Per “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi“, ci occupiamo del nuovo libro di Saverio Simonelli intitolato “Prima di essere Francesco” (Coccole Books, 2019)
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Saverio Simonelli, giornalista professionista, è vicecaporedattore di Tv2000. È docente presso il master di Editoria, giornalismo e management culturale dell’Università “La Sapienza” di Roma. Ha scritto numerosi testi di saggistica e ha tradotto opere di Mann, Chesterton, Von Balthasar, Luckmann, Kavanagh, Ende. Di recente, per Coccole Books, Saverio Simonelli ha pubblicato un libro dedicato alla figura di Jorge Bergoglio (papa Francesco), dedicato ai lettori più giovani (ma non solo), finalizzato a mettere in risalto gli aspetti peculiari della vita del futuro papa Francesco prima, appunto di essere Francesco. Questo, infatti, è il titolo: “Prima di essere Francesco“. Un romanzo da dove emergono vari elementi di grandissimo interesse, legati a Francesco: la sua Argentina, il suo passato, i grandi personaggi che ha incontrato, i temi a lui cari, ma sempre incarnati attraverso episodi, interessi, testimonianze.
Abbiamo chiesto all’autore di raccontarci qualcosa di questo suo nuovo libro…
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«Francesco prima di essere Francesco e che allora era Jorge, come quell’altro Jorge, Luis Borges che si intreccia alla sua vita e agli umori profondi, ai colori e alle storie dell’Argentina».
«Il libro vuole spiegare ai ragazzi ma anche ai lettori più cresciutelli qual era il mondo di chi è venuto a Roma “dalla fine del mondo” », ha detto Saverio Simonelli a Letteratitudine, «per questo ripercorre la vita di Jorge Bergoglio ma risale ancora più su, alla propria famiglia emigrata sul finire degli anni ’20 dello scorso secolo, ma si spinge ancora più indietro alla transumanza marina di tanti Italiani che partirono già dagli ultimi anni dell’Ottocento alla volta del Sudamerica.
Francesco, questo è abbastanza noto, è figlio di emigranti piemontesi e allora la voce narrante del libro – un immaginario ex alunno di Bergoglio all’epoca in cui da giovane gesuita insegnava letteratura e psicologia a Santa Fe – vuole dimostrare a sé stesso di aver fatto propri gli insegnamenti di quell’originalissimo professore illustrando la sua vita come fosse un romanzo.
Fin dall’inizio, il libro prova a condurre il lettore dentro la vita dei protagonisti mimando anche dei dialoghi, intrufolandosi nei pensieri, muovendosi sempre rigorosamente tra le fonti ma lasciando che l’immaginazione ci porti al cuore della personalità dei personaggi e ci restituisca atmosfere.
Come è il caso del giorno della vocazione di Bergoglio seguendo passo passo il suo itinerario da casa alla chiesa di san Giuseppe Flores dove come per un impulso improvviso, scendendo dall’autobus che lo stava portando al centro per un appuntamento con i compagni di scuola, Jorge sentì il desiderio di confessarsi raccontando a uno sconosciuto sacerdote quel rovello interiore e condividendo con lui quella voce misteriosa che nel suo cuore cominciava a farsi largo.
Buenos Aires con le sue monumentali arterie perennemente trafficate e i vicoli colorati e periferici è il teatro in cui Bergoglio si muove da autentico figlio di quel popolo fatto di sangue misto, italiano, spagnolo, brasiliano, tedesco. Ma Buenos Aires significa anche passione, ardimenti e malinconie, è la musica del tango, che Francesco ha definito spesso come “qualcosa che tocca nel profondo”, ma è soprattutto l’amore sviscerato per il calcio. Ecco allora la storia del San Lorenzo de Almagro, la squadra di cui Bergoglio si è letteralmente innamorato da quando il papà lo accompagnava sugli spalti del mitico stadio El Gasometro ad ammirare quella squadra fantastica con il suo centravanti, il leggendario Pontoni, anch’egli figlio di italiani, autore di quello che Bergoglio durante un’udienza alla nazionale argentina ha definito il gol più bello che abbia mai visto. Così ho provato, come fosse lo “script” di una telecronaca in differita, a descrivere per filo e per segno tutta l’azione provando a guardarla con gli occhi del piccolo Jorge novenne in tribuna.
Ma nella vita del futuro Papa c’è anche la terribile, atroce e angosciosa parentesi della dittatura militare con la tragedia dei desaparecidos che l’autore ci racconta immaginando in un capitolo durissimo di essere in prima persona uno dei prigionieri sottoposti a torture indicibili e poi gettati in mare dall’alto di un aereo in volo sull’Oceano. Segue anche una ricostruzione accuratissima dell’atmosfera di sospetto e terrore che regnava in quegli anni in Argentina. L’autore non manca di dar conto delle colpe, degli errori delle inaudite violenze compiute da tutte le parti in conflitto. Il terrorismo violento fanatico e oltranzista dei gruppi di estrema sinistra e la repressione nascosta implacabile e disumana della giunta guidata dal generale Videla.
Proprio in quegli anni tumultuosi, feroci e inquieti Bergoglio diede prova di saggezza e di realismo lavorando sotto copertura e riuscendo a salvare spesso in modo rocambolesco tante vite. Muovendosi quasi come un agente segreto.
E a proposito di segretezza, il fantasma di Borges evocato all’inizio tornerà in qualche modo anche alla fine, come fosse davvero l’inizio di un’altra storia».
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