Il nuovo post della rubrica di Letteratitudine intitolata “Graphic Novel e Fumetti” lo dedichiamo al numero di luglio della storica rivista linus (tornata di recente in edicola e in libreria). Pubblichiamo l’editoriale di Igort e – in esclusiva per Letteratitudine – una tavola di Serge Clerc dedicata ai Beatles del periodo di Amburgo (prima di diventare celebri), dove figurano in bella vista due giovanissimi John Lennon e Paul McCartney (e, ai margini di una vignetta, George Harrison) con gli strumenti musicali sulle braccia mentre comunicano al pubblico che stanno per esibirsi nella cover di Long Tall Sally (brano di Little Richard). Un piccolo, ma gustosissimo, assaggio fumettistico/musicale. E sì, perché il numero di luglio di Linus si intitola “Cuore Rock!”
Per saperne di più sui contenuti, vi rinviamo all’editoriale di Igort che trovate qui di seguito.
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CUORE ROCK!
SCHULZ * SANTONI * SWARTE * CATINARI * CLERC * MOCCIA * FEININGER * INTERDONATO * MÒ * WARE * CROCKETT JOHNSON * PICCININI * TOFFOLO * BACILIERI * SIST * BODÉ * BRANCATO * STIVÈ * SHORT * KESSLER * MUSCATELLI * NADJA SPIEGELMAN * WATTERSON * BINDI * PASTIS * FORNASIERO * TAIBO II * PEZZOTTA * DI GRADO * MARZOCCHI * TONETTO * CARRATELLO * BOCCIA ARTIERI * REVIATI * PERES
Il nuovo linus di luglio in edicola e libreria [120 pagine / 6,00 €].
di Igort
Il sommo Lyonel Feininger, che ci accompagna anche in questo numero, ha scolpito la Storia del fumetto, mentre fondava la Bauhaus, assieme ai suoi compagni di giochi, Walter Gropius e Henry van de Velde. Un’esplorazione visiva e poetica, a cavallo tra fumetto e arte, con un fare eclettico che riletto oggi sembra contenere la chiave della contemporaneità. Un lavoro antico e moderno, al tempo stesso. Cruciale per il dibattito tra tecnologia e cultura.
Un altro grande maestro della cosiddetta linea chiara, Joost Swarte, architetto e fumettista, debutta sulle pagine di linus, giocando con il suo personaggio feticcio, Jopo de Pojo, cui dedichiamo la nuova copertina, ispirata alla musica. Già, la musica, forse la chiave culturale per leggere le istanze di quella rivoluzione sociale che prese vita nel 1968, cinquant’anni fa, incendiando i palchi del rock’n’roll, che divenne più che mai una musica generazionale. Abbiamo chiesto una cronaca di quella stagione musicale a Davide Catinari, voce dei Dorian Gray, che racconta, con tono scanzonato e poetico cosa fu l’ondata di talento che ci avrebbe cambiato per sempre.
Le parole d’ordine di quella rivoluzione sociale e sessuale prendevano vita anche sulle pagine di riviste da pochi cent, pubblicate spesso su carta scadente. I fumetti di Crumb, Shelton, ma anche Moscoso o Bodé, diedero vita a narrazioni mai viste sino a quel momento. E l’ironia mista a una certa ossessività divenne il refrain di un mondo che tutti presto presero a chiamare underground. Oggi, a distanza di cinquant’anni, cosa rimane di quell’atteggiamento, di quelle estetiche? Valerio Bindi, esploratore del mondo sommerso, agitatore culturale, nella sua rubrica traccia un resoconto puntuale di ciò che oggi in tanti chiamano Internazionale Underground.
Con la crisi dei quotidiani la tradizione delle strip parrebbe al crepuscolo. Sarà poi vero? Richard Short sembra pensarla diversamente, ed eccolo tornare; con una scrittura ironica e cadenzata, striscia dopo striscia, ci permette di familiarizzare con il suo Klaus, tipicamente made in England, con venature internazionali e riferimenti coltissimi, che scopriamo grazie alla bella chiacchierata con Valerio Stivè, suo curatore. Tornano anche i meravigliosi talenti italiani Davide Toffolo, Leila Marzocchi, Fabio Tonetto e Lorenzo Mò, che debutta con Merendino, piccolo gioiello pop del futuro. Ma anche la giovane Veronica Carratello con un piccolo haiku visivo pieno di grazia.
Poi la camminata all’indietro sul filo della memoria, che dice di scoperte e languori estivi (ogni racconto è autobiografia, lo sanno perfino i cammelli oramai) a cura di Paco Ignacio Taibo II, che ci offre uno scritto inedito pensato apposta per le pagine di linus e illustrato dal sublime Anthony Mazza. Un segno di gran classe.
In questo numero anche un’intervista alla scrittrice Nadja Spiegelman, curatrice di Resist!. Intelligenza e impegno, oggi più che mai ne abbiamo bisogno.
E poi, chiaro, tante rubriche tra cui l’imperdibile Gnommero di Paolo Interdonato, Wunderkammer, Mirrorshades e Vynil, per bagnarci nelle dolci e fresche acque della cultura visionaria. Per la serie Doppia Visione, questo mese gli occhi di Viola di Grado, amata scrittrice e mente fervida, raccontano i prodigi del grande schermo insieme ad Alberto Pezzotta, critico solido e nostro compagno di strada affezionato. Salutiamo un gradito ritorno, quello di Ennio Peres e della sua pagina di giochi. Gli spazi sono quelli che sono e le proposte dei collaboratori tantissime, siamo letteralmente sommersi, ma al lato ludico linus non rinuncia. Boccia Artieri ci racconta l’evoluzione della nostra personalità collettiva scandagliando la rete, deposito di ferraglia esistenziale. Zeitgeist, lo spirito dei tempi, lo chiamano.
Per i fumetti il ritorno dei Peanuts delle origini pare avere riscosso il vostro plauso e di questo andiamo fieri. Paolo Bacilieri, ritorna con un paio di tavole mirabolanti, che raccontano il suo amore per il rock. La copertina scorsa, omaggio a Paz, da lui disegnata è stata amata, di più, venerata. Grande Paolo. Siamo fieri di averlo con noi, su queste pagine, insieme a Toffolo e Marzocchi, colleghi e amici. E poi? Ah, arriva Joe Kessler, grande rappresentante del fumetto britannico, e complice di Richard Short in imprese editoriali piuttosto degne di nota. Poi, in attesa di Sattouf e del suo Mondo di Esther, del ritorno di Doonesbury e di tanto altro, un nuovo capitolo di Perle ai porci del nostro Pastis, e Rufolo, raffinato come sempre. Senza dimenticare l’immarcescibile Bill Watterson, uno dei più grandi di sempre.
Ecco, ora attenzione. Rullo di tamburi: un grande ritorno, quello di Barnaby, dalla penna geniale di Crockett Johnson. Barnaby, lieve, sognante e meravigliosamente arguto precede i Peanuts, con quel disegno trasparente che avrebbe spopolato anni e anni dopo in Europa con il nome di ligne claire. La linea chiara che di solito accompagna visioni splendide e giocose. Barnaby, con l’esclamazione (quasi) intraducibile di cushlamocree! pronunciata dal “fato padrino” O’Malley quando si sente alle strette, torna su queste pagine. Cosa vuol dire cushlamocree? Battito del mio cuore. Questo vuol dire, accidenti. E ci è sembrato perfetto per questo oggi triste e spietato. Lo pensa anche Chris Ware che scrive una meravigliosa introduzione.
Questa stagione dell’esistenza in cui arroganza e ottusità prendono il posto di altri valori che ci hanno ispirato per tanto. Nel nostro piccolo ci indigniamo e gridiamo tre volte.
CUSHLAMOCREE! CUSHLAMOCREE! CUSHLAMOCREE!
Ma potevano mancare poi, in un numero che si intitola Cuore rock, le leggende del rock’n’roll? Eccole direttamente dalla penna di Serge Clerc, che con un disegno ironico e stiloso ci dice di Jim Morrison e dei Beatles. Chiudiamo con una storia lunga (lunga rispetto alle strisce, ma breve rispetto alla sua tradizionale narrazione fiume) di Davide Reviati, maestro del fumetto contemporaneo, apprezzatissimo anche all’estero. Il suo segno poetico e malinconico ci accompagna in questa estate tumultuosa.
Restiamo umani.
CUSHLAMOCREE!
linus è edito da La nave di Teseo – Baldini+Castoldi
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