Nel nuovo appuntamento dello spazio “POESIA” di Letteratitudine ospitiamo Elena Mearini autrice di “Strategia dell’addio” (LiberAria).
Ecco le risposte di Elena alle domande “ricorrenti” di questa rubrica dedicata alla poesia.
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– Elena Mearini, chi è poeta?
Poeta è colui che non si stanca mai di scoprire e riscoprire i volti nascosti della realtà. Il poeta si deve impicciare dei fatti e delle facce del mondo, sfondare le barriere, abbattare i muri, sconfinare senza fine e senza mai dimenticare di portarsi appresso attenzione e cura. Il poeta avanza con passo gentile.
– Poeti si nasce o si diventa?
Nella poesia ci s’inciampa, per errore, grazia o destino. È una specie di pozza che contiene infinite varianti del mondo. Chi ci casca dentro, se ne innamora. Ed ecco fatto. È poeta.
– Cos’è la poesia?
È una cosa che non smette mai di accadere e di esserci, una costante umana che contempla la bellezza e tralascia l’abbandono. La poesia garantisce la realtà della vita, ci dice che quando un cuore batte, batte davvero.
– A cosa serve la poesia?
A innamorarsi dell’istante, l’unico tempo certo che ci è dato avere. Un tempo fragile, friabile e umanissimo. Il tempo che più ci somiglia e ci appartiene.
– Che consiglio daresti a chi volesse avvicinarsi alla lettura della poesia?
Per leggere e godere della poesia è necessario ricavare in sé uno spazio pulito e libero. Togliere polvere, sporcizia e ingombri, lasciare che la parola poetica possa circolare nuda e pure bendata se crede. Dobbiamo preservarla da malanni e incidenti.
– Cosa consiglieresti a un poeta esordiente che ha velleità di pubblicazione?
Dimenticare l’ipotesi di una pubblicazione e scrivere solo se è la necessità a spingerlo. Con la poesia non si può fingere, lei stringe affari solo con la verità di un’urgenza.
– Parliamo di te. Come nasce il tuo amore per la poesia?
È un amore nato per fame, il pane quotidiano della sopravvivenza.
– Guardando all’intera storia della poesia, quali sono i poeti che consideri come tuoi punti di riferimento?
Di certo esponenti della poesia ermetica quali Montali, Ungaretti, Quasimodo, ho sempre amato la loro grande maestria nello stringere nel pugno il seme originale delle cose, toccare l’osso, non rifuggire né temere l’essenza bensì afferrarla e rivelarla. Una mia grande passione è poi l’intera opera della Szymborska, unica per ironia e potenza. E come non citare Celan, capace di fare della parola un miracolo…
– Quali sono i versi poetici che non ti stancheresti mai di rileggere?
“ Non scriverti tra i mondi, al margine della traccia di lacrima impara a vivere”. Ed ecco Celan e il suo miracolo.
– Qual è il filo conduttore di questa tua nuova silloge (intitolata “Strategia dell’addio“)?
“ Strategia dell’addio” è la storia di un amore che non si compie mai fino in fondo, nasce e si richiude di continuo, sfiorando la fioritura senza viverla. Sarà la parola a soccorrerlo, una parola-corpo che prende il posto dell’altro, in questo caso dell’uomo, una parola-corpo presente e capace di darsi e di dare. Nella poesia, la donna che racconta, compie finalmente il proprio sogno d’amore.
– Ti chiedo di scegliere alcuni tra i versi che consideri più rappresentativi di questa tua raccolta e di offrirceli in lettura qui di seguito…
“ Confinata in una foglia, osservo il mondo. La mia quarantena odora di te, che mandi respiri al vento”
“ Quando indosserò la mia mancanza, qualcuno griderà allo scandalo di una donna nuda per la strada”
“ Non si può occupare educatamente il cielo, per essere vento dobbiamo disturbare le foglie”
– Per quale motivo hai considerato questi versi come i più rappresentativi della silloge?
Per il senso di una mancanza che diviene spazio aperto e ampio, luogo predisposto al decollo della libertà.
– Come immagini il futuro della poesia?
Mi piacerebbe che fosse di una leggerezza imbattibile. Il respiro della parola, ecco. Una poesia fatta di respiri.
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Elena Mearini – “Strategia dell’addio” (LiberAria) – la scheda della silloge
Strategia dell’addio è la storia poetica di un amore e di un abbandono raccontato in versi. La parabola di un amore infelice, dalla solitudine, all’incontro, alla crisi fino al superamento del dolore, è descritta e sviscerata attraverso brevi didascalie del quotidiano, istanti fermati e scandagliati con occhio acuto e penna affilata, capace di esercitare con precisione chirurgica la dolcezza e la crudeltà necessarie a sopravvivere. Il linguaggio di Elena Mearini e si fa di volta in volta strumento d’indagine, espressione di dolore, rassegnata tenerezza, lotta indomita contro la sofferenza, sorriso con cui guardare a un addio, in una sinfonia di sensazioni che diviene cifra di un sentire universale. Contraltare a questo canto intimo e struggente, i disegni dell’illustratrice Clara Patella, il cui tratto netto, aperto, minimale ma dotato di delicatezza e profondità, dona risalto alla scrittura poetica, aiutando il lettore a trovare la propria Strategia dell’addio.
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Elena Mearini è nata nel 1978 e vive a Milano. Ha pubblicato i romanzi 360 gradi di rabbia, Excelsior 1881, Premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti” nell’ambito della rassegna “Umbria Libri”; Undicesimo comandamento, Perdisa pop, Premio Speciale UNICAM- Università di Camerino, terzo classificato al Concorso Nazionale di Narrativa “Maria Teresa di Lascia” e Premio giovani lettori “Gaia di Manici-Proietti” nell’ambito della rassegna “Umbria Libri”; A testa in giù, Morellini editore; Bianca da morire, Cairo editore, Premio “Lago Gerundo” per la narrativa. Firma due raccolte di poesie: Dilemma di una bottiglia, Forme Libere editore e Per silenzio e voce, Marco Saya editore.
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