MAURIZIO DE GIOVANNI con “Una lettera per Sara” (Rizzoli), ospite del programma radiofonico Letteratitudine trasmesso su RADIO POLIS (la radio delle buone notizie)
In streaming e in podcast su RADIO POLIS
trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia e postproduzione: Federico Marin
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Ospite della puntata: Maurizio de Giovanni con cui abbiamo discusso del suo nuovo romanzo intitolato “Una lettera per Sara” (Rizzoli), delle ripercussioni della pandemia da coronavirus sul mondo dei libri e della cultura e… di serie Tv.
“Una lettera per Sara” è attualmente in testa alle classifiche dei libri più venduti.
Come hai vissuto le prime fasi delle “restrizioni” adottate per contrastare l’epidemia da Covid-19? Qual è la tua personale percezione della crisi che ha interessato anche il mondo del libro e della cultura? Come immagini il prossimo futuro con riferimento ai vari operatori del modo della cultura e dei libri (dai librai, agli editori e a tutti gli altri soggetti coinvolti scrittrici e scrittori compresi)? Come nasce “Una lettera per Sara“, il tuo nuovo romanzo? Ti andrebbe di commentare la dedica a “A Graziella Campagna, morta nel silenzio”? Prima di addentrarci tra le pagine del libro ci racconteresti qualcosa sul personaggio Sara Morozzi? Cosa puoi dirci su Viola, una fotoreporter che è pure stata l’ultima compagna del figlio di Sara nonché la mamma dell’unico nipotino? E sugli altri personaggi (l’ispettore Davide Pardo… o Manuel, un giovane borseggiatore)? Quanto è importante la “memoria collettiva” per costruire l’identità di un Paese? Passando alle serie tv… anche la saga di Sara sarà trasposta in fiction televisiva? In generale, com’è la situazione delle serie tv tratte dai tuoi libri?
Questo e tanto altro abbiamo chiesto a Maurizio de Giovanni nel corso della puntata.
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La scheda del libro: “Una lettera per Sara” di Maurizio de Giovanni (Rizzoli)
Mentre una timida primavera si affaccia sulla città, i fantasmi del passato tornano a regolare conti rimasti in sospeso, come colpi di coda di un inverno ostinato. Che aprile sia il più crudele dei mesi, l’ispettore Davide Pardo, a cui non ne va bene una, lo scopre una mattina al bancone del solito bar, trovandosi davanti il vicecommissario Angelo Fusco. Afflitto e fiaccato nel fisico, il vecchio superiore di Davide assomiglia proprio a uno spettro. È riapparso dall’ombra di giorni lontani perché vuole un favore. Antonino Lombardo, un detenuto che sta morendo, ha chiesto di incontrarlo e lui deve ottenere un colloquio. La procedura non è per niente ortodossa, il rito del caffè delle undici è andato in malora: così ci sono tutti gli estremi per tergiversare. E infatti Pardo esita. Esita, sbaglia, e succede un disastro. Per riparare al danno, il poliziotto si rivolge a Sara Morozzi, la donna invisibile che legge le labbra e interpreta il linguaggio del corpo, ex agente della più segreta unità dei Servizi. Dopo tanta sofferenza, nella vita di Sara è arrivata una stagione serena, ora che Viola, la compagna del figlio morto, le ha regalato un nipotino. Il nome di Lombardo, però, è il soffio di un vento gelido che colpisce a tradimento nel tepore di aprile, e lascia affiorare ricordi che sarebbe meglio dimenticare.
In un viaggio a ritroso nel tempo, Maurizio de Giovanni dipana il filo dell’indagine più pericolosa, quella che scivola nei territori insidiosi della memoria collettiva e criminale di un intero Paese, per sciogliere il mistero di chi crediamo d’essere, e scoprire chi siamo davvero.
Maurizio de Giovanni ha creato le serie bestseller del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone. Per Rizzoli ha pubblicato Il resto della settimana (2015), I guardiani (2017), Sara al tramonto (2019), per cui esiste un progetto di fiction televisiva, e l’antologia Sbirre (2018), con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo.
Il nuovo libro di Maurizio de Giovanni si intitola “Una lettera per Sara” (Rizzoli)
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trasmissione curata e condotta da: Massimo Maugeri
regia e post produzione: Federico Marin
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Colonna sonora della puntata: “Mother” dei Pink Floyd (nuova versione live di Roger Waters); “Harlem Nocturne” di Duke Ellington.
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