Novembre 23, 2024

14 thoughts on “LA LOGICA DEL COPYLEFT: INTERVISTA AD ALBERTO GAFFI E GIULIO MOZZI

  1. cui prodest?
    ok va bene la lettura libera
    ma la modica dei testi?…
    riappropriamoci del nostro orgoglio
    ma al di fuori di beceri schematismi commerciali
    ciao
    enrico

  2. Ho letto qui e ho finito col mettermi la licenza Creative Commons sul mio blog.
    Poi rileggo bene tutto e vedo che qui la licenza non c’è.
    Allora non ho capito niente?

  3. Post molto interessante. Grazie.
    Mica le conoscevo tutte queste novità!
    Non ho ben capito i due precedenti commenti. Enrico, che vuol dire la “modica dei testi”? (immagino la modifica, giusto?… oppure la modica (cifra) dei testi?).

    Lavinia, perché hai messo la licenza Creative Commons sul tuo blog? Non mi pare che il post fosse finalizzato a convincere gli altri a usare tale licenza. Che abbia capito male io?

  4. “Assaggiare” un testo, se si tratta di roba buona, incoraggia a leggere il cartaceo. Bene.
    Esiste però il problema di far sapere al pubblico che su internet c’è l’assaggio, che è il grande problema di tutto ciò che si mette su internet e che forse spiega perché negli USA non c’è stato un gran seguito.
    In bocca al lupo!

  5. Forse dopo tutto questo discorso molto interessante, capirete perchè in un mio libro “e se fosse:profumo di sostanza?” mi sono inventata che il lupo sia buono!!!! Lo avete capito pure voi, che pure i dentisti hanno già compreso che internet gode di una buona dentatura, eh!….Detto questo, la c di copyright rovesciata mi somiglia a certe ere pittoriche indecifrabili, dove il quadro lo puoi posizionare come ti pare…Ma è pura impressione distorta della realtà…tutto sembra facile ma non è così….pensiamo per ipotesi, che gli autori invece di scrivere di getto i loro pezzi direttamente al pc, abbiano dei manoscritti, delle minute rivedute e corrette..e che decidano, in un certo momento della loro vita pesantissima di alleggerirsene e pubblicare questi oggettini rari e preziosi…che ne dite? Non c’è copyright o copyleft che tenga…..se volete ve ne mando un frammento…e poi vediamo dove abita l’autore….Anzi, “dove abita l’autore?” sarà uno dei miei prossimi titoli…perchè, qui, tra ispirazione, web, casa editrice, amici di chat,amici di blog, amici di forum, ecc.ecc.mi sapete dire dove sto’ poeta-scrittore stia di casa!!!! Fosse che scriva in ascensore, a quale piano ha maggior concentrazione…ecco perchè quasi sempre gli artisti amano le soffitte e gli attici…Allora alla fine ben vengano questi E-metodi di divulgazione, tanto alla fine, a me sembrano sempre e soltanto dei copy, ne a destra e ne a sinistra…..l’unica cosa che li distinguerà è, facendo contento PierFerdy, chi farà centro…..il left o il right…..secondo me, chi avrà più memoria e non copierà affatto…..insomma il nuovo paga sempre….Ciao e grazie per le informazioni….ma le conoscevo già, infatti, io faccio le copie dei manoscritti e non di quello che naviga in internet….

  6. Lavinia,
    in effetti Elektra ha ragione. Il mio non voleva essere un invito a utilizzare la “Creative Commons License”. Però il tuo intervento mi è servito da stimolo. Se dài un’occhiata alla colonna di destra vedrai l’indicazione e il logo (con relativo link all’immagine) della “Creative Commons License 2.5”, che è quella che ho scelto di utilizzare.
    Ne approfitto per ringraziare Alberto Gaffi e Giulio Mozzi per la disponibilità mostrata nel rilasciare l’intervista.

  7. Condivido l’idea di fare un assaggio del libro su e-book, ma come editore non darei l’intero libro gratis. Secondo me si rischia di non avere nessun ritorno economico e di non vendere libri cartacei. Ho fatto molti e-book di libri del Foglio Letterario con la collaborazione di kultunderground e della casa editrice telematica Kult Virtual Press. Sono versioni parziali, di assaggio, della versione cartacea. In ogni caso ognuno può pensarla come vuole e un editore è libero di mettere tutto copy left. Io non lo farei, ma è questione di scelte e di risposte di mercato. L’e-book è utile quando un libro si vende poco e non merita fare una nuova edizione su carta.
    Un esempio di un nostro libro in parziale copy – left: http://www.kultvirtualpress.com/opere.asp?book=1052

  8. Gordiano,
    ti ringrazio molto per il tuo contributo nella veste di editore. Mi viene da domandarti: ma i libri che offri in parziale copyleft sono efettivamente più venduti degli altri?

  9. Rispondo alla domanda che mi fa Maugeri. No, non sono più venduti di altri, assolutamente. Secondo me i libri in e-book sono davvero poco letti. io cerco di cavalcare le nuove tecnologie e di esperimentare nuove forme di vendita e di avvicinamento al pubblico. Cerco di farlo, ma ci credo poco, dico la verità. Il libro resta il libro, come dice Mozzi. Il libro è di carta o non è un libro.

    Gordiano

  10. Una domanda per l’editore Alberto Gaffi.
    Normalmente quante copie stampa di ogni romanzo?
    Oppure il numero delle copie stampate è relativo al quantitativo di download del libro online?
    La ringrazio anticipatamente per la risposta.

  11. Io penso che mettere in rete parte di un libro possa essere una buona idea. Farsi prima un’idea di come è lo stile dello scrittore e/o il tema del libro può invogliare la gente a comprare.
    Mettere in rete un libro intero invece mi sembra inutile: non so quanti abbiano voglia di leggersi 100-200-300 e passa pagine su video.
    La logica del copyright, ormai, mi pare sempre più aberrante in un’ottica di circolazione della cultura. Giusto che ci sia un profitto, ma oramai si è andati ben oltre.
    Un saluto

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