri, la povira genti.

    (Traduzione)

    “Il bambino scalzo e digiuno
    Orfano e solo senza aiuto alcuno
    Il carcerato messo in prigione
    Perché ha rubato appena una forma di pane
    Quelli che nel mondo sono niente…
    Ecco, signore, la povera gente”.

    Nel 1972 la raccolta “Io faccio il poeta” gli fece vincere il premio Viareggio e le sue opere vennero tradotte in francese, in russo, in greco, mentre il patriarca, come viene soprannominato, fa un’esperienza narrativa nella raccolta “La paglia bruciata”, racconti in versi italiani e siciliani in cui traccia una propria autobiografia. La dignità del suo registro linguistico e l’amore per il dialetto non venne mai meno come afferma orgogliosamente nella poesia “Lingua e dialettu”, dove sostiene “a un populu tagghiataci la lingua” come espressione di libertà e di consapevolezza.

    Con l’aiuto di Wikipedia.it

    Aggiungo che le opere di Buttitta, ahimé, non sono sopravvissute all’apocalisse letteraria.
    Non ci rimane che rileggerci “I fratelli Karamazov” Di Tolstoj (sto scherzando, eh?… Dostoevskij) e “I nostri antenati” di Italo Calvino.

  538. E’ l’alba di nuovo, e come il sole sorgo ancora.
    Due righe per un mio personale ricordo: da ragazzina vidi un’intervista tv con Ignazio Buttitta e ne rimasi affascinata al punto di andare alla ricerca delle sue opere. Trovai con l’aiuto di mio padre una raccolta ( non ricordo esattamente quale, sono passati troppi anni) che divorai e amai moltissimo.
    Del libro ho perso le tracce nei millenni e numerosi traslochi e sconvolgimenti della vita; anche il ricordo si era affievolito, e vi ringrazio tantissimo per averlo fatto riaffiorare. Appena ho due ore vado in Ghetto (il quartiere della città vecchia delle rigatterie e librerie dell’usato) alla ricerca del poeta perduto (da me).
    Ora vado a lavorare.
    Il cielo si sta colorando appena di una magnifica tonalità.
    Magenta,
    😉 🙂 🙂 🙂

  539. Sorge il sole, ma tramonta l’ennesima illusione.
    In tutto questa variopinto caravenserraglio mi ero ancorato alla certezza, forse l’unica, che Gea fosse persona assennata e rispettabile. Invece no. Anche lei ha il suo volto oscuro e le sue perversioni.
    La mattina, appena sveglia, non si concede la rasserenante tazza di caffellatte impreziosita da biscotti che sanno di farina e famiglia.
    Costei apre gli occhi e…pfuuuu!, subito una bella boccata di pakistano nero.
    E poi ci coinvolge nelle sue visioni Magenta!
    Che gentaccia che frequento!
    🙂

  540. Sergio sei rimasto attaccato a questo “muretto” ? Nel post sulla Ramno abbiamo tentato di parlare della letteratura del ritorno e la tua presenza è indispensabile. Lascia stare Natali, Pasque ed Epifanie che Signori si nasce, te lo dice uno che conosce solo un tipo di rosso, quello del suo sangue.

    P.S.
    Anche perchè se non interveniamo continuano a parlare tra persone di Sicilia che pure amo viste le origini di parte della mia famiglia.

  541. Pervinca!
    è fantastico dipanare il filo di questa variopinta matassa che dallo spunto della Deutsche Telekom si dirama in discusioni sulla lingua e sull’arte, per finire (per ora) a Ignazio Buttitta passando per le incazzature e scazzature del Sozi che, lasciatemi dire, èil vero sale di questo blog, mentre il Gregori ne è semmai una fondamentale spezia; il pepe o (più alla romana) il peperoncino.
    Maugeri, ottimo anfitrione, è come l’olio e come tale svolge da par suo il compito di legante (un legante elegante). Il piatto, ben condito, è molto saporito, lasciatevelo dire da uno come me, che vi ha scoperto per caso solo una settimana fa.
    Se non fossi etero direi che vi amo tutti. Poichè lo sono, lasciatemi flirtare con Gea e con Miriam.
    Carlo Speranza

  542. PS: mi accorgo di aver usato il verbo FLIRTARE. Anzi, prima di me lo aveva usato Maugeri nel suo ‘oleoso’ (è ironico, Maugè, non è un giudizio) precedente post indirizzato a me e a Gea.
    E allora, quale sarebbe il termine più italicamente corretto?
    A me non ne viene uno altrettanto efficace IN QUESTO CONTESTO.
    Forse il punto è che la lingua si muove per sua natura, ma che sta a noi fare che questo muoversi sia un arricchimento e non un impoverimento per semplice sostituzione di parole bellissime e desuete con i nuovi anglofonismi.
    Arricchiamo il nostro vocabolario !
    Rinverdiamo (verde-speranza) le parole desuete, quelle della lingua e dei dialetti !!
    Difendiamo il magenta !!!

  543. A Massi.
    Grazie per avermi citata. Mi rimangio quanto scritto nel precedente commento.
    Il pericolo di corteggiare Enrico Gregori è temporaneamente scongiurato.
    Smile

  544. PPS: Ancora una cosa, particolarmente @Sergio Sozi.
    Tu stesso dici di usare (sicuramente con parsimonia, con intento ironico e beffardo e forse nei contesti appropriati) termini da te coniati quali le italianizzazioni fonetiche dei termini inglesi (uoscinton, bleccaut, ecc.). Beh, nel mio piccolo lo faccio da tempo anch’io e con lo stesso scopo. E lo faccio nelle mie ‘imeil’ di lavoro del venerdì sera (le concludo con gli auguri di ‘buon uicchènd’) e quindi FUORI CONTESTO (proprio nel senso di presa per i fondelli) in un ambito ‘industrial-commercial-economico’ (cazzo di lavoro che faccio io, laureato in lettere che ama l’arte e la musica….) dove parole odiose come trend, brainstorm, full immertion e stage pronunciato all’inglese, vengono tristemente usate quotidianamente, facendomi anche un pò incazzare.
    Per me anche questo (tuo, mio, forse anche d’altri) ricorrere al neologismo è ricchezza, è invenzione. Dall’uso che se ne fa poi dipenderà un giudizio etico, estetico, o di semplice buon senso.
    Che tu comunque vi ricorra la dice lunga sul tuo difendere a spada tratta l’italiano contro le barbariche invasioni e il definirti con orgoglio suo ‘stolido e vecchio (incomprensibile)’ paladino. I fatti dimostrano che (graziaddio) non sei un tal talebano.
    Battaglie dialettiche si, e anche feroci, in nome delle proprie idee ed opinioni, ma per favore: comportamenti dettati dal buon senso e dall’intelligenza. Salviamo quella per prima cosa, nel dilagare della stupidità e dell’ignoranza, contro tutti i fanatismi.

  545. Mi permettete un micro-excursus di storia personale e vita familiare?
    Io sono nata in francese.
    Mia madre, nata a Costantinopoli da famiglia italo-greco-armena, era cresciuta tra francese e greco, come allora usava nella borghesia colta di colà. Essendo emigrata in Italia negli anni ’30 non aveva mai studiato nessuno dei due, e quindi, preoccupata di insegnarmi una lingua familiare e non corretta, era passata all’italiano prima dei miei tre anni, età in cui avevo già imparato a leggere grazie al mai dimenticato maestro Manzi (la buona tv non fa male..).
    A quel punto hanno ben pensato di iniziare a insegnarmi l’inglese. E un briciolino di tedesco, per non sbagliare.
    Risultato: penso in tre lingue, ne parlo una abbastanza bene una decentemente e una in modo indegno.
    Tutto ciò per spiegare che alle volte il pensiero va più veloce della parola, e tocca tradurre prima di dire.
    Ne risente il vocabolario, la comprensibilità generale e l’immagine: paio una cretina disfasica e anglofrancofila. Sob.
    Per iscritto va un po’ meglio, però..
    Quindi: alle volte chi usa vocaboli stranieri non lo fa necessariamente per semplicismo e sempliciotteria.. Abbiate pietà e comprensione: esistono anche i casi umani.
    🙂

  546. Giusto, Carlo. Sono con te. Ciao Gea: mia figlia e’ italo-slovena: speriamo che basti!
    Vostro
    Sergio

  547. PPPS:
    C’è chi difende la lingua (ed io concordo, oibò).
    Io, con spirito cavalleresco e puro, scendo in tenzone per le dame di questo castello (@Elektra: per un altro tuo smile affronterei anche il drago e forsanche Sangiorgio stesso) e per il loro (ed anche mio, e vostro) MAGENTA.
    Che non è una battaglia contro gli italianisti, ma CONTRO QUALCUNO CHE STA PENSANDO (da cretino quale è, che si dibatte nel mare dell’idiozia imperante nell’universo mondo) DI RIUSCIRE A RUBARSELO.
    Non per questo mi sento mi sento un barbaro invasor (nè le suddette dame lo sono).
    Nessun intento polemico quindi con Sergio (sia chiaro) o chicchessia. Volevo solo far capire che non vedo la contrapposizione.
    Il solito (tubante, ruffiano) Carlo Speranza

  548. P.S.
    Sono intervenuto nel ”post” della Tea Ranno gia’ alle sue prime battute, ma purtroppo, vivendo in Slovenia, non posso acquistare il libro recensito, come vorrei. Dunque di cosa parlare? Ho gia’ scritto le mie opinioni sull’articolo della Simona Lo Iacono, ma oltre non posso – seriamente – andare. Me ne dispiaccio.
    Sergio

  549. O speme del mio cuor, la tua capacità di sintesi mi incanta.

    Sergio: la bimba è fortunata. Crescere immersi in due culture è meraviglioso, lasciatelo dire da una che non ha rimpianto un giorno la piattezza della totale coerenza mentale o intellettuale. Che non è quella etica, sia chiaro.. Dalle un bacio caotico e diversamente italiano da trieste.

  550. La lingua è un corpo.
    Le lingue le fanno i popoli ( don Milani scriveva: i poveri) poi si cristallizzano con le regole e le eccezioni, e mentre questo avviene i popoli migrano, si spostano, si uniscono, si sterminano e poi ritorna la pace con nuovi neologismi.
    Letteratitudine è un piccolo popolo.
    Un caro saluto a tutti.
    Un ciao particolare a Carlo Speranza cavaliere di Magenta.

  551. Carlo, per favore, mi spieghi chi sarebbe colui che
    “da cretino quale è, che si dibatte nel mare dell’idiozia imperante nell’universo mondo” e, soprattutto, chi ti ha informato sull’idiozia imperante ? Io vedo persone diverse da me, ma non per questo necessariamente idiote.
    P.

  552. Eventounico e Carlo S., fate i bravi ragazzi, eh?
    Scusate, ma il mio ruolo di “paciera” del blog me lo sento ormai sulla pelle.
    A tutti e due…
    Smile

  553. Ciao Miriam: si’, siamo un piccolo popolo, noi Letteratitudiniani ma… speriamo di non sterminarci (eh! eh!)
    Tuo
    Sergio

  554. Elektra,
    ho dovuto darti l’impressione di voler essere un cattivo ragazzo (impressione ingiustificata) per meritare la tua attenzione…
    🙂

    Comunque stai tranquilla era solo una domanda per capire. tutto qui

  555. Caro Eventounico,
    chetticredi! Lo faccio solo per restare nelle grazie di Sua Letteratitudinità Massimo Maugeri.
    Smile

  556. …nientemicredo
    io alle “grazie” di sua maestà non aspiro. La grazia, quella si mi interessa e non me privo mai.
    il mio smile (che è come una moneta da 5 centesimi…)

  557. @ Eventounico:
    Il cretino quale è …ecc. è ovviamente la Deutsche Telekom, e nella fattispecie chi , per essa , lavora nel marketing, nei suoi uffici legali e tutti colloro che sono coinvolti in una decisione aziendale quale quella presa.
    Il mare dell’idiozia imperante è quello in cui io, molti ,troppi, devono nuotare nel lavoro, in TV, nella politica, nella vita quotidiana.
    Comunque fuori dall’isola della cultura (o almeno dovrebbe essere così) o in quella di letteratitudine (ed è così, di questo son certo).
    E’ che però son isole.
    Ma lo senti come si parla nella televisione ? In che lingua son scritte le leggi dello stato ? Cosa dicono i nostri polticanti nei loro teatrini multimediatici ? E i pescecani della finanza ? E il linguaggio degli SMS (Sostanzialmente Merda Scritta), che poi è quello dei nosti figli e talvolta anche dei loro genitori? (una volta i genitori insegnavano alla prole, oggi da loro apprende …)
    E chi si sciacqua la bocca a parlar di democrazia in versione export, non è l’uomo più potente della terra ? Non è un perfetto idiota costui ? Ed è forse intelligente chi l’ha votato ? E il Vittorioemanuele che chiede il risarcimento danni allo Stato cos’è, un furbacchione o un pirla?
    In altro post di questo blog (blog, post, faccette,smile: è da qui che facciamo difesa del nostro lessico ? Non c’è un risvolto anche un pò comico in questo?) quello su Eco e la bruttezza, ho scritto che “Il Brutto è e sempre sarà la stupidità. La stupidità è un brutto eterno, immutabile, inesorabile, che nei tempi diversi assume varie forme: estetiche, comportamentali, modaiole, mediatiche e chi più ne ha più ne metta.”
    Lo ribadisco: non è una questione di rispetto del diverso; non è idiota perchè diverso, anzi non ho mai detto che uno diverso da me debba essere idiota. Il singolo poi raramente lo è. Anche Ligabue (non il cantante) appariva come un mentecatto. Invece era un artista, un poeta.
    Ma nei fenomeni di massa, nelle mode, in una sottocultura-pseudocultura che soppianta la cultura non vedi un dilagare della stupidità (e perciò del “brutto”)?
    Scusa il mio dilagare di punti interrogativi.
    Con stima
    Carlo Speranza

  558. @ Massimo:
    occorre con urgenza un nuovo post coinvolgente e impegnativo come quello del salvataggio dei due libri. Come vedi, essendo l’ozio padre di tutti i vizi, qui ci si abbandona a “tronismi” e “ceppostaperte” con ipotesi manco tanto remote di congiungimento a giuste nozze. Sono preoccupatissimo perché, qualora invitato, non possiedo abito da cerimonia essendo io sempre abbigliato “casual” (anglicismo consolatorio per non dire ammerda).
    In assenza del nuovo e pensoso posto, io e Sergio Sozi minacciamo la pubblicazione a puntate di un romanzo a 4 mani intitolato “Gli effetti degli ordigni atomici sulla menopausa delle cavallette”. E non dite che non vi ho avvisati!

  559. @ Enrico:
    Non so se riuscirò mai a perdonarti quest’ultimo commento. E’ un’ingiuria di quelle da lavare col sangue. All’alba dietro i Carmelitani scalzi? O interferirebbe col caffellatte e biscotti?
    Solidarizzo con le cavallette avendo in comune con loro la mezza età (più o meno).
    Casual è ok.

  560. Carlo, grazie per la risposta e per la conferma.

    Personalmente credo che la stupidità sia prima e più grave della subcultura.
    Tuttavia, chiunque si senta non stupido è chiamato a non esserlo pubblicamente, appunto nei contesti che citavi: educazione dei figli, voto politico, ecc.
    Aggiungerei, però, anche nell’esempio e provo a fornirtene uno io: la più “alta” manifestazione della stupidità è la furbizia (sempre secondo questo povero demente ma convinto). Ebbene credo che pochi abbiano il coraggio di non essere furbi nelle manifestazioni spicciole della vita quotidiana e fuori di letteratura: sosta in doppia fila, file, tasse, ecc. sempre le stesse cose che chiunque potrebbe indicare. Quanti però agiscono ?
    I figli, se ci vedono sostenere queste piccole causa, imparano. La lingua mescola saggiamente onestà ed intelligenza. Di esse bisogna fare palestra quotidiana. La penna conviene prenderla solo dopo aver profuso tale sforzo.
    Permettimi di dirti che sono convinto che le questioni quotidiane siano più urgenti delle grandi battaglie contro qualunque nemico purchè capitalistico, di grandi dimensioni e americano magari. Mi sembra un pò come gettare la palla altrove…
    Inoltre,
    la tv: chi la guarda ? Si può spegnere. E gli sms: sei veramente convinto che generino sottocultura ? Ne ho mandati a milioni ma non mi sento impoverito di quello ho studiato e che continuo a studiare.
    Di Ligabue ammiro la capacità di apparire un mentecatto e di essere un poeta. Con semplicità.

  561. @ Gea:
    ma quali Carmelitani!!!!! Ci si vede da “Giggetto er trucido”. Fettuccine al sugo di lepre, coda alla vaccinara e broccoli all’agro. Poi una bella gara a chi sputa più lontano. Chi perde chiede la mano all’altro 🙂

  562. Fatta.
    Sulla location propongo in alternativa ‘pepi s’ciavo’ qui da me: bollito di maiale misto (ti risparmio i termini dialettali tecnici: bisogna assaggiare) con senape e cren. Preparati alla bisogna, baby: la gara la vinco io.

  563. @ gea:
    lì da te in quale angolo di mondo sarebbe? Ignoro. Il menù, comunque, mi aggrada. Ma vacci piano coi vezzeggiativi. L’ultima femmina che mi ha detto “baby”, l’ho guardata ed è rimasta incinta
    🙂

  564. Sulla furbizia ci sarebbe da aprire un post a sé (da un’altra parte, Massimo, non ti preoccupare). Da brava tonta avrei una notevole inesperienza da condividere.
    @ Massimo: scusami la mancata partecipazione al nuovo post, ma non mi sembra di avere niente di particolarmente intelligente da dire, onde mi taccio.
    E siccome l’ho chiamata, me la rispondo pure: meglio se taccio anche qui…
    Un bacio

  565. adoro chi sceglie di tacere quando nulla ha da dire oppure da profferir solo idiozie.
    se prendessero esempio nel due rami del parlamento, al posto di camera e senato si potrebbero edificare due parcheggi multipiano e ci toglieremmo dai “gemelli” un migliaio di sanguisughe.
    ps: paradosso qualunquista, lo so
    🙂

  566. @ Gea:
    Non devi scusarti di nulla, ma il bacio lo accetto volentieri
    😉

    @ Enrico:
    Se sopravvivo alla stanchezza cercherò di pubblicare tra breve un post molto particolare dove:
    – vi racconterò un aneddoto legato a questo blog
    – farò una figuraccia
    – mi cospargerò il capo di cenere
    – vi parlerò di un romanzo
    – ci sarà da divertirsi (almeno spero)
    – vi inviterò a dibattere su un tema molto serio: quello dell’emigrazione, ieri e oggi

  567. E’ permesso?
    Eduardianamente scosto il sipario e mi affaccio, non riusciro ad esser cattivo, non mi è stato insegnato; mio padre mi chiedeva d’esser serio: non gli ho dato mai retta!
    Era imprenditore edile, morì giovane, mi voleva architetto: feci l’imbianchino con i suoi operai e lui, dolorosamente mi affidava i lavori più umili, non per cattiveria, per dolore!
    Morì, morimmo!
    Feci il concorso per “conducente di linea”, faccio il tranviere da un mondo/ in un inferno, guido bus tra pallottole e Scampia, tra sputi e vaffanculo. Durante questo tempo ho riso e sorriso.
    Ho scritto su “Il Mattino” di Napoli la sera e il mattino guidavo bus e il pomeriggio verniciavo trattorie per arrotondare.
    Ho recuperato molto del mio cuore, ma poco del mio tempo.
    Sono qui a cinquantatrè anni, nascondendone trenta, a ridere e scherzare con simpatici poeti e transnazionali avvenenti intellettuali, bravi, ma non umili.
    Scateno polemiche divertenti, mio fratello è Konisberg, mio padre Zeppo (non il grande Groucho, non me lo consento).
    Non sono stato a scuola, mi hanno cacciato all’esame di scuola media e ho recuperato nozioni tra radio (Radio Anch’io di Gianni Bisiach) e “Paese Sera”, tra convegni su Gramsci e Calamandrei, tornando a casa distrutto da “…la misura in cui il proletariato riuscirà a misurarsi…”.

    E’ stata per me una grande gioa essere accolto in questo salotto di laureati ( molti con lode), frodando gli intelletti, pensandomi alla pari, ma nasco umorista e giocator di pensiero, ora ne esco e, parafrasando Cirano affermo che “…avrei potuto mettere la mia anima su di un tavolo e copiare da essa…”
    ma non ho toccato, e non era una tenzone: era un gioco.
    Francesco Di Domenico
    a servir Lor Signori.

  568. Perdonerotti, per questa volta.
    Mi accingo ad appropinquarmi al giaciglio per il meritato riposo.
    Insomma, vado a dormire, glissando (ORRORE! vergoognati donna!) sull’uscita, imperdonabile più che altro in quanto luogo comune.
    Sempre disposta a condividere la libidine di un’orgia di colesterolo e augurandoti una notte allegramente serena, mi firmo
    g.

  569. @Eventounico:
    Mi trovo pienamente d’accordo con te su quanto dici della furbizia.
    Quanto agli SMS non è il mezzo che condanno, o il suo uso, ma il tipo di linguaggio usato generalmente. O ancor meglio: il linguaggio in sè è un adattamento alle caratteristiche del mezzo (veloce, tastiera complicata, tasti plurilettera, parole suggerite da automatismi, schermo piccolo che non agevola certo la rilettura, ecc.). L’adattamento al mezzo fa sì che si crei un codice nuovo e qui ci può essere ancora in qualche modo inventiva, intelligenza, arricchimento. E’ poi quando questo codice (già sintetico di suo e che poi diviene passivamente imitativo e modaiolo) viene travasato nella lingua parlata, ancor prima che scritta, che assume carattere di sostituzione, impoverimento e (temo) generale instupidimento.

    @gea:
    Dici che sposeresti me, ma poi i bagordi li proponi al Gregori?
    Ah, …Messalina!

  570. Non è colpa mia… mi disegnano così…
    Comunque l’orgia di colesterolo di cui sopra è, stante la sua natura di orgia, appunto, estensibile ad libitum.
    Per la gara di sputi poi sono aperte le iscrizioni. 🙂
    Notte, gente. Devo assecondare la mia perversione e alzarmi alle sei anche domani.
    Bei sogni

  571. @ Francesco Di Domenico:
    Caro Francesco, Letteratitudine non è un “salotto di laureati”. È un luogo d’incontro virtuale tra lettori, scrittori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali. Se ti riconosci in una di queste categorie… rimani. Altrimenti… rimani lo stesso.
    Però molto poetica l’uscita di scena. Per tornare dovrai inventarti un’entrata di pari livello. Altrimenti ti obbligerò a prendere una laurea in Cronaca Nera presso la Facoltà del Messaggero, sita in via del Tritone – Roma. Il Direttore d’Istituto si chiama Enrico Gregori. Ed è bene non guardarlo mai negli occhi. Soprattutto se si è “femmina”.

  572. @ francesco
    Difficile aggiungere altro a quanto scritto da Massimo. Ma voglio farlo dal punto di vista di un “non addetto ai lavori”.
    Il tuo pezzo di uscita è magnifico. Ho visitato il tuo blog, ho apprezzato i quadri di tua figlia e mi sono divertito a leggere del Pensiero Mediocre. Se vai via ci sottrai un pezzo di grande napoletanità.
    E poi io son tifoso del Genoa che col Napoli è pure gemellato.
    Ripensaci
    Carlo Speranza

  573. “…se avessi potuto scegliere tra la vita e la morte/avrei scelto Ll’Americaa…”
    Solo gli sciocchi non cambiano idea, e poi sono un buffone, non avevo creduto mai veramente di andar via: non si va mai via, anche quando si emigra (post attuale).
    Avevo già detto che il mio maestro è stato Giancarlo Fusco, ma perchè non l’Ugo Tognazzi de “Amici…”, il conte Mascetti; Malaussene di Pennac;
    e il De Sica della “Bersagliera”…si esce/da questo mondo/solo coi piedi in avanti.
    Oops…grazie per le condoglianze in vita. E’ stato un po’ come “Vengo anchio, no tu no!” di Jannacci: “…si potrebbe andare tutti al suo funerale, per vedere di nascosto l’effetto che fa…”
    Un abbraccio al mite dandy Massimone Maugeri per l’eleganza con cui passeggia nella vita e nelle parole, da estendere a tutti, donne in particolare.
    Per quanto riguarda il noir, appena ho tempo aggiorno il blog con “Delitto al Ristorante Cinese”, l’ultimo racconto pubblicato nell’antologia “Sangennoir”- Kairòs Editore (nei miei gialli ci sono pure i morti ma, disneyanamente, non li uccide nessuno).
    Poi, se non muore l’editore, in primavera cornetto caldo per il salone di Torino “Il Partigiano Orazio & altre storie”- nove racconti di un cialtrone.

    p.s. Carlè grazie,
    ma ultimamente sono tifoso solo della Nazionale con la quale sono gemellato, per nascita.

  574. @ Francesco
    …e io non mi ero mai illuso che tu scomparissi. Certo, ci speravo. Ma coltivare sogni improbabili è la strada più breve verso l’illusione :-).
    Avevo la sensazione che fossimo coetanei, adesso ne ho la certezza. Evidentemente ci unisce anche la filosofia di non prendere mai nulla completamente sul serio, a cominciare da noi stessi.
    Io la laurea ce l’ho, intesa come grado di istruzione. Il diploma cartaceo, una volta ritirato, lo riposi nello sgabuzzino della lavatrice.
    Nonostante la protezione di vetro, un giorno in cui la lavatrice perse acqua, le infiltrazioni attraversarono il vetro e il mio diploma si sgretolò come la carta igienica nella tazza del cesso.
    D’altro canto mi laureai abbastanza in tempo ma studiando nei ritagli di tempo. Gran parte della giornata la dedicavo a cose più serie, tipo comprare giornali porno, farmi le canne e organizzare dibattiti sull’etica dell’ordine pubblico nei film der Monnezza.
    🙂

  575. @ Francesco
    spero si sia capito che il commento precedente era per quell’impunito di Gregori e l’uscita imperdonabile era la sua.
    Il tuo pezzo era splendido; tutti lo sono.
    E sono felice che tu non ci privi della tua ironica irruenza.
    Pochi avrebbero avuto la capacità di evocare visivamente un sipario che cala.
    Sala ammutolita per un attimo, poi uno in platea che si alza, incominciando ad applaudire. Poi uno in galleria, altri due in platea, poi man mano tutti gli altri, uniti in un ovazione a chiedere ancora.
    Mi piace.
    Un abbraccio da lettrice non laureata (una decina di esami a lettere classiche, buona media ma voglia di altro; tipo Gregori)

  576. Canne, musica, viaggi, amici, sesso..
    e poi c’era il bisogno di essere indipendenti, di andar via da casa.
    erano anni strani. qualche secolo fa.

  577. @ Enrico Gregori
    Dai piantatela co’ ‘sta storia della laurea, era un colpo di teatro il mio (ma comunque sono un ignorante di successo, e ai tuoi tempi Gregò c’era il 18 politico, lo so perchè marinavo il cantiere per andare a spupazzarmi le calabresi fuori sede di architettura, con la scusa del comunismo).
    Ma voi quando lavorate? Anche tu Gea!

    Enrico, volevo chiederti seriamente – una tantum – come procurarmi il tuo libro, visto che non ho la carta di credito? C’è qualche libreria di Roma che lo vende ancora?
    Oddio, con quella copertina bruttissima incitante al rogo penso che sia finita sotto i tavoli delle trattorie di San Basilio – sai che mi ricorda la copertina de “Il solista del mitra” di Luciano Lutring, ma va’ che t’ho ricordato!- chiedo scusa a Maugeri se uso il post in modo privato, ma la tua mail non compare sul catalogo.

    Comunque “Er monnezza” si e Abc, che non era porno ma una volta fece vedere il seno in penombra di Lisa Gastoni.
    E poi noi piangevamo…oggi non piange più nessuno!

  578. @ Francesco:
    18 politico un par de’ palle! 🙂
    quanto al libro, intanto ti ringrazio del pensiero. potrei darti istruzioni via email. la mia posso dartela tranquillamente anche perché è conosciuta o comunque conoscibile senza molto sforzo di fantasia
    enrico.gregori@ilmessaggero.it
    attendo. e scuse a massimo se utilizziamo il suo blog anche come bacheca

  579. Neanch’io parlo facilmente del pianto – preferisco viverlo. Pero’ qualche verso dedicato al tremendo finale de ”La chimera” di Sebastiano Vassalli mi venne spontaneo metterla su carta:

    FINE ALBATA

    Si squarciano le irose nebbie
    crepita tetro il proscenio del cielo
    Come fosse solo l’ombra di un velo
    grondante atroce sudore divino
    Nulla vola o striscia e parla piano
    il sole smunto timido vergognoso
    Slittano gocce di vetro fuso liso
    muore persino il seme del sorriso.
    (11 IX 1999)
    Sergio

  580. @ Enrico e Francesco:
    Non c’è alcun problema. Questo si è traformato in post bacheca. Del resto, quando si rimane con soli due romanzi al mondo… bisogna pur arrangiarsi.

    @ Francesco e Sergio:
    non ho ancora avuto il piacere di assistere alla vostra virtuale, virtuosa e informatica stretta di mano.
    Mi fate questo regalo?
    Eddài!
    Se non lo fate vi faccio inondare di smile da Elektra. Troppi smile fanno male. Fidatevi!

  581. @ massimo:
    grazie. ma per evitarti questa incombenza, non ci sarebbe modo di rendere visibile l’indirizzo email di chi, ovviamente, vuole renderlo pubblico?
    io sono mesi che vorrei insultare elektra via email e non essere riuscito a farlo mi provoca un grande senso di frustazione. Mica potrò passare la vita intera a svillaneggiare sergio sozi!
    🙂

  582. Enricuzzo, cariiiisssssimo! Tu dicesti quanto segue, all’inizio di cotesta ubriacatura collettiva:
    ”Questo non è un gioco, ma una sorta di “dieci piccoli indiani” o, se preferisci di “e poi non ne rimase più nessuno”. Sarà una carneficina, un massacro, l’ira di Dio. l’unico vantaggio, credo, potrebbe essere una coalizione spontanea di tutto il blog contro Sergio Sozi. Lo vedo, Sergio, come il generale Custer nell’ultima scena. Lui, rimasto unico sopravvissuto del Settimo Michigan, aggrappato alla bandiera lacera mentre esaurisce i colpi della sua Colt. E poi, inesorabile, l’orda pellerossa dei Gregori-Di Domenico-Aste-Leonardi che lo travolgono. Che finale epico!”
    Te ne ricordi, vecchio mio?
    E allora dimmi, in tutta sincerita’: chi e’ rimasto a salvare il fortino da solo con la pistola in mano?
    Sergio

  583. Allora rassegnati, Maugger: questo ”post” sara’ non un ”post” ma un ”aeternum” (uso la desinenza in ”-um” del caso neutro perche’ un ”post” e’ roba neutra: ”res”, non ”cruor et humanitas”, dopotutto.).
    Comunque Massimo rassegnati alla incommensurabilita’ di questo spazio virtuale. Cosa che hai provocato tu, bellimbustarello!!
    S.

  584. IMPORTANTE:
    Più persone mi hanno detto di aver letto un articoletto su “Panorama” dedicato a Letteratitudine e in particolare a questo post: “Due libri da salvare”.
    L’articolo dovrebbe esser stato pubblicato sul penultimo o terz’ultimo numero di “Panorama”.
    Chi è così bravo da riuscire a reperirlo, fare una scansione e farmelo avere per mail?
    Grazie in anticipo.

  585. un italiano: Pontiggia “nati due volte”
    una straniera: P.Buck “vento dell’est vento dell’ovest”

  586. Sono riuscito a recuperare il numero di “Panorama” dove ci citano.
    “Panorama” del 22 novembre 2007, n. 47, pag. 267.
    Rubrica “Il caffè”

    CHI SALVO, TOLSTOJ O DOSTOEVSKIJ ?
    La domanda è questa: se una catastrofe cancellasse di colpo la memoria degli ultimi due secoli distruggendo tutti i libridi narrativa, e se voi aveste il potere di salvare due testi, quale scegliereste?
    Nell’evocazione di Fahrenheit 451 lo scrittore Massimo Maugeri lancia la provocazione sul blog (letteratitudine.blog.kataweb.it).
    Quali romanzieri sopravviveranno?
    Dostoevskij, Tolstoj, Calvino?
    La sfida è aperta.

    Ora, vi giuro che non ne sapevo nulla.
    Grazie di cuore agli amici di “Panorama”

  587. Massimo, perche’ non provi a rintracciare l’ignoto giornalista di Panorama, ”benefattore” della nostra catarsi collettiva, per dirgli ufficialmente chi abbiamo salvato dall’apocalisse?
    Sergio

  588. Caro Sergio, ritengo che il benemerito (o benemerita) giornalista di “Panorama” che ha scritto il breve pezzo sia già al corrente degli esiti delle nostre sofferte scelte.
    Annuncio pubblicamente che il tuo lavoro profuso in questo post verrà premiato tramite spazio on line concesso a un certo signor Euterpe.

  589. Volevo informarvi, se può interessare, che ho appena messo in vendita su ebay due libri da salvare nel senso che uno è il primo libro pubblicato da Enzo Biagi ( e recentemente l’abbiamo ricordato qui in un post ), praticamente sconosciuto e introvabile.
    L’altro ancora più misterioso specie per la storia che lo avvolge…
    Si tratta di “Prodeide”, biografia non autorizzata di Romano Prodi, letteralmente scomparso dalla circolazione. Pezzo più che raro (e velenoso) …
    Due libri da riscoprire. Specie il secondo quando le notizie sono scomode e la censura si conferma e purtroppo riscopre bipartisan…
    Ciao a tutti
    Giuseppe

  590. @ per Giulio Prosperi in riferimento al commento lasciato Domenica 11 novembre 2007 ,4:59 pm

    Ciao sono Barbara Ardito, l’autrice di Straniera a se stessa, edito da Altromondo solo una curiosità: come hai fatto a leggere il libro in quella data se non era ancora uscito?
    Forse hai letto solo il prologo sul sito dell’editore?
    semplice curiosità la mia

  591. Caro “Mi ha fatt addorm… etc etc”… io per sognare uso i libri, non la camomilla! Ti consiglio una tisana di letteratura e ti ricordo che il sonno della ragione genera mostri.

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