Dal nostro inviato all’edizione 2018 di Lucca Comics and Games, Furio Detti
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Francesco, il santo della libertà. (O come liberarsi dalle catene se si è una fumettista)
“La Conversione di Francesco” di Astrid per Kleiner Flug, novità in singola 2018, dopo il volume a più mani “Dante Alighieri”
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di Furio Detti
(Lucca, 31 ottobre 2018) – Per Letteratitudine intervistiamo Astrid Lucchesi, in arte semplicemente Astrid, autrice della novità lanciata da Kleiner Flug in occasione di Lucca Comics&Games 2018: “La Conversione di Francesco”, fumetto dedicato ai primi anni di vita del Santo d’Italia.
Furio Detti per LETTERATITUDINE – Ci ha colpito, per prima cosa e per cominciare questa intervista, il netto cambio di stile, nel segno, nella colorazione, nell’impaginazione a metà della storia per raccontare la trasformazione di Francesco nel santo che diventerà. Complimenti: come ti è venuta l’idea di questo stratagemma tecnico al servizio della narrazione?
ASTRID – Il cambiamento non è stato affatto pianificato né ragionato, ma è coinciso con un cambio di stile avvenuto naturalmente nella mia evoluzione artistica a metà dell’opera. Quest’anno sono stata a un workshop a Grosseto con Enrique Fernandez, autore che mi piace molto, e che fra i tanti suggerimenti e consigli mi ha soprattutto fatto capire che i miei lavori migliori erano quelli dove io disegnavo più di getto, in maniera più spontanea. Si vede bene che nella prima parte del fumetto io seguo un tratto elaborato, colorato, chiaroscurato, ma molto controllato, studiato, forse raffinato. In realtà ottenere quel risultato mi affaticava e sentivo, sotto sotto che quello stile non mi apparteneva. Era come quando ci si incaponisce su un’idea fissa e la si persegue con ostinazione a dispetto del disagio. A un certo punto ho aperto gli occhi. Ho iniziato a disegnare come mi sentivo e come mi piaceva, in modo che potessi divertirmi di più – cosa essenziale specialmente per noi fumettisti – e potessi sentirmi più libera, naturale. Mi sono quindi ritrovata a metà libro con questo cambiamento interiore. Anche per onestà volevo iniziare a disegnare come mi sentivo più a mio agio. A quel punto il dilemma: “Come continuo la storia? Devo cambiare stile o proseguire?”.
Rileggendo la vicenda mi sono accorta che il mio cambiamento era avvenuto quando, più o meno a metà, San Francesco incontra e bacia il lebbroso. Il momento più forte della sua gioventù, il salto,lo scatto che lo porta alla trasformazione spirituale. Allora mi sono detta che era giusto che il mio segno cambiasse e riflettesse questo mutamento. Ci stava proprio il mutamento di stile, imprevisto anche per me.
LETT.- Quale è stato il tuo percorso artistico? Sappiamo che in precedenza hai realizzato a più mani “Dante Alighieri” sempre per Kleiner Flug. Come hai affrontato l’oceano sterminato dell’immaginario dantesco, prova difficilissima di narrazione per un fumettista?
ASTRID – Disegno da quando sono piccola, è sempre stata una passione. Poi ho seguito il liceo artistico ma a indirizzo musicale. Quindi ho deciso di frequentare la Scuola di Comics di Firenze. Lì ho incontrato maestri, amici, studenti e colleghi e tanti professionisti. Fra questi Alessio D’Uva, coautore di “Dante Alighieri” che mi ha proposto di collaborare proprio a quest’opera appena finita la scuola di comics.
LETT.- Preferisci lavorare da sola come per Francesco o seguendo un testo altrui? Come ti trovi meglio?
ASTRID – Sono contenta di aver lavorato prima a Dante e poi a Francesco. Il fatto di avere una sceneggiatura già pronta mi rendeva più tranquilla. Questo è stato il mio primo fumetto, anche se avevo fatto dei lavori in precedenza, soprattutto illustrazioni. Per esempio non dovevo preoccuparmi delle incongruenze storiche, le quali possono distruggere un fumetto del genere anche con il più minuto dettaglio. Oltretutto Uva e Filippo Rossi, gli autori, mi hanno lasciato grande libertà nella scelta grafica e nell’impostazione delle tavole. Con Francesco mi sono sentita pronta per lavorare da sola.
LETT. – Ti sei documentata viaggiando nei luoghi “francescani”?
ASTRID – Ho partecipato alla Marcia della Pace a Assisi, sono stata poi a Perugia e tempo prima alla Verna, anche se questo luogo ovviamente non compare nel fumetto che racconta solo i primi anni di vita del santo. Ovviamente l’Assisi di oggi non è quella del Duecento, ma in loco ho trovato delle stampe e dei disegni di epoche più antiche che mi hanno permesso di ricostruire lo scenario abbastanza per fare da sfondo alla vicenda.
LETT. – Due personaggi diversissimi: Dante e Francesco. Dante è un potente, un politico, un ambasciatore oltre che poeta, e ha un progetto per governare l’Italia. Francesco ha scelto invece la via dell’umiltà. Come si raccontano potenza e umiltà nei comics?
ASTRID – Sarà che veramente non ho mai pensato a Dante come a un potente, semmai vedo che l’amore è la caratteristica principale dei due personaggi. Secondo me Dante è un uomo che ama, ama la sua donna, ama Beatrice, ama l’universo, ama il mondo, la bellezza e Dio. Francesco ama Dio e soprattutto la libertà. Sì, la storia di Francesco è anche una storia di libertà: il Poverello si è liberato dalle catene dei suoi condizionamenti…
LETT. – A proposito di catene: cosa ti vincola nel tuo lavoro dall’ideazione al procedimento, alla realizzazione e alla revisione, sia come media sia come metodo e approcccio?
ASTRID – È proprio come ti dicevo prima. Io stessa mi sono svincolata. Ora mi trovo a mio agio con matita e carboncino, usati nel modo più semplice e meno raffinato possibile; utilizzo anche il digitale perché mi consente grandi possibilità. Al momento disegno molto di getto. Uso poco la gomma e mi fido del mio istinto.
LETT. – Allora ti facciamo i migliori auguro con la speranza che tu ci possa e voglia raccontare anche il seguito della storia di Francesco, magari con la Verna sullo sfondo… Grazie mille.
ASTRID – Grazie a tutti voi.
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