ELSINA E IL GRANDE SEGRETO di Sandra Petrignani
Il nuovo appuntamento di “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, vede come protagoniste Sandra Petrignani e Elsa Morante (nei giorni scorsi abbiamo ricordato la Morante per il trentesimo anniversario della morte). L’occasione è offerta dalla recente pubblicazione di un nuovo volumetto della benemerita casa editrice Rrose Sélavy intitolato “Elsina e il grande segreto“. Elsina è, naturalmente, Elsa Morante da bambina. A “ritrarne” la voce è – appunto – Sandra Petrignani, con l’accompagnamento visivo delle illustrazioni di Gianni De Conno. Il testo è introdotto da Franco Lorenzoni. (È possibile sfogliare le prime pagine del libro, cliccando qui).
Ho avuto la possibilità di discuterne con Sandra Petrignani, a cui peraltro – proprio per «Elsina e il grande segreto» – è stata assegnata la targa ‘Morantiana’ del Premio Morante che inaugura la nuova sezione dedicata agli autori che tengono viva la memoria di Elsa Morante promuovendone storia e letteratura.
– –-Cara Sandra, cosa ti lega in particolare alla figura di Elsa Morante?
La sua grandezza: è stata la scrittrice italiana che ho più letto e meditato nella giovinezza con un effetto di folgorazione. Poi mi sono appassionata alla sua vita, mi ha sempre incuriosita il suo carattere aspro. Anche se ho evitato di conoscerla, quando ne ho avuto l’occasione, perché non volevo disturbare il mio amore per lei. Oggi, con l’equilibrio dell’età, mi sono permessa di riflettere in forma di fiaba sulla sua infanzia difficile, giocandoci anche un po’.
– Con quale spirito hai affrontato questa piccola grande sfida che ti ha proposto Rrose Sélavy?
Con fedeltà e libertà insieme, rispetto ai fatti della realtà biografica. Di vero nella mia fiaba c’è che Elsa ha avuto due padri, uno biologico, e uno “ufficiale”, ci sono tratti del suo carattere prepotente e creativo, il suo amore sconfinato per gli animali. La “soluzione” del conflitto infantile è tutta mia invece, ma in linea – spero – con lo spirito libero e manipolatorio della Morante adulta.
– Che tipo di approccio hai usato con riferimento alla stesura del testo e al linguaggio da adottare?
Ho pensato a un racconto orale davanti a un pubblico di bambini, nessun intento didattico, ma solo la voglia di mettermi sullo stesso piano, di trovare una complicità con un uditorio infantile. Spiegare sentimenti complessi in modo semplice e diretto è necessario, quando si vuol comunicare a un livello profondo con un bambino. E pensare che la fiaba non sarebbe stata letta, ma ascoltata (attraverso la voce di un genitore, un insegnate, o altra persona adulta) mi ha aiutata a trovare il tono giusto. Perché i bambini, anche quando sono in grado di leggere da soli, sempre hanno in testa la voce che narra.
– Cos’è che più di ogni altra cosa apprezzi della Elsina che emerge da questo tuo racconto?
Forse proprio le sue contraddizioni. E’ una bambina un po’ arrogante, ma molto fragile, che sente il peso di una responsabilità che, pur controvoglia, è tentata di condividere. Lei sa qualcosa che i fratelli non sanno: dirlo o non dirlo? E’ un problema che la turba e che risolverà in modo scanzonato e artistico, raccontando la verità in forma di filastrocca.
– Come commenteresti le illustrazioni di Gianni De Conno?
Sono molto in sintonia coi disegni di De Conno, con la sua sensibilità. Mi piace il taglio che dà alle immagini, concentrandosi su dettagli. Trovo che è finissimo soprattutto quando riproduce gli animali: fa parlare i corpi, le zampe, un orecchio. Come Elsa, mi trovo a mio agio con i bambini e con gli animali e credo di indovinare che anche per De Conno sia lo stesso.
-Grazie mille, carissima Sandra!
Però si sta dalla sua parte perché detesta recitare in pubblico le poesie che già compone precocissima, si sta dalla sua parte quando ruba le polpette ai fratelli per darle ai cani randagi. Se a casa le dicono «Attenta, Elsina, non li toccare che sono malati, puzzano e ti prendi una malattia» lei risponde sdegnata «Puzzate voi!».
E il suo grande segreto cos’è? Un segreto che nel periodo di questa storia (siamo negli anni Venti) piena di ribellioni e di desideri – e non mancano le tenerezze – è davvero qualcosa di sorprendente. Ciò che può sembrare bizzarro è invece straordinario. Per Elsina lo è. Andiamo allora a scoprire cosa accade nella sua stravagante famiglia, e chi sono davvero il papà Augusto, lo “zio” Ciccio, la mamma Irma, i fratelli Aldo e Marcello, il cane randagio e la gattina che fa le puzzette.
Una storia più che mai attuale, che ci racconta anche delle difficoltà in cui si trovano a volte i bambini di fronte ai pasticci creati dai loro genitori.
Sandra Petrignani è nata a Piacenza e vive più in campagna (in Umbria) che a Roma. Per bambini ha scritto, tanti anni fa, una favola illustrata dal titolo Il ciclamino Leopoldo (Lisci&Zampetti). Per grandi (ma non poi così grandi), la storia della sua infanzia che s’intitola Il catalogo dei giocattoli (Beat). Ha dedicato a Roma due libri, uno sulla città di oggi, E in mezzo il fiume (Laterza), e uno sulla città com’era negli anni ’50 e ’60, Addio a Roma (Neri Pozza). Per questo editore, siccome le piacciono i fantasmi, ha pubblicato anche Care presenze, che fa un po’ paura, accanto ad altri romanzi e libri di viaggio. L’ultimo, Marguerite, è ispirato alla vera vita della Duras, una grande scrittrice francese. E a una grande scrittrice italiana sarà dedicato il suo prossimo libro, Natalia, una biografia della Ginzburg.
www.sandrapetrignani.it
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Gianni De Conno, illustratore tra i più affermati e apprezzati, vive e lavora a Milano (dove è nato).
Dopo gli studi superiori (liceo artistico e conservatorio musicale) si è specializzato in scenografia
e da qui ha iniziato la sua carriera di scenografo e poi di illustratore. Collabora con i più importanti editori italiani e internazionali. Premio Andersen come illustratore dell’anno nel 2005, e numerose menzioni nel Communication Arts Award of Excellence, tra il 1998 e il 2010. Nel 2008 e nel 2010 ha ricevuto la Gold Medal dalla Society of Illustrator di New York.
Ha tenuto mostre collettive e personali in Italia, Svizzera, Germania, Giappone, Taiwan, Francia,
Stati Uniti.
www.giannideconno-illustrator.com
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Franco Lorenzoni fa il maestro elementare. È nato a Roma e vive ad Amelia, in Umbria, dove ha fondato nel 1980 la Casa-laboratorio di Cenci, un luogo di ricerca educativa ed artistica, su tematiche ecologiche, scientifiche, interculturali e di inclusione, che ospita bambini, ragazzi e adulti (Premio Lo straniero, nel 2011, insieme a Roberta Passoni).
Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha girato il documentario Elementare. Appunti di un percorso educativo. Ha pubblicato I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica (Sellerio 2014), Con il cielo negli occhi (Marcon 1991 – La Meridiana 2009), L’ospite bambino (Theoria 1994 – Nuova Era 2002), con Marco Martinelli Saltatori di muri (Macro 1999), con Amaranta Capelli La nave di Penelope (Giunti 2001). Collabora alle riviste Cooperazione Educativa, Gli Asini, Lo Straniero e al Domenicale del Sole 24 ore.
www.cencicasalab.it
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