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JP AHONEN, disegnatore finlandese, creatore – tra gli altri – di Belzebubs, a LUCCA COMICS AND GAMES 2019. L’incontro con il nostro inviato a Lucca, Furio Detti.
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Come iniziare una carriera maledicendo se stessi
JP Ahonen, i Belzebubs, la cultura pop nel nostro aperitivo annuale a LCG2019. La novità di quest’anno è che Ahonen torna in Italia pubblicato da Edizioni BD con Belzebubs per la gioia dei metallari che amano i comics.
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Furio Detti per Letteratitudine
(Lucca, 02 novembre 2019)
Jussi-Pekka Ahonen, famoso come JP Ahonen, è l’autore del nostro aperitivo annuale a LCG2019: lo intervistiamo poco prima di pranzo e per antipasto ci gettiamo sulla comica vita “black metal” dei Belzebubs, immaginario gruppo di rockers cultisti scandinavi, il cui successo ha dato vita alla creazione di una *virtual band* seguita dai fan come un gruppo vero! L’autore è diventato famoso in tutto il mondo, esordendo anche in Italia con la graphic novel *Perkeros*, scritta a due mani con K. P. Alare: un dark fantasy anch’esso ambientato nella scena metal e condito con umorismo nero, un caratteristico stile cross-over manga disneyano e qualche funny animal. Parliamo quindi a LCG2019 con Ahonen di tutto il suo mondo e di come è nata la sua carriera, con qualche piccola rivelazione.
**LETTERATITUDINE** – Come è iniziata la tua carriera di fumettista?
**J P AHONEN** – Disegno da un bel po’ di tempo, ho sempre avuto in testa il desiderio di fare fumetti… Quando studiavo alla University of Lapland graphic design ho iniziato a scrivere lunghe storie, giusto per conto mio, essenzialmente, e ho iniziato qualche collaborazione estiva coi giornali, ma facevo roba noiosa come infografiche, mappe, grafici, semplici illustrazioni tecniche o di accompagnamento agli articoli… Continuavo a disegnare come un fumettista, ma sempre per conto mio. Qualcuno se ne accorse e quando uno dei ragazzi che lavorava ai contatti con gli artisti per il supplemento settimanale a fumetti del giornale mi chiese consiglio su una nuova striscia, quasi per scherzo mi venne in mente di dirgli: “Prendi uno dei miei, no?” Era interessato, gli mostrai qualche mio lavoro ma poi me ne pentii subito: non avevo niente di pronto che potesse reggere più di qualche uscita!!! Sono rientrato dal giornale imprecando contro me stesso: “Perché mi sono offerto? Sto gettando via questa opportunità per fare il fumettista! Devo inventarmi qualcosa!!!” Da questo caos è nato *Villimpi Pohjola*, traducibile in italiano come “Sovraesposto a nord”, un *comedy serial* che descrive la vita degli studenti universitari. Così è cominciata la mia storia di fumettista professionale, con questa opportunità e la mia mossa improvvida.
**LETT** – Così *Villimpi Pohiola* è il tuo primo fumetto e è ancora quello che sta continuando tuttora…
**JPA** – Quasi. Sì comunque sto lavorando ancora alla serie, ma conto di terminarla dopo questo anno; è durata anche troppo visto che è cominciata nel 2002, sì la sto facendo da un bel po’ di tempo…
**LETT** – Ti devo fare una confessione: il tuo lavoro che più amo è *Puskaradio*, perché mi succede quello che non accade con nessun altro autore: le strisce mi fanno sbellicare anche se non capisco, giuro, neanche una parola in finnico! Incredibilmente, anche perché è una strip molto dialogata, eppure i tuoi disegni da soli mi fanno ridere come se capissi le gag! Un successo, almeno per me, perché quando fai ridere solo col disegno e senza che si leggano le battute vuol dire che c’è tutto il talento che serve.
**JPA** – Davvero? Grazie. Ho scritto *Puskaradio* come un divertente esperimento di satira politica e di costume, per lo più legata a vicende locali. Benché non avessi alcuna esperienza nel genere prima di cominciarla. Quindi è curioso per me che possa colpire uno che non viva in Finlandia. *Puskaradio* è stata una vera sfida, ma molto appagante. Mi ha reso felice poter sapere di aver aggiunto qualcosa al genere. C’è qualche momento della serie che in particolare ti ha colpito?
**LETT** – Sì quella che raffigura Gesù in vari episodi della sua vita.
**JPA** – Fammi pensare? È quella del 2009, credo, sui rotoli del Mar Morto in cui la gag si basava su tre scenari possibili di una ipotetica vita coniugale per il Cristo?
**LETT** – Hai colpito nel segno. Buffissima.
**JPA** – Grazie ancora.
**LETT** – Hai proseguito quindi con *Suomen himisten historia*, la *Storia illustrata dei Finlandesi* una collaborazione con lo studioso e storico Teemu Keskisarja, ce ne vuoi parlare, come è stato trasformare la storia del tuo Paese in fumetti?
**JPA** – È per l’appunto una storia illustrata, di fumetto ce ne è poco, ma ho narrato a modo mio queste splendide vicende popolari, che mi appassionano molto. Sfortunatamente sono in ritardo sulla tabella di marcia, perché mi sono imbottigliato in così tanti lavori da non essere ancora riuscito a finirlo. Spero di concludere anche questo ovviamente, ma per adesso…
**LETT** – Buona fortuna.
**JPA** – Grazie.
**LETT** – Anche *Perkeros*, che è il comic che praticamente ti ha “lanciato” fuori dalla Finlandia, è una collaborazione…
**JPA** – Si tratta di una collaborazione di un mio carissimo amico, Kalle-Pekka Alare, anche lui un grafico; ci conosciamo dalle scuole elementari, per combinazione abbiamo fatto insieme il servizio militare e ci siamo persino trovati nella stessa università e tutto il resto! Una storia lunga di amicizia, che mi ricorda di un periodo in cui facevamo insieme musica, fumetti, brevi videoclip, roba del genere. Finiti gli studi avevamo il desiderio di realizzare un progetto insieme e quindi è nato *Perkeros*, qualcosa di interessante…
**LETT** – Roba tosta.
**JPA** – Oh, grazie. La storia è frutto di come ci siamo spremuti le meningi, del nostro comune interesse nei fumetti e nel metal; in effetti è qualcosa di organico, per come è nata. voleva anche aggiungere qualcosa d’altro, ma abbiamo preferito tenerlo per un altro progetto. Il risultato della nostra annosa conoscenza. Abbiamo scritto insieme e io ho disegnato.
**LETT** – Ancora due o tre domande: il tuo stile ci piace veramente tanto. C’è qualche autore a cui devi qualcosa del tuo tratto così cartoonesco ma anche insieme solidamente realistico, concreto? Noi abbiamo pensato a Walt Kelly di *Pogo* e al più recente Bill Watterson di *Calvin&Hobbes*, li conosci?
**JPA** – Su Watterson hai ragione. Per aprire una metafora metal, io aggiungerei alla formazione Steve Purcell di *Sam&Max*, il mondo dei videogame, e Jeff Smith (*Bone*). Lui è stato davvero una grande influenza per me, in particolar modo adoro il suo senso per il momento giusto, il tempismo delle azioni e delle situazioni e con dei movimenti così netti da leggere che sembrano cinematografici.
**LETT** – Pensando un po’ al mondo di *Bone*: perché anche tu inserisci dei *funny animals* nelle tue storie?
**JPA** – In *Puskaradio* l’ho fatto perché è facile descrivere le personalità in gioco, specialmente i politici o i personaggi famosi come degli animali, aggiunge un ulteriore livello alla satira, no? In *Perkeros* invece l’orso rappresentava una corrente sotterranea fantasy che non va presa troppo seriamente, ma che ci piaceva. La storia è sin dall’inizio fantastica, sopra le righe, e volevamo che restasse questa specie di intonazione favolistica in cui ogni cosa poteva accadere.
**LETT** – Metal band preferite?
**JPA** – Belzebubs.
**LETT** – Non avevamo dubbi. Vuoi parlarcene, del fumetto che poi è diventato una *virtual band*?
**JPA** – Sono nati nel 2015 da una serie di vignette che facevo per divertirmi. Poi come spesso accade la cosa ha preso forma in un progetto consistente. Strisce periodiche di vita quotidiana metallara. Piacciono e quindi, visto che mi diverto anche io [ridiamo]… sicuramente c’è la mia passione per il prog, il trash metal, ho iniziato ascoltando Megadeth, Paradise Lost, Opeth, Pantera, Moonspell, Porcupine Tree, Pain of Salvation e roba del genere…
**LETT** – Parlando di musica e cultura pop, i tuoi fumetti sono strapieni di citazioni, per esempio le tue cover di *Villimpi Pohiola* riprendono talvolta scene famose di fotografi, registi (come il film *Little miss Sunshine* di Dayton e Faris), cover di album (*Nevermind* dei Nirvana), eccetera. Quanto è importante questo materiale per te?
**JPA** – Specialmente quando ho cominciato la serie questi riferimenti erano importanti. Mi piaceva sperimentare con le scene dei film, e creare *pastiche covers* da dipinti, foto, fotogrammi o fotografie famose, come la foto di Edward Hopper che compare nella prima raccolta, autoprodotta, della serie intitolata aveva come copertina il celebre dipinto di Hopper, rivisitato, quello del diner in notturna. Oppure i dipinti di Rembrandt, la foto di Mohammed Alì…
**LETT** – È la prima volta che vieni in Italia, o no?
**JPA** – No. Sono stato in Italia più volte, specialmente a Firenze nel 2003 e 2004, è sempre splendido venire qui e considero questo paese come una seconda casa, benché non abbia imparato una parola di italiano. [ride]
**LETT** – Progetti per il futuro?
**JPA** – Voglio tornare su incarichi *freelance*, ma soprattutto seguire Belzebubs magari prevedendo un tour estivo, e diverse cose ancora, tante cose che mi terranno assai impegnato, come qualche specie di perversione che nutrivo a sedici anni, cover di album, video e altro…
**LETT** – Grazie mille per l’intervista da Letteratitudine. Buon lavoro e grandi cose.
**JPA** – Grazie a voi. Grazie.
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