Dal nostro inviato all’edizione 2018 di Lucca Comics and Games, Furio Detti.
Intervista a Marco Galli
* * *
«Sono un impuro! (come autore)»: Marco Galli ci racconta del volume per Diabolo edizioni, di noir, di western, e di altre novità al termine di cinque giorni di fuoco a Lucca Comics.
* * *
di Furio Detti
(Lucca, 04 novembre 2018) – Intervistiamo per Letteratitudine Marco Galli, autore di Èpos (Stigma), Oceania Boulevard (Coconino), character designer per “La Gatta Cenerentola” di M.A.D Entertainment, “Nella camera del Cuore si nasconde un elefante” (Coconino) e altro ancora che ci parla di noir, ispirazione e pazienza, di un volume curato per Diabolo Edizioni e dei suoi nuovi progetti dopo il periodo buio della malattia.
Furio Detti per Letteratitudine – Hai lavorato nell’ambito dei cartoni animati e come tale sei stato premiato e hai lavorato con temi del noir fra le altre cose. Ti chiediamo come autore se per te è difficile far convivere queste due esperienze, soprattutto considerata la “seriosità” del genere noir presso il pubblico.
Marco Galli – Io ho lavorato nei cartoon come art director e character design per Gatta Cenerentola della M.A.D Entertainment… naturalmente occorre capire sull’altro fronte che cosa fare del noir e della sua serietà o “seriosità” – sempre per riprendere la vostra espressione. Io penso prima di tutto a Tarantino che lo ha destrutturato oncia per oncia, o al Godard di Alphaville. Allora si tratta di capire che cosa fare di questo genere così codificato. D’altronde la serietà di un genere letterario o fumettistico è un confine molto labile; l’importante è che il prodotto sia di qualità per fattura e confezione, per il resto si può giocare veramente su tutta la linea. Anzi, io lavoro nel noir, ho fatto più di un libro a fumetti noir ma sempre giocando con la decostruzione del genere. A me interessa questo.
LETT- Che novità ci porti a Lucca 2018?
MG – Io sono qui con Diabolo Edizioni a presentare “Materia Degenere“, un volume a fumetti di cui faccio il curatore. Sono cinque racconti di autrici molto giovani formate all’accademia di Bologna (meno male!) e provenienti dall’autoproduzione. Non ho scritto i testi, ma ho fornito a queste ragazze dei racconti di genere, permettendo loro di destrutturarli. In sostanza ho fatto un editing che spero non invasivo, ho dato il feedback, e ho coordinato. Speriamo di aver offerto ai lettori un volume molto fresco, bello.
LETT – Com’è il noir al femminile?
MG – Diciamo che qua c’è un racconto noir ma anche una varietà di generi. In “Materia Degenere” abbiamo la fantascienza, il western, c’è un po’ di tutto. Non solo noir. A parte la celebre femme fatale come soggetto caratteristico, abbiamo avuto anche illustri autrici di genere…
LETT – A partire dalle sorelle Giussani di Diabolik.
MG – E una decina di altre autrici che non ricordo, dopo essere stato ‘hard boiled’ da cinque giorni di Lucca Comics… [ridiamo]
LETT – Vai tranquillo…
MG – Io credo che il noir al femminile sia molto più potente del tradizionale, pensato e scritto da maschi, guarda la regista Kathryn Bigelow. Insomma: penso che le donne siano assai più cattive e incisive nel raccontare storie forti, probabilmente perché sono anche meno inibite o condizionate da costruzioni mentali. Sono più libere di fare quello che vogliono.
LETT – Altre novità in arrivo?
MG – Al prossimo ComiCon di Napoli uscirò l’anno prossimo con il mio nuovo libro per Coconino Press, che è un western, quindi si parla sempre di genere, anche qui tratttato in modo strano, abbastanza lisergico. Sto iniziando a scrivere la sceneggiatura per un film, sempre per Mad Entertainment, non un cartoon; poi sto realizzando un Dylan Dog Color Fest interamente scritto, disegnato e colorato da me che non so quando uscirà – presumo ci vorrà un almeno anno per farlo. Poi ci sono altri progetti in arrivo…
LETT – Potendo scegliere, cosa pensi che sia meglio: lavorare come disegnatore puro, sceneggiatore puro o preferisci ancora mescolare queste esperienze?
MG – Non sono mai stato un puro… nel senso del ruolo produttivo! Mi sento autore in tutti i panni, da sceneggiatore, disegnatore, creativo o curatore. Per adesso mi è sempre capitato di scrivere e disegnare. È la prima volta per Mad che scrivo una sceneggiatura per il cinema, la affronterò, magari questa volta da scrittore puro e vediamo che succede…
LETT – Con chi vorresti lavorare a un progetto nuovo?
MG – Eh, la domanda… Sai io mi sono talmente trovato bene con tutti coloro con cui ho avuto sinora a che fare da non saperti rispondere, ho l’imbarazzo della scelta. Da Mad Entertainment in poi. Lavoro bene con quelli con cui sto lavorando, seriamente. Poi se uno deve sognare… In Italia non so, sinceramente.
LETT – Intervieni pesantemente come editor?
MG – In verità con “Materia Degenere” è stata la prima volta che ho fatto l’editor e ho cercato di lasciare più libertà possibile alle autrici. Lo scopo dell’editor è quello di fornire una direzione, correggere qua e là, ma se calca troppo la mano finisce per scrivere lui il testo, e non è bene.
LETT – Vista la bassa qualità di troppi autori esordienti capita spesso però di dover intervenire.
MG – Naturalmente non è stato il caso delle ragazze di “Materia”. Secondo me, in genere, è sempre meglio restare nell’ombra. Anche se ho un ego molto forte, cerco di trattenermi. Potendo oltretutto scegliere che progetto fare è più facile per me lavorare serenamente senza impormi.
LETT – Non farò nomi, ma un tuo collega, autore e disegnatore, mi ha confessato per telefono di avere un blocco creativo. Vogliamo provare a aiutarlo con qualche consiglio?
MG – Il blocco autoriale non mi è mai successo, fortunatamente. Però un problema molto serio di salute mi ha bloccato letteralmente per un anno, un anno e mezzo fa. Una paralisi mi ha colpito per sette mesi; è successo due anni e mezzo fa e ho attraversato quindi qualcosa di analogo, ovviamente a un ben più consistente livello fisico e materiale. Mi sto riprendendo bene. Trucchi non ne conosco, ma la malattia mi ha insegnato a saper attendere, aspettare, non accanirsi, pensare a altro, fare altro, seguire la corrente quando non sono esaurite le opzioni. Penso che questo modo di affrontare un ostacolo possa aiutare anche un autore. Certamente dover essere ligi alle scadenze è un condizionamento; io non lavoro per scadenze, quindi mi sento molto fortunato, insomma.
LETT – Ultimissima domanda suggeritaci da questa tua risposta: ti tenterebbe lavorare sul tema “corpo e racconto o fumetto”?
MG – Ho affrontato la cosa in modo non diretto durante le interviste della mia malattia – che ha colpito il corpo ma soprattutto mani e piedi… Io sostengo sempre che disegnare sia un atto fisico e mentale. Conosco autori privi di arti che sono capaci di imprese tecniche formidabili. È tutto un insieme: mente, corpo e anima! Si lavora e si racconta con tutto.
LETT – Il tuo approccio poliedrico parla da sé. Grazie a nome di Letteratitudine.
MG – Grazie a tutti voi.
* * *
* * *
LetteratitudineBlog/ LetteratitudineNews/ LetteratitudineRadio/ LetteratitudineVideo