Sono molto lieto di organizzare questo dibattito online incentrato sul romanzo di Carlo Pedini, “La sesta stagione” (Cavallo di Ferro): uno dei dodici libri finalisti dell’edizione 2012 del Premio Strega.
Si tratta di un romanzo corposo, ambizioso, a largo respiro, che racconta le vicende di tanti personaggi sullo sfondo della Storia italiana del ventesimo secolo.
Lo recensisce, in esclusiva per Letteratitudine, Simona Lo Iacono, la quale è anche l’organizzatrice e la curatrice di un’iniziativa culturale che avrà luogo a Siracusa il 30 giugno, intitolata “Parole sotto le stelle: tra pittura, musica e sogni”…
Un evento basato sulla contaminazione artistica che vedrà come protagonisti (tra parole, pittura, musiche e sogni) lo stesso Carlo Pedini con “La sesta stagione” e la scrittrice (nonché editrice di Cavallo di Ferro) Romana Petri con il suo romanzo “Tutta la vita” edito da Longanesi (ho già avuto modo di incontrare Romana Petri, in merito a questo libro, nell’ambito della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” andata in onda il 15 aprile 2011).
Di seguito, il video promozionale di “Parole sotto le stelle”.
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Questa, invece, è la scheda del libro di Pedini…
È il 1934. A Civita Turrita, sull’Appennino toscano, si inaugura con solennità il nuovo santuario, e proprio nel momento di massimo fulgore di questo paese inizia la storia della sua decadenza. Nelle vicende profondamente umane dei tre seminaristi Piero, Ottavio e Oreste, e dei loro superiori, amici, avversari, irrompono gli eventi principali del nostro Novecento, dalla Seconda guerra mondiale al Sessantotto, e oltre fino agli Anni di piombo. Don Piero Menardi racconta dei suoi due colleghi, prima amici inseparabili e poi nemici giurati; dell’infatuazione politica del suo vescovo per il Duce; della guerra che spezza i destini e distrugge le famiglie; di partigiani e delatori; della contesa perenne fra democristiani e comunisti nel dopoguerra; di chi si perde nelle lotte studentesche; di preti ribelli che rifiutano l’abito. Nella vita della piccola comunità di Civita Turrita si rispecchiano dunque i mutamenti della Nazione, in una parabola di cinquant’anni dove tutti religiosi e laici – subiscono l’incedere della modernità. E fra i grandi giochi di potere si rivelano le debolezze di una Chiesa che fatica a tenere il passo con un’epoca sempre più veloce. “La sesta stagione” intreccia tanti destini sullo sfondo della Storia d’Italia del XX secolo, stratificando i documenti e i fatti reali alle radici del tempo presente.
Siete tutti invitati a partecipare alla discussione, incentrata su “La sesta stagione” e sui temi attinenti al romanzo (in primis: la Storia).
Ecco alcune domande pensate insieme a Simona Lo Iacono (che mi aiuterà ad animare il dibattito).
1. Le stagioni della vita e le stagioni della storia. Quanto interferiscono?
2. Elsa Morante definiva la Storia “il grande scandalo”. Siete d’accordo?
3. Siamo più vittime o artefici della storia?
4. Se siamo arrivati alla quinta stagione…. cosa ci riserverà, a vostro avviso, la sesta?
Di seguito, la recensione di Simona Lo Iacono.
Vi ringrazio in anticipo per la partecipazione.
Massimo Maugeri
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LA SESTA STAGIONE di Carlo Pedini
Cavallo di Ferro, 2012 – pagg. 704 – euro 19,90
Recensione di Simona Lo Iacono
E’ giorno di festa a Civita Turrita. Una di quelle mattine fatte per essere scolpite nella memoria di un intero paese, quando le donne mettono l’abito buono, l’incenso arde nei bracieri, e al cielo vengono levate orazioni, canti, ringraziamenti.
Perché da ringraziare c’è molto, in verità.
Siamo nel 1934, e nella provincia appena riavutasi dallo sfascio della prima guerra, viene inaugurato il santuario dell’Immacolata Concezione. Il vescovo, monsignor Angelici, l’ha voluto proprio lì, sulle spoglie della vecchia chiesa agostiniana, a simbolo della ricostruzione delle umane cose che sempre avviene dove c’è la presenza di Dio.
E tuttavia anche i sacri momenti chiedono organizzazione, cantori degni di questo nome, una banda, la comunità tutta riunita a celebrare l’evento. Perciò c’è grande agitazione di popolo, soddisfazione magna del clero, formule rituali mormorate in modo devotissimo, a segno che il momento è solenne.
E’ qui, tra le mura di questo nuovo edificio, che si avvia “La sesta stagione”, sorprendente romanzo di esordio di Carlo Pedini. Un libro che – attraverso la comunità di Civita Turrita – narra l’intera epopea del novecento italiano.
Scandagliando lo scorrere del tempo, i suoi baratri, le sue menzogne attraverso l’occhio dei tre protagonisti (i seminaristi Ottavio Pettirossi,Oreste Riccoboni e Piero Menardi) Pedini ci consegna, maestosa e dannata, la nostra storia.
Leggiamo infatti questo romanzo riconoscendoci nell’Italia contadina, in quella traditrice e tradita, in quella messa a morte dai fasci, riavutasi nella resistenza, sedotta dal nuovo, giunta alle porte del secondo millennio senza avere risolto i nodi della sua ricerca di identità.
Siamo noi gli italiani che si dimenano alla ricerca di un senso, che bollono in piccole invidie e ambizioni, che cercano l’amore , che rinunciano ai sogni.
Fino a che, vedendoci vivere nell’incedere della narrazione, ci ritroviamo di nuovo dove tutto era cominciato, innanzi al santuario di Civita Turrita.
Questa volta, ed è l’epilogo, non è un giorno di festa, non si spandono esalazioni di incenso, e nessuna donna ha indossato l’abito della domenica. Il Santuario dell’Immacolata non è più il centro della vita comune. Spopolato, ridotto in polvere, lasciato all’incuria e all’indifferenza dei fedeli, assurge a metafora dell’allontanamento dell’uomo moderno dalla fede e dalla semplicità del passato.
Sulla soglia del nuovo tempo nessun coro di angeli leverà al cielo i notturni gioiosi, le laudi, le preci divinatorie. Nessun coro preparerà con sollecitudine i nuovi canti.
Oscuro, menzognero, tutto sedotto dalle nuove estasi, il male fa capolino dalle macerie.
In lontananza, le parole straniere del papa polacco, il suo appello alla pace non sembrano che uno dei tanti rumori del mondo, l’ultimo rantolante sospiro prima della fine.
Cari amici, come ho scritto sul post sono molto lieto di organizzare questo dibattito online incentrato sul romanzo di Carlo Pedini, “La sesta stagione” (Cavallo di Ferro): uno dei dodici libri finalisti dell’edizione 2012 del Premio Strega.
Si tratta di un romanzo corposo, ambizioso, a largo respiro, che racconta le vicende di tanti personaggi sullo sfondo della Storia italiana del ventesimo secolo.
Lo recensisce, in esclusiva per Letteratitudine, Simona Lo Iacono, la quale è anche l’organizzatrice e la curatrice di un’iniziativa culturale che avrà luogo a Siracusa il 30 giugno, intitolata “Parole sotto le stelle: tra pittura, musica e sogni”…
http://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/06/25/parole-sotto-le-stelle/
Un evento – questo organizzato da Simona – basato sulla contaminazione artistica che vedrà come protagonisti (tra parole, pittura, musiche e sogni) lo stesso Carlo Pedini con “La sesta stagione” e la scrittrice (nonché editrice di Cavallo di Ferro) Romana Petri con il suo romanzo “Tutta la vita” edito da Longanesi (ho già avuto modo di incontrare Romana Petri, in merito a questo libro, nell’ambito della puntata radiofonica di “Letteratitudine in Fm” andata in onda il 15 aprile 2011): http://letteratitudineradio.wordpress.com/2011/04/15/romana-petri-tutta-la-vita/
Sul post, come avrete notato, c’è un video promozionale dell’evento…
Siete tutti invitati a partecipare alla discussione, incentrata su “La sesta stagione” e sui temi attinenti al romanzo (in primis: la Storia).
Ecco alcune domande pensate insieme a Simona (che mi aiuterà ad animare il dibattito)…
1. Le stagioni della vita e le stagioni della storia. Quanto interferiscono?
2. Elsa Morante definiva la Storia “il grande scandalo”. Siete d’accordo?
3. Siamo più vittime o artefici della storia?
4. Se siamo arrivati alla quinta stagione…. cosa ci riserverà, a vostro avviso, la sesta?
Lascio subito la parola a Simona alla quale chiedo di fornirci qualche altro dettaglio e altre informazioni riguardanti l’evento del 30 giugno…
Come procede l’organizzazione, Simo?
Dicci qualcosa in più, se puoi… 😉
Naturalmente anticipo il benvenuto anche a Carlo Pedini, che – appena possibile – parteciperà alla discussione…
Caro Massi
grazie di cuore per questo spazio!
E sì…il 30 giugno sarà una grande festa, dedicata alla contaminazione tra varie arti…
Intanto due parole sul luogo che ci ospiterà…
La chiesa di san Giovannello alla Giudecca sorge nel cuore del centro storico di Siracusa e, in particolare, nell’antico ghetto ebraico.
E’ edificata sulle spoglie dell’antica sinagoga, abbandonata dagli ebrei nel 1492 quando furono espulsi dalla Sicilia.
In quell’abbandono doloroso, in quel viaggio nelle braccia della storia, gli ebrei siglarono uno dei tanti episodi che li avrebbe visti esuli, errabondi, in eterna ricerca della terra promessa.
Mi è quindi sembrato che nessun luogo come questo potesse narrare l’intreccio tra uomo e storia…il tema di entrambi i romanzi che presenterò sabato 30.
La chiesa di san Giovannello, poi, è a cielo aperto.
Il suo tetto è di stelle.
Entrando si ha l’impressione di una maestosa commistione tra opera umana e naturale, a un intreccio di pietra e luce.
Anche per questo ho pensato che fosse il teatro più adatto per una contaminazione tra arti.
Nessun luogo più di questo, infatti, si presta a fungere da interno e da esterno, chiuso e aperto, reale e surreale.
Nè alcuno scenario porta incise in sè maggiori contaminazioni tra razze, lingue, eredità.
Sarà infatti una serata dedicata alla mescolanza, alla felice unione di note, parole, immagini.
L’idea è nata proprio leggendo il romanzo di Carlo Pedini.
Una narrazione complessa come uno spartito musicale, polifonica, a partiture multiformi.
Un romanzo ma anche una struttura simile a una grandiosa opera corale.
Non a caso, Carlo Pedini è un importantissimo compositore.
Ecco qualche nota biografica su CARLO PEDINI:
***
Nel 1993 la RAI gli ha commissionato l’Oratorio drammatico Il Mistero Jacopone, realizzato nello stesso anno presso l’Auditorium di Torino dall’Orchestra Sinfonica della RAI; il lavoro è stato inciso su compact disc nel 1995 dalla casa discografica Quadrivium.
Per il teatro ha composto le opere Rabarbaro rabarbaro (1987, Teatro La Nuova Fenice di Osimo, direttore Daniele Gatti, regia di Pippo Baudo e Beppe Macri), Orfeo in città (1996, Festival di Ferentino), Un giorno qualunque (2000, Teatro La Nuova Fenice di Osimo) e il melologo su testo di Giorgio Pressburger La Pietra (2007, Spoleto Teatro Sperimentale).
Nel 2000 coordina e partecipa alla composizione della Missa Solemnis Resurrectionis, scritta a più mani con i compositori Marco Betta, Fabrizio De Rossi Re, Carlo Galante, Giovanni Sollima, Giampaolo Testoni, Marco Tutino e Paolo Ugoletti ed eseguita per la prima volta in Campidoglio a Roma, in occasione del Giubileo.
Nel 2004 la Fondazione Arena di Verona gli commissiona la scena di balletto “Il Perugino”, eseguita al Teatro Filarmonico dall’Orchestra e dal Corpo di Ballo dell’Arena con la coreografia di Maria Grazia Garofoli e la direzione di David Coleman.
E allora mi sono detta che un viaggio è fatto di molti ingredienti.
Di parole, di suggestioni, di suoni, di immagini.
Racconterò le storie di questi libri così: attingendo a tutto ciò che potrà dar loro suono,colore, fiato, sensi.
E dunque ogni pagina sarà legata a un tema musicale. E durante ogni fase della presentazione emergeranno dalla tela i personaggi dei libri…
Ottimo, cara socia!
Molto suggestive, le notizie che ci dài…
Ovviamente giorno 30 ci sarò anch’io!
La grande protagonista sarà LA STORIA.
La storia che nel libro di Pedini corre dolorosa dagli anni trenta agli ottanta del novecento.
E che nel bellissimo romanzo di Romana Petri si snoda dalla resistenza partigiana alle calde terre del sud america…
La storia che, infine, tutti ci riguarda. Che ci tradisce e ci ammalia, che promette, smarrisce, domina.
La storia che non si fa decifrare che a cose fatte, e anche allora ci travolge come una madre senza progenitori.
“Parole sotto le stelle: tra pittura, musica e sogni” sarà di certo un successo.
Intanto, godiamoci questo dibattito.
Ciao, caro Socia! Ti auguro una splendida notte.
E una splendida notte a tutti gli amici di Letteratitudine…
…Ma …non è tutto.
E naturalmente non posso svelare ogni particolare!
Vi aspetto sabato prossimo!
Questa settimana, però, avremo modo di iniziare a conoscere i libri, gli autori, i personaggi…
ciao Massi!
ci siamo incrociati, socio.
Vai a nanna!
Buona notte a tutti!!!
A domani!
Buondì e ben levato mio caro dottor Maugeri!
E buondì a lei, dottoressa Lo Iacono!
Complimenti a entrambi! Per il video che bevvi d’un fiato, per gli accostamenti fantasiosi. E per questo tema “LA STORIA”, che è tra i miei preferiti.
Non ve ne avrete a male, allora, se volgerò qualcuna delle mie solite riflessioni….
Anche perchè mi premerebbe fare alcune domande ai due autori.
Pedini esordisce magnificamente e dunque non lo conoscevo.
Ma della Signora Petri lessi anni or sono un romanzo che non ebbi a dimenticare mai più, che tenni tra le cose più care. Mi fu consigliato allora da un mio ex studente trapiantato a Roma. “Lo legga,mi disse, professore. A Roma in questi giorni è un fermento per questo romanzo”.
Aveva ragione.
Prima di tutto …mi piacque assai quella domanda sulla Morante che definiva “La storia” il grande scandalo.
E posso dire che sì. Sono d’accordo.
Come Elsa Morante penso anche io che la storia sia stata un eccidio di innocenti, e che abbia colpito soprattutto coloro che non sanno la storia, ma la subiscono. È la storia di oggi che, a distanza di tanti anni , colpisce ancora chi è disarmato, chi si trova di spalle.
Ma anche quando la storia la fanno i sognatori, come nei romanzi di Romana Petri, la violenza è più luttuosa del sogno.
Ne deriva morte, tradimento, una resistenza che non è mai solo fare la storia, ma anche subirla, venendo torturati negli amori più profondi, nelle gole abissali del proprio essere.
Cara Signora Petri,
in questo suo nuovo romanzo, invece, intreccia storia e amore, storia e morte. Non lessi ancora il libro, ma dalle sue interviste in rete vedo che la sua protagonista, Alcina (meraviglioso nome, cara Romana), approda all’amore dopo la morte.
Che intreccio c’è, allora tra fine della vita e inizio di essa?
Forse l’amore può sanare le ferite della storia?
Caro sig. Pedini, perchè questa visuale così particolare nel suo romanzo?
Come mai la nostra storia viene narrata dall’occhio di tre seminaristi?
Mi parve insolito e bellissimo.
Il seminario come luogo dal quale spiare l’evolversi delle vicende, ma anche – credo – come luogo simbolo di quelle vicende.
Che ne dice?
E ora buona mattina a tutti.
Non dico che un vecchio ottuagenario come me possa permettersi il sole e la spiaggia della playa di Catania, no. Squaglierei di certo con quel poco di respiro che mi resta.
Ma due passi, sì. Ancora per poco la canicola mi risparmierà le sue tumbulate (ergo: batoste).
E perdonate quel poco di siculo che non riesco davvero a dissimulare.
Ma si sa, le vecchie abitudini sono difficili a morire.
Mi abbia suo, buon Maugeri
Professor Emilio
Ci sarò a Siracusa!
Anticipo quindi a Carlo Pedini una domanda e una curiosità: Come mai, caro Carlo, questo esordio in narrativa? Leggo un meraviglioso curriculum da compositore (e tra i più bravi!).
Aveva bisogno anche di un altro mezzo espressivo?
La abbraccerò questo sabato!
Anche io sarò presente alla serata di sabato. La dottoressa Lo Iacono mi aveva già caldamente consigliato i due libri e ho già iniziato quello di Carlo Pedini.
Mi ha colpito la storia di Enea Mancini, caro Sig. Pedini. La sua scelta di lasciare l’abito monacale e la conseguente emarginazione.
Ne ho provato pietà, a dire il vero, perchè emerge chiaramente dal romanzo che la vocazione di Enea sarebbe stata sincera da laico, mentre la strada sacerdotale gli viene imposta.
Ci sono molti carteggi interessanti nel romanzo proprio su questa questione.
Che ricerche ha fatto? Intravedo infatti una corposa attività di studio dietro questo libro. Non sbaglio, vero?
Le faccio i miei complimenti più cari e attendo di vederla Sabato.
Vittoria
Bello il paragone con la Morante, che amo moltissimo.
E attualissimo.
La Morante, quando scrisse “La storia”, era molto provata, molto addolorata, molto esasperata da quello che succedeva nel mondo. Come ogni grande artista era lungimirante e aveva capito che la storia colpisce soprattutto gli innocenti, quelli che la subiscono. E a loro si voleva rivolgere. La Morante diceva espressamente : “Io non ho voluto scrivere un romanzo. Io ho voluto fare un’azione politica. Il mio romanzo è un’azione politica”.
È un grido, un grido forte, un grido esasperato, l’urlo dell’artista, con una capacità di ascolto e di risonanza maggiore ad altri urli.
Credo che questo urlo sia utile anche oggi.
E quindi ho due domande per gli autori:
ROMANA PETRI:
La storia, nel suo romanzo, è subìta? E’ avversata? O è creata dai suoi personaggi?
A CARLO PEDINI:
Il fatto che la storia nel romanzo sia osservata da una postazione “autorevole”, quella di un seminario, cosa ci fa capire?
Che la storia dell’Italia è anche la storia della Chiesa?
In ogni caso mi complimento moltissimo.
E’ una prospettiva così originale e così attuale da lasciare senza fiato.
Complimenti a tutti!
Ciao, sono Evelina! Io e la mia classe ci saremo questo Sabato! La dottoressa Lo Iacono ci ha fatto sapere che gradisce la partecipazione di noi ragazzi.
Inoltre Corrado Neri, il cantante che suonerà e canterà è un nostro coetaneo!
Ciao! In bocca al lupo Corrado!!!!
Non c’è parola, in nessun linguaggio umano, capace di consolare le cavie che non sanno il perché della loro morte. (da: un sopravvissuto di Hiroshima)
Con questa citazione si apre il romanzo di Elsa Morante pubblicato nel 1974, il cui breve titolo in sé già racconta il senso di tutto il libro, nel suo doppio, intrinseco, universale significato.
La trama è in fondo semplice.
Ida è una maestra elementare, fragile e provata, che tenterà tutto il tempo di nascondere le proprie origini ebraiche per paura della deportazione.
ma in questa fuga di Ida dalla storia, nella sua protezione disperata verso …Useppe, pure nato da una violenza subìta da un tedesco, c’è tutto il nostro passato.
Volevo chiedere ai due autori:
In che modo l’esperienza della seconda guerra mondiale attraversa i vostri romanzi?
Che valore date a questo evento epocale?
grazie, vi seguo.
Carissimi amici
un saluto al volo prima di tornare a lavoro!
Grazie per i vostri commenti!
Aspettiamo l’arrivo dei nostri ospiti in modo che possano rispondere alle tante osservazioni e domande!
Frattanto qualche breve nota sugli artisti coinvolti nella serata del 30 giugno.
Il compito di seguire le parole dei libri con la musica è affidato a CORRADO NERI:
Giovanissimo, appena diciottenne (classe 1994), Corrado Neri ha già al suo attivo numerosissime esperienze e riconoscimenti artistici. Vincitore del premio “miglior talento teatro lab 2010”(all’attenzione del famoso regista Daniele Franci), è stato finalista (sotto il giudizio di Simona Ventura, Morgan, Alisia ed Elio) del boot camp di “X Factor”.Nell’Ottobre 2011 ha preso parte all’accademia Sanremese denominata “Area Sanremo”,e attualmente conduce studi classici presso il conservatorio Vincenzo Bellini di Catania.
Invece, il bravissimo artista che farà emergere dalla tela i personaggi dei libri in estemporanea è DANIELE CARRUBBA.
Maestro D’Arte in Decorazione Pittorica,ha conseguito il diploma di Maturità D’Arte Applicata. Mostre, estemporanee e workshop documentabili in catalogazioni lo accompagnano sino all’Accademia delle Belle Arti “Fidia” ove acquisisce il diploma di laurea indirizzo Pittura.Nel 2010 frequenta il Biennio Specialistico presso l’accademia Lorenzo da Viterbo (Roma) ove consegue la summa cum laude.
La pittura non osa vincolare il suo percorso e nascono collaborazioni teatrali con Manuel Giliberti per la produzione “Turandot” del 2009, nel campo editoriale illustra le pubblicazioni di Annamaria Piccione e le Tragedie Greche, arrivate alla sesta edizione, rivedute e corrette per un pubblico giovane commissionate dall’istituto Nazionale del Dramma Antico, in veste scenografica realizza svariati fondali per il teatro Vasquez di Siracusa, l’incursione nel mondo poetico gli vale la prima classificazione al concorso “Carlo Labisi”, organizzato dall’associazione Kalon-Catania. Attualmente è l’illustratore ufficiale del Festival della Cultura per ragazzi “Volalibro” organizzata e promossa dal comune di Noto.
…e dunque, non vi resta che venire a conoscerli!
A più tardi!
Io ho letto “Tutta la vita” di Romana Petri.
E ha una dimensione sovranazionale, perchè ci porta dall’Italia all’Argentina.
Però attraverso i pensieri di Alcina, i suoi morti che non danno tregua, la sua idea che dimenticarli, i morti, è come non concedergli asilo ed esistenza, non si ha l’impressione di essere sradicati dalla nostra terra.
Sembra che la sua terra Alcina se la sia portata anche in Argentina.
Chiedo allora a Romana Petri che ruolo c’è tra memoria ed esistenza, tra memoria e storia.
Un caro saluto alla dottoressa Lo Iacono, della quale ho accolto il gentile invito a presenziare sabato prossimo.
Io ho iniziato “La sesta Stagione”.
Mi ha impressionata il simbolo della cattedrale di Civita Turrita. Mi ha come inquietata questo simbolo forte di potere e decadenza.
Chiedo a Carlo Pedini che ruolo abbia questa cattedrale nel romanzo. Sembra anch’essa un personaggio.
Felice mattina a tutti!
E’ la prima volta che intervengo ma questa discussione è per me molto importante perchè compongo musica da qualche anno e sono divorato contemporaneamente dalla passione per i libri.
Comprendo quindi che Caqrlo Pedini abbia voluto misurarsi anche con la parola.
Musica e parola hanno in comune il ritmo, la metrica, il potere di svelare un destino.
E poi comporre è come scrivere. Una struttura narrativa è anche la composizione, perchè deve comunicare.
In qualche recensione ho letto che Pedini si è ispirato a Thomas Mann nella elaborazione di questo grandioso romanzo.
Quali sono gli elementi comuni?
dico, qui non c’e’ ma il tempo di distrarsi. nuovo post con valanga di commenti.
lasciate che legga tutto, miei infaticabili prodi. poi interverrò.
Buongiorno a tutti. Questo dibattito è partito a razzo. Non ho ancora fatto in tempo a leggere tutti i commenti, ma provo subito a rispondere alle domande.
1. Le stagioni della vita e le stagioni della storia. Quanto interferiscono?
Interferiscono inevitabilmente ed in maniera reciproca. E’ ovvio che i grandi eventi della Storia hanno ripercussioni su ciascuno di noi e sulle nostre vite. Ma è vero anche l’incontrario, anche se a prima vista la relazione può sembrare meno immediata. Altre volte proprio su questo blog abbiamo parlato di “effetto farfalla”. Ecco. Ogni nostra azione per quanto apparentemente piccola ha ripercussioni nel nostro sistema di relazione con gli altri. Le nostre piccole azioni, e scelte, messe insieme, possono influenzare la Storia. Fanno la Storia.
2. Elsa Morante definiva la Storia “il grande scandalo”. Siete d’accordo?
Questa provocazione della Morante è vera. Molto spesso la Storia è menzognera e dunque scandalosa. Molto spesso la Storia viene raccontata in maniera non del tutto imparziale.
3. Siamo più vittime o artefici della storia?
Entrambe le cose, ma dipende molto dalla prospettiva. Se la prospettiva è individuale, cioè valutata da un singolo individuo, è più facile sentirsi vittime. Se, viceversa, la prospettiva si allarga e comprende gruppi di persone, o addirittura interi popoli, è più facile immaginare di essere artefici della storia.
4. Se siamo arrivati alla quinta stagione… cosa ci riserverà, a vostro avviso, la sesta?
Non lo so. Forse le stagioni sono cicliche. E’ questa, fondo, la loro natura. Finito il ciclo, si ricomincia da capo. Magari con forme esteriori mutate, dovute ai cambiamenti sociali e tecnologici. Ma prima o poi si ricomincia. Forse la storia non è altro che un grande elastico. O una giostra.
Mi dispiace non poter partecipare all’evento di Siracusa, ma come qualcuno di voi sa, abito nel profondo Nord. Però faccio tanti complimenti a Simona, in gamba come sempre.
Molto bello il video. Sbaglio o Letteratitudine si sta buttando anche sul versante dei video autoprodotti? Lo chiedo a Massimo.
Infine ne approfitto per salutare Carlo Pedini e Romana Petri.
Romana Petri l’avevo già ascoltata nel programma radio di Massimo ed ho letto “Tutta la vita”, romanzo bellissimo : una bella storia, scritta in maniera superlativa.
Di recente ho acquistato “Ovunque io sia”, sempre della Petri, con il marchio BEAT. Sarà la mia lettura dell’estate.
Conto di leggere anche il romanzo di Pedini.
Messi insieme “La sesta stagione” e “Ovunque io sia” pareggiano il numero di pagine di “Guerra e pace”, o giù di lì. Insomma, farò il pieno per l’estate.
Ciao, a tutti.
bello, davvero bello. un video incantevole. conosco san giovannello alla giudecca a siracusa, con gli amici, qualche anno fa siamo rimasti incantati.
sulla storia convengo con la grande elsa morante che dovrebbe essere riletta e riscoperta.« Uno scandalo che dura da diecimila anni. » questo è il sottotitolo di copertina della prima edizione.
Ciao a tutti. Per il momento vi lascio alcune frasi. Poi, magari, torno per scrivere altro.
Intanto, ecco qua….
La storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
E poi ti dicono “Tutti sono uguali,
tutti rubano alla stessa maniera”.
Ma è solo un modo per convincerti a restare chiuso dentro casa quando viene la sera.
Però la storia non si ferma davvero davanti a un portone,
la storia entra dentro le stanze, le brucia,
la storia dà torto e dà ragione.
La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere,
siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere.
E poi la gente, (perchè è la gente che fa la storia)
quando si tratta di scegliere e di andare,
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti,
che sanno benissimo cosa fare.
Quelli che hanno letto milioni di libri
e quelli che non sanno nemmeno parlare,
ed è per questo che la storia dà i brividi,
perchè nessuno la può fermare.
La storia siamo noi, siamo noi padri e figli,
siamo noi, bella ciao, che partiamo.
La storia non ha nascondigli,
la storia non passa la mano.
La storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano.
Di chi sono questi versi? Li conoscete?
Vabbè, torno dopo, forse domani.
Complimenti a Carlo Pedini ed a Romana Petri per le loro Storie.
vale… così non vale. troppo facile.
de gregori lo conosciamo tutti.
Eccomi qui! Saluto tutti!
Cercherò di rispondere a tutte le vostre domande!
Al professor Emilio:
La risposta alla sua domanda la da’ la signora Renata Mangiagli che pone lo stesso interrogativo e scrive “la storia dell’Italia è anche la storia della Chiesa”!
La storia della Chiesa si riflette sempre sia in senso positivo che negativo (come negli ultimi 50 anni) nelle vicende italiane.
Per Claudia e per Alessio Francamarina:
L’idea di scrivere un romanzo nasceva dall’intento di replicare con questo mezzo espressivo le metodologie compositive musicali. In musica viene sempre adottata una forma esteriore e viene poi riempita di contenuti, ovvero di note.
Per il romanzo io ho preso come forma esteriore i Buddenbrok di Thomas Mann e ne ho sostituito i contenuti, quindi i personaggi e l’ambientazione, con altri personaggi e un’altra ambientazione, rimanendo perfettamente fedele al modello di riferimento che potrebbe essere letto simultaneamente ritrovando talvolta anche le stesse parole.
Per Vittoria:
Il personaggio di Enea Mancini è all’ottanta per cento un personaggio reale, e tutti i documenti sono documenti veri riferiti a questo signore. L’unica differenza è che non abitava a Bologna ma a Firenze e non faceva il professore ma l’avvocato.
Tutto il resto è una storia vera.
A Stefano:
Nel romanzo la seconda guerra mondiale fa da spartiacque, divide il romanzo in una prima parte e in una seconda che sono simbolicamente rappresentate dagli ultimi due vescovi della diocesi immaginaria. Quindi ha il valore della caduta di tutti gli ideali che si era costruito il primo vescovo che era un nazionalista e un fascista.
Per Gioia:
E’ proprio così! Il santuario è un personaggio che ricorre in tutto il romanzo ed è il simbolo più evidente della caduta degli ideali che erano incarnati dal primo vescovo e fondati su una Chiesa vista come luogo di potere e non come luogo spirituale.
Buona serata a tutti! Sono molto felice dei vostri interessantissimi commenti che gettano una luce davvero profonda sull”opera di Carlo Pedini e Romana Petri!
Ho sentito Carlo Pedini al telefono poco fa!
Una persona garbatissima che sarà una vera gioia presentare!
E’ vero quanto è emerso nel corso del dibattito.
Non solo la storia, ma anche il santuario di Civita Turrita sono veri e corposi personaggi, la cui vita palpita degli stessi passaggi degli uomini, delle identiche stagioni.
D’altra parte la vera letteratura da’ anima alle cose, alle epoche, personizza gli animali, imbestialisce gli uomini, caratterizza l’aria e il vento.
E’ insomma il luogo privilegiato dei sogni, ma sogni che attingono al sangue, alla materia, alla stessa radice di ogni esistenza.
Mi piace molto questa cura di Carlo Pedini alla forma. Non perchè essa sia vuoto contenitore, ma perchè è dalla forma che la sostanza riesce a comunicare.
La forma è sostanza, recitava sempre il mio professore di diritto romano.
Ai tempi dell’università pensavo che non fossero che antiche credenze.Adesso che la parola mi visita e mi esibisce le sue rigorose regole, so che è vero.
Molto commossi anche i riferimenti a Elsa Morante.
Ho sempre creduto con lei che la storia sia cosa di pochissimi, che il potere si giochi tra sparuti privilegiati.
Tutto il resto non è che lamento degli ultimi, che la letteratura ha il dovere di raccogliere umilmente.
Belle poi le risposte di Carlo. La sua attenzione alla storia della nostra Italia. Quella consapevolezza di uno spartiacque dato dalla seconda grande guerra.
Un dolore che nessuno di noi dovrebbe dimenticare.
Caro Carlo, quanto tempo ha impiegato per la stesura dell’opera?
In che modo ha raccolto tutte le corpose informazioni che costellano la narrazione?
Infine un pensiero alla carissima Romana.
Cara Romana, anche nel tuo romanzo la Storia definisce il destino dei personaggi, lo delimita, lo condiziona.
Alcina, ad esempio, è donna dalle mille ombre, che vive con un seguito di fantasmi amatissimi che non intende dimenticare, pena la sensazione che essi non siano mai nati.
La storia, quindi. ma anche il coraggio di chi ad essa non intende sacrificare le anime di chi ci ha preceduto.
La letteratura può essere un antidoto alla storia?
E l’ultimo ringraziamento è per il mio caro socio, per la sua sensibilità di grande scrittore.
Caro Massi, grazie per questo spazio che generosamente metti a disposizione di tutti e per il tuo talento visionario.
Questo blog è così bello perchè tu lo hai immaginato.
E una felice notte a Carlo, che questa sera già riposa sotto il tetto stellato della mia Siracusa, e a Romana, dalle valigie sempre piene, che si affretta a fare e disfare tra una parte e l’altra d’Europa.
Grazie per le storie che ci avete regalato.
Buona notte a tutti! Vivi, ombre, esistenti e immaginati! A domani!
Carissima Simo,
grazie per i tuoi interventi, per gli ottimi spunti e per il modo con cui stai animando questo bellissimo dibattito.
Una splendida notte a te!
Un caloroso saluto di benvenuto a Carlo Pedini, che conto di incontrare personalmente a Siracusa, giorno 30.
Chiedo a Carlo Pedini (se possibile e se gli va) di raccontarci la sua esperienza allo Strega.
Ne approfitto per salutare e ringraziare tutti gli intervenuti, a partire dal sempre grande prof. Emilio. Sempre grazie, caro prof.
E saluti e ringraziamenti anche per: Claudia, Vittoria Santuccio (benvenute a Letteratitudine!), Renata Mangiagli, Evelina, Stefano, Tonio (benvenuto a Letteratitudine!), Gioia…
E ancora saluti e ringraziamenti a: Alessio Francamarina (benvenuto a Letteratitudine!), Giamo Tessani, Amelia Corsi, Vale, terzo anno di lettere moderne.
Grazie a tutti. E a tutti voi, una serena notte!
buon giorno a tutti!
Mi incuriosice tanto l’esperienza artistica di Carlo Pedini, a livello musicale e letterario.
Caro Carlo, più sopra lei dice di essersi ispirato ai Buddenbrok. Ma qual è il motivo per il quale ha preso a modello di riferimento proprio questo libro di Thomas Mann?
C’è qualche legame tra questo romanzo e la sua concezione attuale della letteratura?
Salve! Vi seguo con interesse!
Volevo chiedere a Carlo Pedini di definire il carattere dei tre seminaristi. In cosa si differenziano l’uno dall’altro?
E i due vescovi? Rappresentano anche due Italie, quella del prima e quella del dopo la grande guerra.
Ma questa differenza storica e di prospettiva coincide anche con una rivoluzione del costume?
Grazie! Continuo a seguirvi!
Grazie della gentile risposta, Carlo.
Allora se ho capito bene la letteratura è un altro modo, per lei…per fare musica!
Mi faccia sapere, sono davvero curioso!
Molti complimenti
Buon giorno a tutti!
Grazie per le nuove suggestioni seminate in questo inizio di mattina!
Come dicevo ieri Carlo è già a Siracusa…perdonerete quindi una domanda fuori post…
Carissimo Carlo che ne pensa della mia bellissima città? Sta trascorrendo giornate piacevoli?
E poi ancora una riflessione sul romanzo.
Carlo Carlo, vuol spiegarci il motivo di questo titolo? Perchè la sesta stagione?
Buon lavoro! Io corro alle mie carte e ai miei processi!
A dopo!
Che bella idea quella di creare un ponte tra le varie arti! Sarà una presentazione inusuale, quella del 30 giugno a Siracusa!
In fondo ricalca ciò che ha fatto Pedini nella sua duplice veste di musicista e letterato.
Ma come mai un esordio adesso, caro Pedini? Ci racconti di lei. La passione per la letteratura è un’esperienza recente?
dunque, l’ho trovato a catania, il libro di pedini, e anche quello della petri, col cane nella copertina. dunque c’è anche un cane in “tutta la vita”?
adoro gli animali in letteratura a partire da bendicò di tomasi di lampedusa per finire allo scarafaggio di kafka.
chiedo a pedini di raccontarci di questa civita turrita. ma che paese è? o è la somma e la sintesi di tutti i paesi di provincia italiani?
Leggo che l’ambientazione è in Toscana. Ne sono feloce perchè io sono di San Gimignano.
Perchè proprio la Toscana come punto di osservazione, caro Pedini? I suoi personaggi parlano allora in toscano?
O è perchè tra tutte le lingue, come insegna il Manzoni, la toscana è la più italiana e si presta meglio a indicare tutte le realtà possibili?
oppsssssssssssss
ho scritto feloce…volevo dire “NE SONO FELICE”!!!
Complimenti! Bel post!
Infiniti auguri ai due autori!
Ma perchè nella recensione della dottoressa Lo Iacono si avverte, nel finale, un epilogo amaro? La sesta stagione è forse l’ultima?
E ancora: caro Pedini, sembrerebbe che il romanzo abbia una conformazione circolare. Tutto inizia nel santuario e tutto si chiude lì.
Ma ciò che all’inizio era una felice edificazione, alla fine è segnato dalla distruzione.
Corsi e risorsi storici? Visione circolare del destino?
Infiniti auguri per ogni sua attività.
Ho visto il suo sito e le importanti manifestazioni musicali che la hanno riguardata.
Complimenti!
Ciao, Massimo. Ciao, amici di Letteratitudine. Non mi faccio vedere da un po’, lo so. Mi scuso. La mia assenza è stata dovuta ad una serie di problemi che non vi sto a raccontare.
Molto bello questo post. Mi interessano i riferimenti alla grande Storia. Non ho letto il libro di Carlo Pedini, ma mi invoglia molto. Mi sembra una di quelle letture di una volta, da grande romanzo del Novecento, sia per quanto riguarda i temi sia per i contenuti.
Intanto rispondo alle domande.
1. Le stagioni della vita e le stagioni della storia. Quanto interferiscono?
Difficile rispondere. Però non sono molto d’accordo con Amelia Corsi. Personalmente non credo a questa specie di reciprocità tra la Storia con la “s” maiuscola e le piccole storie individuali. Da questo punto di vista, forse, quello del cosiddetto “effetto farfalla” è una specie di mito tutto da verificare.
2. Elsa Morante definiva la Storia “il grande scandalo”. Siete d’accordo?
Non ricordo bene i termini di riferimento di questa definizione della Morante. Però a questo punto mi verrebbe da porre un’altra domanda. Cos’è la Storia? C’è differenza tra la Storia realmente accaduta e quella raccontata? E chi è in grado di stabilire tali differenze?
3. Siamo più vittime o artefici della storia?
Siamo più vittime. Senza dubbio
4. Se siamo arrivati alla quinta stagione…. cosa ci riserverà, a vostro avviso, la sesta?
Non ho ben capito in cosa consiste, in effetti, la quinta stagione. Le stagioni non sono quattro? Chi me lo spiega?
Chiedo lumi a Massimo Maugerio a Simona Lo Iacono.
Ciao a tutti.
Intendevo: Massimo Maugeri O Simona Lo Iacono, che saluto.
Caro Marco anche io mi sono chiesta la stessa cosa!
Ma guarda un po’ questo brano tratto dal libro, che ti chiarirà il senso metaforico del titolo. Te lo posto nel successivo commento….
“Cosa ne pensate eccellenza, di tutta questa situazione?”
“Della nostra situazione o della situazione in generale?”
“Direi dell’una e dell’altra”
“Eh, don Piero. E’ arrivata la quinta stagione” mi disse mentre osservava i rami secchi degli alberi, nudi e rattrappiti.
“La quinta stagione, monsignore?”
” Aspettavamo la primavera ed è arrivata la tempesta. Lo disse Paolo VI due anni fa e nessuno capì. Non parlava di allora…stava profetizzando. E ora è arrivata la quinta stagione, quella più fredda dell’inverno più freddo, la Stagione della tempesta”
La sesta stagione quindi segue la quinta…la stagione della tempesta.
Caro Carlo Pedini, ma se la quinta stagione è quella della tempesta la sesta qual è…quella dell’uragano??????
un saluto e tantissimi complimenti per il monumentale lavoro
@Liliana
Grazie per la dritta.
Buona serata a tutti! Rispondo alle varie domande.
Alla prima (perchè il riferimento del romanzo sia proprio i Buddenbrok) è perchè questo libro è formalmente perfetto nell’esporre il tema, nell’individuare la psicologia dei personaggi, e nel suo svolgimento coincideva perfettamente con la storia che volevo raccontare.
Il secondo quesito che mi viene posto riguarda il titolo. Chiedete se la sesta stagione sia quella dell’uragano!
Preferirei non dirlo perchè il motivo è svelato proprio nell’ultimo capitolo e racchiude in sè tutto il senso della storia narrata!
L’ultima domanda riguarda il se il romanzo abbia una forma ciclica.
Dieri proprio di sì! dato che come avevo già detto il Santuario è a tutti gli effetti un personaggio del romanzo, forse il personaggio principale.
Dimenticavo Marina Sallicano!
L’esperienza della letteratura non è recente. Ho scritto racconti da ragazzo. Però è la mia prima esperienza di pubblicazione!
Quanto al tempo della stesura …mi ci sono voluti otto anni!
Quanto al perchè la storia sia ambientata in Toscana, il motivo è pratico. Mi serviva un questore che avesse operato alla fine degli anni “40 e ho trovato un personaggio reale, Antonio Pizzuto, che nel 48 era questore ad Arezzo e che poi è andato in pensione, diventando subito dopo un romanziere sperimentale.
In questa sua veste avrà un ruolo importante nel prosieguo del romanzo.
Tutto questo perchè, per quanto possibile, ho cercato di utilizzare personaggi realmente esistiti e non soltanto figure di fantasia.
Carissimo Carlo
la sto seguendo con vero interesse!
Ma dato quello che ci ha raccontato…se dovesse dare una musica a “La sesta stagione” che musica assocerebbe?
Sono curiosissima!!!
Interessante assai tutto quello che lessi in questi giorni, caro Maugeri.
E davvero mi rammarico di non avere altre gambe, chè certo non mancherei all’incontro del 30, per il piacere di salutare voi tutti e fare la conoscenza del buon Pedini.
Al quale chiederei quindi: ma qual è, infine, il rapporto con la fede di questi personaggi?
Si parla di Chiesa, si parla di profezie, si parla di Santuari….ma i personaggi di questo seminario credono? Hanno cuore per il cielo? Credono in un oltre?
O c’è l’assenza che già contamina i nostri giorni?
Glielo chiedo, caro Pedini, perchè io non faccio che riflettere sulla condizione umana, a partire dal fatto, folgorante, della resurrezione.
Mi abbia suo
e saluti al caro Maugeri
professor Emilio
Mi stavo chiedendo la stessa cosa, caro professore.
Ma ciò che vorrei anche domandare al bravissimo Pedini è: nell’evoluzione della narrazione c’è anche evoluzione dei personaggi? C’è crescita o involuzione?
carissimi amici
grazie del grande interesse che state riservando a Carlo Pedini!
Sono felice che il romanzo sia anche l’occasione per riflettere sui nostri difficili tempi, sull’esito del nostro novecento.
Credo che il romanzo risponda soprattutto alla domanda: dove stiamo andando? Cosa ci sta succedendo? Cosa accadrà?
Pedini offre una risposta che non vi anticipo per non privarvi del finale del libro.
Una risposta inquieta, matura, che non sorvola sugli errori del passato.
Caro Massi
sarebbe bello lasciare traccia delle recensioni di cui ha beneficiato questo sorprendente romanzo.
Che ne dici, socio?
A me, intanto, piace segnalarvi questa:
http://www.laprovinciadicremona.it/cultura/letture/le-novita-editoriali/carlo-pedini-la-sesta-stagione-1.179239
E poi vorrei riproporre al carissimo Carlo una domanda forse già fatta da qualcuno dei nostri attenti lettori.
Caro Carlo, vuoi parlarci delle differenze caratteriali dei vari personaggi? Dei tre seminaristi in special modo?
E ora una felicissima sera a tutti!
Su Siracusa splende il primo cielo…quello che ci ospiterà sabato sotto le stelle!
Buona notte!
Caro Simo,
grazie mille – ancora una volta – per i tuoi interventi e per il modo in cui stai coordinando la discussione.
Inserirò con piacere qualche link a recensione de “La sesta stagione”.
Come prima cosa, però, ne approfitto per salutare Carlo Pedini e per ringraziarlo per la partecipazione.
E naturalmente ne approfitto anche per ringraziare e salutare gli intervenuti di oggi: Vincenzo, Maria, Alessio Francamarina, Marina Sallicano, terzo anno lettere moderne, Olga Desideri, Loretta.
Grazie davvero per i vostri commenti e benvenuti/e a chi tra voi è intervenuto per la prima volta.
@ Marco Vinci
In effetti mi chiedevo che fine avessi fatto!:-)
Grazie per le tue risposte.
E grazie pure a Liliana, al prof. Emilio, a Gioia, a Renata Mangiagli.
(Spero di non aver dimenticato nessuno).
E ora, come mi ha chiesto Simona, qualche link…
Cominciamo con la partecipazione a “Uno Mattina” (Rai Uno) http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-a3496a51-095a-4e6d-b0ef-715b59aaf78a.html#p=
Sul “Corriere dell’Umbria” http://www.cavallodiferro.it/catalog/reviews/index.php?cmd=view&title_id=132&magazine=Il+corriere+dell%27Umbria&day=11%2F04%2F2012&img=..%2Fimages%2FSestaCorriereUmbria11.4.jpg
Su “Il Venerdì di Repubblica” http://www.cavallodiferro.it/catalog/reviews/index.php?cmd=view&title_id=132&magazine=Il+venerd%EC+di+Repubblica&day=11%2F04%2F2012&img=..%2Fimages%2FSestaVenerdi.jpg
Su “La Repubblica”b http://www.cavallodiferro.it/catalog/images/SestaRepubbPad.pdf
Su “Affari italiani” http://affaritaliani.libero.it/culturaspettacoli/allo-strega-l-esordio-fiume-di-carlo-pedini-cavallo-di-ferro260412.html
Su “La Nazione” http://www.cavallodiferro.it/catalog/reviews/index.php?cmd=view&title_id=132&magazine=La+Nazione&day=27%2F04%2F2012&img=..%2Fimages%2FSestaNazione.jpg
Domani linkerò altre recensioni…
@ Ufficio stampa Cavallo di Ferro
Vi propongo di pubblicare un estratto a vostra scelta de “La sesta stagione”. Magari potreste concordare la scelta con lo stesso Carlo Pedini.
Se siete d’accordo – e se vi fa piacere – potrei pubblicare l’estratto su “LetteratitudineNews” http://letteratitudinenews.wordpress.com/
Aspetto vostre indicazioni (anche via email).
@ Carlo Pedini
Caro Carlo, provo a riproporti la mia domanda di ieri (che forse, nella confusione dei commenti, ti è sfuggita).
Come hai vissuto l’esperienza del Premio Strega?
(Se ti va di rispondere, ovviamente…)
Chiudo qui.
A tutti, una serena notte.
Bellissima rassegna stampa!
Ma allora questi tre seminaristi sono amici o nemici, caro Pedini?
A me interessa invece Enea Mancini.
In che modo vive la sua condizione di “spretato”? E chi è la donna che lo ama?
Bravissimo Pedini!!!
E che mi dice della chiusura con le giornate della gioventù del papa Polacco?
Un segno di speranza? Una linea da seguire?
C’è salvezza?
Mi unisco all’entusiasmo generale cari amici, è per me un onore esser parte di questa meravigliosa squadra che, come la definisco, si appresta a “sinestetizzare” un momento di pura poesia. L’arte invade e straripa dalle barriere vincolanti ad opera di menti chiuse e standardizzate.
Avere il piacere e l’emozione di dar vita pittorica a storie così dense di pathos raramente è quantificabile, il giorno del debutto si avvicina e son sicuro dello spettacolare fervore che pervaderà il magico luogo destinato alla presentazione!
Un abbraccio immenso e a presto… o meglio…tra qualche ora!
Eccomi qui!
Un saluto affettuosissimo a Daniele del precedente commento, e cioè il bravissimo Daniele Carrubba che durante la presentazione di giorno 30 dipingerà in estemporanea i personaggi dei due romanzi!
Daniele è un artista di sensibilità e talento rarissimi, con una vera vocazione narrativa per la pittura.
Non solo dipingerà i personaggi ma – attraverso le immagini – narrerà le loro storie, le ambienterà e le farà rivivere non attraverso le parole, ma attraverso i colori.
Ecco il curriculum del caro Daniele Carrubba:
————
Maestro D’Arte in Decorazione Pittorica,ha conseguito il diploma di Maturità D’Arte Applicata. Mostre, estemporanee e workshop documentabili in catalogazioni lo accompagnano sino all’Accademia delle Belle Arti “Fidia” ove acquisisce il diploma di laurea indirizzo Pittura.Nel 2010 frequenta il Biennio Specialistico presso l’accademia Lorenzo da Viterbo (Roma) ove consegue la summa cum laude.
La pittura non osa vincolare il suo percorso e nascono collaborazioni teatrali con Manuel Giliberti per la produzione “Turandot” del 2009, nel campo editoriale illustra le pubblicazioni di Annamaria Piccione e le Tragedie Greche, arrivate alla sesta edizione, rivedute e corrette per un pubblico giovane commissionate dall’istituto Nazionale del Dramma Antico, in veste scenografica realizza svariati fondali per il teatro Vasquez di Siracusa, l’incursione nel mondo poetico gli vale la prima classificazione al concorso “Carlo Labisi”, organizzato dall’associazione Kalon-Catania. Attualmente è l’illustratore ufficiale del Festival della Cultura per ragazzi “Volalibro” organizzata e promossa dal comune di Noto.
Nel contempo Corrado Neri parlerà delle storie dei libri che presenteremo attraverso le note!
Ecco il curriculum del bravissimo Corrado:
_____________
Giovanissimo, appena diciottenne (classe 1994), Corrado Neri ha già al suo attivo numerosissime esperienze e riconoscimenti artistici. Vincitore del premio “miglior talento teatro lab 2010”(all’attenzione del famoso regista Daniele Franci), è stato finalista (sotto il giudizio di Simona Ventura, Morgan, Alisia ed Elio) del boot camp di “X Factor”.Nell’Ottobre 2011 ha preso parte all’accademia Sanremese denominata “Area Sanremo”,e attualmente conduce studi classici presso il conservatorio Vincenzo Bellini di Catania.
E ora torniamo al carissimo Pedini.
Questo pomeriggio alle 18,30 presso la galleria Roma, qui in Ortigia, in piazza San Giuseppe n. 2, si terrà la conferenza stampa dedicata alla presentazione dell’evento del 30 giugno!
Presenterò Pedini alla stampa, insieme a Daniele e Corrado, e spiegherò il percorso artistico che – tutti insieme – faremo il 30 giugno alla chiesa di San Giovannello!
Domani io e Pedini saremo in radio (FM ITALIA) a presentare la sesta stagione e a parlare di “Parole sotto le stelle” (ore 10,00 con il bravissimo Aldo Mantineo)
Insomma…corro a prepararmi!
Un’ultima domanda al caro Carlo: Carlo….ci parleresti di Monsignor Angelici?
prometto che dopo germania – italia (primo tempo 0-2) leggero’ i commenti in arretrato.
Grazie mille, per i loro commenti, a: Diletta, Gaetano Rufino, Evelina…
@ Daniele
Sarò ben felice di conoscerti domani sera e di assistere alla tua “produzione pittorica” in tempo reale…
Grazie per essere intervenuto.
@ Giacomo
Bella partita, eh?
Mia cara Simo,
come è andata la conferenza stampa?
E a “Fm Italia”?
Noi, comunque, ci vedremo domani.
Non sapendo se riuscirò a intervenire ulteriormente, ne approfitto per augurare a tutti un buon fine settimana!
Eccomi qui!
Ho trascorso davvero due belle giornate!
Giovedì pomeriggio conferenza stampa alla Galleria Roma!
C’erano le tv e i giornali!
Eravamo presenti io, Carlo, Daniele Carrubba e Corrado Neri! Abbiamo illustrato la serata di sabato!
A Massimo:
L’esperienza allo Strega è stata contraddittoria. Se da un lato dà una grandissima visibilità, dall’altro mi sono reso conto che i giurati non leggono tutti i libri e danno un voto in base alle proprie simpatie. Quindi il risultato finale non è senz’altro coincidente con il libro migliore.
Questo mi ha sorpreso perchè avendo molta dimestichezza con i premi musicali, sia come vincitore che come membro di giuria, posso dire che in quelle esperienze c’è una assoluta onestà di fondo.
Arrivassero anche 100 partiture vengono tutte esaminate accuratamente.
E senz’altro vince sempre il migliore.
A Simona:
Monsignor Angelici si rifà ad un personaggio realmente vissuto che ha operato a città della Pieve negli stessi anni, dalla fine degli anni venti alla fine degli anni 40. Il personaggio reale si chiamava in modo simile: Angelucci.
E’ stata realmente una figura drammatica perchè era un convintissimo fedele dell’impero del fascismo che ha visto crollare tutti i propri ideali con la tragedia della seconda guerra mondiale.
Al professor Emilio:
Praticamente tutti i personaggi del mondo ecclesiastico sono dei credenti, ma ognuno esprime la propria fede a modo suo, in modo tradizionale, progressista, radicale.
Proprio per questo vi sono due dei personaggi in forte contrasto fra di loro, tra una visione tradizionalista e una visione progressista. A un certo punto si scoprirà anche che l’araldo della visione tradizionalista in realtà è un personaggio privo di fede, ma fedele solo alla posizione di potere che è l’unico motivo per il quale ha vestito l’abito talare.
A Evelina:
Le giornate della gioventù vengono trattate nella parte conclusiva del romanzo e vengono descritte come una grande ipocrisia, dove la maggior parte dei giovani esprimono una fede solo di facciata, che si esaurisce durante i raduni con il Papa, ma il cui motivo reale è solo quello di un divertimento collettivo.
Non c’è dunque salvezza seguendo questa strada.
A Gaetano Rufino:
Il personaggio di Enea Mancini vive con disagio la sua condizione. Si fidanza con una sua ex allieva e viene in qualche modo accettato dalla famiglia di questa perchè è una famiglia di anticlericali.
Alla fine del romanzo otterrà finalmente la dispensa e potrà sposarla, ma sarà già in età avanzata.
E poi questa mattina ci ha intervistati Mimmo Contestabile presso radio FM Italia!
Anche questa una bellissima esperienza!
Nel frattempo è intervenuto Carlo!
Ciao Carlo! A domani!
E a te, caro socio, una buona notte.
Grazie per tutto questo spazio che ci hai generosamente concesso!
Ti aspetto domani a Siracusa per una serata sotto le stelle!
@ Simona e Massimo
Vi auguro una bella serata di “Parole sotto le stelle”. Sarà un sicuro successo. Vi penserò tanto.
Ovviamente, raccontateci tutto!
Tanti saluti anche a Carlo Pedini ed a Romana Petri, i due protagonisti della serata.
@ Carlo Pedini
Caro Carlo, grazie per le tue risposte. Ci vedremo più tardi!
@Simona
Cara Simo, complimenti per l’organizzazione. A più tardi, mia cara socia!
@ Amelia
Grazie, Amelia cara. Ti racconteremo tutto. Stanne certa!
Grazie a te.
Aspettiamo vostre notizie.
Che le stelle vi siano propizie.
E’ pure uscita fuori una rima non voluta. 🙂
e allora? come e’ andata?
Carissimi
è stata davvero una bellissima serata!
Davvero tante stelle su di noi, e l’abbraccio di una folla numerosissima, accarezzata dalla musica, dalle parole, dai colori, dalla pietra antica che ci cingeva …
Bravissimi i miei compagni di viaggio! Corrado che ha cantato e suonato meravigliosamente, e Daniele che ha fatto emergere dalla tela i personaggi dei due libri
E bravissimi anche Carlo e Romana che hanno alternato le loro voci alla mia, uniti dal senso della storia che passa, travolge , semina amore, ma anche morte
e poi grazie a te, Massi, che ci hai seguito con affetto infinito
Non solo ci hai intervistato per la radio….ma hai seguito tutto con la telecamera!
GRAZIE!!!!
E grazie anche a tutti gli intervenuti (quasi trecento persone), a coloro che mi hanno supportata, aiutata e incoraggiata!
Infine, un grazie alla luna che non ha smesso di occhieggiare dall’alto…
Buona notte!
Confermo che è stata una bellissima serata, come ha già scritto Simo (semplicemente perfetta nel suo ruolo di organizzatrice, presentatrice e animatrice della serata).
Un bellissimo spettacolo letterario, musicale e pittorico.
ciao socio! Ti ho visto adesso!
Bravissimi naturalmente anche Carlo Pedini e Romana Petri (li sentirete, insieme a Simona, nella prossima puntata di Letteratitudine in Fm… dove parteciperà anche Morgan Palmas per “K-Lit”: il primo festival europeo dei blog letterari).
Bravissimi anche Daniele e Corrado.
Ciao, Socia. Una splendida notte a te e a tutti gli amici di Letteratitudine!
E a tutti, buon inizio settimana (anche se è già cominciata)!
complimenti! mi sembrano davvero ottimi risultati!
Davvero bravi. Tanti complimenti anche da parte mia. Ed un plauso particolare a Simona.
Grazie mille a Giacomo e Amelia.