LE NOSTRE VITE TRA DIRITTO E WEB – N.18
IL CYBERSQUATTING
L’espressione anglosassone cybersquatting, così come la locuzione domain grabbing (da to grab=ghermire) e domain squatting, indica il fenomeno di accaparramento di nomi di dominio corrispondenti a marchi altrui o a nomi di personaggi famosi al fine di realizzare un lucro sul trasferimento del dominio a chi ne abbia interesse.
Tale pratica, diffusissima negli Stati Uniti sul finire degli anni 90, ha avuto un notevole sviluppo anche in Europa. In Italia il fenomeno si è verificato specialmente in seguito all’entrata in vigore nel 1999 della regola che consente ai titolari di partita IVA la registrazione di un numero illimitato di domini.
Gli USA sono stati il primo paese al mondo ad occuparsi della lotta al fenomeno con una legislazione ad hoc.
In Italia , in assenza di una disciplina legislativa specifica, la giurisprudenza prevalente ha fatto ricorso alla normativa relativa al diritto al nome (art. 7 cod. civile: La persona alla quale si contesti l’uso del proprio nome o che possa risentire del pregiudizio dall’uso che altri indebitamente ne faccia può chiedere la cessazione del fatto lesivo, salvo il risarcimento dei danni) ed alla normativa dei marchi e dei segni distintivi (artt. 2569-2574 del codice civile; D.P.R. 8 maggio 1948 n. 795; d.l. 480/1992; D.P.R. 595/1993; d.l. 189/1996). In base a tale orientamento il titolare di un marchio registrato ha il diritto di servirsene in modo esclusivo, e quindi anche di registrarlo come dominio.
Inoltre in Italia esistono alcune autority, la Naming Authority e la Registration Autority che però non verificano direttamente l’identità della persona che chiede di registrare un sito con un determinato nome. Infatti la procedura avviene attraverso la compilazione di un modulo su internet e la sottoscrizione di un certificato inviato dall’autorità per posta. Attività che si potrebbero compiere rilasciando false generalità senza che l’autorità abbia gli strumenti per verificare la veridicità di queste dichiarazioni.
(tra le varie fonti: “Antipishing”)
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