La nuova puntata di Letteratitudine Cinema la dedichiamo… al ritorno nelle sale delle storie di Georges Simenon
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Un nuovo film tratto da uno dei grandi romanzi di Georges Simenon uscirà nelle sale italiane il 15 settembre. Si intitola, per l’appunto ‘Maigret’: film di Patrice Leconte, tratto dal romanzo “Maigret e la giovane morta” di Simenon.
Nel cast del film: Gérard Depardieu Jade Labeste, Mélanie Bernier, Aurore Clément, André Wilms, Hervé Pierre (della Comédie Française), Clara Antoons, Pierre Moure e Bertrand Poncet.
Non solo. In Francia è in uscita un altro film tratto dai gialli di Simenon (lo vedremo presto anche in Italia). In questo caso il libro in questione è “Persiane verdi”)
Qui di seguito, il trailer e le schede dei due libri citati
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Georges Simenon
Maigret e la giovane morta
Traduzione di Laura Frausin Guarino
Una ragazza vestita con un abito da sera trovata morta a Parigi in una piazza. L’ispettore Maigret cerca di risalire alla sua identità e capire cosa le sia successo
«Maigret non voleva ammetterlo, ma quello che lo lasciava più perplesso era il volto della vittima. Per il momento, ne conosceva un solo profilo. Che fossero le contusioni a darle quell’espressione imbronciata? Sembrava una bambina, una bambina di cattivo umore. I capelli scuri, morbidissimi, buttati indietro, erano naturalmente ondulati. Sotto la pioggia, il trucco si era un po’ sciolto, e questo, anziché invecchiarla o imbruttirla, la rendeva ancora più giovane e attraente».
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Georges Simenon
Le persiane verdi
Traduzione di Federica Di Lella, Maria Laura Vanorio
«Forse questo è il libro che i critici mi chiedono da tanto tempo e che ho sempre sperato di scrivere» azzarda Simenon, che ha terminato Le persiane verdi in una sorta di stato di grazia, all’indomani della nascita del secondo figlio. Ha tutte le ragioni di essere soddisfatto: è riuscito a scolpire una figura larger than life, Émile Maugin, celeberrimo attore giunto, a sessant’anni, all’apice del successo e della fama, che un giorno apprende di avere, al posto del ventricolo sinistro, «una specie di pera molle e avvizzita». «Maugin non è ispirato né a Raimu, né a Michel Simon, né a W.C. Fields, né a Charlie Chaplin» afferma risolutamente Simenon nell’Avvertenza. «E tuttavia, proprio a causa della loro grandezza, non è possibile creare un personaggio dello stesso calibro, che faccia lo stesso mestiere, senza prendere in prestito dall’uno o dall’altro certi tratti o certi tic». Ciò detto, taglia corto, «Maugin non è né il tale né il talaltro. È Maugin, punto e basta, ha pregi e difetti che appartengono solo a lui». Pregi e difetti alla misura del personaggio: dopo un’infanzia sordida, ha lottato, perduto, vinto, amato, desiderato, conquistato e posseduto tutto – donne, fama, denaro –, e coltiva la propria leggenda abbandonandosi a ogni eccesso. Prepotente, scorbutico, cinico (ma segretamente generoso), regna da tiranno su un piccolo mondo di sudditi devoti e trepidanti, fra cui la giovanissima e amorevole moglie, ma vive nella costante paura della morte e nella nostalgia dell’unica cosa che non ha mai conosciuto: la pace dell’anima – quella cosa tiepida e dolce a cui il suo desiderio attribuisce la forma di una casa con le persiane verdi».
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