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JIM STARLIN, padre del celeberrimo Thanos, successo planetario su carta e pellicola, parla al Press Café di LUCCA COMICS AND GAMES 2019. Il servizio del nostro inviato a Lucca, Furio Detti.
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Jim Starlin: Non ci sono supercattivi o superbuoni (tranne quando si uccide Robin)
Il papà del celeberrimo Thanos, successo planetario su carta e pellicola, parla al press café LCG2019 del suo più grande personaggio, Thanos, e delle ‘relazioni pericolose’ fra autori e major con i giganti DC e Marvel.
Furio DETTI per Letteratitudine
(Lucca, 30 ottobre 2019)
Jim Starlin, ora tornato alle etichette indipendenti, creatore di Thanos, l’iconico ‘supercattivo’ Marvel, svela la sua posizione sul bene e il male, le radici della sua riflessione su uomini, alieni, creature e potere, racconta i retroscena e soprattutto le conseguenze della morte di un personaggio con le major dei Comics: Marvel e DC. Al press cafè di Lucca Comics&Games 2019.
**Umano, superumano, disumano… come li tratta Starlin?**
Come autore e sceneggiatore alla domanda su quanto e come descriva l’umano, il superumano e l’ultraumano nelle sue storie, Starlin ribadisce che quello che realmente conta per lui sono la motivazione, i valori, le idee e i sentimenti dei personaggi. Che uno sia umano, alieno robot o qualsiasi altra cosa, queste sono tutte emozioni “umane”, riconosciute e riconoscibili. Quello che è importante è la motivazione dei personaggi e essa è comune a ogni creatura dell’universo, vera o ipotetica. “Quindi, no, per me, non è affatto un problema passare dall’umano al non-umano al sovrumano eccetera…”
**Scorsese e i “lunapark movies”**
Su Scorsese e sulla sua opinione sui film supereroistici come “dei Lunapark” Starlin incassa da pugile professionista la bordata e commenta da professionista: “Ognuno è libero di avere un’opinione. Scorsese incluso, come ognuno ha una casa o dei vestiti… Io penso che sia stata una fortuna lavorare sui film Marvel e, comunque, andrò a vedere Irishman“.
**Thanos e Warlock**
“Thanos è il mio bambino. Ovvio che ci sia affezionato, eppure non ho problemi a accettare l’intervento altrui. Quanto all’altra mia creatura, Warlock, beh a differenza di Thanos è un paranoico, con tendenze suicide. Il genere di tipo che vorresti avere a una festa, ma come persona con cui convivere… Però beh, chi non vorrebbe lavorare su un personaggio del genere?”
**La morte di Robin**
Alla domanda – Quanto pesa “uccidere il personaggio”, non vieni mai accusato di questo? – Starlin approfitta per fare luce sui meccanismi piuttosto “singolari” delle major che lavorano con gli autori: “Conoscete tutti la faccenda della morte del secondo Robin. Realisticamente parlando, ho sempre creduto che se uno del duo doveva morire quello sarebbe stato Robin. Pensateci: fra un gigante notturno che circola sulle teste dei criminali vestito di nero, e un ragazzo coperto di sgargianti colori primari… quale sarebbe il bersaglio facile, se foste dei *villain* con un revolver? [risate generali] La DC cercava oltretutto un personaggio da far morire di AIDS per sensibilizzare il pubblico su un problema assai serio e concreto. Io proposi Robin, ma scartarono l’idea; poi si pensò a Jimmy Olsen, ma abbiamo scoperto che l’attore che lo interpretava nei film con Christopher Reeve era omosessuale: idea cestinata, per ovvie ragioni! Quindi noi autori abbiamo avuto l’idea di far decidere ai lettori se il secondo Robin dovesse morire, come è poi andata, o no. La DC Comics incassava 50 cent a telefonata, e il televoto aveva decretato, sia pure con un margine non ampio, la morte del personaggio. Così io e Jim Aparo lo facemmo uccidere dal Joker. Poi però qualcuno ai piani alti della DC si accorse che di colpo migliaia di prodotti di merchandising, tantissimi dei quali erano destinati ai bambini, avrebbero avuto un morto stampato sopra… oltre a diventare invendibili. Era troppo! Quando il vertice DC comics chiese spiegazioni e pronunciò la domanda ‘Chi ne ha colpa?’ indovinate chi trovarono?” [alza la mano e tutti ridiamo di nuovo]
**Oggetti magici di sapore wagneriano e guanti universali: quanto contano le fonti?**
Alla domanda se e quanto conti la narrativa favolistica per i suoi oggetti fatidici, come il Guanto dell’Infinito e l’uso che ne fanno i suoi personaggi, Starlin replica: “Ho letto qualcosa del genere, ma da ragazzo. In realtà le mie ispirazioni in tal senso vengono non dalla favolistica o dall’immaginario wagneriano, quanto dalla filosofia, dalla psicanalisi e dalla psicologia. Sono stato un grande lettore di Carlos Castañeda. Molto viene da là.”
**Il mestiere degli altri: ti trovi deluso dalle versioni cinematografiche e per le differenze con i tuoi testi?**
“Ho creato, definito e ripreso tanti personaggi.” – continua Starlin – “ma non sono il genere di autore che va a vedere cosa ne fanno coloro che li prendono in carico dopo di me. Essenzialmente perché saremmo in due a impazzire: io farei uscire di testa chi lavora sui miei personaggi, come se sbirciassi dietro le spalle altrui; l’altro farebbe impazzire me, pensando a cosa ‘dovrebbe’ far dire o fare al mio eroe. No, meglio di no per entrambi”. “Del resto” – ha proseguito – “solo uno sciocco, sia come autore che come lettore, potrebbe aspettarsi di vedere fotocopiata su pellicola la sua storia preferita”. Sul Josh Brolin come Thanos al cinema (*Avengers Inifinity War *e *Avengers Endgame*): “Inizialmente ero perplesso sulla scelta di far interpretare Thanos da un attore, credevo fosse sufficiente un *voice over* su un pupazzo digitale; invece mi sono reso conto che il suo è un Thanos veramente convincente, penso che Thanos debba essere proprio lui, almeno sullo schermo!”
**La scena autoriale della NY anni ’70**
Con la massima ironia Starlin rievoca i tempi frizzanti della scena Seventies: “Beh la New York di quel periodo e la scena supereroistica erano ovviamente un’altra cosa, c’erano entusiasmo e partecipazione a livelli difficilmente visti, o meglio molto coinvolgenti su diversi aspetti, eravamo davvero “presi” da quello che facevamo, e poi beh… a quei tempi ci drogavamo tutti [risate]”
**Il potere e l’autorità secondo Starlin**
“Io ho studiato da ragazzo presso delle suore, ovviamente cattoliche, terribili e severe. Poi ho fatto il militare. I primi 21 anni della mia vita sono stati un confronto con il potere e una costante resistenza all’autorità. Questo credo che sia ben visibile nel mio lavoro”.
**Progetti futuri o rimpianti?**
Nessun rimpianto. “Certo, ho ancora molte idee e vorrei tornare su Thanos, ma sul futuro sono comunque tranquillo dopo aver lasciato Marvel e DC e adesso mi occupo di progetti con indipendenti”.
**LA DOMANDA DI LETTERATITUDINE**
Thanos è un supercattivo a tutto tondo, estremamente complesso e contemporaneamente ben riconoscibile come icona del “male”, ci diresti tre aggettivi che secondo te caratterizzano il *villain* dei comics?
“Non credo assolutamente in una categorizzazione manichea del genere. Thanos è la prova che ci sono anche buoni intenti nel suo modo di agire: ha salvato il mondo altrettante volte quante sono stati i tentativi che ha fatto per distruggerlo. Non esistono personaggi totalmente buoni o cattivi, ci sono solo le loro motivazioni e anche le loro contraddizioni. Il che vale per tutti noi”.
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