Il titolo di questo post non si riferisce a un romanzo erotico o a un film spinto.
La camera accanto è la stanza, per l’appunto, posta di fianco a quella ufficiale (letteratitudine).
Se letteratitudine è una sorta di caffè letterario virtuale, la camera accanto è un luogo dove si possono affrontare argomenti di diverso genere. Si può parlare di letteratura – certo -, di libri; ma anche di cinema, sport, televisione, politica, gossip, ecc.
Insomma, si può parlare di tutto ciò che volete. Ciascuno di voi può sentirsi libero di avviare un dibattito o, più semplicemente, scambiare quattro chiacchiere.
Anche qui, però, vige la nota avvertenza (colonna di sinistra del blog); per cui vi chiedo di rispettare persone e opinioni. Vi chiedo, inoltre, la cortesia di evitare litigi e toni eccessivamente scurrili.
(Massimo Maugeri)
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Questo appuntamento della camera accanto si è evoluto in maniera strana. Prima la notizia (falsa) della morte di Debenedetti, poi quella (ahimé, vera) della morte di Nico Orengo. Aggiorno il post inserendo un articolo che mi ha inviato Paolo Di Paolo proprio per ricordare questo celebre scrittore scomparso il 30 maggio. Vi invito – se vi va – a lasciare commenti in memoria di Orengo.
Altro argomento di discussione: 2 giugno, festa della Repubblica. Cosa significa per voi?
Segue l’articolo di Paolo Di Paolo a cui facciamo i migliori auguri per il suo nuovo romanzo appena uscito.
(Massimo Maugeri)
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In ricordo di Nico Orengo
di Paolo Di Paolo
Senza l’idea del mare (un odore di alga bagnata e di limoni, avrebbe detto lui), e senza l’idea di margine (di confine, di frontiera), è quasi impossibile ripensare l’opera letteraria di Nico Orengo (nella foto). C’è qualcosa – la presenza insistita di certi luoghi (ma, se si tratta di ossessione, è senza ombre: un’ossessione felice), con le luci e gli odori che li definiscono –, qualcosa che non è solo una quinta, un fondale, ma la prima sostanza poetica. In un suo libro di vent’anni fa, Miramare, non accadeva altro se non un’esplosione del paesaggio in forma di enumerazione: piante, fiori – e profumi, e molta luce. Con un gusto quasi voluttuoso, Orengo accumulava tutto ciò che, nel paesaggio della vita (la sua), gli stava a cuore.
Si può dire che ogni suo libro sia un ritorno al luogo da cui non si è mai separato. Nato a Torino nel 1944, ha sempre privilegiato – di là da alcune soste collinari, nelle Langhe – la riviera ligure; e in questo margine, altri margini: tra Piemonte e Liguria, tra Liguria e Provenza (per esempio in Ribes, o nell’Autunno della signora Waal, malinconico e pungente). È possibile vivere senza un giardino e una terrazza sul mare? senza il sapore del vino e senza, nella pelle, un desiderio invadente e sottile, anche erotico? viene da pensare leggendo i romanzi di Orengo. Nelle sue storie non accade quasi niente, quindi accade tutto: c’è il rumore, verrebbe da dire il ronzio, della vita che trascorre, assumendo forme varie e strane; a volte tanto ridicole da commuovere o irritare, a volte tanto commoventi da fare ridere. Talvolta si sarebbe tentati di accostare Orengo, cercandogli padri o fratelli maggiori, a Fellini, a un Fellini che fosse nato ligure; oppure di farlo entrare nel novero di scrittori lunatici, “ventosi” e dalla vena surreale come Cavazzoni. Ma poi una questione, appunto, di geografia sensoriale subito impone di riconsegnare Orengo a uno spazio (liminare) che porta soltanto il suo nome. La sua leggerezza, il suo disincanto, capace di tenerezze e di un’ironia acida e a volte impudica, spingono a chiedersi quale visione del mondo, quindi idea di letteratura, avesse Orengo; e perché, mentre il suo microcosmo sembrava precipitare nell’inattualità, lui sembrava tanto più intento nel salvarlo, nel tenerlo in vita. È stato, credo, per una questione di principio: la difesa di un preciso spazio dell’immaginazione, che rischiava (rischia) di svalutarsi e compromettersi. Nell’Intagliatore di noccioli di pesca, una voce che somigliava alla sua notava come fosse diventato sanguinolento l’orizzonte della letteratura italiana recente. E dove sono finiti – si domandava – i Calvino, i Pavese, le Ortese ecc.? Non per nostalgia, ma constatando come l’immaginazione letteraria più recente fosse praticamente ostaggio di detective e serial killer. Si può capire il mondo, l’esistenza – sembrava dire Orengo – anche osservando la signora Waal che raccoglie i fiori e li porta in casa; anche raccontando la storia sbagliata di un giocattolaio (L’ospite celeste,1999), quella di un’alga assassina (La guerra del basilico, 1994), della Riviera in una incredibile Belle Époque (Islabonita, 2008) o di una penna che Goethe donò a Puskin (Hotel Angleterre, 2007). Si può capire la storia e il proprio tempo anche spedendo una serie di Cartoline di mare vecchie e nuove (1984). O, ancora – come in uno dei suoi romanzi più felici, La curva del Latte (2002) – entro i confini di una scanzonata, sempre un poco perplessa, elegia per un’Italia prima della modernità: con una piccola folla di donne focose e di improbabili comunisti, tra insegnanti che aspirano a scrivere canzoni per il Festival di Sanremo e statue della Madonna a cui rubano la testa. È anche così – mostra l’opera di Nico Orengo – che si può restare davvero fedeli alla letteratura e a sé stessi: camminando soltanto nei luoghi che davvero ci appartengono, inseguendoli nella memoria o nella favola; cercando vizi e virtù dell’esistere nei dettagli che nessuno guarda, in un mondo minuscolo, rarefatto, strambo che specchia quello più vasto, generico, meno autentico. Si vede già tutto, insomma, dalla finestra della signora Waal – che “ascolta il cuore batterle nel petto”, ha un po’ paura di addormentarsi perché ¨ha capito che non è facile sentirsi morire, ascoltare l’arrivo della propria morte¨, e nonostante questo decide che è meglio pensare all’amore, al mare, o al prossimo bicchiere di moscato.
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Martedì 19 maggio 2009
Dedico questo nuovo appuntamento de La camera accanto all’annuncio di due dipartite. Il primo si riferisce a un trapasso avvenuto davvero: quello di Susanna Agnelli. Il secondo, invece, riguarda la notizia della morte di Antonio Debenedetti… prontamente smentita dall’interessato.
Vi invito dunque a ricordare Susanna Agnelli – se vi sentite di farlo – e a leggere, di seguito, un articolo sulla falsa morte di Debenedetti. E – mentre che ci sono – ne approfitto per porvi questa domanda:
Come reagireste di fronte alla notizia (errata) della vostra morte? Che effetto vi farebbe?
E come difendersi dalle “bufale” in rete?
Per il resto… la camera accanto rimane a vostra disposizione per ogni esigenza comunicativa.
Massimo Maugeri
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da IL TEMPO del 18 maggio 2009
Morto e risorto, i giornali tra “bufale” e “coccodrilli”: Antonio Debenedetti dato per defunto da giornali e televisioni. Lui replica: sono vivo e vegeto. Successe anche a Vitti e Loren.
di Lidia Lombardi
Dicono che allunghino la vita. Lo dicono dei coccodrilli, le articolesse sulle gesta di questo o quel personaggio che riempiono a faldoni le redazioni dei giornali, pronti ad andare in pagina appena l’«indagato» tira le cuoia. Dicono che allungano la vita, i coccodrilli, anche quando – massimo dell’onta per qualsivoglia testata – escono intanto che il «coccodrillato» non è ancora allo stato di de cuius. Ieri è toccato ad Antonio Debenedetti. Scrittore e giornalista, figlio di Giacomo, tra i maggiori critici letterari del Novecento.
Un quarto d’ora dopo mezzanotte l’agenzia Agi batte la notizia: l’Antonio in questione «è morto improvvisamente a Roma nella sua abitazione. Aveva 72 anni. Nato a Torino, esordì giovanissimo con la raccolta di poesie “Rifiuto di obbedienza”». Eccetera eccetera. S’affannano – e sbuffano – i redattori di notte di molti giornali. Riaprono le pagine, smanettano per ribattere la novità. Ci cascano i notiziari notturni radiotv, Repubblica.it, Televideo. Il «Corriere della Sera» telefona a Debenedetti, suo editorialista e inviato. Risponde lui in persona, fa segni apotropaici di scongiuro: «Sono vivo, è stata una prova generale che uno non vorrebbe mai fare».
E ancora: «Gli amici del Corriere mi hanno ricordato che la stessa cosa è successa a Hemingway e a Moravia. Ma mi sento troppo piccolo per sostenere il paragone. E però mi preoccupa la facilità con cui i media danno alcune notizie senza verificarle». Insomma, il colto scrittore che ha un Premio Strega e un Viareggio nel curriculum e un libro in uscita a fine maggio, non l’ha presa poi tantissimo bene. E invece che risate si fece Monica Vitti, data per schiattata nel 1988 da Le Monde, che abboccò alla telefonata di un tipo qualificatosi come Roger Baume, agente dell’attrice. «Così mi allungate la vita», ringraziò la rossa i giornalisti. Idem per Alberto Sordi. Idem per la Loren. «Pare sia morta», disse un fotografo nel 1998 lasciando in fretta e furia una conferenza stampa a Napoli e sconvolgendo il mondo intero. «Da due settimane gira voce che sia in coma», constatò seccata la sua portavoce a Los Angeles. Verificate, gente, verificate.
Anche perché le bufale fioccano in rete. Lo scorso dicembre Wikipedia pensò di mettere paletti alla diffusione degli articoli dopo che sull’enciclopedia on-line Ted Kennedy e il collega senatore Robert Byrd furono dati per morti. C’è malizia in queste siderali balle? Sono detrattori politici, colleghi invidiosi a seppellire tizio o caio? Oppure – boccaccia mia statti zitta – sono i diretti interessati a darsi per defunti, per farsi pubblicità? Paolo Villaggio annunciò qualche anno fa il suidicio. E andò su tutti i giornali. Due futuristi degli anni Trenta, Pannaggi e Fillia, fecero scena disegnandosi il manifesto funebre (il primo lo attaccò pure sui muri cittadini). Debenedetti non c’entra con queste manovre.
Lidia Lombardi
18/05/2009
Ed ecco una nuova puntata della camera accanto…
Come sapete, in questo luogo (ma sempre nei limiti del reciproco rispetto) si può parlare di tutto ciò che volete. Ciascuno di voi può sentirsi libero di avviare un dibattito o, più semplicemente, scambiare quattro chiacchiere.
Come sapete è passata a miglior vita Susanna Agnelli:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/05/agnelli-susanna-decesso.shtml?uuid=226c7628-41f2-11de-a13c-2c9b90181433&DocRulesView=Libero
E poi mi ha molto colpito la (errata) notizia della scomparsa di Antonio Debenedetti, prontamente smentita dall’interessato (che credo abbia fatto consistenti scorte di ferri di cavallo).
Un po’ per gioco (e un po’ no) vi domando:
Come reagireste di fronte alla notizia (errata) della vostra morte? Che effetto vi farebbe?
E come difendersi dalle “bufale” in rete?
Questa, invece, mi pare una buona notizia:
http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/scienze/tumori/virus-tumori/virus-tumori.html?ref=hpspr1
Che ne dite?
Le bufale in rete non sono molto diverse da quelle che sono sempre esistite, a differenza che la rete amplifica e velocizza la diffusione della notizia-e questo può essere anche un bene quando si tratta di diffondere notizie necessarie!-Naturalmente la morte fa un pò di impressione in più,soprattutto se è la nostra,però dopo i dovuti scongiuri e malocchi,mi diverterebbe spiare le reazioni degli altri alla mia mancanza.Anni fa a seguito di uno stage di studio e lavoro,ero in prova presso una società napoletana di software e il capo area commerciale era rimasto con me e un’altra ragazza,premetto che lui era a dir poco odioso e spocchioso.Ma la conversazione prese una piega interessante quando lui,per capire se eravamo fatte per l’attività in questione, disse a bruciapelo:cosa vorresti fosse scritto sul tuo epitaffio?Allora io gli risposi-anche se pensai tu non lo leggerai perchè muori prima!-però la cosa mi fece continuare a riflettere,poi capii a casa che in quel posto perdevo tempo perchè non era quello che mi interessava davvero fare e che non volevo sprecare i giorni della mia vita lì.
A parte l’aneddoto personale,avrei solo la grande curiosità di spiare cosa mancherebbe di me agli altri,ma con un bel corno stretto fra le dita!!
A proposito di falsi vi ricordate alla fine degli anni 80 i falsi Modigliani fatti da due studenti?Un critico ci fece finanche un libro che dopo la smentita penso avrà dovuto ritirare e nascondere la faccia!Bisogna verificare,verificare e verificare,confrontare più fonti e attendere pazienti una conferma.
saluti a tutti
…La letteratura, però, l’aveva anticipato….
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“…..Abbiamo discusso a lungo insieme su i casi miei, e spesso io gli ho dichiarato di non saper vedere che frutto se ne possa cavare.
– Intanto, questo, – egli mi dice: – che fuori della legge e fuori di quelle particolarità, liete o tristi che sieno, per cui noi siamo noi, caro signor Pascal, non è possibile vivere.
Ma io gli faccio osservare che non sono affatto rientrato né nella legge, né nelle mie particolarità. Mia moglie è moglie di Pomino, e io non saprei proprio dire ch’io mi sia.
Nel cimitero di Miragno, su la fossa di quel povero ignoto che s’uccise alla Stìa, c’è ancora la lapide dettata da Lodoletta:
COLPITO DA AVVERSI FATI
MATTIA PASCAL
BIBLIOTECARIO
CUOR GENEROSO ANIMA APERTA
QUI VOLONTARIO
RIPOSA
LA PIETA’ DEI CONCITTADINI
QUESTA LAPIDE POSE
Io vi ho portato la corona di fiori promessa e ogni tanto mi reco a vedermi morto e sepolto là. Qualche curioso mi segue da lontano; poi, al ritorno, s’accompagna con me, sorride, e – considerando la mia condizione – mi domanda:
– Ma voi, insomma, si può sapere chi siete?
Mi stringo nelle spalle, socchiudo gli occhi e gli rispondo:
– Eh, caro mio… Io sono il fu Mattia Pascal.”
Luigi Pirandello. “Il fu Mattia Pascal”
hai ragione cara simona,si vede che quell’orco di area manager napoletano aveva pure letto Pirandello,però era odioso davvero,poi ci ho litigato dicendogli che era un talebano!!
bacioni
di fronte alla notizia errata della mia morte reagirei malamente, ma poi avrei una reazione simile a quella di francesca. tra paura e divertimento
Un saluto alla memoria di Susanna Agnelli
la verità è che oggi c’è troppa superficilità in giro.
nelle notizie sbagliate o false questa superficilità si propaga alla velocità della luce. più calma e prudenza non guasterebbero
Innanziutto un ricordo alla memoria di Susanna Agnelli. Alla notizia della mia morte, sapendo d’essere viva e vegeta, reagirei con una grande risata, per esorcizzare la paura beninteso, e sperando che la risata arrivi prima della paura. Buona giornata a tutti.
@Francesca Giulia: Carissima, mi hai fatto morire dal ridere con quei corni rossi stretti tra le dita! E mi hai fatto pensare al grandissimo Totò…credo di sapere come avrebbe reagito lui di fronte a un falso annuncio della sua morte…
Leggi qui sotto…un fortissimo abbraccio…
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Da un’intervista di Castellani…
“Totò era il re della superstizione. La sua «testa di turco» era il numero 13, che nella classica Smorfia di Tommaso Pironti, famosissima a Napoli, significa tre cose: « la morte», « Sant’ Antonio di Padova» e « il principe». Totò impazziva al solo vedere un cartello col numero 13. A questo proposito, devo raccontare l’incredibile avventura che ci capitò nell’immediato dopoguerra, quando andammo a Parigi su invito dell’impresario Remigio Paone. Dovevamo vedere il balletto delle Bluebell, di cui si diceva un gran bene, e decidere se scritturarlo o meno.
Totò e io partimmo da Milano, in vagone letto. Purtroppo gli era stato riservato il letto numero 13. Per evitare un trauma a Totò, prima di salire nella vettura avvicinai il controllore e lo pregai di staccare il cartellino col numero fatale. La richiesta fu esaudita. Partimmo senza intoppi alla volta di Parigi. Qui scendemmo in un albergo di lusso, dove Totò si era fatto riservare un appartamento principesco, con saloni enormi. «Che dobbiamo farci qui dentro? », mi stupii. Lui rise e mi mostrò il portafogli: si era portato appresso una quindicina di milioni. « li vedi questi? », mi disse. « Li spendiamo tutti. Eh, Parigi è Parigi! Ci dobbiamo divertire, crepi l’avarizia! ».
Avevamo in programma di fermarci nella capitale francese quindici giorni. Per questo ce la prendemmo comoda, rimanendo in albergo a riposarci. Ma la mattina dopo, alzandosi, Totò scoprì di non sentirsi molto bene. Uno starnuto improvviso fu il segnale d’allarme. Suonò per la cameriera, e la ragazza, osservandolo, gli disse che a Parigi c’era un po’ di grippe (influenza) in giro. Quella parola straniera lo spaventò a morte. In pigiama si precipitò nella mia camera. «Sto male. Molto male», mi comunicò.
Cercai di rassicurarlo, e intanto mandai a comprare un termometro. Risultò che aveva appena un paio di lineette, una sciocchezza che bastava una compressa qualunque per fargliela passare. Lui, invece, si ostinò a immaginarsi sull’orlo della tomba. « Mi dispiace tanto, ma non potremo divertirci », disse: «dobbiamo tornare subito in Italia. Voglio morire a Roma, nel mio letto». Non ci fu verso di dissuaderlo. Si fece portare i pasti in camera e non uscì dall’albergo che per trasferirsi alla stazione. Il regalo che aveva promesso alla moglie e alla figlia me lo fece acquistare nel negozio che c’era nell’hotel. Tra l’altro, non si fidava dei medici francesi. «Sono stranieri, cosa vuoi che capiscano dei miei mali? », diceva.
Uscì da quella specie di tetro letargo in cui era caduto solo quando si ritrovò sul treno che lo riportava in Patria. Qui ebbe un sorriso e mi batté una pacca sulla spalla: «Vi eravate messi d’accordo per farmi fesso, eh? », esclamò. «Credevate che non mi fossi accorto che il mio letto portava il numero 13? lo vi ho dato corda, ma quel fetentone si è vendicato alla sua maniera. La prossima volta guardatevi bene dal fare i furbi: con la jettatura bisogna sempre venire a patti, oppure combatterla a carte scoperte ». Detto questo si rilassò, e dormì saporitamente per tutto il viaggio. La nostra avventura a Parigi era durata soltanto tre giorni sprecati per niente….”
Carissimo Massimo,
oltre ad un prolungato e sonoro ALLELUIA!
avrei già pronto il mio datato testo,ancora sempre verde:-
EPIGRAFE
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Vita appassionata
tu non mi rubi la scena.
Con una trama mediocre
ho recitato la mia parte:
un ‘odissea di tristezze
e di borghesi virtù.
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Declina l’ombra della notte.
la casta aurora già entra
nel cuore delle cose.
Serena attendo
l’ultima chiamata.
Cosa declameranno
nell’epigrafe bugiarda?
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
M. Teresa Santalucia Scibona
Siena, 23 settembre1992
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Da “Le Temps Suspendu et la Vie Assise”
(1993) – a cura di Giorgio Luti –
Prospettiva Editrice
°°°°°°°°
Tessy – la birba perenne!
Sulla morte di Susanna Agnelli dico solo che mi sembra una cosa fisiologica: è morta una persona anziana, che penso sia vissuta bene.
Se leggessi da qualche parte l’annuncio della mia morte, mi accerterei che non fosse vero. A volte pensiamo di essere vivi mentre già siamo in viaggio verso l’al di là.
Invece desidero raccontare un episodio capitatomi qualche anno fa, anche se non riguarda me in prima persona: rientravo in paese dopo tre giorni di vacanza in montagna, completamente isolato (allora non c’erano i cellulari). All’ingresso del paese mi ferma un amico, si avvicina al finestrino dell’auto, mi invita a scendere, mi abbraccia e, tutto contrito, mi porge le condoglianze. Mi prende un colpo. Penso sia morto qualcuno dei miei famigliari. “Paolo, che è successo?” chiedo al mio amico, con il cuore in gola.
“Salvo, mi dispiace molto…”
“Parla, accidenti a te!!!
“E’ morto Gesualdo Bufalino”.
“E perchè fai le condoglianze a me?”.
“Bhè, anche tu sei uno scrittore”.
“Ma che c’entra?”
Giuro che è vera. E non era uno scherzo perchè l’amico in questione è un po’ sempliciotto, agiva in buona fede.
Amabile Massimo,
cosa succede al nostro vecchio sito? Mi sembra di ricordare che da anni
imperverso nel blog con le mie mirabolanti scempiaggini.
Ultimamente, sono un pò carsica e latitante,.. ma consolati, il fantasma anonimo ed invisibile della giurassica Tessy, aleggerà imperterrita nella tua dinamica vita. L’affetto è affetto non deperibile, almeno il mio.
Tessy
Bellissimo il tuo racconto Salvo! E poi l’amico aveva perfettamente ragione a dare le condoglianze a te in quanto scrittore, o meglio, avrebbe dovuto darle a ogni persona che incontrava, perchè la morte di Gesualdo Bufalino ha rappresentato un lutto per tutta l’umanità…
@Gaetano. La intendo un po’ come una tirata di orecchie. Hai perfettamente ragione, caro mio. Tra l’altro conoscevo Bufalino personalmente, un paio di volte ero andato a trovarlo a casa sua, ed era una persona di straordinaria umanità. Però se la sua morte ha rappresentato un lutto per tutta l’umanità, non ha senso che uno porga le condoglianze a un altro, perchè tutti siamo coivolti dallo stesso lutto in ugual misura.
Per la scomparsa di Susanna Agnelli con concordo con Salvo.
Per la notizia (fasulla) della mia scomparsa riderei, come del resto mi è già capitato, proprio su Internet, visto che una commentatrice di un mio articolo, ovviamente per un lapsus, ha pianto la mia morte.
C’è da dire che qualcuno crea ad arte queste notizie. Forse non lo sapete che il giovane D’Annunzio pubblicò a spese del padre il suo primo libro di poesie e poichè non vendeva ebbe la genniale idea di far propagare la notizia della sua morte improvvisa per una caduta da cavallo, tanto che alcuni giornali dell’epoca scrissero dell’infelice sorte di questo esordiente, autore del libro di poesie tal dei tali. La trovata si rivelò efficacissima, perchè in pochissimo tempo il volume andò esaurito.
Per quanto concerne le “bufale” in rete a volte ci si può cadere, soprattutto se la notizia è passata da un amico fidato, peraltro in buona fede. C’è da dire, però, che sono ripetitive e quindi non è infrequente che si ripresentino con leggere modifiche, così che abboccare diventa piuttosto difficile.
@Gaetano1
Come se improvvisamente venisse a mancare un amico comune (mettiamo Renzo) e tu ti premurassi di fare le condoglianze a me. No. Il dolore va suddiviso nella stessa misura.
@simona grazie per il brano su Totò,è vero era fantastico,anche se ho capito che l’umanità si divide in chi ama e in chi detesta Totò.Io sto con i primi.Ho detto nel post del gioco letterario che chi appoggia il mio autore avrà una pizza con tramonto su castel dell’ovo e una cantata di malafemmina …da me!!potrei anche accompagnarmi al piano,ma tieni presente che sono una specie di autodidatta.
bacioni
@renzo….grattatina scaramantica e corna e bicorna,occhio malocchio prezzemolo e finocchio!!
Caro Salvo, niente tirate d’orecchie, figuriamoci, ma tanti abbracci… anche perchè ben ricordavo dei tuoi fortunati incontri personali con Gesualdo Bufalino e della grande stima che tuttora nutri per lui.
Pensando al tuo amico, mi veniva un po’ in mente una scena – vedendo la cosa all’inverso – di “Totò il buono” di Zavattini, quando Totò, con il viso radioso, andava in giro per il villaggio di catapecchie dei poveracci, dicendo a tutti coloro che incontrava:
“Buon giorno!”
@Salvo: chissà perchè proprio io…Ma, mi faccio e ti faccio una domanda: se muore uno scrittore umoristico, insomma uno che scrive come te, al funerale c’è da stare mogi o allegri? Sai, con i tempi che corrono, con la gente che applaude il feretro e manca solo che chieda il bis, come se il funerale fosse uno spettacolo, mi par giusto sapere come ci si deve comportare.
Salvo, leggo ora il tuo secondo commento. Immagino le mani di Renzo affrettarsi in gesti scaramantici…
@salvo dai perchè non scrivi il tuo epitaffio e ci fai fare quattro risate?:-)
……qui giace……
@FG.
Non è escluso che dopo aver assistito a una tua performance con annessa cantata di malafemmina accompagnata al piano, a qualcuno dei presenti possa prendere un colpo di quelli buoni. Il tuo invito è già di per sè un tentativo di omicidio. Vedi come tutto si ricollega?
@salvo ma vuoi mettere morir contenti di sentire come ultimo suono della vita la mia adorabile vox?!certo se ti inceppa pure la mozzarella della pizza nel gargarozzo allora sì che è fatta!!
@Fg. Il mio epitaffio? Bastano due sole parole per condensare una vita:
Nacque- nocque.
@salvo bravo! quel trattino fra nacque e nocque m’illumina di simbolismo indicibile e di mistero.
@Francesca Giulia e Gaetano Failla: ma no, ci mancherebbe. Salvo è un amico. Aspetto solo che costruiscano il ponte sullo Stretto, poi mi precipito a Sortino per fargli una bella improvvisata…e per restare in tema davanti a casa mia fino a poco tempo fa abitava uno che aveva un’inpresa di servizi funebri. Qualche volta si portava il lavoro a casa, cioè arrivava con il carro funebre, vuoto ovviamente, per la pausa del mezzogiorno e già non era un bel vedere. Poi, si vede che qualcuno del suo condominio si è lamentato, e allora ha cominciato a farsi vedere con i furgoni di servizio. Ecco, questi erano anche peggio, perchè la scritta in bianco sul nero risaltava in modo stridente: “Nessuno dei nostri clienti si è mai lamentato” oppure “Pensate oggi al vostro domani” o peggio ancora “Con noi solo certezze: non tornerete mai indietro”.
Non parliamo poi dei volantini pubblicitari ” Vi vogliamo affezionati clienti”, ” Un viaggio perfetto” o “La soddisfazione è garantita”…
Vi posto un racconto sulla morte, molto indicativo per far capire come la stessa può essere vista con grande gioa, dipende dalla prospettiva con cui si guarda. Un attimo che lo cerco.
@renzo ma davvero??oddio e nessuno gli ha incendiato il furgone?scherzo però capisco perchè aumentano le liti condominiali,se ti capita uno così vicino casa è dura!comunque vi dico che qui a Napoli se ne leggono di tutti i colori sugli avvisi mortuari,il più celebre è: carmela etc etc,si è spenta serenamente all’età di 98 anni.
E sotto col pennarello:E vulev verè ca faceva pure storie!!
L’ IMPRENDITORE
“Sono un imprenditore, io. Un imprenditore!”.
L’impresario delle pompe funebri viene a sedermi accanto, ed io mi appresto rassegnato a sorbirmi l’ennesimo suo sfogo. Non che mi dia fastidio, per carità. E’ un onesto lavoratore, uno che dalla morte ha tratto la ragione della sua vita (però quella degli altri, ci tiene a sottolineare). Bravissimo ragazzo, sveglio e dotato di un grandissimo fiuto per gli affari. Magari grezzo nei comportamenti e sprovvisto di tatto e della delicatezza necessaria per chi deve svolgere un lavoro di questo genere. Ha preso l’abitudine di venire a confidarsi con me. Non so per quale motivo veda nella mia persona una sorta di padre spirituale. Forse perché sto ad ascoltarlo con infinita pazienza o forse perché non trova di meglio. In effetti, sarà per via del suo mestiere, sarà per il carattere impulsivo, ma non è che goda di molta simpatia nel paese. Seduto al mio fianco, mi confida il suo malumore: “Ce l’hanno tutti con me! Mi detestano dotto’, mi scansano come la peste!”.
Cerco di confortarlo: “Su, non esageri, vedrà che tutto si sistemerà per il meglio. Ma lei davvero non potrebbe evitare, la mattina, di fare il giro dei circoli degli anziani per chiamare l’appello?”.
“Allora ragazzi, ci siamo tutti?”.
Tutti corrono a toccare ferro, qualcuno si tocca i genitali, ma visto che sono quasi tutti avanti con gli anni e quindi non si fidano dei propri, toccano quelli del ragazzo addetto alle pulizie, e questo crea non poco imbarazzo. Ormai quando lo sventurato passa per le vie, tutti a toccarsi. E’ diventata una vergogna. Tanto che la Giunta municipale, sindaco in testa, con delibera urgente ha deciso di installare nel paese delle aste metalliche dove i cittadini possono afferrarsi a tutela delle loro superstizioni.
Ma il ragazzo, imperterrito, continua a tirare avanti per la sua strada. “In questo paese mi vedono come il fumo negli occhi!” insiste.
Io sono diventato il suo unico punto di riferimento, anche perché stenta in maniera incredibile a socializzare con il resto della comunità. “Non mi possono vedere, li ho tutti contro, dotto’!”.
“Non sono dottore, e non è affatto vero che ce l’abbiano con lei; fanno semplicemente il loro interesse, che è quello di campare il più a lungo possibile, il quale chiaramente non coincide con il suo”.
“Ce l’hanno con me, ce l’hanno con me. Vogliono vedermi rovinato. Ha notato come da qualche tempo siano diminuiti i decessi? Proprio ora che avevo affrontato delle spese. Ne sono certo, vogliono rovinarmi. Ma hanno voglia di crepare d’invidia, tra non molto apro la più bella azienda di pompe funebri di tutta la provincia. Ho lavorato sodo io, mica come loro che passano le giornate a toccarsi le palle. L’unico amico vero è lei dottore. Ci terrei che fosse lei a fare l’inaugurazione della nuova azienda”.
Sono commosso ma nello stesso tempo preoccupato. “Inaugurazione in che senso, scusi?”.
La domanda non riceve risposta. Forse non ha compreso il significato, visto che è in buona fede. Sicuramente non in quel senso che penso io, poiché continua a tributarmi segnali di affetto. “Le assicuro che se dovesse capitare di sdebitarmi…se dovesse …se per disgrazia dovesse succedere…la tratterei con riguardo, come si conviene a una persona distinta come lei. Le farei un ottimo prezzo!”.
A questo punto devo confessare che anch’io, immediatamente, con un gesto istintivo, porto la mano giù in cerca di protezione. Io che pensavo di essere superiore a queste sciocche superstizioni. Evidentemente siamo tutti meno eroi di quanto crediamo. “Venga, le offro una birra” dico per tenermelo buono. Appoggiati al bancone del bar, lo invito a rilassarsi e a brindare alla salute.
“Alla salute?”.
“Beh, cosa c’è di strano?”.
“Non ho mai brindato alla salute di nessuno. E’ una questione di principio, cerchi di capire; sarebbe di cattivo auspicio per il mio lavoro”.
Santo cielo! Non vorrei che portasse jella davvero. Sarà la tensione, sarà la foga, fatto sta che la birra mi va di traverso. “Ouff ! ouff !”. Rischio di soffocare.
“Si sente male?”.
“Ouff ! Mi sto riprendendo. “Ouff !”.
“Sa che ha proprio una brutta cera? Ha una faccia che sembra un cadavere”.
“Io!?”.
“Soffre d’ulcera?”.
“No”.
“Mal di fegato?”.
“Nemmeno”.
“Emicranie? Dolori reumatici? Capogiri?”.
“Neanche per sogno”.
“Oh be’, allora potrebbero essere i sintomi di una broncopolmonite fulminante”.
“Mi è solo andata la birra di traverso”.
Prova a battermi una mano sulle spalle.
“Non mi tocchi! Non mi tocchi!”.
Da allora, quando lo incontro, anch’io, come tutti, cerco una barra metallica a cui afferrarmi.
Però s’è messo su bene il ragazzo. L’altro giorno mi ha confidato che sta ultimando la villetta in campagna. “Mi mancano gli ultimi quaranta clienti e poi è bella e completa”.
Gli raccomando di essere più diplomatico e soprattutto di evitare gli eccessi. “Ragazzo mio, va bene gli affari, va bene l’attaccamento al lavoro ma eviti di fare affiggere quegli orribili manifesti sui muri”.
Una mattina mi era capitato di leggere: “La ditta di pompe funebri di Caronte Vincenzo è felice di annunciare alla propria clientela che nel periodo pasquale sarà applicato lo sconto del trenta per cento su tutti i funerali di prima e seconda classe. Approfittatene! Inoltre saranno offerte tariffe particolarmente vantaggiose per decessi di gruppo, in caso di stragi o cataclismi naturali”.
“Caronte sia più moderato” lo redarguisco.
“Dice, dotto’? Forse ha ragione, ma devo completare la villetta”.
Benedetto ragazzo, è irriducibile.
@salvo troppo carino!!però dici a Caronte Vincenzo di non farsi una vacanza a Napoli che lo buttano sotto a quattro ruote e non gli pagano neppure il funerale qui.
Bel racconto Salvo!
–
Ricordo, in tema, una scritta (abbastanza nota penso, soprattutto a Francesca Giulia) apparsa sul muro del cimitero di Napoli, all’indomani della grandiosa festa che celebrava la vittoria dello scudetto. Diceva più o meno così:
GUAGLIU’, CHE VI SIETE PERSO!
@francesca giulia: vera quella del carro funebre, vera quella dei furgoni, dove però c’è stato scritto solo per un breve periodo “La soddisfazione è garantita”. Il resto è tratto in parte da un mio racconto, quasi analogo a quello di Salvo.
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L’impresa
– Nenè, gli affari non tirano e c’è un pacco di cambiali che scade fra tre giorni.
– Non so che dirti. Avevamo calcolato tutto, centesimo dopo centesimo,
ma di clienti nemmeno uno.
– Eh sì che è un settore che tira!
– Forse siamo in tanti, in troppi…
– Forse sì, ma ancora pochi giorni così e chiudiamo bottega.
– C’è anche il caso che non ci conoscano abbastanza.
– No, questo lo escludo, con tutti i manifesti che ho fatto affiggere nei luoghi di lavoro.
– E poi, i costi sono troppi. Ma avevi proprio bisogno di farti fare un doppio petto grigio scuro?
– Nenè, è un abito di rappresentanza: mica posso svolgere il lavoro con le mezze maniche come te.
– Sì, io con questa camicia a righe che avrà almeno dieci anni e tu che sembri un gran signore.
– Nenè, tu sei indispensabile nell’impresa, perché sei il tuttofare.
– Sì, tuttofare io e niente fare te.
– Non dire così, perché altrimenti mi incazzo: io sono la mente e tu sei il braccio e sai cosa ti dico?
– Parla…
– Che bisogna trovare nuove formule di vendita, con delle frasi che richiamino, che destino l’attenzione.
– Tipo?
– Ad esempio un pagamento rateizzato a lungo periodo, prima ancora che avvenga la fornitura. Vedo già la gente che avida legge la scritta “Pensate oggi al vostro domani”.
– No, troppo complicato: registri, verifica dei pagamenti. Meglio una frase che ci contraddistingua, tipo, ma…non saprei.
– Mi è venuta un’idea, da uno slogan elettorale: “Con noi solo certezze: non tornerete mai indietro”.
– Magnifica: è proprio quello che ci vuole.
Il fraseggio viene interrotto da alcuni colpi secchi sulla porta.
– Apri, Nenè, già c’è un cliente.
– Buona giornata, in che possiamo servirla?
– In verità non sono un cliente, e tengo a precisarlo. Sono Gaspare Colletta, ufficiale giudiziario, e sono venuto per l’accesso.
– La prima porta a destra, ma non c’è carta igienica.
– Non mi sono spiegato, perché è un termine giuridico: in forza del decreto ingiuntivo n. 265/2005 del 12 aprile 2005, notificato a codesta impresa il 16 aprile 2005, divenuto esecutivo…
– Oh, basta, sentiamo il resto.
– Devo eseguire il pignoramento mobiliare e spero che abbiate la compiacenza di non ostacolarmi.
– No, che dice mai! E’ la fine di un sogno, proprio adesso che abbiamo lo slogan per decretare il successo dell’iniziativa.
– Mi spiace, ma io eseguo solo.
– Ecco, l’esecutore.
– Non faccia così, ha tutta la mia comprensione, anche perché ho visto che da pignorare c’è ben poco.
– Provveda, allora.
L’ufficiale giudiziario guarda i singoli pezzi e li annota sul verbale.
– Già fatto. Mi dovete controfirmare il verbale, previa opportuna lettura.
– Faccia pure….
– Addì 10 settembre 2005 io sottoscritto ufficiale giudiziario…
– Salti i preamboli.
– Allora, ho rinvenuto nei locali dell’azienda i seguenti beni mobili: due sedie di pessima fattura, di cui una con una gamba dondolante, un tavolo di legno compensato e…
– No, non ci tolga la materia prima, la nostra vita!
– ….e tre bare in legno di noce brunito….
Bello Renzo! In perfetta sintonia con quello di Salvo!
@Gaetano: come si suol dire, io e Salvo siamo culo e camicia…
@renzo non vorrei chiedertelo ma chi è la camicia fra i due?
complimenti anche a te per il racconto,molto carino,praticamente avete le stesse fantasie tu e salvo!
@francesca giulia: preferisco non pronunciarmi, per non incorrere nelle ire di Salvo…
A proposito di questi due racconti, scritti in epoche diverse, c’è una curiosità: nell’aggiornamento di Arteinsieme del 14 maggio, nella sezione narratori c’è un po’ Letteratitudine. Infatti, accanto al racconto Muccapazza di Massimo, troviamo questo di Salvo e il mio L’eterno riposo (siamo sempre in tema). Però il mio non è umoristico, anzi è drammatico.
ma voi non partecipate al gioco letteratitudine book award? chi mi aiuta a sostenere la mia candidata?
io sì che partecipo però mi dispiace,pur adorando la nemirovsky io sostengo Grossman!
votate Grossman grande scrittore portatore di pace in terra martoriata!
votate Grossman
tanto i voti espressi qui non valgono, almeno credo 🙂
Care le mie ragassole, io non voto perchè non ho letto nessuno dei libri candidati.
Renzo però puoi fidarti di me!!:-)))))))))))
dopo questo tentativo di “adescamento voti” vi saluto,stando sempre qui trascuro scrittura e famiglia,il dovere mi chiama.
bacioni
@francesca giulia: la fiducia è una cosa seria…Leggo poca letteratura straniera, perchè già sono inondato da quella italiana. In passato però contavo un 50% di stranieri nella mia biblioteca. Se mi dovessi fidare, sarebbe più il tuo cognome un elemento positivo, tanto che mi chiedo se non esista una lontanissima parentela con Virgilio. Peraltro, c’è da dire che il poeta latino era indifferente all’altro sesso e quindi è lecito dubitare di un’ipotetica discendenza.
@Renzo. Da un sondaggio molto attendibile, pare che siano in molti dalle tue parti a essere indifferenti all’altro sesso. Forse Virgilio abitava nel tuo stesso quartiere?
Vi annuncio in anteprima che io e Renzo abbiamo intenzione di aprire un’agenzia di pompe funebri. Cerchiamo i primi volontari. Coraggio, chi si offre? Francesca Giulia, Gaetano. Per voi è garantito un trattamento con i fiocchi.
@ Salvo: Certamente un trattamento coi fiocchi, ma rigorosamente neri s’intende…
Per il prossimo libro ti raccomando il titolo: In viaggio con Virgilio…
@renzo e salvo ragazzacci zio virgilio si starà rivoltando nella tomba,tanto per restare in tema.magari sono discendente diretta di una antenata della provetta odierna o di un ovulo classicissimo e aulico che si fece artisticamente un incontro col cotanto seme virgiliano….?non saprei e chi può dirlo,io come antenato me lo vedo.
per l’agenzia ci faccio un pensiero ma l’abito da “schiattamuorti” ve lo mettete voi,io amo i colori.
niente fiocco sennò vi beccate un malocchio!
buona notte
comincio con i complimenti a Lidia Lombardi, collega con la quale lavorai per 9 anni a “Il Tempo”. In effetti di episodi analoghi ne sono successi tanti, ma a me piace ricordarne uno contrario. L’articolo uscì proprio su “Il Tempo” (taccio il nome del giornalista”) e descriveva l’entusiasmo della folla per una cerimonia in onore di alcuni astronauti. Il collega descrisse, in particolare, la gioia dell’attore John Wayne che stringeva mani e rispondeva agli applausi. Peccato che John Wayne fosse morto da 4 anni.
Come reagirei? Piuttosto che scontentare chi ha dato la notizia, mi suiciderei…;-)
Gli impresari di pompe funebri vogliono fare cassa.
Esistono, nel Belpaese, autorevoli esempi di bufale al contrario: gente trapassata da decenni ma data per vivente. Come il padre dei Flli Cervi.
Roba da far rivoltare nella tomba Romolo e Remolo.
Talvolta penso al mio funerale. Al “fantasma dei Natali futuri”, come direbbe Scroodge. E penso “chissà se saranno presenti delle persone che mi volevano bene”.
Siccome qui oggi si parla di aldilà e aldiquà, di Caronte e di traghettatori e di esseri candidi, ho appena visto il Tgcom di Rete 4, in un intervallo di “Forrest Gump”, e quell’angioletto di Berlusconi e del suo avvocato Mills sono già del tutto spariti dalle notizie. Magia.
Ragazzi, ho letto con molto divertimento i vostri commenti e vi ringrazio…
Prima di andare a nanna rilancio le domande.
Come reagireste di fronte alla notizia (errata) della vostra morte? Che effetto vi farebbe?
E come difendersi dalle “bufale” in rete?
Auguro una serena notte a voi tutti.
mah! certo che leggere della propria morte sul giornale fa impressione. per quanto mi riguarda rinuncerei volentieri a queste prove generali
Uiiiii! Io me la sono pure fatta, la lapide: c’è un programmino carino su internet che si chiama Tombstone generator (per gli interessati…). Peccato che qui non si postino le immagini sennò sai quante risate?
P.S. Il link di Tombstone generator lo trovate sul mio sito, ovviamente. E da chi sennò??
Non smentirei la notizia, almeno non subito. Sarei mossa dalla curisiota’ di sentire i vari commenti di coloro che mi piangono e compiangono. Mi piacerebbe anche che, per una volta, la morte non rendesse tutti propensi a giudizi pieni di bonta’ per il ” caro estinto” ma che tutti avessero la capacita’ di dire il loro vero pensiero. La morte e’ la compagna di sempre che alla nascita ci si incolla al fianco. Poiche’ e’ un destino ineluttabile cui non si sfugge, sarebbe opportuno piangerci addosso piu’ che piangere il morto. e tuttavia, ne facciamo di scongiuri. mi ricordo quando mio zio, ad Urbino per un esame universitario, fu colpito da un attacco cardiaco. da Roma, partimmo io e mia sorella, per andarlo a trovare. ci chiese un paio di pantofole nuove. essendo un sacerdote, pensammo che il colore nero fosse il piu’ adatto. ma lui, ce le tiro’ dietro e fummo costrette a cambiarle con un colore marrone. Vorrei poter essere pronta, e certe volte sono cosciente di esserlo. ma, lo sono poi veramente o e’ soltanto un atteggiamento scaramantico?
Mi dimenticavo delle ” bufale in rete”. Non so che cosa siano.
Vi ringrazio tutti per i vostri commenti
Le bufale in rete sono mozzarellone impigliate nelle nasse…
🙂
Impressione!
Simonetta, ho visto il tuo sito… goticissimo e molto carino! Tombstone… mette un po’ i brividi. Cosa scrivereste sulla vostra lapide? E’ un giochino che è stato posto a degli artisti, a vip e gente comune in occasione di una mostra d’arte…
Una frase carina è quella di Walter Chiari… non piangete amici: è solo sonno arretrato.
Le bufale in rete sono le mogli del bufalo prese a calci e non parate dal portiere
🙂
“Vestivamo alla marinara” è un libro che alle medie ho letto e molto amato… c’era l’adolescenza, la scuola, la curiosità di confrontarsi con coetanei importanti e famosi ma in fondo simili a noi – Gianni Agnelli che tirava la costosissima cartella, Susanna che scambiava il panino bianco chic col pane nero delle compagne…
Leonardo da Vinci scrisse: UNA VITA BEN SPESA LUNGA è.
Come promesso ieri, inserisco il link di Greenpeace per chi volesse mandare un origami ( a forma di balena) per la petizione contro la caccia alle balene. Non che sia garantito che si fermino, anzi. Però almeno la petizione dovrebbe arrivare.
http://links.mailing.greenpeace.org/ctt?kn=11&m=32508688&r=MTExMjg1MDY4NgS2&b=0&j=NDc4ODYwODkS1&mt=1&rt=0
la mia lapide:
“Occorre vivere ogni dì, come se fosse l’ultimo.
Ma senza chiamare il prete tutti i giorni”.
Bravo, Maurizio!
Sei stato davvero lapidario.
Il Dovere di Falcone, il Dovere di tutti.
Carissimo Massimo,
Ricorre domani il 17° anniversario della vile uccisione del Giudice Falcone. Vile perchè la mafia, così come le bestie più immonde, aggredisce quando ha paura; ed è normale che la mafia, aggregazione di animali vigliacchi, abbia paura degli uomini coraggiosi.
Il Giudice Giovanni Falcone è un altissimo esempio di uomo coerente e coraggioso, con un forte senso delle istituzioni, di appartenenza ad una casa comune che chiamiamo società civile, e con un supremo senso del dovere. Per questo ha vissuto, ha combattuto ed è stato ucciso. Ma non è stato battuto. La sua vita, la sua lotta è fonte di conforto per tutti gli uomini che, giorno dopo giorno, lottano per il rispetto delle regole, si ribellano ai soprusi, si oppongono alla malavita e, facendo semplicemente il loro dovere, senza esibizionismi o eroismi, rendono possibile la convivenza civile.
Il messaggio di Falcone è quindi rivolto a tutti, istituzioni, forze dell’ordine, magistrati o semplicemente operai, commercianti e professionisti; servitori di uno stato la cui ragione di esistere è rendere meglio vivibile la casa comune cui tutti apparteniamo.
Questo messaggio si può riassumere in una citazione di J.F.Kennedy che sovente egli amava ripetere:
«Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.»
Con stima e gratitudine
Maria Allo(MARYLINE)
http://percorsi.blog.kataweb.it/
Bello quello che hai scritto, Maryline…
@ Marylin / Maria Allo
Grazie!!!
Giorno 22 sono stato ospite della trasmissione culturale condotta da Mariella Alì a Radio Catania.
Sono intervenuti, con collegamenti esterni, anche Roberto Alajmo e Simona Lo Iacono.
La trasmissione si può ascoltare in differita qui:
http://www.radiocatania.it/news.asp?id=4296
Vi invito ad ascoltarla e – se avete tempo e voglia – a commentarla qui nella “camera accanto”.
Massimo,ho sentito l’intervista alla radio.Vai benissimo. L’idea di una radio letteratitudine è stre-pi-to-sa.
“Copio e incollo” dalle notizie ANSA
Home > Approfondimenti > News
» 2009-05-27 15:48
Independent, un’adolescente lo fara’ cadere?
LONDRA – Con un articolo su due pagine, l’Independent si occupa oggi del caso Berlusconi-Noemi Letizia, ponendosi una domanda: “E’ possibile che un’adolescente faccia cadere Berlusconi?”. Il quotidiano, a firma del suo corrispondente da Roma Peter Popham ricostruisce l’intera controversia, affermando che “Berlusconi è stato scoperto a dire numerose bugie sul rapporto, e rifiuta di spiegarle. E con importanti elezioni in arrivo la sua popolarità, al massimo storico sei settimane fa, potrebbe essere erosa”. “Oggi – osserva Popham – l’Italia è in stallo. ‘Repubblica’ ha chiesto insistentemente che Berlusconi faccia chiarezza su Noemi, pubblicando negli ultimi 15 giorni una lista di dieci domande cui egli dovrebbe rispondere. Berlusconi si è ripetutamente rifiutato. Con le europee a soli 10 giorni di distanza, c’é il vero rischio che il suo silenzio lo danneggi in un voto che si aspettava avrebbe vinto senza problemi”. “E’ sintomatico della banalizzazione della politica italiana sotto Berlusconi che egli sia ora chiamato a rispondere non per mafia, non per corruzione, ma a causa del rapporto con una teenager – conclude l’Independent – Ma lo scontro in sé non è banale. Vivere in Italia ora è come essere intrappolati in un fiume di lava che scende lentamente ma irreversibilmente sul fianco di una montagna. Anziché portare a una rivitalizzata Seconda Repubblica, gli scandali di corruzione degli anni ’90 hanno portato a una Eta’ di Silvio e a un lento, costante degrado delle istituzioni democratiche del Paese. Se il primo ministro può farla franca portando avanti una storia d’amore adulterina e semipubblica con una adolescente (e poi mentire così spudoratamente che ogni sciocco può vedere che non sta dicendo la verità), e non venir chiamato a risponderne, allora la nazione è in pericolo”.
“Copio e incollo”, ancora dalle notizie Ansa.it
***
Home > News
» 2009-05-27 15:50
BERLUSCONI: FT, E’ UN PERICOLO PER ITALIA
ROMA – Berlusconi “non è un fascista”, ma rappresenta un “pericolo, in primo luogo per l’Italia, ed un esempio negativo per tutti”. Così il Financial Times, in un editoriale, parla del presidente del Consiglio italiano che, sottolinea, “chiaramente non è Mussolini: lui ha squadre di veline, non di camicie nere”.
Per il quotidiano, “il pericolo rappresentato da Berlusconi é di ordine diverso rispetto a Mussolini. E’ quello dei media che rendono meno seri i contenuti della politica, sostituendoli con l’intrattenimento. E’ la spietata demonizzazione dei nemici e il rifiuto di garantire indipendenza alla concorrenza. E’ quello di mettere una fortuna al servizio della creazione di un’immagine forte, fatta della rivendicazione di infiniti successi surrogati da sostegno popolare”. Per il Financial Times, che definisce “La Repubblica” giornale di “centro che tende a sinistra” ed il “più ostinato” nel porre le domande “sulla sua relazione con una teenager che vuole diventare velina”, se Berlusconi è così “dominante”, la colpa è anche di una “sinistra assente”, di istituzioni deboli e spesso politicizzate e di un giornalismo che troppo spesso ha accettato un ruolo subalterno. Ma soprattutto la colpa è di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietatò.
Grazie, Martina!
Hai fatto bene a copincollare, Gaetano…
Stiamo a vedere che succede.
Chi di veline ferisce di veline perisce.
That’s all, folks.
Congratulazioni a Simona Lo Iacono!
Vincitrice del Premio Vittorini 2009 Opera Prima per il suo “Tu non dici parole”. E’ forse per questo che non se ne parla qui tra amici?
:-):-):-):-)
Baci&Abbracci
Luca Gallina
P.s. Cara Simona, l’ho letto per la seconda volta il tuo libro poetico,immaginifico e di sentimenti forti; e ne ho fatto anche oggetto per il nostro corso di scrittura creativa considerata la qualità e la ricercatezza della tua scrittura; te ne parlerò estesamente se Vuoi.
COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
–
Domani sicuramente non sarò on line. Se volete fare due chiacchiere usate pure questo spazio. (E c’è la fase II del LBA).
Ma se siete stanchi… riposatevi 🙂
Anticipo che il prossimo post sarà dedicato a una nuova puntata de “Le strane coppie di Antonella Cilento”.
Buon week end a tutti.
—
P.s. per Luca.
del Vittorini ne avevamo parlato qui: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/05/13/io-e-gli-altri-alla-fieralibro-di-torino-2009/
Distratto, eh:)
E’ morto oggi Nico Orengo (Nato a Torino nel 1944).
–
Fu di farfalla il battito
leggero, una ferita
che si allargò nell’aria,
un segno di matita
sospeso come un’onda
che s’incanta nel timore
di una riva.
(Nico Orengo, “Canzonette di mare”)
Grazie, Gaetano…
avevo in conto di invitarlo qui a presentare il suo nuovo romanzo…
(segue articolo de “La Stampa”)
30/5/2009 (13:1) – LUTTO NELLA LETTERATURA
E’ morto lo scrittore Nico Orengo
————–
TORINO
È morto la scorsa notte, all’età di 65 anni, Nico Orengo, per trent’anni giornalista de La Stampa, di cui è stato anche responsabile dell’inserto Tuttolibri, e scrittore. Soffriva da tempo di problemi cardiaci e polmonari ed era ricoverato da qualche giorno nell’ospedale Molinette. Nato nel capoluogo piemontese, Orengo, molto legato alla Liguria di cui era originaria la sua famiglia, è stato uno dei più originali scrittori italiani. È stato anche autore di versi e ha pubblicato filastrocche per bambini. Nel 1978 arriva a La Stampa dove inizia a occuparsi dell’inserto culturale Tuttolibri diventandone poi responsabile nel 1989.
Nato a Torino nel 1944, Nico Orengo ha lavorato all’Einaudi dal 1964 al 1977, entrando quindi a «La Stampa». Dal 1989 al 2007 ha diretto l’inserto settimanale «Tuttolibri». Ha esordito da Feltrinelli nel 1969 con il romanzo sperimentale «Per preparare nuovi idilli». La prosa, nella sua testimonianza, si alterna con la poesia. «Islabonita» è l’ultimo romanzo, da Einaudi, per i cui tipi sono usciti, fra l’altro, «Ribes», «Le rose di Evita», «La curva del Latte». «La guerra del basilico» e «Di viole e di liquirizia», storia ambientata nelle Langhe. Da Guanda, la galleria lirica «Narcisi d’amore. Poesie 1974-1994». E’ autore anche di filastrocche, conte, ninnenanne: «A-ulì-ulè» (Einaudi).
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Il suo «Inchiostro delle voci»
Da Sciascia e Soldati ad Arpino e Calvino, da Rigoni Stern e Fruttero & Lucentini a Celati e Tondelli, da Bertolucci e Moravia a Del Buono e Meneghello. Sono stati decine e decine gli scrittori intervistati da Nico Orengo. Fra gli stranieri Soriano e Puig, Dürrenmatt e Burgess : colloqui raccolti nel volume de La Stampa «L’inchiostro delle voci», 1992
–
L’anguilla di «Islabonita»
Un’anguilla arrivata dal Mar dei Sargassi, una donna un po’ maga e un intrigo alla Ambler: è l’ultimo romanzo di Nico Orengo, «Islabonita», nella Liguria Anni 20. Una Liguria – ha scritto su Tuttolibri Carlo Fruttero – per cui Orengo da sempre porta un amore totale, raccontandone con straordinaria evidenza e poesia i sassi, gli arbusti,gli odori, i sentieri, le onde
–
I suoi versi
Tra i libri di poesie di Nico Orengo, «Canzonette di mare»: «Fu di farfalla il battito/ leggero, una ferita/che si allargò nell’aria,/un segno di matita/ sospeso come un’onda/che s’incanta nel timore/di una riva»
Ciao Gaetano,
come stai?
Mi associo al tuo sentimento di dolore che mi hai trasmesso per l’immatura scomparsa di Nico Orengo.
Baci&Abbracci
Luca Gallina
Caro Massimo,
ho apprezzato il tuo apporto info sempre esaustivo su Nico Orengo.
Ne approfitto per ringraziarti della tua presenza rassicurante e appassionata da letterato qual tu sei su questo tuo bolog letterario d’eccellenza: ho ascoltato la tua intervista in religioso silenzio, rotto qua e là dalle tematiche turistiche di Radio Catania e quella è la loro mission,mi sei risultato ancora più affidabile attraverso le tue esposizioni chiare e pacate senza inflessioni della tua lingua madre: il sicialiano.
Complimenti per il tuo impegno costante quotidiano e per la tua voce giovane,impostata e sincera.
Baci&Abbracci
Luca Gallina
P.S. E’ sottintesa la risposta alla tua domanda su l’opportunità di una radio di “Letteratitudine”; mi è piaciuta anche la voce di Simona che è come la tua al femminile: ed è disarmante come la sua scrittura e il contenuto dei suoi interventi sempre troppo esaustivi e condivisibili;tutto questo mi ha sempre colpito amorevolmente, se posso: il suo essere di Simona bon vivant, equa nei giudizi,immaginativa, madre,donna gradevole,magistrato,poetessa-scrittrice,amica sincera:in buona sostanza una donna da sposare, nel caso non fosse già sposata!
Ciao Simona, sei grande!
Ciao Luca,
buone e lunghe giornate di inizio estate e luna crescente.
Orengo mi incantava sin dai titoli: “Di viole e di liquirizia” per esempio…
Ti abbraccio tanto e ti auguro una bellissima domenica,
Gaetano
Grazie, Luca.
Questo appuntamento della camera accanto si è evoluto in maniera strana. Prima la notizia (falsa) della morte di Debenedetti, poi quella (ahimé, vera) della morte di Orengo…
Mi associo al dispiacere profondo per la scomparsa di uno scrittore di sensibilità delicata e dolce immaginazione come un bel sogno,ci restano ottimi libri e dolci letture fantasiose di Nico Orengo.
di Felice Piemontese
–
Come ogni sabato, i lettori del «Tuttolibri» de «la Stampa» hanno trovato, in apertura, la rubrica «Fulmini», firmata da Nico Orengo, che ironizzava, col garbo abituale, sull’uso di un termine in voga, e cioè «valoriale». Lui, Nico, quel giornale non ha fatto in tempo a vederlo, perché è morto nelle prime ore di ieri, per un improvviso problema respiratorio, all’ospedale «Molinette» di Torino, dov’era ricoverato da qualche giorno per problemi cardiaci e polmonari. Aveva solo 65 anni, e nel quotidiano torinese lavorava dal ’78. Per molti anni responsabile proprio di «Tuttolibri», al giornalismo aveva dedicato molte energie. Ma la sua notorietà la deve a una ventina di romanzi, pubblicati in gran parte da Einaudi, e ad alcune raccolte di poesia, che gli avevano garantito (parlo dei romanzi) un pubblico non numerosissimo ma fedele, e un posto di primo piano nel panorama letterario italiano. Nato a Torino nel 1944 da nobile famiglia ligure-provenzale, nel capoluogo piemontese ha quasi sempre vissuto, anche se incancellabili sono stati i ricordi legati al ritorno della famiglia nel luogo d’origine, La Mortola, sul confine italo-francese. «Un eden di mare e piante esotiche e forti ulivi liguri», che sarebbe stato poi – con spostamenti di pochi chilometri – lo scenario di quasi tutti i suoi romanzi. Studi irregolari, un lavoro alla Fiat e in una fabbrica di piastrelle, poi l’ufficio stampa della casa editrice Einaudi, dove sarebbe rimasto per quindici anni, prima del passaggio al quotidiano, forte della convinzione che «il lavoro del narratore debba essere protetto, quando le condizioni di una lontananza e invisibilità non son concesse, da un lavoro regolare, preciso e anche ingombrante». E Dio solo sa quanto possa esserlo quello fatto in una redazione giornalistica. Le sue prime prove letterarie avvengono, com’era quasi inevitabile per un ventenne negli anni Sessanta, sotto l’egida neo-avanguardista. Partecipammo entrambi, nel 1967, spauriti e tremebondi (lui molto meno di me, ad essere sinceri) a quello che sarebbe stato l’ultimo incontro del Gruppo 63, a Fano, leggendo testi di cui i maggiorenti avrebbero poi cantato le lodi o su cui avrebbero pronunciato inappellabili condanne, seguendo sottili e imperscrutabili strategie tendenti a stabilire parentele e filiazioni. Nacque allora una lunga amicizia, che avrebbe resistito nei decenni, nonostante le differenza di poetica e di percorsi esistenziali. In effetti, Orengo, subito dopo i testi d’esordio, in qualche modo influenzati dallo sperimentalismo, ha imboccato con decisione la strada che ne avrebbe fatto uno scrittore immediatamente riconoscibile, fedele a un assunto in apparenza semplice semplice: «Filtrare la realtà nella capacità svelatrice della fiaba», costruendo «una pagina letteraria di confine». Nella quale e con la quale osservare le trasformazioni di questi anni e ambientare storie in cui il tono favolistico (accentuato magari dalla presenza di personaggi storici, ma con una forte caratterizzazione in senso mitologico: principi russi, avventurieri, giocatori, contrabbandieri, re e regine in esilio) potesse coniugarsi con piccole vicende di vita vissuta. Il tutto, sempre in un fazzoletto di terra che è la Liguria di ponente, stretta tra il mare e l’aspro territorio collinare o montuoso che lo sovrasta, tra balze e dirupi, coltivazioni faticosamente portate avanti sui terrazzamenti e il rigoglio mediterraneo dei paesi e delle città sul mare, tra Ventimiglia e Montecarlo o Nizza. Ecco romanzi come Ribes (pubblicato nel 1988) e Le rose di Evita (’90), L’autunno della signora Waal (’95) e La curva del Latte (2002), fino ai più recenti L’intagliatore di noccioli di pesca (2004, il più riuscito, a mio parere), Hotel Angleterre (2007) e Islabonita, uscito appena qualche mese fa, e in cui, ad accentuare il tono favolistico, tra i personaggi principali del complicato intrigo spionistico c’è anche un’anguilla arrivata dal mar dei Sargassi. Sono pochi, a proposito di questo libro – che mai avrei immaginato fosse l’ultimo pubblicato in vita da Orengo – gli scrittori che sono riusciti a far coincidere un luogo con una poetica, amando quel luogo in maniera totale ma mai stucchevole, e raccontandone con poesia «i sassi, gli arbusti, gli odori, i sentieri, le onde», come ha scritto Carlo Fruttero. A caratterizzare i libri di Orengo, il tocco lieve, ironico, mai incline al drammatico, anche quando le vicende narrate tendono ad esserlo (è questo che lo differenzia dall’altro, grande cantore della Liguria di ponente, e cioè Francesco Biamonti). Magari con quella punta di malinconia che è una caratteristica fondamentale della sua scrittura: non una malinconia «compatta e opaca» – come ha detto Italo Calvino – «ma un velo di particelle minutissime di umori e sensazioni, un pulviscolo d’atomi come tutto ciò che costituisce l’ultima sostanza della molteplicità delle cose».
–
da IL MATTINO del 31/5/2009
di BRUNO QUARANTA
–
Perché non scrivi un libro su Torino, perché non identifichi questa città? Al King Kong, dove presentò l’estremo romanzo, Islabonita, Nico Orengo accolse la domanda sulla soglia del cinema, fumando l’ennesima, sottile sigaretta, nello sguardo un’araldica malinconia. Forse racchiudeva la risposta, forse stava sognando «un mare perduto», lui che, vagabondo in se stesso, sempre oscillò fra la Liguria, la Regione Regina dispiegata verso i paesaggi di Francia, l’Einaudi (riconoscendo in via Biancamano l’ideale cuna) e «Tuttolibri», di cui reggerà il timone per quasi vent’anni, via via arredando un’immagine che resterà indelebile (quando i libri li apriva come si spezza il pane in certe osterie di confine, con sospetto e con speranza).
Eppure era nato sotto la Mole, Nico Orengo. Eppure, agli esordi letterari, vi aveva ambientato una storia, La misura del ritratto, non avara di echi arpiniani e cremoniani. Ma la divisa del forestiero, del cittadino di dappertutto, la conservò intatta. Aveva smarrito il conto: in quante case era passato, una trentina? In via Cavour nacque; in via Provana stava ultimamente, lavorando al riparo di una porta affrescata da Salvo; nei giardini intitolati al Conte, dove, come avvertiva Valdo Fusi, si può leggere solo Gozzano, naturalmente si specchiava, fin da quando le sue stanze poggiavano sulla conciergerie di madame Buscaglione, sì, proprio lei, la mamma di Fred, il picaro col ciuffo di «Che bambola!». Nel nido dei nobili, Nico Orengo approderà (ri-approderà) dopo un lungo periplo – tra le stazioni, l’antonelliana Fetta di Polenta e borgo San Secondo -, al seguito di un baule magico, dove insieme stavano, colloquiavano, baruffavano una lettera di Calvino, ovviamente introvabile, un tavolo di Carlo Mollino, un guardaroba versicolore, un tirabozze giuntogli dal Canavese per comporre le sue poesie, una stampa francese scelta nella bottega della signorina Giulia in corso Cairoli, una litografia rarissima di Eugenio Montale.
Non lontano da via Provana, a un passo, lo studio di Felice Casorati, il cultore di una Torino «ordinata, geometrica e misurata come un teorema…». Ecco perché Nico Orengo, con la sua vena monellesca, scarruffata, guardava infine altrove: «Torino non mi sembrava poi così bella: era troppo dritta, troppo grigia. E’ vero, aveva dei bei giardini come il Valentino, una lunga collina. Ma per me che ero cresciuto in un giardino botanico con piante e fiori che venivano dai quattro punti cardinali, un po’ platani, roverelle, olmi, faggi e ciliegi di Spagna, mi sembravano poca cosa. Io vedevo jacarande e brachichiti, peonie e dature, palme e bambú. Ed entravo in classe dalla finestra, dopo aver attraversato fasce di ulivi e garofani, di rose e fave e carciofi». Forse poca cosa, i viali alberati di Torino, ma passandoli in rassegna sui taxi, magari intravedendovi il barone rampante o le sue controfigure, Nico Orengo avrà tenuto a bada la nostalgia dell’eden infantile, mille e una volta – com’era fiabesco il suo passo – reinventato, ritrovato, afferrato come si afferra una farfalla, con suprema delicatezza, ammirandola e subito restituendole la libertà.
Sull’auto pubblica, sull’auto di piazza (gli piaceva accarezzare il linguaggio d’antan), Nico Orengo saliva ogni mattina dopo aver salutato Adele, anche lei una voce poco fa, l’edicolante all’angolo fra via Po e piazza Vittorio, «una scintilla del primo Novecento arrivata, misteriosamente, oltre il Duemila». Era fra le figure bizzarre del suo cenacolo. Come il libraio Piero Femore, l’«intellettuale poco incline al tintinnio della cassa», come il vignettista Giorgio Cavallo, homo indignatus, come – supremo hors-catégorie – il Principe, Giulio Einaudi.
Tutto è ancora qui, tutto è ancora presente. Nello studiolo mansardato di fronte al rifugio di Franco Lucentini, dopo una cena frugale, ciascuno, Einaudi, Nico, l’altro ospite, affidava a un bigliettino una profezia. Salutandoci ci si dava appuntamento di lì a dieci, a vent’anni, per accertarne il maggiore o minore respiro. Dove furono nascosti? Quali annunci custodiscono? L’amico che si è accomiatato non vi avrà sparso un barlume di leggerezza? «La biro di Bice / mi dice / che sono felice / di scrivere a te».
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LA STAMPA del 31/5/2009
Anche io mi associo al dolore per la scomparsa di Orengo.
Sebbene non sia strettamente collegato, vi invito comunque a leggere qui. Arte e cielo. Scrittura al femminile, ma non solo.
E’ il nuovo blog di Maria Di Lorenzo.
In bocca al lupo, Maria!
http://flannery.blog.kataweb.it/2009/06/01/il-cielo-e-dei-violenti
Anch’io mi associo al cordoglio per la morte di Orengo, ho conosciuto in passato dei suoi parenti a Roma che lavorano in campo culturale, mi parlavano di lui con stima e affetto e cosi’ mi sembrava di conoscerlo anch’io. Ora resta cio’ che ha scritto, fra le sue opere buone.
Grazie Simo per gli auguri!
Il forum-blog letterario dedicato alle donne che scrivono si chiama Flannery, come la grande Flannery O’Connor e debutta proprio oggi sul web, naturalmente con Flannery O’Connor, parleremo di un suo romanzo famoso, “Il cielo e’ dei violenti”, ma posso anticipare che il 12 giugno parleremo di Simona Lo Iacono e del suo splendido romanzo “Tu non dici parole”.
Intanto chi vuole scrivere un commento su Flannery O’Connor puo’ farlo su:
http://flannery.blog.kataweb.it
@ Maria di Lorenzo
In bocca al lupo per il tuo Flannery. Verrò a trovarti con vero piacere.
AEREOSTOP, SERENATE, MILLS E ALTRE AMENITA’
Dopo la crisi dell’autostop e del romanticismo “on the road” si apre una nuova strada per i viandanti del Duemila.
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Copio-incollo da Ansa.it
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2009-06-01 21:40
BERLUSCONI: SINISTRA E’ NOVELLA 2000, TIMES: CADE MASCHERA CLOWN
di Marco Dell’Omo
ROMA – Arriva da due fronti l’attacco verso Silvio Berlusconi, a quattro giorni dalle europee. Uno interno, l’altro internazionale. In Italia è la vicenda dei voli di Stato per gli ospiti del presidente del Consiglio a Villa La Certosa a scatenare la reazione dell’opposizione. Pd e Idv hanno presentato due interrogazioni parlamentari in cui chiedono al governo di spiegare se ci sono state irregolarità nell’uso dei mezzi dell’aeronautica militare. A sera Palazzo Chigi risponde bandendo la “Direttiva del 25 luglio 2008”: “E’ chiaro” che il premier “ha agito in piena legittimità, anche con riferimento alla facoltà che a persone estranee alla delegazione” sia offerto “un passaggio sull’aereo di Stato assegnato al suo servizio. Ovvio, tra l’altro, che l’imbarco aggiuntivo di uno o più passeggeri su un volo già programmato non comporta alcun aggravio di spesa”.
Da Londra, invece, arriva un’altra bordata contro Berlusconi: questa volta sotto forma di un editoriale del Times, duro nella sostanza ma anche nella forma. “Cade la maschera del clown” è il titolo del lungo e severo articolo del quotidiano londinese, che definisce Berlusconi come un “anziano libertino” e un “buffone sciovinista” che si accompagna “con donne che hanno 50 anni meno di lui, abusando della sua posizione per offrire loro lavori come modelle, assistenti personali o persino, assurdamente, candidate per l’Europarlamento”.
Il Times parla di “censure” di Berlusconi alla stampa, stigmatizza il rifiuto di rispondere alle domande che gli sono state rivolte e pone interrogativi sulla credibilità internazionale dell’Italia: “Non sono solo gli elettori italiani a chiedersi cosa stia succedendo. Lo fanno anche gli alleati perplessi dell’Italia”. Una vera e propria requisitoria, dunque, che Berlusconi cerca di schivare attribuendola all’influenza che l’opposizione avrebbe sulla stampa estera: “Sono cose ispirate e insufflate dalla sinistra italiana”, taglia corto durante un’intervista radiofonica. Un’altra chiave di lettura è proposta dal portavoce del Pdl Daniele Capezzone: la sua impressione è che dietro il Times ci siano i “poteri forti” che vogliono un governo italiano “debole”. E’ il repubblicano Francesco Nucara a notare che il Times è di proprietà di Murdoch, “rivale di Berlusconi” e questo “la dice lunga sulla sua imparzialità”.
Nel frattempo, monta la polemica sugli amici del presidente del Consiglio che sarebbero stati portati in Sardegna con gli aerei di Stato. L’interrogazione presentata dal Pd alla Camera chiede “quali siano i criteri e le regole che la presidenza del Consiglio ha adottato per determinare modalità e limiti nell’uso dei suddetti voli di Stato”. Rosa Calipari è la capogruppo del Pd in commissione Difesa: “Se è vero che e sono stati veramente usati aerei di stato per trasportare signorine compiacenti e bardi di corte per animare le feste del premier – sostiene – siamo di fronte ad una vicenda indegna di cui i protagonisti devono rendere conto al Paese”.
L’argomento si presta ad essere utilizzato durante la campagna elettorale. E anche Antonio Di Pietro non se lo fa scappare. “Il governo Berlusconi spende i soldi per la casta, invece che per i cittadini che ne hanno bisogno”, tuona l’ex pm. Anche l’Idv ha presentato un’interrogazione sull’argomento, per sapere se è vero che Berlusconi ha usato voli di Stato “per portare veline e cantastorie nelle ville private, a rallegrare le serate di questo o quel satrapo di turno”. Berlusconi si difende contrattaccando. “Ho già chiarito tutto”, dice a Radio Due. Veline, frequentazioni di minorennni, corruzione dell’avvocato scozzese Mills “sono tutte calunnie pure e semplici, che si ritorceranno contro chi le ha agitate”. Vale a dire sulla sinistra, che “ha adottato come manifesto programmatico Novella 2000”. Più tardi la nota di Palazzo Chigi fornisce la risposta ufficiale del governo. La nuova puntata andrà in scena in Parlamento.
Ho aggiornato il post inserendo un articolo che mi ha inviato Paolo Di Paolo proprio per ricordare Nico Orengo scomparso il 30 maggio. Vi invito – se vi va – a lasciare ulteriori commenti in memoria di Orengo.
Ricordo che qui siamo ne “La camera accanto”. Si può parlare di tutto. E chiunque può proporre argomenti di discussione.
Un saluto al caro Gaetano.
Altro possibile argomento di discussione…
Domani è il 2 giugno: festa della Repubblica. Cosa significa per voi?
Buonanotte Massimo. E grazie per l’articolo di Di Paolo in ricordo di Orengo (vado subito a leggerlo).
Bravo Paoletto. Bravissimo.
Un bacio
Simo
La scomparsa di Orengo mi ha rattristato molto. Era un cantore della Liguria, che è la mia terra. Alcuni suoi libri per me resteranno indimenticabili (Dogana d’Amore, Il salto dell’acciuga, l’intagliatore dei noccioli di pesca) e ora ne cercherò altri che non ho letto.
Quanto al clown che ci governa, come al solito dice di aver chiarito tutto, ma in realtà non chiarisce mai una mazza. Inventa le solite balle della cospirazione della sinistra, che riesce a irretire tanto la moglie quanto la stampa libera mondiale (quella straniera, naturalmente, perchè in Italia è ben poca cosa) fino al Times. Fra un pò vedrai che è stato Franceschini con la sua rete occulta (i protocolli di Sion?) ad avere condizionato l’elezione di Obama, a manovrare Al Quaeda, a dare la bomba alla Corea del Nord.
Peccato che le vere reti occulte (P2) erano quelle che ha frequentato lui.
E’ ora che ci si renda conto che non siamo nelle mani di un clown, come dice il Times, magari fosse così: in realtà siamo in quelle di un pazzo.
Orengo è un altro dei grandi che se ne sono andati. Mi mancheranno anche i suoi fulmini su tuttolibri
Mi vergogno un po’ a dirlo, ma la festa del 2 giugno mi lascia alquanto indifferente. Non credo di essere il solo
Quello che più mi preoccupa è che un individuo del genere, che riassume in sé tutti i peggiori difetti, abbia un così largo seguito in Italia. Comprendo che l’opposizione è poca cosa, ma l’alternativa è assai peggiore. Povera Italia, di dolore ostello, mi vien da dire. E in questo panorama non trovo che motivi ci siano per festeggiare l’anniversario della repubblica, visto che di fatto siamo in un regime dittatoriale, con un capo che non ha nemmeno la capacità di essere un dittatore.
Vi ringrazio tutti per i nuovi commenti.
Orengo lascia senz’altro un piccolo vuoto. Un autore che sarà ricordato.
La Bachmann mi piace molto. Invito tutti ad approfondirne la conoscenza.
Ottimo post.
Intanto, mi unisco al dolore collettivo per la perdita di Orengo. Ma sono certo che, al di là delle retoriche, gli scrittori non se ne vadano mai del tutto. Rimangono tra le loro pagine, nei pensieri di chi li ha amati. Voglio anche lanciare un saluto a Mara Di Lorenzo, augurandole che il suo blog abbia il successo che merita. Non vedo l’ora di leggere e intervenire sul romanzo della nostra Simona. Un caro saluto a tutti. Grazie Massimo…
il mio pensiero si unisce a quello degli altri in memoria di nico orengo
La notizia mi ha rattristata, ero lontana da casa.
Il caro cantastorie della Liguria inghiottita dal cemento, restituiva la voce a trote e anguille, animava gli ulivi e i roseti, spargendo attorno alle pagine aperte dei libri, l’aroma di basilico con la salsedine del mare di ponente.
Dopo l’ultimo libro, Islabonita pensavo al prossimo appuntamento. Non ci sarà, ma la sua traccia mista, di protesta e ricordo, rimane nei suoi tanti libri…rileggerò pensando Nico Orengo con affetto.
@Francesca Giulia+ Renata+ Carlo+ Salvo
Caro Salvo, scusa non volevo, ma mi sono arrivati preziosi “consigli” per causa tua…..
Non dubito della bravura della scrittrice che voi amate perché la conoscete. Cercherò di apprezzarla anch’io.
Nondimeno: non mi piace lo stesso il suo articolo su Priebke, perdonatemi.
Marguerite Yourcenar ha scritto molti saggi e rilasciato interviste anche quando aveva 87 anni e non credo che avrebbe “perorato” mai la causa di un nazista- “vecchietto”. E’ sfuggito al processo di Norimberga e ha vissuto fino alla fine. Non credo certo nella pena di morte, me ne guardo bene; ma non avrei sprecato il mio pensiero (dico fossi stata un’intellettuale che ha vissuto durante la guerra) per perorarne la causa.
Non è, il mio, un pensiero “impulsivo”: lo penso davvero.
Io diffido da chi dice “i morti sono tutti uguali”= no. Certi sono vittime dei carnefici. Poi anche i carnefici muoiono. Per chi crede in Dio, sarà Dio a giudicarli. Per me il RICORDO della loro esistenza è molto, molto diverso.
Comunque: il post non deve parlare di questo, ma delle due scrittrici e della loro arte. Di questo mi rendo conto, perciò: mi ritiro…..
@rob sì hai ragione,ma io ero solo preoccupata che tu potessi privarti di una lettura interessante per una interpretazione frettolosa,perciò niente di grave,se avrai desiderio di leggere la Ortese mi sono permessa di consigliarti Il mare non bagna Napoli,ma detto fra noi io la trovo una bravissima scrittrice,pur preferendole la Morante.
baci grandi
Sì, sono un pò “legnosa” su certi argomenti… ( un pò “ideologica” anch’io… me ne rendo conto..) Non volevo leggere nemmeno Apollinaire e avevo “discusso” con la mia prof perché lei diceva che non mi dovevo interessare del fatto che lui fosse, all’epoca della prima guerra mondiale, un “interventista”. I versi di Apollinaire io li adoro ( ne ho due raccolte) :era un poeta straordinario. Ma questa cosa dell’esaltazione della guerra non mi andava giù allora e non mi va giù adesso.
Vedi, Fran, Proust per esempio, per quanto non sia da nessuno considerato uno scrittore “engagé”, come saprai, eppure sull'”AFFAIRE DREYFUS” aveva preso posizione ( a favore di Dreyfus) e proprio nella Recherche.
Magari tutto questo con la Ortese non c’entra (?).
Leggerò cosa scrivono sul post i suoi ammiratori e magari vi dirò che avevate ragione:)
Non mi dispiace dire che ho sbagliato, se mi sono sbagliata. Anzi.
@Roby. Mi fai venire l’angoscia. Se avessi saputo di provocare tutto questo casino, avrei evitato di tirare in ballo quel tipo. Chissà come sarò ridotto io a 84 anni, magari scriverò versi d’amore al Berlusca. Li intitolerò:
A Silvio.
Oh Silvio, rimembri ancor..
oh salvo,ti assolvo,se scrivi a silvio….ma non mi turbare più la robby.
:-))))))))))))))))
Salvuccio e Fran… Va bene: non ci penserò più…
Tanti baci:::))))
@Massimo
scusa non ho scritto nulla qui su Nico Orengo. Non lo conoscevo, non ho mai letto nulla, ma mi dispiace.
baci a te Rob, a presto risentirci.
@ Robi
Ma de che te scusi? 🙂
Ringrazio di cuore IL CIRCOLO UNIONE di Rosolini per la splendida e commovente accoglienza riservata oggi (o meglio, ieri… visto che è passata la mezzanotte)- presso il Cine teatro S. Caterina – al sottoscritto e a Simona Lo Iacono nell’ambito della presentazione dei nostri rispettivi libri: “Letteratitudine, il libro” (Azimut) e “Tu non dici parole” (Perrone).
È stata un’esperienza bellissima. Di vera condivisione, tra noi che parlavamo e il pubblico che ascoltava con grande partecipazione. Ne ho avuto conferma parlando a quattr’occhi con molti dei presenti.
Grazie a tutti. Davvero.
E grazie per i bellissimi omaggi.
Ringrazio in particolare il presidente, Prof. Piero Pirosa, l’avvocato Giovanni Giuca e il professor Giorgio Lantieri.
Ne approfitto per scusarmi per l’imbarazzante ritardo con cui siamo arrivati.
–
In merito al ritardo lascio la parola a Maria Lucia Riccioli… la quale racconterà come io, lei e Simona siamo riusciti a perderci nelle campagne di… Floridia!!!:-).
Caro Massi,
anch’io ringrazio di cuore il Circolo Unione di Rosolini e la festa con cui ci ha accolti.
Credo che sia stata una delle esperienza di condivisione più belle.
Mai percepito a pelle un interesse più palpitante e vivo. Mai ascoltato nel mio cuore – nel nostro cuore – tanta affinità di sguardo.
Ringarzio anche te, Massi, per i viaggi e le avventure che i nostri libri ci stanno facendo fare.
E l’infaticabile Maria Lucia, compagna delle nostre peregrinazioni.
Ringrazio anche tutti i passanti di Floridia che ci hanno aiutato a ritrovare la strada, l’avv.to Giovanni Giuca e l’avv.to Trombatore che pazientemente ci hanno guidati al cellulare….fino a destinazione.
Sulla disperazione e ilarità in macchina (non sapevamo se ridere o piangere per il ritardo che impietosamente si accumulava)….anch’io lascio la parola a Maria Lucia: Mariiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
@Carlo S.
A proposito dell “palanche”…. Non ce li ho… Sono spiantata::))
IL commento di Franz Haas era abbastanza convincente e bella la sua presentazione del libro.
Simoooooooooooooo! Massiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Qualche problema di collegamento e il tempo di riprendermi dall’esperienza rosolinese…
🙂
Che accoglienza! Cordiale e molto calda, avvolgente come lo spirito della provincia migliore…
Ma le vere risate sono state prima, quando in macchina l’intrepido Massimo ci ha fatto attraversare la campagna floridiana in cerca di Cassibile e della salvifica uscita dell’autostrada…
Il tunnel, mitico approdo rosolinese…
Certo che gli scrittori sono come degli Indiana Jones, alla scoperta del territorio… e dell’autostrada perduta!
Certo anche che Massimo era scusato dalla sua catanesitas, ma che io e Simo riuscissimo a perderci nella vallata floridiana è una cosa ai limiti dell’indecenza, per dirlo alla Elvira Seminara…
🙂
Massi, da quand’è che non ci vediamo?
LOST IN FLORIDIA…
A new movie by Max Mauger… featuring Simona Lo Iacono… guest star, Mary Lucy Riccioli, in arte Navigator…
@Roberta
Non ti preoccupare, quando li avrai…. (applico interessi del 100% annuo + penali).
@ Maria Lucia
Be’… in effetti io ero al volante senza avere la minima idea della strada da fare. In ogni caso abbiamo scoperto ottimi posti per organizzare picnic:-))
Letteratura e Creatività come unica speranza per il futuro…
…anche nel nostro ultimo post!
Anticipo che domani sera vi inviterò a discutere di… personaggi seriali.
😉
Si avvisano tutti gli utenti di Letteratitudine che,
per dare un servizio sempre migliore, nei prossimi giorni aggiorneremo l’attuale piattaforma dei blog, basata su WordPress, dalla versione 1.2.1 alla 2.7.1.
Questo significa avere un’interfaccia più moderna e completa e inoltre ci aprirà la strada per introdurre novità che rilasceremo successivamente all’aggiornamento.
L’aggiornamento è previsto a partire dalle ore 00.00 del 15 giugno 2009, e si protrarrà al massimo per 48 ore.
Durante tale periodo di tempo questo blog e tutti gli altri di Kataweb, saranno inaccessibili. Ovviamente tutti i contenuti saranno preservati.
Grazie della collaborazione
Accidenti!!48 ore senza letteratitudine….sento già sopraggiungere l’attacco di panico,l’ansia e pure l’asma,mi procurerò del Ventolin!
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Aiuto, come faremo?!
🙂
Massi, venerdì salutami Litterio…
🙂
Mari, ti saluterò Litterio, sì…:-)
Ragazzi, questa cosa dell’aggiornamento della piattaforma mi fa tremare… l’ultima volta qualche dato è andato perduto.
Credo che nei prossimi giorni sarò impegnato a salvare i post più importanti.
Massimo è una notizia FERALE.
Il 15 giugno?
Ho tempo dunque fino al 15 per salvare gli ultimi mesi di blog.
Salva più che puoi, Zaub… meglio non rischiare. Io salverò post e commenti che confluiranno in “Letteratitudine, il libro” (vol. II).
–
Raccontaci del bimbo, su… 🙂
Salvo anch’io!!Si salvi chi può.
Congratulazioni vivissime alla neo-mamma:)
( molto classico, come sempre..)
Ih Massimo grazie pure qui.
E grazie a Roberta:)
Il bimbo che dire.
Secondo me è bellissimo. E’ un mondo ecco. Mi trovo davanti a un mondo. E’ una bella sensazione – perchè più vai avanti nella vita più sei sgraffignato dal disincanto, da quell’atteggiamento mentale che non si lascia stupire. E invece fai un figlio e ti si rimanda indietro a quando te eri figlio vedevi un fiore e sgranavi gli occhi.
Zaub,
ma come si chiama il bimbo?:-))
Ho il piacere di segnalare una interessante e bella iniziativa ideata e portata avanti da Gaja Cenciarelli sul suo Sinestetica.
Si chiama AURORALIA
(vedere commento successivo)
Tutto nasce in questo post:
http://www.sinestetica.net/uelsmann_invito
Così scrive Gaja:
Chiunque passi – anche solo ogni tanto – da queste parti, avrà sicuramente notato il mio amore, la mia adorazione assoluta e totale nei confronti di Dalì e Magritte. I surrealisti sono, ai miei occhi e per il mio cuore, infiniti, emozionanti, fonte di continue riflessioni sulla scrittura e sull’arte.
Non posso, dunque, non essere completamente ipnotizzata da colui che ritengo il “Dalì della fotografia”, uno dei maggiori fotografi contemporanei, una figura imprescindibile nel panorama delle arti visive: Jerry Uelsmann. [Invito caldamente a cliccare sul suo nome: avrete modo di assaporare – sinesteticamente parlando – i capolavori del Genio].
Erano settimane che mi frullava nella mente un’idea.
Ho sempre pensato che le fotografie di Uelsmann fossero parole trasformate in immagini. Ho sempre avuto l’impressione che racchiudessero racconti in attesa di venire alla luce e che parlassero a ciascuno di noi in modo diverso, a seconda della sensibilità di ognuno. Io stessa ho usato le foto di Uelsmann per illustrare i miei post su Sinestetica o i miei racconti pubblicati su carta oppure su La poesia e lo spirito.
E così mi sono decisa: ho scelto una foto di Uelsmann – (potete vederla qui in alto: Untitled 1987) e ho invitato molti amici scrittori e giornalisti – alcuni dei quali hanno già dato la propria entusiastica adesione – a scrivere una storia ispirata dall’immagine dell’artista. Racconti che poi pubblicherò su questo blog.
Non si vince niente, non è un concorso, è solo una condivisione, per me preziosissima.
Estendo dunque l’invito anche a tutti i frequentatori del mio blog: il racconto dovrà essere al massimo di 3000 battute, spazi inclusi, e arrivare al mio indirizzo e-mail – gaja.cenciarelli@gmail.com – entro domenica 24 maggio.
Gaja mi ha chiesto di partecipare. E io ho aderito volentieri.
Credo che domani dovrebbe essere pubblicato il mio raccontino.
Lo troverete qui:
http://www.sinestetica.net
Me c’è dell’altro…
giorni fa le ha scritto proprio (rullo di tamburi) Jerry Uelsmann
http://www.sinestetica.net/auroralia_uelsmann
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Ne approfitto per segnalare l’elenco degli autori:
http://www.sinestetica.net/auroralia_elenco
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Inoltre ci sarà un reading dei racconti presso la Libreria Flexi del 26 giugno prossimo a Roma.
Brava, Gaja!
Come già anticipato, sul sito di Gaja Cenciarelli (nell’ambito di “Aurolalia”) potete leggere un mio raccontino:
http://www.sinestetica.net/auroralia_conventimaugeri
Caro Massimo ti ho letto.Mi piace molto l’uso che fai del dialogo-in questo caso monologo-l’avevo già apprezzato in altro racconto tuo,mi è piaciuta l’interpretazione della foto con un’impersonificazione femminile,il desiderio e la necessità di librarsi ion volo.Lo stile asciutto ed essenziale sposa bene con il ritmo incalzante impresso alla storia,complimenti e un grande bacio.
Giordano Bruno Guerri ha vinto la terza edizione del Premio «Mediterraneo per la Cultura», assegnatogli da una giuria presieduta da Sarah Zappulla Muscarà per i suoi libri D’Annunzio. L’amante guerriero e Filippo Tommaso Marinetti. Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario (entrambi editi da Mondadori). Nelle precedenti edizioni il riconoscimento era andato a Silvana Grasso ed Elisabetta Sgarbi. Promossa da Archigen srl, con il patrocinio dell’Università di Catania, la cerimonia di premiazione che avrà luogo oggi alle 18 al «Teatro Sangiorgi» di Catania (via A. di Sangiuliano, 233), sarà corredata dalla mostra documentaria «La figlia di Iorio in 300 immagini dal 1904 ad oggi», a cura di Enzo Zappulla.
Grazie mille, Fran:-))
Ciao Massi!
Ho visto in rete alcuni lavori di Uelsmann e sono fantastici…
Leggerò il racconto.
Grazie, Mariiiiiii
Ciao carissimi Simona, M. Lucia e Massimo. Ho letto i commenti alle tue domande Max sono tutti interessanti e molto spiritosi. Se pubblicassero la falsa notizia della mia morte, io credo che avrei l’identica reazione di Salvo Zappulla, cioè prima mi accerterei che fosse falsa, perché non si sa mai. Stabilito questo comincerebbe il bello. Indagherei per sapere con sicurezza chi ha diffuso la falsa notizia e se è stato per errore oppure c’è stata l’intenzione e se così fosse, ad esempio potrei contattare le onoranze funebri, di cui sopra, e scegliere la cassa migliore da inviare al dritto con una splendida ghirlanda di fiori e il conto da pagare e gli manderei a casa anche il prete per benedire la salma.
Mi sembra giusto, Maria Rita:-))
@renzo montagnoli caro renzo ho letto la tua intervista a flavio ermini su arteinsieme,è una bellissima intervista,ti faccio i miei più cari complimenti,dovrò rileggere con cura più volte perchè densa di spunti interessanti,bisogna-almeno per quanto mi riguarda- soffermarsi con attenzione.grazie per averci dato una così bella occasione di riflessione,tu sai che io sono “un piccolo poeta in erba”.
un abbraccio
@Massimo possiamo mettere il link di questa intervista fatta da Renzo qui?Per chi è appassionato di poesia è veramente di grande interesse.
Stamane mi ha molto colpita la notizia della morte prematura di Michael Jackson,sì lo so che era diventato come un alieno fisicamente,che era stato inquisito per pedofilia -ma non condannato,chissà se fosse vero poi – ma è stato un’icona del pop,ha rotto con il passato,ha lasciato delle interpretazioni per il suo genere eccezionali( la sua ballata “on the moon”, il suo thriller….).resta dentro di me l’immagine di un uomo triste che non sapeva accettare se stesso chissà per quali inquietudini interiori e questioni irrisolte mai superate.Tanto successo,tanta tristezza ed incapacità di vivere.
scusa Massimo se un pensiero è andato lì.
Cara Francesca Giulia, Michael Jackson è una delle più grandi icone della musica pop mondiale di tutti i tempi. La sua prematura morte ha colpito tantissimo anche me. Grazie, dunque, per averla segnalata anche qui.
Anzi, magari possiamo provare ad affrontare una discussione. Potremmo inserire alcuni degli articoli più interessanti pubblicati dai quotidiani sulla morte di Jackson e confrontare i punti di vista.
@ Francesca Giulia
Carissima Fran, ma certo che puoi mettere il link dell’intervista di Renzo a Flavio Ermini. Puoi e devi. 🙂
E non c’era nemmeno bisogno di chiedere, perché la camera accanto è un luogo assolutamente libro dove chiunque può proporre argomenti di discussione. Comunque grazie per la tua splendida delicatezza.
http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=42&det=5295
Detto fatto.Questo è il link della bellissima intervista fatta da Renzo Montagnoli a Flavio Ermini direttore della rivista Anterem,da leggere con attenzione per comprendere in parte quanto la poesia sia intimamente connessa con la natura filosofica dell’arte e della vita.E di quanto ne abbia tanto bisogno l’umanità.
Grazie Massi
p.s. Sì, qualche contributo su M.Jackson sarebbe ben accetto.
baci
“La realtà muta continuamente, in un incessante divenire. Non c’è terraferma. Non solo. Davanti a noi si forma un insieme di pulsazioni luminose, che generano costellazioni, disegni variabili sia per forma sia per intensità a seconda dell’occhio che le osserva. Ciò che vediamo non è la realtà, ma le figure sotterranee della nostra anima: quasi un olimpo rovesciato che ha più familiarità con i demoni che con gli dei. Ognuno di noi deve riuscire ad accogliere il presupposto che a lui solo e a nessun altro in sua vece spetta il compito di mettere a fuoco la realtà.”
Mi sono permessa di mettere un piccolo assaggio dell’intervista così vi viene la voglia di leggerla!!Queste righe estrapolate mi sono particolarmente piaciute.
Grazie mille, Fran. Ne approfitto per ringraziare anche l’ottimo Renzo.
Nei giorni scorsi Barbara X mi ha segnalato una raccolta di racconti molto particolare incentrata sulla tematica della prostituzione. Il titolo ha un forte doppio senso: “Qui tutto va a puttane” (Gingko edizioni). So che si tratta di un progetto benefico, e che i proventi delle vendite vanno a un’associazione che aiuta le donne in strada.
A questa antologia ha partecipato la stessa Barbara con un racconto…
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Barbara, ti chiedo di fornirci qualche dettaglio in più su questo progetto narrativo…
Caro Massimo, ti ringrazio davvero per l’interesse col quale hai considerato la mia proposta dei giorni scorsi. “Qui tutto va a puttane” è un libro uscito sei mesi fa; è uno dei frutti del lavoro di Alessandro Pugliese e Rosanna Orri (Gingko Edizioni), sempre attenti ai mondi sommersi e alle tematiche che riguardano il sociale. L’antologia è nata da un concorso indetto dalla Gingko sul finire del 2007 e comprende dodici racconti sul tema della prostituzione, due illuminanti saggi sul fenomeno della tratta e undici denunce autentiche presentate alle forze dell’ordine da donne e ragazze vittime della schiavitù delle organizzazioni malavitose. Il volume si apre con una nota introduttiva di Alessandro Pugliese e una introduzione di Antonio Dercenno, presidente di Fiori Di Strada, l’associazione cui vengono destinati i proventi delle vendite di “Qui tutto va a puttane”, un progetto interamente a carattere benefico, dunque. Come già ha scritto Massimo, io sono una delle partecipanti a questo progetto; “Una notte nera, poi l’alba” è il titolo del mio racconto, la storia con la quale mi sono un pochino allontanata (anche se c’è chi giustamente dice di no) dal filo conduttore principale della raccolta, dal momento che ho voluto narrare di una donna come me, di una ragazza transgender. Ho voluto pertanto porre in luce certe gravi contraddizioni di questa società, cercando di far capire che, per le persone trans, non ci sono vere e proprie organizzazioni malavitose alle spalle, non c’è la tratta o altre violenze che riguardano le povere ragazze dell’est Europa: anche se è triste dirlo, per le persone trans il magnaccia si chiama sistema, società. Noi (usiamo il plurale maiestatis, va’…) siamo costrette a fare sesso di notte proprio con quei signori che di giorno ci negano un lavoro dignitoso: questo è orribile, non mi stancherò mai di ripeterlo. Anche noi siamo ricattate: “Vuoi fare qualche soldo per vivere?” ci chiede la società. “Per te c’è solo la strada.” Ma ora non voglio dilungarmi troppo su questo argomento, anche perché forse mi fa un po’ male… In conclusione, voglio ringraziare ancora Massimo per questo spazio che ha voluto dedicare all’antologia di Gingko, e naturalmente per la sua prontezza nell’esplorare nuove proposte letterarie con la solidarietà, la comprensione e la sensibilità che lo contraddistinguono in tutti gli altri post di Letteratitudine.
Auguri per questo libro Barbara.La prostituzione è una piaga che va combattuta in tutti i modi. lodevole lo scopo benefico della raccolta
Auguro buona fortuna e lunghissima vita al libro “Qui tutto va a puttane” e complimenti a Barbara per aver contribuito all’antologia con un suo racconto. Ho dato un’occhiata poco fa al sito di Gingko Edizioni e mi sembra una casa editrice davvero interessante.
Grazie a te, cara Barbara.
Invita a intervenire anche gli altri partecipanti della raccolta, se credi…
Dovrebbe essere intorno alle 23.30, se non vado errato.
Massimo Maugeri
Esattamente una settimana fa io, Simona Lo Iacono e Massimo Maugeri eravamo a Floridia, presso il Museo Nunzio Bruno, per la presentazione dei libri di Massimo e Simona.
Cetty Bruno, appassionata e infaticabile come sempre, ci ha accolti organizzando per i due autori un incontro nel segno della condivisione.
Condivisione di pensieri, sentimenti, di bellezza.
Nel cortiletto del Museo – ex carcere borbonico – i quadri di Nunzio Bruno, aperti sulla storia e sull’infinito. Le finestre, gioia di colori.
E poi il trio di fiati, che ci ha donato brio e dolci sensazioni.
Le parole di Simona e Massimo sui libri, la rete, le parole e i ponti che riescono a creare oltre il tempo, lo spazio, ogni muro.
Il silenzio attento del pubblico, le domande… l’entusiasmo di Nunzio Bruno, la sua inesausta curiosità che lo ha portato, come fotografo di Antonino Uccello, etnografo straordinario sempre alla ricerca di oggetti e testimonianze della cultura siciliana, ad “innamorarsi delle piccole cose”, frase che porto scolpita dentro di me da quella domenica.
E ora.
Vi copio l’articolo de “La Sicilia”.
Ieri mattina un improvviso infarto ha spento gli occhi di Nunzio Bruno che s’illuminavano davanti alle scolaresche, ai suoi bambini, ai tanti giovani che ha portato ad essere artisti. I funerali sono previsti per stamattina alle 10,30 nella chiesa Madre. Fino a sabato pomeriggio “sfrecciava” con la sua utilitaria lungo il Viale. Era deperito a vista d’occhio.
Avrebbe voluto organizzare una cena a base di nepitella. Ci scherzava su. La morte non sembrava potesse sfiorarlo. In realtà, per quanto lui ha saputo realizzare, sopravvive nella memoria collettiva con la sua forte personalità e con la sua creatività. I figli si sono rinchiusi nel dolore. Donna ‘Nzina, la moglie, è affranta dopo mesi di cure per Nunzio. E’ solida l’eredità del sapere: i suoi scritti, le sue fotografie, le sculture, apriranno tavoli di confronto.
Copio-incollo da oknotizie.virgilio.it
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Oltre 12mila firme contro il ddl sicurezza
Camilleri, Tabucchi, Maraini, Fo, Rame, Ovadia, Scaparro, Amelio, Wu Ming: Appello contro il ritorno delle leggi razziali in Europa
Approfondimenti
Il Viminale replica all’appello. Il giurista Domenico Gallo: “Una smentita che non smentisce nulla”
L’appello sulla stampa estera: The Indipendent El País Information
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ENGLISH VERSION
Alla cultura democratica europea e ai giornali che la esprimono
Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo.
Non sempre sono state però conosciute in tempo.
In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.
È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all’aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all’opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità. L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.
È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio
Nuovamente copio-incollo dallo stesso sito lo stesso appello, ma questa volta in tre lingue (italiano, spagnolo e inglese).
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Camilleri, Tabucchi, Maraini, Fo, Rame, Ovadia, Scaparro, Amelio: Appello contro il ritorno delle leggi razziali in Europa
Ddl sicurezza
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Camilleri, Tabucchi, Maraini, Fo, Rame, Ovadia, Scaparro, Amelio: Appello contro il ritorno delle leggi razziali in Europa
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Alla cultura democratica europea e ai giornali che la esprimono
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Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo.
Non sempre sono state però conosciute in tempo.
In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.
È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all’aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all’opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità. L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.
È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.
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Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio
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L’appello è stato pubblicato il 1 luglio sul quotidiano spagnolo “El Paìs”.
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Contra el regreso de las leyes raciales
ANDREA CAMILLERI, ANTONIO TABUCCHI, DACIA MARAINI, FRANCA RAME Y DARIO FO 01/07/2009
Las cosas que acaecen en Italia han tenido siempre, para bien o para mal, una gran influencia en toda la sociedad europea, desde el Renacimiento italiano al fascismo, pero no siempre se han conocido a tiempo.
La noticia en otros webs
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* webs en español
* en otros idiomas
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En este momento, los periódicos europeos muestran gran interés por algunos aspectos de la crisis que está atravesando nuestro país; sin embargo, consideramos un deber de los que vivimos en Italia llamar la atención de la opinión pública europea sobre otros aspectos que han permanecido oscurecidos. Se trata de ciertos movimientos de la política y de la legislación italiana que, si no se logran frenar, pueden desfigurar el rostro de Europa y hacer retroceder la causa de los derechos humanos en todo el mundo.
El Gobierno de Berlusconi, con el pretexto de la seguridad, ha impuesto al Parlamento, del que tiene el pleno control, la adopción de normas discriminatorias con respecto a los inmigrantes que ya no se veían en Europa desde los tiempos de las leyes raciales.
Se ha sustituido el sujeto pasivo de la discriminación; ya no es el judío sino la población de inmigrantes irregulares, compuesta por centenares de miles de personas, pero no se han cambiado las normas previstas por las leyes raciales, como la prohibición de los matrimonios de conveniencia mixtos.
Con esa prohibición se impide (…) el ejercicio de un derecho fundamental como es el de contraer matrimonio a personas sin vínculos de raza o de religión; un derecho fundamental del que se sustrae no sólo a los extranjeros, sino también a los italianos.
Además, mediante una norma aún más lesiva para la dignidad humana, se ha introducido la prohibición de reconocer a sus propios hijos a las mujeres extranjeras sin papeles. Como consecuencia de esa decisión política, (…) los hijos de las madres extranjeras en situación irregular serán para siempre hijos de nadie, se les separará de sus madres y serán entregados al Estado. Ni siquiera el fascismo llegó tan lejos. Las leyes raciales introducidas por ese régimen en 1938 no privaban a las madres judías de sus hijos, ni las obligaban a abortar para evitar tener que entregar a sus hijos al Estado.
No apelaríamos a la opinión pública europea si la gravedad de estas medidas no superara toda frontera nacional, y no exigiese una reacción responsable de todas las personas que creen en una humanidad común. Europa no puede admitir que uno de sus países fundadores retroceda a niveles primitivos de convivencia, contradiciendo las leyes internacionales y los principios de seguridad jurídica en que se basa la propia construcción política europea. Va en interés de todos nosotros europeos garantizar que esto no suceda.
La cultura democrática europea debe tomar conciencia de la patología que proviene de Italia y movilizarse para impedir que se extienda en Europa.
Cada uno debe elegir el modo oportuno de manifestar y hacer valer su oposición.
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Against the Reintroduction of Race Laws in Europe
To European democratic public opinion and the press that keeps it informed
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Events in Italy have always – for better or worse – had an extraordinary influence on the whole of European society, from the Italian Renaissance to Fascism.
But, all too often, Europe has not become aware of these events in time.
There is currently a great deal of attention in major European newspapers on some aspects of the crisis that has engulfed our country. But we believe that it is our duty – the duty of all those living in Italy – to inform European public opinion on other alarming aspects that have not elicited such interest, such as the draft legislation proposed by the Italian Government, called the “Security Decree”. If it is not prevented, this legislation runs the risk of disfiguring the image of Europe and dealing a severe setback to human rights worldwide.
The Berlusconi Government, using security as a pretext, has imposed on our Parliament – over which it has total control – the adoption of laws discriminating against immigrants, laws the likes of which we had not seen in this country since the passing of the Fascist Race Laws.
The victim of the discrimination has changed: it is no longer the Jews but the undocumented migrant population, hundreds of thousands of people. But the discriminating measures have not changed: if passed, these new laws may, for example, forbid mixed marriages.
Such a prohibition would prevent a person from exercising a fundamental right, the right to marry without constraints of an ethnic or religious nature. The victims of discrimination would be denied this right simply on the basis of their nationality. Not to mention the fact that Italians would equally be denied their right to marry the person of their choice.
Another norm contained in the decree – even more abusive of human rights and dignity – is the prohibition for foreign women lacking permits (an administrative offence) to recognize their children at birth. Thus, the children born to “undocumented” foreign women, by virtue of a political decision by a temporary majority, shall be for their entire lives the children of unknown parents, they may be removed from their own mothers at birth and placed under the care of the State.
Not even Fascism had gone that far! The Race Laws introduced by the Regime in 1938 did not subtract children from their Jewish mothers, nor did they induce the mothers to abort rather than have their children confiscated by the State.
We would not be addressing European public opinion if the gravity of these measures were not such that it transcends national boundaries, calling for a reaction by all those who believe in our shared humanity. Europe cannot accept that one of its founding members regresses to primitive levels of social organization, contradicting international law and the very principles upon which the European political union is based.
It is in the interest of all of us that this not happen. It would dishonour us all.
European democratic public opinion must become aware of the disease ravaging Italy and act swiftly so that it does not spread further.
We are confident that each one of you will choose an effective way to demonstrate your opposition.
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Roma, June, the 29th 2009
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Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio
Caro Gaetano, grazie.
Hai fatto benissimo a inserire questo appello (che mi era sfuggito).
Conosci l’indirizzo del sito (facebook a parte) dove poter aderire?
Caro Massimo, mi sono imbattuto per caso in questo appello molto importante facendo una ricerca sul recentissimo libro di racconti di Tabucchi (fino a due giorni fa ancora non presente in libreria). Non so purtroppo come aderire all’appello, oltre alla possibilità di farlo su Facebook. Quel che posso solo sottolineare è che l’appello è presente anche in tre quotidiani europei: l’inglese “The independent”, lo spagnolo “El Paìs” e il danese “Information”.
Ti abbraccio,
Gaetano
E’ da oggi presente sul litblog Viadellebelledonne una mia recensione relativa al libro di Sergio Sozi, pubblicato da poche settimane, “Ginnastica d’epoca fredda”.
Questo l’indirizzo:
viadellebelledonne.wordpress.com
Grazie per il link, Gaetano.
Facciamo tantissimi auguri a Sergio Sozi per questo libro (so che ce n’è in uscita pure un altro), e facciamo pure tanti auguri all’ormai celeberrimo marchio editoriale Historica di Francesco Giubilei: l’editore più giovane d’Italia.
Caro Massimo, ti ringrazio di cuore per gli auguri riguardo ”Ginnastica d’epoca fredda”, al quale va precisato che hanno collaborato in modo determinante Gianfranco Franchi (e’ sua la postfazione al mio racconto) e Gianclaudio de Angelini (autore dell’appendice storica sull’Istria). Poiche’ inoltre ormai e’ stato annunciato ufficialmente dall’editore, confermo anche l’uscita del mio prossimo libro, che si intitolera’ ”Il menu”’ e sara’ edito da Castelvecchi. In tutte le librerie in autunno.
Se, oltre alla bella recensione di Subhaga Gaetano Failla, qualcuno volesse poi leggere un colloquio chiarificatore sui contenuti di ”Ginnastica…”, vada nel sito ”Arte Insieme” di Renzo Montagnoli.
Infatti, caro Sergio.
E allora, tanti in bocca al lupo per questo libro e per quello in uscita in autunno.
Tu puoi!
Se non ora, quando?
……………………………
Cari amici,
non mi dilungherò sulle motivazioni per non annoiarvi, confidando nella vostra conoscenza di quanto è avvenuto in quest’ultimo mese nel mio Paese d’origine, Iran, e vi invito e vi prego, in segno di solidarietà verso un popolo che lotta da più di cent’anni per la democrazia e per la libertà, e verso i suoi scrittori, giornalisti, registi, attori, intellettuali e studenti continuamente censurati, imprigionati e uccisi, d’indossare in ogni occasione pubblica un nastro di colore verde al polso. Il costo del nastro è irrisorio, meno di 1 euro al metro in qualsiasi merceria sotto casa, ma ciò che rappresenta non ha prezzo, in Iran la popolazione civile lo sta pagando ogni giorno con il proprio sangue.
La storia di ieri e di oggi dimostra che laddove la politica è sorda e i politicanti sono legati da interessi molto meno nobili che lottare per la democrazia e la libertà, solo tu puoi!
Un nastro verde al polso. Se non ora, quando?
Con eterna gratitudine,
Hamid Ziarati
Ringrazio Hamid Ziarati per l’appello…
Massimo Maugeri,autore di Letteratitudine,uno dei più noti blog letterari italiani (http://letteratitudine.blog.kataweb.it),ha trasformato questo spazio virtuale in un libro! Il risultato è un testo scorrevole che piacerà a tutti i naviganti
– Booksweb.tv –
http://www.booksweb.tv/content/show/ContentId/1654#
Ringrazio Booksweb.tv e Elisabetta Bucciarelli per lo spazio che hanno voluto dedicare a “Letteratitudine, il libro”.
Stasera su Letteratitudine partirà un grande dibattito sul romanzo storico (che si protrarrà per diversi giorni) con la partecipazione di due scrittrici e due scrittori. In ordine alfabetico: Andrea Ballarini, Rita Charbonnier, Marco Salvador, Cinzia Tani.
Non mancate!
È nato un nuovo blog: citazioni.
Proponiamo frasi celebri per: riflettere, concordare, contestare
http://citazioni.blog.kataweb.it/
Pubblicità!
Segnalo la recensione di Salvo Zappulla al mio libro di racconti “La signora Irma e le nuvole” pubblicata sul quotidiano “La Sicilia” il 10 agosto 2009. Trovo il modo qui, inoltre, per poter ringraziare Salvo anche pubblicamente per le sue bellissime parole.
Un caldissimo abbraccio estivo a tutti, ad iniziare da Massimo!
Qui l’articolo, scansionato da “La Sicilia” e riportato poi nel blog Narrabilando del sito di Fara Editore:
http://narrabilando.blogspot.com/2009/08/su-la-signora-irma-e-le-nuvole-di.html
Caro Gaetano, vada per i ringraziamenti, ma sto aspettando ancora i 200 euro.
Salvo! Non confondiamo adesso le carte in tavola! Il caffè preparato dalle mie mani fatate lo hai già bevuto. Per il resto, i 200 euro cioè (crepi l’avarizia), si era d’accordo per il prossimo ottobre, alla dichiarazione della mia vittoria del Nobel.
@ Salvo e Gaetano
Nobel o non Nobel a me spetta una percentuale per il passaggio indiretto su Letteratitudine.
😉