Ho avuto il piacere di incontrare Silvia Bonucci giorni fa nei locali della libreria “Megastorie” di Catania. L’occasione è stata la presentazione del suo romanzo più recente “Gli ultimi figli”, edito da Avagliano; romanzo rientrato nella tredicina dei libri candidati allo Strega 2007.
Quello della Bonucci è un testo di stampo classico e che racconta una storia che abbraccia tre generazioni. Ma la storia è anche quella della grande trasformazione italiana che ha coinvolto il mondo rurale e quello della fabbrica. Storia di vicende umane e luoghi. Luoghi raccontati sulla base di una conoscenza personale supportata da un grande lavoro di documentazione da parte dell’autrice.
Vi propongo una videointervista alla Bonucci e, di seguito, una scheda di presentazione del libro.
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Tre generazioni a confronto. Tre generazioni che illustrano, in una sorta di affresco sociale, il passaggio dall’antico al moderno, dalla sottomissione alla rivendicazione, dai campi alle fabbriche, dalla nascita di un mondo alla sua fine. Ma anche la storia di un luogo ben preciso, una piccola regione della Maremma dove, all’indomani della guerra, cultura rurale e industriale si sono trovate improvvisamente a convivere, dove il partito comunista e i sindacati hanno rappresentato un motore essenziale della consapevolezza e del riscatto sociale. E innanzitutto, una storia di persone, raccontata attraverso le vicende di una famiglia di coloni. Nedo e Vasco Rinaldini sono due fratelli, figli del “capoccia” di una fattoria in cui sono nati mezzadri. Nedo è il primogenito, il più consapevole ma anche il più attaccato a un passato da cui pure cerca di emanciparsi. Vasco è il ribelle, tutto proteso verso il futuro e la conquista di un benessere per il quale sembra disposto a pagare qualsiasi prezzo. Scelgono così strade diverse per raggiungere quella che pensano essere la via del progresso, parola che non assume per loro lo stesso significato ma che rimane il vero motore dell’esistenza di entrambi. Due mondi che spariscono raccontati attraverso lo sguardo di chi questi mondi li ha voluti cambiare. Il loro smarrimento, la loro sorpresa nel ritrovarsi a essere gli artefici della propria estinzione. E infine, il passaggio conclusivo alla nuova generazione, più colta, più urbana e ormai totalmente incapace di comunicare con i propri padri. Un omaggio agli ultimi figli, gli ultimi combattenti, l’ultima generazione prima del trionfo di una società in cui ci si illude di non dover più conquistare nulla.
GLI ULTIMI FIGLI di Silvia Bonucci
Avagliano editore, 2006
pag. 229, euro 14
Silvia BONUCCI è nata a Monza nel 1964. Laureata in lingue alla Sorbona, ha conseguito un master in traduzione (inglese-francese-italiano) all’École Supérieure d’Interprètes et de Traducteurs. Dal 1988, vive a Roma dove lavora come traduttrice, essenzialmente nel campo del cinema e dell’arte. La sua attività professionale comprende una decennale collaborazione con Nanni Moretti e con molti altri registi italiani (Marco Tullio Giordana, Mario Martone). Nel 2002 è stata tra le fondatrici dei «Girotondi per la democrazia», movimento di protesta contro il governo Berlusconi. Il suo primo romanzo Voci d’un tempo, edito dalla e/o, ha vinto nel 2003 il premio Regium Julii e il premio Zerilli Marimò ed è stato tradotto in Francia e negli Stati Uniti.
Qualcuno di voi ha letto questo libro? Che idea vi siete fatti a seguito dell’ascolto della videointervista? Avete domande da rivolgere all’autrice? Considerazioni sui temi trattati dal libro?
Lo spazio commenti è aperto.
Se non sbaglio i cinque libri finalisti per lo Strega 2007 dovrebbero essere stati decisi proprio oggi. Domattina avremo la notizia. Nell’intervista Silvia Bonucci è stata piuttosto scettica sulle reali possibilità di “avanzata” del suo romanzo, anche perché Avagliano editore è “entrato nella cinquina” l’anno scorso. Un bis, probabilmente, sarebbe “troppa grazia” per un piccolo editore.
Mi piacerebbe avviare un dibattito su questo libro.
Silvia Bonucci ci legge.
Come ho scritto sul post, se avete domande da porre(o anche semplici considerazioni)… fatevi avanti.
Avagliano è così piccolo? Conosco persone che si ritengono mostri sacri della letteratura che pubblicano per Avagliano. Non faccio nomi… Il Foglio aveva un autore tra i 13 selezionati allo Strega lo scorso anno, ma non finì certo tra i 5…
Gordiano
Gordiano, ricordo bene. Il libro era “Sole & Baleno” e l’autore Wilson Saba. So che sei in partenza per Roma e che rientrerai lunedì. Però sarebbe interessante che ci spiegassi cosa significa per un piccolo editore rientrare nella tredicina dello Strega. Per esempio, il libro di Saba ha registrato incrementi di vendita esaltanti a seguito della candidatura? (Per carità, non è che adesso la vendita sia tutto).
Per dovere di cronaca ricordo che il libro di Avagliano che l’anno scorso riuscì a far parte della cinquina è “Cronache dalla città dei crolli” di Sergio De Santis.
Scusate se intervengo di nuovo, ma nel post ho dimenticato di segnalare che fautore e organizzatore del viaggio siciliano di Silvia Bonucci è stato il buon Luigi La Rosa (che saluto con affetto).
Ho ultimato la lettura del libro di Silvia Bonucci proprio un paio di giorni fa. Secondo me è un libro che vale e che meriterebbe di rientrare tra i cinque finalisti del premio.
Se è un libro “classico” lo prendo senz’altro. Molti dei libri contemporanei mi sembrano così vuoti e inutili! Comunque interessante l’iniziativa dei video, complimenti.
L’intervista è molto interessante. Il libro non l’ho letto, ma lo leggerò presto. Volevo chiedere a Silvia Bonucci se poteva spiegare meglio il concetto del passaggio dal collettivo all’individuale. E poi se questo “passaggio” collettivo-individuale a suo giudizio ha interessato soltanto l’area geografica presa in considerazione nel suo romanzo o è stato un fenomeno generale, anche extraitaliano.
Sono noti i nomi dei cinque finalisti allo Strega 2007. Nessuna sorpresa, ovvero… tutto secondo copione.
Ecco i libri che vanno in finale (sistemati in ordine alfabetico):
Mal di pietre (Nottetempo) di Milena Agus
Come Dio Comanda (Mondadori) di Niccolò Ammaniti
Le stagioni dell’acqua (Longanesi) di Laura Bosio
I giorni innocenti della guerra (Bompiani) di Mario Fortunato
Il profumo della neve (Newton Compton) di Franco Matteucci
Segue un pronostico non improvvisato sul posizionamento finale dei “magnifici cinque”:
1. Come Dio Comanda (Mondadori) di Niccolò Ammaniti
2. I giorni innocenti della guerra (Bompiani) di Mario Fortunato
3. Le stagioni dell’acqua (Longanesi) di Laura Bosio
4. Il profumo della neve (Newton Compton) di Franco Matteucci
5. Mal di pietre (Nottetempo) di Milena Agus
Ma sulla base di quali meccanismi si decidsono i libri da candidare al premio strega?
Riguardo allo Strega, le candidature vengono proposte dalle case editrici, che scelgono perciò un autore all’anno (a volte nessuno) e l’autore deve essere poi presentato alla fondazione Bellonci da due persone che fanno parte della giuria (i 400 “amici della domenica” dello Strega).Tutto questo deve essere fatto entro certi tempi e nel rispetto di determinate regole formali. Sulla cinquina, è chiaro che quando un editore “non potente” è riuscito a entrare in cinquina con un libro, l’anno successivo non ha alcuna possibilità, perché diciamo che si è “già sparato” le sue cartucce e che ci sono delle regole non dette di “alternanza” (che valgono peraltro anche per i vincitori, fate caso ai gruppi cui appartengono le case editrici di chi ha vinto da un anno all’altro). Comunque, queste sono tutte cose che si sanno e che si accettano, perché fanno parte del gioco. Lo Strega rimane indubbiamente un’ottima vetrina per uno scrittore e i candidati sono in genere più che dignitosi. Quindi, per me è già stato un gran risultato partecipare, l’importante era poi non illudersi troppo!
Domande per Silvia Bonucci.
1. Sinceramente, non ci sperava nemmeno un po’ di rientrare nella cinquina? Non c’è rimasta un po’ male?
2. Sul romanzo. Cosa l’ha spinta a scrivere guardandosi indietro, raccontando del passato, piuttosto che raccontare e rappresentare il presente? Trova che il “presente di oggi” si più vuoto del “presente di ieri”?
Per Massimo.
Ti rispondo sullo Strega. Ha detto tutto uno dei commentatori ed è vero che i meccanismi di selezione non sono molto trasparenti. Il libro che vince lo Strega non è giocoforza un bel libro, un libro che resterà nella storia della letteratura. Lo dimostra il fatto che forse quest’anno vincerà Ammaniti. E’ tutto dire. Ammaniti ha scritto le sue cose migliori ai tempi di “Fango” e di “Ti prendo e ti porto via”, cose che nessuno ha mai premiato. Per un piccolo editore essere inserito nei 13 libri selezionati porta prestigio e pubblicità ma poche vendite. Lo Strega compra 800 copie a un prezzo irrisorio (2 euro a libro, nemmeno le spese di stampa) e i frutti del venduto sono modesti. In ogni caso SOLE & BALENO di WILSON SABA non è andato male ed è stato distribuito in tutte le FELTRINELLI d’Italia per pochi mesi…
Ciao
Gordiano
Da “Lipperatura” di Loredana Lipperini:
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2007/06/streghe_e_torto.html
Saranno Niccolò Ammaniti, Mario Fortunato, Franco Matteucci, Laura Bosio e Milena Agus i cinque scrittori che si contenderanno la sera del 5 luglio il Premio Strega. Tutto secondo le previsioni, dunque, per uno Strega che avrebbe già un vincitore: Ammaniti, appunto. L´autore di Come Dio Comanda (edito Mondadori) ha ottenuto ieri sera 72 voti, seguito da Fortunato con I giorni innocenti della guerra (Bompiani), che ha collezionato 67 preferenze.
Per la vittoria finale la Mondadori se la vedrà con il gruppo Rizzoli, cui appartiene la Bompiani, in uno scontro fra colossi editoriali. Si rispettano le tradizioni di una competizione che vede fronteggiarsi romanzi e scrittori, ma che spesso si risolve in una partita fra case editrici. Lo scorso anno è toccato a un altro libro Bompiani, Caos calmo di Sandro Veronesi. E una delle regole che vigono allo Strega è che le sigle editoriali non bissano mai il successo.
Quest´anno è stato molto attivo nel cercare consensi Franco Matteucci, autore di Il profumo della neve (Newton Compton), al quale ieri sera sono andate 56 schede. Matteucci, dirigente Rai, entrò nella cinquina dello Strega anche nel 2003, con Il visionario. E già allora si mise in evidenza per una campagna elettorale molto spigliata. Attirò su di sé tante critiche da parte di Anna Maria Rimoaldi. E quest´anno la madrina del premio ha mal sopportato la sua candidatura. Chiudono la cinquina Laura Bosio con Le stagioni dell´acqua (Longanesi) e Milena Agus con Mal di pietre (nottetempo). Hanno ottenuto, rispettivamente, 47 e 39 voti. Prima esclusa ai ballottaggi Maria Stella Conte con La Casa dei gusci di granchio (Baldini Castoldi Dalai). La partita si trasferisce ora a Villa Giulia: sarà una passeggiata per Ammaniti, cui vanno i favori della Rimoaldi? Oppure qualcuno gli sbarrerà la strada?
Francesco Erbani
su “Repubblica” del 15/6/2007
gentile silvia bonucci, mi pare di capire che lei conosce personalmente i luoghi dove è ambientato il suo romanzo. quanto è frutto della sua conoscenza diretta e quanto di lavoro di ricerca e indagine?
io ho già letto il suo libro. complimenti!
Rispondo a un po’ di domande.
Il passaggio dal collettivo all’individuale è ovviamente un fenomeno comune a quasi tutti i paesi occidentali, ed è indubbiamente legato anche alla fase storica che stiamo vivendo. Quella che descrivo nel libro è la ripresa di libertà di coscienza scaturita in Italia dalla fine del fascismo e della guerra. L’Italia degli anni ’50 aveva ancora molte conquiste da fare, soprattutto in campagna, dove l’analfabetismo consentiva di mantenere i mezzadri in uno stato di semi-schiavitù. La diffusione dello studio, la riforma agraria, il periodo delle lotte. organizzate anche dalle grandi associazioni politiche e sindacali, hanno permesso a molti “esclusi” di fare dei grandi passi avanti ed è fisiologico che, una volta migliorata la propria situazione e usciti dall’emergenza, si senta meno il bisogno di unirsi per difendere ciò che si è riusciti con sacrificio a ottenere. Credo che questo sia un problema serio della società di oggi: essere riuscita, attraverso una forma di benessere diffuso, a dividere le persone, più preoccupate a mantenere quel poco che hanno ottenuto che a difendere i diritti della collettività. Ma è un problema troppo ampio per discuterlo via mail, perché si rischia di cadere in una retorica del tipo “si stava meglio prima” che non è assolutamente la mia. io propongo una riflessione e cerco di illustrare questa mia riflessione raccontando una storia, tutto qui. I luoghi che descrivo li conosco bene, ma per scrivere ho dovuto fare un grosso lavoro di ricerca perché racconto una storia di 60 anni fa. Molte interviste a contadini e operai, molta documentazione scritta e fotografica. Questo lavoro di preparazione è una delle fasi che preferisco! Per finire con lo Strega: no, non sono stata delusa perché sapevo di non avere nessunissima possibilità. Era una certezza assoluta e quindi, veramente, sono sincera quando dico che l’ho fatto per “partecipare”. Quanto al discorso sul passato e il presente, credo che molte cose che racconto nel libro siano ancora estremamente attuali, semplicemente, cerco di spiegare la “matrice” di ciò che è avvenuto dopo e penso che guardarsi indietro serva sempre a capire meglio come si è arrivati alla situazione presente. Questo non significa che non si possa scrivere di ciò che succede adesso qui. Ma uno scrittore non deve calcolare, se gli viene in mente una storia da raccontare, lo deve fare e basta. Oggi sul passato, domani sul presente: l’importante è avere qualcosa di vero da dire…
egregia dottoressa bonucci, la mia è una curiosità insignificante. però la domanda gliela pongo lo stesso. il suo primo libro è stato pubblicato dall’editore e/o. come mai con questo secondo romanzo ha deciso di cambiare editore? e secondo lei, alla fine,chi lo vincerà ‘sto premio strega?
Ottimo libro, questo della Bonucci.
Vi scrivo le frasi di Lidia Ravera e Clara Sereni, che hanno presentato il libro agli amici della domenica, se non sbaglio.
Lidia Ravera: “Un libro accurato, costruito su una paziente ricerca di mondi perduti o in via di estinzione. Racconta la vita di tre diverse generazioni con obiettività e compassione.”
Clara Sereni: “Un libro da leggere e far leggere, alle nuove generazioni ma non solo: con una scrittura piana, precisa e convincente, Bonucci ci porta nel cuore della Storia, là dove le ragioni del cuore sono non meno importanti di quelle materiali.”
Per Massimo Maugeri.
Massimo, perché non inserire anche qui le prime pagine di questo libro come è avvenuto per altri volumi che hai segnalato?
@ Elektra:
domani chiederò ad Avagliano l’autorizzazione a inserire online le prime pagine del libro.
Ricordate il gioco del Sole24Ore?
Ne avevamo parlato qui:
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/letteratitudine/2007/05/un_sogno_da_str.html
Vi anticipo quella che dovrebbe essere la “cinquina dei lettori” del Domenicale (che sarà pubblicata domani):
1. L’economia delle cose (Fandango) di Elena Varvello 26%
2. Pecore vive (minimum fax) di Carola Susani 14%
3. Come Dio Comanda (Mondadori) di Niccolò Ammaniti 12%
4. Un certo senso (Marsilio) di Francesco Fagioli 11%
5. Passaggi di tempo (Fazi) di Andrea Ferrari 8%
—
6. Gli ultimi figli (Avagliano) di Silvia Bonucci 6%
7. Mal di pietre (Nottetempo) di Milena Agus 5%
8. Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani (Instar) di Fabio Geda 4%
9. Le stagioni dell’acqua (Longanesi) di Laura Bosio 3%
“. La stanza di sopra (Neri Pozza Bloom) di Rosella Postorino 3%
“. Il profumo della neve (Newton Compton) di Franco Matteucci 3%
12. I giorni innocenti della guerra (Bompiani) di Mario Fortunato 2%
“. La casa dei gusci di granchio (Baldini Castoldi Dalai) di Maria Stella Conte 2%
Secondo questa classifica il romanzo di Silvia Bonucci si piazza in sesta posizione, mentre quello di Mario Fortunato condivide l’ultimo posto con il libro di Maria Stella Conte. Svetta invece il volume pubblicato da Fandango di Elena Varvello
Interessante l’intervista, spero il libro essere di facile lettura…
Grazie per l’informazione.
Felicità
Rino, cercando di capire
RIsposta a Gennaro: con la e/o io sarei rimasta volentieri e loro, dopo averlo letto, avevano accettato inizialmente di pubblicare anche il secondo libro. Poi è successo che hanno cambiato, diciamo, politica aziendale e, avendo troppi libri in uscita, mi hanno fatto capire che chi non aveva ancora firmato il contratto sarebbe rimasto fuori. Perciò, io e diversi altri autori, siamo stati costretti a cercarci un altro editore. Cose che capitano nel duro mondo dell’editoria! Quanto allo Strega, non è un mistero per nessuno: vince Ammaniti, seguito da Fortunato e Matteucci…
Ciao Silvia, sono Irene la mamma di Alessandra e Paolo; sono certa che ti ricordi di noi, abito, come sai a Torino e sarei contenta di dialogare con te.Comprerò il tuo libro. Fatti viva, è da tempo che cerco tua madre a Parigi senza successo. Ti faccio tanti coplimenti sei una persona veramente ingamba. Ti abbraccio Irene