La nuova puntata di Letteratitudine Cinema la dedichiamo al film “La Stranezza” di Roberto Andò (2022).
La Stranezza di Roberto Andò, con Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò. Prodotto da Rai Cinema, Medusa, Tramp Limited e Bibi Film
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di Ornella Sgroi
Da giorni ho in mente La Stranezza. Un film pieno di intelligenza e poesia, in cui l’intuizione creativa si fa guizzo, scintilla, elaborazione, fino a diventare opera magistrale, inusuale e preziosa.
Pino Caruso diceva che il dramma è il comico visto di spalle. Lo citano spesso Salvo Ficarra e Valentino Picone, che Pino Caruso lo hanno avuto tra i loro maestri più cari. E La Stranezza di Andò disvela il senso di questa unità indivisibile tra comico e drammatico, che lo stesso Pirandello ha a lungo indagato. Scrivendo anche un saggio magnifico sull’umorismo.
A muovere Luigi Pirandello era la curiosità. Lo stesso è per il Pirandello di Andò incarnato con sottrazione e misura sublime da Toni Servillo, mentre ha in mente quella stranezza che nella testa del premio Nobel rimescola le suggestioni che poi daranno vita ai suoi Sei personaggi in cerca d’autore, avvertendo lo spettro inquieto che traveste la ragione di follia e la follia di ragione.
È una curiosità che scruta, indaga, osserva. Prima diffidente, forse infastidita, un po’ snob nei confronti di due becchini incontrati per caso. Poi sorpresa, stupita, affettuosa, infine ammirata per la loro inattesa passione per il teatro e l’atto creativo. È questa la curiosità con cui Pirandello guarda Onofrio (Valentino Picone) e Sebastiano (Salvo Ficarra), segue in disparte il loro creare, mettere in scena. Ne coglie l’estro, la goffaggine, la poesia. E come Pirandello guarda Onofrio e Sebastiano, così Toni Servillo guarda Salvo Ficarra e Valentino Picone. Ne (ri)conosce il talento, ne è incuriosito, poco alla volta ammaliato, sempre più ammirato. Per quella loro capacità rara di muovere i due registri, contaminarli, esaltarli. Capaci di fare ridere e subito dopo di commuovere. Con una prova d’attore che ne consacra la caratura trasversale, già disseminata lungo la loro carriera di autori e attori.
Nel processo creativo di Ficarra e Picone ci sono stata immersa a lungo per scrivere il libro sul loro cinema (È la coppia che fa il totale, HarperCollins). E vederli alle prese con la scrittura e la messa in scena, nei panni di Onofrio e Sebastiano, mi ha fatto sentire molto di loro, del loro metodo di lavoro, della loro autenticità che rende così vivi e tridimensionali i personaggi che interpretano. Imprimendo a ciascuno un’umanità commovente.
Questo gioco di teatro e metateatro, di realtà che trascende nella finzione e di finzione che trascende la realtà, assottigliando il confine tra vero e falso fino a dissolverlo, il regista Roberto Andò (autore anche della sceneggiatura insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso) lo mette in scena al cinema con quella stessa creatività sofisticata e potente cui dedica un omaggio sincero, altissimo. Guardando a un intellettuale che la foto di Luigi Pirandello la teneva sulla scrivania al posto della foto della propria famiglia. Leonardo Sciascia, maestro cui il film è dedicato.
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Ornella Sgroi (1978) è giornalista, critico cinematografico, scrittrice. Collabora con il Corriere della Sera e la trasmissione Cinematografo di Rai 1. Si occupa di cinema, cultura, spettacoli, costume, sociale. Vive tra Catania, Milano e ogni altro ovunque possibile, purché ci sia un film da vedere o una storia da raccontare. Ha pubblicato il volume: “È la coppia che fa il totale. Viaggio nel cinema di Ficarra & Picone con interviste, aneddoti e curiosità” di Ornella Sgroi (HarperCollins Italia)
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