Press Café con Yoshitaka Amano a Lucca Comics & Games 2024
«Qualcuno sa, su di me, cose che io stesso ignoro», il Maestro svela ispirazioni, temi, metodo della sua arte parlando della prossima mostra milanese “Amano Corpus Animae”
31 ottobre 2024, Lucca, Sala Oro Camera di Commercio, 10:00
(a cura di Furio Detti)
Emanuele Vietina introduce l’ospite d’onore di questa edizione di Lucca Comics&Games: Yoshitaka Amano (Tatsunoko, Square Enix), appena nominato “ambassador” del padiglione Italia all’Expo di Osaka 2025. Autore del poster celebrativo in trittico, dedicato a Puccini (Tosca, Madama Butterfly, Turandot) Amano è protagonista di una mostra a Palazzo Ducale e della grande “Amano Corpus Animae” a Milano dal prossimo 13 novembre 2024 presso l’area delle cisterne della Fabbrica del Vapore.
Vietina: «È la prima volta che Amano realizza una grande mostra europea delle sue opere, dopo la “Think like Amano” del 1998 a New York e San Paolo del Brasile. Adesso tocca a Milano con Amano Corpus Animae. LCG è producer, produttore della mostra. A questo scopo abbiamo fatto visita in Tokyo agli studi del Maestro Amano, con una ripresa documentaria del regista Omar Rashid nell’aprile scorso per selezionare le opere del Maestro e far scattare la scintilla del nostro Butterfly Effect. Abbiamo deciso di coinvolgere tutta la comunità dei fan e degli appassionati. Ben 1253 fan di Amano si sono spesi per realizzare parte del corredo della mostra. Inoltre, considerando il fatto che con Amano abbiamo realizzato per la prima volta una mostra localizzata al di fuori de l’arborato cerchio, questa è stata una vera prova di maturità per il nostro staff e l’organizzazione di LCG e di tutto questo saremo eternamente grati al Sensei. Speriamo di realizzare cose simili su base biennale, come standard, anche in attesa della realizzazione del Museo del Fumetto.»
Fabio Viola: Amano Corpus Animae a Milano
È Fabio Viola il curatore della mostra per LCG, presso la Fabbrica del Vapore milanese, in collaborazione con l’architetto Anna Barbara (POLIMI – Politecnico di Milano):
«Questa è stata una sfida enorme, con 138 opere, decine e decine di oggetti che vogliono ripercorrere l’intera carriera del Maestro, 50 anni di carriera. Amano nasce nel 1952 a Shizuoka. A 15 anni entra in Tatsunoko come animatore e poi dal 1987 a oggi si occupa del Character Design per Square Enix (Final Fantasy). A Milano avremo 50 tavole attinenti a questo periodo, fra packaging e illustrazioni originali, da Final Fantasy I al XVI con qualche spin-off. Sarà un’esplorazione di differenti tecniche, supporti e materiali: carta, alluminio, tela; più formati – con opere di 7 metri per 4 fino alle più piccole di 30 x 50 cm. Partiremo dal suo “Pinocchio” della Tatsunoko (realizzato come Character Designer a 20 anni), fino al trittico dei poster realizzato per LCG, sin negli schizzi preparatori.»
Non solo animazione, ma anche The Sandman a cui Amano ha colaborato alla fine degli anni ’90 col “Cacciatore di Sogni”. Poi Vampire Hunter D (1983) che lo consacra come maestro dell’illustrazione internazionale. Basti pensare che l’unica copertina disegnata, non fotografica, di Vogue gli è stata commissionata nel gennaio 2020. Poi Magic the Gathering e infine tutta la sezione fine art del Maestro, le opere non commissionate con acrilico e altri media, che completeranno un percorso di quasi mille metri quadri su due piani, per sei nuclei tematici: Tatsunoko (1967-1982), sotto la guida dei fratelli Yoshida, con Judo Boy (come intercalatore) e poi Kyashan, Time Bokan, Tekkamen, Pinocchio; il periodo (1982-1985) che ha visto la trasformazione dello stile di Amano, ossia Vampire Hunter; una terza sezione cospicua con Final Fantasy; seguirà la sezione “Icone” che coprono la collaborazione a The Sandman, ma anche lavori riguardanti la popstar David Bowie e i lavori per DC Comics (Batman), Marvel e Virgin; per poi arrivare all’ultimo nucleo, appunto “Free Spirit”, opere d’arte nate senza commissione.
«Il maestro pertanto può essere considerato uno dei più grandi story-teller visivi al mondo, avendo forgiato gran parte dell’immaginario di questi decenni.» (Fabio Viola)
Vietina ricorda di aver letteralmente “srotolato” le opere April&May presso lo studio del Maestro, della mostra “Think like Amano”, opere da 30 metri quadri l’uno, arrivate in mostra a Milano.
Anna Barbara (POLIMI): come una partitura
È la volta di Anna Barbara:
«È un onore straordinario ospitare una mostra del genere. Abbiamo organizzato una vera biografia artistica del Maestro che ispira tuttora dei creativi milanesi, molti dei quali si sono messi in squadra con noi per allestire insieme a LCG questo appuntamento. Vi aspettiamo a braccia aperte. Ci è parso di affrontare una dimensione non solo figurativa ma anche materica, quindi abbiamo deciso che c’erano delle parole-chiave da rispettare. Come il concept di “leggerezza”, e la cura della dimensione cromatica dell’allestimento. Volevamo creare un’esperienza immersiva ma legata all’analogico senza insistere sulla digitalizzazione. La Fabbrica del Vapore si presta benissimo a questo scopo. Abbiamo pensato a una mostra che fosse quasi come un pentagramma musicale, nello spirito pucciniano degli ultimi capolavori del Maestro.»
Apre le domande del Press Café lo stesso Vietina: Che cosa dobbiamo aspettarci a Milano?
Amano: «La mostra milanese è la mia prima mostra europea in assoluto. Le opere esposte sono tantissime e partono dal mio primo periodo come animatore e finiscono con le tele più recenti. Del resto io avevo perso memoria di tante di esse e rivederle in mostra ha riacceso in me dei ricordi molto preziosi. Ci sono anche alcune opere di grande formato, sopra i sette metri, delle quali fatico a avere ancora adesso una piena visione di insieme. Saranno una sorpresa persino per me. Quanto ai lavori “pucciniani” la Turandot non è stata una prima volta per me, in quanto ho realizzato tempo fa per il teatro tradizionale kabuki una versione illustrata dell’opera medesima. La Tosca invece è stata la prima volta e forse, del trittico realizzato per LCG, è il poster che preferisco.»
Amano: è in arrivo qualcosa sul Rinascimento
Amano racconta poi di aver iniziato a pensare alla cover di Vogue volendo raccontare la moda, poi ha cercato di partire dalla Primavera del Botticelli per renderla più moderna. Lui ama molto il Rinascimento italiano e ha cercato di attualizzarlo nel mondo fashion caro alla rivista. Quindi uno scoop, un piccolo spoiler: «Adesso, sempre pensando al rinascimento, sto realizzando qualcosa di nuovo ma… non ve lo dico.»
Le domande dei giornalisti
Character design multistile, un tratto del maestro. Ma egli non denuncia, a parte la passione per il Rinascimento e la mitologia greca, la dipendenza da un autore o una corrente specifica: «C’è anche qualcosa di giapponese, come Hokusai, ma non mi rendo conto, né mescolo di proposito elementi diversi, solamente disegno quanto immagino nel modo più naturale possibile. Beh, sì Da Vinci, Michelangelo, ma quello che faccio cerca di andare sempre oltre l’arte, gli stili, la provenienza. Con tutte queste ispirazioni il passaggio è automatico.» Sulla passione per la mitologia greca, ne ha sempre avuto interesse, anche se c’è stato un viaggio a Atene dopo l’illustrazione di una storia su Pandora.
Riguardo ai loghi di Final Fantasy era la prima volta che lui si accostava al mondo dei videogames. All’epoca egli si ispirava alle opere di Michael Moorcock, pensando al fantasy, ha usato quest’idea come input creativo.
Quanto all’animazione di Devasan, prevista per il 2026, chiestogli se pensasse di rispettare la deadline, ha risposto: «Non è una questione che coinvolge solo me. Io mi sono occupato del design dei personaggi. Prima di venire qua a Lucca mi sono incontrato per il progetto. Al mio rientro in Giappone avrò un nuovo incontro. Quindi ci potrebbero essere novità.»
Amano: Fabio Viola sa di me cose che neanche io so…
Nel suo modo di lavorare non esiste un particolare fil rouge che egli sente particolarmente intenso o significativo. Ci sono moltissime cose che lo influenzano, peraltro non si pone del resto il problema della percezione o ricezione delle sue opere: «Forse non è la risposta che voleva, ma io, mentre disegno semplicemente scarto ciò che non mi interessa e metto su carta quello che sento più adatto al momento. Certo, non dico che non esistano condizionamenti esterni. Per esempio io mi sono abituato sin da piccolo a disegnare su grandissimi formati perché semplicemente mio fratello – che lavorava in una cartiera – mi portava a volte dei rotoli su cui poter disegnare ‘in grande’. Mio padre era un artigiano laccatore, e anche questo è stato parte del mio passato. A ogni modo [sorride], chiedete a Fabio Viola, lui conosce su di me cose che io stesso ignoro!»
Sul lavoro fatto con Neil Gaiman (The Sandman), la collaborazione era nata nel 1999 a New York, ove aveva uno studio a Soho e aveva incontrato Neil e gli editor della DC. Gli chiesero di realizzare una cover e lui realizzò un poster. Neil Gaiman appena vide il lavoro lo chiamò per realizzare la celebre serie. Ci sarà qualcosa in futuro come Sandman? «Il processo creativo di Sandman è stato unico, nel senso che io disegnavo dei bozzetti in base ai testi che mi mandava Neil Gaiman, come se fossero pagine di un diario. Quindi Neil guardava il mio disegno, aggiungeva nuove indicazioni e io ritornavo al tavolo da disegno. È stato un processo circolare, molto divertente se si vuole, ma difficilmente replicabile e su cui comunque io non avevo una percezione totale sin dall’inizio, come invece era per Neil. Somigliava più a una partita di Catchball.» Dello stesso periodo è un libro illustrato su David Bowie.
Cosa resta del passato in Tatsunoko? «Chiedete a Fabio! [risate]» Viola, puntualissimo, risponde: la serie Heroes riprende proprio alcuni personaggi del periodo Tatsunoko, e si ritrovano alcuni personaggi nelle opere successive, come il cane-droide Flender.
Quando arriva lo “stop” per un’opera? Quando il maestro si sente soddisfatto? «Anche questa è una domanda complicata. Io stesso non me ne rendo bene conto. Sui lavori su richiesta faccio presto: se ho una scadenza e la rispetto… allora sono soddisfatto! Il problema si pone semmai quando non ho una scadenza. Succede – se ritorno su qualcosa che ho realizzato dopo un po’ di tempo, magari dopo un anno – di modificare anche molti elementi. Però quando lo faccio, mi rendo conto che queste variazioni non corrispondono alle condizioni originarie dell’opera. Non le rispettano. Quindi torna l’insoddisfazione. Diciamo che è tutto in cambiamento continuo. Preferirei non modificare troppo quanto ho realizzato.»
La domanda di Letteratitudine
L’arte del maestro è profondamente umana, nel senso che sussume gli elementi naturali quali rielaborati complessi della civilizzazione: decorativismo, moda, estetica e il resto… Quale è il posto, invece, della natura più selvaggia, incontrollata, o degli animali e del naturalismo spinto, se c’è, nel suo lavoro?
P.S. Venga a vedere la “Quercia di Pinocchio” a pochi chilometri da Lucca!
Yoshitaka Amano – «È difficile rispondere. A me piace mettere al centro l’essere umano. Ma io in realtà disegno solo quello che ho in testa, come figure mitologiche, mostri, draghi e anche parti naturalistiche. Certo, la natura per sé non è un tema su cui mi concentro. Disegno semplicemente quanto ho in testa. Quanto alla quercia di Pinocchio, spero di vederla, per ora sono stato a Collodi!»
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