Apriamo una nuova rubrica di Letteratitudine dal titolo molto esplicativo: “Contro il razzismo“.
L’obiettivo è contribuire a dare spazio e visibilità ai libri che si occupano di questa problematica di antica data, quanto mai attualissima.
Il primo libro di cui ci occupiamo è il notissimo testo di Tahar Ben Jelloun, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, intitolato “Il razzismo spiegato a mia figlia“, reso ancora più celebre dalla lettura in diretta di Lorena Cesarini durante la seconda serata del Festival di Sanremo 2022 (il video è disponibile qui).
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“Nel 1998 al tavolo di un bar di Milano con Tahar Ben Jelloun pensammo a questo libro“, ha dichiarato Elisabetta Sgarbi sui suoi social. “Il razzismo spiegato a mia figlia. È un libro che ha accompagnato tanti lettori, in tutti questi anni, e ora è arrivato a Sanremo.
Grazie Lorena Cesarini, che ha fatto capire che i libri – e questo libro in particolare – sono l’arma più efficace e più pacifica contro la stupidità. E grazie a Amadeus che ha dato spazio a Lorena e Tahar Ben Jelloun e al loro messaggio. Non possono rendersene conto perché Sanremo travolge: ma hanno fatto qualcosa di veramente importante“.
“Un bambino è curioso“, evidenzia Tahar Ben Jelloun. “Fa molte domande e si aspetta risposte precise e convincenti. Non bariamo con le domande di un bambino.
Mentre mi accompagnava a una protesta contro un disegno di legge sull’immigrazione, mia figlia mi ha chiesto del razzismo. Abbiamo parlato molto. I bambini sono in una posizione migliore di chiunque altro per capire che non nasciamo razzisti ma a volte lo diventiamo. Questo libro, che cerca di rispondere alle domande di mia figlia, è per i bambini che non hanno ancora pregiudizi e vogliono capire meglio la realtà. Per quanto riguarda gli adulti che lo leggeranno, spero che li aiuti a rispondere alle domande, più imbarazzanti di quanto pensano, dei propri figli.”
Il saggio è strutturato nella forma di un dialogo tra l’autore e la figlia di circa dieci anni. Si tratta di domande che la bambina rivolge al padre per cercare di chiarire a se stessa il significato della parola razzismo. L’opera è stata scritta nel 1998 poco dopo la manifestazione contro il progetto di legge Debré, tenutasi in Francia il 22 febbraio 1997. La legge, approvata il 24 aprile 1997, ha permesso la confisca del passaporto a stranieri irregolari e ha autorizzato la registrazione delle impronte digitali di chi richiede un permesso di soggiorno. Alla manifestazione l’autore ha partecipato con la figlia di dieci anni, Mérième, la quale, colpita dagli slogan e dalle sfilate di protesta, ha cominciato a porre al padre domande sul razzismo. Queste domande sono state lo stimolo per la stesura del saggio scritto sotto forma di dialogo tra padre e figlia.
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“Il razzismo spiegato a mia figlia” di Tahar Ben Jelloun (La nave di Teseo)
Tahar Ben Jelloun è nato a Fès (Marocco) nel 1944, vive a Parigi. Poeta, romanziere e giornalista, ha vinto il Premio Goncourt nel 1987. Tra i suoi numerosi libri, Creatura di sabbia (1987), Notte fatale (1988), L’estrema solitudine (1999), L’Islam spiegato ai nostri figli (2001), Amori stregati (2003), L’ultimo amico (2004), “La fatalità della bellezza”, in Notte senza fine. Amore, tradimento, incesto con Amin Maalouf e Hanif Kureishi (2004), Non capisco il mondo arabo (2006), Partire (2007), L’uomo che amava troppo le donne (2010), Fuoco (2012), L’ablazione (2014), È questo l’Islam che fa paura (2015), Racconti coranici (2015). Presso La nave di Teseo sono usciti Il matrimonio di piacere (2016), Il terrorismo spiegato ai nostri figli (2017), la nuova edizione ampliata di Il razzismo spiegato a mia figlia (2018), La punizione (2018), L’insonnia (2019), ed è in corso di pubblicazione tutta la sua opera narrativa.
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