Il nuovo ospite di “L’autore straniero racconta il libro” è lo scrittore danese PETER HØEG, autore del romanzo “L’EFFETTO SUSAN” (Mondadori).
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PETER HØEG ci introduce alla lettura del suo nuovo romanzo L’EFFETTO SUSAN (Mondadori) raccontando qualcosa sulla genesi del libro e sulle caratteristiche della protagonista della storia
[testo tratto da una conversazione di Peter Høeg con Massimo Maugeri]
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di Peter Høeg
Uno scrittore è una persona che cerca sempre di scrivere. Quindi è sempre alla ricerca di motivi, quasi di scuse, di pretesti, per scrivere delle cose. Con riferimento alla genesi di questo mio libro, mi sono ispirato a due persone che conosco: la prima è una giovane donna, l’altra è un uomo più anziano. Sono due persone che inducono gli altri ad aprirsi. È di questo che volevo scrivere.
Ma c’è anche un altro motivo che mi ha indotto a scrivere questo romanzo: una voce.
Una voce che ho sentito. La voce di Susan.
Bisogna innanzitutto evidenziare che Susan, essendo il personaggio di un libro, non esiste nella realtà. Le persone vere sono fatte, per esempio, anche di suoni e odori; mentre i personaggi dei libri esistono solo grazie al linguaggio. Ed è una pura illusione, per noi, il fatto che siano veri.
Ciò premesso, Susan l’ho intesa come una persona complessa. E questo l’ho fatto intenzionalmente, partendo dal presupposto che i lettori che decideranno di leggere questo romanzo dovranno trascorrere del tempo con lei: qualche settimana, o pochi giorni (il tempo che il lettore impiega per leggere un libro). È questo il motivo per cui Susan doveva essere una persona gradevole, ma complessa. Non lineare. Proprio per dare un’esperienza di lettura piacevole al lettore. Mi piace molto la commistione tra la natura maschile e la natura femminile presenti in questo personaggio.
La complessità di Susan deriva dal fatto che è stata una bambina traumatizzata, perché ha dovuto subire l’abbandono dei suoi genitori. In un certo senso è una sopravvissuta. Se, da un certo punto di vista è debole proprio per questo motivo; dall’altro, però, è una donna fisicamente e caratterialmente forte.
E c’è complessità anche nella relazione tra Susan e suo marito. Spesso nella realtà, nelle relazioni amorose, i due partner si bilanciano l’un l’altro. Il marito di Susan è un compositore. Ed è, si potrebbe dire, l’esatto opposto di Susan. Lei è una scienziata, ama la razionalità. Invece il marito è una persona che ama il caos creativo sia nella sua vita, sia nel suo lavoro. E se Susan è stata una figlia trascurata, suo marito appartiene a una famiglia ricca ed è stato molto amato.
Ecco. Credo che descrivere bene questo tipo di ambiguità, tra i personaggi e all’interno di ciascun personaggio, sia una cosa molto bella e impegnativa per uno scrittore.
(Riproduzione riservata)
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[Peter Høeg sarà uno dei prossimi ospiti di Massimo Maugeri nel programma radiofonico “Letteratitudine in Fm“]
Il libro
Susan Svendsen è una scienziata che si occupa di fisica quantistica, suo marito Laban un compositore affermato, assieme ai loro due gemelli adolescenti sono la Great Danish Family: la famiglia danese perfetta, ambasciatori culturali dell’Unesco, un simbolo per l’intera nazione. Durante un viaggio in India, però, la fotografia meravigliosa va in frantumi. Gli Svendsen sono accusati di una serie di reati, vengono divisi, rischiano di finire nella rete corrotta della giustizia indiana. Miracolosamente un funzionario danese riesce a tirare fuori Susan di prigione e a riportarli tutti in Danimarca. Ma la salvezza, e l’immunità dal processo indiano, hanno un prezzo. «Cosa faresti per riavere i tuoi figli?» «Qualunque cosa» risponde Susan. E così sarà. Le viene affidata una missione senza alternative: in una Copenaghen probabile e irreale, deve rintracciare i membri della misteriosa Commissione per il Futuro e il verbale della loro ultima riunione. Perché Susan? Perché lei ha un dono, far dire la verità a chiunque incontri. La partita è più pericolosa di quello che Susan poteva immaginare e la sua ricerca si trasforma presto in una lotta contro il tempo per scoprire gli indizi di un piano – forse mondiale – destinato a mettere in salvo solo pochi eletti prima di una imminente catastrofe planetaria. In Susan Svendsen ritornano i tratti indimenticabili di Smilla Qaavigaaq Jaspersen. Un’eroina capace da sola, con i propri singolari poteri, di sfidare i poteri più forti della terra in una battaglia contro le disuguaglianze sociali, l’inquinamento e le mutazioni climatiche che rischiano di distruggere l’Occidente. Peter Høeg costruisce un magistrale thriller preapocalittico che guarda con occhio affilato e acuto la nostra società contemporanea sull’orlo del precipizio.
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Peter Høeg (Copenaghen, 1957) esordisce nel 1988 con il romanzo La storia dei sogni danesi, a cui seguono due anni dopo i Racconti notturni. Ma è con Il senso di Smilla per la neve (1994) che raggiunge la consacrazione, il romanzo ottiene un ampio riconoscimento di critica, diventa un bestseller internazionale e poi un film per la regia di Bille August, con Julia Ormond, Gabriel Byrne e Vanessa Redgrave. Successivamente ha pubblicato (in Italia sempre per Mondadori) I quasi adatti, La donna e la scimmia, La bambina silenziosa, I figli dei guardiani di elefanti.
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Nelle precedenti puntate abbiamo ospitato: Glenn Cooper, Ildefonso Falcones, Joe R. Lansdale, Amélie Nothomb, Clara Sánchez, Gabrielle Zevin, Caroline Vermalle, John Scalzi, Amos Oz, Maylis de Kerangal, Pierre Lemaitre, Adam Thirlwell, Lilia Carlota Lorenzo.
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