Nello spazio “Voce di libraio” di Letteratitudine torna Daniela Bonanzinga, dell’omonima libreria Bonanzinga di Messina, per discutere del nuovo progetto “Posto d’Autore”
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Abbiamo incontrato Daniela Bonanzinga per discutere di questa nuova rivoluzionaria iniziativa che, in un certo senso, ribalta il classico rapporto tra libraio, lettore e autore. Il progetto si chiama “Posto d’Autore” ed è rivolto ai lettori sulla base dei seguenti punti: scegliere di incontrare un autore o un’autrice attraverso la programmazione degli eventi, comprare il libro per affrontare la lettura prima dell’incontro, assicurarsi la prenotazione di un posto a sedere. Un progetto che è dunque finalizzato a conferire ai lettori un ruolo più attivo invitandoli a interagire in maniera più consapevole con gli scrittori che scelgono di incontrare.
Ne abbiamo approfittato per porgere a Daniela Bonanzinga un paio di domande: quali sono le principali sfide che deve affrontare un libraio indipendente che si appresta a varcare la soglia dell’anno 2020? In che modo è cambiato in questi decenni il lavoro e il ruolo del libraio? E come nasce l’idea di questo nuovo format che hai lanciato, “Posto d’Autore”?
“Le sfide sono tante e ho impiegato anni a stilare una lista di priorità“, ci ha spiegato Daniela Bonanzinga. “Credo recentemente di aver trovato ordine nella mia mente. È stato molto importante ristrutturare l’azienda, ridisegnare la libreria in una nuova location e comprendere il senso identitario contemporaneo. Le sfide sono legate al gioco di proiezione continua tra passato e presente. Comprendere cosa salvare del passato di 40 anni di esperienza e lasciare andare i meccanismi che non possono funzionare. Non svelo i dettagli ma posso dire che in questo presente alcune certezze intoccabili e il modo di acquistare libri e di leggerli è profondamente cambiato.
Chi ha insistito proteggendo ciò che aveva costruito probabilmente ha chiuso. La migrazione su franchising ha salvato centinaia di librerie indipendenti anche molto importanti, semplificando alcuni aspetti gestionali. Ciononostante nulla è blindato al sicuro, perché la trasformazione continua molto velocemente. È cambiato il mercato che si è arricchito di canali che raggiungono l’utenza finale, rendendo la concorrenza complicata. Difficiile lottare contro Amazon, contro la rete in genere, contro le catene direzionali e contro i franchising. Credo che si esista finché gli altri ci riconoscono. La riconoscenza non può essere teorica, deve approdare all’azione finale dell’acquisto all’interno dei nostri negozi.
Mi collego alla tua ultima domanda da dove nasce “posto d’autore”. Se chiedo ai miei clienti di rinunciare alla profondità dell’assortimento che offre la rete e di utilizzare i miei servizi aspettando qualche giorno l’arrivo di un libro da loro richiesto, per essere credibile devo offrire loro qualcosa di unico e irripetibile: incontrare autori, scambiare opinioni sui libri letti, prendere in mano lo scettro del protagonismo a cui il mondo social ha abituato i lettori insieme a tutte le altre categorie è un’esperienza umana di alto contenuto emotivo. Venticinque anni di progetto nel mondo della scuola mi ha allargato lo sguardo sulla sinergia tra le due intelligenze: quella emotiva e quella razionale. Il risultato è l’amplificazione del sentire attraverso la lettura. Chi è capace può aiutare gli altri a esplorare questo sentire. A questo serve “Posto d’Autore”.”
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