Dicembre 21, 2024

152 thoughts on “IL RITORNO DI STILOS

  1. Come ho già scritto sul post, sono particolarmente lieto di poter dedicare questo post a Stilos, noto magazine di libri e letteratura nato nel 1999 e diventato poi un quindicinale a diffusione nazionale.

  2. Dopo due anni di fermo, Stilos, ritorna in edicola. A dirigerlo sarà ancora il suo fondatore, Gianni Bonina, che ha trasformato il giornale in una rivista mensile di 130 pagine a colori e caratteristiche tecniche di alta qualità.

  3. Come ho già evidenziato i collaboratori sono più o meno gli stessi (con i contributi fissi di Antonio Debenedetti, Andrea Di Consoli, Enzo Golino, Giuseppe Montesano…), ma l’interesse si è esteso anche, con rapide escursioni, a cinema, teatro, arti figurative e fumetti.

  4. Ogni mese, poi, sarà scandito dall’appuntamento con le rubriche a tema libero di Benedetta Centovalli, Arnaldo Colasanti, Guido Conti, Andrea Cortellessa, Aurelio Grimaldi, Filippo La Porta, Giulio Mozzi, Sergio Pent, Silvio Perrella e Vanni Ronsisvalle.

  5. Una delle novità più rilevanti del ritorno in edicola di Stilos è la seguente: a ciascun numero sarà allegato un libro inedito in omaggio. Il primo sarà “Lo stivale di Garibaldi” di Andrea Camilleri, una gustosa parodia in dialetto siciliano di avvenimenti veri nella Sicilia postunitaria, illustrata da Piero Guccione.

  6. Tra i vari collaboratori ci sarò anch’io. Nel primo numero troverete, infatti, una lunghissima e interessante intervista che mi ha rilasciato Melania G. Mazzucco sulla figura del pittore Tintoretto (in riferimento alla pubblicazione di questo suo romanzo e di questo suo saggio)… e che ho messo a disposizione di “Stilos” a titolo gratuito.

  7. Tra le varie domande che ho posto a Melania, ci sono queste… che rivolgo anche a voi (con l’intento di avviare una discussione parallela a quella sulla rivista)…

  8. Come dicevo… credo che il ritorno in edicola di un magazine cartaceo di libri e letteratura meriti senz’altro di essere celebrato.
    Tanti in bocca al lupo a Stilos, dunque!

  9. Troverete la rivista, da fine gennaio 2010, nelle principali edicole di tutti i capoluoghi di provincia d’Italia (per gli abbonati ogni numero costa 2,50 euro anziché 4… incluso il libro in allegato).
    Domani sera vi fornirò ulteriori informazioni…

  10. Partecipate alla discussione sul rapporto tra pittura e letteratura (se vi va, s’intende…).
    Intanto, vi auguro una serena notte e uno splendido inizio settimana…

  11. Sono unlettore di Stilo. Apprendo da qui la bella notizia del ritorno in edicola. Auguri e complimenti!

  12. E’ una bellissima notizia che torni Stilos e che anche tu Massimo ne faccia parte!E poi con un’intervista ad una delle scrittrici più interessanti e complete -a mio parere- del panorama italiano.Ho una stima enorme per M.Mazzucco.Periò auguri carissimi e certamente aderirò con un abbonamento!.Ho dato uno sguardo al sito di Stilos che trovo molto carino,fra l’altro si possono leggere alcuni racconti brevi di autori veramente piacevoli e ci sono anche segnalazioni di libri-novità divisi per case editrici,perciò consiglio a tutti una visitina.

  13. Esiste un profondo legame fra pittura e scrittura,è sempre esistito.Molte parole di grandi scrittori e anche di poeti sono scaturite dall’input visivo di immagini,oppure un dipinto o la vita di un pittore ha dato impulso a storie interessanti.Nel passato italiano mi viene in mente Artemisia di Anna Banti,ma per essere più attuali penso a T.Chevalier La ragazza con l’orecchino di perla,ispirato dal quadro di Vermeer. Oppure a molti scrittori che al tempo stesso sono stati anche poeti e pittori,perchè alla ricerca di più modi di raccontare e di stimolare l’inventiva, in fondo cambiano gli strumenti per dire ma il fine è la suggestione di una storia vuoi per immagini,vuoi per parole,o per rime.Talvolta è un solo quadro ha spingere l’ispirazione dell’autore e altre volte è la vita stessa di un artista ad essere presa in considerazione,comunque laddove il lavoro riesca a fondere insieme ricerca storica e magia narrativa credo che il risultato sia sempre molto accattivante per il lettore.

  14. naturalmente “a spingere”….e chissà quanti altri errori nella fretta….ci vuole un altro caffè…

  15. Ho letto La lunga attesa dell’angelo di Melania Mazzucco,l’ho trovato meravilgioso,adoro questa scrittrice che ho avuto modo di incontrare diverse volte qui a Napoli.E’ non solo una persona di grande preparazione,ma anche di profonda sensibilità ed ascoltarla è un vero piacere.La considero la nostra Yourcenar e dopo questo libro scritto con una precisione ma anche con passione e completa immedesimazione nel personaggio Tintoretto,non ho dubbi,la Mazzucco è una grande scrittrice.Per chi non lo avesse letto lo consiglio vivamente,rimarrete estasiati,vi sembrerà di respirare gli odori della Venezia antica,rivivere tutte le figure femminili magnificamente descritte e sentire le febbri di Jacomo sul vostro stesso corpo.Una scrittrice fantastica.
    Un abbraccio e grazie a Massimo per questa interessante intervista che leggerò appena avrò fra le mani la prima copia di Stilos!

  16. Caro Massimo, sono molto contenta del ritorno di Stilos. Devo dire che mi mancava.
    Quando le cose finiscono all’improvviso, ci si sente sempre un po’ orfani.
    Un abbraccio e a presto
    emilia

  17. Caro Massimo, apprendo del ritorno di Stilos da qui (ti seguo sempre, anche se non intervengo).
    Una bella notizia, non c’è che dire. Aspettavo con una certa impazienza l’uscita di Stilos in edicola, quand’era quindicianale. L’idea del libro allegato alla rivista mi pare vincente. Tantissimi auguri.
    Ovviamente sarò tra i sottoscrittori dell’abbonamento.

  18. Non ho letto questo romanzo di Melania Mazzucco, ma lo trovo interessante. Così come m’intriga del rapporto tra pittura e letteratura, tra pittore e narratore.
    Alla fine credo che procedono entrambi per immagini. Il pittore usa i colori, il narratore le parole.

  19. Ho già ordinato al mio edicolante di procurarmi il primo numero di Stilos, giornale che seguivo puntualmente nelle passate edizioni. Ho segnalato alla redazione anche un evento di grande interesse. Spero che lo riporti.

  20. Quando si “spegne” una pubblicazione è una sconfitta per tuttti, persino per la concorrenza, perché è comunque un restringimento del panorama editoriale. Per questo, a maggior ragione, la nascita o il ritorno di una voce vanno salutati con grande soddisfazione. In bocca al lupo a Stilos e a tutti coloro che si dedicano alla rivista.

  21. Anch’io accolgo con gioia il ritorno di Stilos in edicola. La nuova veste editoriale della rivista mi sembra particolarmente interessante e stimolante. Complimenti e in bocca al lupo!

  22. Sulle domande….
    Esistono connessioni tra pittura e letteratura?
    “Certo. Sono entrambi strumenti di comunicazione dell’uomo espressi in forma artistica. Pur con forme diverse il pittore e lo scrittore devono comunicare qualcosa a chi guarda ed a chi legge”.

  23. In cosa il pittore somiglia allo scrittore? E in cosa se ne differenzia nettamente?
    “Si somigliano, appunto, nell’attitudine a comunicare in forma artistica. Il prodotto è diverso. Il pittore realizza qualcosa di unico e non riproducibile che ha un suo valore intrinseco anche dal punto di vista economico. Lo scrittore realizza qualcosa che acquisisce valore sono nella misura in cui viene riprodotta.
    In tal senso sono opposti.”

  24. Intanto sono felice per Stilos. Davvero uno spazo di cultura vera in mezzo ai tanti balbettamenti mediatici del nostro difficile tempo. Auguri a te Massimo e a coloro che cureranno la rivista. Che dire poi del romanzo di Melania Mazzucco? Ogni aggettivo sarebbe insufficiente alla sua grandezza. Un libro davvero splendido: un affresco di un’epoca, il ritratto interiore di un genio ed essenzialmente di un uomo, un affondo nella storia di una città magica, che la scrittura sapiente e visionaria dell’autrice elegge a suo modello di rappresentazione. E’ un libro che tutti dovrebbero leggere. Formativo, sensuale, profondo. Un libro che aggiunge “anima”. Come tutti i libri della Mazzucco. Si ha la sensazione di un intero mondo: pagina dopo pagina si percorrono gli umori, i turbamenti, le accensioni, le epifanie di un essere speciale, che ha lasciato un segno, rivoluzionando la sua epoca. Ringrazio di cuore l’amica e la scrittrice per averci regalato pagine indimenticabili. Mi sto avventurando adesso nel saggio che fa seguito al romanzo. Altrettanto grande. Leggetelo amici, è un viaggio che non si dimentica…

  25. Il ritorno di Stilos merita un grande plauso. Non ne ero al corrente. Ringrazio Massimo per questo post.
    Le condizioni dell’abbonamento mi sembrano, in effetti, vantaggiosissime. Se ho capito bene con 2 euro e cinquanta oltre alla rivista di 130 pagine si riceve un libro in omaggio. E’ così?
    In ogni caso sarò felice di riprendere l’antica abitudine di sfogliare e leggere Stilos.

  26. Della Mazzucco ho letto Vita e Un giorno perfetto. Visto che di questo nuovo romanzo ne parlate così bene non mi rimane che acquistarlo e tuffarmi nella pittura. Sarà anche un modo, immagino, per saperne di più su Tintoretto e sulla Venezia di quegli anni.

  27. Pittura e letteratura?
    Secondo me procedono all’incontrario. La pittura crea una storia partendo dalle immagini, la letteratura crea immagini partendo da una storia.

  28. un giorno di qualche anno fa, intorno a natale, scrissi a gianni bonina chiedendogli dove, a milano, avrei potuto procurarmi stylos senza il giornale cui era allegato. bonina mi regalò un abbonamento al suo periodico. dichiaro dunque la mia felicità per la ripresa della pubblicazione e mi affretto, questa volta, ad abbonarmi.

  29. RETTIFICA. Nel post delle 12.07 intendevo scrivere : Visto che di questo nuovo romanzo ne parlate così bene non mi rimane che acquistarlo e tuffarmi nella lettura (non nella pittura).

  30. Anch’io ero abituato all’appuntamento quindicinale in edicola con Stilos, e quando la rivista ha cessato le pubblicazioni ho pensato con un certo pessimismo:
    “Era un miracolo culturale, un accadimento straordinario che univa qualità e diffusione capillare. Non poteva durare.”
    E invece Stilos ritorna! In bocca al lupo a Stilos, a Massimo e a tutti i suoi collaboratori!

  31. Sono molto contenta per il ritorno di Stilos! Davvero tanto!
    Un saluto Massimo e un giorno mi dici quanto tempo ci hai messo a leggere il libro della Mazzucco 🙂 molto interessante soprattutto per chi è appassionato di Arte, come la sottoscritta.
    Liz

  32. Mi ricordo perfettamente di STILOS e del dispiacere che provai nel sapere che la rivista chiudeva. Il suo ritorno non può che rendermi lieto. In bocca al lupo.

  33. Salve, sarei interessato a pubblicizzare la mia casa editrice. vorrei sapere i costi??!!
    graze infinite.

    saluti

    Dott. cristian cavinato

  34. Ciao Massimo sempre notizie confortanti da te, della pittura si posso dire, padre pittore, e Liceo Artistico, e la commistione esiste, almeno per me, insomma se ne hai i colori, la mente si fa tavolozza e la penna pennello, credo che sia possibile tant’è vero che io ci provo da quando scrivo. Mi si dice che il risultato è spesso come m’aspettavo, e ciò mi lusinga, quindi si è vero, quasi concreto, le parole fra tutti gli altri poteri, hanno anche questo. Molto felice della ripresa e grande augurio di lunga vita.

  35. Egr. Massimo, la tua domanda riguarda l’Estetica, ovvvero quel ramo della filosofia che si ccupa dei linguaggi dell’arte: non solo esiste un’interfaccia fra pittura e letteratura nel singolo artista, ma la Storia dell’Arte è interfaccia della storia Universale: le scene mistiche dipinte da Giotto, le battaglie di Delacroix, la festosa società parigina di Renoir si differenziano molto dalle tele pop degli ultimi cinquant’anni… la Storia cambia e con essa i soggetti.
    Tuttavia dal linguaggio scritto di un pittore ne traspare lo stile pittorico, possiamo intuire la realizzazione dell’opera partendo proprio dal verbo; molti grandi pittori ci hanno lasciato meravigliose pagine di diario dove ci testimoniano la loro ricerca, la loro poesia: quest’estate per esempio ho letto un testo scritto da Renato Guttuso, per rimanere sui siciliani, che ha avuto l’abilità di raccontare la politica sociale per la quale ha combattuto, chiara premessa alle sue tele maggiormente famose…
    Anche uno scrittore può essere un pittore, oppure un regista, un fotografo, un musicista, dipende dal suo modo di esprimersi e dal linguaggio a lui più adatto.
    A presto
    Rossella

  36. Caro Massi,
    auguro a Stilos moltissimo successo e a te – che lo tieni a battesimo – altrettanta fortuna!
    Ho letto “la lunga notte dell’angelo” e credo che sia innanzi tutto un libro sul rapporto tra arte e vita, tra sguardo trafitto sul mondo e capacità di farsene decifrare. Non è solo la storia del Tintoretto, ma la parabola di chi può vivere solo attraverso quello sguardo e che di esso – trasfigurato, denudato – fa un estremo (e feroce e umanissimo) grido di libertà.
    Di vita.
    Insomma credo che il percorso artistico muti solo forma e modalità espressiva nelle diverse arti (pittura, scultura, scrittura), ma che rimanga quella ricerca dell’attimo in cui la corrispondenza tra colore esterno e luce interna è perfetta, quel baluginante istante di compiutezza, quell’approdo prima del quale (e dopo il quale) si è esuli e clandestini, sempre.
    Infiniti auguri e un bacio

  37. Tra breve interverrò “interagendo” con i vostri interventi e fornendo ulteriori informazioni sul progetto Stilos.
    Per il momento mi preme segnalare (me lo hanno appena comunicato dalla redazione della rivista) che le pagine non saranno 130, ma 148 (il prezzo, ovviamente, rimane uguale).
    Ho già corretto il post.
    A dopo…

  38. @ Enrico Gregori
    Scrivi: “Quando si “spegne” una pubblicazione è una sconfitta per tuttti, persino per la concorrenza, perché è comunque un restringimento del panorama editoriale.”
    Sono perfettamente d’accordo, caro Enrico. E i tuoi in bocca al lupo (visto che vengono da uno che vive di “carta stampata”) valgono doppio…

  39. @ Luigi La Rosa
    Caro Luigi,
    in effetti aspettavo le tue parole… molti di noi sanno che Melania è una delle tue scrittrici preferite… in assoluto.
    Grazie per il commento.

  40. @ Elisabetta Bucciarelli
    In verità ho letto solo il romanzo (che è filato via rapido… nonostante le molte pagine), ma non il saggio… di cui, però, Melania ci dice qualcosa nell’intervista che mi ha rilasciato…
    Ciao, Liz:)

  41. @ Simona
    Grazie, Simo. Stasera chiudo con questo tuo bellissimo pensiero: “credo che il percorso artistico muti solo forma e modalità espressiva nelle diverse arti (pittura, scultura, scrittura), ma che rimanga quella ricerca dell’attimo in cui la corrispondenza tra colore esterno e luce interna è perfetta, quel baluginante istante di compiutezza, quell’approdo prima del quale (e dopo il quale) si è esuli e clandestini, sempre”.

  42. Il ritorno di una rivista cartacea che si occupa di libri è senz’altro da festeggiare. Ringrazio molto per la notizia.
    In bocca al lupo a Stilos.

  43. Su pittura e letteratura dico solo che sono d’accordo con chi ha sottolineato le connessioni esistenti tra le due forme d’arte. Sono curioso di conoscere il pensiero della Mazzucco. Ovviamente avrò modo di soddisfare questa curiosità.

  44. Salve a tutti, io scrivo per Stilos e nel primo numero ci sarà una mia intervista a Carlo Lucarelli sul G8 di Genova…
    Credo molto in Stilos e andrà alla grande.
    Federica Di Luca

  45. E’ davvero una bella notizia questa della riapertura di Stilos, ci mancava! E sono proprio felice di fare ancora parte dei collaboratori. Un caro saluto a tutti, Cristina

  46. Ci sarò anch’io tra le firme “fisse”! E nel primo numero con una recensione al nuovo romanzo del bravissimo Giulio Leoni, “La regola delle ombre” (Mondadori).

  47. sono tra coloro che attendono impazienti l’uscita del numero uno del nuovo stilos. tanti in bocca al lupo a bonina ed a tutti i collaboratori.

  48. sono molto, molto, molto curioso di leggere il primo numero di Stilos nuovo corso.
    (e ci sarà pure un mio pezzo, tra l’altro).

  49. Il ritorno di Stilos, di cui anch’io sono stato collaboratore, è un evento importante, un sasso nello stagno dell’immobilismo culturale ed ha bisogno di sostegno e ampia solidarietà. Spero di poter contiunuare a collaborare.
    Alfonso Lentini

  50. Bene, aspetto con impazienza l’uscita del nuovo Stilos. Ero un lettore affezionato. Manca, in effetti, una rivista cartacea che tratti di libri; per qualche tempo, è uscito “Che Libri”, anch’esso mensile, ma è ormai un anno che non lo trovo più nelle edicole. E comunque Stilos era Stilos! In bocca al lupo quindi a Stilos e alle persone (Massimo, Bianca ecc.) che vi collaboreranno!

  51. ho letto “la lunga attesa dell’angelo” della mazzucco. secondo me è uno dei più bei romanzi della sua intera produzione letteraria. davvero bello.
    tanti auguri a stilos per l’imminente uscita.

  52. Cari amici, vi ringrazio moltissimo per i numerosi commenti pervenuti.
    Stasera devo chiudere qui… ma domani sera tornerò per fornire altre notizie sul ritorno di Stilos e sul nuovo romanzo di Melania Mazzucco.

  53. sapere del ritorno in edicola di una rivista che parla di libri non può che fare piacere. ho dato un’occhiata al sito e mi pare interessante. Conto anch’io di abbonarmi.

  54. sono molto interessato anche ai libri di Melania Mazzucco, in quanto appassionato di pittura. sono indeciso se acquistare il romanzo o il saggio. credo che propenderò per il saggio. in genere le biografie romanzate non mi piacciono. meglio il saggio, dunque.

  55. le domande di maugeri.
    Esistono connessioni tra pittura e letteratura?
    sicuramente l’atto creativo è l’elemento che accomuna un po’ tutte le arti. sia la pittura che la letteratura, a differenza della musica per esempio, agiscono sulla sfera mentale dello spettatore, quella collegata all’immagine.

  56. In cosa il pittore somiglia allo scrittore? E in cosa se ne differenzia nettamente?
    si somigliano nell’atto creativo, appunto. si differenziano nettamente nell’approccio e nell’uso degli strumenti che consentono il compimento dell’atto creativo.

  57. Se devo essere sincera non vedo grandi connessioni tra la pittura e la letteratura. Sono due arti completamente diverse. Così come sono diverse le attività del pittore e dello scrittore.
    Comunque a me la Mazzucco piace e credo che prenderò il romanzo. Vita l’ho letto due volte.

  58. @ Massimo caro, Il ritorno gradito di Stilos, sarebbe un evento mirabile da festeggiare alla grande. Anch’io sono convinta: il libro non morirà mai! Lo spero fortemente!
    Tenterò di rispondere alla domanda: – Esistono connessioni tra pittura e letteratura? Qualcuno le ha definite ” ARTI SORELLE “, mi piace aggiungere che vivono in simbiosi, nutrendosi l’una con l’altra.
    Dei molti pittori che ho frequentato, non solo il M° Sergio Vacchi, è una figura colta e poliedrica, ma potrebbe scrivere come un alato poeta ed un ottimo scrittore. Durante la nostra ventennale e collaudata amicizia, ho potuto constatare che oltre ad essere un raffinato esteta, conosce profondamente tutta la Letteratura.
    Nel suo esemplicativo libro ” In Rosso e In nero” ( una rosa di poeti per Sergio Vacchi), Fabbri Editore, spiccano la stimolante prefazione di Enzo Siciliano e l’introduzione di Francesco Gallo.
    Citerò alcuni poeti, inclusi con le loro liriche:- Dario Bellezza, Anna Cascella, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Biancamaria Frabotta, Valerio
    Magrelli, Gregorio Scalise, Valentino Zeichen ed altri.
    Quando in una intervista, chiesi a Sergio se con tale volume, volesse affermare – la circolarità dell’essere – ? Lui mi rispose:-
    ” Si, la mia non è soltanto una sfida attraverso le immagini, ma una sfida
    culturale, perché presuppone un ritrovamento di valori esistenziali di altro tipo di società e di civiltà. E’ un desiderato richiamo alla globalità dell’arte, non settoriale bensì complementare.
    Invece di tante divisioni, ho voluto realizzare una forma di trasversalità
    nelle arti, ( letterati, pittori, fotografi ); è un tema molto importante questo. Un auspicio da primi del secolo, e il mio volume va letto anche tenendo conto di questa chiave, un armonico scambio di creativirà fra le varie arti. ” Sergio Vacchi
    @Caro Massimo,
    scusa l’incursione frettolosa.
    Mi riprometto di leggere il libro sul Tintoretto, della Melania Mazzucco.
    @Cara e dolce Simo,
    ti è pervenuto il mio grazie, col messaggio per e-mail?
    Vi abbraccio.
    Tessy

  59. Io sono una fan sfegatata della Mazzucco, ho letto tutti i suoi libri e mi manca solo questo saggio fiume su Tintoretto per fare tombola…
    Credo nel grande legame tra pittura e letteratura: già ne LA CAMERA DI BALTUS la Mazzucco aveva parlato di un pittore tra ossessioni e guerre, riscoperte e domande che rimbalzano dal presente al passato e viceversa.
    La pittura e la letteratura hanno in comune secondo me lo sguardo. Dipongere e scrivere sono una questione di tagli di luce ed ombra, di sfumature, zoomate e montaggio – sto sconfinando nel cinema – , tutte operazioni che usano un medium diverso ma che hanno la stessa intenzione.
    Sono felice per Stilos: attendevo con trepidazione la sua uscita con La Sicilia e l’ho sempre seguita con interesse.
    Un lavoro editoriale di qualità alla lunga premia.

  60. Caro Massimo, butto lì un pensierino sollecitato dalle tue domande.
    Tra pittura e letteratura (narrativa, meglio) c’è un rapporto che non sia una semplice e approssimativa analogia tra due lingue irrimediabilmente diverse? (Mi ponevo in questi giorni, e con maggiore scetticismo, la stessa domanda a proposito del rapporto tra narrativa e musica, o meglio composizione musicale). La narrativa sa raccontare meravigliosamente il farsi dell’opera, lo sguardo dell’artista, il suo mestiere, la percezione di chi gode di quell’opera, l’indaffararsi di committenti e critici attorno all’opera, la storia dell’opera nel tempo e nel cambiare del gusto: è già molto, mi pare.
    Ho letto in queste settimane “La più grande anamorfosi del mondo” di Carla Vasio (Palomar, 2009): e vi ho scorto una profonda analogia tra un’arte vissuta come complessa costruzione di un enigma e il racconto di una percezione del mondo. Magnifico.
    (En passant, festeggio anch’io il ritorno di Stilos!)

  61. Cari amici, consentitemi – come al solito – di ringraziarvi per i vostri interventi.
    Saluti e ringraziamenti a: Antonio Roselli, Federica, Felice Muolo, Cristina Babino, Benny, Bianca Garavelli, Adriano Bonaccorsi…

  62. E ancora a: Ang, Alfonso Lentini, Luigi Grisolia, Cinzia Faro, Serena, umberto terrazza, Loretta, M.Teresa Santalucia Scibona, Maria Lucia Riccioli, Orazio Caruso, Claudio Morandini.

  63. Come ho già evidenziato, con il primo numero troverete un volume inedito di Camilleri.
    Vi riporto la nota sul libro in uscita con Stilos di gennaio…
    Si intitola “Lo stivale di Garibaldi il libro che Camilleri ha scritto (e che Stilos pubblica per la prima volta in un volume omaggio allegato alla rivista in uscita a fine gennaio) destoricizzando il caso del prefetto di Agrigento Enrico Falconcini, riuscito a rimanere insediato solo cinque mesi, dall’agosto 1862 a metà gennaio 1863. La sua attività di fiorentino di un’altra cultura, nutrito di ideali scaduti in Sicilia, espressione di una neonata Italia che pretende di fare propria anche l’anima dei siciliani, non ha vita lunga e deve piegarsi di fronte alle sordide manovre di un notabilitato locale del tutto contrario ad accettare logiche viste ancora più rivoluzionarie di quelle, pur sostenute e condivise, messe in campo da Garibaldi; una società pronta a celebrare lo straniero liberatore in armi che porta nuove bandiere e nuove leggi ma del tutto sfavorevole ad assecondare le intenzioni di un prefetto portatore di nuove regole e nuovi costumi, non trattandosi più di accogliere una mera rivoluzione che si risolve in un cambio di facciata ma di subire una vera destabilizzazione che determina un nuovo stile di vita. Alimentando il suo interesse per le commessure della microstoria siciliana, Camilleri si lascia suggestionare da queste contraddizioni e demistifica il caso Falconcini in una sciarada di episodi intrisi di secco umorismo nei quali coglie l’elemento grottesco della vicenda cercando di spiegare – un po’ mettendosi dalla parte del prefetto, un po’ indulgendo verso le ragioni degli agrigentini – come non fosse possibile scongiurare l’inevitabile esito del trasferimento e del sollevamento dall’incarico. Rifacendo in romanzo la prefazione scritta per Cinque mesi di prefettura in Sicilia , libro-testimonianza dello stesso Falconcini, Camilleri immagina come lo stivale di Garibaldi finisca proprio nella stanza dell’intransigente prefetto. Con effetti metaforici e allegorici. E dimostra come in Sicilia, anche in quella inamidata dell’Ottocento, un dramma sia sempre tentato di volgersi in farsa.

  64. @ Claudio Morandini
    In effetti, caro Claudio, anche il rapporto tra musica e narrativa meriterebbe di essere approfondito.
    Avremo modo di discuterne…
    Grazie per il tuo intervento.

  65. Ciao a Massimo e a tutti i frequentatori del blog. Sono anch’io un lettore e un collaboratore di Stilos. In entrambe le vesti aspetto il suo ritorno con grande curiosità e interesse. Nelle sue pagine, nelle interviste e recensioni, in passato ho sempre trovato idee, passioni e nessuno snobismo. Sono certo che sarà così anche ora. In bocca al lupo e un saluto a tutti!

  66. Caro Massimo, è stata una gradita notizia saper del ritorno di Stilos. Ricevevo Stilos dalla Sicilia (come giornale) ed era un eccellente strumento di lavoro. Sono andata di corsa in edicola ma non riesco a trovare la rivista! Sono a Roma ma non al centro. Che peccato vedere che la distribuzione lascia a desiderare. A Roma, dove potrei trovare la rivista?
    Un abbraccio,
    Christiana

  67. Cristiana, se ho ben capito Stilos uscirà a fine mese. Per questo non lo trovi in edicola: non è ancora uscito.

  68. Penso che la connessione tra pittura e scrittura sia innegabile, perché, al di là delle differenti competenze tecniche che richiedono, entrambe presuppongono una capacità indispensabile: ossia quella di percepire il miracolo e il mistero impliciti nella realtà.
    Spostandomi poi sul piano personale devo dire che per me nello scrivere l’immagine è il punto di partenza, nel senso che “immagino l’immagine” e solo dopo la trasformo in parole scritte. A parte che fondamentale è stata per me la pittura barocca nel descrivere gli interni e gli esterni dei miei due romanzi ambientati nel seicento.
    Troverei interessante che questo discorso andasse avanti.

  69. Io credo che pittura e scrittura siano entrambi mezzi che tendono verso l’assoluto, cercano di costringere l’infinito e l’eterno nello stampo della parola o dell’immagine.
    Lo scrittore o il pittore non scrive o dipinge quello che vede ma quello che sente e che si vedrà.
    Ecco perchè sono simili.

  70. La discussione sul rapporto tra pittura e narrativa è molto interessante. Vi seguo con tanta curiosità.

  71. Anch’io in passato leggevo Stilos. Mi fa piacere che la rivista si riaffacci di nuovo nel panorama editoriale.
    L’accostamento tra letteratura e pittura è tutt’altro che peregrino. Non è un caso che quando leggiamo brani particolarmente riusciti usiamo, talvolta, il termine “pennellata”.

  72. BINARIO PARALLELO.
    Vorrei realizzare una dimostrazione pratica del binario parallelo fra pittura e letteratura.
    Dopo aver pensato che cosa sarebbe stato meglio per quelli veramente interessati al gemellaggio, ho scelto un esempio che risulterà sicuramente limpido e chiaro, magari per qualcuno banale, ovvero la penna ed il pennello di due grandi artisti vissuti a cavallo fra 800 e 900, lo scrittore Leòn Bloy ed il pittore George Roualt.
    Guardate Bloy cosa scrive nelle pagine di un suo notissimo libro: “ la prima cosa che colpisce guardando madame Paulot erano i baffi. Non il cespuglio virile, abbondante e vittorioso dello sposo, ma una riga di peluzzi, una specie di lanugine d’orsacchiotto mò nato. Sembra che gli uomini si fossero battuti proprio per questi baffi, il cui energico pigmento s’accordava molto bene con la salsa del capperi della sua faccia, lavata soltanto dalla pioggia del cielo o incoronata da una sporca capigliatura nemica del pettine e acconciata a nido di beccaccia…”
    Grazie allo scrittore la vostra fantasia ha simultaneamente dipinto un eccezionale ritratto strutturato da un disegno molto preciso che, marcando baffi e capigliatura con nero lapis, individua prontamente le caratteristiche del personaggio Paulot. Lo completa il tocco di colore salsa dei capperi, che poi sarebbe uno strano verde ocra sfumato e chiarificato da un bianco trasparente, UN RAGGIO inviato dal cielo sotto forma di pioggia.
    La penna di Leon Bloy avrebbe potuto essere il pennello di George Roualt, pittore espressionista, unico nelle sue tele dove ritrasse il ventre di Parigi con bizantina religiosità. Egli s’ispirò spesso all’amico scrittore Leon, ma del collega Gustave Moreau scrisse (guardate all’inverso la sensibilità pittorica!) : “Moreau è piccolo, con lo sguardo vivo, molto curato nella persona. Alcuni lo paragonano ad un erudito latinista…La luce spirituale che illumina i suoi tratti lo fa considerare un letterato”.
    A presto
    Rossella Grasso

  73. Congratulazioni per Stilos. Finalmente qualcosa che mi piace veramente e riuscirà a gratificare gli spiriti che non si accontentano…
    Ti avviso Massimo, sarò molto critica.
    Un grosso saluto anche a Tessy e a Giovanna Mozzillo della quale ho apprezzato quantyo ha scritto.
    saluti

  74. rapporto tra pittura e letteratura, argomento molto interessante…
    fermo restando che entrambe le espressioni presentano molti punti di contatto, proprio in quanto espressioni, va detto però che la pittura ( e le arti figurative in generale) presenta un’immediatezza e un’universalità che la letteratura non può avere.
    La scrittura è legata al linguaggio, alla lingua, e per coglierla in pieno bisogna essere appunto pienamente padroni di quel linguaggio. E questo vale sia per la lingua in cui esprime uno scrittore, che costituisce inevitabilmente un limite di comunicazione, che rende un prodotto letterario fruibile in maniera profonda solo a chi parla e conosce la stessa lingua; sia proprio intrinsecamente nella natura stessa del mezzo della scrittura: pur parlando la stessa lingua, solo un lettore che abbia gli strumenti per parlare, leggere, scrivere, quindi usare in maniera corretta quella lingua, può accedere a quella forma di comunicazione.
    L’arte figurativa, invece, contiene in sè degli elementi di immediatezza assolutamente indipendenti dalla lingua, nazionalità, ma anche dal livello di istruzione di chi la percepisce. Agisce su sfere diverse: quelle dell’inconscio, dell’emozione, della visione, appunto, che possono essere accessibili anche ad un bambino o ad un illetterato.
    La pittura è stata per secoli, forse millenni, l’unica forma di comunicazione possibile, la prima, la più atavica e spontanea, e forse, credo, anche la più democratica. Anche l’arte ha i suoi linguaggi, i suoi codici, il suo alfabeto, però si basa su un patrimonio collettivo molto più radicato e intrinseco della scrittura.
    Si potrebbe dire, quindi, che la scrittura sia una forma di comunicazione possibile solo in culture che abbiano sviluppato un sistema complesso di espressione e che in ogni caso non raggiungerà mai l’universalità dell’immagine.
    E’ interessante a tale proposito notare due cose.
    La prima cosa è che la scrittura non ha ancora trovato forme di espressione valide che possano assimilarla all’astrattismo in arte, o all’informale, e che si basano appunto su una comunicazione subliminale, inconscia, percettiva, sensoriale e non razionale. La letteratura non può prescindere invece da un’espressione razionale, o comunque i tentativi che sono stati fatti in tal senso non hanno trovato sviluppi nemmeno lontanamente paragonabile a quelli che invece hanno avuto le espressioni artistiche contemporanee.
    La seconda cosa è che l’immagine ha dominato la comunicazione per gran parte della storia dell’uomo, in cui larghe fasce della popolazione non avevano accesso alla scrittura. Ultimamente, mi sembra che il dominio dell’immagine rispetto alla parola nella nostra cultura (pur molto “alfabetizzata”) sia innegabile. Questo forse è il segnale di un analfabetismo di ritorno, e non sarebbe poi così negativo, se non fosse per il fatto che il dominio dell’immagine a cui assistiamo oggi è talmente invasivo da far perdere anche alle stesse immagini il loro intrinseco valore di mezzo sia di espressione che di comunicazione.
    un saluto a tutti

  75. @ Christiana De Caldas Brito
    Cara Christiana, grazie per essere intervenuta. Ti confermo le parole di Giovanni Restivo. Non hai trovato Stilos perché non è ancora andato in distribuzione. In questi giorni alla redazione hanno lavorato alla chiusura del numero.
    Dovresti trovarlo in edicola a fine mese.

  76. Cara Giorgia,
    grazie mille anche a te. Con questo tuo articolo del 21 gennaio 2010 (h. 9:52 pm) hai riaperto il dibattito.
    Hai scritto cose molto interessanti. Vediamo se c’è qualcuno in grado di controreplicare. :-))

  77. Caro Massimo,
    so bene che quanto sto per scrivere è poco attinente al tema pittura-letteratura, sarebbe più giusto ammettere che vorrei approfondire il concetto conclusivo dell’intevento di Giorgia e mi scuso se fra le mie righe troverete un pò di rammarico, d’altra parte ci appartiene anche la libertà (purchè non sia offensivo) quanto viene metabolizzato attraverso conoscenza ed esperienza.
    Per me l’Arte è l’espressione del grado di civiltà, che sia letteratura, pittura, scultura, musica, fotografia, non ha poi così importanza il ramo specifico e per comprendere a che punto siamo arrivati in fatto di civiltà, permettetemi di introdurre ancora una volta il concetto di estetica, l’arte come testimone di tempi e stagioni da ricordare.
    Henri Fòcillon – noto critico d’arte francese – scrisse che la
    coscienza umana tende sempre ad un linguaggio, ad uno stile. Prendere
    coscienza è prendere forma.
    Appare evidente che la società attuale, in futuro, non potrà essere
    ricordata nè con una scena dipinta da Giotto, Botticelli, Rubens, nè
    con un dipinto di Delacroix (?) come quello del massacro di Sciò, la
    gente non è danzante, allegra, solare come le raggianti feste di
    Renoir.
    Piuttosto il pop con un certo gigantismo cartellonististico, con la ripetizione seriale delle immagini, ha tradotto una società dove capitalismo + elettronica negli ultimi cinquant’anni hanno prestabilito un nuovo habitat dove media e cultura di massa hanno cospirato contro l’
    esperienza artistica del passato, quando niente poteva essere
    riprodotto. Suono tecnologico, immagini moltiplicate all’infinito, i
    nostri occhi costretti a guardare, così come le nostre orecchie,
    involucri privi di contenuti reali.
    Dal momento che l’estetica non è
    la cosmetica, l’uomo avrebbe dovuto cercare la propria realizzazione in forme di civiltà superiore, attraverso un arte dotta, profonda, meno servile nella sua funzione; insomma l’arte si sarebbe dovuta maggiormente dedicare ai gradi di ragione e sentimento, non soltanto alle basse emozioni ed agli istinti collettivizzati.
    Non ultima la coerenza ad incorniciare questo quadro da parte di molti “artisti” moderni : J. J. Roussau
    scrisse che “per conoscere gli uomini bisogna
    vederli agire. Nel mondo li si sente parlare; essi mostrano i loro
    discorsi e nascondono le loro azioni: ma nella storia queste sono
    svelate, e li si giudica in base ai fatti. Perfino i loro discorsi
    aiutano ad apprezzarli; infatti, confrontando ciò che fanno con ciò che
    dicono, si vedono contemporaneamente ciò che essi sono e ciò che
    vogliono sembrare: più essi si mascherano, meglio li si conosce” .
    Cari saluti
    Rossella Grasso
    grassormp@tiscali.it

  78. Ciao caro Massimo,

    vengo a sapere solo ora del ritorno di Stilos: è una bellissima notizia! Mi unisco entusiasta al coro delle felicitazioni e degli in bocca al lupo! Ora non resta che leggere 🙂

    Donatella

  79. Bella notizia, questa del ritorno di ”Stylos”! Ogni rivista letteraria in piu’ per l’Italia e’ un passo indietro dall’attuale ignoranza e un vero atto di coraggio e di fiducia nel patrimonio letterario del Belpaese. Complimenti sinceri, dunque, a tutti i collaboratori e al Direttore, Gianni Bonina.
    Cordialita’
    Sozi

  80. Ciao a tutti, collaboro con la redaz. di Stilos dal 2005, l’ho conosciuto ‘indipendente’ da La Sicilia, l’ho visto diventare digitale nella sua adolescenza, ora che si è fatto più grande, continuerò a collaborare e questo è un onore e una soddisfazione. Grazie a tutti e buon lavoro.

  81. Non ho letto l’ultimo della Mazucco; in quanto alla faccenda arti-visive e letteratura, si, senz’altro un dipinto, una fotografia, una scultura, possono ispirare uno scrittore, come pure una canzone, una melodia, o una poesia. Musica, pittura e lirica sono arti ‘sintetiche’, ovvero contraggono in brevi passaggi o in un’unica immagine, quello che lo scrittore può e sa esprimere in maniera più dettagliata secondo una articolazione artistica meno immediata ma non per questo più meditata.
    Scrivendo alcuni racconti (Con immutato affetto, Albalibri 2009)mi è capitato di riportare, descrivendo, la suggestione avuta da immagini, più spesso di musiche. Non so, forse dipende anche da ciò che si vuole descrivere o dalla ‘vena’ dello scrittore. Forse essere sensibili alle immagini piuttosto che alla musica, o viceversa, determina scritture più connotative in un caso o più emotive nell’altro. Personalmente preferisco la suggestione della musica per scrivere: è meno vincolante, aiuta a mantenere o trovare un ritmo narrativo, e poi la musica è dopante. Un’immagine vista in silenzio appare molto diversa se la si guarda ascoltando musica e diversa anche a seconda di che musica. Sono andata fuori tema? Scusate, ma grazie degli spunti di riflessione.

  82. Ciao, un’informazione. Ho appena sottoscritto un abbonamento annuale a Stilos, tramite Paypal, quindi non ho ricevuta da inviare all’indirizzo mail indicato. E’ automatica la cosa, nel senso che ricevuto un pagamento di 30 euro, si ritiene automaticamnente sottoscritto l’abbonamento annuale, o debbo scrivere a qualcuno e confermare la cosa? Grazie, ciao, aspetto notizie

  83. Da ieri (10 febbraio) nelle principali edicole di ogni capoluogo di provincia è disponibile “Stilos: il magazine dei libri”.
    Oltre all’editoriale del direttore e fondatore della rivista, Gianni Bonina, ci sono i contributi fissi di Antonio Debenedetti, Andrea Di Consoli, Giuseppe Montesano, Giulio Mozzi e altri nomi di rilievo; le rubriche a tema libero di Benedetta Centovalli, Cesare De Seta, Arnaldo Colasanti, Guido Conti, Andrea Cortellessa, Aurelio Grimaldi, Filippo La Porta, Giulio Mozzi, Sergio Pent, Silvio Perrella e Vanni Ronsisvalle. Ampio spazio viene dato alle recensioni e per la prima volta Stilos si apre al mondo dei fumetti, del cinema e dell’arte.

  84. Ecco in anteprima alcuni degli articoli e dei temi trattati:
     Il caso di Sarno. Il vescovo ordina il macero di un libro sull’Inquisizione. Come è finita la lite giudiziaria?
     Carlo Lucarelli: Chiedo una Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Genova
     Corrado Stajano: la mia Milano così decaduta
     Antonio Tabucchi: Siamo fatti di tempo
     Melania Mazzucco: I miei due Tintoretto
     Marcello Fois: la sardegna del dolore
     Salvatore Niffoi: prego la Madonna in sardo
     Massimo Carlotto. Il Nordest deve risorgere
     Ettore Mo parla del suo Oriente e del suo giornalismo d’avventura
     Larsson: tutto cominciò così
     Enzo Iacchetti parla del suo album dedicato a Giorgio Gaber
     Otto Gabos. Esce il secondo volume di Il viaggiatore distante con l’alter ego Romeo Benetti
     Aurelio Grimaldi: Il cinema non è in crisi, ma in punizione
    In allegato gratuito ci sarà l’inedito romanzo breve di Andrea Camilleri: “Lo stivale di Garibaldi”.

  85. Ho appena comprato e sfogliato il nuovo Stilos rinato. Una rivista molto ricca e graficamente elegante, con un libretto di Camilleri in allegato. Ho notato anche un articolo su “Notti sull’altura” di Bonaviri, da poco ristampato da Sellerio. E ho visto con gran piacere l’intervista di Massimo Maugeri a Melania Mazzucco. E poi Tabucchi, Fois, Mozzi, ecc. ecc. Davvero molto interessante. Complimenti sinceri alla redazione di Stilos e a Massimo. (Unica pecca, un servizio su Sgarbi, che dà un ulteriore palcoscenico a colui che ha inaugurato diversi anni fa, insieme ad altri suoi simili, una stagione deprimente di volgarità, divenuta oggi un modo d’essere dei mass-media italiani. Altro che arte e bellezza).

  86. Grazie per il commento, caro Gaetano. Mi dài, dunque, conferma del fatto che la rivista è già andata in distribuzione…
    In merito alla tua considerazione finale posso solo dire che il “garbo” è uno dei cavalli di battaglia di questo blog…
    😉

  87. È USCITO IL N. 2 di STILOS

    Il numero di marzo di Stilos, il magazine culturale dedicato alla letteratura e alle arti, è in edicola con due omaggi: un testo inedito di Marcello Fois e una monografia su Leonardo Sciascia.

    Stilos propone un testo teatrale di Fois per atto unico dal titolo Stanze. La pièce rappresenta il dramma di due sorelle che si ritrovano in una casa e fanno i conti con il loro passato. In un’intervista, inclusa nel libro, l’autore sardo ne spiega lo spirito surreale e intimistico.

    Il supplemento di 32 pagine su Sciascia, il primo dei Quaderni di Stilos, raccoglie testi rari e dispersi nonché cinque lettere inedite a Gaspare Giudice (il biografo di Pirandello) più scritti dei maggiori studiosi di Sciascia, fra cui Claude Ambroise e Massimo Onofri.

    La cover story del nuovo numero di Stilos è poi dedicata a tre esordienti under 30: Silvia Avallone con Acciaio (Rizzoli), Valentina Brunettin con I cani vanno avanti (Alet) e Paolo Piccirillo con Zoo col semaforo (Nutrimenti), che, da Nord a Sud, mettono sotto accusa il sistema sociale e la qualità della vita delle città in cui vivono. Completa il servizio sulla nuova scena un’intervista ad Alessandro D’Avenia, autore di Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori).

    In anteprima anche un brano del prossimo romanzo di Dario Voltolini dal titolo Foravia, in uscita da Feltrinelli a maggio.

  88. Il numero di aprile di Stilos, il mensile dei libri, è in edicola con allegato un inedito di Giancarlo De Cataldo, il celebre autore di Romanzo criminale.

    Non so che farmene degli angeli è il titolo del romanzo breve inedito dello scrittore-magistrato di origini tarantine e abbinato a Stilos. Si tratta di un testo scritto nel 2000 a quattro mani con la moglie Tiziana Pomes. «Ispirato da fatti veri, di persone vere», come afferma lo stesso autore in un’intervista al termine del volumetto, il romanzo è costituito da un diario incrociato di due bambini che osservano il mondo enigmatico degli adulti giudicandolo e intervenendo per cambiarlo.

    Stilos dedica la cover story di aprile a Georges Minois, storico francese e uno dei massimi esperti in tema di religione. Minois è autore del saggio Il libro maledetto (Rizzoli, 2010) che ricostruisce la secolare vicenda del libro De tribus impostoribus (che tutti conoscono sin dal medioevo ma che nessuno ha mai letto) secondo il quale Mosè, Gesù e Maometto sarebbero stati degli impostori.

    All’ambito religioso riportano le altre tre interviste: ad Armando Torno, editorialista del Corriere della Sera, autore de La scommessa; a Sandro Mayer, vicedirettore di Dipiù e direttore di Dipiù Tv e TvMia, autore de La grande storia di Gesù; a Vito Mancuso autore de La vita autentica.

    Stilos dedica inoltre un dossier ai libri che sulla mafia sono apparsi in Italia tra il 2009 e il 2010. In un’intervista, Antonio Laudati, magistrato, coautore insieme a Elio Veltri del saggio Mafia pulita, sostiene che «la mafia ha cambiato volto. È quella dei colletti bianchi, del business e delle imprese. È diventata una regola dell’agire civile», afferma Laudati nell’intervista e conclude affermando che «può essere sconfitta solo col contributo di tutti». Vincenzo Ceruso, palermitano, nel suo saggio Il libro che la mafia non ti farebbe mai leggere racconta l’evolversi della nuova mafia.

    Stilos è distribuito nelle librerie Feltrinelli e in edicola sempre al prezzo di 4 euro. È facilmente acquistabile sul sito http://www.stilos.it dove è anche possibile sottoscrivere un abbonamento: http://www.stilos.it/abbonamenti.html

  89. Sul nuovo numero di Stilos, tra le altre cose, trovate un mio servizio sui “libri sulla mafia”… con interviste a:
    Antonio Laudati, magistrato, coautore insieme a Elio Veltri del saggio “Mafia pulita” (Longanesi)
    Vincenzo Ceruso, autore de “Il libro che la mafia non ti farebbe mai leggere” (Newton Compton).

  90. AGGIORNAMENTO DEL MESE DI LUGLIO 2010: È USCITO IL N. 5 di STILOS

    Il numero di luglio di Stilos è in edicola e in libreria.

    La cover story è dedicata a un’inchiesta sui centocinquanta anni dall’impresa dei mille: prendendo spunto dalla recente pubblicazione del libro “Terroni” del giornalista Pino Aprile, viene raccontato il lato oscuro dell’annessione del Meridione al Piemonte.

    Nella rivista:
    • una lunga intervista a Nicolai Lilin, che rivela a Stilos il suo punto di vista sulla guerra e sulla letteratura.
    • Sebastiano Vasssalli e Giancarlo Carofiglio parlano dei loro ultimi libri.
    • Giulio Ferroni critica il panorama culturale ed editoriale italiano e definisce la televisione oggi “cattiva letteratura”.
    • Tzvetan Todorov e la lectio magistralis tenuta al Salone del libro di Torino.

    Come ogni mese, il numero è arricchito da numerose recensioni e dalle rubriche di Benedetta Centovalli, Arnaldo Colasanti, Andrea Cortellessa, Antonio Debenedetti, Cesare de Vita, Aurelio Grimaldi, Filippo La Porta, Giulio Mozzi, Raffaele Nigro, Sergio Pent, Silvio Perrella, Vanni Ronsisvalle.
    La sezione dedicata all’arte propone un’intervista di Andrea Caterini all’artista siciliano Piero Guccione; mentre le pagine dedicati ai fumetti e alla graphic novel curate da Sergio Rotino, presentano tra le altre cose, una recensione al romanzo grafico Groenlandia Manhattan (ispirato a una storia vera) della francese Chloé Cruchaudet.

    Stilos è distribuita in tutte le Librerie Feltrinelli, nelle Librerie della catena “La Nuova Editrice Librerie” in Abruzzo e ad Ascoli Piceno, nelle edicole del Gruppo Edicolè, nonché nelle principali edicole del centro di ogni capoluogo di provincia d’Italia.
    La rivista è ogni mese in edicola al costo di 4 € ma è possibile sottoscrivere l’abbonamento annuale per riceverla comodamente a casa, con tutti gli allegati e con notevole risparmio economico.
    Si segnala anche il nuovo blog dedicato a STILOS: http://stilos.it/blog/

  91. È IN EDICOLA E IN LIBRERIA IL N. DI SETTEMBRE di STILOS

    In questo numero:

    Milano non è più la cap­i­tale ital­iana della cul­tura.

    Lo dicono a Sti­los scrit­tori come Vin­cenzo Con­solo e Cor­rado Sta­jano, intel­let­tuali come Anto­nio Fran­chini, edi­tor quali Elis­a­betta Sgarbi e Valentina Fortichiari.
    Ricorda Con­solo: “Quanti arrivai ebbi modo di fre­quentare Qua­si­modo, Mon­tale, Vit­torini. In quel peri­odo era davvero la cap­i­tale della cul­tura. Per questo decisi di trasferirmi”. Critico Sta­jano: “L’impressione è che gli edi­tori milanesi non abbiano più la pas­sione di un tempo e siano diven­tati dei con­tabili”. Fran­chini non vede molto romanzi ambi­en­tati a Milano: “ Roma, Napoli e il Nord-Est pos­sono vantare una mag­giore pre­senza di scrit­tori. Sono aree prob­lem­atiche. E le aree prob­lem­atiche pro­ducono più arte di quelle di rel­a­tivo benessere”.
    Inter­ven­gono in questo spe­ciale ded­i­cato a Milano anche Daria Big­nardi e Piero Colaprico.

    Alle­gato omag­gio al numero di set­tem­bre La vera sto­ria del papiro di Artemi­doro di Luciano Can­fora. Dopo mostre, libri, con­vegni e una svari­ata quan­tità di arti­coli di stampa, la decen­nale dis­puta filo­log­ica e arche­o­log­ica circa l’autenticità o meno del papiro si arric­chisce adesso di un nuovo capi­tolo, che nelle inten­zioni dell’autore è quello defin­i­tivo. Ricostru­endo l’intera vicenda, dal suo ritrova­mento in poi, Can­fora, suf­fra­gato anche dalle con­clu­sioni di una super­per­izia fotografica e dalla tes­ti­mo­ni­anza di un fun­zionario di polizia che ha svolto accu­rate indagini, e avval­en­dosi soprat­tutto delle ultime acqui­sizioni cui è per­venuto, apporta nuove argo­men­tazioni alla sua tesi, sec­ondo la quale si tratta di un falso: con­trari­a­mente all’opinione di insigni stu­diosi anche stranieri che ne sosten­gono l’autenticità.

    La cover story di questo numero è ded­i­cata a un’inchiesta sugli e-book e al futuro dell’editoria con inter­viste a Bruce Ster­ling, Gino Roncaglia, Giuseppe Granieri ed Ettore Bian­cia­rdi, esperti e intel­let­tuali non tutti con­vinti che per il libro, come oggi lo con­cepi­amo, sia già stato into­nato il de pro­fundis. Il punto sulle ricerche, la situ­azione del mer­cato inter­nazionale e delle librerie, le prospet­tive dell’immediato futuro: la guerra tra e-book e libro è giunta all’ultima battaglia.

    Il numero di set­tem­bre con­tiene inoltre inter­viste a Carlo Lucarelli, Gian­carlo De Cataldo, Gad Lerner, Marco Travaglio, Per Olov Enquist, Dmitry Glukhovsky e Luc Ferry.

  92. È IN EDICOLA E IN LIBRERIA IL NUMERO DI OTTOBRE di STILOS

    Gli intellettuali italiani di fronte alla politica e alla società. Franco Ferrarotti e Mirella Serri discutono della loro condizione oggi. Per Ferrarrotti «ciò che distingue l’intellettuale italiano è la sua ambiguità che deriva dalla sua storia e dalla sua evoluzione». Per la Serri in Italia esiste sì il dissenso ma è frenato «da una forte tradizione di conformismo intellettuale determinato soprattutto dalla televisione lottizzata e dai giornali che non sono indipendenti».
    Dopo il pronunciamento di Gheddafi a Roma, ci si chiede se gli autori islamici che pubblicano in Italia non facciano già da anni opera di indottrinamento. Rispondono Tahar Ben Jelloun e Khaled Fuad Allam. «Io ragiono, non voglio convertire nessuno» dice Allam.
    Roma oggi. Bella e insipiente? Che ne è stato della dolce vita, del bar Rosati, del caffè Greco? Ne parlano Corrado Augias, Luca Canali, Ascanio Celestini, Roberto Cotroneo, Antonio Debenedetti, Giancarlo De Cataldo, Elido Fazi, Rosetta Loy e Valerio Magrelli.
    Un saggio inedito in Italia di Lásló Földenyi, il filosofo ungherese che si interroga sullo stato della cultura oggi in Europa giungendo alla conclusione che è stata sostituita dall’informazione e dal mondo delle immagini.

    Un dossier dedicato alla grande letteratura straniera sconosciuta in Italia o dimenticata: otto tra i migliori traduttori italiani parlano di autori e libri assolutamente da tradurre o ritradurre.

    In anteprima su questo numero di Stilos: “Il bambino che sognava i cavalli” di Piano Nazio (ed. Sovera) dedicato a una storia che ha inorridito l’opinione pubblica: l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo per mano della mafia con la più terribile delle esecuzioni: lo “scioglimento” nell’acido.
    Pino Nazio, giornalista, inviato del programma di Raitre “Chi l’ha visto?”, da cronista di razza, ha ricostruito la vicenda grazie alla testimonianza del padre del bimbo, Santino Di Matteo e conduce il lettore in un mondo, quello di “cosa nostra”, in cui la legge della violenza miete vittime anche tra gli innocenti. Una docu-fiction, quella scritta da Nazio, in cui la realtà non conosce omissioni.

    Inoltre:

    Viaggio nel mondo dei cantautori italiani. Discutono Giorgio Conte, Eugenio Finardi, Federico Sirianni, Piji Siciliani, Gianmaria Testa e Mirco Menna.

    Carlo Lucarelli parla a Stilos del suo brigadiere Leonardi, il personaggio da fumetto che torna dopo quasi vent’anni.

    Ida Di Benedetto discute con Aurelio Grimaldi di cinema e attori. “Il più grande di tutti i tempi è Gian Maria Volontè”.

  93. È IN EDICOLA E IN LIBRERIA IL NUMERO DI NOVEMBRE di STILOS

    Quanto vale la letteratura oggi? E cos’è la letterarietà? E’ vero che un libro tanto è più letterario e tanto più difficile è piazzarlo sul mercato? Sergio Pent riflette su questi temi giungendo a conclusioni sconfortanti: la letteratura è diventata merce da supermercato e vale nel segno di quanto si è visto nella cerimonia di consegna del Campiello: Bruno Vespa che guarda e ammira la scollatura della Avallone. Ne parlano anche Luperini, Canali, Tesio e Manica, quattro critici di diversissima estrazione.
    Le cronache continuano a sciorinare rivelazioni sul cosiddetto “patto” tra mafia e stato. Pochi sanno però che ancor più di Massimo Ciancimino, un ruolo centrale lo ha avuto un mafioso, Luigi Ilardo, che nel 1995 stette per consegnare Provenzano alla giustizia, ma gli apparati più enigmatici dello stato lo fermarono. La sua vicenda è ora raccontata in un libro, Il patto, scritto da Nicola Biondo e Sigfrido Ranucci che Stilos ha intervistato, che costituisce il più aggiornato libro sulla mafia dal Dopoguerra in poi.

    Altri apparati, altri intrighi. Sono usciti in concomitanza due libri che riguardano il Vaticano: uno (di Perluigi Nuzzi), Vaticano S.p.A., di indagine interna, sostenuta dall’archivio segreto di un prelato che ha voluto rendere pubblici i retroscena dell’attività dello Ior; l’altro (di Corrado Augias), I segreti del Vaticano, di riscoperta esterna dei tanti fatti e misfatti che dentro il colonnato di San Pietro, sono diventati storia rovente. Stilos ha intervistato entrambi gli autori per fare nuova luce sulla Santa Sede.

    Dopo Roma e Milano è la volta di Torino. La vecchia e nobile capitale italiana, oggi una città in formidabile crescita, viene passata a rassegna, nei suoi aspetti prevalentemente culturali, da nove torinesi Doc e di importazione, da Baricco a Barbero. Ne viene fuori l’immagine di una regina colta nel suo massimo fulgore ma incapace di osare e sognare.

    Nel numero di novembre interviste a Pietro Citati sul suo Leopardi, a Scurati, Romagnoli, Rankin, Schlesak, Fuentes, Russo, Di Ruscio, Lattanzi, Bianchi, Cibrario, Zanetti.
    E ancora le sezioni dedicate ai fumetti (con un’intervista a Joe Sacco), al cinema (con uno speciale su Valerio Zurlini), all’arte (con un’intervista ad Andrea Fogli , un articolo di Massimo Raffaeli su un quadro che ha amato e un altro di Giuseppe Montesano sulla fotografa scandalo Nan Goldin) e alla musica (con un articolo di Toi Bianca sulla presenza della musica nella narrativa di genere oggi).

  94. È IN EDICOLA E IN LIBRERIA IL NUMERO DI DICEMBRE di STILOS

    Nel numero di dicembre di Stilos Pupi Avati parla con Aurelio Grimaldi di cinema, ma anche di se stesso dicendo che da molti suoi insuccessi ha tratto ragion per film fortunati.
    “Non ho mai chiesto fondi ministeriali – ha dichiarato – perché uno che ha fatto quaranta film non può chiedere l’aiuto dello stato ma deve farcela da solo. La libertà la perdo solo se il pubblico non mi segue. Il mio ultimo film, Una sconfinata giovinezza, è andato male. So bene che affrontava un tema doloroso, ma mi aspettavo molto di più, ed è stata per me una profonda sofferenza, una delusione. E ora, progettando il prossimo film, ho dovuto accantonare un progetto a me molto caro perché “troppo difficile”, e dopo questo insuccesso non me lo posso permettere. Nel cinema, come nella vita, la libertà te la devi conquistare da solo”.
    Stilos propone anche interviste ad Andrea De Carlo, Alessandro Piperno, Eraldo Affinati, Gianrico Carofiglio, Raffaele Nigro, Sandro Veronesi, Diego De Silva, Bret Easton Ellis, John Burnside e Karl Ove Knausgard.
    E inoltre servizi sui poeti italiani under 35, una tavola rotonda su Napoli, un reportage dal paese natale di Saramago, una conversazione tra Tracy Chevalier e Massimo Ortelio, il suo traduttore italiano.
    E come sempre ampi servizi, articoli e recensioni di arte, cinema musica, teatro e fumetti.

    http://www.stilos.it/

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