Ci sono autori che anziché indirizzare la propria scrittura sui percorsi definiti da mode, tendenze ed esigenze di mercato preferiscono impegnarsi per trovare una personale strada narrativa che possa essere, dunque, ben identificabile. Ritengo che Sergio Sozi rientri nella suddetta categoria.
Nato a Roma il 3 marzo del 1965, Sozi ha trascorso buona parte della sua vita in Umbria per poi trasferirsi in Slovenia, dove attualmente risiede. Dal 1989 si occupa di letteratura, giornalismo culturale, insegnamento e traduzioni. Ha esordito come poeta con la raccolta ”Oggetti volanti” (Perugia, 2000. L’omonima silloge venne segnalata dal Premio Sandro Penna nel 1999 – presidente prof. Walter Pedullà).
In questi giorni Sergio Sozi torna in libreria con la raccolta “Il maniaco e altri racconti” dove figura come protagonista il capitano Euterpe Santonastasio, sessantenne siciliano, dipendente della Compagnia Trieste II, in attesa della pensione. I casi in cui Santonastasio si trova coinvolto, però, non sono casi ordinari. Tutt’altro. Non tragga in inganno il titolo del primo racconto: “Il maniaco”, dove non troverete serial killer, né atti di stupro, né violenze fisiche.
Ma al di là dei contenuti e delle trame dei racconti occorre sottolineare che la scrittura di Sozi è il frutto di un riuscito mix tra narrativa realistica e letteratura grottesca (se non dell’assurdo), dal quale è facilmente ravvisabile una tendenza alla sperimentazione linguistica e all’uso di neologismi. Una scrittura ricercata e coraggiosa, lirica e umoristica, attraverso la quale lo scrittore si mette in gioco nel tentativo di proporre, come già accennato in premessa, un proprio marchio letterario. L’ascendenza gaddiana, quella che trae origine proprio dal noto pasticciaccio, è qui facilmente riconoscibile; ma Sozi è bravo a gestirla in maniera oculata e personalizzata evitando di cadere in una delle più diffuse trappole letterarie che, di fatto, riducono l’autore a semplice epigono.
Vi propongo di seguito parte di un curioso dialogo (tratto da pag. 55) tra il già citato Euterpe Santonastasio e la Storia. Come ha dichiarato l’autore della raccolta: “si tratta di un colloquio a metà strada tra la riflessione monologante e il colloquio propriamente detto. Forse si tratta in verità della Storia che parla di sé in terza persona, o forse è tutto nella mente di Santonastasio”.
La Storia è l’Amore, quando preghi il Tempo: ella cambia la falce in un braccio desioso di baci. Onusta di sofferenza, chiede perdono e ti fa sentire quanto ogni creatura abbia voce e soprattutto lei, per il suo passar senza requie, sia ricorsa a certi ritrovati poco umanamente comprensibili per farsi ascoltare da te.
Be’, a me pare proprio originale!
Massimo Maugeri
Sergio Sozi collabora con il quotidiano L’Unità ed il settimanale Avvenimenti, con il mensile triestino Trieste Arte e Cultura, il mensile lubianese Nova revija, il quotidiano sloveno Dnevnik, la Radio Tre slovena e la casa editrice Studentska Zalozba – per la quale ha curato nel 2005 il volume antologico di racconti italiani (1989-2003) ”Carta e carne” (”Papir in meso”, SZ-Beletrina, Ljubljana 2005). Suoi pezzi culturali sono presenti su diversi siti letterari. Da ricordare la pubblicazione di colloqui con Dacia Maraini, Sebastiano Vassalli, Diego Marani e Claudio Magris.
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Nei prossimi giorni, qui a Letteratitudine, avrete la possibilità di leggere la versione integrale del primo racconto della raccolta di Sozi: quello che dà il titolo al libro. Si ringraziano anticipatamente autore ed editore per la gentile concessione.