Novembre 23, 2024

11 thoughts on “IL VALORE DELLA LETTURA

  1. Caro Maugeri,
    immagino siano vere entrambe le cose.
    Consideri, però, che chi vuole leggere veramente non si fa frenare dall’alto prezzo delle edizioni rilegate. Ci sono ottime biblioteche, nonché edizioni economiche in accativante formato editoriale.
    Saluti.

  2. Quindi tu vorresti far leggere libri a chi già lavora? Ma non sarebbe più proficuo dare libri a chi non lavora? Se non altro perché ha più tempo a disposizione. Se poi è vero che si è più produttivi dove si legge maggiormente o viceversa, comunque avremmo risolto il problema della disoccupazione: non so bene per quale magia i disoccupati lettori diventeranno occupati produttivi e, speriamo, resteranno lettori.

  3. Ciao Gcanc, e grazie per essere tornato qui. Ovviamente la mia era una piccola provocazione. Pare abbastanza evidente che la lettura contribuisca ad allargare le vedute. E poi mi viene in mente quel motto che dice: “chi sa cavalca chi non sa”. Però, onestamente, non so fino a che punto si possa (correttamente) collegare la lettura con l’andamento del prodotto interno lordo.

  4. Anche la mia era solo una battuta e non sono un economista, ma vorrei dire una stupidaggine: non è che le aree più “acculturate” producono beni di maggior valore in minor tempo e consumando meno risorse? Vale di più per il PIL un manufatto o l’idea che lo ha fatto realizzare, il lavoro manuale o il frutto dell’ingegno? Se c’è un esperto in giro mi interessa la risposta, perché non la so.

  5. Mi auguro che fosse una battuta quella di sostituire il quotidiano del mattino con un buon classico. Innanzitutto bisognerebbe trovare qualcuno che il quotidiano lo legga (magari non solo la free press tipo metro e leggo; epolis sembra già migliore) e, quando poi l’avessimo trovato, valutare quanto giusto sia togliere lettori alla stampa informativa in un paese in cui essa riscuote già di suo un basso successo. In ogni caso non sono i lettori di giornali i non lettori di libri. Esiste già una collaborazione fra giornalismo ed editoria libraria (libri in vendita insieme al giornale – dai classici italiani e stranieri alla Bibbia – inserti settimanali di recensioni) forse bisognerebbe potenziarla, rimodernando le pagine culturali di alcuni quotidiani.

  6. Cara Anita,
    grazie intanto per aver partecipato.
    Certo, la mia era solo una battuta (una piccola provocazione, come avevo scritto prima).
    E’ vero quello che dici. Temo che, in generale, si legga abbastanza poco sia a livello di quotidiani che a livello di libri (narrativa o saggistica che sia). Ma riguardo alla descritta relazione tra incremento della lettura (riferita ai libri) e incremento del pil… tu che ne pensi? Ciao

  7. Interessante anche lo spunto di Anita sulla collaborazione tra giornalismo ed editoria libraria. Sicuramente le librerie in tante case si sono arricchite di volumi allegati ai quotidiani (per non parlare delle enciclopedie), ma sarebbe bello sapere se poi quei libri sono stati aperti e letti o “arredano” solamente. Un atroce sospetto.

  8. La tua idea, caro Massimo, mi fa pensare con un sospiro all’utopia platonica dei filosofi al governo: mutatis mutandis,lo schema è il medesimo, e sarebbe una situazione ideale.Io credo che un ruolo determinante in questo incremento dell’amore per la lettura lo rivesta la scuola, e in questo mi sento chiamato in causa in prima persona.

  9. Vi comunico la mia esperienza in merito ai volumi acquistati in edicola. Ho tutti libri della biblioteca del novecento di Repubblica (ne ho letto circa un terzo) e sto acquistando i Meridiani (al momento non ne ho letto nessuno). Però acquisto anche in libreria. Non so perché, ma i libri acquistati in libreria, di norma, li leggo subito.

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