Dedichiamo la nuova puntata di Letteratitudine Cinema a un approfondimento sul film “Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza” di Elisabetta Sgarbi
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«È la storia di un film mio e non mio», racconta Elisabetta Sgarbi. «È un film su Nino Migliori che, sin da subito, sfugge di mano, e diventa un film di Nino Migliori».
La nuova opera filmografica di Elisabetta Sgarbi ha per protagonista un grande artista delle immagini che non ha bisogno di presentazioni: il grande fotografo bolognese, Nino Migliori.
Si intitola Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza (la presentazione in anteprima si è svolta alla Festa del Cinema di Roma 2022, nel mese di ottobre): un film in cui Migliori si racconta per la prima volta dall’interno nello spazio del suo atelier in via Elio Bernardi 6 a Bologna, ripercorrendo la sua vita artistica e personale, le sue imprese e le sue sperimentazioni.
«È la storia di un film mio e non mio», racconta Elisabetta Sgarbi. «È un film su Nino Migliori che, sin da subito, sfugge di mano, e diventa un film di Nino Migliori».
Girato con la collaborazione dell’aiuto-regista Eugenio Lio, con la complicità di Marina Truant, direttrice della Fondazione Nino Migliori (e compagna dell’artista), con le musiche originali di Mirco Mariani, polistrumentista e leader degli Extraliscio (che ha tradotto in note l’elettricità che si è respirata sul set) e con la partecipazione di Gilda Mariani (già musa dei film di Elisabetta Sgarbi e ora anche di Nino Migliori) in questi giorni Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza sta continuando a essere presentato in giro per l’Italia riscontrando grande e meritato successo.
Di recente è stato protagonista anche a Bologna – la città di Migliori – nell’ambito della rassegna Visioni italiane in Cineteca. Oltre alla regista Elisabetta Sgarbi e al Maestro Migliori, erano presenti all’evento l’aiuto regista Eugenio Lio e Mirco Mariani (ha presentato il direttore della Cineteca Gianluca Farinelli, con ospite d’eccezione il Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini).
Riportiamo qui di seguito qualche passaggio delle dichiarazioni dei protagonisti.
“Devo questo mio progetto a una sollecitazione amorevole di una donna che è qui presente”, dice Elisabetta Sgarbi quando le viene chiesto di raccontare qualcosa sulla genesi del film. “Si chiama Caterina Di Monte. È stata lei a sollecitarmi a studiare Nino Migliori. Peraltro quando ero alla Bompiani mi ero già avvicinata alle opere fotografiche di Migliori. Volevo utilizzare una sua foto per la copertina di un libro di Mario Fortunato, ma non sono riuscita ad ottenerne i diritti. Da quel momento mi sono un po’ distratta, ma poi con insistenza Caterina ha continuato a dirmi: «Solo tu puoi fare un film su Nino Migliori». Ho cercato in tutti i modi di sottrarmi, ma lei è venuta a casa mia portandomi una borsa, due borse… tre borse di volumi usciti su Nino Migliori; ma più lei mi diceva che dovevo fare questo film, più pensavo che non ce l’avrei fatta… perché avrei dovuto affrontare la vita di un uomo inesauribile… una vita peraltro molto lunga, con anni di sperimentazione. Eravamo però in tempo di Covid e stavo leggendo Viaggio intorno alla mia camera di de Maistre, che era stato costretto agli arresti domiciliari per 42 giorni. In questo libro de Maistre racconta questo viaggio nel mondo, ma vissuto intorno alla sua stanza. A quel punto è nata l’idea. Ho pensato che l’unico modo per fare il film era trovare una durata… una durata anche “oltraggiosa”… perché non era altrimenti possibile raccontare una vita così lunga. Dunque ho pensato che il film doveva durare 42 minuti… 42, come i giorni narrati del libro di de Maistre.
Il giorno in cui sono andata nel bellissimo studio di Nino e sono stata ricevuta da lui e da Marina… incontrandoli, parlando con loro, vedendo questa miniera di documenti raccolti in questo archivio ordinatissimo che Marina ha curato in tutti questi anni, mi sono ho detta: «Come fare a non dedicare il mio sguardo a questo uomo e a questa donna meravigliosi?». Insomma… ho pensato che dovevo farlo… che così come ero entrata fisicamente nel suo studio, volevo entrare nella mente di Nino. E ho provato a farlo. In modo temerario, l’ho fatto. Poi ho pensato che doveva essere un film quasi thriller, quasi un film di fantascienza, qualcosa che portava dentro la sperimentazione, la mia voglia di sperimentare. E tanto più mi cimentavo, tanto più Nino mi diceva: «Guarda che l’inquadratura deve essere questa… qui c’è un’ombra e non va bene… il taglio è sbagliato…». E quindi era un continuo rimpallarsi il modo di guardare dentro l’obiettivo.
Io volevo guardare dentro l’obiettivo come lui aveva fatto in tutti questi anni. Così ho inventato delle macchine grazie a degli effetti speciali di Simone Puzzolo e di Lorenzo Soriani. Una sorta di grande diaframma dentro il quale vedere tutte queste fotografie che avevo scelto. E poi abbiamo cominciato a giocare: perché mentre filmavo, lui riprendeva le cose che io filmavo. Quindi, dentro il film, ci sono delle fotografie assolutamente inedite: ovvero tutti gli scatti di Nino effettuati durante le riprese. È stato un gioco a due. Poi ho mandato a Mirco Mariani le fotografie che avevo scelto per questo racconto e gli ho detto di calarcisi dentro. E sono uscite musiche straordinarie che aggiungono questo meraviglioso effetto di amplificazione degli spazi, dei rumori, dei silenzi che sono riscontrabili dentro le fotografie di Nino Migliori.
Un ruolo importante è stato svolto dall’aiuto regista, Eugenio Lio. Senza Eugenio non avremmo mai potuto far giocare Nino con Marina, come si vede nel film. Li abbiamo costretti a entrare dentro questo caleidoscopio.”
“È stata un’esperienza fantastica”, dichiara Nino Migliori. “Sono profondamento grato e Elisabetta e a Eugenio per questo loro lavoro. Con loro il tempo sembrava volare… non esisteva… partivamo al mattino presto, saltando i pasti, e arrivavamo alla sera tardi. E un’altra cosa bellissima è stata la continua innovazione, il continuo cambio di percorso durante le riprese”.
“Abbiamo saltato i pasti involontariamente”, aggiunge Eugenio Lio (chiamato in causa dalla stessa Sgarbi). “Nel senso che eravamo totalmente coinvolti dalle riprese, da questo gioco continuo tra Nino e Elisabetta. E anche da Mirco Mariani… che non c’era, ma c’era comunque… perché era come se il suo spirito aleggiasse mentre giravamo. Le riprese hanno un loro ritmo e il ritmo si sposa con le musiche che Mirco stava componendo e che non sempre avevamo già ascoltato prima. E quindi il tempo scorreva. Poi, sfortunatamente, anche i film devono avere un termine. E noi ci eravamo posti questo limite di 42 minuti, girando peraltro durante gli ultimi giorni dell’anno, dando fastidio a Nino e a Marina (dice Eugenio Lio scherzosamente, n.d.r.) il 24 dicembre, il 25, il 26… l’8 di dicembre. Proprio quando dovevano festeggiare e avevano ospiti, noi andavamo lì a rubare il loro tempo. Da questo punto di vista è stato un film rubato, peraltro nel punto della congiuntura pandemica in cui eravamo tutti più o meno chiusi in casa. E poi rubato perché al furto del tempo abbiamo aggiunto quello del loro tempo intimo, cercando un po’ di spiarlo; perché poi uno degli aspetti più belli, più romantici, più narrativi del film è proprio la storia d’amore tra Nino e Marina. Una storia che fa parte non tanto della vita personale, quanto della vita di artista di Nino”.
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NINO MIGLIORI
VIAGGIO INTORNO ALLA MIA STANZA
un film di ELISABETTA SGARBI
con NINO MIGLIORI
che si racconta per la prima volta nel suo atelier di Bologna
e con Marina Truant e Gilda Mariani
Musiche originali di MIRCO MARIANI
Fotografie di NINO MIGLIORI
(In alto: Elisabetta Sgarbi e Marina Truant in due scatti di Nino Migliori)
Direttore della fotografia Andrés Arce Maldonado
Montaggio Andrés Arce Maldonado e Elisabetta Sgarbi
Scenografie Simone Puzzolo e Lorenzo Soriani
Una produzione Betty Wrong
Con il supporto di BPER Banca e Enel
Durata: 41’ 20’’
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Elisabetta Sgarbi cerca ogni volta il dispositivo più adatto per portare le opere d’arte sullo schermo. In questo caso si lascia “irretire” dalle fotografie di un maestro nato nel 1926, che è passato da una visione del quotidiano sottilmente surrealista a una dimensione di sperimentazione e astrazione. E il film, oltre che l’evocazione di un metodo e un trattato di tecniche patafisiche (polargramma, lucigramma), diventa anche il racconto di un inseguimento amoroso, tra Migliori e la sua compagna Marina Truant, che si svolge tutto in una stanza aperta dalla colonna sonora di Mirco Mariani.
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Elisabetta Sgarbi ha ospitato a La Milanesiana 2022 una mostra di Nino Migliori “Nino Migliori. Lumen – A lume di candela” (presso la Galleria Ceribelli di Bergamo). La mostra era composta da 28 scatti della serie “Lumen – A lume di candela”, un omaggio ad alcune delle più importanti opere della scultura di tutti i tempi (come “Ilaria del Carretta” di Jacopo della Quercia o “Paolina Borghese” di Canova) ritratte sotto una fioca luce che crea una prospettiva inedita e un nuovo, sorprendente chiaroscuro.
BIOGRAFIA – Elisabetta Sgarbi ha fondato e dirige La nave di Teseo Editore, è Presidente di Baldini+Castoldi e Oblomov Edizioni. Ha ideato, e da 20 anni ne è Direttore artistico, il festival internazionale La Milanesiana, e ha ideato e dirige linus – Festival del fumetto. Dal 1999 dirige e produce i suoi lavori cinematografici.
FILMOGRAFIA Mariko Mori (1999); Stringimi, stringimi (1999); Anonimo. Rispondere? (1999); Fla (videoverde, 1999); Frammenti di una biografia per versi e voce (1999); In serra (un arabo colpito dalla fuga occidentale) (1999); Starless (1999); Set(t)e (co-regia Paolo Mosca, 2000); L’isola del tesoro, video, 2000 (co-regia Paolo Mosca, 2000); John Richmond non lo sa (ovvero, il video che non c’è) (co-regia Paolo Mosca, 2000); This is my chocky message (co-regia Paolo Mosca, 2000); Ancora un po’ (ovvero il senso del cinema italiano) (coregia Paolo Mosca, 2000); Projeto meninos de luz (2000); (Non sempre) Merci beaucoup (2000); La consolazione e la spina dolorosa (2001); Aladdin flash (-back) (2001); Malattia (2001); Otello (2001); Tre variazioni della vita (2001); Wainer (2001); Belle di notte (2001); L’acqua… Il fuoco (2002); La notte che si sposta (2002); Rue de Varenne (2002); La conversazione amorosa. Luciano Emmer / Alice Ferney (2002); Fantasmi di voce, Antonio Stagnoli (2003); Nel castello del Catajo (2003); Ci conosciamo? Luciano Emmer / Erica Jong (2004); Notte senza fine (2004); Dentro una nuvola, dentro Giro di vento (2004); Insopportabile (2004); Palladio. La luce della ragione (2004); Palladio. I tempi del sole e della luna (2004); Due contro una (2005); Due. Michael Cunningham / Michel Houellebecq (2005); NevicheRo (2006); Tresigallo. Dove il marmo è zucchero (2006); Apparizioni. Mathias Grünewald (2006); Watch football together. Hanif e Chocki Kureishi (2006); Un viaggio nel Mare delle verità. Andrea De Carlo (2006); Il pianto della statua (2007); Non chiederci la parola. Il Gran teatro montano del Sacro Monte di Varallo (2008); L’ultima salita. La Via Crucis di Beniamino Simoni (2009); Deserto Rosa. Luigi Ghirri (2009); Dimenticare Tiziano. Girolamo Romanino a Pisogne (2010); Raffaello. La Stanza della Segnatura (2010); Se hai una montagna di neve tienila all’ombra. Un viaggio nella cultura italiana (2010); Prove per un naufragio della parola (2011); Quiproquo. Cosa è l’avanguardia? (2011); Sono rimasto senza parole. Un dialogo tra Antonio Stagnoli e Pino Roveredo (2011); Lotta silenziosa. Andrea Martinelli / Edoardo Nesi (2011); L’invenzione di Ariosto. Tullio Pericoli (2011); Il viaggio della Signorina Vila (2012); Trieste: la contesa (2012); Racconti d’amore (2013); Quando i tedeschi non sapevano nuotare (2013); Per soli uomini (2014); Il pesce siluro è innocente (2014); Il pesce rosso dov’è (2015); Colpa di comunismo (2015); La lingua dei furfanti. Romanino in val Camonica (2016); L’altrove più vicino (2017); I nomi del signor Sulčič (2018); Extraliscio. ˇ Punk da balera (2020); La nave sul monte (2022); È così (2022).
BIOGRAFIA – Nino (Antonio) Migliori nasce a Bologna nel 1926 ed è uno tra i più autorevoli e multiformi ricercatori italiani nel campo della fotografia, svolgendo uno dei percorsi più diramati ed interessanti della cultura d’immagine europea. Nella sua produzione artistica si intrecciano fin dall’inizio diversi filoni di ricerca, ma è la sperimentazione il tratto fondamentale che caratterizza da sempre il suo operato. Sue opere sono conservate in importanti collezioni pubbliche e private fra le quali Mambo – Bologna; Galleria dell’Arte Moderna e Contemporanea – Torino; CSAC – Parma; Museo dell’Arte Contemporanea Pecci – Prato; Galleria dell’Arte Moderna – Roma; Calcografia Nazionale – Roma; MNAC Barcellona; Museum of Modern Art – New York; Museum of Fine Arts – Houston; Bibliothèque Nationale – Parigi; Museum of Fine Arts – Boston; Musée Reattu – Arles; Maison Européenne de la Photographie-Parigi, The Metropolitan Museum- New York, SFMOMA – San Francisco ed altri.
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