PAOLO COGNETTI vincitore del PREMIO STREGA GIOVANI sarà il prossimo ospite del programma radiofonico Letteratitudine in Fm
Paolo Cognetti con il romanzo Le otto montagne (Einaudi) è il vincitore della quarta edizione del Premio Strega Giovani (valore 3.000 euro), promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e da Strega Alberti Benevento con il contributo della Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con BPER Banca e Toyota Motor Italia. La cerimonia di proclamazione si è svolta oggi pomeriggio a Palazzo Montecitorio (Sala della Lupa) alla presenza della Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini.
Quello di Cognetti, con 58 preferenze su 374, è stato il libro più votato da una giuria composta da ragazze e ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni, in rappresentanza di 50 licei e istituti tecnici diffusi su tutto il territorio italiano e all’estero (Berlino, Bruxelles, Bucarest, Parigi). Gli studenti hanno letto le dodici opere concorrenti al Premio Strega 2017 e inviato il loro voto individualmente. I libri di Marco Rossari, Le cento vite di Nemesio (e/o), e di Chiara Marchelli, Le notti blu (Perrone), risultano con 39 e 37 preferenze il secondo e il terzo più votati dai ragazzi e ricevono con quello di Cognetti un voto valido per la designazione dei finalisti al Premio Strega.
Durante la cerimonia alla Camera, coordinata dalla scrittrice e giornalista di Rai Radio 3 Loredana Lipperini, sono intervenuti Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Bellonci, Giuseppe D’Avino, presidente e amministratore delegato di Strega Alberti Benevento, la scrittrice Rossana Campo, Premio Strega Giovani 2016, e Ermanno Ruozzi, direttore territoriale Campania di BPER Banca, che ha consegnato allo studente autore della recensione migliore – Francesco Maglioni del Liceo Scientifico Pacinotti di Cagliari – il premio di 1.000 euro offerto dalla banca.
Gli autori concorrenti si ritroveranno presso la sede della Fondazione Belloncimercoledì 14 giugno alle ore 21 per l’annuncio dei finalisti al Premio Strega 2017. Il seggio sarà presieduto da Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016. La serata sarà trasmessa in diretta streaming da Rai Cultura, a partire dalle ore 20.30 sul sito www.cultura.rai.it/live.
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“Le otto montagne” di Paolo Cognetti (Einaudi)
Vincitore del Premio ITAS del Libro di Montagna 2017, Sezione Migliore opera narrativa
Semifinalista al Premio Strega 2017
Presentato da Cristina Comencini e Benedetta Tobagi.
La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura. Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo.
«Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.»
Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia. I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo “chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso” ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E li, ad aspettarlo, c’è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, “la cosa più simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui”. Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: “Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino”. Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.
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