Il titolo di questo post non si riferisce a un romanzo erotico o a un film spinto.
La camera accanto è la stanza, per l’appunto, posta di fianco a quella ufficiale (letteratitudine).
Se letteratitudine è una sorta di caffè letterario virtuale, la camera accanto è un luogo dove si possono affrontare argomenti di diverso genere. Si può parlare di letteratura – certo -, di libri; ma anche di cinema, sport, televisione, politica, gossip, ecc.
Insomma, si può parlare di tutto ciò che volete. Ciascuno di voi può sentirsi libero di avviare un dibattito o, più semplicemente, scambiare quattro chiacchiere.
Anche qui, però, vige la nota avvertenza (colonna di sinistra del blog); per cui vi chiedo di rispettare persone e opinioni. Vi chiedo, inoltre, la cortesia di evitare litigi e toni eccessivamente scurrili.
(Massimo Maugeri)
Extrapost: segnalo i racconti Il labirinto di Lucia Arsì e Non ha importanza di Ettore Malacarne.
Questo nuovo appuntamento della camera accanto comincia con… Charles Darwin: il 12 febbraio si è festeggiato il bicentenario della nascita di quest’uomo considerato come il padre dell’evoluzionismo… colui che ha svelato i segreti della genesi della specie umana.
Repubblica ne ha parlato qui. Altri riferimenti su Le Scienze.
Cosa ne pensate di Darwin?
Conoscete la sua opera principale?
Ne approfitto per segnalarvi l’edizione della Newton&Compton “L’origine delle specie” di Charles Darwin (pagg. 448, euro 6,00), con introduzione di Pietro Omodeo e traduzione di Celso Balducci. La principale opera di Darwin festeggia 150 anni.
L’idea che gli esseri viventi abbiano trovato origine in forme elementari primordiali, dalle quali si sarebbero poi sviluppate per gradi le specie attuali, si ritrova, variamente abbozzata, nella storia del pensiero dai Greci in poi: ma solo con Charles Darwin questa intuizione raggiunge una struttura sistematica e una fisionomia definita. Sulla base d’un numero imponente di dati, osservazioni, raffronti sulla flora e la fauna di differenti latitudini, il giovane naturalista inglese giunse, verso la metà del secolo XIX, a conclusioni sconvolgenti, rivoluzionarie circa l’origine della vita. La pubblicazione, nel 1859, dei risultati delle sue ricerche, procurò a Darwin la notorietà, la gloria, e il biasimo a un tempo. Il successo editoriale fu prodigioso, la prima edizione (oltre mille esemplari) fu esaurita in un giorno. Con quest’opera rigorosa e straordinaria, Darwin scardinava la tradizione biblica della creazione del mondo, introducendo il concetto di una lenta evoluzione delle specie animali e vegetali da antenati profondamente diversi.
Se avete la possibilità vi invito ad andare a dare un’occhiata ai due racconti segnalati sul post (“Il labirinto” di Lucia Arsì e “Non ha importanza” di Ettore Malacarne).
Ho l’impressione che il bicentenario della nascita di Darwin sia passato senza che abbia “inciso” più di tanto…
Voi che ne dite?
E a proposito…
Cosa ne pensate di Darwin?
Conoscete la sua opera principale?
Vi anticipo che stasera pubblicherò un post su Sanremo (a giorni comincia il festival) e su “Infinita notte”, il nuovo romanzo di Alessandro Zaccuri ambientato proprio a Sanremo.
A stasera!
A proposito di Darwin e della storia dell’evoluzionismo, segnalo una pubblicazione piuttosto recente, un libro importante utile per un approfondimento scientifico:
Giulio Barsanti, “Una lunga pazienza cieca. Storia dell’evoluzionismo”, Piccola Biblioteca Einaudi Scienza, 2005.
Sul dibattito statunitense, avvenuto forse non casualmente durante il periodo della presidenza Bush, che ha avuto echi anche in Italia, segnalo gli articoli apparsi nei seguenti numeri della rivista “MicroMega” (Gruppo Editoriale L’Espresso): n. 2, aprile 2005; n. 4, luglio 2005; n. 7, dicembre 2005; n. 1, gennaio 2006.
caro Massimo prima di tutto grazie di cuore perchè sei capace di stimoli così differenti e sempre interessanti che mi fanno rammaricare solo di non aver abbastanza vite per poter leggere e studiare tutto ciò che viene appena sfiorato, ma che suscita enorme curiosità,dialogare sul tuo blog apre la mente e mi fa scoprire tante zone d’ignoranza che non sono da considerare negativamente,ma sono il propulsore della spinta conoscitiva e del confronto.
Secondo me Darwin è tremendamente attuale perchè ciò che ha sfidato duecento anni fa è parte di dibattito mai concluso e che oppone ancora molta resistenza alla crescita della scienza da un lato e alla fede cieca dall’altra.Io non conosco la sua opera ,ma la sua storia sì e da ex-viaggiatrice sono stata in tanti luoghi che da soli mi hanno posto tanti interrogativi sull’evoluzione della specie.In particolare le Galapagos,dove Darwin sostò cinque settimane durante il suo viaggio di conoscenza a bordo del Beagle,viaggio durato 5 anni e all’età di circa venti anni-pensa te!-quelle isole hanno suscitato in me emozioni indimenticabili per l’amenità del paesaggio e le specie animali assolutamente primordiali. Lì ho fatto il bagno fra i pinguini e le iguana marine,che ricordano i mostri delle favole da bambina,lì all’alba ho passeggiato in punta di piedi fra migliaia di nidi di sule piede azul,con il battito del cuore a mille perchè esiste una magia dei luoghi e della vita che lì palpita che è spiegabile con le teorie evoluzionistiche,ma che il mio cuore ha colto con la sensazione che qualcosa di superiore doveva averci messo le mani nella creazione di cotanta bellezza incantata.Un’altra esperienza che mi ha rimesso innanzi a questo dubbio infinito dell’umanità sulla nostra origine è stato l’incontro in Zaire-prima che ridiventasse di nuovo Congo- con i gorilla di montagna il cui sguardo rimanda l’immagine di noi stessi.Ecco,nella mia semplicità non di studioso,perchè non ne ho gli strumenti,ma di essere umano che ha cercato emozioni nei luoghi lontani,ti dico che il dibattito è quanto mai aperto e vivo,almeno per quanto mi riguarda:tutto ancora da comprendere,o da accettare.
saluti
Io aspetto il ”post sanremese” che su Darwin non ho niente da dire… eccetto che il Banco del Mutuo Soccorso gli dedico’ uno stupendo album negli anni Settanta.
A stasera, Massimo e come al solito grazie dell’ospitalita’ e di tutto…
Sergio
sergio,non per farmi gli affari tuoi,ma a te la natura non piaceva tanto?che ne pensi dello spunto descrittivo che ho dato sulle Galapagos?
un caro saluto
effettivamente sanremo non è poi così lontano dalla teoria di Darwin,sul palco ci salgono tipi da animali in via di estinzione e specie che mostrano particolari caratteristiche di adattamento sviluppato nel corso degli anni per resistere ai cambiamenti epocali nella musica,sarebbe interessante studiarli…
aspetto il post :-))))
riguardo Darwin, è il libreria Piergiorgio Odifreddi con “In principio era Darwin”…
Per il bicentenario della sua nascita ed il centocinquantenario della pubblicazione della sua massima opera, mi sembra che se ne stia parlando, molto anche!
Cara Francesca Giulia,
bellissimi i tuoi passi sulle isole Galapagos, certo. Solo che io non ho mai viaggiato fuor d’Europa e sono molto affezionato ai panorami nostri, italiani – anche perche’ vivo da quasi nove anni in Slovenia.
Inoltre ho 44 anni, sono sposato da 8 e ho una figlia di quasi 6: la mia prospettiva insomma e’ diversa. Le esperienze giovanili le ho gia’ fatte ma nel nostro Continente, che considero la parte piu’ interessante del mondo, almeno per il mio modo personale di vedere il ”viaggio”: non mi interessa piu’ stare venti giorni in un posto e poi tornarmene a casa, io ho bisogno di conoscenza approfondita e di lungo periodo di qualsiasi cosa o panorama – sia esso un panorama antropico che naturale. Sento insomma la necessita’ di approfondire in pochissimi luoghi, non quella di vedere per poco tempo.
E’ questione di scelte e di carattere. Oltre che di esperienze che la vita ci ha portato (diversamente) a fare.
Ciao, cara, bella ”poesia”, la tua.
Sergio
P.S.
Resta sottinteso che ognuno ama cio’ che il proprio cuore sente – in India o a Cinisello Balsamo. Per me il bosco collinare o d’alta collina umbro e’ il massimo: li’ vedo la mia storia e la flora e fauna che sento mie, che mi raccontano la mia storia assieme alla loro.
Proprio ieri ho portato mio figlio alla mostra su Darwin che c’è qui a Roma al Palazzo delle Esposizioni. Molto carina, e lui si è divertito molto.
Incuriosirlo a certe cose allontana anche dal rischio di vederlo magari crescere con idee creazioniste. Dio ce ne scampi!
…ti dico solo,caro sergio, che io in Umbria mi sono andata a sposare…
Per il resto,non sono un’appassionata solo di mete esotiche e lontane,lo ero prima di avere figli,perchè spinta da forti interessi naturalistici,ma credo che come disse qualcuno più saggio di me: la scoperta sta non nel cercare nuove mete ma nell’avere nuovi occhi.
a presto continuare…
Ah, dove esattamente in Umbria?
L’anonimo delle 8.40 ero io. Il mio PC ha una crisi di identità?
ad assisi,ero innamorata oltre che di mio marito,di assisi e di san francesco,così ho caricato parenti e amici più cari e li ho portati lì,chi è riuscito a venire, dopo tanti anni-15- ancora mi ringrazia per il matrimonio celebrato nella cappella inferiore, di fronte alla cripta di san francesco-ora non lo permettono più.Sai anch’io ho una certa età….
Ho sempre creduto che non fosse importante fare tanti chilometri per emozionarsi,perciò se prima riuscivo a portarmi oltreoceano per la voglia matta di vedere natura incontaminata e animali selvaggi,poi ho visitato molto l’Italia e l’Europa,con i miei figli che grazie a Dio,sanno cogliere la bellezza anche in ciò che ci circondapiù da vicino. Ricordo con gioia però che quando raccontavo favole inventate alla mia bambina ci mettevo dentro uno yak,una principessa nepalese e un narvalo, e lei conosceva animali e popoli dai miei racconti che altri bambini non sapevano neppure esistessero.
un abbraccio
Grazie mille per i vostri interventi e contributi, amici.
@ Francesca Giulia
Davvero molto bello, il tuo commento.
Quando penso che ho sempre molto da imparare, non mi sbaglio. Grazie:-)
La teoria dell’evoluzione fu un’intuizione geniale…non tanto per l’originalità (ne aveva già parlato Lamarck) quanto per il fatto che Darwin immaginò una “cellula primordiale” e – prima di essa – uno stato inorganico che fungesse da culla della vita.
Queste sono le sue parole:” Se potessimo immaginarci una piccola pozza d’acqua calda dove tutti i sali di ammonio e fosforo, la luce, il calore, l’elettricità fossero presenti, e che un legame proteico si fosse creato in essa, pronto per subire mutazioni ancor più complesse…avremmo forse immaginato l’origine della vita”.
Le nuove teorie scientifiche sono partite da qui….
Caro Massimo, vedo solo ora, dopo un’intera giornata di lavoro, questo post che mi piace troppo::))
Sì, hai ragione: è passato un pò inosservato questo bicentenario, che peccato. Ma forse non è un caso. Ho visto su internet la presentazione della bella mostra a Roma: sembra bella, ma io non posso andarci.
Beh ne parli tu qui e mi sembra importante: grazie.
@Francesca Giulia+ Sergio:
cari, entrambe le vostre posizioni riguardo alla natura sono affascinanti: i viaggi della nostra Francesca Giulia mi fanno pensare alle ENCANTADAS di Melville( metteremo un brano nella traduzione, che ne dici?) e il fatto che lei ci parli dell’emozione di quei luoghi è sempre molto bello. Io sono affascinata da tutto nella natura, però siccome viaggio poco, sono sempre e quotidianamente “incantata” dai paesaggi che vedo ogni giorno: i mandorli e i ciliegi in fiore qui sono uno splendore.
Su Darwin vorre saperne di più: la sua mi è sempre sembrata una scoperta geniale e così vicina alla verità che, pur lasciando tutti i MISTERI sull’origine dell’universo, ha gettato un pò di luce almeno sull’origine dell’Uomo.
Cari saluti a tutti:)
sì rob i post di massimo sono una fucina di stimoli…mettiamo melville,ti aspetto domani sul “nostro post”,ma anche un cuore semplice perchè è anche di questo che stiamo parlando.
baci a tutti e a domani
Beh, non per fare pubblicità al mio sito ma a “francamente” abbiamo ricordato Darwin e, con lui, Theilard de Chardin che spese molto tempo della sua vita per dimostrare che Darwin non era un eretico e che la sua teoria è compatibile con la fede cristiana. Se non ricordo male in una lettera alla moglie Emma, Darwin esprimeva il desiderio di una convivenza pacifica tra la sua teoria e la fede cristiana.
P.S.Il festival di San Remo. Ancora esiste? Serena notte a tutti. Franca.
Va bene. Baci anche a te e a tutti:)
Non ho letto l’articolo de LA REPUBBLICA, ma mi viene in mente una domanda( non è mia, l’ho letta non ricordo dove): avete presente la primissima scena di ” 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO” di Stanley Kubrik? C’è un gruppo di scimmie che a un certo punto entra in contatto con un “monolite”( credo sia questo ma non sono sicura) proveniente dallo spazio e da quel momento le scimmie cominciano a litigare. Parrebbe, dunque, che la “diversità” della razza umana rispetto a quella animale sia dovuta a un contatto “esterno” alla terra. E’ una “teoria” non provata, naturalmente. Nondimeno piuttosto affascinante, secondo me.
Mi correggo: si scrive KUBRICK.
Io invece, Francesca Giulia, mi sono sposato con Verončica nella Cattedrale di Capodistria – ci sei stata mai? E’ una deliziosa cittadina veneziana del litorale sloveno. Ma resto sempre innamorato anche del nostro San Francesco e di Santa Chiara. L’Umbria (e l’Italia tutta) e’ un po’ il loro ”feudo” spirituale, non trovi? L’amore lo si puo’ estendere quanto si vuole, vero, entro certi limti si’, ma un pezzettino d’amore lo diamo a tutto quel che e’ penetrato nella nostra intimita’ – ed anche senza che lo si sappia: ancora sogno i miei compagni di Liceo, incredibile!
Dunque dice bene Roberta, la cara Roberta – affianco a te a sua volta una ”suprema traduttrice letteratitudiniana”: la Natura e’ sacra per ogni persona che l’abbia dentro di se’.
Salutoni
Sergio
Non sono mai stata a Capodistria,sarà bella come dici tu e su san francesco e santa chiara perfettamente d’accordo.E come non essere in sintonia con il pensiero sensibile di rob!Io esattamente intendevo questo quando dicevo il vero viaggio di scoperta è nell’avere nuovi occhi,perciò anche se ho avuto la fortuna e l’opportunità di viaggiare in luoghi esotici e di fare esperienze straordinarie, ho cercato di portarle nel cuore per veder un quotidiano anche difficile con lo stesso stato d’animo.Perciò scrissi un post,tempo fa, che parlava dei voli degli storni nel cielo in piazza Municipio,fra il caos cittadino-e potete immaginare quanto ce ne sia a napoli,dove sicuramente è più arduo cercare segni di quella natura che tanto ci piace. Eppure,fra tanti pensieri di fuga e di vergogna delle brutture cittadine,se il sole luccica come un diamante sull’acqua a via caracciolo e i gabbiani fanno a gara con le piccole barche a vela fuori in regata,la strega mi incanta ancora e suggerisce al cuore che è la mia città.
un abbraccio a rob e a sergio
vedo solo adesso questo post(o).
🙂
volevo dire che darwin é uno dei miei “eroi”.
sono una biologa, ho studiato antropologia e genetica di popolazioni umane. senza darwin la mia vita credo sarebbe stata molto diversa.
adesso faccio un lavoro che non coincide con i miei studi, succede a molti credo.
ma darwin resta una pietra miliare per la mia formazione personale e scientifica.
sul mio blog ne ho festeggiato il compleanno chiedendo a amici e frequentatori di dare il loro contributo, ne é venuto fuori un bel lavoro “corale” con pezzi di paleontologi, fisici, biologi e gente “normale”.
se vi va di venire a dare un´occhiata, tutto é salvato qui:
http://luciadelchiaro.blog.kataweb.it/il_mio_weblog/2009/02/12/happy-birthday-charles/
Non credo che evoluzionismo e fede siano così opposti… se Dio esiste, è ancora più geniale il fatto che abbia dato vita ad un sistema capace di autoregolarsi e di evolversi, piuttosto che delle creature fisse una volta per sempre. Tu fai nuove tutte le cose, dice il Salmo…
Le dispute creazioniste erano dovute ad ignoranza e pregiudizio, come adesso quelle tra credenti e non. La scienza e la fede non sono inconciliabili, fa solo comodo ritenerle nemiche.
http://marialuciariccioli.splinder.com/
Qui c’è il mio post per l’occasione…
Mentre Patti Pravo canta da Sanremo ringrazio tutti per gli splendidi commenti pervenuti pure qui.
Grazie mille per i contributi e per i link.
Su Darwin ci sarebbe ancora tanto da dire…
Spero che avremo la possibilità di farlo.
Un altro argomento da “camera accanto”: le dimissioni di Veltroni da leader del PD.
http://www.repubblica.it/interstitial/interstitial1466692.html
Ha fatto bene o male?
Chi riterreste idoneo a prendere il suo posto?
“Mi assumo le responsabilità mie e non. Basta farsi del male, mi dimetto per salvare il progetto al quale ho sempre creduto.
Non voglio restare per far logorare me e la possibilità del Pd di esistere. Per molti sono un problema e io sono pronto ad andarmene per il bene del partito. Il mio mandato è a disposizione”.
Scusami Massimo se esco un attimo dall’argomento per segnalarvi che il dibattito sulle Foibe (e annessi e connessi) prosegue con molti interventi al seguente link – il blog di Renzo Montagnoli – partecipate, se vi interessa (rispondo a tutti e presto):
http://armoniadelleparole.splinder.com/post/19807881/Giornata+nazionale+in+memoria
Sergio
@ Maria Lucia Riccioli
grazie Maria Lucia, concordo in primis con il tuo scritto, ma la fede deve rimanere un credo sulle conclusioni personali raggiunte. Intendo che deve muoversi anche lei secondando i nostri intenti prostrati alla comprensione di questa vita, dinamica e sempre mutante nella sua riflessione verso il Creato.
Essa deve intendersi come forza seria dinamica e riflettente il tutto da noi possibilmente percepibile.
Dio esiste da sempre, è tutto, quindi anche la forza mutatrice che forma sempre di nuovo il Creato, siamo noi che non riusciamo a individuarlo nella sua essenza, perché limitati e troppo fermi nella nostra individualità.
Scienza e fede dovrebbero collaborare nel rispetto reciproco che concluda la riconoscenza di non essere infallibili, ma bensì incompleti. La mutazione continua rappresenta per me l’ancora di salvezza di tutto ciò che è limitato, non finito.
Cari saluti.
Lorenzo
Come sempre, in tutti i dibattiti sull’evoluzionismo, c’è qualcuno che usa la parola “teoria”. Costui, o costei, probabilmente non sa che questa parola indica “un quadro esplicativo di fatti accertati” e non un semplice insieme di ipotesi. Così, nella profonda ignoranza dei negazionisti, si giunge addirittura ad affermare l’indimostrabilità della “teoria dell’evoluzione” intesa come ipotesi; mentre i sostenitori del “progetto intelligente”, coloro che scorgono dietro tutta questa ricchezza di forme l’azione di una mente superiore, fingono di non vedere le infinite imperfezioni generate da un “progetto” – uso un termine assolutamente improprio – che è invece profondamente stupido o, più semplicemente, del tutto casuale, condotto per tentativi ed evidenti errori.
Sarei felice se coloro che parlano dell’evoluzione naturale ne parlassero con un minimo di cognizione di causa, ricordando che non si tratta di una teoria ma di un fatto.
Quanto alla collaborazione tra scienza e fede, di cui parla il post di lorenzerrimo, sono fermamente convinto che si tratti di ambiti inconciliabili, essendo sostanzialmente diverse le loro interpretazioni del concetto di “verità”: un’interpretazione pragmatica nel caso della scienza, e un’interpretazione assiomatica nel caso della fede (il che rende la verità della religione assai più fragile, in quanto facilmente sostituibile da verità opposte ed ugualmente credibili, da cui l’origine e … l’evoluzione delle infinite varianti delle religioni monoteiste, scismi inclusi).
Prima di chiudere desideravo ringraziarvi per i vostri commenti sulla discussione dedicata a Darwin.
Renato, Lorenzo, Mari, Roberta, Francesca Giulia, Franca Maria, Simo, Sergio…
Grazie.
Aspetto altri contributi (e vi auguro la buonanotte).
Fino a poco tempo fa un dubbio assillava le mie notti insonni: perchè, se vige questo cieco tiranno della selezione naturale, nelle nostre cellule è scritto un capitolo sull’invecchiamento e sulla morte?
Detto in altri termini: un individuo che possa restare sempre giovane ha più opportunità di riprodursi, di imparare a sopravvivere, di migliorare il suo habitat; mi pareva perciò che il combinarsi di mutazione genetica e selezione naturale dovesse necessariamente portare all’evoluzione di individui potenzialmente eterni, cosa che (se non ve ne siete ancora accorti) non accade.
Per fortuna ho trovato spiegazioni plausibili a questo apparente paradosso, con grande vantaggio per le mie notti.
Purtroppo, anzi per fortutuna, ho fatto nel frattempo una sperimentazione biologica sotto forma di un tubo digerente che qualcuno chiama anche neonata, per cui continuo a non dormire.
Ma almeno non ho pensieri diversi dai pannolini e dalle pappe, il che costituisce un certo miglioramento.
Lorenzerrimo, sono perfettamente d’accordo con te.
Il panta rei è l’essenza stessa della vita, ciò che non si muove, non si evolve, è morto. Così come il pensiero.
Una interpretazione della parola JAHVE’ (Chi sei? Io-sono-colui-che-sono) è IO-SARO’. Cioè: nel momento in cui crediamo di aver afferrato il senso di Dio, il mistero della vita, questi ci sfuggono di mano, perché vivi e continuamente evolventesi.
Le teorie: d’accordissimo pure.
Anzi: ogni vera teoria sistema in un quadro coerente lo stato della ricerca su un determinato problema. E per ciò stesso è falsificabile, cioè aperta alla sua confutazione o al miglioramento.
Galileo, dopo le scuse – invero tardive – della Chiesa, è stato riconosciuto “divin uomo” da quelle gerarchie vaticane che l’avevano condannato.
Sarà così anche per Darwin e la sua rivoluzione che mette in discussione le nostre presunte certezze e ci rende insonni… Auguri Gianfranco! Un bimbo è il trionfo della vita, la speranza che nostro figlio sia migliore di noi. Patente di immortalità, sogno di evoluzione…
@ Renato
entrambe possono errare. In questa condizione di fallibilità si abbisognano a vicenda e dovrebbero a mio parere riscontrarsi sempre vicendevolmente per il nostro bene.
La scienza non ci può rendere padroni del Creato, se non sarà che sia stato stabilito a priori da una forza che determina il tutto: la nostra realtà, limitata nella sua essenza che ci fa muovere a tastoni, ma non altrimenti opinabile, come l’irrealtà dei sogni, desideri, aspirazioni, elevazioni quali nostra forza motrice nella quale poter assumere almeno il senso di progredire. Alla fine dobbiamo riconoscere che ci troviamo in un labirinto seguendo il senso del moto, che forse neanche lo è, ma solo una percezione necessaria che viviamo. L’inconciliabilità da te accennata è già segno di limitatezza, nulla è inconciliabile quando lo volessimo veramente e quindi quando non fossimo guidati dai sensi della vanità e presunzione.
Solo una catastrofe reale, credo, potrebbe indurci alla loro conciliazione e quindi all’umiltà nei nostri intenti.
L’umiltà è la vera speranza del progresso e da lei ne siamo lontanissimi.
Da lei nasce la solidarietà globale, l’unità ancestrale che siamo in verità un’unità alla quale dobbiamo ritornare se vogliamo salvarci, ed infine la capacità di avvicinarci al Creato comprendendo la sua lingua e cultura, da sentirci sua parte ed idonei a rappresentarlo. Sarà il momento dove l’uomo e Dio saranno uniti in una simbiosi naturale e armoniosa.
Saluti.
Lorenzo
@ Maria Lucia Riccioli
belle le tue espressioni, grazie e un abbraccio
Lorenzo
Lorenzerrimo, c’è una sottile differenza…
La scienza riconosce i propri errori, sottopone le ipotesi alla prova dei FATTI. La fede no, se no che fede sarebbe? I “fatti” della fede sono sensazioni interiori, soggettive, non condivisibili sotto forma di conoscenza oggettiva. Le “verità” scientifiche sono confutabili, ma rappresentano una interpretazione di fatti certi, misurabili e documentabili, confutabile nel momento in cui si ipotizzino o addirittura si presentino nuovi fatti non contemplati.
Anche le “Verità” della fede rappresentano una interpretazione di fatti di qualche natura, ma la confutazione viene bollata come ateismo o eresia.
Hi
Renato
Vero, Renato. Vorrei delle religioni strumento di pace e non di conflitto e divisione. La ragione mi dice che è impossibile, la fede mi esorta a sperare.
ACUFENI, MILLS E LA MUSICA DELLE SFERE
Siamo talvolta infastiditi da un fischio passeggero alle orecchie, da un acufene. Può capitare che quell’acufene diventi un disturbo cronico – e la persona che lo subisce sembra patire una tortura incessante. Il rumore non sparisce mai, nemmeno di notte, nel più profondo silenzio d’un ambiente domestico. L’individuo tormentato dall’acufene prova a liberarsene con svariate medicine e terapie, ma il più delle volte senza ottenere alcun risultato. Tale persona tuttavia, dopo qualche mese, abbandonato un estenuante e vano combattimento, si accorge di non percepire più fastidio. L’acufene però non è sparito. E’ divenuto semplicemente uno dei tanti “rumori di fondo” del nostro corpo.
Ieri il sito “La Repubblica.it” riportava la seguente notizia:
“La condanna dell’ex legale di Silvio Berlusconi David Mills a quattro anni e mezzo di carcere per aver mentito, dietro compenso di denaro, per favorire il premier, trova ampio risalto nella stampa straniera, che dedica diversi articoli e, in alcuni casi, la prima pagina, al caso e al coinvolgimento diretto del presidente del Consiglio.
‘Avvocato condannato per corruzione per aver protetto Berlusconi’ titola l’International Herald Tribune. Nel pezzo a firma di Rachel Donadio, apparso anche sul New York Times, si mostra sorpresa per il fatto che la notizia ‘che avrebbe mandato in fibrillazione il sistema politico di diversi Paesi’, non abbia meritato l’apertura dei telegiornali serali italiani monopolizzati dalle dimissioni di Walter Veltroni (…) ‘Così la notizia del giorno non era la corruzione, ma il dominio sempre più esteso sull’Italia di Berlusconi’, si legge sul quotidiano, che sottolinea, in un lungo e duro articolo, come da co-imputato nello stesso processo, Berlusconi sia riuscito a garantirsi l’immunità grazie al Lodo Alfano e come ‘in 15 anni di dominio della vita politica italiana, sia riuscito a trasformare ogni sconfitta legale in un capitale politico’. E ancora: ‘Più Berlusconi riesce a manipolare il sistema a suo vantaggio, più italiani sembrano ammirarlo.’ (…) Il ‘Guardian’ alla vicenda dedica diversi servizi, dalla caduta di Mills (…) al Lodo Alfano, ‘considerato una priorità del governo Berlusconi’ (…).
Il tribunale ha riconosciuto Mills colpevole di aver accettato 600mila euro da Silvio Berlusconi, si legge sull’Independent ‘in cambio di aver taciuto informazioni che avrebbero potuto danneggiare il premier’ (…) Anche sul francese ‘Figaro’ si parla delle vicende giudiziarie italiane (…) sottolinea come Mills non sia l’unico legale del premier ad essere condannato al carcere e cita Cesare Previti (…) Per lo spagnolo ‘El Pais’, la sentenza ‘getta un’ombra inquietante sul Cavaliere’, mentre ‘El Mundo’ richiama in prima pagina il caso Mills, ‘l’avvocato corrotto da Berlusconi per mentire’.”
In Italia, Berlusconi e compagni – i quali per qualche tempo hanno rappresentato nel sentire di molti la dannazione del nostro Paese – adesso sono considerati al pari d’un ‘rumore di fondo’: ne rimane solo il ricordo d’una sorta di assillante acufene. Se per il corpo fisico tuttavia l’adattamento ad una patologia può essere anche un meccanismo di difesa salutare, per la vita spirituale d’un popolo, per l’esistenza degli individui che lo compongono, rappresenta la catastrofe. Nelle vicende spirituali chiudere gli occhi alle piccole e grandi morti quotidiane, evitare di attraversare il dolore e gli inferni individuali e collettivi, la “buia notte dell’anima”, incatena l’essere nel limbo d’una esistenza fioca, che non avrà il dono della nuova alba.
Se non si percepisce più il frastuono della catastrofe italiana, diverrà ancora più lontana la possibilità di percepire bellezza e splendore, la celestiale musica delle sfere, l’incanto del suono dei mondi che ruotano nell’infinita danza dell’universo.
Riporto un citato di Henry Ford:
se tutto il mondo conoscesse il meccanismo d’impiego del denaro dei clienti praticato dalle banche, ci alzeremmo l’indomani con la rivoluzione.
Lorenzo
@ Renato
concordo, ma allora bisogna fare di più per educare l’uomo a riproporsi sempre di nuovo le sue verità, che vanno intese come tappe di un percorso rivelatore senza fine, così come lo è tutto il Creato.
Con Creato non mi riferisco alle nostre distinzioni in spazio e tempo, che non credo che possano esistere se non nella nostra limitatezza d’immaginarcelo.
Saluti
Lorenzo
Caro Gaetano,
grazie per avere, con le tue parole, dato voce all’assordante – ma inascoltato – frastuono della catastrofe italiana.
Spero possa essere un’occasione di riflessione (e indignazione) per quanti, a fronte di una teorica preoccupazione per la civiltà e la democrazia, sembrano caduti in una volontaria “anestesia totale” nella quale consentono al “chirurgo” di fare scempio delle loro anime.
Angela
Be’, quando la camera accanto è frequentata l’uomo dalla camicia celeste è contento.
Grazie per i nuovi commenti.
@ Lucia Arsì
la tua magnifica e poetica analisi del mito del Minotauro, mi fa ricordare diversi miei commenti sul viaggio dell’uomo verso il suo inconscio.
Per timore di non ritrovare più la via di ritorno e non sapendo cosa avrebbe trovato in fondo del labirinto delle sue ricerche, preso quindi da turbamenti, Teseo, sagace, furbo e prudente, ricorse all’uso del filo che affidò alla sua metà percettiva e cognitiva rappresentata da Arianna. Affronta la sua avventura con lei, simbolizzando l’ipotetica unione del dualismo terreno, creato per frenare le possibilità evolutive dell’uomo e per dar luogo al processo della procreazione e quindi al perdurare dello stato dimensionale limitato.
Chi riesce ad arrivare fino in fondo del labirinto e scoprire la sua vera entità senza subire danni gravi, non sarà più l’essere di prima e di conseguenza non avrà più bisogno della guida del filo conduttore per uscirne, avendo acquisito in sé l’inizio e la fine della sua natura.
Sarà diventato un essere nuovo, pronto per i compiti successivi e potrà entrare e uscire a suo fabbisogno e sentirsi dappertutto a casa.
Gli altri, perché impreparati e timorosi, soccomberanno.
Da qui la necessità di una preparazione profonda, cognitiva e personale, per chi vuole addentrarsi nel buio (inconscio) del proprio io.
Sarebbe anche un monito serio, nell’assumere certe verità, troppo elevate per il suo grado di comprenderle ed assumerle nel loro pieno significato, così che poi le ricopre e falsifica a suo agio e uso.
La verità comporta un’identificazione e responsabilità incondizionata nel suo uso, di modo che non crei più danni che utili a sé e agli altri membri della società.
Un richiamo alla scienza, quando viene sostenuta senza possedere le necessarie qualità morali, etiche e culturali.
Ti ringrazio vivamente dell’attenzione e dei vantaggi chiarificatori che la tua recensione mi ha donato.
Lorenzo
PS) Lucia, non trovo più la tua recensione su Poesia e Spirito, è stato omesso di elencarla sulla lista laterale, a destra della pagina.
Ti ringrazio anche dei tuoi apprezzamenti sul mio modo di presentare i miei temi.
Caro Lorenzo,
il link è qui:
http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2009/02/16/il-labirinto-di-lucia-arsi/
Carissimi, vi posto il bando di un premio letterario molto importante, nel caso qualcuno fosse interessato a partecipare. Nella giuria ci sono io e Simona Lo Iacono
PREMIO LETTERARIO GENNARGENTU©
Il magazine online Terza Pagina World,
http://www.terzapaginaworld.com
bandisce la
PRIMA EDIZIONE
del Premio Letterario Nazionale per Narrativa Inedita Gennargentu,
per il miglior romanzo italiano inedito del 2009
REGOLAMENTO
1. Il Premio Letterario Nazionale per Narrativa Inedita Gennargentu è un concorso dedicato al “Grande Romanzo” ed è aperto a tutti. La partecipazione è gratuita. La scadenza è il 31/12/2009.
2. Sono ammesse opere in lingua italiana, inedite, mai pubblicate, neppure parzialmente. Non vi sono limiti di lunghezza.
3. Ogni autore potrà partecipare con un solo lavoro per edizione. Il testo dovrà pervenire ai giurati a mezzo plico raccomandato in copia dattiloscritta (una copia per ciascun membro della Giuria per un totale di 5 copie), o a stampa di computer, e alla comissione organizzatrice in versione elettronica (in formato .doc o .rtf via e-mail o, se specificato, contenuto in un CD). I dettagli per la spedizione e l’iscrizione dovranno essere richiesti al seguente indirizzo e-mail: terza_pagina@yahoo.it.
4. Nel plico l’autore/autrice inserirà anche un foglio dove saranno riportati in maniera chiara e leggibile: le sue generalità (nome e cognome), il suo indirizzo (completo di via, numero civico, codice di avviamento postale, località di residenza e provincia), recapiti telefonici ed elettronici (indirizzo e-mail), insieme ad una dichiarazione liberatoria che autorizza l’eventuale pubblicazione in esclusiva dell’opera e ad un tempo concede all’organizzazione del contest un diritto di prelazione sulla pubblicazione della stessa come da condizioni riportate al punto 9.
5. I dattiloscritti NON SARANNO RESTITUITI. In nessun caso. Allo stesso modo, in NESSUN CASO, verranno fornite informazioni sulle opere in concorso.
6. Una Giuria composta da scrittori e tecnici, insieme alla redazione di Terza Pagina World, esaminerà le opere pervenute e sceglierà il vincitore. La scelta fatta sarà insindacabile.
7. Il lavoro primo classificato riceverà i seguenti premi:
• Coppa Gennargentu (solamente in presenza di optimum letterario, per decisione unanime dei Giurati e del Presidente e dopo attentissima valutazione – potrebbe proporsi il caso di dichiarazione di un’opera vincitrice al quale la Coppa non verrà comunque assegnata).
• Pubblicazione del testo.
• Recensione dell’opera e circolazione della stessa review presso riviste di settore e siti Internet specializzati.
8. La pubblicazione del romanzo vincitore potrà essere curata da Terza Pagina World, dalla casa editrice Terza Pagina Edizioni, che avrà comunque diritto di prelazione, o da altro Editore indicato dall’Organizzazione del Premio e sarà contrattualmente formalizzata.
9. Nel caso in cui la qualità delle opere in concorso non soddisfi la qualità letteraria ricercata, la redazione di Terza Pagina World, onde tutelare e salvaguardare il buon nome del concorso, si riserva il diritto di non dichiarare alcun vincitore; l’edizione in corso verrebbe quindi annullata, mentre si procederebbe subito alla pubblicazione del nuovo bando.
10. Per le ultimissime sul Premio Gennargentu, si consiglia la regolare consultazione della pagina web Informazioni Generali sul sito http://www.terzapaginaworld.com che verrà periodicamente aggiornata. Tutti i diritti del Premio Gennargentu, indipendentemente dalle partnership concordate sono, e restano, di esclusiva proprietà della Casa Editrice Terza Pagina Edizioni (Villanova Strisaili – OG).
Premio Gennargentu
All rights reserved©
da REPUBBLICA
di CLAUDIA MORGOGLIONE
—
MAI come quest’anno, si può dire che la Notte degli Oscar non riserva molte sorprese: a trionfare è The Millionaire di Danny Boyle, che conquista otto riconoscimenti. Tra cui i più ambiti: quelli per il miglior film e per la miglior regia (e poi sceneggiatura non originale, fotografia, montaggio, canzone, suono, colonna sonora). Battuto dunque – ma in fondo non c’è mai stata competizione – Il curioso caso di Benjamin Button, che pure aveva fatto il pieno di nomination (tredici). E che può consolarsi con alcuni premi più tecnici, come scenografia e trucco.
Il film dell’anno. E’ una pellicola inglese ambientata in India, partita piano ma che poi ha fatto il botto in tutto il mondo, a dominare questa edizione 2009: costata quindici milioni di dollari, ne ha incassati oltre 150. Dunque il trionfo della qualità, di un cinema fuori degli schemi pronto a guardare fuori dall’Occidente; ma anche del business intelligente. La vittoria di The Millionaire può essere vista pure come un innesto bollywoodiano nel fortino di Hollywood.
Interpretazioni. L’unica novità, nella lunga Notte delle stelle, arriva sul fronte attori: se Kate Winslet è l’annunciatissima – ed emozionatissima – migliore protagonista per The Reader, tra gli uomini un piccolo ribaltone c’è. Visto che il premio non va al Mickey Rourke di The Wrestler ma a Sean Penn, straordinario interprete di Milk. Favorito, sì – ma non superfavorito – della vigilia. Per il più ribelle, tra i divi americani, è la seconda vittoria, dopo quella per Mystic River. Mentre il film per cui viene premiato quest’anno si aggiudica anche la miglior sceneggiatura originale. Tra i non protagonisti, invece, due risultati decisamente scontati: l’Oscar postumo a Heath Ledger per Il Cavaliere oscuro, e il premio a Penelope Cruz per Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen.
Altri premi. Nessun brivido nel settore dell’animazione: a prevalere, come da pronostici della vigilia, è Wall-e. In questa pioggia di premi ampiamente annunciati, una delle poche vittorie davvero inaspettate è quella del giapponese Departures, miglior pellicola straniera. Tra i documentari, invece, vince il bellissimo Men on wire, che già aveva emozionato il pubblico dell’ultimo Festival di Roma.
Italiani. Quest’anno il nostro Paese, escluso anche dalle nomination, resta ovviamente a bocca asciutta. E risulta assente anche dal tradizionale ricordo degli artisti scomparsi nel corso dell’ultimo anno: grande commozione dalla platea di star per Paul Newman, ma nel filmato non viene citato Dino Risi, che ottenne anche due candidature all’Oscar, sceneggiatura e miglior film straniero, per Profumo di donna.
Lo show. La cerimonia di consegna, che si è svolta come ogni anno al Kodak Theatre, è stata presentata, per la prima volta, dalla star australiana Hugh Jackman. In un tentativo di rinnovamento sul fronte dello spettacolo televisivo: se riuscito o no, lo diranno i risultati sul fronte dell’audience. Ma certo il ritmo è stato più sostenuto, e gli interventi delle celebrità chiamate a presentare i vari candidati più interessanti.
(23 febbraio 2009)
Stanno “armonizzando” il diritto di sciopero…
Il ministro Maroni rassicura sulle ronde…
Ringrazio l’amico Renzo Montagnoli per avermi intervistato e per aver pubblicato l’intervista su “Arte Insieme”:
http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=42&det=4688
Auguro una serena notte a tutti!
@renzo massimo
intervista letta,bravi molto carina e interessante.
buonanotte invischiata di sogni creativi 🙂
ho letto il bando di concorso, e ne approfitto per porre un quesito a chi avrà voglia di rispondermi:
Qual è il limite, ammesso che di limite si possa parlare, tra il racconto lungo ed il romanzo?
grazie!
@irene la domanda che poni non è per nulla semplice,ne hanno scritti di saggi su racconto e romanzo, non è solo e sempre una questione di numero di pagine,ma più di uso del tempo e dello spazio. Diceva Vincenzo Cerami che il racconto per essere un buon racconto deve avere una forte idea centrale mentre il romanzo deve essere fatto di più idee che si manifestano nell’intreccio. IL racconto è monotematico e incentrato su un’idea unica,deve mirare dritto al bersaglio,il romanzo prende più spazio e respiro e spesso non ha una sola trama,ma sottotrame e più eventi.Credo anche nella scrittura del romanzo deve esserci un progetto di base più delineato altrimenti ci si perderà nello scriverlo.
Io spero che voglia contribuire qualcuno a questo bel quesito da te posto,comunque nel frattempo ti saluto e spero di non averti detto cose inutili.
Ringrazio Massimo e Francesca Giulia.
Ancora grazie a te, Renzo.
Inserisco l’invito di domani anche qui:
—
LIBRERIA CAVALLOTTO
–
Il 5 Marzo ore 17,00 in Corso Sicilia 91
Elvira Seminara e Sabina Corsaro presenteranno i libri
“Letteratitudine, il libro” (Azimut) di Massimo Maugeri e
“Tu non dici parole” (Perrone) di Simona Lo Iacono.
@Il racconto deve avere la capacità di coinvolgere il lettore nella sua immediatezza, come un colpo allo stomaco, affabulare per la capacità di sintesi dell’autore (i sessanta racconti di Buzzati sono l’esempio più illuminante. Non è questione di pagine, come giustamente faceva rilevare Francesca giulia. Il romanzo necessita di una trama più solida, un intreccio narrativo più complesso, maggior numero di personaggi, capacità di tenere legato il lettore per un tempo più lungo senza scadere e perdere il ritmo.
@Salvo…
ascpit’, sei un mostro!(soprattutto di viso…). Mi farò recensire da te, quando sarà(ti pagherò a chili di cassate). Sembra che tu abbia letto i miei scritti( sorvola la mia “superbia”…ne sei capace).
–
Un caro saluto
@Maugeri…
raccontaci, come promesso, del pomeriggio di ieri( stiamo tutti con le orecchie “appizzate”).
Però, prima dimmi una cosa : ma la nebbia, c’era?…
La racconto io la serata di ieri. Parlato, però promettimi di fare un commento intelligente, fai un fioretto, spremi le meningi, e conta fino a dieci prima di premere i tasti del computer.
Gran serata ieri sera alla Cavallotto, c’era il pienone. Da premettere che le librerie Cavallotto sono le più prestigiose e le più grandi della Sicilia, hanno ospitato scrittori di fama internazionale. La dottoressa Lo Iacono, donna di gran classe, elegantissima come sempre, ha parlato quasi un’ ora e sarebbe stata capace di proseguire all’infinito senza sbagliare una virgola. La platea la seguiva ammaliata dalla sua eloquenza. Elvira Seminara ha relazionato da par suo, con competenza e profondità di analisi. Sabina Corsaro è stata per me una piacevolissima sorpresa, non la conoscevo ancora di persona, la immaginavo più anzianotta, forse fuorviato dalla scrittura matura che esprime in questo blog. Invece è poco più di una ragazzina, con una preparazione straordinaria e (consentitemi) ha due occhi che fonderebbero l’acciaio. Massimo, sobrio e misurato, in giacca e cravatta, sembrava un divo televisivo, a ogni suo muover le labbra, causava tachicardia nei cuori femminili. Io sono arrivato leggermente in ritardo, un po’ affannato dopo una giornata di lavoro e indossando un maglione comprato al mercato delle pulci. Gli inservienti della libreria mi hanno bloccato all’ingresso dicendomi: “E’ in corso una presentazione, buon uomo, non è il momento di venire a chiedre oboli”.
” Lo so, sono libri di due miei amici”.
Mi hanno guardato schifati. “Impossibile”
“Lo giuro sulla testa di Parlato”
“Giuri su qualcosa di più consistente”.
A questo punto è intervenuta la Simo a salvarmi, la quale a voce alta mi ha chiamato Salvuccio facendomi arrossire. Ed è stata l’apoteosi.
@ Salvo
!!!!!
Tanti abbracci,
Gaetano
@Gaetano carissimo. Ho qui nel comodino il tuo bellissimo libro. Lo recensirò appena trovo un attimo di respiro. Lo merita davvero. Complimenti
@salvo ma che bel racconto!!complimenti ottima esposizione dei fatti con sguardo cinematografico,però ho un dubbio: le “pulci” del maglione si sono divertite?!
saluti
@Cara Giulia. Le mie sono pulci erudite, mi seguono da una vita, si trovano magnificamente negli ambienti letterari
@salvo non avevo dubbi,secondo me le tue sono pulci pindariche,perciò di grande e allegra compagnia 🙂
@Salvo: …dovresti andare a Striscia la notizia! Ahahah
@Salvo…
insomma…meglio di una serata davanti al televisore a vedere Sanremo?!…
Comunque bella l’esposizione, intelligente non so…
Dei libri e il riscontro del pubblico non si evince niente. Ma capisco…
gli occhi di Sabina Corsaro ti hanno accecato e insordito, direi almeno da farti vivere momenti “regressivi”. Tant’è, che un’altra voce aggraziata, ti ha dovuto con tenerezza maternà salvare dagli “omoni” chiamandoti “Salvuzzo”…
Quanto sei fortunato( e non lo sai!…).
–
“da giacche e cravatte non nasce niente, dalle pulci nascono fori…”-
–
non giurare più sulla mia testa(proprio ieri mattina mi sono leggermente “ciaccato”, guarda caso…), giura sul mio portafogli : avrai accesso, disponibilità, vitto e alloggio sicuri…in qualche ospedale( e con la crisi che c’è, scusa se è poco…).
@Gaetano Failla…
ciao Gaetano, era da un po’ che non ti ‘vedevo’…
@Salvuccio,
ti ho salvato perchè qualcuno mi aveva messo una pulce nell’orecchio!…
Ma faccio mie le tue parole sui miei carissimi compagni di viaggio.
Elvira ha presentato “letteratitudine, il libro” offrendo una meravigliosa e brillante riflessione sui rapporti tra cartaceo e rete.
Ha ripercorso la storia della terza pagina con commozione e lucidità, regalando uno sguardo da giornalista e da narratrice veramente sensibile alle varazioni della parola.
Sabina ha invece ordito sul mio romanzo tramature letterarie che difficilmente potrò dimenticare. Sembrava un’abilissima ricamatrice che intessa fili di ogni colore.
A lei va il mio cuore e la mia gratitudine.
L’ho seguita assaporando la grazia della sua esposizione,la musicalità dei toni, l’arabesco di immagini che ha fatto guizzare innanzi agli occhi di noi tutti rievocando le segrete dell’Inquisizione, i graffiti sui muri dei condannati.
Massi ha condotto da vero nocchiero.
Con un equilibrio e una serenità davvero calamitanti e un garbo innato, dell’anima. Ha trasmesso senso della misura e intuito da futurista. Un sognatore abilissimo e geniale, che ha svelato – nella struttura narrativa del libro – anche la sua natura di eccezionale romanziere.
Bellissimi gli interventi dal pubblico tra cui abbiamo appaludito e amato la scrittrice Maria Attanasio, vincitrice nel 2007 del premio Vittorini con “Il falsario di Caltagirone” (Sellerio).
Maria ha intervallato gli interventi seminando spunti, liberando lo sguardo, offrendo a noi tutti momenti di riflessione.
E poi i veri protagonisti: i lettori.
Massi ha chiuso questa belissima serata con le parole di Camon sul ruolo della lettura. Sul dovere di leggere ancor prima che sul diritto di leggere.
Credo che non potesse trovare parole migliori per celebrare il battesimo di “letteratitudine, il libro” e dei sogni di condivisione che il blog ha tessuto nel sangue di noi tutti.
–
@ Massi: puoi postare le parole di Camon?
faccio seriamente i complimenti più sinceri a voi tutti,mi rammarico di essere distante,ma il bello di questo blog è che talvolta riduce le distanze chilometriche e avvicina gli animi, anche quelli apparentemente sconosciuti.Sapere che c’era Maria Attanasio mi porta un sorriso inevitabile sulle labbra,è adorabile:una furia della natura,un mare in tempesta e un vento caldo che dopo ti accarezza,è grazie alla sua conoscenza qui a Napoli che insisto-ahimè- a scrivere poesie!
abbracci a tutti e un grande in bocca al lupo ai libri!
@ Salvo
che storie ci racconti. Simona aveva chiamato me, che ero nell’angolo con la telecamera. Il tutto te lo sei sognato; come sognatore ti conosco benissimo e ci credo, ma ti lascio il piacere di aver immaginato tanta considerazione e meraviglia per te e poi con il maglione forato dalle pulci, ti avrei chiamato anch’io, se ti avessi visto.
Ciao e grazie della bella esposizione che mi ha fatto crescere l’invidia e la gelosia già altissime.
A tutti, i miei più sentiti complimenti per la riuscita della presentazione di due libri essenziali e da tenersi sempre con sé, onde poterci sbirciare dentro con passione ed interesse.
Lorenzo
Ops… dov’è finito il mio commento?
Ve lo ricopio dal mio blog…
Ieri pomeriggio festa letteraria da Cavallotto a Catania…
Simona Lo Iacono e Massimo Maugeri hanno presentato i loro rispettivi libri “Tu non dici parole” (Giulio Perrone Editore) e “Letteratitudine, il libro” (Azimut). Ecco il mio commento scritto su “Letteratitudine”:
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/10/24/letteratitudine-diventa-libro/#comment-55897
Ciao a tutti… c’ero anch’io… e chi sarebbe potuto mancare?
Il piacere più grande, oltre a quello di far festa al caro Maugger-Blue shirt Man e alla cara Simona Lo Iacono, è stato conoscere Rossella – pittrice e abituale commentatrice – e Sabina Corsaro, che ha fatto una bella disamina del romanzo di Simo.
Il virtuale che diventa fisico, internet che recupera la realtà e la arricchisce venendone arricchito a sua volta.
Elvira Seminara, brillante come sempre, ci ha offerto delle riflessioni acute e interessanti su giornalismo, rete e letteratura.
Si è parlato di rapporto tra diritto e letteratura, le due “anime” della Lo Iacono, magistrato e scrittrice.
Pubblico numeroso e attento, amici carissimi tra cui la grande Maria Attanasio, che rappresenta il meglio della letteratura siciliana e ha parlato di lingua come espressione e comunicazione…
Luigi La Rosa e i suoi “allievi” catanesi, sempre presenti e affettuosi…
Bellissimo e ad maiora!
Postato Venerdì, 6 Marzo 2009 alle 2:20 pm da Maria Lucia Riccioli
Mi introduco, in punta di piedi (sono una timida) colpita dalla dolcezza di Simona e dalla simpatia e genuinità di Salvo Zapulla. Ringrazio Maria Lucia Riccioli che ieri ho avuto il grande piacere di conoscere (una persona solare e piacevolissima).
Ieri per me è stato un meraviglioso pomeriggio: e per l’oggetto da trattare e per la squisita squadra di cui facevo parte. Anche il pubblico è stato speciale.
Vado a cenare e poi riscrivo subito per approfondire il tutto.
@ Simona e a Massimo
Complimenti per il successo dei vostri libri!!!
@ Salvo
Grazie, sei gentilissimo. Spero di incontrarti di nuovo la prossima estate in Sicilia. E mi farebbe tanto piacere incontrare con te anche Massimo e gli altri amici siciliani di Letteratitudine. Terrò d’occhio le iniziative letterarie programmate per l’estate in Sicilia.
@ Gianni
Ciao Gianni, mi faccio vivo più raramente con i commenti, ma leggo sempre con attenzione Letteratitudine (e i tuoi duetti con Salvo sono davvero godibilissimi!).
@ Un caro saluto a Renzo, Lorenzo, Maria Lucia, Francesca Giulia e a tutti.
Credo che finiremo con il detestarci io e Gianni. Alla lunga qualche battuta può rischiare essere di troppo, venire fraintesa e infastidire. Abbiamo scherzato, giocato, forse vivacizzato un po’ il dibattito ma ricordiamoci che Letteratitudine rimane un sito letterario e su questo si deve puntare. Che ne dici, caro Gianni? Diamoci un taglio e puntiamo su argomenti più attinenti ai post di Massimo.
Con affetto.
@Salvo…
da parte mia, non ho mai frainteso o mi ha infastidito qualche tua battuta su di me. L’ho presa sempre per quello che era, spirito. Pur attenendoci agli argomenti proposti da Massimo, credo che qui siamo sulla “camera accanto”…
Ricambio l’affetto.
Continuo ciò che avevo cominciato…
Il mio primo ringraziamento devo farlo a Massimo, che mi ha sempre coinvolta nelle sue splendide e dinamichmone iniziative (la prima proprio l’esperienza di Letteratitudine). Come ho sempre detto Massimo oltre ad avere la vocazione alla Letteratura, è anche portato in modo naturale per l’intrattenere il pubblico (se foste stati presenti avreste visto come ha letto il pezzo di Camon: con voce ben impostata e tono da ‘voce’ televisiva. Ma ovviamente è stato i contenuto di ciò che ha detto a coinvolgere il pubblico: la letteratura nell’era di internet, i concetti azzeccati per fondere i due libri protagonisti effettivi dell’incontro.
Elvira Seminara è stata affascinante, con la sua loquela, la sua esperienza e competenza di giornalista e sensibilità di scrittrice. Ha catturato l’attenzione di tutti, con il suo linguaggio fresco, piacevole, mai monotono (gli studenti in facoltà la ascoltano a bocca aperta e chiedono appositamente di seguire la sua materia).
E Simona:
io non avevo mai visto Simona di persona, avevo solo sentito la sua voce (raffinata, dolce, ben modulata). Poi ho visto che aspetto e impressione della voce coincidevano perfettamente.
Cara Simona sono stata felicissima di parlare del tuo libro, di estrarre i concetti chiave, la bella scrittura, facendo cogliere la suggestione che ‘Tu non dici parole’ suscita in qualsiasi lettore. Quando poi sei intervenuta hai incantato tutti con la profondità dei contenuti, con la bellezza delle tue parole e dei tuoi modi, con quel sorriso che emana tanto calore, ma anche con quella professionalità che lascia intuire quanto tu oltre ad essere un’autentica amante della letteratura sei anche un Giudice equo e preparato.
A Salvo: grazie per i complimenti.
Abbiamo avuto il piecere di vedere i volto e ascoltare la voce di Rossella, che p intervenuta con il suo intelligente discorso.
spero di non aver dimenticato niente e nessuno… Lorenzo non credo che tu c’eri, sennò non potevo non conoscerti. Peccato non ci fossi tu Giulia, mi avrebbe fatto piacere.
Ho testimoni: non parlo come scribacchio qui sul blog :))
Cara Simona e Massimo, mi viene voglia di dire:
facciamo il bis? :))))
Il ‘cara’ era solo per Simona, non volermene Massi.
Con un po’ di ritardo… eccomi qua.
Mi “ricollego” ai commenti precedenti in merito alla presentazione del 5 marzo – presso la libreria Cavallotto di C.so Sicilia (Catania) – di “Letteratitudine, il libro” e del romanzo di Simona Lo Iacono “Tu non dici parole”…
Credo che sopra sia stato detto tutto. Mi limito, dunque, a ringraziare coloro che hanno avuto la possibilità di essere presenti a questo evento che per me è stato memorabile.
Un grazie speciale alle splendide Elvira Seminara e Sabina Corsaro (avete “introdotto” i due libri in maniera perfetta). E altrettanto perfetta è stata Simona nei suoi interventi.
Io ho solo avuto l’onore immeritato di essere in compagnia di tre donne affascinanti e di grandissima cultura davanti a un pubblico numeroso, attento e competente.
Però, in effetti, ci tengo a dire altro…
C’era qualcosa che si percepiva nel corso della presentazione… qualcosa di intangibile e (oserei dire) magico, che forse è possibile indicare utilizzando una sola parola: armonia.
Quest’armonia deriva dalla grande amicizia, stima e affetto che unisce me, Elvira, Sabina e Simona. Un’armonia che ha permesso di presentare – contestualmente – due libri (di genere diverso, eppure fortemente connessi) in maniera fluida, naturale, equilibrata.
Credo che l’armonia favorisca la crescita, lo scambio, il confronto (che rimane sereno anche in presenza di opinioni discordanti). L’armonia unisce. E “unire” è uno degli scopi di questo blog. È scritto anche nella Netiquette del sito: “Letteratitudine” nasce fondamentalmente come luogo di incontro. Per tale motivo si basa sui principii dell’accoglienza e della cordialità.
Questo clima di accoglienza e cordialità credo si sia percepito anche in occasione dell’incontro del 5 marzo. Di questo sono molto felice.
E grato.
Cara Sabina, faremo senz’altro il bis. Ci puoi contare.
Comincia a schiarirti la voce:-)
Ringrazio, ancora una volta, tutti… e raccolgo l’invito di Simona.
nel prossimo commento ri-scriverò il “Perché leggere” di Ferdinando Camon con cui ho chiuso l’incontro. Lo trovate all’interno di “letteratitudine, il libro” e molti di voi lo conoscono già.
PERCHÉ LEGGERE
Chi vive, vive la propria vita. Chi legge, vive anche le vite altrui. Ma poiché una vita esiste in relazione con le altre vite, chi non legge non entra in questa relazione, e dunque non vive nemmeno la propria vita, la perde. La scrittura registra il lavoro del mondo. Chi legge libri e articoli, eredita questo lavoro, ne viene trasformato, alla fine di ogni libro o di ogni giornale è diverso da com’era all’inizio. Se qualcuno non legge libri né giornali, ignora quel lavoro, è come se il mondo lavorasse per tutti ma non per lui, l’umanità corre ma lui è fermo. La lettura permette di conoscere le civiltà altrui. Ma poiché la propria civiltà si conosce solo in relazione con le altre civiltà, chi non legge non conosce nemmeno la civiltà in cui è nato: egli è estraneo al suo tempo e alla sua gente. Un popolo non può permettersi di avere individui che non leggono. E’ come avere elementi a-sociali, che frenano la storia. O individui non vaccinati, portatori di malattie. Bisogna essere vaccinati per sé e per gli altri.
Perciò leggere non è soltanto un diritto, è anche un dovere.
(Ferdinando Camon)
Auguro una serena notte a tutti.
@Sabina, Massi, Elvira: certo che faremo il bis! E anche il tris, spero!
–
@Massi:è vero. Tra il pubblico si respirava condivisione, interazione. Armonia, come hai detto tu con una parola bellissima che mi ha subito fatto pensare alla dèa Armonia, figlia di Ares (dio della guerra) ed Afrodite (dea della bellezza).
Non è un caso che l’armonia sia il risultato di due opposti (guerra e bellezza) poiché i greci sapevano che l’equilibrio (e ciò che ne scaturisce: condivisione, apertura, incontro) è la fusione (volontaria) del fuoco e della luce. Del sangue e del balsamo.
Il mito narra anche che Zeus diede Armonia in sposa al fondatore di Tebe, Cadmo, come ricompensa per averlo liberato dal mostro Tifeo. Tutti gli dei scesero a Tebe dall’Olimpo per celebrare le nozze.
Secondo il mito queste furono le prime nozze della storia.
Ho sempre amato l’idea che la prima unione sponsale venga fatta risalire dal mito a un principio di equilibrio. Di respiro risanato.
La discendenza siamo noi uomini, eredi e figli dell’antico connubio tra disordine e bellezza. Ed erede è anche questo blog, orientato a ricomporre ogni sguardo sulla vita. Di ombra, di bagliore.
Di riso, di pianto.
E’ stupendo che letteratitudine abbia progenitori tanto illustri, non credi?
Alla prossima occasione, allora!
aggiungerei una cosa: eravamo lì accomunati dall’amore, dalla passione per i libri, che va oltre il semplice esserci.
Simo, grazie per il bellissimo commento in cui ricordi il contesto mitologico in cui furono celebrate le prime nozze della storia. Possiamo proprio dirlo: un matrimonio in Armonia:-)
Grazie davvero.
Grazie anche a te per esserci stata, cara Gabriella.
E’ vero: eravamo lì accomunati dall’amore, dalla passione per i libri, che va oltre il semplice esserci.
A volte è un amore che costa, dato che oltre oltre a “Letteratitudine, il libro” e a “Tu non dici parole” hai acquistato anche il magnifico romanzo di Elvira Seminara (“L’indecenza”).
Ne approfitto per augurarti, anche qui, buon compleanno.
E ti faccio tanti auguri anche per il tuo neo-blog, il cui indirizzo è: http://www.gabriellarossitto.wordpress.com
e non…
http://www.gabriellarossitto.wordpress.it
😉
“A volte gatto in cerca di tepore, a volte delfino d’acqua libera”.
Bellissima personalità.
Se non sbaglio ci siamo presentate, altrimenti spero lo faremo presto, in altre occasioni.
Bel blog, interessante.
Cara Sabina, ritorna l’8 marzo (e con esso il tuo bel pezzo su Sagan):
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/03/07/8-marzo/
Cari Amici ho unito il tema dell’8 marzo a quello del 5 marzo. Date un’occhiata dall’altra parte.
Salvo potevi farti vivo, mi avrebbe fatto piacere fare la tua conoscenza!
Su Massimo “non dico le parole”, ho solo in mente i suoi occhi…
Maria Lucia anche tu hai colori dolci delle Ambre…
, Sabina sono molto contenta che hai compreso al volo le mie analogie fra argomenti che apparentemente sembravano scollegati…ho rischiato un pò, forse, ma sei una persona preparata e con te non c’è pericolo, poi tu sai molto bene che per il pittore parla l’immagine…
baci
Rossella
Cara Rossella, grazie!
Ho letto il tuo commento nell’altro post, quello dell’8 Marzo!
Mi ha colpito che tu mi abbia descritto pensando ai colori. E che ognuno di noi filtri la realtà attraverso il proprio personalissimo sguardo.
Credo che tu la intraveda sempre da una tela, così come io la percepisco da una pagina di libro.
E che tu abbia pennelli per rappresentarla, mentre io nascondo sempre la penna sotto la toga.
Ma al di là dello strumento, credo che importi la voce. Ciò che suggerisce. E soprattutto ciò che sente.
Ecco, spero che i diversi linguaggi si fondano, che viaggino insieme. Che colgano le tracce del nostro pietoso passaggio qui, ora, tra le maglie di una vita che ci disarmerebbe se non fosse schermata dalla bellezza.
Dallo sforzo di coglierla. E di dirla.
Penna o pennello poco importa. Sento la tua voce.
Rossella, come sono gli occhi di Massimo? Sono curiosa, dai………..
Angela, a differenza della camicia sono tutt’altro che celesti.
Io non li ho mai visti da vicino gli occhi di massimo,guardo solo un quadratino di fotografia dove la camicia azzurra si ferma a metà,il resto del corpo ci sarà?sarà di carne e ossa o di sirena di mare o di centauro guerriero?sarà tutto azzurro come le scaglie di un pesce in acqua con i raggi del sole che lo investono di traverso?o sarà un lungo sentiero di arcobaleno nel cielo dopo un uragano?e chi lo sà,però sono sicura che i suoi occhi riflettano ciò che di bello c’è nello sguardo di chi li guarda,perchè massimo è una persona che sa incontrare “l’altro” e l’altrui sguardo.
una felice notte a tutti i letteratitudiniani
“con te non c’è pericolo, poi tu sai molto bene che per il pittore parla l’immagine…
baci
Rossella”
grazie Rossella, perché non ci siamo presentate? Sarà stata la folla…. e le dediche che venivano richieste agli autori 🙂
A proposito di immagini: quando potrò vedere le tue opere? Mi farebbe piacere.
Un caro saluto a tutti.
@ Francesca Giulia
Il tuo commento delle 11:55 pm è proprio forte!:-)
Grazie di cuore.
@maxime maujer sono lieta che le sia piaciuto il mio giochino sull’immaginario scaturito da una piccola fotografia.
Un abbraccio
@ Francesca Giulia
Hai forgiato un nuovo soprannome? Brava!
Ora – oltre all’Uomo con la Camicia Celeste, Maugger, Navigero, ecc.- mi chiameranno anche Maxime Maujer…
Mi piace!;-)
allego una poesia di Erich Fried sull’amore, tradotta dal tedesco.
Mi è piaciuta tanto.
Che cos’è?
È la mancanza di senso dice la ragione
È ciò che è
Dice l’amore
È la sfortuna
Dice il calcolo
Non è altro che il dolore
Dice la paura
È senza rimedio
Dice la riflessione
È quello che è dice l’amore
È ridicolezza
Dice l’orgoglio
È leggerezza
Dice la prudenza
È l’impossibilità
Dice l’esperienza
È ciò che è
Dice l’amore.
di Erich Fried
Bellissima poesia Lorenzo, non la conoscevo affatto. Grazie di questo tuo arricchirci con riflessioni importanti sucose che a volte diamo per scontate.
Chiedo venia per la mia tastiera arretrata che non consoce spazi… se non usando la forza… 🙂
@ Sabina
che cosa dovrei dire io sul mio scrivere usando la tastiera del Laptop.
A forza di correggere dimentico di cancellare delle parole che appaiono poi nel testo come fuggite dalla logica della frase.
La mia tastiera conosce gli spazi, ma essendo troppo veloce, mi capita di scrivere delle lettere di troppo e non sempre me ne accorgo e posso correggere. Sono un telescriventista del circo che salta sulle lettere e preso dalle emozioni del pensare s’inceppa a non finire.
Saluti cari
Lorenzo
Desidero ringraziare Renzo Montagnoli per questa recensione del romanzo “Identità distorte”:
http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=4765
E per la conseguente intervista che ha pubblicato qui, su Arte Insieme:
http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=80&det=4764
Grazie, Renzo…
@ Renzo e Massimo
Ho letto la bella recensione e l’interessante intervista che offre molti spunti di ulteriore riflessione, ad iniziare dalla domanda “Chi sono io?” che risuona tra le righe di “Identità distorte”: una domanda allo specchio, una vertigine, che dovrebbe infine portare al riconoscimento dell’illusorietà dell’io. Inoltre, mi ha molto affascinato l’idea dell’immagine ricevuta da Massimo in dormiveglia, dalla quale è scaturito il primo germe del romanzo. Lo stato del dormiveglia, conosciuto anche come stato ipnagogico quando si verifica immediatamente prima del sonno, è un terreno fertilissimo di visioni ed intuizioni sui moltemplici livelli di realtà esistenti, che ci apre spazi ben più vasti rispetto al territorio così limitato che consideriamo “la realtà”. Purtroppo, nella quasi totalità dei casi, quell’esperienza svanisce, poichè le difficoltà di trasmissione allo stato conscio sono molto maggiori rispetto alle possibilità di ricordo dell’attività onirica vera e propria, la quale spesso, in qualche modo, segue una “trama” riconoscibile durante la condizione di veglia. Nell’intervista, a proposito del doppio, si citava anche Stevenson de “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”: quel breve romanzo, forse il capolavoro di Stevenson, è nato da un sogno fatto dallo scrittore.
Complimenti a Renzo e a Massimo per i due articoli e in bocca al lupo a Massimo per il suo prossimo romanzo!
Segnalo la notizia (riportata in diversi siti online) della prossima pubblicazione negli Stati Uniti di un racconto umoristico inedito di Mark Twain e di altri inediti del grande scrittore.
Correggo: molteplici (e non: moltemplici).
Grazie Rossella per le ambre… non sono abituata a vedermi in termini di colori… a presto, spero!
MLR
Aggiungo che Identità distorte si presterebbe bene a una versione cinematografica, a condizione ovviamente che interpreti e regista siano di qualità e che riescano pertanto a mantenere sempre viva la tensione della vicenda.
@Subhaga Gaetano Failla: grazie, ma non è difficile scrivere una buona recensione quando il libro è valido; volutamente ho cercato di non debordare come lunghezza, sintetizzando al massimo, a beneficio di una lettura più agevole.
@Renzo
Renzo, sono molto belle le tue foto, specialmente “Solitudine”- Peschiera-Febbraio 2009+ Prato di montagna.
E che dire di “E dopo il caffé un bagnetto nel lago”+ “Gruppo di famiglia in un esterno”?
Anche la recensione al romanzo di Massimo mi piace molto.
Le foto posso salvarle nelle mie immagini?
Grazie a tutti. E grazie ancora a Renzo.
@ Gaetano
Non sapevo che anche il celebre “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” di Stevenson derivasse da una visione onirica dell’autore.
Uno strano caso:-)
Gordiano Lupi mi segnala questa bella intervista che ha rilasciato a FOCUS:
http://www.focus.it/Storia/speciali/La_rivoluzione_cubana_sogno_infranto_o_nascita_di_un_regime_2.aspx
@Roberta: puoi certamente scaricare le foto e usarla.
sono preoccupata per le vostre considerazioni sulle visioni oniriche degli scrittori….stamane in fase rem ho dialogato con maria de filippi….che ne uscirà fuori??
buona serata a tutti
Carissimo Renzo,
mi è molto piaciuta sia la recensine che l’intervista a Massimo e sono felice che si parli ancora di questo libro di altissimo livello artistico e umano, dello scavo nella nostra identità deviata, irrisolta, il cui unico palpito – dolente, visionario – sembra disperdersi tra le maglie di labirinti e specchi deformanti.
In questo libro c’è Kafka, e la macchina del potere che non conosce l’uomo, c’è Pirandello e la maschera (Massimo l’ha tradotta in un intervento di chirurgia facciale, ma l’abitus, il ghigno è sempre quello), c’è la Sicilia e il futuro della Sicilia, immaginato da una prospettiva altra, e persino da uno sguardo d’oltremare.
C’è visone, pietà, follia (la voce di Lidia Crivi, i suoi colloqui interiori in cui la mente si fa sostanza concreta, in cui il lettore entra strisciando, lambendo quasi il suo cervello). C’è verità e inganno.
In una parola c’è tutto quello che la migliore letteratura ha sempre dato all’uomo: voci. Mistero. Senso.
E la vita, la vita ultima e la vita sola, quella in noi e quella fuori di noi, perchè Identità distorte è lo specchio non di un uomo, e non di un tempo, ma dell’uomo dentro il suo tempo e delle accelerazioni dell’uno sull’altro.
Il messaggio finale, l’amore che resta, l’amore che non passa, l’amore che trasforma, ha – poco prima del grandioso finale dall’alto delle torri gemelle, e a un soffio dallo schianto che tutti ci ha fatto rabbrividire – la forza commossa di un grido disperato, di un’invocazione suprema di tregua e di salvezza.
Bravissimo , Massi.
E bravissimo, Renzo.
Un bacio a entrambi
Simo
@ Simo
Wow!
Una nuova bellissima recensione, la tua!
Grazieeeeeeee…
Credo dia giunta l’ora che Mondadori e Rizzoli la smettano di litigare e decidano una volta per tutte chi dovrà ripubblicare questo libro.
😉
(Grazie, Simo).
Eh sì. Sarà ripubblicato, Massi. E da una grandissima casa editrice.
Ne sono certissima.
Notte a tutti!
@ Francesca Giulia
A questo punto non ti rimane che cimentarti con la ri-scrittura di questo libro: http://www.ibs.it/code/9788804423195/de-filippi-maria/amici.html
Impresa tutt’altro che facile…
In bocca al lupo!:-)
Grazie, Simo.
Notte a te e a tutti gli amici di Letteratitudine.
@Massimo: Concordo con il fatto che Simona mi sta facendo concorrenza e, peraltro, assai bene.
@Simona: mi complimento per la lucida analisi e per il giudizio sull’opera che condivido (e faccio umilmente presente che non si tratta delle parole di soddisfazione della parte che è uscita vincitrice con la sentenza del giudice…)
Se hai tempo leggi una mia
intervista su Cuba rilasciata al periodico Focus Storia di Marzo:
http://www.focus.it/Storia/speciali/La_rivoluzione_cubana_sogno_infranto_o_nascita_di_un_regime_2.aspx.
Aggiungo due link dove si parla di MI CUBA: Cuba en el Mundo:
http://www.cubaenelmundo.com/ e La Nueva Cuba:
http://www.lanuevacuba.com/archivo2009/Mar/felix-luis-viera-35.htm.
(Gordiano Lupi).
@ Massimo
Se può interessarti come approfondimento, l’episodio del sogno da cui scaturisce “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” è riportato da Stevenson nel suo “A Chapter on Dreams” e dal racconto della moglie che aveva ascoltato, subito dopo il risveglio dello scrittore, la descrizione dell’inquietante visione onirica. Inoltre l’episodio è riportato anche da Borges nel suo scritto “Il sogno di Coleridge”.
CARITA’ CATTOLICA:
Nei paesi dell’Africa Sub Sahariana vi sono circa 25-28 milioni di persone infette da HIV/AIDS (dati del 2005; fonte Wikipedia).
Il Papa oggi, durante la prima tappa della sua visita in Africa, in Camerun, ha affermato che l’AIDS non si combatte con i preservativi.
@Caro Subhaga Gaetano+caro Massimo
Ecco il brano da “Un capitolo sui sogni”= “A chapter on Dreams”:
” Posso dare solo qualche esempio di quanta parte venga svolta durante il sonno e di quanta durante la veglia, e lascio che sia il lettore a decidere a chi spettino gli allori, fra me e i miei collaboratori*. Prenderò in considerazione, pertanto, un libro che un certo numero di persone ha gentilmente voluto leggere, THE STRANGE CASE OF DR JEKYLL AND MR HYDE. Da tempo cercavo di scrivere una storia su questo argomento, di trovare un contenitore, un veicolo, poiché quel forte senso della doppiezza che si annida nell’uomo è qualcosa che a tratti cattura e sovrasta la mente di ogni creatura pensante.
(…) Per due giorni mi tartassai il cervello per trovare una qualche trama; e durante la seconda notte sognai la scena della finestra, e una che viene dopo, divisa in due parti, in cui Hyde, perseguito per qualche delitto, trangugiava la pozione e intraprendeva il mutamento sotto gli occhi degli inseguitori. Tutto il resto venne eseguito da sveglio, in piena coscienza, sebbene possa trovare anche in questa parte la maniera dei miei folletti*”.
da: UN CAPITOLO SUI SOGNI di R.L.Stevenson- Oscar Classici Mondadori- a cura di Attilio Brilli-
*”i folletti”= “sleepless Brownies”=insonni e invisibili collaboratori=”svolgono al mio posto metà del lavoro mentre me la dormo come un ghiro, e come esseri umani fanno per me il resto”.
Metterò domani il brano in inglese sul post della traduzione.
Chiedo a Gaetano se può spiegare chi sono questi “folletti” di cui Stevenson parla in questo suo testo.
Cara Roberta,
a proposito dei “folletti” di Stevenson.
L’argomento riguarda uno spazio vastissimo e per sua natura ribelle ad essere rinchiuso in una interpretazione. Tale spazio è generalmente conosciuto come “ispirazione creativa”.
***
Si può trovare online l’importante scritto di Borges, da me già citato qui nel commento del 15 marzo, “Il sogno di Coleridge”.
***
Nel volume “L’esperienza dell’inconscio” di Meier e Ranzato, viene riportato un brano di Stevenson da “… un capitolo sui sogni dal suo libro (di Stevenson; mia nota) ‘Attraverso le pianure’ “:
.
“I folletti, i nanetti, che Dio li benedica, essi fanno metà del mio lavoro quando dormo, e probabilmente anche l’altra metà quando sono sveglio.
Ora mi sorge il dubbio che io, cioè un uomo cosciente e responsabile, che porta scarpe e cappello, che vota sempre alle elezioni e che ha un conto in banca, non sia poi un bravo scrittore, ma bensì un bottegaio, uno squallido materialista, che faccia continuamente i conti con la realtà, e che siano invece loro, i ‘folletti’, i ‘nanetti’ che abbiano scritto per me, sempre, continuamente, per tutti questi anni, mentre io accumulavo gloria, denaro, benemerenze.
Mi riconosco, tuttavia, alcuni meriti in proposito: sono un ‘rifinitore’, colloco bene le parole e le frasi, tengo bene la penna in mano, e, cosa più importante, sto anche seduto allo scrittoio.
Alla fine raccolgo il manoscritto, vado dall’editore, e pretendo i profitti di un lavoro, praticamente, ‘fatto da altri’.”
***
In un altro libro – “Il magico potere della vostra mente” di W. Germain – si legge, con una citazione iniziale da “Un capitolo sui sogni” di Stevenson:
.
” ‘I miei folletti che dio li benedica! fanno la metà del mio lavoro non solo quando dormo profondamente, ma anche quando sono ben desto e suppongo di essere io a farlo;’ (…) Dumont nel suo volume ‘The Master Mind’ ha usato ‘i folletti’ di Stevenson per spiegare la sua teoria. ‘Le maniere per far lavorare i folletti sono molte. Quasi tutti ne hanno avuto qualche esperienza, benchè spesso si produca inconsciamente e senza uno scopo preciso o un intento. Forse il modo migliore di ottenere i risultati desiderati è di avere una idea più chiara possibile di ciò che veramente uno vuole sapere…’ Dumont consigliava di parlare al superconscio, ‘o ai suoi operai’ – i ‘folletti’ di Stevenson…”
***
Per quanto mi riguarda, preferisco lasciare in pace “i folletti”, non inquinando il loro mondo con teorie interpretative. Il razionalismo ha già ucciso molte di queste creature.
***
Buzzati nel suo racconto “Il Babau” scrive che la creatura (il Babau appunto) “aveva le sembianze di un gigantesco animale di colore nerastro, la cui sagoma stava tra l’ippopotamo e il tapiro. Orribile a prima vista. Ma a ben osservarlo con occhi spassionati, si notava, per la piega benigna della bocca e il luccichio quasi affettuoso delle pupille, relativamente minuscole, una espressione tutt’altro che malvagia.”
Buzzati racconta l’uccisione del Babau. Di seguito trascrivo la fine del racconto:
.
“Si disse che in cielo, mentre la creatura moriva, risplendesse non una luna, ma due. Si raccontò che per tutta la città uccelli notturni e cani si lamentassero lungamente. Si sparse voce che molte donne, vecchie e bambine, ridestate da un oscuro richiamo, uscissero dalle case, inginocchiandosi e pregando intorno all’infelice. Tutto ciò non è storicamente provato.
Di fatto, la luna proseguì senza soste il suo viaggio prescritto dall’astronomia, le ore passarono regolarmente ad una ad una, e tutti i bambini del mondo continuarono a dormire placidi, senza immaginare che il buffo amico-nemico se n’era andato per sempre.
Era molto più delicato e tenero di quanto si credesse. Era fatto di quell’impalpabile sostanza che volgarmente si chiama favola o illusione: anche se vero.
Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace.”
@Gaetano
Sì, grazie. Ho preso nota delle letture che mi suggerisci: Borges e gli altri.
Sto rileggendo il testo di Stevenson in inglese; riporto nell’altro post i brani che hai suggerito. Sì, meglio non definire i “Brownies”. Nella sua nota il curatore del volume scrive: ” Brownies sta per folletti benevoli che, secondo la tradizione folklorica, infestano le vecchie case abbandonate della Scozia. Talora sbrigano le faccende di casa mentre la famiglia dorme”. Il volume curato da Attilio Brilli, oltre al testo de “Lo strano caso”, riporta il capitolo “A chapter on Dreams”( con il testo originale a fronte)+ “Il trafugatore di salme”=The Body Snatcher( che per ora non credo leggerò, visto l’argomento per me un pò “inquietante”).
Ciao, cari saluti.
Grazie a te, Roberta, per i tuoi importanti contributi. Ho letto anche il tuo recente commento nella sezione “Il difficile ruolo dei traduttori”.
Un abbraccio e a presto,
Gaetano
Caro Gaetano, leggo i tuoi interventi con molto interesse, anche se non rispondo sempre. Se vorrai suggerirci qualcosa nello spazio sulla traduzione o inserire brani io ne sarò molto felice e anche Francesca Giulia.
Un abbraccio anche a te:)
Roberta, Gaetano…
Grazie!
Gaetano and company: che belle citazioni!
Buzzati è commovente e soprattutto ci narra una grande verità: l’ispirazione – chiamiamola così – nasce da una dimensione selvaggia, sconosciuta, poco addomesticabile. Ma se riusciamo ad imbrigliarla ci dà splendidi frutti. La troppa razionalità la uccide. La mancanza di fantasia, il non lasciarsi al sogno, al possibile, al futuribile, alle verità nascoste dentro e fuori di noi la massacra.
Kisses… à todos.
Cara Maria Lucia, sono contento che tu abbia gradito le citazioni.
Stevenson è uno degli autori che più amo. Mi viene in mente talvolta il nome che gli avevano dato gli abitanti di Upolu (la principale delle isole Samoa, dove lo scrittore è morto e dove è tuttora sepolto): Tusitala – “colui che narra storie”. Tusitala: un nome bellissimo, da ripetere nella mente come una musica.
Buzzati è un altro dei miei autori amati, e il racconto da me citato, “Il Babau”, mi riporta alla memoria anche una bella rivista letteraria genovese – con la quale ho collaborato per anni, adesso scomparsa – che aveva questo nome, in omaggio al racconto di Buzzati.
***
Ho intenzione di fare un giro estivo in Sicilia, come l’anno scorso. Chissà che non ci sia la possibilità d’un incontro, insieme al folto gruppo dei letteratitudiniani siciliani.
Un abbraccio,
Gaetano
COME E’ BUONA LA GELMINI.
Dal TG3 delle 19:
La Gelmini ha detto che gli insegnanti non dovranno denunciare i clandestini…
Per Massimo Maugeri.
Caro Massimo, ho visto che su Venerdì di Repubblica di oggi, a pagina 100, c’è una minirecensione di Loredana Lipperini sul tuo ‘Letteratitudine’ pubblicato da Azimut. Complimenti.
Marco Vinci
Caro Marco, grazie per la segnalazione.
Ne approfitto per ringraziare Loredana Lipperini che ha firmato la bella minirecensione dedicata a “Letteratitudine, il libro” apparsa su Venerdì di Repubblica di oggi.
Grazie anche a Brunella Schisa, che cura la sezione libri per Venerdì di Repubblica.
Caro Massimo, vediamo se riesco a darti una buona notizia in anteprima.
Sei sul sito di Repubblica, sulla colonna di destra: ILMIOLIBRO / BOOKNEWS
http://www.repubblica.it/
Marco
Poi c’è il link diretto: http://canali.kataweb.it/ilmiolibro-articoli-e-recensioni/2009/03/20/letteratitudini-quando-il-blog-diventa-libro/?h=0
Ciao
Marco
Bravo Massi…
🙂
Ho letto la recensione di repubblica.it
L’uomo dalla camicia celeste è uno degli uomini del momento.
Complimenti, Massimo.
Massi,
questa messe di segnalazioni e recensioni rende il tuo sogno ancora più vibrante.
E’ come se rimbalzasse di pagina in pagina e si colorasse di tonalità sempre più intense!
Bravo, bravo, bravo.
Ti auguro ancora mille voci, mille sguardi, mille stelle come questa.
Alza gli occhi…brillano tutte!
Un bacio
Simo
Caro Marco,
grazie mille. In verità è stata una bellissima e inattesa sorpresa. Ti nomino CUON: “comunicatore ufficiale di ottime notizie”.
Ringrazio moltissimo Filippo Brunamonti (che non ho ancora il piacere di conoscere, ma rimedierò presto) per la bella recensione linkata anche su Repubblica.it:
http://canali.kataweb.it/ilmiolibro-articoli-e-recensioni/2009/03/20/letteratitudini-quando-il-blog-diventa-libro/?h=0
Mari, Angela, Simo… grazie a voi e a tutti gli amici di Letteratitudine!
Ne approfitto per ricordare che “Letteratitudine, il libro” non è il mio libro, ma… il nostro libro.
Ci siamo tutti noi, lì…
E ricordo che è un libro NO PROFIT: tutti i ricavati andranno devoluti per uno scopo benefico.
Grazie a tutti, dunque. E grazie a tutti coloro che vorranno sostenerlo.
Buona domenica a tutti!
Evviva evviva evviva…
🙂
=:-)
A pag. 47 del numero di marzo della rivista cartacea “Che Libri” – diretta da Bea Marin (disponibile in edicola e in libreria) – trovate un’intervista al sottoscritto in merito a “Letteratitudine, il libro” (Azimut) corredata da foto (con immancabile camicia celeste).
Ringrazio Bea Marin per l’attenzione e per aver dedicato, a me e a questo libro, un’intera pagina della bella rivista da lei condotta.
Massimo Maugeri
A Massimo M.
Ho scoperto questo blog da poco. Bellissimo. Tanti complimenti. Si vede che dài la vita per portarlo avanti. Perché lo fai?
Cara Sonia,
benvenuta a Letteratitudine!
Ti ringrazio molto per il tuo commento. Non credo di dare la vita. Semmai un po’ (a volte molto) del mio tempo. Perché lo faccio? Perché mi piace. Perché io stesso sento l’esigenza di avere un luogo di riferimento come questo (non riesco a trovarlo, per es., in Tv) in cui poter incontrare persone, ascoltare la loro voce e scambiare opinioni su argomenti di natura culturale e letteraria in un clima di armonia e reciproco rispetto.
Spero che verrai a trovarci di nuovo.
Ancora grazie.
Un pensiero alle vittime del terribile terremoto di stanotte in Abruzzo.
cari amici mi unisco all’abbraccio alla popolazione dell’Abruzzo per la tragedia che li ha colpiti,perdere la vita,ma anche la propria casa,trovarsi all’improvviso soli e disperati.Io mi auguro che oggi si debba assistere sempre meno a tali tragedie,perchè è vero che i terremoti non si possono prevenire ,ma si potrebbe fare maggiore attenzione a come si costruiscono le abitazioni e alla sicurezza dei cittadini.
un pensiero di dolore alle vittime e una preghiera per tutti.
Anche io mi unisco al pensiero di Francesca e degli altri per le vittime del sisma in Abruzzo… purtroppo la natura si iprende ciò che è suo, gli spazi che spesso le neghiamo o non vogliamo vedere.
Al di là di tutto. Che cada la chiesa del Settecento è fisiologico, che se ne venga giù un ospedale di cemento armato un po’ meno.
Una preghiera per le vittime, per chi resta, per chi scava ancora, per chi spera ancora. Per chi ricostruirà. Per chi sarà reso migliore dalla tragedia, per chi a causa di questo rifletterà.