In questo nuovo post della rubrica “Giovanissima Letteratura” ci occupiamo dell’albo illustrato “Mostro del pisolino” di Lorena Dolci e Amalia Caratozzolo (Lunaria).
Abbiamo incontrato Lorena e Amalia per farci raccontare qualcosa del libro
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Sono due messinesi trapiantate altrove: l’autrice, Lorena Dolci, è un volto storico di Telecolor, emittente regionale siciliana, l’illustratrice, Amalia Caratozzolo, è disegnatrice del Corriere della Sera e autrice di un fortunato libro di satira.
Lorena e Amalia si rincontrano tra le pagine del loro primo progetto editoriale per l’infanzia: Mostro del Pisolino, un albo illustrato edito dalla casa editrice Lunaria Edizioni.
Un racconto liberatorio in cui la paura, frutto dell’immaginazione infantile, viene affrontata con coraggio, sciolta dall’affetto dell’abbraccio materno, ed allontanata dall’ironia. Potente l’impatto visivo delle grandi illustrazioni, sorprendenti, ironiche, pop, in cui i piccoli lettori possono abbandonarsi, immedesimarsi e ritrovarsi.
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di Lorena Dolci, autrice di “Mostro del pisolino”
Sapete dove vivono i Mostri? Non guardate sotto il letto: è già sparito! Nell’armadio non ce n’è traccia. Eppure le case dei bambini sono popolate da mostri. Quante forme, dimensioni, colori possono avere? Mostro del pisolino saltella tra le pagine del libro come tra gli arredi della casa, si dondola all’orologio, stravolgendo il ticchettio delle lancette e il moto del cuore. Arriva la mamma e, come nel gioco delle belle statuine, si immobilizza e passa inosservato. Un, due, tre stella!
Può comparire all’improvviso, ovunque e in qualunque momento, ma soprattutto quando ci sentiamo soli, senza punti di riferimento. E così che le paure di solito confinate al momento della notte, spuntano anche in pieno giorno. La mamma va a fare un riposino (eppure ha un contratto h24! ) e Mostro diventa sempre più grande, minaccioso, un pericolo incombente. Ed è proprio in questo momento di quotidiana solitudine che tutte le paure escono fuori incontrollabili. I due antagonisti si fronteggiano a distanza. Il bimbo dovrà provare a sconfiggere il suo mostro da solo. Ce la farà?
Il nostro eroe prova ad affrontarlo in un’altalena di emozioni, dalla spavalderia incosciente, alla ritirata fifona, tipica dei bambini, rivendicando con stizza l’attenzione che la mamma gli nega. La paura che paralizza corpo e pensieri, invade l’animo e “gonfia” il mostro come un palloncino.
Una storia di vita quotidiana tra le mura di casa, dove si mette in scena con ironia l’ansia del distacco. Il pisolino rappresenta un momento di “sospensione” della maternità che mette in pausa la cura del bambino, un momento di assenza/presenza che innesca un assaggio di autonomia. Una metafora che racconta l’evoluzione della crescita e la conquista dell’indipendenza adulta.
Ma l’autonomia è un percorso lungo e faticoso, non sempre è facile sconfiggere i mostri da soli, l’importante è che i nostri piccoli eroi e le nostre piccole eroine abbiamo sempre adulti di riferimento pronti a gratificare i loro sforzi e ad accoglierli.
Ognuno “vede” il proprio mostro, adulti e piccini. A scuola invitiamo i bimbi a scrivere la paura “più paurosa” di tutte. Un piccolo laboratorio per far prendere forma e vita alle angosce più profonde: oltre alla carrellata tipica di mostri, zombi, assassini, serpenti e vampiri, da quei biglietti esce un universo oscuro e variegato: il diavolo, morire all’improvviso, ho paura della mamma, della sorellina, dei bulli.
Già scrivere le paure vuol dire tirarle fuori, dargli nome e forma. Affrontare, convivere, imparare ad abbracciare i nostri limiti significa uscire da quell’angoscia che ci paralizza e ci blocca a qualsiasi età. Insomma, vivere più sereni.
Dove, quando e quanto vivono i mostri? Il termpo del pisolino è un tempo dilatato che ci invita a riflettere sulla percezione del tempo, proprio e degli altri, sui momenti della giornata, sul ritmo che accompagna le nostre quotidianità, e quei rituali familiari, così rassicuranti per i piccoli. C’è un tempo per ogni cosa e ogni cosa ha il suo tempo.
Nell’ultima pagina non trovate scritto: “E vissero per sempre felici e contenti”. Il nostro finale è un abbraccio liberatorio, il contatto fisico, la relazione che ci rende vivi ed umani, esseri sociali con la nostra potenza e le nostre debolezze. Il calore dell’abbraccio è un superpotere sempre pronto a sconfiggere il senso di solitudine.
Se vogliamo tradurlo in “favolese”, vissero felici e contenti tutti ma proprio tutti: il bimbo, i genitori e persino il mostriciattolo che fa capolino dietro di loro.
Perchè certi mostri non si sconfiggono una volta per tutte, bisogna imparare a conviverci e magari alla fine riuscire a farci amicizia.
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Incontro con Amalia Caratozzolo. AmaliaC, l’illustratrice.
-Amalia, raccontaci qualcosa su queste tue illustrazioni…
È la prima volta che illustro un libro per i più piccoli e mi sono divertita un sacco! Ho lavorato tanto nel mondo dell’editoria: per quotidiani, riviste e molte case editrici, ma è la primissima volta che mi confronto con un libro per i più piccoli. Mostro del pisolino nasce da un’idea di Lorena Dolci, e dal suo testo nascono le mie illustrazioni.
Il mio approccio nell’illustrare questo libro, è stato lo stesso di sempre: alla base di tutto per me c’è il divertimento. E il testo di Lorena, da questo punto di vista, è stato molto stimolante.
Per me l’ispirazione rimane il testo, perché l’ illustrazione è intrinsecamente legata al testo in maniera armonica. Il testo è una grande ricchezza, io cerco di essere il più possibile attinente. E’ quello che stimola la fantasia. Dalle parole, poi bambino e Mostro prendono forma.
La tecnica che ho utilizzato è quella dell’illustrazione digitale, la stessa adoperata per i lavori destinati ai quotidiani e al mondo dell’editoria in generale. Il libro ha una forte predominante di blu, un colore che uso molto spesso, e che nel tempo è diventato un tratto distintivo del mio stile. Mi sono occupata anche della grafica e dell’impaginazione di Mostro, che con il prezioso editing di Lunaria Edizioni ha preso forma. Insomma, un vero e proprio lavoro di squadra! E quando si tratta di libri illustrati, la sfida è proprio quella di creare un magico equilibrio tra testo, illustrazioni e grafica. E dal mio punto di vista abbiamo fatto un ottimo lavoro!
-Da piccola ti piacevano le “storie di paura”?
Mi piacevano da piccola e mi piacciono anche ora, sono un’appassionata di horror. Credo che ai bambini piaccia quel brivido perché sono attirati dal mistero, dalle emozioni nuove legate all’ignoto. Già da piccola ero una bimba molto curiosa, poi ricordo quando ho conosciuto il primo albo di Dylan Dog è stata amore immediato. L’attrazione verso la paura che avevo da bambina e che ho anche adesso da adulta, è un modo per esorcizzare le mie paure, e questo vale anche per i più piccoli.
-Nella pagina in cui rappresenti “tutte le paure” hai racchiuso i principali spauracchi dei bambini. Ritieni che siano ancora attuali?
Gli elementi che ho scelto sono elementi riconoscibili a tutti, un po’ dei cliché, perché la mia è un’illustrazione concettulae, cerco di evocare l’idea che c’è dietro, quindi i vampiri, gli assassini o i pipistrelli evocano immediatamente la sensazione di paura. Credo che le angosce che terrorizzano i bambini siano sempre le stesse. Magari meno concrete, paura emotiva dell’abbandono, della perdita, paure più inconsce. Siamo nel terreno delle emozioni, e io personalmente non vedo l’ora di sapere che emozione hanno provato i bambini leggendo il nostro libro.
-Le tue immagini richiamano un’atmosfera anni ’50. Perché questa scelta?
Da una parte ritengo che esalti l’illustrazione concettuale, richiamando la figura del Bambino per antonomasia, e poi mi piace quel gusto estetico un po’ vintage.
-Qual è la tavola che ti piace di più?
Non saprei scegliere perché sono soddisfatta del libro al 100% quindi direi che mi piace tutto, forse c’è qualche tavola a cui sono più affezionata. Ad esempio proprio quella che rappresenta tutte le paure mi piace molto e anche quando si racconta di Mostro che si mimetizza tra gli arredi della casa mentre la mamma fa le faccende. Ma il libro mi piace tutto e trovo che abbia un equilibrio perfetto.
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La scheda del libro: “Mostro del pisolino” di Lorena Dolci e Amalia Caratozzolo (Lunaria)
Una storia di audacia quotidiana in cui ogni bambino può rispecchiarsi, dedicata a tutti quei giovani eroi ed eroine che si trovano ad affrontare da soli piccole e grandi avventure, a volte senza neanche dover andare troppo lontano, perché le paure più spaventose si annidano nei posti più impensati, pure tra le mura di casa. Uno strumento utile anche per gli adulti per parlare ai più piccoli della paura che in questi ultimi tempi entra un po’ in tutte le nostre case a causa della pandemia. Un libro che per la sua ironia e musicalità è bello da leggere ad alta voce, ma che è altrettanto adatto per essere sfogliato silenziosamente, per ritrovarsi tra le sue grandi pagine blu e gialle.
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Lorena Dolci è nata a Messina nel 1967. È giornalista e scrittrice, vive e lavora a Catania. Conduttrice storica dell’emittente televisiva Telecolor, ha collaborato anche con i quotidiani la Repubblica e l’Unità. Da sempre indecisa tra la pagina scritta e le immagini televisive, nel frattempo prende una laurea in Giurisprudenza (mai appesa). Negli anni ha scritto il film “Senso Unico”, il libro “Evelina e Marcelino”, un libro con un pentito che non ha visto la luce, ha tradotto dall’inglese per Mondadori il libro per ragazzi “La Grande Avventura” ed ha scritto una serie documentaria. L’ultima passione: la cura dei Beni culturali. Mostro del Pisolino è il suo primo libro per bambini, pensato in quella fase complicata e meravigliosa che si snoda tra gli ultimi pannolini e la prima playstation di suo figlio.
Amalia Caratozzolo (AmaliaC) è nata a Messina nel 1983. È illustratrice e scrittrice, vive a lavora a Roma. Si è diplomata nel 2004 in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics, e nel 2007 in Illustrazione all’Istituto Europeo di Design di Roma, dove ha insegnato Incisione su linoleum dal 2010 al 2017. Dal 2013, è illustratrice per il “Corriere della Sera” e “La Lettura”. Nel 2020 pubblica per Baldini+Castoldi il libro di satira illustrato “Pene d’amore, manuale illustrato di sopravvivenza agli ex”, con la prefazione di Selvaggia Lucarelli, di cui cura testi ed illustrazioni. Ha lavorato per numerose case editrici e testate giornalistiche come Castelvecchi Editore, Edizioni Anicia, Elliot Edizioni, Guanda Editore, Human Foundation, Il Fatto Quotidiano, La Stampa, Rossoventisette ArteContemporanea, Walk In.
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