Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine, ROMANA PETRI racconta il suo romanzo RUBARE LA NOTTE (Mondadori)
* * *
di Romana Petri
Mio padre Mario Petri, quando ero bambina mi leggeva, recitava e interpretava di tutto. Avveniva di sera, quando ero già a letto, e probabilmente con l’intento di farmi dormire. Ma dormire era impossibile perché, dopo tutto quel teatro, quando mi dava il bacio della buona notte e spegneva la luce, io di certo non ero pronta a dormire, bensì a rivisitare tutto quello che avevo appena ascoltato e visto. È così che ho ricevuto i primi rudimenti dei grandi classici latini e greci e della narrativa. Tra i tantissimi c’è stato anche Il Piccolo principe, questa fiaba criptata che più la leggi e più ti cambia volto davanti agli occhi. Credi di aver capito una cosa, ma alla successiva rilettura quel che ti sembrava di aver compreso si “rimisterizza”. Una fiaba che ha venduto 170 milioni di copie nel mondo, che è stata tradotta in 434 lingue e dialetti (ci sono dialetti che non hanno di scritto null’altro se non questa opera di Saint- Exupéry): come ha fatto questa fiaba dai temi così terribili, e dove alla fine il protagonista bambino muore, ad aver avuto tanto successo? La risposta è che in questa storia ci sono solo quesiti e non risposte e che per questa ragione è ipnotica, perché la grande letteratura non consola mai, inquieta, mette in uno stato di allarme, ti obbliga a trovare risposte e a rimangiartele la volta dopo. Lo dico con cognizione di causa perché come insegnante di lingua e letteratura francese ho fatto leggere la storia di questo bambino capriccioso e del suo compagno di viaggio, che altri non è se non lui stesso cresciuto, ogni anno per tanti anni. Perché il piccolo Principe abbandona il suo pianeta? Perché di tutta la Terra conosce solo il deserto?
Cosa lo uccide? Perché si uccide? (Leggi tutto… clicca qui)
* * *
Come nasce un romanzo? Per gli Autoracconti d’Autore di Letteratitudine: MATTEO NUCCI racconta il suo romanzo “Sono difficili le cose belle” (HarperCollins Italia)
* * *
di Matteo Nucci
Questo è un libro che non doveva essere un libro. O meglio, non doveva essere ciò che oggi è un libro, ossia quel prodotto che appare nelle librerie e che ha un prezzo, un editore, una copertina e che insomma è l’esito di un processo in cui sono all’opera molte persone, oltre a chi lo ha scritto. No, questo doveva essere un regalo. E un regalo è stato. In una copisteria di Borgo Pio, a Roma, per il Natale 2020, mi feci stampare nel formato del libriccino alcune copie della storia che avevo scritto quasi due anni prima, a inizio 2019, e che avevo intitolato, seguendo un’idea antica che percorre i miei libri, Sono difficili le cose belle. Lo regalai alla nipote che era protagonista del racconto, Arianna, anche se era dedicato sostanzialmente a tutte e cinque le figlie delle mie due sorelle.
Quando scartò il pacchetto, sotto l’albero di Natale che mia madre adorava preparare per le sue amatissime nipoti e che da tre anni mio padre riproduceva con dedizione assoluta, Arianna restò senza fiato, poi si commosse e mi guardò con un amore che con me non aveva mai avuto. Arianna infatti è sempre stata in lotta contro di me. Non avendo figli, io adoro dedicarmi a queste esponenti di un gineceo debordante e ovviamente dominante. Dunque, come mia estrema amorevole difesa, le perseguito, le vizio e le ossessiono, preparo sorprese e dispetti, e se c’è una cosa che dà loro fastidio ovviamente insisto. Tre delle cinque lo sanno e se ne fregano. Due di loro invece no, non ci sono mai riuscite. Sofia è l’altra nipote che se la prendeva per questi miei atteggiamenti persecutori. (Leggi tutto… clicca qui)
* * *
“Leonora Carrington” di Elvira Seminara (Giulio Perrone Editore, 2022)
Elvira Seminara e quel diavolo di sabbia di Leonora Carrington
Ha il sottotitolo “Dea della metamorfosi” il volumetto dedicato a Leonora Carrington scritto da Elvira Seminara per la collana Mosche d’oro di Giulio Perrone diretta da Nadia Terranova, Viola Lo Moro, Giulia Caminito. A questo punto la recensione potrebbe dirsi conclusa. Vi spiego perché.
“Creativa a tutto raggio, corpo e mente unificati. Se esiste un’idea di artista sciamana, capace di penetrare l’universo in chiave arcaica, di conversare con gli astri e coi teschi, ridendo e sbeffeggiando, senza dividere realtà e visione, vita e morte, è lei. Evanescente ed esatta, luminescente e oscura”. Qui sta la chiave della riluttanza (per ora tutta mia, ma sfido i lettori a non darmi ragione) a mantenere sul piano di Todorov autore, narratore e personaggio del libro di Elvira Seminara. Riluttanza e pigrizia: come si fa a rincorrere quel refolo demoniaco di Leonora Carrington se, mentre lo stai afferrando, la sua cantatrice si mette in mezzo e per magia diventa lei? Magia qui sta per creatività, per arte, per capacità di immaginazione, per senso evocativo della scrittura, per invasione del sogno nella realtà. Evanescenza ed esattezza, appunto. Se un binomio serve a fare sintesi dello stile di Elvira Seminara, evanescenza ed esattezza è quello giusto. Solo che il virgolettato lo ha scritto appunto lei ma per presentare Leonora Carrington. (Leggi tutto… clicca qui)
* * *
IL DUCA di Matteo Melchiorre (Einaudi): incontro con l’autore e un brano estratto dal romanzo
Matteo Melchiorre è nato nel 1981. Dopo essere stato ricercatore presso l’Università degli Studi di Udine, l’Università Ca’ Foscari e lo Iuav di Venezia, è direttore dal 2018 della Biblioteca del Museo e dell’Archivio Storico di Castelfranco Veneto. Si occupa di storia economica e sociale del medioevo e della prima età moderna, e di storia della montagna e dei boschi. Autore di numerosi saggi storici, tra gli altri libri ha pubblicato: Requiem per un albero. Resoconto dal Nord Est (Spartaco 2004), La banda della superstrada Fenadora-Anzú (con vaneggiamenti sovversivi) (Laterza 2011), La via di Schenèr. Un’esplorazione storica nelle Alpi (Marsilio 2016, Premio Mario Rigoni Stern 2017 e Premio Cortina 2017) e Storia di alberi e della loro terra (Marsilio 2017).
Per Einaudi ha pubblicato Il Duca (2022). Abbiamo chiesto all’autore di raccontarci qualcosa sulla genesi di questa sua ultima opera…
* * *
«Ho iniziato a scrivere Il Duca, cioè a pensare di scrivere ciò che molto più tardi avrebbe trovato la forma di un romanzo e che ancora più tardi avrei chiamato il Duca, in una notte del 2014», ha detto Matteo Melchiorre a Letteratitudine. «A quel tempo, la notte, mi succedevano molte cose. Non che fossi un nottambulo, o che girassi sistematicamente nottetempo. Si dà il caso, semplicemente, che in quel giro d’anni molte cose rilevanti accadessero in orari in cui adesso, ora come ora, dormo da un pezzo. (Leggi tutto… clicca qui)
* * *
“Città in fiamme” di Don Winslow (HarperCollins Italia – traduzione di Alfredo Colitto)
C’è una città in fiamme devastata da una guerra, c’è la fuga, la salvezza ad ogni costo, c’è una scia di sangue che fa paura, ci sono gli (anti)eroi, gli sconfitti come in ogni guerra che si rispetti. C’è un figlio in viaggio con un bambino ed un padre anziano al seguito; è l’Enea contemporaneo Danny Ryan, protagonista indiscusso di questo romanzo e (speriamo) dell’intera trilogia. Ma prima di tutto c’è lei, Pam, una donna che sembra “una visione che emerge dai sogni del mare” una donna che “porterà guai. Le donne così belle di solito li portano”. Ecco che la causa degli scontri è donna, come la tradizione epica ci ha insegnato, ecco che Pam, la fidanzata di Paulie Moretti, è la nuova Elena di Troia. Il quartiere di Providence è la nuova città di Troia.
Ed è una Troia che brucia dal caldo e dal dolore di una guerra che si poteva evitare, una città che puzza del nauseante odore del sangue versato, puzza di polvere da sparo, di corpi dilaniati, di esplosivo, puzza di eroina e affari. Puzza di Mafia. (Leggi tutto… clicca qui)
* * *
“L’artista dell’anima. Giotto e il suo mondo” di Alessandro Masi (Neri Pozza): intervista all’autore
* * *
Quella di Giotto è una figura mitica della storia dell’arte italiana. Ma se sappiamo molto delle sue opere, sappiamo piuttosto poco dell’uomo. Chi è stato veramente Giotto?
Alessandro Masi – storico dell’arte, giornalista, nonché segretario generale della Società Dante Alighieri – se ne è occupato in questo suo nuovo ottimo libro, edito da Neri Pozza e intitolato “L’artista dell’anima. Giotto e il suo mondo“.
Ho avuto il piacere di rivolgere qualche domanda all’autore…
– Alessandro Masi, la sua prefazione al libro comincia con una domanda molto interessante: come raccontare la vita di un artista come Giotto rispettando la storia e non tradendo la cronaca? Qual è la risposta?
La risposta sta nel testo stesso del libro (sorride). Questo libro non è un romanzo storico, non è un saggio critico di arte, ma è un racconto storico, ossia si avvale delle fonti per narrare l’incredibile vicenda e la leggenda che circonda Giotto, uno dei massimi artisti italiani di tutti i tempi.
– Quali potevano essere altri eventuali rischi collegati a una narrazione che ha, per l’appunto, come epicentro Giotto e la sua vita? Leggi tutto (clicca qui)
* * *
© Letteratitudine – www.letteratitudine.it
LetteratitudineBlog / LetteratitudineNews / LetteratitudineRadio / LetteratitudineVideo