Dicembre 21, 2024

407 thoughts on “SAN VALENTINO LIBRESCO

  1. Simona Lo Iacono darà una mano per moderare e condurre il dibattito sul libro di Luigi La Rosa.
    Gianfranco Franchi co-condurrà il dibattito sul libro di Gordiano Lupi e Sabina Marchesi.

  2. Leggende agiografiche

    Sono molte le leggende, entrate a far parte della cultura popolare, su episodi riguardanti la vita di Valentino da Interamna:

    * Una leggenda narra che Valentino, graziato ed “affidato” ad una nobile famiglia, avrebbe compiuto il miracolo di ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere, Asterius: Valentino, quando stava per essere decapitato, teneramente legato alla giovane, la salutò con un messaggio d’addio che si chiudeva con le parole: dal tuo Valentino ….
    * Un’altra narra come un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati. Un’altra versione di questa leggenda narra che il santo sia riuscito ad ispirare amore ai due giovani facendo volare intorno a loro numerose coppie di piccioni che si scambiavano dolci effusioni di affetto; da questo episodio si crede possa derivare anche la diffusione dell’espressione piccioncini.
    * Secondo un altro racconto popolare, Valentino, già vescovo di Terni, unì in matrimonio la giovane cristiana Serapia, gravemente malata, e il centurione romano Sabino; l’unione era ostacolata dai genitori di lei ma, chiamato dal centurione al capezzale della giovane morente, Valentino battezzò dapprima il giovane soldato e quindi lo unì in matrimonio alla sua amata, prima che entrambi cadessero in un sonno profondo.

    Fonte: wikipedia

  3. Massimo caro,
    vorrei iniziare dando la parola a Luigi la Rosa, raffinato curatore delle “pilole” bur, ossia raccolte di frammenti della letteratura d’ogni tempo che affrontano temi vari (il Natale , l’eros , la fine dell’anno…). San Valentino ha offerto l’occasione per raccogliere alcuni tra i testi più belli che siano stati scriti sull’amore (da Dante a Ovidio, da Aristofane a Petronio, per poi svolare con ala di poeta sui più recenti Goethe, Verga, Pirandello, ma anche Costa, Levi , Mazzucco…).
    La capacità di Luigi è quella di accompagnare a ogni testo una prefazione poetca e illustrativa che intreccia come un canto la premessa allo svolgersi del frammento.
    Se ne dipana un vero e proprio viaggio tra voci ed esperienze diverse che abbracciano un lungo arco temporale ma che paiono avvinte dalla medesima incapacità di afferrare le ragioni di un mistero: quello dell’affinità ( o della mancanza di affinità) che ci lega all’altro , delle ragioni di questo legame, dell’afflato che può unirci anche al diverso, al non voluto, al mai condiviso.
    Esplorare uno dei sentimenti più conturbanti e oscuri del nostro vivere non può ridursi a una voce soltanto. Ne servono molte. Quelle di tutti i poeti del mondo.
    Vorrei chiedere a Luigi in che modo ha operato per la selezione dei testi e delle parole “chiave” a cui ha affidato il compito di sillabare l’alfabeto…”a” come altrove, “b” come ballo… e poi talune davvero singolari: “t” come toilette….

  4. (Massimo te sei ripreso? Io non lo so se lo festeggio San Valentino… ma a me di regola me piace: i cioccolatini a forma de core, le roselline, e possibilmente du spaghi cacio e pepe:) A parte ciò aspetto che si avvii il dibattito per dire qualcosa di vagamente sensato)

  5. Caro Mssimo, ti confesso che non ho letto le recensioni, la storia di San Valentino e tutto il resto. Brutalmente dico che non amo tutte le feste inventate per far soldi. Visto che queste feste ci sono si potrebbero
    onorare in altri modi. Se un marito e una moglie hanno litigato potrebbero far pace. Per la festa della mamma i figli potrebbero prepararle un bel pranzetto. Invece di adeguarsi alle usanze, mettiamo in moto la nostra fantasia. Io proporrei non una festa ma un giorno penitenziale, un giorno di digiuno per “festeggiare” i Santi Crocifissi del Terzo e Quarto Mondo. Ciao a tutti. Franca.

  6. Iniziamo dalle domande:
    1)no, non festeggerò San Valentino, non l’ho più festeggiato dai 17 anni e non ci tengo molto. Diciamo che è una festa che, nel suo semplice esistere, è “rassicurante”. Sta lì, mi diverte sapere che c’è chi si ingegna per trovare modi originali di festeggiare, ma io me ne sto tranquillina, a organizzare una cenetta con l’amore che ci metto ogni giorno.
    2) Si, per me è diventata puro business. Basta guardarsi intorno per rendersene conto. Mi sembra però che di questo ci sia più consapevolezza e meno voglia di lasciarsi intrappolare in gadget sempre uguali.
    Per cui apprezzo chi decide di festeggiare inventando modi e pensieri del tutto personali.

  7. A proposito dei due libri, complimenti intanto agli autori e ai recensori (ciao Simona, sei sempre bravissima, mi hai fatto venire voglia di leggere l’alfabeto dell’amore!).
    Sicuramente questo è un modo carino di festeggiare: regalare uno dei due libri proposti da Massimo, a seconda dell’indole e dell’inclinazione di chi li riceve.
    A Gordiano Lupi e a Sabina Marchesi vorrei chiedere se nelle storie che hanno ricostruito, oltre a rilevare gli elementi scatenanti dei delitti con occhio “al di sopra delle parti”, hanno avuto la possibilità di vedere di persona i luoghi e così descrivere ambienti, fattori circostanti, dettagli che fanno in qualche modo da cornice alla narrazione.

  8. Cari Simona, Massimo e tutti gli amici del blog, grazie di cuore dell’attenzione. Cara Simona, sono letteralmente commosso dalle tue parole, grazie davvero. La tua recensione è un’opera d’arte. Cercherò di rispondere brevemente al tuo interrogativo. La scelta di redigere un sillabario affidando a ciascuna lettera la responsabilità di un testo che la significasse e la rendesse emotiva al suo interno nasceva dall’intuizione che governa un pò tutti i miei libri – e cioè la riflessione sul fatto che le sensazioni che l’essere umano vive non sono mai staccate una dall’altra, così come i sentimenti. Si parla d’amore, e mi sono chiesto: ma che cos’è davvero questo tanto celebrato amore? E’ solo passione? Soltanto desiderio? Soltanto attrazione? Solo sesso? Semplice ricerca dell’altro? Chiaramente: no! E’ tante altre cose insieme: senso dell’attesa, della privazione, talvolta delusione, ferita, rifiuto, amarezza, amore negato, tradito, disatteso, solitudine, bisogno di riscatto, tenerezza ma pure perversione, discesa gli inferi del proprio interiore. Sono sfumature legate al sentire l’amore. Rimandi di un prisma che convoglia tutto e a tutto dà forma. E’ stato proprio questo a spingere la mia ricerca verso il territorio frastagliato della diversità e del molteplice: atteggiamento che s’è riflesso anche nella varietà delle scelte e nella complessità dei testi raccolti: dai greci ai contemporanei, uomini e donne, scrittori e scrittrici, poeti e narratori, voci di uomini che amano le donne, di uomini che amano gli uomini e di donne che amano le donne, parole su parole in una sorta di tessuto simbolico che fosse suggestivo e avvolgente. Tutto questo disegnava per me il profilo diversificato e magico dell’amore. Ma pure quello controverso, spigoloso, talvolta provocatorio dell’amore contraddetto. Il mio testo è un testo sull’amore ma pure un testo sulla ferita d’amore. Credo che sia il modo migliore per definire questo comune sentimento. La sua universalità. E poi, rispetto ai miei lavori precedenti, credo che nell’Alfabeto ci sia il tentativo di imbastire una lunga, possente ri-narrazione delle storie più celebri di ogni tempo. Da Petronio ad Apuleio, a Filostrato, passando per Amore e Psiche, per il lamento di Ofelia, per i versi più conosciuti dell’antichità: ho cercato di ridisegnare un continente espressivo sul quale tutti ci siamo formati ma che troppe volte tendiamo a non rileggere più. Era un impegno arduo: mi ci sono dedicato con umiltà e passione. Spero di esserci riuscito. Grazie ancora a tutti coloro che mi leggeranno. Un abbraccio

  9. A voi tutti innamorati e non, il mio augurale e festoso:-
    “SAN VALENTINO”
    San Valentino dai boccoli d’oro
    che rincorri per prati d’asfodeli
    la virginea luna,
    e dall’ardente faretra
    di giada e crisolito
    con infallibili dardi
    bersagli i cuori labili
    dei comuni mortali. Ti diletti
    nel vederli incendiare
    con bengala d’amore,
    mentre trame scarlatte
    in ampie spirali i sogni
    ascendono leggere.
    *****
    Solerte pargolo
    artefice di riposti segreti
    preserva la strada di vetro
    delle nostre scarse dolcezze,
    affinché il demone spietato
    dell’orgoglio, non calpesti
    il fiore vermiglio dell’Eros.
    E dal cocchio d’anemoni selvaggi
    accorto vigila
    il sonno quieto degli amanti,
    Siena, 14 febbraio 1989
    Tessy

  10. Carissimi amici,
    forse non è di buon gusto che sia proprio io a tessere le lodi del libro di Luigi La Rosa visto che ha avuto la generosità di inserirvi un brano del mio romanzo “La volpe a tre zampe” sotto la voce “fantasia”, ma come non liquefarsi di piacere e di tenerezza nel prestare orecchio agli echi che donne e uomini di appassionato sentire ci fanno giungere dal buio dei millenni? Come evitare la commozione o il riso che i loro patimenti amorosi ci procurano? E come non concludere che tutte quelle voci compongono una trama che colloca di diritto il libro non fra le opere di compilazione, ma addirittura fra le più personali opere d’autore perchè Luigi La Rosa è innamorato a tal punto degli scrittori da lui evocati da farne gli eroi del suo libro (e si scusa chi, con il difetto d’esser ancora vivente e magari un tantino acerbo, potrebbe esser ritenuto indegno di far parte di una così brillante adunata). Che altro dire? La Rosa riesce a far innamorare anche i più duri di cuore se non di un singolo essere, perchè troppi ne sono immeritevoli, almeno dell’amore in sè, sfolgorante nella sua maestà, e fiero di poter distribuire a piene mani nelle nostre esistenze la gioia e la disperazione, il godimento e l’amarezza, la pazienza e la voglia di perdersi. W l’Amore con la maiuscola, allora, che dal libro di Luigi La Rosa salta rapinoso direttamente al cuore del lettore per farlo suo e non mollarlo più. Francesco Costa

  11. @
    Sono due libri così diversi, perché sono stati presentati insieme?
    Volendo stare nell’occasione “sociale” , io mi sarei fermata al primo …
    Oggi non ho tempo, ritorno questa sera.
    Comunque, un ciao a Simona e complimenti
    🙂

  12. @ M. Teresa Santalucia Scibona: Carissima, la sua poesia potrebbe a buon titolo rientrare nell’antologia di Luigi sotto tante parole “chiave”:”a” come asfodeli, “l” come luna,”s” come strada di vetro….
    Credo, prendendo a prestito un’idea di Luigi, che le parole, e certe parole in particolare, abbiano in amore un potere evocativo fortissimo.Non a caso Ovidio diceva che :”coloro che amano lastricano il cammino di lettere”…
    Scriverle più che dirle, o affidarle a una narrazione più che raccontarle. La parola offre agli amanti un mezzo tra i più potenti per comunicare i propri sentimenti. Per questo la letteratura sull’amore è costellata di epistolari celebri .
    Tra essi Luigi, sotto la “v” come voce, mette le lettere di Aristeneto, a cui la critica attribuisce una raccolta di cinquanta missive amorose in due volumi.
    Si tratta di testi sconcertanti per la loro attualità, in cui la scrittura brilla (allora come adesso) di stupore per la scoperta del sentimento, di evocazioni suggestive scritte proprio allo scopo di incantare , di afflati curati come versi di poesia.
    Vorrei chiedere a Luigi di parlarci di questo autore poco conosciuto e della sua biografia pure così controversa nella critica letteraria.

  13. Bravo Luigi, brava Simona, l’uno a raccogliere le voci, l’altra a tessere una tela di poche righe in cui rimanda a quelle voci: per incuriosire, indurre a prendere in mano quel libro, far scoprire quali pagine Luigi è riuscito a inserire tra le sue “pillole” che tendono a curare… cosa? una nostalgia? un vagheggiamento, un bisogno sempre nuovo di frasi che si facciamo carezza, mano che sfiora, occhio che guardo, bocca che bacia?
    L’amore ci somiglia, scrive Simona, l’amore siamo noi quando amiamo, quando riusciamo a essere per l’altro voce e parola, appagamento dei sensi, inquietudine perenne.
    La festa di San Valentino è un business? Sì, certo, però conserva una specie di tenerezza, è un circoletto rosso sul calendario, un modo per dire: ricordati del tuo amore.

  14. Caro Francesco Costa, le tue parole sono un canto di gioia. Grazie davvero: io spero che le mie pagine possano semplicemente regalare un pò d’emozione e d’amore (soprattutto per la letteratura, che da sempre è la vera grande protagonista di queste mie raccolte editoriali). Ciò che mi interessava era non soltanto il parlare d’amore – ma riflettere sul modo magnifico in cui gli scrittori “hanno parlato” d’amore. Ciò che le persone esprimono a voce gli scrittori sentono magicamente il bisogno di scriverlo, di tradurlo in parola e in narrazione. Le cose esistono solo quando qualcuno le racconta. Quando ne intreccia parole. In Momenti d’essere – libro che anche tu ami molto, e che consiglio caldamente a tutti gli amanti della grande Letteratura – Virginia Woolf afferma che anche il dolore, nell’atto di essere condensato in frase, in parola, inchiostro sulla pagina, diventa reale ma contemplabile – non più abisso. E tale alchimia ha qualcosa di magico, di commovente, come se vi fosse negli scrittori un linguaggio speciale, particolare – il linguaggio dell’arte – che però è compreso da tutti, che proprio per la sua bellezza raggiunge anche il più piccolo e lontano cuore della terra. Le parole degli scrittori superano i millenni, fanno cinque volte il giro del pianeta al semplice voltare di pagina. E’ questo che mi ha sempre spinto a raccogliere insieme le voci degli scrittori. E’ questo che mi induce a entrare nelle librerie col rispetto di luoghi sacri, al di là della facile retorica. Sono davvero felice che il libro ti piaccia, Francesco, e quella tua pagina è assolutamente toccante. Io credo davvero che l’arte sia dei bambini – e che gli autori siano eterni bambini. Il tuo bambino è delizioso, e ci aiuta a credere nel futuro e nel riscatto della vita. A presto. Grazie di essere intervenuto. Un abbraccio

  15. Cara Simona, è vero, la critica non ha notizie biografiche precise su Aristeneto, ma il testo che ho inserito è abbastanza eloquente. Una lettera che mi ha colpito moltissimo per la sua forza e la sua schiettezza. La giovane Partenide scrive del suo amore inesperto e toccante ad Arpedone, chiedendo consigli, elencando i motivi che l’hanno spinta a invaghirsi di questo misterioso giovane che canta come un Dio e che sa suonare la lira. Probabilmente un vicino di casa, qualcuno che mi piace immaginare ella abbia dovuto ascoltare al di là di qualche finestrella. “In casa abbiamo quadri che raffigurano Achille – scrive – se non era così, non si può dire che fosse veramente bello; se non sapeva suonare la cetra in questo modo, non era degno d’essere allievo di Chirone”. Gli accenti sono appassionati, ma pure indomiti, ribelli, laddove, senza alcuna ipocrisia, questa giovane donna del mondo antico afferma: “Al diavolo la vergnogna! al diavolo la pudicizia! Sento che la natura reclama i suoi diritti: con lei, è chiaro, non ci sono leggi che tengono! Per un pò voglio dimenticare il pudore: forse riuscirò a rianimare il mio cuore tormentato”. Ecco, in tempi come i nostri, ammantati di oscurantismo e ipocrisia, credo che la professione libera, pura, assolutamente poetica di una fanciulla che esprime senza mezzi termini il suo desiderio d’amore – ma pure la sua accensione, la sua attrazione sessuale – costituisca qualcosa da cui dovremmo apprendere molto. E’ questo che mi ha colpito, e l’assoluta poeticità del testo. Cara Simona, grazie per il tuo interessante interrogativo, ti abbraccio

  16. San Valentino francamente mi ricorda più la strage di Al Capone che la festa degli innamorati.
    Non mi è mai piaciuto festeggiarlo (anche se qualche volta in passato ho ceduto dietro a qualche femminile insistenza).
    Così come odio le feste della mamma e del papà: grandi occasioni per cioccolatai, ristoratori e pizzaroli, gioiellieri, fiorai, ecc. e grandi feste del marketing tutto.
    Martellamenti di pubblicità sul tema che fracassano il testicolame, ristoranti pieni che se non hai prenotato dall’anno prima non ti si caca nessuno, prezzi gonfiati ad hoc e tutta una serie incubi che neanche Stephen King che si tramutano in realtà.
    Una ricorrenza che, a volerla festeggiare realmente, dovrebbe riguardare qualcosa di profondo, di veramente intimo, ma che in tutta questa sarabanda per “intimo” considera esclusivamente la mutanda, per l’occasione stampigliata a cuoricini.
    Un invito a tutti gli innamorati che vogliono realmente festeggiare: regalatevi una poesia, fatevi una romantica cenetta in casa, finite la serata esercitando una sana attività fisica (magari usando il preservativo, non fa mai male ricordarlo, ma possibilmente non il modello “sanvalentino” – con i cuoricini stampati in lattice e all’odor di rosellina- qualora vi fosse; in realtà non lo so, ma mi aspetto di tutto).

  17. Una bellissima presentazione quella del libro di Luigi, supportata così bene dai commenti di chi lo conosce e apprezza. Conto anch’ io di leggerlo quanto prima, sapendo fin d’ora che riuscirà sicuramente a trasmettermi quell’entusiasmo e quella curiosità che lo caratterizzano, insieme al piacere della ri-scoperta di emozioni e parole sopravvissute al tempo.
    Un saluto a tutti

  18. Oppure regalatevi un libro, magari uno di quelli qui proposti, che non ho letto, ma mi paiono entrambi interessanti.
    (Era la conclusione “saltata” nel mio precedente invio).

  19. Cara Tea, grazie anche del tuo intervento. Te ne sono grato. Sì, è come dici tu: San Valentino è chiaramente business, ed è l’aspetto che tutti, certamente, combattiamo e detestiamo. Questo mio libro esce proprio in concomitanza con tale data: ovvio che ci si pone qualche domanda. Io per primo me la sono posta. E rispondo a me stesso dicendomi che forse il solo modo per combattere questa meledetta insidiosa tendenza consumistica di cui siamo tutti – anche incosciamente – schiavi, sta nell’andare apertamente controtendenza, nel proporre qualità, letteratura vera, pensiero alto. Ok, San Valentino ti spinge in libreria. Ma se tutti noi scrittori riuscissimo a indirizzare le scelte del lettore non verso le banalità dozzinali di sempre e i facili best seller del momento, ma verso momenti di letteratura autentica e consacrata, allora, forse, avremmo fatto un’operazione di contrasto. E’ quello che ho sempre cercato di fare con questi testi. Libri di formato tascabile, appetibili, ma soprattutto aperti alle finanze di tutti (detesto l’impossibilità economica che tante volte ha frenato tutti noi davanti al costo inavvicinabile di tanti libri desiderati… La letteratura è patrimonio universale, non di casta…), libri che parlano a tutti ma con parole profonde, parole letterarie, troppe volte dimenticate dal nostro difficile tempo. Sono orgoglioso di averlo fatto, come sono felice di aver associato – forse indegnamente – il mio piccolo nome a quello di classici di levatura mondiale. E’ questo il mio modo personale di dire no: No a San Valentino. Diciamo no tornando a leggere Aristofane. Diciamo no con Dante e Shakespeare. Diciamo no con la libertà con cui Oscar Wilde si difende dai suoi inquisitori. Diciamo no con Shelley, con Tolstoj, con la Mazzucco. Diciamo no con la bellezza. Diciamolo con la forza e con la passione che spinge alla lettera “T” di Toilette due uomini sconosciuti a desiderarsi e a fare l’amore nel cesso di servizio di un autogrill. Diciamo no con l’emozione creativa – ma con quella vera, che ha ancora un senso. Carissima Tea, grazie anche a te, ti ringrazio per questo bellissimo spunto, a presto

  20. Grazie anche a Carlo per il suo suggerimento. Siamo tutti contro la banalizzazione e la commercializzazione dell’amore. Ma nessuno di noi è contro l’amore. Un saluto

  21. Cara Carla, ti ringrazio per la fiducia che mi attribuisci. Spero di non deludere le tue aspettative. Io ce l’ho messa tutta. Ma dalle risposte del pubblico e da come il libro si sta muovendo, credo che il mio messaggio sia passato abbondantemente, ti abbraccio

  22. Beh, a proposito dei due libri d’amore, ho soltanto dato un occhiata alle brevi note e alle sintetiche shede di presentazione, per cui non posso dire molto. Comunque, non c’è alcun dubbio che siano due libri d’impostazione sostanziale molto diversa. Certo, entrambe hanno come tema l’amore. Mentre “nell’alfabeto dell’amore” si mette in risalto le varie sfaccettature che quetso comporta, con un modo, o meglio un metodo quale quello dell’alfabeto, prendendo ogni singola lettera da spunto per evocare momenti, situazioni e manifestazioni d’amore, nell’altro, “coppie diaboliche” si esalta la coppia stessa, che presa da un amore di esoterica impostazione, commette atti assurdi e raccapriccianti all’umana comprensione. Qui infatti come dice la scheda , l’autore non compie un atto di moralità( c’è poco da moralizzare) bensì descrive con nero su bianco le varie ricostruzioni dei fatti presi in esame quali appunto quelli citati nelle “brevi note”.
    Detto questo, trovo positivo il fatto che si indichino due libri come regalo per S,Valentino( almeno si da l’imput a leggere). Io però preferirei a mia moglie preferirei più regalarle “L’afabeto dell’amore” piuttosto che l’altro libro preso in esame. Il giorno di S.Valentino è un giorno felice, è un giorno di festa e di amore, e pur con tutta l’ammirazione e la stima che posso avere verso l’autore ed il libro stesso( coppie diaboliche) mi da l’idea del “FUORI LUOGO”. Poi magari mi sbaglio!
    Riguardo alle altre domande che tu Massimo ponevi, direi che …
    Si non c’è alcun dubbio che tale festa sia diventata un buisness all’amenicana, come del resto tante altre( la festa della mamma , del babbo, quella di alloween e quant’altro) con tutti i crismi che in essa sono esplicati, e forse mi vien da pensare che tale ricorrenza sarebbe meglio festeggiarla nell’intimità della coppia stessa. In fono , almeno per me, l’amore , quello degli innamorati , quello fra due persone , quello a cui alludeva S.Valentino insomma è “cosa intima”. Quindi sbatterlo cosi al vento in qualche sontuoso ristorante dove magari si coglie l’occasione per scartare il brillante , o la borsetta di Gucci o…quello che volete insomma , subitaneamente imitati o in contemporanea o aseguire dalle altre coppie presenti, la trovo un’aberrazione dell’amore . Il regalo, se si fa si fa nell’intimità. Poi se il concetto AMORE vogliamo vederlo sotto altri profili, come per esempio per me l’amore che nutro nei confronti di mio figlio, o quello che nutrivo per i miei defunti genitori, allora si entra in un’altra dimensione , perchè in questo modo si allargano tali confini che prima aveo definito intimi e si entra in quelli più vasti dell’amore in senso lato.
    Un’ultima cosa volevo dire. A proposito dei miei defunti genitori, Arturo e Maddalena, sono morti pochi mesi fa , a seguito di due malattie improvvise e devastanti. La mamma è morta il 16 Giugno2007, ed il babbo, se ne è andatol’11 Novembre delo stesso anno. Sono stati insieme per 63 anni, nel 2003 avevano festeggiato le nozze d’oro, e la data di tale evento indovinate un pò qual’era ?
    Il 14 Febbraio, per S.Valentino. Perciò capirete che per me almeno fino a pochi mesi fa questa festa oltre che esser tale nel contesto globale, era anche una festa di famiglia. Mia mamma ci teneva molto a questa cosa, infatti diceva sempre che la loro data del matrimonio aveva insito uno speciale legame d’amore. Nel 1953, pur conoscendo le varie leggende sul santo in questione, non si festeggiava ancora questa ricorrenza. Almeno non a Partina in Casentino in prov. di Arezzo( ma credo in tutta Italia)per cui forse aveva ben ragione a dire che quella in fondo era per loro una data magica. Per concludere, vorrei mettere in risalto quanto amore VERO c’era tra di loro. Morta prima ed inaspettatamente mia mamma , mio padre di 4 anni più anziano di lei, è rimasto forte per qualche mese , fino al momento in cui si sono terminati tutti i lavori per la realizzazzione della tomba, e fino a che non ha risolto tutti gli incartamenti dovuti alla burocrazia funeraria . Dopo di che, come una candela giunta alla fine, si è spento piano , piano e con un lflebile filo di voce mi ha sussurrato: 2 Torno con lei , è da quando se ne è andata che mi chiama, ed io non posso deluderla . Ci vogliamo troppo bene!”
    Bene adesso vi saluto e…a presto
    VALTERCECCHERINI

  23. Caro Luigi,
    per riprendere il filo del tuo discorso sull’eccesso di commercializzazione che gravita intorno a talune ricorrenze, penso che esse possano offrire l’occasione per ribaltare la tendenza.
    Proprio come dici tu, la scia della ridondanza degli avvenimenti (festa della mamma, del papà, S. Valentino…) può essere lo spunto per offrire il passato, la memoria di chi ci ha preceduto, la voce di chi abbiamo lambito sui banchi di scuola e che poi si è perduta così, senza risuonare in noi.
    Alla fanfara può sostituirsi il flauto, alla grancassa un clarinetto, al tamburo un diapason. Il male non è che certe giornate ci rammentino l’amore, ma che l’amore sia ricordato per strade che non comunicano se non il vuoto dei nostri tempi.
    Se invece torniamo a dirci ti amo con la poesia, con il volo di Icaro, coll’ immagine di un attore che sfarina lo schermo per metterci una mano sulla spalla, ecco…credo che i sentimenti stessi se ne avvantaggino, si pongano sul solco universale che li fa brillare insieme a quelli di tanti altri, risuonino di un significato lieve, commosso, ardente.
    Ricordo l’unico regalo di San Valentino che mi abbia veramente toccato il cuore :un sonetto di Michelangelo copiato su un foglio di quaderno e accompagnato da un papavero.
    Niente di speciale, nè di costoso. Ma quelle parole sono rimaste in me per sempre.

  24. non ho letto il libro di luigi larosa, ma lo leggerò presto. Ho avuto tra le mani le due antologie precedenti e mi ha colpito il suo modo di selezionare testi da direzioni diverse, senza pregiudizi, con un occhio aperto e la mente libera, offrendo affreschi piuttosto rari nei libri antologici. Ideali per avere un’altra voce, più autentica. Come sarà certamente quest’ultimo nato.

  25. Vorrei cominciare col fare i più sinceri complimenti a Simona per la sua presentazione, piena di sentimento e lodi verso “L’alfabeto dell’amore”…e a Luigi che ci ha regalato una piccola opera d’arte, colma di emozioni che ci fanno conoscere l’amore nella sua completezza. Un’amore forte come quello di Paolo e Francesca, che resiste anche ai tragici dolori dell’inferno, spiritoso e pungente come nel Satirycon di Petronio,o doloroso e malinconico come quello della Sirenetta di Andersen… Io non credo molto alla festa di S. Valentino, lo so saranno luoghi comuni, ma credo che l’amore per un’altra persona non debba essere manifestato soltanto tale giorno, e che debba essere riferito oltre a colui – colei che ci sta accanto, principale destinatario/a del nostro “tutto”, ma anche a tutta quella gente, amici cari, familiari che ci sostengono e che ci regalano senza un secondo fine quella sicurezza e quel calore che non basta mai!
    “L’alfabeto dell’amore” sarà sicuramente un ottimo mezzo per riassaporare o scoprire quelle sensazioni che l’amore di qualsiasi genere suscita in ognuno di noi….complimenti vivissimi! Un saluto caro a Simo

  26. @ Luigi…sicuramente nella scelta dei testi tanti saranno rimasti fuori per vari motivi (non si possono inserire certamente tutti…). Tra quelli rimasti fuori, ce n’è qualcuno che ti è rimasto nel cuore, che aveva un potere evocativo particolare?

  27. Comincio da Alessio e poi risalgo. Carissimo Alessio, grazie per aver definito questo mio testo “un’opera d’arte”. E’ il sogno di ogni scrittore realizzare un momento d’arte, la speranza che ci anima tutte le volte che si prende una penna in mano. Ma l’arte è difficilmente raggiungibile – si verifica in qualche raro caso, e quando accade, tocca dentro, scava abissi, segna direzioni dello sguardo che non si dimenticano. Io ho solo fatto del mio meglio, sperando di portare al lettore quelle emozioni che i Grandi autori del passato hanno regalato a me. E date le lettere che sto ricevendo, sento che questo scopo è stato miracolosamente raggiunto. Condivido perfettamente il tuo discorso sull’amore: l’amore supera la coppia, supera le congreghe, le parrocchie, le comunità, i gruppi di qualsiasi ordine e genere per rivolgersi all’umanità in tutte le sue forme, per raggiungere il mondo animale e vegetale che ci circoda. L’amore non ha regole né luoghi. E’ una corrente vitale, una forza, un’energia che ci scalda e ci lega tutti. Ti ringrazio di cuore del tuo poetico intervento. Grazie davvero, ti abbraccio

  28. Cara Simona, grazie per la continuità e la vivacità degli interventi. Sì, sono tantissimi i testi che son rimasti fuori, sia per motivi di spazio – un libro sull’amore avrebbe dovuto essere infinito – sia per motivi di scelte editoriali. Due testi in particolari son rimasti fuori, un frammento di Piera Mattei e uno di Tea Ranno, che gentilmente è intervenuta sul blog. E poi è rimasta fuori la mia amatissima Virginia Woolf, Michael Cunningham e tanti autori che pure stimo, ma che sono stati sfavoriti da motivazioni di ordine strettamente struttuale o di diritti economici. Ecco, questo è il solo aspetto doloroso della vicenda: quello del dover scegliere, del dovere operare necessariamente una selezione, ma rientra del resto nella natura stessa dell’antologia. In ogni caso, io credo che indicare dei percorsi sia sempre utile, e non escluda affatto altre strade parallele che pure invito a seguire caldamente. Se solo si pensasse a tutto ciò che abbiamo da leggere si capirebbe, con un pizzico di rimpianto, che non bastano dieci vite messe in fila. Pazienza, godiamoci questa, e buona lettura a tutti quanti

  29. Simone carissimo, grazie del tuo intervento. Spero che quando leggerai il libro, il tuo parere sarà ancora positivo e fiducioso come adesso. Ti ringrazio per tutto quello che scrivi – ho sempre pensato che in arte i pregiudizi siano di una banalità imperante e assoluta. Anzi, che siano proprio l’esatto opposto dell’opera d’arte. Caravaggio ha ucciso un uomo, ma non c’è artista che meriti questo nome più di lui. E’ una lezione che ho maturato direttamente da Oscar Wilde, mio sommo maestro, presente nel volumetto dell’amore e citato anche come riferimento assoluto di libertà e lotta all’ottusità morale della società. Un libro che affronti un tema particolare deve raccogliere, motivandole, tutte le voci possibili su quel determinato tema. O almeno, quelle che per qualcosa in particolare, ritiene più indicative. Anche quelle che paradossalmente il curatore condivide meno, o che disapprova. E’ un atto di onestà verso il lettore: significa spogliarsi del proprio ego per far parlare la scrittura, gli scrittori, la letteratura e mondi più o meno lontani da noi. E’ vero che questi testi portano la mia chiara impronta esistenziale, ma non sono la mia letteratura, la mia scrittura, la mia arte. Sono me essendo altro da me. Qui il mio compito era solo quello di “servire” il lettore e gli scrittori rappresentati, tenendo conto delle loro contraddizioni, dei loro talenti, delle loro vocazioni, di tutto ciò che li ha resi grandi, degni di attenzione letteraria. Lungi da me qualsiasi intento moralistico di definizione degli scrittori. Gli scrittori non vanno mai giudicati, ma semplicemente letti. Quando va bene, amati. La letteratura non è una scienza, ma appartiene all’ambito del piacere e dell’evasione. Non dimentichiamolo mai. Caro Simone, in attesa di leggere il tuo nuovo romanzo, che immagino bello come i precedenti, ti abbraccio anticipatamente

  30. Caro Valter, la tua testimonianza è bellissima, commovente. Parto dalla fine, parto dai tuoi genitori. Un uomo, una donna, un amore che è durato tutta una vita. Credo che sia un esempio invidiabile, e sia la prova di una dipendenza – inutile negarlo, l’amore è anche dipendenza dall’oggetto del proprio desiderio – affettiva e umana che ha reso intensa la loro vita. Possono dire di aver vissuto pienamente. E tu figlio hai ricevuto da loro un riflesso di questa tenerezza. E’ bello che nel giorno di San Valentino tu pensi a loro. Rafforza quello che scriveva anche Alessio – l’amore va oltre la coppia, è una corrente che lega ciascuno di noi al mondo, e che del mondo ci fa eredi. Ti auguro una giornata felice, sfogliando il mio e l’altro libro: non ne esiste uno più indicato di un altro, io credo che siano due testi differenti, e tutti e due ugualmente degni di attenzione proprio per la loro diversità sostanziale. Grazie per la tua testimonianza, che è quasi un racconto di vita. Un abbraccio

  31. Entro un attimo, senza aver letto gli altri commenti, solo per augurare ”Buoni Lupercalia a tutti!”
    Sergio

  32. @ Luigi La Rosa
    Caro Luigi, intanto ti faccio i personali in bocca al lupo per questa tua nuova opera antologica. Mi ricordo la fatica profusa per la realizzazione di quelle precedenti (mi riferisco, in particolare all’attivà di ricerca).
    È stato così anche per “L’alfabeto dell’amore”?

  33. @ Miriam
    Hai scritto: “Sono due libri così diversi, perché sono stati presentati insieme?
    Volendo stare nell’occasione “sociale” , io mi sarei fermata al primo …”

    È vero, Miriam. Domanda legittima, la tua.
    Però è stata proprio la diversità dei due libri che mi ha “intrigato” molto (partendo dal presupposto, peraltro, che sia la Bur che l’editoriale Olympia hanno fatto uscire i due libri proprio in prossimità della festa di San Valentino).
    Credo che il libro di Luigi possa essere un’idea regalo più… come dire… canonica (che sta più nell’occasione sociale, come dici tu), mentre quello di Gordiano e Sabina lo considero come un’idea regalo alternativa, forse anche un po’ “dissacrante” se rapportata alla festa degli innamorati.

  34. Hai ragione, Luigi, quando scrivi che “se tutti noi scrittori riuscissimo a indirizzare le scelte del lettore verso momenti di letteratura autentica, allora, forse, avremmo fatto un’operazione di contrasto”. E’ troppo facile seguire le mode, soprattutto quando queste incarnano un ideale di commercializzazione del “prodotto” molto ghiotto per le case editrici (che tentano di trarre il massimo profitto da ogni pubblicazione). Ma la letteratura prescinde dalle mode e si consolida negli anni, ha bisogno di essere assorbita lentamente, di accomodarsi sullo sgabello del tempo e aspettare. Il tuo lavoro è encomiabile: rileggere l’amore raccontato da Boccaccio, Dante, Shahrazàd, Shakespeare, Wilde, Shelley, Tolstoj… non può che far bene: a chi legge, a chi è innamorato, a chi vuole, semplicemente, riassaporare storie di autori che ama.

  35. Caro Massimo, crepi il lupo. Grazie non soltanto dello spazio che mi hai dato, ma pure degli auguri. Sono sempre graditi. Sì, non lo dico per narcisismo, ma ti assicuro che la fatica è stata grande, grandissima, sebbene accompagnata dal gusto della scoperta – anzi della ri-scoperta. Ogni tassello che trovavo, ogni intuizione che avevo mi procurava la gioia intima dell’affresco che passo passo prendeva forma, partendo proprio dal singolo particolare, dalla singola tessera. Il tentativo è sempre stato quello di dare una forma compatta, di elaborare una struttura di senso – che è poi ciò di cui mi occupo nei miei laboratori di scrittura creativa. Pensare alla narrazione come a una macchina, nella quale ogni parte dialoga col tutto, e tra il particolare e il generale ci sia uno scambio continuo, vitale, esistenziale. Ogni singolo frammento del libro doveva essere il controcanto di un altro, che magari si trova alla parte opposta del volume. E ogni pagina doveva aggiungere una voce, una sfumatura, un fiato alla partitura complessiva. L’ho fatto con il massimo impegno e con tanta pazienza. Ma pure con gioia, con entusiasmo. Senza questo non ci sarebbe scrittura. Grazie ancora per tutto e buon San Valentino anche a te e ad Agata, vi abbraccio

  36. @ Luigi
    Hai scritto: “ti assicuro che la fatica è stata grande, grandissima, sebbene accompagnata dal gusto della scoperta – anzi della ri-scoperta”.

    Non avevo dubbi. Conosco la tua meticolosità.
    Grazie a te.
    🙂

  37. Carlo stigmatizza la festa degli innamorati – come tutte le feste commerciali – considerate, giustamente, come “grandi occasioni per cioccolatai, ristoratori e pizzaroli, gioiellieri, fiorai, ecc. e grandi feste del marketing tutto”.
    Sono d’accordo (anche se io sono tra quelli che in passato ha festeggiato).
    Anziché comprare cioccolatini, fiori o gioielli (regali standard) si potrebbe cogliere l’occasione per regalare un buon libro (i due proposti o anche altri… c’è solo l’imbarazzo della scelta).
    Per esempio… tra i classici, che libro regalereste alla “vostra” o al “vostro”?

  38. Sì, sono due libri molto diversi. Credo che il nostro c’entri davvero poco con le cose che si stanno dicendo. Un saluto

    Gordiano Lupi

  39. Va bene, Massimo, grazie. Ancora in giro per le presentazioni dei miei libri (tra l’altro, “Cenere” è nella cinquina dei finalisti del premio Chianti, per cui il 12 aprile sarò a San Casciano Val di Pesa), avventura molto bella, devo dire.

  40. @ Massimo:
    un libro meraviglioso da regalare a chi si ama (e non solo a San Valentino) è “Cento sonetti d’amore” di Pablo Neruda.

    @ Gordiano Lupi: pur non avendo letto il suo libro mi pare però di capire che si interroga sulle ragioni di un sodalizio di coppia sia pure distruttivo.Non credo che in questo sia molto differente da chi si interroga sulle ragioni di un connubbio felice. Entrambi sono avvolti dal mistero. Ma nella coppia “omicida” c’è forse di più. L’oscuro lembo che avvolge il rapporto tra vittima e carnefice.
    Sono comunque convinta che anche laddove il rapporto di coppia non arrivi a tanto, molti amori siano “malati” proprio perchè velati dallo stesso, devastante, problema: una disarmonia di forze, un prevalere dell’una sull’altra.
    In molti processi che ho giudicato e in cui mi è stato dato vagliare le origini di un sodalizio sbagliato, ho constatato che questo nasceva dall’incompiuto nella vita di uno dei due. L’altro ne era medico e usurpatore. Curava il male con amore apparente e lo strumentalizzava per avvincere a sè l’amante. Lo scopo comune era poi quello delittuoso ( a volte anche un’omertà concordata nel tenere celate violenze sui minori).
    C’è alla base di tutto questo un chiaro equivoco tra amore e possesso.
    Lei che ne pensa?

  41. Condivido tutto, cara Tea. Accomodiamoci su quello sgabello del tempo e rileggiamo i grandi libri. E’ l’unica festa possibile.

  42. @Massimo
    Grazie per il consiglio che mi dai ma proprio lunedi scorso in occasione di un nostro intimo e privato anniversario, mia moglie mi ha regalato “LO SCAFANDRO E LA FARFALLA”( non so se lo avete mai letto , altrimenti vi consiglio di farlo) anche li c’è tanto amore , un amore profondo che va oltre certi parametri convenzionali. Per quanto riguarda il regalo per mia moglie…si credo proprio che glieo regalerò “l’alafabeto dell’amore”. Per ciò che riguarda”coppie diaboliche ” penso di comprarmelo da solo. Conoscendo mia moglie non credo sia nelle sue prerogative un certo tipo di letteratura.
    @Luigi
    Ti ringrazio per il tuo abbraccio finale. Quello che ho qui sinteticamente descritto è davvero un racconto di vita vera.
    Ho imparato ad apprezzare l’importanza dell’amore sia a livello di coppia che per la sua massima estensione globale prorpio attraverso i miei genitori. Loro ti assicuro che ne hanno passate di “cotte e di crude” dai difficili anni del ventennio fascista in cui erano dei bambini, per passare attraverso lgli orribili eventi della seconda guerra mondiale. Hanno patito la fame, la precarità del lavoro emigrando per poi far ritorno alle proprie origini. A volte perdendosi di vista. Poi, dopo aver subito pesanti decurtazioni in ambito familiare , il loro amore si è dimostarto insuperabile e cosi, proprio il quel 14 Febbraio del 1953 si sono uniti in matrimonio, giungendo sino ai giorni nostri come esempio di sempliìce ma coeso ed inattaccabile amore.
    Detto questo vorrei portare alla tua (Luigi)ma anche a quella deglia altri
    una mia aspirazione.
    Non so se lo sapete, ma anchio nel mio piccolo scrivo( narrativa) il mio primo libro s’intitola “scusate…volevo dire”per visionarlo basta clikkare sul link che ho inserito alla fine del mio Post. Poi ho avuto il piacere con un mio racconto” una bianca giornata d’appennino” di essere pubblicato nell’antologia “Granelli di parole” KIMERIK EDIZIONI . Adesso, tramite la casa editrice Altromondo sta per essere pubblicato con condizioni di prevendita”10 secondi fa”un romanzo di gioventù anni ’80, con amori avventure , passioni , bullismo e..purtroppo anche con qualche spaccato di drammatica realtà.
    Perciò per riallacciarmi a poco sopra , riguardo la mia aspirazione, vorrei capire , magari con qualche consiglio, se è possibile o meno poter scrivere un libro sui miei genitori- sulla loro storia d’amore e di vita-
    Per la verità avrei già iniziato, ma…un pò per un fatto emotivo che mi blocca assai, e un pò perchè ci sono indubbiamente delle zone d’ombra della loro vita che io purtroppo non sono in grado di ricostruire, ho dovuto metter il tutto in pausa. Senza certi tasselli cosi importanti come posso agire . L’idea iniziale era di cominciare dalla loro infanzia e via, via trarne un romanzo quasi biografico, ma come ho detto le mie mani scriventi si perdono nel loro mare di storia. Allora avrei optato per una storia estemporanea dei miei genitori, prendendo spunto anche da alcune testimonianze oltre che dalle mie conoscenze ma….non riesco ad andare avanti.

    LI HO DAVVERO TANTO AMATI ed ora che non ci sono più mi mancano da morire. E’ vero S.Valentino è la festa degli innamorati, degli amanti insomma, ma secondo me è anche un giorno per ( citando Ligabue) “mettere in circolo il tuo amore”Lamore verso tutto e tutti l’amore universale.
    ciao a tutti e..vi prego datemi consiglio.

  43. @ Simona
    Grazie mille per il tuo commento precedente
    🙂

    @ Gordiano
    Hai scritto: “Sì, sono due libri molto diversi. Credo che il nostro c’entri davvero poco con le cose che si stanno dicendo”.
    – Caro Gordiano, tu stesso in verità mi avevi suggerito (dopo che io ti avevo manifestato l’intenzione di parlare di questo tuo nuovo libro) l’occasione di San Valentino sottolineando il fatto che: “L’editore ha lanciato il libro con questa idea.”
    Evidentemente non hai apprezzato il contesto con cui è stato organizzato il dibattito e “l’accoppiata” dei libri prescelti (come del resto ha fatto notare anche Miriam).
    Se così fosse ti posso dire che ne sono molto dispiaciuto.

    Però… siccome ho la testa dura, mi permetto di insistere.
    E utilizzo l’assit fornitomi dall’ottima Simona:
    “pur non avendo letto il suo libro mi pare però di capire che si interroga sulle ragioni di un sodalizio di coppia sia pure distruttivo.Non credo che in questo sia molto differente da chi si interroga sulle ragioni di un connubbio felice. Entrambi sono avvolti dal mistero. Ma nella coppia “omicida” c’è forse di più. L’oscuro lembo che avvolge il rapporto tra vittima e carnefice. (…).

    Mi piacerebbe che partecipasse anche Sabina Marchesi (oltre a Gianfranco Franchi)

  44. @ Luigi : la dimensione psicologica nell’amore che sottolinea Gordiano Lupi nel suo testo è adombrata anche nel tuo con due meravigliosi frammenti , uno di Pirandello( con la tematica del doppio anche in amore) e uno di Schnitzler (l’autore di doppio sogno ).
    Questo perchè il tessuto emotivo e psichico su cui si innesta il sentimento amoroso risente delle nostre ferite passate o della nostra evoluzione (sia interiore che familiare).
    Non è una tematica nuova per la letteratura: già Stendhal nel “Il rosso e il nero” analizzava lucidamente la nascita dell’amore.In quel libro la signorina De La Mole prendeva infatti in considerazione il protagonista, Giuliano, solo quando ai suoi occhi appariva diverso dagli altri corteggiatori. La De La Mole rifuggiva il tedio, amava solo se stimolata dalla novità. La sua classe sociale e la sua crescita l’avevano abituata a essere eccitata solo dal vento leggero dell’inusuale. Un bell’esempio di come la psiche e la crescita influenzino i sentimenti.
    Che ne dici , Luigi?

  45. Simona, Luigi, Francesco, Tea: che bello ritrovarvi tutti insieme nello stesso post!!!
    Grazie a Luigi che con levità e passione trasvola per i continenti e le ere della letteratura, Mercurio e Cupido, per fare quello per cui è nato. L’uomo dei fili noi lo chiamiamo, perché riesce a legare testi diversissimi tra loro, a mettere insieme nella stessa antologia autori che nella vita non sarebbero mai stati nella stessa stanza, ad unire in legami d’amicizia e affinità elettive allievi romani, catanesi, siracusani…
    L’alfabeto dell’amore ha lettere sconosciute che la letteratura s’ingegna di decifrare…
    Simona: come sempre, poetica e appassionata. Che San Valentino dalla sua nuvoletta rosa ti doni sempre la gioia di vivere e scrivere…
    Tea: come sempre, ti aspettiamo ed è una gioia leggerti.
    Francesco: idem!!! Grazie per il tuo sms…
    Basta con il dottor Divago e torniamo al post.
    No, non festeggio San Valentino anche perché il mio patrono è Faustino. Non so se rallegrarmene o meno.
    Sì, c’è molto business in questa festa come in tutte le ricorrenze che il consumismo è riuscito a rovinare o addirittura ad inventare per far soldi.
    Ma se domani ci sarà un bacio in più, una tenerezza in più, uno sguardo in più sollecitato da quel circoletto rosso sul calendario… ben venga.
    Tutto serve, diceva la carissima santa Teresina.
    Sergio, ci ricordi cosa sono i Lupercalia? Sono fusa in questo momento e non ho la forza di cercarlo.
    🙂

    Coppie diaboliche: ovvero la patologia dell’amore… Sono storie che ci attraggono e ci respingono nello stesso tempo, perché sollecitano le parti più riposte e magari noir del nostro essere…
    Complimenti agli autori!

  46. A proposito di Bonnie e Clyde…
    “è certi che si trattò di un “colpo di fulmine” per entrambi e molti sono concordi nel sostenere che Bonnie seguì Clyde per amore, rimanendo una compagna fedele durante la loro vita criminale e considerando le morti a cui assistette come inevitabili.”
    Questo è quanto riporta wikipedia in questo articolo:
    http://it.wikipedia.org/wiki/Bonnie_e_Clyde

  47. Caro Massimo, mi hai sgamata!!!
    Quando scrivo da scuola mi dimentico che il nome non viene scritto in automatico…
    Grazie della dritta, proverò a vedere di che si tratta…

  48. A proposito: la mia sorellina domani festeggia il primo anno di matrimonio allietato dal mio amatissimo nipotino Paolo…
    Auguri Manuela e Sebastiano!!!
    E siccome questo non è un blog di cuttigghi e di fatti nostri, veniamo a noi.
    Giulio: non si cercano FEMMINE ma donne…
    🙂
    Tanto per anticipare l’altra festa cult, l’8 marzo…
    Alessio: sei Alessio G.? Se sì, bacio bacio!!!
    Scusate ma sono reduce da una giornata di scuola molto intensa. Domani leggeremo due poesie di Catullo tanto per restare in tema…
    I ragazzi oggi hanno voglia di assoluto, ecco perché leggono Moccia e il lucchetto dell’amore eterno!!!
    ma sta a noi far scoprire loro che esistono signori quali Shakespeare, Dante e compagnia bella… Regaliamo letteratura per San Valentino!
    Io regalerei i sonetti di Shakespeare, specie il 116, citato dalla mia cara Jane Austen in “Sense and sensibility”…
    Ve lo copio stasera o domani.

  49. Questo sistema mi impedisce di indicare il mio sito internet. Mi prende per uno spammer. Commento come anonimo. Volevo rispondere a chi ha chiesto dei luoghi. No, non siamo andati sui luoghi di azione delle coppie criminali. Non sarebbe stato possibile, perchè molte coppie sono straniere. Ce n’è persino una messicana, la coppia dei narcosatanici, che uccidevano ispirandosi alla santeria cubana. Vera la considerazione amore – odio, ma anche quella amore – follia. Nelle nostre coppie abbiamo sempre un incontro fatale che genera un amore malato al punto di portare a commettere crimini atroci. Si pensi al caso di Erika e Omar. Omar è il succube perfetto di Erika (incube) e senza di lei non avrebbe mai ucciso. Non è vero che l’accostamento dei due libri non mi è piaciuto. E in ogni caso non deve piacere a me, ma ai lettori. In questo caso l’editore del sito è Maugeri ed è lui che deve decidere come impaginare il giornale. Io sono soltanto un lettore.
    Gordiano Lupi

  50. Regaliamo letteratura per San Valentino. Consiglio Amore e disamore di Riccardo Lestini. Un grande libro di letteratura d’amore. Tra i film consiglio Caos Calmo. Un grande film sull’amore e sul dolore. Poesia d’amore. Chi meglio di Neruda? El canto general piaceva pure a Che Guevara. Se lo portava dietro in Bolivia e lo annotava la sera.
    Gordiano Lupi

  51. @ Gordiano
    Ho provveduto a inserire il tuo nome (al posto dell’anonimo) e il link al tuo sito.
    Nel tuo prossimo commento, prova a inserirli di nuovo… vediamo che succede.

  52. @ Gordiano (off topic)
    Una curiosità su “Caos calmo”: meglio il libro o il film?
    Avevo anche pensato di pubblicare un post con questo titolo (e non è escluso che lo faccia).
    A più tardi!

  53. @ Gentile Simona ,la sua recensione su “L’alfabeto dell’amore” è molto accattivante e riesce a incuriosire il lettore, che subito vorrebbe consultare il volume. Sono lieta che il mio testo le sia piaciuto e la ringrazio per le cortesi espressioni. ” San Valentino” è tratto dal mio volume ” L’amore imperfetto”(2003),a cura del critico Neuro Bonifazi, anzi fu proprio il professore che chiese all’Editore della Helicon di pubblicare questo libro, purtroppo già fuori commercio.La raccolta descrive, le prime esperienze amorose femminili sino agli eventi erotici di una vita, spesso analizzati con ironia e disincanto.Da motli miei amici,è stato ritenuto un libro utile per comprendere meglio la nostra diversa psicologia.Ringrazio anche lo scrittore Luigi La Rosa per tutte le spiegazioni che ha voluto darci per meglio chiarire il suo punto di vista. Auguro una serena serata
    Tessy

  54. Intanto rispondo a Simo. Cara Simona, la dimensione psicologica è assolutamente fondamentale, perché l’amore – quindi l’amore di coppia – ci riconduce a un altro inevitabile argomento intellettuale: il discorso del doppio. In fin dei conti, amare significa confrontarsi con l’altro da sé. Significa venire a patti col diverso da sé. Significa accettare l’alterità come valore primo e assoluto, e crescere sulla scorta di quelle “messe in discussione” che inevitabilmente una relazione profonda e intima con un’altra persona non può che stimolare in noi. Chi si chiude sui propri pregiudizi o sulle proprie stabilità emotive difficilmente potrà scoprire un universo “altro” – difficilmente potrà crescere in un rapporto amoroso. Io credo che niente meglio della letteratura abbia saputo dar voce a tutto questo: sia Schnitzler che Pirandello affrontano entrambi il tema del doppio in maniera eccellente. Nel primo, il doppio è sogno, evasione, ma pure surrealtà, fantasia onirica della mente. Nel secondo è scatenarsi improvviso della gelosia, di una gelosia che ha qualcosa di folle, di non controllabile. Ma sono due esempi magistrali di come l’amore possa anche essere ossessione, lucidità sconcertante, emozione che si tramuta in inquietudine. Tutti elementi che ci allontanano completamente da quella concezione “alata” e “sospirosa” nella quale molto spesso è stato banalmente racchiuso il concetto dell’amore. E che credo non appartenga in alcun modo ad alcuna persona pensante e intelligente. Grazie sempre degli spunti, credo siano davvero molto interessanti. Un abbraccio

  55. Cara Maria Lucia, l’uomo dei fili ti ringrazia di cuore per le bellissime parole che hai speso. Sì, forse è proprio questo il prodigio profondo della letteratura: annientare il tempo che ci divide dagli altri e portare sul nostro tavolo di lavoro le parole di un uomo o di una donna vissuti duemila anni fa, morti tragicamente, e come riscoperti tramite il fluire inesorabile dei secoli. Siamo questo: parole. E le parole cercano altre parole. E tutti insieme scriviamo il romanzo dell’umanità, che è una storia molteplice, diversificata, fatta di idee, pensieri, ossessioni, tormenti, sogni diversissimi tra loro, ma miracolosamente in dialogo. Ho sempre avuto una speciale passione per la contaminazione: l’idea che la letteratura non abbia luoghi “eletti” ma che risieda invece proprio dove si annida il sorgere di un’emozione, di un’energia latente. Per questo non mi è stato difficile mettere insieme autori lirici ed eleganti come Shelley con scrittori passionali e viscerali come il Marchese De Sade, Lawrence, Petronio o Maupin. Autori di epoche lontane tra loro, con storie differenti, situazioni esistenziali assolutamente diverse. E’ questo il romanzo dell’umanità che amo. Questa la musica di cui voglio circondarmi. Spero che le sue note siano giunte sino a voi, e spero che abbiano ispirato le stesse identiche emozioni che hanno mosso la mia fatica di ricerca. Un caro abbraccio

  56. Cara M. Teresa Santalucia Scibona, grazie a lei delle belle parole. Chi scrive non soltanto ha il dovere di dare delle spiegazioni a chi investe il suo tempo nella lettura – ma credo che questo rappresenti addirittura un piacere insostituibile. E’ il momento della raccolta, in cui la semina porta finalmente i suoi frutti. Grazie a lei, spero che il libro le piaccia. Un caro saluto

  57. @ Gordiano Lupi: lo spirito del blog – mi pare di aver capito – è quello della contaminatio. Non trovo quindi così strano aver fatto dialogare tra loro due libri così diversi ma che in realtà hanno molto in comune. “L’alfabeto dell’amore” è tutto tranne che sanvalentiniano e credo che questo libro sulle coppie sataniche e folli sia un discorso prima di tutto sull’amore e sulle sue deviazioni perversioni psicopatologie… Agli autori tutto il diritto di dissentire ma come in chimica si usano i reagenti così un libro ne può fare parlare un altro per scontro miscuglio contaminazione…

  58. Caro Valter, mi scusi se rispondo saltuariamente, ma sono giorni davvero molto faticosi, e tra le mie lezioni romane e gli impegni per la promozione del libro, a volte utilizzo gli intervalli di tempo tra una cosa e l’altra. Bene, lei ha una storia, la storia dei suoi genitori, del loro amore, della loro e della sua vita insieme. Si chiede se possa essere un buon romanzo. Le rispondo molto semplicemente: non c’è altro modo di scoprirlo se non provando a scriverlo e ultimarlo. Soltanto scrivendo ci possiamo davvero render conto delle difficoltà che ci presenta una determinata storia, e dei limiti che ci pone. Davanti a questi limiti abbiamo due opposte possibilità: o affrontarli, se siamo consapevoli di averne le forze sufficienti, o mutare il progetto inziale. Ma sono scelte intime, personali, che soltanto lo scrittore può sentire di affrontare, e solo lui capisce se ha tra le mani un buon materiale. Io le consiglierei di scrivere e di aspettare, di lasciare che questa storia venga giorno per giorno a lei – non siamo noi che andiamo verso le storie, ma sono loro che ci seguono. Se mano mano si rendesse conto che la voce dentro di lei insiste, allora è segno che può avere un corpo, una forma, una fisionomia precisa. Se capirà che probabilmente la sua scrittura cerca altre forme – non esiste solo il romanzo – allora sicuramente troverà la strada più opportuna al suo esprimersi. Congratulazioni e grazie delle cose che ha scritto. I miei auguri e buon San Valentino.

  59. Condivido alla lettera le parole di Maria Lucia e ritengo che, personalmente, non ci sia niente di male ad accostare due libri diversi, se questo può creare una riflessione. Ci tengo anche a precisare una cosa: il mio primo libro, Pensieri di Natale, in molte librerie era venduto nel settore dei libri “antinatalizi”. Per comprenderci. E questo mio ultimo lavoro è un testo sull’amore, non su San Valentino. L’equivoco è pericoloso e potrebbe suonare fuorviante anche per la lettura del testo stesso. Io non conosco il testo del collega Lupi, cui vanno i miei migliori auguri, ma conosco la materia di cui è composto il mio. Sicuramente non si tratta di una raccolta di frasi sanvalentiniane, ammesso che esistano frasi di questo genere. Il mio è un testo sui rapporti d’amore tra gli esseri umani. Ma pure sulle loro fragilità. Le loro malinconie. Le loro nevrosi. Le loro infelicità. E sul modo in cui la letteratura ha eletto tali sentimenti a motivo di bellezza. Di opera d’arte. Per questo, non necessitano una festa in particolare. Sono sentimenti che non hanno scadenza. Pertanto, credo che l’operazione di Massino sia encomiabile, e ho apprezzato moltissimo gli interventi dei partecipanti. Un saluto a tutti

  60. Tessy, sorprendi: dal tuo vocabolario di citazioni botaniche e ricercate potrei definirti ‘un D’Annunzio in gonnella’ (uno dei miei poeti preferiti). Colpisce comunque la presenza pervadente del sentimento in Luigi, Simona e tanti altri, bravi.
    A Valter: vai avanti, cerca di non fare l’errore di un giovane poeta, abbastanza affermato, che non ha tenuto conto del mio incoraggiamento e ha rovinato, spezzandolo, uno splendido poema sulla mamma, vergognandosi dei sentimenti che era riuscito ad esprimere.

  61. No, è scivolato via dalla mia vita qualche anno fa, insieme ai regali, alle rose, ai cioccolatini, ai maglioni e alle colonie. Colpa del tran tran matrimoniale? Forse. Ma forse no. L’amore, quando c’è, è troppo complesso per poterlo festeggiare un giorno all’anno, con tanto di data fissata e vetrine che scoppiano di cuoricini rossi (che orrore). Che ognuno s’inventi il suo S. Valentino se proprio ne ha voglia, al momento giusto, nella stagione che vuole. Magari indossando una maglietta: “Signori, oggi è il mio San Valentino”. Così gli altri lo sanno, gli fanno gli auguri e i negozi vendono gadget per tutto l’anno. Alla bisogna. Come dice il mio medico.

  62. dimenticavo: un mio amico mi ha postato sul blog una poesia di Neruda ( no Mastella). Eccola:
    POSSO SCRIVERE I VERSI PIU’ TRISTI STANOTTE

    Posso scrivere i versi più tristi questa notte.

    Scrivere, ad esempio : La notte è stellata,
    e tremolano, azzurri, gli astri in lontananza.

    Il vento della notte gira nel cielo e canta.

    Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
    Io l’amai , e a volte anche lei mi amò .

    Nelle notti come questa la tenni tra le mie braccia.
    La baciai tante volte sotto il cielo infinito.

    Lei mi amò, a volte anch’io l’amavo.
    Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

    Posso scrivere i versi più tristi questa notte.
    Pensare che non l’ho. Sentire che l’ho perduta.

    Udire la notte immensa, più immensa senza lei.
    E il verso cade sull’anima come sull’erba in rugiada.

    Che importa che il mio amore non potesse conservarla.
    La notte è stellata e lei non è con me.

    E’ tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza.
    La mia anima non si rassegna ad averla perduta.

    Come per avvicinarla il mio sguardo la cerca. Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

    La stessa notte che fa biancheggiare gli stessi alberi.
    Noi quelli di allora, più non siamo gli stessi.

    Più non l’amo, è certo, ma quanto l’amai.
    La mia voce cercava il vento per toccare il suo udito.

    D’altro. Sarà d’altro. Come prima dei suoi baci.
    La sua voce, il suo corpo chiaro . I suoi occhi infiniti.

    Più non l’amo, è certo, ma forse l’amo .
    E’ così breve l’amore, ed è sì lungo l’oblio.

    Perché in notti come questa la tenni tra le mie braccia,
    la mia anima non si rassegna ad averla perduta.

    Benché questo sia l’ultimo dolore che lei mi causa
    e questi siano gli ultimi versi che io le scrivo.

  63. @M. Teresa Santalucia Scibona, anzi all’ adorabile Tessy:
    il suo “amore imperfetto” rimanda a un altra modalità dell’amare: quella femminile, diversa, a mio avviso, da quella maschile sotto un profilo squisitamente intellettuale e psicologico. Anche l’antologia di Luigi ne fornisce diversi esempi.
    La donna ama forse con aspettative di cui riveste l’altro. Chiede conti che lui non sa di dover pagare, intuisce mancanze e tenta di colmarle prima che siano espresse. E’ anche madre, nutrice, grembo avvolgente. Nello spossessarsi di sè può sbilanciare il rapporto, anche in buona fede.
    L’uomo è più esperto nel guardare all’oggi, all’adesso, al subito. Immagina radici solo se non ne viene travolto. Sfiora mancanze ma vuole pienezza. S’illanguidisce se la donna lo ama come un’estranea, non come una madre.
    Eppure l’abbandono è uno svuotarsi per entrambi. In entrambi svela la stessa, imprendibile solitudine.
    “Lei mi lasciò nell’ora silenziosa
    quando la luna smette di scalare
    il suo sentiero ripido per il cielo …”
    canta Shelley, ma Melania Mazzucco fa parimenti dire alla Medusa:
    “…Non mi lasciare, non mi lasciare!grida. Si dispera al pensiero di perderla. Una disperazione atroce, così intensa che sta per precipitare: ma Lei dice, non ti lascio, vieni. Vieni, Norma”.
    Se l’approccio psicologico è diverso ( e sarebbe bello poter dire sempre, per ogni amore , complementare) l’esperienza della mancanza è identica.
    Chiedo quindi a Luigi se nella ricerca dei testi ha notato affinità tra le varie scrittrici rispetto agli scrittori nel modo di accostarsi e vivere letterariamente il sentimento.

  64. @ Silvia: sei sempre molto cara! Grazie di cuore!
    @ Maria Lucia: Faustino tuo santo patrono? Avrei detto Santa Lucia!!!Un bacio dalla tua Simo.

  65. @Maria Luisa

    Ma che moralismo cicisbeo…mi adeguo: voglio una donna! l’importante è che sia femmina!

  66. Sono giunta qui dal portale kataweb. A me l’accostamento dei due libri in chiave antisanvalentino, intesa come festa commerciale, è piaciuta. Molto originale.
    In effetti potrebbero essere entrambi occasioni di regalo per un non sanvalentino. O per san valentino. Che importa?
    Auguri agli autori.
    p.s sono una di quelle ignoranti che non sapeva nulla dell’origine della festa. e l’unica ignorante, suppongo. oppure l’unica sincera.

  67. Cara Giada, grazie del tuo gentile commento. Sono felice che tu abbia pensato ai nostri libri come a possibili regali di San Valentino. Dentro ci troverai tanta buona letteratura, e soprattutto una lettura dell’amore non banale, non convenzionale. Quella della grande letteratura di ogni tempo. Grazie ancora, ti auguro una buona giornata con le persone che ami, saluti

  68. Cara Simona, e rieccomi ai tuoi spunti sempre più interessanti. Ciò che scrivi è una verità assoluta: il sentire femminile è profondamente diverso da quello di noi uomini, e questo è sempre stato un cardine della mia ricerca intellettuale, anche nei precedenti libri. Ne ho sempre tenuto conto. Io direi che più che il modo di pensare, cambia forse proprio la direzione dello sguardo. La donna guarda in alto, oltre l’oggetto del proprio amore, investendolo di una sua progettualità, di un senso del futuro che tante volte noi uomini non possediamo. Siamo più concreti, più materici, più umorali. L’uomo – almeno la maggior parte – concentra lo sguardo sull’oggetto del desiderio, con una minore ampiezza di veduta, con una minor profondità dell’affondo. L’uomo stabilisce maggiori confini, bisognoso di raccogliere subito il frutto del proprio investimento. La donna sa aspettare, e colma quelle carenze delle quali tantissime volte neppure ci accorgiamo. So di dire qualcosa che può risultare polemico, ma io ho sempre percepito nelle scrittrici donne – Austen, Woolf, Colette, Mazzucco – una sensibilità assai più intensa rispetto a quella maschile, che non dipende né dal modo di pensare, ma strettamente dal modo di essere, di sentire le cose. Ecco, è il sentimento che investe l’attenzione femminile l’elemento che differenzia tale sguardo. Questo, ovviamente, fermo restando che ci sono grandissimi e sensibilissimi scrittori uomini, e di contro, anche donne superficiali che si allontanano dalla sensibilità comune al loro sesso. Spero di aver risposto a sufficienza. Grazie ancora del contributo, un abbraccio

  69. Caro Gianmario, grazie del tuo commento sul sentimento “pervadente”. Io credo che sia ciò che deve sempre animare chi prende una penna in mano. E il lettore di riflesso lo percepisce subito, quando c’è. Un saluto

  70. @Simona carissima, non solo le sue considerazioni mi hanno colpito, ma ha centrato il problema, nel riuscire a profilare tutte le cangianti sfumature, che siamo capaci di sfoderare con la nostra intuitiva sensibilità. Mi creda, è come se fosse riuscita a penetrare nelle pieghe nascoste della mia anima. Le sono molto grata per l’ inaspettata affinità elettiva e, sempre da ” L’Amore Imperfetto “, idealmente Le dedico:-
    ********
    TEMPO DI LUNA NUOVA
    In disaccordo con me stessa
    soppeso il rischio di amare.
    Fiacca l’adesione
    per una equilibrata felicità.
    Ricco di fughe dal reale
    è l’equipaggiamento affettivo.
    La dea lunare,
    provoca accadimenti amorosi
    e furori primaverili.
    Vibra e m’assorbe
    il gioco dei desideri.
    Lievitano i fogliati germogli
    che espandono
    sulle acque tardive
    inflorescenze odorose.
    Siena, Marzo 1981
    Tessy

  71. @Gianmario, grazie per l’accostamento a D’annunzio, l’elogio mi sembra un pò troppo lusinghiero. I miei vers-acci.. non hanno la sua panica frenesia e la mia tavolozza, rispetto agli aulenti… paesaggi, è molto meno prensile e cangiante. L’estroso Gabriele come uomo non mi sarebbe piaciuto. Le sue elegie e l’armoniosa musicalità del fraseggio lirico, riescono invece ad affascinarmi . Nel gennaio del ’93, ebbi l’avvallo dal critico Giorgio Luti, che considero la mia Guida, di presentare al pubblico senese, il suo acuto e sapido saggio sul sacro Vate, ” Il viaggio della chimera” – Salvatore Sciascia Editore (Caltanisetta- Roma 1992). In tale occasione , pur tremandomi vene e polsi, cercai, col massimo impegno e apparente, spavalda…sicurezza, di illustrare la poetica dannunziana. Un lieto San Valentino
    Tessy

  72. Carlo,
    mi è piaciuto molto, come di sovente accade, il tuo intervento. Leggero eppure profondo, con un ottimo finale che sponsorizza il dono dei due libri di questo post entrambi molto interessanti a mio avviso.
    .
    La presentazione di Simona l’ho trovata assolutamente accattivante come la quasi totalità dei suoi interventi.
    Tuttavia la scoperta del femminile, ovvero di quella dimensione che sembra così distante dall’essere maschile, pur non essendolo più nei fatti, è una inclinazione che sta abbandonando la sensibilità dell’uomo. Nessuno dei comportamenti un tempo giudicati indispensabili nelle relazioni aveva ragione reale di esistere a mio parere, eppure abilitava una percezione della donna indispensabile all’uomo stesso per esprimere in maniera compiuta ed adeguata il suo complemento al rapporto nella sua totalità.

    Il superamento di certe attenzioni, dei pensieri, del modo stesso di pensare alla donna come essere sublime, delicato, fragile e soprattutto diverso, porta l’uomo a perdere anche e soprattutto una parte importante di sè, ovvero quello sforzo creativo ed entusiasta che rendeva addirittura nobile il suo atteggiamento.

    Quanto sopra non attiene tanto al tema dell’evento iniziale (prima scelta a carico della donna piuttosto che dell’uomo) , quanto del successivo svolgimento, di quella rappresentazione dei ruoli, altro non era infatti, che subliminava la sua probabile e naturale conclusione. La dimensione fisica e corporea arrivava solo dopo ed era il prima a crearne la indicibile bellezza. Tutta l’esistenza era protesa a cercare questo “corso di eventi” in ogni situazione della vita, auspicando che poi sarebbe stato possibile arrivare ad una scelta, appunto, e ad una concreta teatralità dei ruoli. Il godimento era in tutte le forme di scambio che potevano verificarsi sia pure per un attimo e senza nessuna certezza che sarebbe arrivato un momento successivo. Dai palchi dei teatri, lungo i viali dei parchi, nei luoghi di ritrovo come in queli lavorativi ogni persona si muoveva accompagnata dall’aura estatica del suo ruolo sessuale che, al pari di qualunque magnetismo conosciuto, si manifestava con forza crescente all’avvicinarsi dei corpi e, tuttavia, poteva già a distanza inviare messaggi assoluti che potevano consistere anche solo in un uno sguardo e nulla più.

    Poco era strettamente pragmatico, la gran parte era frutto dell’immaginario personale e trovava riscontro nelle fantasie espresse e non in forma compiuta all’altro, mediate o meno dai gesti, dalle parole, dai pensieri. Quanti discorsi si affidavano ad un singolo fiore…

    Non c’è rammarico in quanto dico, ma solo la cruda consapevolezza di quello che molti uomini hanno perso irrimediabilmente. Le donne, ritengo, lo abbiano sempre saputo.
    Dunque chi festeggerà veramente questa festa ? Le donne senz’altro. Gli uomini faranno la parte degli invitati.

  73. Un caro saluto a tutti coloro che mi conoscono qui. Credo, come già ha detto Alessio, che davanti al libro di Luigi La Rosa “ L’alfabeto dell’amore ” ci troviamo davanti a una vera e propria grande opera d’arte. Un’ottima prefazione e tanti tantissimi spunti di riflessione, viaggio e sogno ad occhi aperti. Un’opera meritoria perché comprende grandi autori all’interno di un’antologia letteraria che costa solo cinque euro ed è quindi alla portata di tutti. Un libro che sprona a leggerne tanti altri, tutti di grande valore. Sicuramente un grande lavoro di ricerca da parte dell’autore che ci regala così tutto il suo amore per la letteratura. Un grazie a Luigi per l’ottimo lavoro fatto. Io non festeggerò la ricorrenza, mi è capitato molto raramente di farlo. Ma tutte le ricorrenze le ho sempre festeggiate poco, preferisco festeggiare tutti gli altri giorni dell’anno. D’altronde in un’epoca in cui a dettare legge è il mercato è quantomeno ovvio che le ricorrenze festeggino il consumismo. Sarebbe bello che tutti provassero a festeggiare l’amore ogni giorno, compreso il giorno di San Valentino, perché l’amore è il sentimento fondamentale della vita di tutti noi, o almeno sarebbe bello se così fosse. Oggi troppo spesso sento dire da tante persone che l’amore è una malattia da superare. Io credo che l’amore è libertà. Credo che amare e essere amati sia la cosa più difficile al mondo, ma anche la più preziosa. Il cuore non è solo un organo che pompa sangue. Il cuore può creare ali che servono a volare e volare ci rende leggeri e appagati, liberi.

    Per Valter Ceccherini : “…Torno con lei , è da quando se ne è andata che mi chiama, ed io non posso deluderla . Ci vogliamo troppo bene!…” Penso che questo possa essere un ottimo inizio e anche un’ottima fine per il tuo romanzo. Tuo padre ti ha regalato le parole più belle e in esse c’è già scritto tutto.

  74. Perché Maria Luisa? Mi chiamo Maria Lucia…
    Non volevo essere bacchettona!!! Giulio, cercati una femmina ma ti auguro che sia una donna!
    🙂

    A Simona: bacio… Sì, vorrei la luce di Lucia. Faustino mi regala i cioccolatini che Valentino non mi porta… :-)))

  75. Carissimo Alessandro, grazie davvero delle bellissime parole. Condivido tutto, dalla prima all’ultima lettera. E poi, quasi sempre le nostre opinioni sono state simili, ma lo sono soprattutto oggi. Come diceva prima Alessio e come ora ribadisci anche tu, San Valentino è la festa degli innamorati, ma il grande messaggio è che tutti i giorni dovrebbe essere la festa di chi si ama, e di chi ama chiunque. L’amore non è statico, non è affatto un castello di carte costruito sotto i nostri occhi e fissato per sempre. L’amore ha una componente vitale, corporea, cresce, si modifica, va coltivato giorno per giorno e oltre che un piacere deve pure essere una responsabilità personale, individuale. Perché se ciò non accade, l’amore deperisce, muore, proprio come una pianta o un animale o un essere umano. I testi che ho raccolto non sono una celebrazione di questa data in particolare, ma dell’amore che sempre lega due persone, indipendentemente dalla loro condizione e dal loro sesso, in qualsiasi giorno dell’anno e in qualunque luogo della terra e cultura. E’ questo il solo filo rosso che può tessere le pagine come in un vasto tessuto. Sono felice che il mio libro ti sia piaciuto – per me, l’importante era coinvolgere il lettore nelle emozioni che i classici regalano a me, e poi rendere il mio testo alla portata di tutti. In questo, un grande elogio va alla casa editrice, che ha ideato questa collana fruibile a tutti, assolutamente democratica. E non dovrebbe esserci nulla di più democratico – a mio parere – dell’arte e della letteratura. Non ci devono mai essere differenze nella vita né nel pensiero. L’arte è per tutti e tutti deve emozionare e commuovere. Caro Sandro, grazie ancora del tuo bel contributo, in cui leggo davvero un grande spirito di amicizia e di affetto. Ti abbraccio

  76. Caro luigi la rosa e caro francesco costa, buoni lupercalia! non lo sentite nell’aria che questa è la stagione più erotizzante dell’anno? complimenti a tutti e due, soprattutto all’appassionato curatore dell'”alfabeto d’amore”e dolcissimo amico ! A presto leggervi!
    piera

  77. Festa di San Valentino: Promessa di matrimonio.

    Lui: “Non ti sposerò per interesse mia cara…€leonora!”
    Maria Luisa Papini Pedroni

  78. Cara Piera, grazie a te del pensiero affettuoso. Sei stata deliziosa, e hai proprio ragione: la primavera si respira, è nella luce, nel sole, nell’aria che ancora pizzica ma che già promette la nuova stagione. Grazie del tuo pensiero affettuoso, spero che il libro possa piacerti. Un caro abbraccio e ricambio di cuore la tua amicizia

  79. Ciao a tutti. Il san Valentino non lo festeggerò, anche se mi avrebbe fatto piacere festeggiarlo….
    Ho trovato il post originale e i libri proposti interessanti. Auguro grande fortuna ad entrambi.
    Ma davvero Rodolfo Valentino non c’entra con la festa?
    Smile

  80. L’ESSENZA DELL’AMORE

    Se c’è l’amore…c’è tutto.
    C’è la speranza, c’è la pace.
    C’è la passione, c’è la voglia di fare.
    C’è la vita.
    Amare è vita
    Amare è volersi bene
    Il bene è positivo
    Se tutto è positivo …allora c’è speranza.
    Non è un utopia, nemmeno malinconia
    ma credo fermamente nell’essenza della mente!

    valterceccherini

    Usualmente non sono un poetà e lungi da volerlo essere.
    Sono solo un operaio che di tanto in tanto si diletta a scrivere qualcosa che probabilmente somiglia ad un romanzo o a racconti di narrativa in genere. Tuttavia, dato il giorno 14 Febbraio, S.Valentino, mi son venuti questi versetti -La forza dell’amore universale può essere foriera d’ispirazione –
    @LUIGI
    Grazie ancora a Luigi per il suo prezioso “consiglio – non consiglio”, se non altro mi ha aiutato a riflettere. E…in bocca al lupo per il tuo libro.
    @TUTTI
    Vabè!…L’ho detto anch’io che questa festa ha assunto oramai le sembianze di una graziosa bomboniera da scartare e poi gettare(alludo alle fredde manipolazioni che il buisness globale ha fatto proprie)Però ragazzi…ci siamo sempre noi, e…la nostra “ESSENZA DELLA MENTE” o no!!
    VOGLIAMOCI BENE E FACCIAMOCI DEL BENE.
    Ciao a tutti valterceccherini

  81. @ M. Teresa Santalucia Scibona, ossia sempre all’adorabile Tessy:
    Carissima, anch’io sento un’affinità profonda con quanto lei scrive e seguo sempre con interesse i suoi vari “passaggi” per il blog di Massimo.
    La sua ultima poesia mi colma di incanto. La luna è una potente evocatrice degli umori delle donne, in passato si diceva anche che fosse la responsabile del nascere di talune passioni. Sì. Credo che l’universo femminile vibri al ritmo di una luna nuova e si interroghi sul nascere del sentimento…Anche se poi trovo che, nella realtà, siamo sempre pronte a buttarci a capofitto sol che il cuore faccia una capriola in petto, a rischiare pace del cuore ed equilibrio, mai veramente convinte – come dice lei mirabilmente – ad adeguarci a un’equilibrata felicità.
    Credo che la felicità in amore non abbia niente di equilibrato. Semmai di travolgente , di immotivato e irrazionale. Essere donna è rischiare sul campo dell’assurdo e del contrario ma dare a dispetto di un graffio in più.
    Carissima, io non ho mai accettato una fiacca possibilità. Ho cercato, ho sbagliato e sono caduta. Ma ho amato con tutta me stessa.E se tornassi indietro, con la posta d’anni trascorsa che pesa sulle spalle e le cicatrici sparse qua e là…amerei, rischierei, cadrei di nuovo. Ma non perderei l’occasione di amare veramente. Sono quindi del tutto in linea con la sua luna nuova, con le promesse che spande tra i bagliori, con i suoi aliti incatenanti di miraggi. Sotto i suoi fiotti barbaglianti, mi lascerei ancora andare al sogno, sebbene mi abbia già trafitta.

    @ eventounico: Carissimo, ti ho già seguito col fiato sospeso nel precedente post dove ho assaporato il suono delle tue parole.
    Condivido la tua visione del non detto che dominava i ruoli tra uomo e donna.Condivido la nostalgia per quel rimbalzare di sguardi che creava emozione e desiderio, che anticipava un’unione o soltanto la farciva di visioni. La vera poesia era l’attesa.
    E tuttavia, nonostante il pragmatismo dei nostri tempi, nonostante la facilità dello scambio dei ruoli, credo che una donna ami ancora essere guardata con occhi di poeta. Certo…non sono più i tempi di uno sfiorarsi trasognato di sguardi in palchi e teatri, però molti amori nascono ancora così: da uno sbattere di ciglia…
    Mi piacerebbe credere che in esso, e in esso soltanto, un uomo sappia trovare ancora ragioni per attendere l’incontro successivo, il contatto che segue l’intesa, la carezza che precede un’unione…Chissà…Ti pare ancora possibile?

  82. @LUIGI, carissimo, stasera ho spedito mia figlia a comprare il tuo libro, speriamo che lo trovi e che non debba aspettare perché, lei incuriosita lo voglia leggere prima di me ! Comunque dopo, ti saprò dire le mie impressioni. Dimenticavo, se vai a ballare, fai un “tip tap” anche per me.
    Saluti cari
    Tessy

  83. Ah Simona, quanto hai ragione…
    Io in amore sono molto austeniana. Sense and Sensibility, Pride and Prejudice sono parti della mia essenza. MI ritrovo molto anche nella poesia di Tessy, che trovo molto femminile proprio perché è proprio di noi donne essere così lunari, così gravide di attese come la terra nei confronti dell’amore che dovrebbe renderci gioiose e feconde e spesso ci lascia sterili e devastate. Non so se l’erba dove è passato Attila vorrebbe ripetere l’esperienza!!!
    🙂

    Ma la donna è anche speranza e nuova nascita, Proserpina che emerge dagli inferi e torna a fiorire. La primavera però, dice il caro Franco Battiato, tarda ad arrivare…

  84. Cara M. Teresa, non vado a ballare per la mia totale incapacità di movimento, credo che rotolerei per terra nel battito d’un baleno. Preferisco salvaguardare la mia – e quella degli altri – incolumità. Grazie anche per l’impegno assunto da sua figlia di comperarle il libro, spero non sia troppo gravoso. Spero che davvero possa piacerle e che le emozioni delle pagine diventino per lei dei momenti di vita vera. Un caro saluto, a presto

  85. Grazie Valter, spero che davvero il mio suggerimento possa essere per lei di stimolo. Come dicevo, davvero, talvolta è soltanto la scrittura a suggerirci il cammino. Soltanto scrivendo – e sporcandosi le mani – si può capire se la direzione intrapresa ha un senso. Le faccio i migliori auguri di cuore. Buon San Valentino e buona giornata

  86. Grazie anche ad Elektra, gli auguri fanno sempre piacere. Le auguro di cuore di passare una bella giornata

  87. Ciao a tutti! Sono Patrizia ed è la prima volta che metto i piedi dentro un blog…Blog! Che emozione! Ritrovo facce conosciute, Luigi La Rosa, Piera Mattei, Francesco Costa che ho avuto la gioia di conoscere tra Catania e Lipari durante uno dei tanti incontri di scrittura…Luigi è un “maestro” generoso e in questi due anni mi ha fatto riscoprire un vecchio amore: la scrittura, il dono di ascoltare e raccontare storie! E visto che oggi è la festa dell’amore, qualcuno ha detto una frase bellissima: “scrivere è simile ad amare…scrivendo o amando diventiamo eterni”.

  88. Patriziaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Bentrovata!!! Sono Maria Lucia, ti ricordi di me? Intervieni più spesso e vedrai che qui ci si trova bene…

  89. Mi dispiace davvero, credetemi amici miei, ma seguendo il cattivo esempio di Maria Teresa e di Valter Cecchini, devo proprio ammannirvi, propinarvi, allentarvi, schiaffarvi sul blogghe… una poesia. Eh, si’: son nato perfido e seguo compiaciutamente la mia natura selvaggia:

    IL PASSERO ALLA NUVOLA
    Madre, tu piangi!
    Un calvo destino
    ha sfiorato i tuoi anni?
    Sei bella mamma
    coi teneri fianchi
    Dai ridi dell’uomo
    e dei passi suoi
    stanchi!
    Sei forte mamma
    vai su spingi
    arranchi
    Lotti ogn’attimo
    coi venti
    Muti tutti
    i lineamenti
    E anche fai fughe:
    cosi’ altre temerne
    Non dovresti
    di rughe.

    Sergio
    P.S.
    Perche’ anche l’amore di un passero ha il suo posto nel cuore invisibile del Mondo. Impariamo da lui.

  90. Cara Patrizia,
    non La conosco, pero’ se e’ amica di Simona, Maria Lucia, Tea Ranno, Luigi La Rosa e compagnia, credo di potermi permettere di augurarmi che anche Lei resti lungamente a farci compagnia in questa nostra Armata Brancaleone di donchisciotti, sancipanza e giamburraschelli. Massimo Maugger compreso, anzi: lo vede, Patrizia? Sta li’ in capo al battaglione col vessillo in mano, stretto fieramoscamente come fosse una bandiera vera, porta in imbuto in testa del quale va orgoglioso e si arma di una penna stilo trentasette colpi calibro seipagine. Ma non glie lo dica, per carita’: senno’ la camicia di forza firmata ”Moravia for men” poi glie la regala Lei!
    Salutando con umor goliardico
    Sergio Sozi

  91. Maugggggeeeer! Ci sei? Come stai, ti sei ripreso? Sai che ti ho citato poc’anzi? Elogiativamente come sempre, certo, certo. Riprenditi dall’influenza e torna fra i viventi che ti amano alla… follia (ops: me so sbajato: questa era per il poste neurodelirante. Pardon).
    S.

  92. Allora anche la Faustina sta sul vebbe (ops: il webbe). Ciao Fausta, com’e’ andato il tuo primo giorno di lavoro? Debuttare a San Valentino non e’ da tutti: solo mia moglie ha un pari privilegio, a Berlino, dove ella, mentre io bloggheggio screanzatamente, sta parlando a frotte di letterati crucchi di letteratura slovena e narrazioni svitate.
    Non e’ da tutti, Fausta, ammettilo ”candidamente” come Voltaire.
    S.

  93. @ Sergio: mi associo anche io agli auguri di Super Simo e li estendo – mi sento il papa – a tutti gli “accoppiati”. Io festeggio domani e non so se rallegrarmi o meno…
    Questo tuo umore goliardico mi garba tanto, direbbe Benigni…
    Oh quel XXXIII canto!
    Commozione… cerebrale.
    🙂

    No, di testa, di mente e di cuore. W Dante in sempiterna saecula.

  94. Grazie a tutti, Massimo, Sergio, Maria Lucia per la calorosa accoglienza…mi sembrate tutti un pò matti! E’ così che funziona?

  95. Siamo un po’ così ma se hai letto i commenti cerchiamo di scrivere e soprattutto di leggere… Benvenuto serio!!!

  96. @ Patrizia…benvenuta anche da me!!!!
    Concordo con te nel dire che scrivere è come amare….(anche leggere è come amare)…

  97. Va beh, la camera accanto non la trovo piu’, quindi vado O.T. (tanto questo San Valentino lo abbiamo archiviato) e dico che la seconda serata dei bloggers di Letteratitudine, in quel di Roma, Papyrus Cafe’, e’ stata un enorme successo. Erano presenti:
    la sottoscritta, Loredana Falcone, il fondatore dell’iniziativa ovvero (rullo di tamburi) Enrico Gregori, il simpaticissimo Eventounico, l’impagabile CarloS., la dolcissima Silvia Leonardi. Rispetto alla formazione iniziale si sono aggiunte: M.G. con amore dalla Calabria, Gea che ha portato una ventata di simpatica ironia forte come la bora della sua Trieste, Zauberei che… non si puo’ descrivere. Dovreste incontrarla. ;-D
    Abbiamo mangiato come pacman (questa e’ di Eventounico), abbiamo chiacchierato, bevuto quattro dicasi quattro bottiglie di vino barricato (in casa perche’ cercava di non farsi raggiungere da Gregori, ma non c’e’ riuscito), fatto le pulci al panorama intellettual-cultural-politico-letterario italiano ed abbiamo stabilito che gli scrittori e i lettori presenti sul blog di Massimo Maugeri sono quanto di meglio possa offrire oggi questo paese (e dai, una botta di soddisfazione ci vuole!)
    Massimo lo abbiamo sentito per telefono ma urge una sua convocazione in corpore. Alla prossima.
    Laura

  98. @sempre a Laura…anche qui si mangia e si beve bene…e c’è un gruppo di bloggers molto nutrito con in capo Maugeri. Per M. G. dalla Calabria è un salto..

  99. Niente. Proprio non mi vuole. Per kataweb sono uno spammer…
    Mi ha cancellato il commento precedente!
    Parlavamo anche di Caos calmo. Non ho letto il libro. Leggo pochi italiani in questo periodoe non amo nè best seller nè vincitori di premi strega. A parte questo so che Veronesi è molto bravo. Il film è staordinario. Fotografia perfetta, regia ispirata, recitazione a livelli eccellenti, sceneggiatura senza sbavature, montaggio serrato. Un film da vedere. Nanni Moretti attore non è mai stato così bravo.
    Gordiano Lupi

  100. Caro Massimo (e anche tutti i lettori), scusatemi se sono mancato del tutto al dibattito ma per me è un periodo pesante con mille cose da fare. Volevo soltanto scusarmi. Sì, in fondo è una buona idea accostare due libri molto diversi sul tema dell’amore e poi i libri devono servire come spunto per impostare una discussione su altri temi, pure più profondi dei libri stessi. Coppie diaboliche non è un trattato sull’amore e neppure un saggio sull’odio, è una carrellata di personaggi che hanno commesso nefandezze anche in nome dell’amore. Alla base di tutto c’è sempre un incontro fatale che scatena una miscela esplosiva. Prendiamo Bonnie & Clyde, coppia di criminali romantici legati da un filo rosso indissolubile. Chi era il succube e chi l’incube non lo sapremo mai. Sappiamo che si amavano e che lei avrebbe seguito il suo uomo in capo al mondo, fino alla morte.
    Gordiano Lupi

  101. @Simona cara, oggi per me è una giornata campale, mi sto preparando per andare a ricevere gli ospiti insigniti, del Premio “Santa Caterina d’Oro 2008”, quindi mi limiterò a rispondere alle tue sagge considerazioni con una breve poesiola venata di disincanto, recupereremo i nostri ragionamenti appena sarò più libera. Così scrivendo ancora un altro testo farò arrabbiare il carissimo Sergio Mazzini Cavour….(anche lui però, ci ha donato una bellissima elaborazione poetica ). Del resto, ogni albero offre i frutti che possiede, il mio germoglia solo parole,parole,parole… Ciao a presto.
    ******
    TEMPI RESIDUI
    Emblema di fertilità
    affrescavo il tuo altare
    d’amore saraceno.
    Non c’erano che tempi residui
    e l’ansia di un’ attesa
    ingannevole.
    Immiserivo per lo scialo
    dei sentimenti.
    ******
    Nessuno ti suggerì
    che non si mutano le nuvole?
    Pure adesso
    con questa carne
    infralita e peritura
    voglio essere amata
    per ciò che sono.
    Siena, 1981
    Tessy

  102. @ Maria Lucia, ti sono grata per i sentimenti condivisi, i vostri incoraggiamenti mi sono di immenso stimolo per capire me stessa e lo scintillante caleidoscopio che racchiude l’universo femminile. Sono lieta quando qualcuna si ritrova nelle mie povere espressioni. A risentirci
    Tessy

  103. Poesia d’amore.Ne ho una stupenda a casa che ho tradotto da Felix Luis Viera (poeta cubano esiliato in Messico). Devo ricordarmi di postarla. E’ tratta dalla raccolta inedita La patria es una naranja. Merita leggerla per un San Valentino diverso.
    Gordiano Lupi

  104. @ Gordiano Lupi: é interessante la sua indagine sul legame di coppia che porta al delitto. Ma com’è nata l’idea di un tale punto di vista? E’ inusuale ma intrigante. O a volte dobbiamo partire dal malato per comprendere chi è sano?

  105. Prima di tutto voglio dire che il libro è stato pensato da una coppia (non criminale ma di appassionati di scrittura). Il libro è mio e di Sabina Marchesi che ha curato un’interessante parte criminalistica e ha ricercato molte fonti. Sabina cura la Guida Giallo – Noir di Supereva ed è attiva su internet da tempo, cura la rivista Avant Gardner e altre cose interessanti in rete. E’ allieva di Cinzia Tani. Insomma, è una in gamba. Tiene pure cirsi di scrittura creativa che io non condivido, ma questo è un altro discorso e poi si può essere amici senza bisogno di condividere tutto, penso. Mi spiace che non possa partecipare al dibattito perchè in questo periodo ha problemi personali che la tengono occupata in cose della massima importanza. Veniamo al libro. L’idea parte da me che volevo scrivere un libro sui delitti in famiglia (e infatti l’ho scritto ma è inedito e va sistemato) e dall’editore che voleva fare un libro sui delitti di coppia. Abbiamo raggiunto un compromesso, perchè molti delitti di coppia sono delitti in famiglia(si veda Erika e Omar, el sorelle Cataldi…).Indagare il male è affascinante, almeno per me che sono un appassionato di horror cinematografico e letterario. Indagare gli incubi vuol dire cercare la parte malata di noi stessi, il nostro lato negativo, visto che tutti noi siamo potenziali assasini e che solo la cultura e le inibizioni ci frenano.
    Gordiano Lupi

  106. Credo che Massimo possa sopportare l’invasione off topic in questo post anche se la “camera accanto” è facilmente raggiungibile. E se la trovo io vuol dire che è davvero a portata di mano.
    Quanto alla serata sì, concordo con Laura. Zauberei è indescrivibile, va conosciuta. Con il massimo dello sforzo potrei dire che è un mix tra Freud e Scaramacai.
    Nego, invece, che si sia mangiato troppo. Era infatti impossibile poggiare sulla tavola un numero eccessivo di portate in quanto tutto lo spazio era occupato dai libri scritti da Laura e Loredana.
    Le due grafomani vanesie si sono presentate con tutto il catalogo delle loro opere manco dovessero fare una presentazione all’Accademia dei Lincei.
    Uno dei momenti più esilaranti è stato quando Pasquale ci ha rivelato che, per comporre “Come pagina bianca”, ha impiegato due anni di studio e sei mesi di scrittura.
    In due anni di studio si può imparare correttamente il mandarino. Per scrivere quel libro mi sembra sufficiente prendere una buona rincorsa e sbattere il cranio contro lo spigolo della credenza.
    Credo che sarà obbligatorio organizzare un’altra cena perchè il tasso di stronzate che riusciamo a dire non è ancora arrivato al suo culmine.

  107. Gordiano Lupi,
    in Italia, escluso il sottoscritto (è bene precisarlo) abbiamo fior di poeti, alcuni pressocchè sconosciuti, per cui riterrei che sarebbe una iniziativa particolarmente originaria ed anche anticonformista smetterla di cercare cantori nascosti in qualche angolo del mondo.
    L’Italia credo sia un luogo sufficientemente angusto da potersi commettere nel portarvi un pò di luce.
    Certo che se i poeti italiani devono chiedere la cittadinanza cubana e dopo averla ottenuta farsi immediatamente esiliare in messico magari in malo modo solo per risultare originali agli occhi dei propri connazionali, allora possiamo chiuderla qui con la letteratura, la poesia italiana e forse anche con questo blog.

  108. Lo vedi che non sei attento, Enrico? Evento ha parlato di tre mesi di scrittura, non di sei…ma tu eri preso dai fumi dell’alcol, e va beh!
    Io mi associo al raccontino di Lauretta bella (come ti capisco….sta camera accanto non mi riusciva più di trovarla manco a me!! bisogna ripescarla dall’archivio).
    Bellissima serata, comunque.
    Sono d’accordo con Simona -come posso non esserlo, da siciliana- la prossima volta facciamo a Catania.

  109. Non ho gradito molto il post di eventounico. Niente di male. Ognuno si esprime come crede. Non ho mai detto che in Italia non ci siano fior di poeti. Forse eventonuico non sa che sono anche un piccolo editore e ho una bella collana di poesia contemporanea, quindi non ho mai detto che non stimo i poeti italiani. Sono anche un piccolissimo esperto di letteratura cubana e quindi credevo di aggiungere qualcosa postando una poesia da me tradotta del grande Felix Luis Viera. La cultura non ha limiti, penso. La poesia è importante, da qualsiasi latitudine provenga. I motivi per cui Viera è esiliato sono molto gravi e su quelli non giocherei, come non scherzerei sul dolore dell’esule che non può rivedere i suoi cari. Mia moglie ne sa qualcosa.
    Gordiano Lupi

  110. @Sozi
    Vabeh!..Se proprio bisogna dare dei cattivi esempi, dato che ormai S.Valentino è passato-Se non sbaglio oggi è S.Faustino? – continuiamo su questa falsa riga.
    Dimenticando i profondi pensieri dei giorni precedenti e dei vari ,a mio avviso utili e preziosi approfondimenti in merito all’amore in senso lato, fatemi dire perlomenmo un’aforisma.
    Non è mio , e non so nemmeno di chi sia. lo sento dire da molto tempo ormai per cui non ha importanza l’autore , ma più che altro è il suo mero significato ad avrcene per la doppiezza del suo contenuto.

    I VOLATILI E LA PACE
    La colomba è l’uccello della pace
    La passera invece è la pace dell’uccello!

    OK! Visto che vogliamo buttarla su questi termini.
    Mi sembrerebbe di un pò basso livello, ma… se le poesie d’amore non son gradite….beh… allora proviamo cosi, con queste cazzate un pò più colorite!

    Buon giorno a tutti e…
    P.S. valterceccherini – no valter cecchini-

  111. @ Gordiano Lupi:
    Quindi si tratta di una genesi anche di natura criminologica. In effetti la pratica giudiziaria mi mette innanzi molti casi simili.
    Ciò che stupisce (anche in recenti e dolorosi fatti di cronaca) è che vi sia un’intenzione comune, un pactum sceleris, che avvince sia nella fase della programmazione delittuosa che in quella esecutiva.
    Non si può generalizzare e ogni caso è dominato da regole e meccanismi psicologici propri. Ma mi è sembrato nella mia esperienza di giudicante, come già le dicevo, che vi siano disarmonie di base che interagiscono, oltre – come lei sottolinea – la misteriosa potenzialità, insita in ciascuno di noi, di delinquere.
    Se le è possibile rispondermi: ha trovato qualche denominatore comune tra tutte queste coppie che giustificasse la strada intrapresa oltre, come già detto, il legame affettivo?

  112. Felix Luis Viera ha pubblicato in Italia IL LAVORO VI FARA’ UOMINI, edito da CARGO – L’ANCORA DEL MEDITERRANEO. Mi pare che ne abbiamo parlato in un post sull’editoria meridionale e in tale occasione mi ero complimentato con un piccolo editore lungimirante che aveva fatto conoscere in Italia un libro importante sul dramma dei gulag castristi: le famigerate UMAP. Felix Luis Viera è uno scrittore notevole. Pubblicheremo con Edizioni Il Foglio il romanzo Englaterra Hernandez. Viera affronta il dramma della società cubana nel periodos peciale dopo la fine del blocco socialista.
    Gordiano Lupi

  113. @ silvia:
    ricordavo che i mesi fossero 3, ho enfatizzato per dare l’idea che pasquale ci avesse pensato un po’ di più. peraltro l’unico modo per sopportare i vostri discorsi è ubriacarsi

  114. SIMONA
    Non si può generalizzare. E’ vero. Elementi in comune ce ne sono sempre. Prima di tutto l’incontro fatale (che nel libro abbiamo messo in corsivo per indicare la sua importanza) che genera l’esplosione di violenza. Nella maggior parte dei casi due persone non avrebbero mai commesso un delitto se non si fossero conosciute. In altri casi almeno uno dei due non avrebbe mai fatto niente (vedi Omar senza Erika). L’incontro provoca la scintilla amorosa e delinquenziale. Altro elemento comune è il rapporto INCUBE – SUCCUBE che esiste in ogni coppia criminale, quasi impossibile che siano paritari(forse Bonnie e Clyde lo erano, ma è un’eccezione). Non è detto che INCUBE sia sempre l’uomo, ci sono casi di perfide mantidi (vedi Erika). Altro elemento comune a molte coppie è il ruolo della donna che si scatena in perversioni sessuali, cosa non comune nella letteratura criminale.Sono casi stranieri, però. In Italia non abbiamo donne – assassine così perverse. Un’altra cosa importante è analizzare come nella società contemporanea siano cambiati i motivi per cui si delinque in coppia. Sconvolge il numero di omicidi gratuiti, compiuti solo per depravazione sessuale e per psicopatologie di coppia.
    Gordiano Lupi

  115. Gordiano Lupi,
    ognuno ha le proprie pene, mi spiace evidentemente per le persone che le provano sia che si tratti di miei cari che di altri.
    So benissimo che lei è un editore. Chi di noi qui non lo sa.
    Proponga, se lo ritiene utile, anche qualche esempio di poesia meno nota italiana, sulla quale ne sono certo, è altrettanto preparato e vedrà che non le mancheranno i cenni di consenso.

  116. @ C’è anche il caso di coppie omertose, non so se ha avuto modo di registrarlo nella sua indagine. In esse il reo è uno solo, ma l’altro pur non partecipando attivamente copre l’amante o il coniuge.
    Sono da un punto di vista giudiziario i casi più dificili da spiegare e da dimostrare. E sì. Il movente è sempre o quasi sempre di natura sessuale. In prevalenza , violenze ai danni di un minore da parte di un genitore, che l’altro genitore conosce e non denuncia. Ho potuto verificare in estenuanti e dolorosi processi a porte chiuse che in queste ipotesi ciò che racchiude il silenzio dell’altro non è solo la paura del discredito sociale. Ma anche di tradire il compagno.
    Ha esaminato anche casi del genere?

  117. Ordunque Ot Pure io, per tre cosecose:
    1)Massimo come te avevo detto devi riaggiornare sta cavolo de camenra accanto perchè adesso la manica de disadattati che hai allevato qui riprendera incoercibilmente a fare casino in codesti post serisssimi creando il panico nei lettori successivi e impedentoti di fare bella figura con i fighi letterari di turno che inviti. Voglio dire, oggi ce sta Lupi e va be, se je piace Cuba è n’omi di spirito…. ma n’antro?
    2)Alla prossima cena ti devi palesare fisicamente nell’urbe al costo che qualcuno di noi te venga aprelevare co piroscafo.
    3) La cena è stata molto gradevole. Devo dire che l’atomsofera è andata migliorando col distendersi della serata. Tutto molto piacevole comunque. Ho ricevuto un sacco di libri e questo mi è piaciuto molto, non ho dato niente da leggere a nessuno e questo mi ha un po’ fatta sentire triste. D’altra parte me se sbomballano già qui di norma non vedo perchè esagerare con degli inediti.
    Ho pensato di trovarmi in mezzo a una voliera, con il falcone maltese che mangia le carni, il l’urogallo distinto uscito dal bosco, le colombe – per fortuna non pugnalate – che che gli stanno ai lati, la capinera che mi chiacchiera le sue storie, la civetta un po’ ombrosa e un po’ all’erta per la stanchezza dell’ultimo giorno, il pettirosso più rilassato che coraggioso, la strolaghetta scappata dal lago con le calze come le mie, che vorrei essere una bianca pavonessa, ma più facile un’oca campidogliesca.
    Cin cin!

  118. ce sò i refusi. Ho scritto di corsa, e prima di pranzo ci ho la grammatica e l’ortografia ottenbrate ancor più del solito. Perdonate i casini di cui sopra.

  119. Lejos de la patria has conocido a una mujer
    por Félix Luis Viera
    Lejos de la patria has conocido a una mujer
    que tiene una pecera
    y que en las noches se arrulla con el viento lunar.
    Ella te salvó del frío y de la constante, inmensurable soledad
    en la inmensa ciudad donde nadie te amaba.
    Tú estabas lejos de la patria
    o mejor dicho tú en ti habías extraviado la patria
    y los senos de esta mujer te hicieron encontrarla,
    los jugos de su interior te dieron las franjas
    de las banderas de tu patria que habías extraviado.
    Ella bajaba cuatro pisos para verte
    en los amaneceres donde tú no te hallabas el lugar de la boca
    y te amaba creo que como se ama
    un espectáculo largo tiempo admirado y pretendido,
    su sexo se asemejaba al pastel que quisiste
    cuando niño:
    era tierno y crujiente y parecía recién sacado
    de un horno tibio,
    su vientre se parecía a la patria
    porque uno no quisiera abandonar su calidez,
    una mujer morena cuyos ojos eran los más temibles retadores de la noche.
    Sus senos debieron ser esculpidos por aquel que supo
    sembrar el néctar en la piedra.
    Tu chupabas sus senos como si fueran
    la última baraja marcada.
    Ella te sacaba todos tus jugos
    y el tintineo de su voz
    te hizo asegurar
    que algún día los hombres se amarían
    de modo que la patria comenzara en un prado
    y terminase en las piernas de una mujer
    y en las manos de un hombre sobre esas piernas.
    Era morena y furtiva en las mañanas y antes de llegar a ti
    ya su sexo había probado el rocío.
    Tu supiste que sus nalgas habían sido tocadas por Cristo
    y por eso jamás morirían.
    Era morena como el sol que cae tras las montañas
    en la enorme Ciudad.
    México, DF, agosto de 1995
    Del poemario inédito La patria es una naranja
    Lontani dalla patria hai conosciuto una donna
    di Félix Luis Viera
    Lontani dalla patria hai conosciuto una donna
    che possiede un acquario
    e che di notte si culla con il vento lunare.
    Lei ti salvò dal freddo e dalla costante, incommensurabile solitudine
    nella immensa città dove nessuno ti amava.
    Tu eri lontano dalla patria,
    o per meglio dire avevi smarrito la patria
    e i seni di questa donna te la fecero trovare,
    i suoi intimi umori ti dettero gli ornamenti
    delle bandiere della tua patria che avevi smarrito.
    Lei scendeva quattro piani per vederti
    nelle albe dove tu non trovavi il luogo della bocca
    e credo che ti amasse come si ama
    uno spettacolo per lungo tempo ammirato e preteso,
    il suo sesso somigliava alla torta che desideravi
    quando eri bambino:
    era tenero e croccante e sembrava appena tolto
    da un forno tiepido,
    il suo ventre somigliava alla patria
    perchè non avresti mai voluto abbandonare il suo calore,
    una donna bruna con gli occhi che erano i più temibili sfidanti della notte.
    I suoi seni dovettero essere scolpiti da colui che ha saputo
    seminare il nettare nella pietra.
    Tu succhiavi i suoi seni come se fossero
    l’ultimo mazzo di carte segnato.
    Lei ti toglieva tutti i tuoi umori
    e il tintinnio della sua voce
    ti ha fatto capire
    che un giorno gli uomini si ameranno
    in modo tale che la patria comincerà in un prato
    e terminerà tra le gambe di una donna
    e nelle mani di un uomo sopra queste gambe.
    Era bruna e furtiva nelle mattine e prima di arrivare da te
    già il suo sesso aveva assaggiato la rugiada.
    Tu hai saputo che le sue natiche erano state toccate da Cristo
    e per questo non moriranno mai.
    Era bruna come il sole che cade tra le montagne
    nella immensa città.
    Messico, DF, agosto 1995
    Tratta dalla raccolta inedita La patria è un’arancia
    (Traduzione di Gordiano Lupi)

  120. In primis le mie scuse a Valter Ceccherini per avergli ”ridotto” unilateralmente il cognome. Pardon. E’ l’eta’.

    Poi alla Maria Teresa, che ribatte:
    ”Nessuno ti suggerì
    che non si mutano le nuvole?”
    rispondo:
    nella mia poesiuccia era certo presente l’allegoria ”nuvola-donna”, ma parlavo di una nuvola vista dagli occhi di un passero, che la considera come una madre. Una madre che vive gli anni, dunque il Tempo… e quindi cambia, invecchia, come Natura vuole. Il passero le dice, appunto, di non intristirsi per il suo cambiare continuo (le nuvole si sa cambiano forma continuamente: e’ anche la loro natura, oltre che la nostra). Ed e’ questo che penso di noi uomini tutti: mai pretendere di uscire dal ”cerchio” degli anni e della vita. Accettiamo i mutamenti, le rughe e quant’altro, perche’ ”Cosi’ vuolsi cola’ dove si puote cio’ che si vuole”. E piu’ non ”dimandiamo”. Cio’ significa anche: il modo migliore per resistere ai momenti in cui la sorte ci sembra avversa e’ accettare quanto ci capita, pur cercando di trovarci meglio e di uscire dalle difficolta’.
    Comunque ”Est modus in rebus”, Teresa: non parlavo, in quella mia vecchia lirica (la scrissi nel 1999) dei casi estremi, delle malattie tremende o di casi analoghi, ma del normale invecchiamento, privo di seri acciacchi, che molti rifiutano secondo me in maniera immatura e sciocca (vedi: gente che teme di farsi dare del ”lei” perche’ non vuole sentirsi prendere per ”vecchia”). Ma forse parlo cosi’ anche perche’ io sono contento di non essere piu’ un adolescente. E anche perche’ accetto capelli grigi e rughe su di me: sono cose mie e cio’ che e’ mio mi appartiene e mi piace. E mi tengo il ”lei” dagli sconosciuti, dandolo a mia volta (non certo a te, che mi sembra di conoscere da una vita, ovviamente, cara Nuvola Terrestre!).
    Tuo
    Sergio

  121. Non credo servano gli sciovinismi nazionalistici di fronte alla vera poesia. Per eventounico: non voglio del lei, mica sono un vecchio trombone!
    Gordiano Lupi

  122. PER SIMONA
    No, non ne ho analizzate. Sono andato a rivedere il libro ma non ne ho trovate. Il progetto editoriale prevedeva casi di delitti di coppia messi in atto da due persone legate da un rapporto d’amore. Non abbiamo inserito casi di coppie omertose. Una cosa importante che abbiamo analizzato è il comportamento processuale che è di due tipi: 1)uniti fino alla morte in una strenua difesa reciproca, 2) la coppia si sfalda dopo l’arresto e partono le reciproche accuse.
    Gordiano Lupi

  123. @Sozi
    Comunque, scusami per il mio post precedente nel quale ho dimenticato di farti i cmplimenti riguardo alla tua poesia del passero.

    @Tutti

    RIFLESSIONE :

    A questo punto
    la ventata dell’amore
    di cui in queste ore
    ne abbiam sentito il sapore,
    lascia spazio ad un torpore
    che mi sembra ormai evidente
    nell’essenza della mente
    mia e vostra oseri annunciare
    Bando dunque agli sproloqui
    siamo ormai giunti al calre
    dell’argomento principale
    ….era l’amore?
    …o il tanto parlare?

    Mah …qualcuno provvederà!
    ciao a tutti amici miei

  124. Gordiano Lupi,
    se fossi veramente uno “sciovinista nazionalista” dovrei inondare il blog con poesie italiane sconosciute, ma non per questo meno “vere”.
    Se anche lo fossi dovrei sentirmi anche padrone di farlo e questo diritto nessuno me lo ha dato.
    Se anche lo fossi e mi sentissi padrone di farlo dovrei anche arrogarmi il diritto di poter determinare cosa è vera poesia e cosa non lo è.
    Comunque se qui ognuno può fare come gli pare mi sembra che vengano meno le condizioni per poterci stare civilmente. Quanto meno per me.

    Saluti.

  125. In ogni angolo del Mondo vive (almeno) un buon poeta. Io, che sono Italiano, personalmente preferisco cercarlo nel mio Paese – soprattutto per un fatto di lingua: la lingua poetica non si puo’ mai tradurre troppo bene, e’ nella natura delle cose linguistiche.
    La ”forma di cortesia”, poi, esiste in ogni Paese del mondo ed in Italia, appunto, come ben noto, si esplica con il ”lei”. Si chiama ”forma di cortesia” appunto perche’ riguarda le persone che non si conoscono troppo da vicino. Dunque chi vuole usarlo con me, non conoscendomi, e’ benaccetto. Se poi, dopo, conoscendosi meglio, si passa al ”tu”, tanto di guadagnato.
    Detto senza polemica alcuna.
    Sergio Sozi

  126. Dai, Pasquale,
    qui bisogna, a volte, anche capire che ci si puo’ confrontare con schiettezza e ruvidita’. Nessuno pero’ ti/ci censura. E se lo fa, pace: continuiamo a dire quel che vogliamo, liberamente e senza offenderci ne’ offendere. Cosa che tu, appunto, sai e fai.
    Con il consueto affetto
    Sergio
    P.S.
    Sono d’accordo con te, sulla poesia italiana e su quanto espresso prima. Pero’ adesso non te la prendere: si tratta di confronti ”maschi” che passano presto, come il vento.

  127. Caro Ceccherini,
    grazie mille! lei e’ goliardico e cio’ mi garba. Pero’ preferisco il suo ultimo componimento, che suona bene!
    Sergio Sozi

  128. Se dopo quanto avevo scritto qualcuno se ne “strafotte” e pubblica quello che aveva deciso (unilateralmente) di fare non è questione di atteggiamente maschi, ma strafottenti. Io una cosa del genere non la tollero nemmeno da mio fratello (che non ho). Per cui nessuna offesa sono letteralmente incazzato. Per favore che nessuno traduca ciò in altra lingua.

  129. Volevo sdrammatizzare la questione con eventounico. Non ho postato la poesia di Viera per strafottenza, ma solo per dare un contributo poetico per San Valentino. Mi scuso per aver parlato di sciovinismo e nazionalismo. Volevo solo dire che la buona poesia non ha confini.
    Gordiano Lupi

  130. Chiedo scusa non avevo tradotto in armeno il mio intervento e non ero andato a digitarlo in cima all’Illimani, per cui è stato equiparato allo spam che non le consente di indicare il suo sito: “Proponga, se lo ritiene utile, anche qualche esempio di poesia meno nota italiana”.

  131. Scusate, scrivo da fuori sede e al momento posso lasciare solo questo rapido messaggio (interverrò con calma stasera).

    @ Evento e Gordiano
    Mi pare che non sia successo nulla di grave. Quindi calma, please.
    Stretta di mano e via. Ve lo chiedo come favore personale.
    Stasera tornerò con qualche precisazione.
    Grazie mille.

    @ Simona
    Sei splendida 🙂

  132. @Miriam Ravasio
    Guarda, che anche se non intervengo molto, sono in questo blog da mercold’ almeno. Scorri un pò indietro con la rotella del mause.
    @Sozi
    ok. Vabene cosi.

  133. Condivido le cose dette da Maugeri. Stretta di mano. Niente di grave, credo. Non sono un esperto di poesia (ho un direttore che me la segue), ma sono un amante della letteratura cubana. Non sarà così grave, spero.
    Gordiano Lupi

  134. Massimo se proprio lo chiedi come favore personale cosa posso fare ? Il padrone di casa detta le regole e chi vuole stare in questa casa deve rispettarle. Tuttavia credo che il parere della comunità, mai come sulla Rete, abbia un peso. Pensaci Massimo, per favore. Grazie.

  135. Non riesco a capire che cosa avrei fatto di male a postare una poesia d’amore di un ottimo scrittore cubano… Non comprendo l’ultimo post di eventounico. In ogni caso me ne vado io. No problem.
    Saluti
    Lupi

  136. @ Evento Pasquale: risorgi!
    Non è la poesia il quid, ma l’intolleranza! non ho letto tutta la polemica, ma a naso do sempre ragione ai patrioti!
    Non sopporto i cori russi e la musica finto rock!
    Tempo addietro presentai uno scultore off-topic( che credo significhi che non c’entra una mazza col dibattito) e una leggiadra fanciulla lo accusò di connivenza ideologica con il terrorismo, conoscendo quella limpida figura (l’artista) volevo scovare quella fanciulla per insegnarle l’educazione (anche quella politica), non l’ho fatto perchè tollero gli intolleranti e ho abdicato da vent’anni al leninismo (però mai dire mai).
    Il dato è che tu hai ragione perchè andiamo a costruire nidi ecologici per uccelli in via di estinzione e lasciamo morire i nostri barboni a Villa borghese, siamo malati d’esterofilia, siamo malati.

    Pasquale, scrissi una poesia prima di diventare un uomo (Gregori dirà:adesso!) pensi che Mylady Tessy Scibona si appellerà al quinto emendamento se la pubblico?

  137. Non mi uccidete, avevo sedici anni e la scrissi su un pezzo di carta da parato, seduto su di un’impalcatura mentre il vento cattivo di febbraio mi sferzava i denti (stringevano una delle mie prime Marlboro). Di fronte, dietro una finestra grigia, seduta al piano, una fanciullina disegnava Chopin a riccioli d’oro (allora pensavo che Chopin fosse una marca di pennelli francesi).

    Era uno strano cucciolo di fiore,
    distratto il fioraio se ne accorse
    era l’imbrunire e le mamme rose
    andavano a dormire, con una nuova
    ruga nel cuore rosso.

    Era una strana rosa, già tre volte
    Il mattino l’aveva sorpresa in vetrina
    Pallida di rugiada di città: tardava
    ad esser rosa, distratto il fioraio
    s’ accorse che pensava, perché
    l’aveva vista pensare al suo sbocciare.

    Era uno strano fiore, così per giorni e
    giorni sempre un bocciolo, lui
    distrattamente se ne innamorò,
    lo videro passeggiare, lui, il fioraio,
    con quella rosa in braccio.

    E così, per giorni e giorni e notti insonni
    A raccontare a lei di prati verdi e boschi
    Alpini. La rosa poi morì, senza pudore
    e senza aver potuto dire: io sono un fiore!

  138. a eventounico
    fino ad ora ho letto senza intervenire. però secondo me hai esagerato tu. scusa se te lo dico. ma mi sei sembrato un pochino eccessivo. e poi qual è il parere della comunità? io ho solo visto un litigio tra te e lupi

  139. Boh.
    Sinceramente non capisco.
    Lupi risponderà come vorrà.
    Pasquale pensa quello che pensa e mi sembra giusto.
    Ma fondamentalmente si litiga per delle opinioni personali, dando il crisma dell’assolutezza l’un l’altro.
    A Gordiano Lupi piace la poesia non italica, perchè lui ci ha er pallino esterofilo, oppure perchè gli piacciono queste cose e dice, a me piacciono perchè non dovrebbero? Siccome ve voglio dì perchè mi piacciono cito l’autore mio Pincolos de Pincolis.
    A quel punto Pasquale invece pensa che per lui sti cazzi de Pincolos de Pincolis, c’è pieno di Italiani bellini. Di Domenico pure è d’accordo. Opinioni diverse, ognuno legge divulga e si occupa di quel che preferisce e lo dichiara.
    Pasquale riemergi:)

  140. Didò la poesia è questa: “Non mi uccidete, avevo sedici anni e la scrissi su un pezzo di carta da parato, seduto su di un’impalcatura mentre il vento cattivo di febbraio mi sferzava i denti (stringevano una delle mie prime Marlboro). Di fronte, dietro una finestra grigia, seduta al piano, una fanciullina disegnava Chopin a riccioli d’oro (allora pensavo che Chopin fosse una marca di pennelli francesi).”
    …..vero ?

  141. @ san Valentino – anche se è passato (?)

    Il suo silenzio è il mio. I suoi occhi i miei. E’ come se Bella mi conoscesse da tanto tempo, come se sapsse tutto della mia infanzia, del mio presente, del mio avvenire.
    Come se vegliasse su di me e conoscendomi da presso, sebbene la veda per la prima volta, sentii che era la la mia donna. Il suo colorito pallido, i suoi occhi come sono grandi, tondi e neri! Sono i miei occhi, la mia anima.
    MARCH GHAGALL (La mia vita)

  142. @Zaub,
    non ero d’accordo con Evy (dai Pasquà è più snob, fa tanto Totò a Capri), facevo una marchetta per tentare di essere invitato ad una di quelle cene dove si dice che tu sfavilli.
    @Greg,
    sarei potuto nascere sei mesi più tardi e a Roma? Mi avrebbero messo in incubatrice con te (a quei tempi le incubatrici erano come i sidecar: avrei guidato io): t’avrei tirato il tubo e al Messaggero non ci sarebbe mai stata attaccato al muro il poster dei Traffic.

  143. Sono on line (solo per un po’… poi tornerò in tarda serata)-

    @ Simona
    Mia cara, un ringraziamento particolare per aver avviato il dibattito anche sul libro “Coppie diaboliche”. Bravura e dolcezza: un binomio che vale come l’oro.
    Brava. E grazie.
    😉

  144. @ Evento
    Hai scritto: “Credo che il parere della comunità, mai come sulla Rete, abbia un peso. Pensaci Massimo, per favore. Grazie.”

    Grazie a te. Io ci penso sempre. Infatti dedico in media più di un’ora al giorno (e ne sono contento) solo per rispondere alle innumerevoli email che ricevo [tra cui: complimenti, consigli (moltissimi), lagnanze (parecchie), critiche (qualcuna), insulti (pochi)].
    Ti assicuro che ognuno (com’è normale che sia) la pensa in maniera diversa. Le vostre osservazioni giungono tutte dentro la mia capoccia e lì vengono rielaborate.

  145. @ Gordiano
    È vero… quando inserisci i link vieni riconosciuto come spam (ora provvedo ad aggiustare i tuoi “anonimi”).
    Protesta con il direttore di kataweb, che è pure amico tuo.
    😉

  146. Didò poeta sedicenne è una vera sorpresa (piacevole, eh !).
    L’evento incazzato ne è stata un’altra (questa un pò meno).
    Che giornata !!!! (non vi si può lasciare soli un attimo).
    Beh, ora vado a svolazzare rilassatamente nella camera accanto.
    Il pettirosso Carlo PS (eventoduplice)

  147. Massimo, ti voglio bene, ma il parere della comunità è quello che si esprime qui dentro.
    Io pure ti ho scritto che Simona è veramente eccezionale, ma qui non avrei mai il coraggio di dirglielo.

  148. @ Lupi calmo
    Ho scritto come era capace di amare Chagall: sollevava la sua donna da terra, la prendeva per mano e come un fiore leggero la faceva volare nell’altro ideale dell’amore, con tutte le sfumare di sentimento che potevano dare le sue sette dita come le sette note della musica come i sette colori dell’arcobaleno.
    Ciao

  149. Una precisazione
    Il primo intervento di Gordiano mi aveva un po’ irritato. Poi però, lo stesso Gordiano, per telefono, mi ha assicurato che non aveva alcuna intenzione di essere polemico. Tutt’altro. Solo che, per una serie di motivi, è stato costretto a scrivere in fretta. E io ho frainteso.
    Ci tenevo a precisare… anche per sottolineare che il modo di comunicazione “via blog” si può prestare a fraintendimenti vari (proprio perché non dà la possibilità fisica di interloquire). Teniamo sempre conto di questo.

    Tantissimi in bocca al lupo a Sabina Marchesi. Spero che i problemi si risolvano al più presto con esiti positivi.

  150. Didò io non ho amicizia altolocate per cui valuta se ti conviene essere daccordo con me. Certo Evy è proprio da Totò a Capri o anche da Moccia. Comunque ti devo ringraziare pubblicamente.

  151. @ Massimo
    Capisco che è molto difficile trovare uno come Chagall di questi tempi! Ma la busta con il reperto storico almeno per san valentino me la potevi mandare….ma sono certa che capisci molto bene che sto scherzando: un uomo intelligente riesce a leggere oltre le righe!!!!!!
    Ciao

  152. @ Evento
    Anche qui la comunità esprime pareri difformi. Mi pare evidente.
    Sul piccolo screzio tra te e Gordiano non intervengo più, lo ritengo superato e di poco conto. E vi invito nuovamente a stringervi la mano (ma senza insistere più di tanto).

    Tu scrivi: “se qui ognuno può fare come gli pare mi sembra che vengano meno le condizioni per poterci stare civilmente. Quanto meno per me.”

    È vero. Qui ognuno può scrivere quello che vuole perchè il blog è libero. Io non sto intervenendo con atteggiamenti censori (tranne nei rarissimi casi – due o tre, fino a questo momento – di gravi offese personali).
    Ciò che mi aspetto da chi frequenta questo blog è un po’ di collaborazione: evitando polemiche inutili (ma quelle utili e costruttive vanno benissimo) e limitando gli off topic (i fuori argomento).
    Devo dire che, in linea di massima, mi sento molto collaborato.
    🙂
    Un’ultima cosa.
    Per una serie di motivi che non vi sto a dire posso stare on line solo la sera. Per cui vi ringrazio ulteriormente per la collaborazione.
    È ovvio che se la situazione dovesse sfuggirmi di mano sarò costretto ad applicare la moderazione. In tal caso i commenti apparirebbero solo dopo la mia approvazione e morirebbe il dibattito.
    Ma non siamo a questo, giusto?
    😉

  153. Gente,
    la poesia del Dido’ adolescente e’ qualcosa di eccitante! Come avra’ fatto a rovinarsi con la crescita? L’ingiuria degli anni? Baffone che gli ha mandato un anatema quando l’ha abbandonato nella Piazza Rossa sotto la neve? Un autobus maltrattato che si e’ vivificato e si e’ cappottato per fargli dispetto? Boh! Ogni ipotesi e’ plausibile. Una rosa e’ una rosa e’ una rosa… diceva il tale. Pero’ quella di Dido’ fa proprio tenerezza.
    Sergio

  154. Oggi ho scoperto un poeta che non conoscevo, Idilio Dell’Era (morto nel 1988 ad ottantaquattro anni). Sentite qua:

    LA TUA SEMBIANZA
    Passo’ ne la sera
    il volto dell’estate:
    vi ridevi, fanciulla,
    a gola piena.
    Ora ti ho chiusa
    in fondo alla memoria
    e, se una rosa,
    dal muro tardo degli anni,
    la tua sembianza
    dipingera’ nell’acqua,
    sara’ quella di allora.
    (1966)

  155. Grazie, Pasquale. L’ho estratta da una rivista letteraria nella quale mi hanno inserito – senza manco dirmelo ma ne sono onorato. Il numero era dedicato appunto a questo poeta mai da me sentito prima. Forse fa filorosso con il mio passero? Boh. Comunque i poeti lirici italiani pre-Sessantotto sono un’ancora di salvezza. Anche Sandro Penna (umbro come me) mi piacicchia, anche se non ci stravedo.
    Un altro, che pero’ conoscevo gia’ e sul quale ho scritto qualcosa anche sul ”web”, e’ Carlo Betocchi. Questa e’ un capolavoro, la sento mia:

    PIAZZA DEI FANCIULLI LA SERA

    Io arrivai in una piazza
    colma di una cosa sovrana,
    una bellissima fontana
    e intorno un’allegria pazza.

    Stava tra verdi aiole:
    per viali di ghiaie fini
    giocondavano bei bambini
    e donne sedute al sole.

    Verde il labbro di pietra
    e il ridente labbro dell’acqua
    fermo sulla riviera stracca,
    in puro cielo s’invetra.

    Tutto il resto e’ una bruna
    ombra, sotto le logge invase
    dal cielo rosso, l’alte case
    sui tetti attendon la luna.

    Ivi sembrava l’uomo
    come una cosa troppo oscura,
    di cui i bambini hanno paura,
    belli gli chiedon perdono.
    (Carlo Betocchi, da ”Realta’ vince il sogno”, 1932)
    Sergio

  156. A Maria Lucia,
    ciao, scusa, mi ero dimenticato di salutarti! E’ stato bello il festeggiamento a casa tua?
    Sergio

  157. @Sozi & Evento
    Avete notato come Claudio amendola somiglia a Rita Savagnone? Proprio il figlio eh?

    Suvvia, vi devo distogliere dalla poesia/che distoglie i cuori, che nega la realtà annegandola nelle parole: possibile che siate ancora cosi giovani di parole nuove? Navigate a vista/ancora, lungo la schiena del romanzo/la sua madre poesia e il suo figliol terribile, l’inciucio, il pettegolezzo, cioè la narrata storia, la narrazione.

  158. @ Massimo e Gordiano Lupi a proposito di Caos Calmo
    Scusami sai, ma ho pagato un prezzo notevole per poter pensare autonomamente e dal momento che chi partecipa a cafè letterari come questo vuole scambiare la propria opinione con altri per ricevere stimoli ed avviare il corso delle proprie riflessioni, sottolineo il mio dissenso con Gordiano Lupi a proposito del film Caos Calmo.
    Secondo il mio modesto parere il film va a gonfie vele per Nanni Moretti che è una griffe nel panorama del cinema e che personalmente ritengo abbia fatto ottime pellicole . Però mi viene da ridere quando si vuole ritenere un super film un banalissimo ritratto di un ex sessantottino, nevrotico, che fermo sulla panchina non conosce la parola sentimento se non grazie alla sua bambina, della quale sembra accorgersi solo dopo otto anni dalla nascita. Per me questa seduta psicoanalitica che dura quasi due ore con l’andrivieni di esistenze che sembrano sull’orlo di affogare nei cavalloni della scena iniziale, non è poi così edificante. Della scena di sesso me ne frego se non per sottolinearla come l’ennesima prova di bisogni che vogliono ben altro che poesia ed affetto. Siamo tutti adulti e vaccinati ma chiamiamo le cose con il loro nome.
    Mi auguro di non aver irritato nessuno con questa critica e di ribadire il principio di libera espressione senza ledere l’altrui libertà.

  159. A me quando scrivi cosi’ chiaramente piaci di piu’, Rossella. Poi concordo, anche se non a proposito del film di Moretti che non ho visto ancora. Concordo sul fatto che ”sesso” e’ ”sesso” e non amore. Non sempre almeno. Anzi quasi mai, se no lo si chiama ”amore”.

  160. Dido’, l’hai scritta tu, questa? Allora l’autobus ti ha proprio tramortito, quel di’ fatale!
    Grazie
    Sergio

  161. mi corre l’obbligo…scusate se anch’io approfitto di un blog di tutt’altro tono data l’acclarata difficolta’ a reperire la sede deputata della’ stanza accanto’, che e’ stata forse chiusa in osservanza della legge Merlin o perche’ il portinaio si e’ perso le chiavi,non si sa,fatevi le ipotesi che vi piace..enrico dice che lui l’ha trovata ma nn state a dare retta ai giornalisti(parole sue)…per scrivere due parole di commento sulla cena del 13.
    Serata molto piacevole,se dovessi descriverla con un’espressione direi:una serata dagli accostamenti improbabili.A cominciare dal locale che abbinava un arredamento tipico da libreria a un ristorante nouvelle cuisine,alla compagnia dei commensali,che piu’ assortiti nn si potrebbe,una rassegna di tipi umani che poteva gia’ essere materia per un racconto di petronio,(la ricordate la famosa cena di trimalcione?)
    Mi addentro nei particolari delle postazioni:ai due poli opposti del tavolo io ed enrico, racchiudevamo la brigata,alla mia sinistra carlo,ospite molto premuroso,ha insistito a farmi assaggiare ogni piatto e a far si’ che il mio bicchiere nn fosse mai vuoto,ma con scarso successo.Io comunque lo ringrazio ,come anche del passaggio in vespa che mi aveva offerto:dato il freddo della serata ne sarei scesa come un ghiacciolo alla malvasia.Alla mia sinistra svettava la Laura,personaggio affascinante e molto propositivo,che rachiudeva dall’altra parte, con la sua gemella di penna, il povero ed esile evento,che mi ricordava tanto la metafora del vaso di coccio in mezzo a quelli di bronzo,o don abbondio tra i bravi di manzoniana memoria.Alla sinistra di enrico c’era gea,simpaticissima e bionda triestina,seguiva zuaberei,che gia’ di suo e’ un personaggio che ci vorrebbe un film a desciverla,meglio conoscerla di persona,non te la puoi perdere.Infine,ma nn certo per ordine di importanza,chiudeva il cerchio la Silvia leopardi,no,scusate il lapsus,leonardi,che invece era la piu’ posata e a modo,e se qualcuno nn la tirava in ballo,quasi nn ti accorgevi che c’era.
    Altro di piu’ nn ricordo,forse colpa del vino che era abbastanza pesante,ma e’ noto che gregori nn ci va leggero con l’alcool,e neanche con le allusioni,provate a chiedere alle signore presenti se nn ci credete.;-)
    P.S:A laura, se mi legge:sono quasi a meta’ del libro,appena finisco scrivero un commento,per adesso posso dire che sia la storia,sia i personaggi sono avvincenti, le scene sono descritte benissimo,persino i dialoghi li trovo eccellenti e minuziosi.I miei complimenti.ciao a tutti.

  162. M.G.,
    descrizione lieve e fascinosa! Quando, nel Novantacinque e dintorni, io e i miei Polissenidi (sei persone in tutto sulla trentina d’eta’) ci riunivamo a Perugia per le sedute redazionali dell’omonima rivista era altrettanto tristemente spettacolare. Insomma grottesco. I miei ex commensali di bravate letterarie non li conosce nessuno, qui, ma lasciamelo dire:
    stavamo o a casa mia (a Perugia, in un vicolo da pigmei) o al Nana’ (ristorante-bar letterario di Corso Cavour) o al limite nel Circolo di Porta Santa Susanna (posto di solita gente che chiacchiera con qualche buon incontro culturale ogni tanto); iniziavamo con vino (chi della birra) e caffe’ e, spippettando spippettando (sigarette) leggevamo le cose da pubblicare nel nuovo numero, per finire con la solita bolgia di dissensi e qualche timido consenso. Eravamo (dico solo alcuni): Silvo D., un tedesco letterato, molto montaliano e sereniano per la poesia quanto brasileiro nel suonar la bossanova, e fine, colto, matto come una capra matta oltreche’ estremista anche sul colore dei calzini, comunistissimo e brechtiano, ma affettuoso e tenero. Se non beveva (piu’ di noi, dico, che l’astemia ci dava ai nervi quanto, ai tempi, la Tamaro); poi Massimiliano T.: liberale di sinistra e (giustamente) diffidente sul nostro circo improbabile, lui poi e’ rimasto un amico impagabile, persona equilibrata ma fortunatamente non astemia, alla quale auguro sempre di sposarsi perche’ se lo meriterebbe moooolto piu’ di me. A Massimiliano piaceva Landolfi. Stralunato come lui, credo, ma non per fortuna spocchioso come me – che mica lo osanno troppo, dopotutto, Landolfino: e’ stato sopravvalutato; Marta P., poi, era la poetessa fissata con la bellezza della donna eternamente giovane. Persona intelligente e colta ma squilibrata come pochi, alla ricerca non si sa di che: eterno femmineo, proprio. Alla ricerca non sa manco lei di che. Fatto sta che trovava sempre ragazzotti carini piu’ giovani di lei che la mollavano dopo tre mesi o gente di dieci anni piu’ vecchia che non la filava di pezza. Andrea B. era il timido, l’introverso, il fissato per la politologia e il filobritannico di sinistra moderata. Equilibrato, saggio e bambinesco (in fatto di amore gli saltavano le difese immunitarie e tornava in fasce). Bravo a scrivere ma con degli errori da scolaretto. Mi faceva bestemmiare perche’ mi mandava i suoi saggi anche scritti a matita: bisognava ricopiarli al computer e correggerli; Lorenzo A., di lui parlo malvolentieri perche’ e’ il mio fratellone che non c’e’, ma dico sempre che e’ un grande imbranato come me, solo che lui si introietta ed io estroverteggio. Tutto qua.
    Gli altri? Una ventina di collaboratori, qualcuno dei quali apparso ”come meteora” in redazione, ma generalmente piuttosto assenti. Fra costoro ricordo con affetto Jacopo M., fine letterato e classicista, insegnante di Lettere Classiche e di comunismo applicato (applicabile), figlio di gran borghesia perusino-elvetica e buono anche nella radice. Astemio come il nipote di Bacco – non Bacco stesso che sono io. Poi Daniele D., illo tempore amico mio dei tempi del Liceo e poi collaboratore dei Polissenidi, altro pidiessino convinto ma filosofo laureato e attaccato morbosamente a quella gran rottura di zebedei di regista che era Godard. Cinefilo, era, Daniele di Foligno e spero non lo sia piu’, che sia guarito, almeno da Godard. Anche a suon di pillolette e pellicole tipo ”Tutto Wertmuller e Alberto Sordi” – duemila ore in collezione-cofanetto di trecento cidi’.
    Siamo andati avanti per cinque anni, poi ho chiuso bottega perche’ me ne sono andato e perche’ gli altri avevano le idee confuse sulla Letteratura. Che ci vuoi fare. Pero’ ci siamo divertiti e abbiamo pubblicato inediti spettacolari, mai apparsi prima in Italia: Jean Giono, un’intervista ad Arafat, una a Paolo Conte, un saggio di Stefano Rodota’, e tanta altra roba, tanta. Si’, eravamo matti come dei polissenidi, sapete cosa sono? Animaletti simili a quelli che stanno sotto alle pietre, specie di bacherozzetti, che girano solo sotto l’accogliente pietra comune e fuori si sparpagliano andando a far fortuna ognuno per proprio conto. Magari in Slovenia.
    Sergio

  163. @ Rossella
    Su Caos Calmo hai espresso la tua legittima opinione.
    Il film non l’ho visto, per cui non giudico.
    Però fermiamoci qui.
    Ho intenzione di creare un apposito post.

  164. @ Tutti: la poesia è come l’amore. Democratica, senza limitazioni di spazio e tempo. Di nazionalità. Di classe sociale.
    @ Sergio: ho festeggiato San Faustino provando in coro una Messa in sol di Schubert che mi ha riconciliato con me stessa, l’umanità, Dio.
    L’aspirazione alla bellezza distingue l’uomo ADAM dal fango… Bellezza che è… L’AMOR CHE MOVE ‘L SOLE E L’ALTRE STELLE.

  165. Ne sono contento, Lucia, solo che non credo nella democrazia dell’amore: per me e’ esclusivo ed unico, irripetibile e legato anche alla lingua, non troppo ma abbastanza: anche la poesia lo e’ – quella scritta in una lingua secondo me non si puo’ tradurre; invece il ”senso della poesia” e’ come dici tu, mondiale, ma sono cose diverse. E beata te che canti bene. Muoverai il sole e le altre stelle? (ohibo’: che blasfemo il Sozi!)
    Ciao, cara
    Sergio

  166. a sergio.
    bellissima anche la tua descrizione,sono felice di averti ispirato un ‘pezzo tuo’,dove ho potuto ammirare le tue doti descrittive,invece che le solite impennate di critica letteraria e non.Lo vedi che quando diventi umano sei anche simpatico?Eppure io lo avevo detto in un passato post che sei un buono e che la tua e’ solo una corteccia autodifensiva.un grosso bacio e complimenti.

  167. Bravissima Maria Lucia!
    la poesia è come l’amore. Democratica, senza limitazioni di spazio e tempo. Di nazionalità. Di classe sociale.
    Sottoscrivo.
    A me, per esempio, la poesia cubana offerta da Lupi è piaciuta e l’ho gradita.
    Smile

  168. Per Eventounico.
    Sono d’accordo con Maria Lucia e Luisa.
    Non prendertela se ti tiro affettuosamente le orecchie, ma senza farti male.
    Chi ti ha investito del potere di parlare a nome della collettività?
    La prossima volta potrebbe essere utile consultarci tutti, e tutte, prima. Non credi?
    Smile

  169. @ Sergio: “Questo sentimento popolare nasce da meccaniche divine/ un rapimento mistico e sensuale mi imprigiona a te…” (Franco Battiato, E ti vengo a cercare, canzone MERAVIGLIOSA). L’amore è democratico in questo senso: è quel quid di irripetibile unico che può però succedere a tutti. Cupido tirava frecce a cu jè gghiè, diciamo noi Siculi, cioè a tutti…
    Magari movessi il sole e l’altre stelle cantando! Ma meglio di no se non si scombinano i pianeti… Il canto ti fa sintonizzare con le frequenze dell’universo, con le armonie inudibili delle stelle – e che la scienza sta iniziando a riconoscere – … Ma siamo troppo off topic.
    L’amore passa anche per la lingua, è vero. Le traduzioni tradiscono sempre sebbene siano traghetti che siamo obbligati a prendere per navigare sul mare magnum della letteratura straniera…
    A me è piaciuta pure la poesia postata da Lupi, ma la lingua originale porta con sé odori sapori umori che spesso restano fuori dalla traduzione. Io però sono grata a quel lavoro spesso sottopagato umile non riconosciuto di chi mi ha fatto conoscere gli autori stranieri…
    Quando posso cerco di leggere qualcosa anche in originale…

  170. @Didò la poesia del bocciolo di rosa è semplicemete deliziosa, lo sapevo che hai l’anima di un poeta in tutto ciò che riesci a realizzare col pensiero e con le duttili mani. Sono sinceramente entusiasta di averti conosciuto.
    ****
    @Sergio, forse sarà per i tuoi esoterici “Oggetti volanti” che svolazzano
    allegri nella mia stanza e mi tengono compagnia, ma anche a me sembra che siamo amici di vecchia data, rughe comprese…Non puoi immaginare che tuffo al cuore sia stato leggere in nome di Idilio Dell’ Era. Quando veniva nel mio ufficio del Provveditorato agli Studi, per ritirare la sua nuova tessera ferroviaria, discutevamo di poesia tutta la mattina. Aveva per me una spiccata simpatia, e io con la dovuta deferenza gli ero molto affezionata. Mi ha regalato alcuni suoi libri con relativa, preziosa dedica.Era un anziano sacerdote basso e un pò tarchiato.Senza conoscerlo, l’avresti comodamente scambiato per un un amorfo pretuncolo di campagna. Ma quando parlava con un lessico alato ed originale si spalancava un mondo fiabesco. Era molto colto, inoltre amava tanto la natura, possedeva una rara conoscenza delle piante e degli animali, compresi quelli selvatici. Idilio Dell’Era aveva visitato e descritto minutamente nei suoi saggi ,con un ottima proprietà di linguaggio, ogni pieve sperduta e ogni angolo incantato della nostra bellissima Provincia. Purtroppo, come scrittore, non ha avuto il riconoscimento letterario che avrebbe meritato per la sua bravura. Forse se fosse stato un laico…l’Università gli avrebbe spalancato la sua Aula Magna….Solo da qualche mese alcuni studiosi hanno dedicato alle sue opere un Convegno, prima a Siena e poi in provincia di Firenze. Io al solito,malgrado l’invito, con sommo dispiacere, non sono potuta andare a sentire i relatori. Sergio, mi scuso se mi sono dilungata coi ricordi, ma sai benissimo che quando viene a mancare una persona che ti è cara e come se un tassello della tua vita, scomparisse con lei. Ora taccio e non ti affliggo più,anzi mi scuso e saluto tutti
    Tessy

  171. Dopo aver letto i resoconti di MG e del Gregoriano (e il ricordo del Buccimpero che tali resoconti hanno rievocato) ho molto rammarico per non essere stato presente al Caffé Papyrus ad osservare gli amici di Letteratitudine, finalmente PRESENTI e fissati nel tempo come in un quadro di Guttuso o Toulouse Lautrec: situazione e oggetti sono in fondo banali ma un sentimento comune di condivisione fa sì che ognuno si fermi un poco e osservi, anche se i pensieri si velano d’alcol o di cibo. E il tempo rallenta e ognuno riflette se stesso, e la sua forma rivela il contenuto, sereno o malinconico, timido o aggressivo, e può capitare (avrebbe detto Kafka) che una E , staccatasi dal discorso, rotoli sulla tavola…La prossima volta vorrei esserci anch’io. Ciao a tutti.

  172. Caro Gianmario,
    …ho aperto le cataratte dei ricordi e mi sono divertito – spesso se si scrive divertendosi si divertono anche i lettori (secondo te Bramieri si divertiva veramente?). Grazie! Il Buccimpero.

    Cara Maria Teresa,
    Ma li hai conosciuti tutti! Con te appena si dice ”ricordo il primo libro di Fer…” succede che tu gli tagli la parola a meta’ replicando: ”Fernanda Pivano? La incontrai nel ’48 alle Giubbe Rosse, eravamo… ecc…”. ”No, intendevo Fer…”. ”Aaaah Ferrandino! Ottimo il racconto inedito che mi dedico’ nel ’97, poi pero’ gli venne l’esaurimento nervoso, dunque…. ”No, Teresa, intendevo riferirmi a Fer…”. ”rrante. Elena Ferrante. Ha degli ottimi gusti in fatto di tessuti, sai? Li compra da Margheritini a Bologna, dove spesso ci incontriamo a prendere il te’.”. ”Ferrara, Teresa. Alludevo a FERRARA!”. E solo questa bestemmia ti argina. Storci la bocca disgustata e te ne vai senza salutare. Ah! Ah! Ah!
    P.S.
    Beata te che hai conosciuto Dell’Era. Io lo scopro adesso e mi piace veramente. La rivista cui alludevo e’ ”Polimnia” di Dante Maffia: numero su Dell’Era, con vari commenti biografico-critici e qualche poesia. Bel lavoro e bella rivista, seria, dignitosa e senza mafiette, onesta. E non preoccuparti: tu non mi affliggi mai: continua cosi’: sii te stessa. A me piaci cosi’: rievoca, commenta, poeteggia, gioca!

    Cara M.G.,
    Grazie cara, baci ricambiati di cuore. Sono acido solo sul mio lavoro e su certi campi che mi pertengono. Se invece racconto gratis et amore Dei (e ancor piu’ quando mi pagano) lo faccio con un altro atteggiamento, che sono lieto ti piaccia. Narrare e’ bello e unisce i cuori, perfino il mio, tutt’altro che tenero (pubblicamente). Comunque, quando scrivo qualcosa, lo faccio per chi legge, non per me stesso: siano esse opinioni in contrasto o in assonanza con chi le legge, la mia legge sempre quella resta: essere onesto, dire la verita’. O tacere. Pero’ e’ meglio quando procuro piacere agli altri…

    Cara Maria Lucia,
    … mia moglie e’ scrittrice e traduttrice di professione, oltre che Italianista all’universita’; io traduco dall’inglese: capisco perfettamente l’importanza del tradurre Letteratura – in Italia quest’opera sovente meritoria e sovente da lapidazione pubblica viene METODICAMENTE SCANDALOSAMENTE SOTTOPAGATA, e anche qui in Slovenia mica troppo considerata, anche se piu’ che in Italia. Considera solo che lei, slovena, e’ l’unica traduttrice slovena del tuo corregionale Andrea Camilleri, di cui ora sta traducendo il quarto libro della serie di Montalbano per conto della maggior casa editrice slovena (la ”Mladinska Kniga”: un ”mondadorino” locale con sedi anche all’estero, a Sofia, Budapest e Zagabria).
    Saluti Dolcissimi a tutti
    Sergio

  173. Buccinator: lo so che restano nella memoria, come ‘mitici’, momenti che per altri, che sono al di fuori del cerchio magico, sono assolutamente banali. Intendevo richiamare l’attenzione sulla sospensione del tempo che si opera in questi momenti e ci rende, anche se per qualche attimo effimero, immortali. La metafisica (e qui mi rivolgo all’ottima filosofa-romanesca che tutto sa degli incantesimi) non è al di là, ma dentro la fisica, così come le vere apparizioni, i fantasmata, avvengono a mezzogiorno, in piena luce, più che a mezzanotte. ‘Che strani tipi si aggirano per queste parti’ esclamerà a questo punto Miriam. Alla quale rispondo che posso personalmente dare testimonianza di quanto affermo. Ovviamente non da solo, ma accompagnato, da sempre, dai miei migliori amici. E, visto che sono ufficialmente ‘il citazionista’ cito uno dei miei migliori compagni di vita: ‘E’ in alto posta/ di Diana in Chio l’effigie/ che triste sembra a chi nel tempio entra/ allegra a chi ne esce’ (G.Bruno, L’ombre delle Idee), concetto ben noto ai ciechi che hanno sempre visto come Borges e ai vedenti che hanno voluto accecarsi come Baudelaire.

  174. Gianmarissimo!
    ‘A filosofa romanesca che tutto sa puro dell’incantesimi sarebbi io??
    Non ho la certezza massima, ma solo er sospetto:) qualora il sospetto fosse vero te ne ringrazio assai:) se no te ringrazio uguale perchè questo tuo intervento sanvalentinico è molto bello.
    Avrei anche delle cose da dire su questo tema. Ma boh – come dire, oramai mi sa che ho perso il treno.

  175. @ Tessy: non disturbi mai! I tuoi interventi sono sempre pertinenti, garbati, con un che di altri tempi – nel senso migliore dell’espressione…
    Continua a disturbare!!!

    @ Gordiano Lupi: quale tra le coppie in esame è la più “rappresentativa” di ciò che intendevate dire?
    C’è una coppia che vi ha colpito maggiormante, che avete sentito più vicina, la cui storia vi ha lsciato un segno?
    Chiedo perché mi veniva da pensare a Dante che ci presenta “coppie diaboliche” come Paolo e Francesca, Ugolino e Ruggieri, Ulisse e Diomede, che sono un po’ come un binomio inscindibile…

  176. Caro Gianmario,
    che mi dici ”lo so che restano nella memoria, come ‘mitici’, momenti che per altri, che sono al di fuori del cerchio magico, sono assolutamente banali. Intendevo richiamare l’attenzione sulla sospensione del tempo che si opera in questi momenti e ci rende, anche se per qualche attimo effimero, immortali.”
    Ecco… io credo che proprio qui stia il ”quid” essenziale dello scrivere narrativa e poesia, ma anche saggistica, e pure fare lezioni di qualsiasi materia: cercare di costruire questo ”cerchio magico” attorno agli uditori o ai lettori (meglio se trasformando anche i lettori in uditori: far penetrare la tua voce nelle parole scritte e dunque nelle orecchie di chi le legge). Senza cerchio, niente riuscita dell’ ”opera”.
    Ciao, Citazionista
    Il Buccimpero

  177. Ho sempre pensato a San Valentino come ad una sciocca ricorrenza e lo penso ancora:-)
    Come diceva sempre mia nonna trova un motivo per festeggiare ogni giorno e l’amore durerà più a lungo!
    Di questo sono convinta.
    Ho partecipato con grande felicità all’iniziativa dell’Arpanet “Eros e Amore” convinta che l’amore e l’eros siano parti dello stesso gioco fra le dita di due amanti, indivisibile affinchè sia perfetto.
    Francesca Tombari

  178. Se si festeggia senza lasciarsi andare ad eccessi (intendo spese pazze determinate dal marketing) anche san valentino può diventare una buona occasione per celebrare il proprio volersi bene. Perché no?

  179. Ringrazio Massimo per avere dato spazio al volume EROS e amore. è stata un’esperienza curiosa quella che ci ha portati a pubblicare il primo volume della collana double-face di ARPANet. Ci siamo trovati a selezionare racconti, poesie – storie, per farla breve! – estremamente eterogenei eppure caratterizzati da un comune denominatore: i sentimenti. Se ne è parlato, se ne parla, si continuerà a parlarne. L’amore – in tutte le sue sfaccettature (e non sempre sono positive!) – è un sentimento che permea ogni cosa. Ci siamo chiesti se l’amore e l’eros dovessero essere considerati separatamente e abbiamo optato per il no: sono facce di una stessa identica medaglia. Amare vuol dire anche desiderare (a parte nel caso dell’amore platonico, amicale, fraterno) e desiderare implica un legame con l’altro/a. Un legame che può trasformarsi in amore profondo o in amore carnale, delle membra, della pelle. Non a caso, nei momenti di estasi più intensa, siamo propensi a dire parole che in altri casi ci sembrerebbero fuori luogo, enfatizzate. Non è anche quello amore? Non si può pensare giorno e notte alla sinuosità di un corpo e amarlo, allo stesso tempo? Io credo di sì. Credo altresì che sia difficile scrivere di temi così diffusi, trovare il modo di evitare i modelli preconfezionati e allontanarsi dai grandi del genere cercando di trovare la propria strada, seguendo le proprie corde. L’eros è poi qualcosa di molto sottile, spesso non esplicitato in ogni minimo dettaglio… in questo i nostri autori sono stati bravi, acuti, sensibili. L’amore è dolce, totalizzante, stremante. Ed è anche sinonimo di errore, confusione, lacerazione interiore. Quanto potremmo andare avanti a parlare di amore e di erotismo? All’infinito. Il tema affonda le sue radici nella notte dei tempi. Forse sarebbe meglio leggere, lasciarsi avvolgere dalla scrittura di penne davvero abili. Buon San Valentino!

  180. Completamente d’accordo con Francesca! Anche per me, quando si parla di rapporti di coppia, un sapiente connubio di amore e sesso diventa fondamentale. Per quanto riguarda la poesia, invece, temo che le più belle nascano dalla sofferenza e dagli amori non corrisposti; quindi per S. Valentino (ma anche per gli altri giorni), meno poesia e più eros.

  181. Per Carlotta Vissani.
    Complimenti per EROS e amore. Sembra interessante. Si potrebbe leggere qualcosina tratta da libro?

  182. [Tratto da )…( di Aaron Ariotti – Lato Amore]

    L’Uno aveva cambiato percorso rispetto a quando lo prendeva lei, perciò il giro in tram non le piacque così tanto. Tenne il broncio per un po’. Pensava al suo passato. Lui non aveva un passato a cui voler pensare, nonostante ai tram fosse da sempre affezionato. Gli piaceva attaccarsi ai ricordi soltanto quando era lontano, mentre lei sembrava voler rivivere tutto di nuovo. Si sentì solo, sapendola altrove con la mente, ma quando ci ripensò, qualche giorno più tardi, ristabilite le inopportune distanze, capì che non poteva essere altrimenti. Non avevano niente da condividere, niente di reale li legava a quella città, a quei momenti, se non il fatto di aver deciso a priori di incontrarsi lì.

    Dopo pranzo, lui aveva voglia di fare l’amore con lei, ma non glielo disse.

    “Sei triste?”
    “Lo sarò se non la smetti con queste domande”.

    Camminarono a lungo. La mente di lui tornava spesso a quei messaggi che lei gli aveva scritto mesi, anni prima. Se li ricordava praticamente tutti. Il risultato era una sovrapposizione sballata, un’intersezione incongruente di piani, dove lei prima diceva che non ne voleva più sapere di lui, poi che l’avrebbe sposato e infine di lasciarla perdere, che stava solo giocando. Lei, che aveva scritto certe cose, non poteva ricordarselo perché la sua memoria lavorava in maniera differente. Lui scacciò quei pensieri che lo opprimevano come si fa d’estate con le mosche. Dalle sue labbra uscì un’amara considerazione.

    “Non era così che me l’ero immaginato”.
    “E com’era?”
    “Non era così”.
    “Tu volevi solo scoparmi”.
    “Non è vero”.
    “Seee…”
    “Non ridere”.
    “Uffa, ma che c’è?”
    “Niente. Non mi piace”.
    “Cheppalle”.
    “Lo so”.
    “Mmmh. E allora?”
    “E allora adesso si fa come dico io”.

    Lui la baciò. Lì, in mezzo alla strada. Lei non lo scoraggiò.
    Poi la prese per mano. Si incamminarono. Dalla tasca del cappotto estrasse un mazzo di chiavi di plastica, tutte colorate. Cercò un portone che piacesse a lei, sotto i portici di via Po. Infilò la chiave gialla nella toppa. Niente. Lei lo guardava divertita. Nemmeno la chiave azzurra funzionò, e nemmeno quella arancione. Lei incrociò le braccia e batté ritmicamente il piede a terra, spazientita. Lui alzò le spalle e infilò nella toppa l’ultima chiave, quella rossa. La serratura fece clac e il portone si aprì.
    L’ascensore era rotto e fecero a piedi i seicento piani di scale. Il sottotetto, più che un appartamento, sembrava uno sgabuzzino. Dalle crepe nei muri filtravano i raggi di sole. Per terra decine e decine di quadri e alle pareti, sopra mensole di vetro, centinaia di scarpe come in esposizione. In un angolo, sotto la finestra, il letto. Vicino al letto uno sgabello. Sullo sgabello un piatto e dentro il piatto mezzo toast mangiucchiato. Lui aprì la finestra e fece entrare un po’ di cielo. Lei si tolse il cappotto e gli altri indumenti, senza dire una parola. E così fece lui.
    Restarono uno dentro l’altra più o meno un secolo. Le scarpe alle pareti andarono fuori moda e i quadri per terra aumentarono il loro valore. Il cielo in una stanza l’aveva scritta un tale mille anni prima, ma loro non lo potevano ricordare e perciò quello che seguì sembrò a entrambi tremendamente originale. Perché al posto del soffitto adesso c’era davvero il cielo. Nero e senza luna. Non c’erano stelle, ma potevano vedere i pianeti, dal più vicino al più lontano. Fu dispiaciuto di non sentire erre nelle due parole che lei disse, subito dopo.

    “Ho fame”.

    Lui allungò una mano fino allo sgabello e prese quel mezzo toast che lei aveva lasciato lì cento anni prima. Era ancora caldo. Il formaggio filante. Glielo porse. Lei si tirò su, prese quel mezzo toast e lo spezzò con le mani, sorridendo tutta come nella foto.

    “E adesso?”
    “E adesso cosa?”
    “Cosa facciamo?”
    “Tutto”.
    “Tutto che?”
    “O niente. Cosa preferisci? Tutto o niente?”
    “Io niente”.
    “Io tutto”.

    Lui lanciò una moneta nel cielo. La guardarono salire.
    Quando la moneta ricadde, fu nel cappello di un clochard, accovacciato per strada al numero 8 di Rue de la Grande-Chaumière, a Parigi, nel 1919. L’uomo la raccolse e si guardò intorno spaesato. Nessuno. Alzò lo sguardo. Il cielo velato dalle nuvole non aveva niente di insolito da offrire. Niente di niente.
    Aveva vinto lei.
    Nel sottotetto al seicentesimo piano lui e lei giocarono un po’ con la ruspa gialla, poi finirono per addormentarsi uno accanto all’altra.
    Al loro risveglio, da lui pioveva forte mentre da lei c’era il sole. Nessuno dei due si ricordò che cosa aveva sognato, ma entrambi ebbero la strana sensazione di sapere che cosa aveva sognato l’altro.
    Uscirono di casa.
    Lui vagò in preda a un vago senso di inquietudine in cerca di un dentista. Quel problema dei denti da latte andava risolto una volta per tutte.
    Lei si buttò il passato alle spalle e pensò di andare all’edicola a comprare i giornali. Quando si frugò nelle tasche del cappotto, alla ricerca delle chiavi della macchina, trovò al loro posto un mazzo di chiavi di plastica, tutte colorate.
    Inserì la chiave rossa nella serratura della portiera che fece clac. Sorrise.

  183. L’Eros è la parte artistica dell’Amore, l’Amore è l’invisibile che sprigiona l’Eros…

    mariella sudano

  184. L’aurora
    tinge il cielo
    di dolci colori
    sulle labbra
    arde
    il bacio
    del tuo amore
    e non voglio parole.
    Silenzio.
    Francesca.
    Buon San Valentino in ogni giorno dell’anno 🙂
    Poi …..

    …..Vorrei averti ancora, ma senza foga, con il garbo serico di un liutaio che sfiora il violino, amandolo…….
    ….L’estate si era svegliata e tutto era sbocciato nei colori accesi, nei profumi densi che le lunghe giornate piene di sole spandono ovunque, risvegliando ogni appetito…..
    ….Ogni amore è un pensiero alato. Qualcuno cade. E’ melodia d’arpe e di violini. Eppure stona. Ogni amore si sogna eterno. Ma ha un tempo……
    Pezzetti del libro delizioso nel suo dividersi fra Eros e Amore, in pagine di dolcezza, passione e voglia di vita.
    Storie e poesie si fondono in parole che portano al sublime profumo dell’amore e all’appagante gusto della passione goduta.
    …..Accarezzami di baci coglimi, nontiscordardime mosaico di un continente d’amore……
    A tutti voi che con me vi hanno partecipato un forte abbraccio.
    Francesca Tombari.

  185. Ciao! Sono Jessica Arghimenti. Uno dei racconti pubblicati nella collana EROS e AMORE di Arpanet è mio… ( “Bomboniera di nozze”, un testo umoristico che descrive le curiose vicissitudini di una coppia intenta alla scelta della bomboniera di nozze fino a che… )! Per me la pubblicazione di questo e di un altro racconto (“Chiedimi scusa!” in Concepts Moda di Arpanet) è stata una grandissima gioia! Rischio di fare Cicero pro domo sua, ma vi consiglio la lettura di Eros e Amore che raccoglie e fa coesistere senza stonature tante ispirazioni relative all’amore pur così diverse. E consiglio anche di seguire il lavoro di Arpanet, attento a raccogliere e valorizzare le idee di tanti autori esordienti. In effetti, visto che siamo in tema di San Valentino, quale migliore amore da celebrare se non la fedeltà ad un sogno, a una passione come la scrittura? Vi lascio con alcuna parole che scrissi e che ora sono sulla copertina di Eros e Amore. “Ogni amore è un pensiero alato. Qualcuno cade.
    è melodia d’arpe e di violini. Eppure stona.
    Ogni amore si sogna eterno. Ma ha un tempo.”
    Ciao! Buone letture e buon San Valentino a tutti!

  186. I libri mi sembrano entrambi accattivanti anche se io, per mia indole – ormai l’avrete capito, tenderei di più verso COPPIE DIABOLICHE: primo, perché conosco Lupi e con lui ho pubblicato il mio primo libro, Donne in Noir; secondo, so come scrive: il suo Serial killer italiani è uno dei migliori saggi sull’argomento degli ultimi anni.
    Detto ciò, San Valentino…
    Era carino quando eravamo ragazzini, ci aspettavamo il regalino, il fiorellino, la cenetta… Ora mi pare ridicolo. Concordo con tutto quanto detto da Carlo S (bellissimo post!) Perchè, porca miseria, a un certo punto della vita non si DOVREBBE aspettare un giorno in tutto l’anno per avere un fiore (o anche regalarlo, sia ben chiaro) o essere portati a cena fuori. E la mutanda col cuoricino, volendo, te la puoi mettere pure un venerdì qualunque perché hai deciso che quell asera vuoi fare follie. Un giorno all’anno… è la mortificazione dell’amore. Magari il fiore te l’aspetti pure, e se non te lo porta t’incazzi perché, che cacchio, una volta all’anno e te lo scordi??? Però niente di più. Non autorizziamo i nostri compagni a dimenticarsi di noi (e noi di loro) per un anno intero; non è un compleanno o un anniversario, qui si tratta della festa degli innamorati e l’amore dovremmo manifestarlo più spesso, in ogni piccolo gesto. Che senso hanno ostriche e champagne se la sera dopo (e le 363 che verranno) il tuo “valentino” tende a grugnire sul divano incollato al telecomando e ci vuole ben altro che mutande a cuoricini perché si accorga di te?
    Comunque sia, che sia felice: buon San Valentino a tutti!!! 🙂

  187. arrivo tardi, pardòn. “coppie diaboliche” mi attira parecchio. penso che farò del mio meglio per rimediarlo. quanto al resto, sono molto in sintonia con carlo. La festa di S. Valentino è un business tanto quanto altre feste. Una ti costringe a comprare il panettone, un’altra i cioccolatini, i panini, le caramelle e le tazze del cesso forma di cuore.
    I sentimenti dovrebbero durare finchè durano, senza bisogno di celebrazioni. O, meglio ancora, essere celebrati tutti i giorni. Bastano i silenzi, a volte

  188. Ma lo sapete che il racconto (o lo stralcio) di Aaron Ariotti postato qui sopra da Carlotta Vissani è proprio bello?

  189. Salve a tutti…
    San Valentino mi fa simpatia come figura di Santo… ho visto le sue reliquie in quella chiesa di Roma non miricordocomesichiama dove nel portico c’è la Bocca della Verità… una chiesa piccola ma molto suggestiva.
    Ci sono le leggende sui piccioncini, sulla coppia sposata da Valentino…
    Ma la festa in sé, a parte la cioccolata – 🙂 – è stomacante!
    Io festeggio San Faustino…
    🙂

    P.S. Sono di parte, ma “L’alfabeto dell’amore” è da leggere!!!

  190. a me san valentino fa un pò tristezza,mi pare una festa per innalzare il tasso glicemico e scorazzare con perizoma di nastri e fiocchi rosa sperando che qualcuno si ricordasse di essere innamorato….per non pensare a quei poveracci che non se li fila nessuno e che se ne fregano di orsetti abbracciati e scatole a forma di cuore. Però forse per i più piccoli, giovani è un modo per scambiarsi nuove promesse che faranno fatica a mantenere. La festa dell’amore, sono d’accordo al cento per cento con altri sopra,dovrebbe prescindere dalle date e dai cioccolatini,quante coppie si salverebbero se un giorno al mese senza data staccassero il telefono, mandassero i figli dai nonni-se ci sono- offrissero un bel bicchiere di vino e un pò di musica all’amato,festeggiando l’amore e la vita insieme, perchè no anche con la mutanda con i cuoricini.
    Fra l’altro io il cioccolattino me lo do come premio quasi ogni sera,se ho fatto la brava.

  191. Commento con la mia bibliografia Sanvalentinesca (e un po’ disordinata):
    – Marguerite Yourcenar, Fuochi
    – Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso
    – Josephine Hart, Il danno
    – Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere (già, anche questo….)
    – Richard Mason, Anime alla deriva
    – Stendhal, Il rosso e il nero
    – Guillermo Arriaga, Il bufalo della notte
    – Stefan Zweig, Amok

  192. Sono contro il festeggiare la festa dell’amore a una data prefissata .
    Chi è sempre innamorato festeggerà ogni giorno, anche senza regali da comprare, ma con un sorriso e una carezza alla sua amata, che a sua volta risponderà allo stesso modo e la loro vita continuerà come in un sogno da preservare e godere perché privo dei pesi ingombranti imposti dalla moda del tempo. Chi, invece, lo è di meno risparmierà in tutto, con le carezze, con i sorrisi e certamente anche con i regali scusandosi di essersi dimenticato. Chi, invece, non lo è, avrà l’occasione di domandarsi il perché, all’infuori che non lo voglia per tanti motivi la cui analisi richiederebbe troppo spazio.
    Siamo sinceri, la giornata degli innamorati è stata creata per incrementare il consumo di regali, fiori ecc.
    È già difficile oggigiorno rimanere innamorati in un mondo del prendere e lasciare, tanto siamo sottoposti ai martellamenti pubblicitari su come sia facile trovare la felicità.
    Il vero amore è diventato troppo difficile da sostenere e troppo caro, da spingere le coppie a mettersi sulla sua strada.
    I veri festeggiamenti che procurano gioia e rafforzano i sentimenti sono quelli del dopo, di quando dopo aver litigato o tradito si ritrova insieme la strada del ritorno. Questa sì che è vita, la vera, e non quella offerta dalla pubblicità.
    Saluti.
    Lorenzo

  193. …ecco uno stralcio del mio racconto “Festa di paese” che fa parte del girotondo delle passioni che vivono in “EROS E AMORE” di Arpanet:
    …” Il suo modo di toccare era guardarmi e il suo modo di possedere era immaginarmi. Il signor Antonio non mi ha mai sfiorato e io non ho mai sentito le sue labbra lisce sulle mie. Mi ha solo comandato. D’estate, quando capitano in negozio viaggiatori di commercio, io, per lui, devo mettere distrattamente le mani in tasca, in modo da allargare la veste tra un bottone e l’altro e far intravedere i miei pizzi. Poi, si fa avanti lui a servire altri clienti ed io con un cenno invito nel retrobottega chi mi ha osservato. Il signor Antonio fa dei caffè, serve delle birre, ma i suoi occhi si socchiudono leggermente quando percepisce anche il più piccolo movimento o respiro proveniente dalla penombra della stanza attigua… ” – Eros e Amore – un libro semplicemente originale… Buona lettura da Anna Cottini

  194. Ringrazio Massimo per aver citato il mio nome, gli scrittori dell’antologia Eros e Amore sono però tanti altri…
    pubblicità personale? noooo!
    pubblicità al libro sì, quella la faccio volentieri: l’idea del libro bifronte non vi incuriosisce? volete storie d’amore e di non amore, incontri passionali forti e poesia erotica del non detto, del velato, del sussurrato… questo e tanto ancora?
    allora regalatelo al vostro amore o a voi stessi,compratelo subito!
    perché non lanciamo l’idea di sottolineare ogni festa, condivisa o no, con un bel libro?

  195. Il vero amore e’ Cupido, figlio di Venere (Primo libro dell’Eneide: scatena in Didone il fuoco della passione per Enea ad un gala’ con Troiani e Cartaginesi frammisti e incravattati, le donne in decollete’). Va be’, scherzi a parte: familiarmente abbiamo sempre ignorato questa buffonata sanvalentinesca e io mi regolo di conseguenza. Pero’ penso che amare sia cosa della quotidianita’: superatene gli ostacoli in due e sarete dei tosti. Entrerete nel ghinnesse dei primati. Primati nel senso di scimmie, eh.

  196. Grazie per i commenti e buona giornata a tutti.
    Gabriella… be’, ho fatto il tuo nome perché ci conosciamo personalmente da anni.:-) Ma mi piacerebbe che intervenissero anche tutti gli altri autori dell’antologia.

  197. Ciao a tutti!
    Volevo segnalare (sempre che non sia già stato fatto: ammetto di non aver letto tutti i commenti) un libro recentissimo: COCCOLE PER CUORI SOLITARI della mia amica Alessandra Sabatini (Newton&Compton). E’ perfetto!

    ciao

  198. @Paola Pioppi: dove lo ha acquistato? mi dispiace le diano 11 giorni di attesa, mi sembra un tempo infinito! Sul nostro sito ARPABook la consegna è un po’ più veloce, spediamo sempre in giornata! Vorrei che nessuno dovese attendere troppo per ricevere un libro!

    Comunque ogni libro parla di amore a modo suo. Neanche io sono per la mercificazione delle feste comandate, ma un libro è sempre un ottimo regalo, indipendentemente dal momento in cui lo si dona. Ci mancherebbe fosse il contrario.

  199. Buon San Valentino a tutti. soprattutto a chi lo considererà come occasione per leggere libri come questi proposti.io rimarrò in casa col mio lui…. di norma odio la folla delle feste imposte.

  200. Caro Massimo.. a me la festa di San Valentino piace… mi fa pensare sempre a Charlie Brown che aspetta le valentine che non gli arrivano mai..e anche Snoopy ride di lui..
    Con affetto:)

  201. Per quel che mi riguarda purtroppo non potrò festeggiare S.Valentino perchè il mio Amore è malato… anche se l’Amore non ha bisogno di un dato giorno del calendario per essere vissuto!
    Comunque sia, un libro che avrei desiderato leggere al mio Tesoro domani è la raccolta di poesie per giovani innamorati di Jacques Prévert ‘Per te amore mio’ – Salani…

  202. cari amici, san valentino non è proprio la mia festa preferita, comunque se posso dare alcuni suggerimenti a coloro che vogliono festeggiarla direi:
    1) non portate il/la vs partner a vedere Revolutionary Road: è uno dei più terribili e crudi film di “non amore” che ho visto (bello però da vedere in altri giorni o altre compagnie)
    2) non approfittate per fare bilanci e riflessioni troppo profonde sul vostro rapporto di coppia, piuttosto bevete un bel bicchiere di vino in compagnia dell’amato/a
    3) festeggiate san valentino un giorno qualunque, un 10 novembre, un 14 marzo (meglio non un 11 settembre)

  203. Paola-Luna,
    ecco: su Amore e Psiche siam d’accordo. Lo proporro’ a mia moglie – figlia di un… filologo classico!
    Salutoni
    Sergio

  204. Una mia dedica a tutte le amiche del Blog.

    “ALL’AMICA “ tante rose nella giornata della riconoscenza e rispetto reciproco:

    All’amica, incontrata e conosciuta in viaggio, seduto in treno e immerso nei miei pensieri sul trascorrere della vita, sulle vicende vissute che ora ritrovo nei ricordi che sembrano non mutare mai, immerso a dare ai fatti un’impronta fissa e unica, senza i se e i ma che mi torturano sempre nei momenti delle azioni e decisioni, da prendere per trovare la via giusta che dia alla mia vita un’impronta migliore, un significato profondo da cui ottenere chiarezza e incitazione a continuare.

    All’amica incontrata e conosciuta per strada, quando immerso sul da fare e osservante passivo le anime passanti, posi i miei occhi su di lei, una tra tante, da non poterli allontanare più.

    All’amica, incontrata e conosciuta leggendo le lettere di molte, ma la sua mi ha imprigionato perché parlante alla mia anima, da sempre alla sua ricerca ed ora trovandola la vuole seguire ed attingere dalla sua essenza.

    All’amica, incontrata e conosciuta per caso, non so più dove e quando, ma la sua impronta ha lasciato tracce inconfondibili nel mio cuore ed ora, nella giornata dei ringraziamenti per il molto ricevuto, le dedico questa mia augurandole serenità e felicità.
    Grazie.
    Lorenzo

  205. Penso a quei ragazzi e a quelle ragazze che nel giorno di San Valentino aspettando una telefonata,un sms da qualcuno si struggono.
    Guardano continuamente l’orolologio: le ventuno , le ventidue….E’ mezzanotte e 01. San valentino è passato e alla porta non ha bussato. Maria al suono di una musica ascoltata nella solitudine di una stanza, il cuore deserto piange calde lacrime sopra un cuscino pensando agli occhi azzurri di Fernando E poi ….il sonno finalmente.
    E’ mattino di giorno sedici.L’amica Anna telefona felice dicendo . “Sai che Fernando ieri sera finalmente mi ha detto che mi ama?” Ciao maria coraggio . Molto presto scoprirai che in fondo fernando ti piaceva ma non ti interessava :San valentino aveva semplicemente sollecitato il desiderio e la vanità di essere amata.

  206. Grazie per i commenti pervenuti anche in questo post.
    Per quanto banale e scontato (e per qualcuno forse anche fastidioso) consentitemi di augurare buon San Valentino a tutti voi.

  207. L’ho trovato!Grazie e felice anno all’insegna di San Valentino Iniziativa non banale ma simpatica e interessante. In fondo tutti ci aspettiamo una particella di felicità dalla vita e per prima cosa la cerchiamo nellla relazione con l’altro. Mela Mondì

  208. Come ho scritto sul post, anche il “san Valentino libresco” sarà uno degli appuntamenti annuali di Letteratitudine: uno spazio dove, anno per anno, segnalerò libri in tema con la cosiddetta festa degli innamorati.

  209. Contestualmente ne approfitto per invitarvi a scrivere – tra i commenti – aneddoti sanvalentineschi… chissà quanti ne avrete da raccontare (veri o inventati che siano).
    Forza, gente… buttatevi!

  210. Poi… un paio di classiche domande letteratitudiniane.

    Festeggerete la ricorrenza di San Valentino?

    Cosa pensate della festa? Solo puro business, o c’è dell’altro?

  211. Il primo volume è un’antologia per gli amanti della poesia, curata da Guido Davico Bonino: “Le cento più belle poesie d’amore italiane. Da Dante a De André”, antologia con illustrazioni d’arte (Interlinea, 2010).
    Dettagli sul post…

  212. Il secondo è un Cd contenente un audiolibro: “Pablo Neruda – Poesie d’amore” (Il Narratore, 2010): un’antologia delle più belle poesie che Pablo Neruda ha dedicato all’ Amore.
    Anche in questo caso trovate dettagli sul post…

  213. A proposito di Pablo Neruda… voglio condividere con voi questa bella poesia…


    T’AMO

    Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
    o freccia di garofani che propagano il fuoco:
    t’amo come si amano certe cose oscure,
    segretamente, tra l’ombra e l’anima.
    .
    T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
    dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
    grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
    il concentrato aroma che ascese dalla terra.
    .
    T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
    t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
    così ti amo perché non so amare altrimenti
    .
    che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
    così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
    così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

    (Pablo Neruda)

    da Cento sonetti d’amore

  214. «Ed ho vista d’Amor cosa più forte: / ch’era feruto, e sanòmi ferendo; / lo foco donde ardea stutò con foco; / la vita che mi dè fue la mia morte, / lo foco che mi stinse ora ne ’ncendo: / d’amor mi trasse e misemi in su’ loco» (Giacomo da Lentini)

  215. «La dolce ciera piasente / e li amorosi sembianti / lo cor m’allegra e la mente / quando le sono davanti. / Sì volontieri la veio / quella cui ëo amai; / la bocca ch’ëo basai / ancor l’aspetto e disio» (Giacomino Pugliese)

  216. «Io voglio del ver la mia donna laudare / ed asembrarli la rosa e lo giglio: / più che la stella diana splende e pare, / e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio» (Guido Guinizzelli)

  217. «Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia quand’ella altrui saluta, / ch’ogne lingua deven tremando muta, / e li occhi no l’ardiscon di guardare. / Ella si va, sentendosi laudare, / benignamente d’umiltà vestuta; / e par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare» (Dante Alighieri)

  218. «Non era l’andar suo cosa mortale, / ma d’angelica forma, et le parole / sonavan altro, che pur voce humana; / uno spirto celeste, un vivo sole / fu quel ch’i’ vidi: et se non fosse or tale, / piaga per allentar d’arco non sana» (Francesco Petrarca)

  219. «E ne l’anima ancor veggovi quale / io da prima vi amai. Alta e pieghevole / passaste, sorridente e luminante, / pe ’l chiaro gelo del mattin iemale. / Lunghi rami di mandorlo la fante / dietro di voi recava. Inconsapevole, / un bellissimo sogno floreale / dietro di voi lasciaste al riguardante» (Gabriele D’Annunzio, “Ricordo di Ripetta”)

  220. «Gaudio l’amarti / illimitato gaudio / credere al riso dei tuoi occhi, / e vertigine ancora / la certezza di essere da te cantata, / oh più tardi, negli anni non più miei, / or che tremare la vita sento /sul ciglio estremo…» (Sibilla Aleramo)

  221. «Ora che sei venuta, / che con passo di danza sei entrata / nella mia vita / quasi folata in una stanza chiusa – / a festeggiarti, bene tanto atteso, / le parole mi mancano e la voce /e tacerti vicino già mi basta» (Camillo Sbarbaro)

  222. «Nel mio cuore vanesio, da che vi regni tu, / le antiche leggi del mondo son tutte rovesciate: / l’orgoglio si compiace d’umiliarsi a te, / la vanità si nasconde davanti alla tua gloria, / la voglia si tramuta in timido pudore, /la mia sconfitta esulta della tua vittoria, / la ricchezza è beata di farsi, per te, povera, / e peccato e perdono, ansia e riposo, / sbocciano in un fiore unico, una grande rosa doppia» (Elsa Morante, “Lettera”)

  223. «Perché la donna non è cielo, è terra, / carne di terra che non vuole guerra: / è questa terra, che io fui seminato, / vita ho vissuto che dentro ho piantato, / qui cerco il caldo che il cuore ci sente, / la lunga notte che divento niente: / femmina penso, se penso l’umano: / la mia compagna, ti prendo per mano» (Edoardo Sanguineti, “Ballata delle donne”)

  224. «Tu mi hai tutta predata vorticoso / come un vento selvaggio ma di questi / assai meno pietoso e musicale. / Perciò io ti riguardo che ti assenti / mentre anch’io mi dilungo abbandonata / presso la mia mortale era di pace» (Alda Merini, “Ti ho detto addio”)

  225. «Venuto dal sole o da spiagge gelate, / perduto in novembre o col vento d’estate, /io t’ho amato sempre, non t’ho amato mai, / amore che vieni, amore che vai» (Fabrizio De André, “Amore che vieni amore che vai”)

  226. Nonostante oggi vada veramente di fretta, all’amore non si resiste. Sono quindi passata a dare un’occhiata veloce a questo post e vi sono rimasta incollata. Ma il tempo mi tira per i capelli e me li strappa, non sono riuscita a leggere tutti i commenti
    Ma un saluto a Massimo, Simona, Maria Lucia, Francesco lo voglio fare citando la dedica che mi ha fatto Luigi proprio sul suo “Alfabeto dell’amore”
    Luigi scrive: – perchè l’amore possa irrompere come la musica troppo a lungo attesa.
    Il suo alfabeto è completo perchè lambisce, tocca e poi sprofonda in tutte le sfaccettature di quella cosa complessa che chiamiamo amore.
    E che ben venga S. Valentino se ci fa riflettere su quello che abbiamo o abbiamo avuto o avremo. In silenzio, lontano dai clamori delle pizzerie così affollate distanti anni luce dagli sfolgorii di braccialetti e pacchi infiocchettati. Dentro noi stessi, con un pensiero a tutti quelli che amiamo o abbiamo amato ad ogni titolo.
    Un pensiero a Neruda e alle sue poesie d’amore lo devo. I suoi versi aprono alcuni capitoli del mio libro e li descrivono e sintetizzano in maniera magistrale aiutandomi nella non facile impresa di trovare le parole.
    Adesso devo proprio andare ma tornerò a riscaldarmi al fuoco di tutte le bellissime cose che avete scritto e ai versi che mi avete riportato alla memoria

  227. Sono dell’idea che, come autore di poesie d’amore, Nazim Hikmet sia insuperabile e infatti la sua fama deriva soprattutto da questo genere.
    .-.-.-.-.-

    Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
    sei la mia carne che brucia
    come la nuda carne delle notti d’estate
    sei la mia patria
    tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
    tu, alta e vittoriosa
    sei la mia nostalgia
    di saperti inaccessibile
    nel momento stesso
    in cui ti afferro.

  228. Bellissima la poesia recitata di Pablo Neruda. Grazie. La dedico a Valentina a cui ho segnalato questo post. Ciao Val.

  229. ahi… San Valentino… tasto dolente… no, non lo festeggerò, non ho nessun motivo ed occasione per farlo!
    Sì, purtroppo è una tra le tante (troppe) feste consumistiche…
    Tra i libri romantici quale vedrei meglio per onorare la ricorrenza? “Amore e psiche” di Apuleio
    ciao

  230. C’è dell’altro, per me… è il mio compleanno…
    Io volevo segnalare “DOLCE COME IL CIOCCOLATO” di Laura Esquivel, mai ho letto una storia d’amore più intensa… e più strana!
    Un saluto a te Massimo e a questo blog interessante e vivo!
    Sandra

  231. secondo me san valentino somiglia molto alla festa delle donne dell’8 marzo! la festa della mamma trova la sua sublimazione nella festa del papà e quindi la posso condividere! ma la festa della donna? quante donne sarebbero contente di sentirsi importanti una volta l’anno? idem per gli innamorati!

  232. Ciao Massimo, trovo che le tue iniziative siano molto interessanti, le scelte dei libri molto belle, soprattutto le poesie di Neruda, anche se non sono d’accordo sul festeggiare San Valentino. la trovo una festa per i commercianti, ognuno di noi ha un suo giorno speciale e non devono decidere gli altri il giorno in cui festeggiare l’amore che dovrebbe essere tutti i giorni

  233. ho letto il post. interessante, anche perchè non tutti sanno il significato della festa e del perchè e da chi è stata dedicata a san valentino.

  234. ops, mi accorgo ora di aver già proposto “Amore e psiche” lo scorso anno: evidentemente la festa di S.Valentino non mi prende più di tanto… sono così ripetitiva… fortuna che tra poche ore sarà lasciata alle spalle, come il Natale, S.Silvestro etc.
    ciao

  235. Il primo bacio ha fatto big bang
    di BRUNO VENTAVOLI
    – – – –
    – – – –
    Nei giorni in cui i baci non si lesinano forse è avvilente pensare che una fetta d’umanità i baci non se li è mai dati, perché in certe culture sono altri i modi per esprimere la spumeggiante euforia del cuore. Ai tempi in cui gli eruditi non si preoccupavano della scorrettezza politica, il danese Kristoffer Nyrop faceva notare con curiosi aneddoti che «presso molti popoli non civilizzati il bacio non è espressione dell’amore e delle emozioni affini». Era l’800. Forse oggi le cose sono mutate. Sia come sia, il bacio presso noi europei, e ovunque si dà, cambia il mondo. Che Italia avremmo, tanto per dire, se tanti anni fa la mamma di Berlusconi e quella di Bersani, un giorno, non avessero baciato i rispettivi mariti? Una Storia del bacio – compilata da Adriano Bassi,direttore d’orchestra (Odoya, pp.222, 16 euro) – ci consente una scorribanda attraverso romanzi, quadri, film, poesie. Senza baci saremmo tutti più monchi di dolcezza, e ancor più nell’immaginario.
    Difficile stabilire se Adamo baciasse Eva per ingannare il comfort dell’Eden prima di ricevere il decreto di espulsione. Il Genesi in materia è evasivo, anche se la Bibbia si rifà straordinariamente nel Cantico dei cantici dove mille sono le effusioni tra gli amanti. Il mistero sul primigenio bacio, su quel big bang che ha distinto per sempre l’uomo dalla fiera, resta. Desmond Morris, l’antropologo, osservando i primati ne fa una questione di nutrizione. Ha scoperto che le mamme scimmie masticano il cibo e lo trasferiscono fra le labbra dei piccoli. Quando questi si lamentano affamati, loro li baciano sulle labbra per placarli, per distrarli, per ingannarli. Da lì, per le misteriose vie dell’evoluzione, s’è arrivati all’eros. E a miliardi tendiamo le labbra per sfamarci dell’amata. Certe volte riesce, altre volte no. L’unica certezza è che i baci, come le bacche per i primati, non accontentano mai. Catullo: «Saper vuoi proprio quanti tuoi baci, o Lesbia, mi sien bastanti? Quante di Libia sono le arene, dove di silfio ricca è Cirene! Quanti astri ai taciti notturni orrori miran degli uomini gli occulti amori».
    Meglio buttarla in letteratura. Dato che l’amore è una delle fonti più birichine, i baci abbondano nei libri come le stelle in cielo. Omero, Boccaccio, Salgari, Flaubert, Dostoevskji. Dite uno scrittore avrete almeno un bacio. Tremori, ardori, fiati. Tutti raccontano la stessa esperienza, due labbra congiunte, due lingue in contatto. Da Lolita al Giovane Holden, da Benigni a Moccia. Nulla è più uguale d’un bacio. Eppure ci sono più varianti nelle bocche degli amanti che combinazioni del cubo di Rubik o del superenalotto. Giotto, Hayez, Liechtenstein. O un fumetto di Diabolik. Il bacio è democratico, mette alla pari il messaggetto di un cioccolatino con Leopardi, Montale e il comune mortale. E’ sempre stupendo, eppure un po’ straziante.
    «Che cos’è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce?» sosteneva Heine. Il poeta tedesco, ferrato in ironia, aggiungeva «E’ dolce quello che tu mi dici, ma più dolce è il bacio che ho rubato alla tua bocca» per ricordare che talvolta giova anche osservare un minuto di operoso silenzio tra gli amanti. Talaltre converrebbe ciaccolare un po’ di più. Baciando tutto tremante la bocca di Francesca, il Paolo di Dante finì nella bufera infernale, eterna come uno sconvolgimento climatico. Abelardo, che invece di spiegare filosofia baciucchiava le mani di Eloisa, finì evirato.
    Il bacio è prospettiva mistica, nello Zohar, il libro più importante della tradizione cabalistica, si racconta delle tre anime dell’uomo e si dice che Neshama, quella superiore, dopo la morte ritorna alla fonte, al mondo delle idee dove gode del «bacio dell’amato». Il bacio è galateo. Arte visiva. Moda. Ci sono i baci da Guinness e c’erano i baci poco schizzinosi dei vecchi leader comunisti. I baci alle immagini sacre e i baci delle mamme. Il baciamano e il bacio rubato dai paparazzi ai vip. Si bacia per far pace e per far guerra. Si bacia e si combacia. Ci sono i baci che allettano in pubblicità e altri che ostacolano i ritmi della vita (li hanno proibiti in una stazione inglese perché ritardavano i treni). C’è il baciamano, il baciapile, il baciabasso. Non bisogna dimenticare il baciapiedi, colui che lecca ogni appendice dei potenti, non perché ha in mente giochetti erotici, ma perché umiliandosi vuol trarre vantaggi di carriera. Avete pensato agli ospiti nel salotto di Vespa? Troverete di meglio nel Della Casa, nell’Accetto, in d’Holbach. Anche in questa branca particolare del bacio l’umanità si allena con profitto e con delizia da millenni.
    Esisteva una massima nei corridoi dello spettacolo, dice l’autore del libro, «Non dimenticare mai il bacio finale, perché il pubblico sia contento». E’ una scena che fa battere il cuore e volare con la fantasia. E mette una gran voglia di imitare il film con il compagno accanto. Senza bacio non ci sarebbe cinema. E’ vero che all’inizio, per censura, i baci sullo schermo erano proibiti e poi regolamentati severamente. Prima di vedere i «French Kiss» – definizione che rivela tutto lo sprezzo dei puritani americani verso i lussuriosi francesi che mettevano in contatto le lingue – si sono dovuti aspettare lustri. Ma anche quando il bacio era solo uno sfioramento c’erano leggende. Rodolfo Valentino, Ramon Navarro. E poi Via col vento, Casablanca, Titanic, fino all’ultimo Muccino. L’unico genere dove il bacio c’è ma conta poco è il porno. Lì è superfluo come un libro di Heidegger.
    Gli scienziati sostengono che il viluppo di lingue e di labbra nel bacio è come l’assaggio d’una pietanza. La saliva suggerisce al cervello se il partner è la persona giusta per fare figli e mandare avanti l’umanità. Parlano gli ormoni, non la poesia. Vero, ma Oscar Wilde ricordava che «Un bacio può rovinare la vita». Dato che il guaio accade spesso, pare sia più saggio leggere un libro che baciare per vedere l’effetto che fa.
    http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/Libri/grubrica.asp?ID_blog=54&ID_articolo=2421&ID_sezione=81&sezione=

  236. Vi ringrazio per tutti i commenti e le considerazioni che avete lasciato.
    Un caro saluto a: Mavie Parisi, Renzo Montagnoli, Giorgio, Paola, Sandra Mazzinghi, Francesca Giulia, Tato, Mirella Aiello, Alfredo Polizzano, Maria Lucia…

  237. Un piccolo e tardivo contributo:
    Vorrei scrivere di te con le più belle parole…..
    vorrei regalarti un cielo di lune e di stelle…….
    vorrei disegnare la tua vita con matite meravigliose……..
    vorrei donarti un cuore che sappia ancora emozionarsi…..
    vorrei cogliere mille e mille volte lo sguardo che mi ha fatto fermare….
    vorrei narrare una favola che nessuno ha scritto mai, la nostra.

  238. Torna il san Valentino libresco: uno degli appuntamenti annuali di Letteratitudine… un post dove, anno per anno, segnalerò libri in tema con la cosiddetta festa degli innamorati.
    Contestualmente ne approfitto per invitarvi a scrivere – tra i commenti – aneddoti sanvalentineschi… chissà quanti ne avrete da raccontare (veri o inventati che siano).

  239. Un libro che risponde a tante domande…

    Come si parla a una rosa? Come reagisce lei? Perché non conosciamo i nomi dei maestri cinesi e persiani che hanno ibridato le più belle rose antiche? Perché Giuseppina Bonaparte si è circondata di rose? Perché i francesi nell’Ottocento hanno fatto della rosa un’industria? Perché gli inglesi importavano le rose dall’India? Perchè gli americani cambiano il nome alle rose? Perché la rosa è un fiore in via di estinzione? Ma soprattutto… perché non si può parlare d’amore senza tirare in ballo la rosa?

  240. L’autore, Gian Paolo Bonani, è psicologo specialista nello sviluppo delle risorse umane e docente universitario alla Sapienza di Roma. Designer di giardini, coltiva rose da più di 30 anni, sviluppando progetti per giardini e roseti in Umbria, nelle Marche e nel Lazio, nel Molise, a Venezia e in Corsica. Attualmente sta completando uno dei più importanti roseti del mondo, a Roccantica in Sabina, già riconosciuto dalla World rose federation come una delle realizzazioni architettoniche contemporanee più rilevanti: 4500 varietà di rose antiche e moderne con un impianto complessivo di oltre 6000 rosai.

  241. (ANSA) – TERNI, 13 FEB – ”L’amore e’ insidiato da tanti nemici, dall’egoismo, dal pensare che si puo’ anche comprare magari con i soldi, con promesse illusorie, con il potere e cosi’ oltre. No, cari fidanzati. L’amore non si puo’ comprare, non e’ un oggetto a disposizione in qualsiasi modo”.

    Il vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, si e’ rivolto cosi’ nel corso della sua omelia alle 200 coppie di fidanzati che hanno partecipato alla ”Festa della promessa”, organizzata ogni anno nella basilica di San Valentino in occasione delle celebrazioni in onore del patrono degli innamorati. (ANSA).

  242. La festa degli innamorati, come quella della Donna, come tante altre, è una festa che prima di tutto fa guadagnare diversi settori specifici: ristorazione, gioiellerie, lingerie, profumerie e…
    Dal mio punto di vista si può festeggiare sempre, ma è ovvio che gli odierni stili di vita, spesso frenetici, ci portano a dimenticare, a bypassare, a rimandare. Bene allora avere una data fissa, per non avere scuse.
    Io la “festeggio” dedicandomi più tempo, preparando qualcosa di particolare e rallentando i ritmi: chi si contenta gode!

  243. VALENTINO VESTITO DI NUOVO.

    Ore 8. Fai finta di non capire. Cos’è questo traboccare di cuori di cioccolata, peluche dall’aria attonita, caramelle con sopra appollaiati i fidanzatini di Peynet? Ma è San Valentino, la stupida festa, nella quale devi per forza sentirti innamorata, anche se non hai quindici anni, non li ha più nemmeno tua figlia, ed il tuo matrimonio ha il sapore di un chewing gum masticato per ore.

    Ore 8,15. Decidi di mandargli un SMS.
    Digiti: Ti amo
    Ci ripensi. Cancelli.
    Ti voglio tanto bene. No, troppi caratteri.
    T v t b. Ohibò, adolescenziale.
    Ti voglio bene. Cioè, insomma.
    Provo ancora qualcosa per te. Se mi sforzo.
    Lasci stare, tanto lui il cellulare lo tiene sempre spento.

    Ore 9. Contagiata dall’atmosfera zuccherosa, compri: a) torta a forma di cuore. b) vassoio di pasticcini a forma di cuore. c) ½ kg di ravioli a forma (guarda un po’) di cuore. Più che la lista della spesa sembra l’elettrocardiogramma.

    Ore 9,15. Le mise nella vetrina del negozio d’intimo farebbero arrossire persino Alex Comfort. Irrompi, affascinata da un body rosso e nero. Ti assicurano che è identico a quello indossato da Nicole Kidman in Moulin Rouge. E’ sorretto, spiegano, da autentiche stecche di balena. Costa quanto la rata del mutuo, ma tu non sai resistere e ci abbini pure un reggicalze coordinato. Intanto, pensi a quand’è stata l’ultima volta che lo avete fatto. Forse tre mesi fa, la sera del compleanno di nonna Rosina? Oppure quattro mesi fa, per festeggiare l’automobile nuova? Controlli sull’agenda ed eccola lì, bene in evidenza, la crocetta rossa che indica l’avvenuta attività sessuale, depositata fra le 15 e le 16 di sabato scorso. Ma forse perché la cosa si è svolta fra la telefonata della zia Pina e il rinnovo della tappezzeria del divano, proprio non la ricordi per niente.

    Ore 10. La tua collega arriva in ufficio con aria trasognata. Come Violetta nell’ultima scena della traviata, stringe al petto un mazzo di fiori. Ha le guance soffuse, gli occhi luminosi. Agita freneticamente le pratiche, caso mai tu non avessi notato il solitario che le sfavilla all’anulare. Alla fine non si trattiene più. “Guarda cosa mi ha regalato lui!” E tu, candida: “Quale dei tre?”

    Ore 11. Immersa nella lettura di un manuale di ricette afrodisiache, stai per scoprire come si stecca il filetto col pepe di cayenna, quando ti becca il capo. Avvampi e balbetti frasi sconnesse sull’importanza dell’aggiornamento quotidiano in campo amministrativo. Si allontana scuotendo la testa e tu capisci che non l’ha bevuta nemmeno stavolta. Il resto della mattina lo passi a scrivere (sopra un originale biglietto a forma di cuore) quanto contino, nel rapporto di coppia, rispetto, stima e complicità. Cerchi di dimenticare quando, da fidanzati, correvate nudi ed ubriachi nel parco.

    Ore 17. Ti catapulti dal parrucchiere, il quale ti esamina disgustato ed affonda immediatamente le forbici. Rinunci con un sospiro alla maschera al ginseng, perché hai già speso tutto lo stipendio e siamo ancora al 14 del mese.

    Ore 18. Stecchi l’arrosto con doppia dose di arrapante pepe di cayenna. Rovesci i cassetti in cerca di quegli stampini a forma di cuore, che tua sorella ha gettato via, dopo aver scoperto suo marito a letto con la migliore amica. Metti in frigo lo spumante ed apri le ostriche.

    Ore 19. Accendi più candele di monsignor Milingo durante uno dei suoi esorcismi, stendi sul letto le lenzuola leopardate comprate a ferragosto dal marocchino, t’immergi in un bagno di schiuma holliwoodiano.

    Ore 19, 10. Squilla il telefono. Come una fontana, sguazzi per tutta la casa alla ricerca del cellulare. “Topina”, bisbiglia lui, “sono in riunione, arrivo appena posso”. Tu vorresti urlare, ma lo sai che giorno è oggi? invece mordi la cornetta e tubi: “Va bene, ti aspetto.” Poi, infuriata, asciughi le pozze d’acqua sul parquet.

    Ore 19,30. Più che ricordare Nicole Kidman ed il can can, addosso a te il body rosso e nero, con le stecche d’autentica balena, fa l’effetto raccordo anulare. Deve essere per via di quei rotoli di ciccia che sbuzzano dai fianchi. Frughi nell’armadio alla ricerca di quel vestitino di shantung scollato dietro, che quest’estate ti stava così bene. Scopri che da Natale sei ingrassata di cinque chili. Le stecche di balena ti si conficcano nello stomaco e ti accorgi di non riuscire più a respirare. Ti arrampichi su un paio di sandaletti argentati con il tacco a stiletto. Li allacci sulle gambe nude e depilate come quelle delle star di Holliwood, (che, per altro, è in California, dove fa caldo anche a Febbraio.)
    Aspetti.

    Ore 20,45. Senti il rumore della sua chiave nella serratura. Illividita dal freddo, gridi: “Sorpresa!” Traballando sui tacchi di 10 centimetri, indichi estasiata la tavola apparecchiata con la tovaglia delle grandi occasioni, i flute che spumeggiano, ed i canapè a forma di cuore ormai stecchiti nel piatto. Lui ti guarda imbambolato. Si slaccia la cravatta con aria distrutta, “buon compleanno, Topina”, esclama. A testa bassa, tu gli porgi il bigliettino su cui ti sei scervellata tutta la mattina. Lui lo prende in mano, lo soppesa, poi lo mette giù, estenuato. “Lo leggo domani”, ti dice. Sbottona la camicia, si toglie i pantaloni e, in mutande, fa scorrere la pagina sportiva del televideo, mentre tu schiumi di rabbia in cucina, davvero molto, molto tentata di offrire le ostriche al gatto.

    Ore 21,05. Con gli occhi incollati al Gabibbo, lui addenta distrattamente un trancio di peperoncino ed ulula dal dolore.

    Ore 22. Siete entrambi sul divano. Tu sei scesa dai tacchi e ti sei tolta il vestitino. Indossi le pantofole e la tua vecchia, confortante, vestaglia. Sotto hai ancora il body di Nicole Kidman, con le autentiche stecche di balena. E’ davvero la mise ideale, rifletti, per fare quello che, in effetti, state facendo.
    Cioè guardare un documentario sui panda in tv.

  244. Puro business, stavolgimento di una festa popolare anglosassone che ha 1 significato ben diverso da quello che viene attribuito da noi ( amore in senso lato, anche per gi amici e non amore di coppia). Mai festeggiato questa giornata.
    Per i bei libri che trattano d’amore non c’è bisogno di 1 giorno in particolare a loro dedicato

  245. SAN VALENTINO

    Ecco finalmente
    solo,
    a guardare nel giardino
    del tuo amore
    le orchidee nere
    che impallidiscono
    ai primi raggi della luna.
    Poterne cogliere una
    da regalarti
    oggi
    che è il giorno dell’amore.

    Dove è scritto
    che solo in un giorno dell’anno
    è possibile esprimere
    il proprio amore
    all’amata?
    E se quel giorno
    tu fossi arrabbiata
    o io non avessi voglia alcuna
    di parlarti d’amore?

    Ecco oggi, o domani,
    o forse dopodomani,
    è il giorno dell’amore
    mio per te.

    Non mi interessa
    il 14 di Febbraio!

    Forse interessa ai commercianti!

    A me, proprio non interessa!

    Santoro Salvatore Armando
    (Lillianes 10/02/2003 1.09)

  246. a cura di Luca Ferrua

    Oggi è San Valentino, ma che cosa avrebbe fatto questo Santo per diventare patrono degli innamorati?
    Vescovo e martire cristiano (176-273) si è visto attribuire alcuni miracoli che gli hanno regalato la fama di santo dell’amore.

    – E quali sono?
    Il primo riguarda una coppia di innamorati che il giovane vescovo avrebbe incontrato. I due stavano litigando e lui li fece riconciliare facendo volare loro intorno decine di coppie di piccioni. Da questo episodio deriverebbe anche l’espressione «piccioncini» riferita agli innamorati. Altri raccontano di amanti salvati dalle persecuzioni o dai veti dei genitori.

    – La festa degli innamorati è legata al culto di questo santo?
    Probabilmente no. Avrebbe origini più antiche, e precisamente nei «lupercalia» romani che venivano celebrati il 15 febbraio. Erano riti dedicati alla fertilità.

    – A quando risale l’abitudine di spedire le «valentine» ovvero i messaggi d’amore tipici di questa festa?
    La più antica risalirebbe XV secolo. E’ attribuita addirittura a Carlo d’Orléans che durante la prigionia nella Torre di Londra scrive alla moglie definendola «ma tres doulce Valentinée (mia dolcissima Valentina).

    – Quando ha cominciato a diventare un’occasione di ottimi affari?
    Già nell’Ottocento alcuni imprenditori statunitensi cominciarono a produrre biglietti su scala industriale e gli ottimi affari diedero un impulso decisivo allo sviluppo della festa.

    – Ma si festeggia in tutto il mondo?
    Un po’ in tutto il pianeta ci sono eventi o riti in questo giorno ma l’impulso maggiore lo ha dato la cultura anglosassone. L’attenzione, quindi, è maggiore nei paesi che cadono sotto quell’influenza.

    – Qualche esempio?
    Un po’ ovunque la tradizione impone le cene a lume di candela. In Inghilterra o negli Stati Uniti vanno di gran moda i biglietti anonimi con innamorati che decidono di inviare fiori o cioccolatini senza rivelare la propria identità. Sempre negli Usa, si inviano «valentine» anche al papà, alla mamma, a fratelli, sorelle o amici e la tradizione comincia alle scuole elementari con bigliettini decorati con i personaggi dei cartoni animati e soprattutto dei fumetti. In Spagna vanno fortissimo le rose rosse, mentre le olandesi ricevono spesso cuori di liquirizia.

    – E vero che in Giappone sono le ragazze a fare regali?
    Esatto. La tradizione prevede che siano le ragazze a regalare una scatola di cioccolatini ai ragazzi, non solo fidanzati e mariti ma anche amici, colleghi di lavoro o superiori. Chi riceve il dono di cioccolato lo deve ricambiare un mese dopo con del cioccolato bianco.

    – Quindi la ricorrenza è sentita anche in Oriente?
    Sentita no, è un’occasione per fare festa ed organizzare eventi di ogni genere. Come in Thailandia dove 14 coppie si sfideranno per il bacio più lungo, tentando di battere il record mondiale di 32 ore. La maratona del bacio si terrà a Pattaya dove gli innamorati avranno a disposizione un metro quadrato di spazio da condividere sempre, a parte il tempo utile per recarsi in bagno. Chi vince riceverà un anello con brillante e circa 2.400 euro.

    – Nel mondo ci sono luoghi dove viene vietata?
    Nei Paesi islamici la tradizione è scarsamente diffusa e poco tollerata. Ogni anno arriva qualche «fatwa» in proposito, l’ultima è degli ulema indonesiani che hanno proibito di celebrare la festa considerata peccaminosa per la religione islamica. I religiosi hanno invitato i padri di famiglia a sorvegliare i figli.

    – In Europa ci sono stati casi di messa al bando?
    In tempi recenti non ci sono stati episodi clamorosi. Quest’anno l’unico «attacco» arriva dalla Russia, anche se la chiesa ortodossa non ha mai preso posizione. A Belgorod, città sul fiume Donec a 700 chilometri a Sud-Ovest di Mosca, è stata cancellata perché secondo il governatore, non è in linea con le tradizioni russe. Lo zoo locale ha eliminato lo sconto per coppie previsto per san Valentino e l’università ha vietato agli studenti di festeggiare in discoteche e concerti.

    – E che cos’è la festa di San Faustino?
    E’ un’idea tutta italiana che negli ultimi anni ha preso piede, ovvero inventare per il 15 febbraio un «anti sanvalentino», una festa dedicata ai single in cerca di fidanzato o fidanzata. Viene celebrata domani con appuntamenti. Domani a Milano, Torino, Roma e nelle principali città italiane sono in programma appuntamenti, soprattutto «speed date» per chi cerca l’anima gemella in modo da poter festeggiare adeguatamente il prossimo San Valentino.

  247. Mi sa che c’è un po’ di ipocrisia, in giro.
    Com’è che tutti sottolineano che la festa di S. Valentino è puro business per cui prendono le distanze e poi i locali pubblici scoppiano di gente con menu raddoppiati al punto che quasi ci vuole la raccomandazione per entrare?

  248. da IL RESTO DEL CARLINO del 14-12-2011

    San Valentino con un occhio al portafogli
    di
    Mirko Melandri


    UNA CENA al ristorante, ma senza eccessi: nella maggior parte dei casi si sceglie la pizzeria. Regali al lumicino. Le coppie di fidanzati e di sposi imolesi badano al risparmio nel festeggiare San Valentino. Un giorno considerato dai più consumistico ma comunque celebrato, anche se con un occhio al portafogli. Laura Raggi e Michele Grandinetti, che si sposeranno a giugno, sono ancora in alto mare: «Non ci siamo ancora organizzati — dicono —. Ma credo che festeggeremo con una semplice pizza L’anno scorso è stata un po’ critica la situazione a causa della crisi. Solitamente ci scambiavamo regali come profumi e magliette ma ora pensiamo a risparmiare. Anche se una sorpresa dell’ultimo minuto ci potrebbe anche stare. In vista del matrimonio stiamo cercando delle bomboniere».
    Elisa Bassi e Alessandro Strocchi, che entro l’anno hanno intenzione di sposarsi, vedono San Valentino in maniera negativa: «E’ la festa del business, più che altro. Magari può essere un’attrazione per coppie giovani ma noi ormai abbiamo sorpassato questo periodo. Se vuoi bene a una persona tutti i giorni sono buoni per dimostrarglielo. Domani (oggi, ndr) vedremo cosa fare anche valutando la giornata di lavoro».
    Paolo Pasotti e Paola Romerio proprio non danno importanza alla festa degli innamorati: «Non faremo niente in particolare perché lo consideriamo un giorno come un altro. Ci daremo qualche bacio in più ma non ci piace una festa a comando. Preferiamo festeggiarla quando ci sentiamo di farlo».
    Renata Dalfiume e Paolo Melchiorri sono fidanzati da 21 anni: «Faremo una cena semplice. Non abbiamo prenotato e anzi decidiamo all’ultimo minuto a causa del lavoro. La cena sarà normale perché non diamo importanza al luogo o alla tipologia. E’un momento per stare insieme senza bisogno di scambiarci tanti regali. Anzi il regalo più bello è la possibilità di condividere questi momenti».
    ROBERTO Spaziani ed Elisa Steccanella. fidanzati da quattro anni, sono sulla stessa lunghezza d’onda: «Ceneremo con un’altra coppia ma ancora non abbiamo scelto il ristorante. Ci faremo qualche sorpresa che deve restare top secret. Sicuramente baderemo a non spendere troppo. San Valentino comunque è una festa consumistica che però va festeggiata. Anche se l’amore va dimostrato 365 giorni l’anno».
    Elena Coralli e Mauro Mirandola sono sposati da tre anni e hanno una bellissima bambina: «Aspetteremo che dorma e poi mangeremo una torta. Oggi (ieri, ndr) intanto siamo andati a pranzo. Consideriamo San Valentino una festa commerciale ma non è che non la sentiamo. Semplicemente siamo felicemente in tre e ci dobbiamo adeguare».
    Mirko Melandri

  249. (AGI) – Roma, 14 feb. – Venti milioni di fiori, con la netta prevalenza delle rose per il 75 per cento, sono acquistati in occasione della festa di San Valentino per una spesa di circa 75 milioni di euro. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che un innamorato su due (48 per cento) regala fiori, preferiti ai cioccolatini e agli altri dolciumi (25 per cento), ai capi di abbigliamento (15) e ai profumi e gioielli (12), secondo un sondaggio condotto da http://www.coldiretti.it. Si tratta – sottolinea l’associazione – di un gesto romantico che sembra in ripresa con un aumento dell’11 per cento rispetto allo scorso anno, mentre sono stabili quanti scelgono cioccolato e dolciumi e calano del 7 per cento gli amanti di gioielli e del 4 dei vestiti. Oltre alle rose sono gettonate anche orchidee, tulipani, garofani e gerbere. Per mantenere piu’ a lungo il dono d’amore e’ bene – suggerisce la Coldiretti – accorciare il gambo tagliando i 3-4 centimetri finali dello stelo, non con le forbici che schiaccerebbero i canali di transito dell’acqua all’interno del fiore, ma con un coltello affilato e con un taglio netto e obliquo. Inoltre va cambiata l’acqua ogni giorno. Ci sono anche piccoli segreti come quello – conclude la Coldiretti – di sciogliere nell’acqua un’aspirina o 3-4 gocce di candeggina per litro al fine di impedire la formazione di batteri. Inoltre va evitata l’esposizione alla luce diretta e alle correnti d’aria, e la vicinanza a fonti di calore. Infine e’ bene tenere i fiori lontani dalla frutta, che ne accelera la maturazione e ne accorcia la vita.

  250. Roma, 7 feb. (Adnkronos) – San Valentino, festa degli innamorati e dell’amore. Il ministero dei beni culturali celebra la ricorrenza con un’iniziativa dal titolo ‘A San Valentino niente è più dolce dell’arte’. Un invito a tutti gli innamorati, ma non solo, a riscoprire le bellezze del nostro patrimonio artistico e culturale. Tutte le coppie, non solo di innamorati ma anche di persone che semplicemente si vogliono bene, possono entrare in tutti i musei, monumenti e siti archeologici statali pagando un solo biglietto.
    ”Dopo l’ottima esperienza dell’anno scorso -spiega il direttore generale del Mibac per la Valorizzazione, Mario Resca, all’ADNKRONOS- abbiamo voluto dare seguito all’iniziativa che prevede una serie di eventi, aperture straordinarie e percorsi guidati. E’ un’occasione per stare insieme scoprendo le bellezze del nostro patrimonio culturale”.

  251. ciao, io sono una di quelle che festeggerà il San Valentino. certo mi dispiace presentarmi come “una di quelle”, come se ci si dovesse vergognare di partecipare a questa festa. per me e’ un’occasione di leggerezza e svago. il mio fidanzato la pensa come me. buon s. valentino a tutti.

  252. Saluti a: Patrizia Apetino, Patrizia Poli, Margherita, Ersilia Ferrante, Salvatore Santoro, Michele, Maria Lucia Riccioli, Gabriella Rossitto (Gabry, inserisci pure il link del nuovo libro “Arpanet”, se ti va), Lorella…

  253. Un tempo esisteva solo San Valentino, in teoria considerata la festa degli innamorati, di fatto è sempre stata la festa dei fidanzati: un’occasione per scambiarsi regali e sdolcinate frasi d’amore. Per ovviare a questo fraintendimento o per par condicio o ancora per ragioni commerciali, da qualche anno a questa parte si è deciso di istituire la festa dei cuori solitari: San Faustino.

    È così che San Faustino (festeggiato il 15 febbraio) patrono della città di Brescia è divenuto anche protettore dei single. La scelta del santo, oltre a ovvi motivi di contingenza temporale, si può spiegare prendendo in considerazione l’origine del nome. Faustino è un nome di origine latina che significa propizio, favorevole, quindi la scelta del santo vuole essere un auspicio ad a trovare l’anima gemella.

    Ma come festeggeranno i 6 milioni di sigle italiani? Se vi siete sentiti tristi e depressi a causa della sindrome di San Valentino, non preoccupatevi perché oggi è la vostra giornata e in molte città sono previsti festeggiamenti di ogni tipo.

    A Napoli presso il locale S’Move si terrà una serata organizzata da Speed Date, società che da anni si occupa di realizzare feste e vacanze per gli spiriti liberi. L’ormai conosciuto gioco dello speed date sarà accompagnato da degustazioni di prodotti tipici del posto. Festeggiamenti simili si svolgeranno in altre città italiane, come Torino, Milano e Roma, dove si terrà la decima edizione della Festa di San Faustino.

    I più tranquilli potranno optare per una serata in pizzeria con con gli amici, perché magari con l’aiuto di San Faustino il ragazzo del tavolo accanto si rivelerà essere proprio la nostra dolce metà tanto a lungo cercata.

    E voi come festeggerete il vostro San Faustino?

    (di Rita Dalleo)

  254. Nella tradizione di questo blog, ripropongo il post annuale “San Valentino libresco”.
    Per quest’anno non proporrò una “nuova uscita”, ma un classico della letteratura contemporanea: “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel Garcìa Márquez. Avete mai letto questo libro?
    Sul post, la scheda…

  255. L’unica cosa che posso dire è che “L’amore ai tempi del colera” è uno dei più bei romanzi che abbia mai letto.

  256. La cosa che posso aggiungere è che non penso proprio di festeggiare San Valentino. E qualcosa mi dice che questo sarà un anno di magra per i ristoratori ed i venditori di gadget.
    Mala tempora currunt.

  257. “L’amore ai tempi del colera” e’ uno dei miei libri preferiti. Mi fa piacere che se ne parli. Un libro da leggere e da regalare. Scrittura di qualità e storia intensa, a tratti pure commovente.

  258. Ciao. Si, io festeggerò il san valentino con il mio fidanzato. Sappiamo benissimo entrambi che è una festa commerciale. Ma per noi è un’occasione di divertimento a cui non vogliamo rinunciare. Non credo che ci si debba sentire in colpa per questo, no?

  259. Per quanto riguarda i libri, la risposta è no. Non ho mai regalato libri a san valentino. ma se dovessi decidere di regalarli, quelli che avete proposto mi sembrano validi. grazie.

  260. per la verità non conoscevo affatto la storia di san valentino. penso che non la conosca la maggior parte della gente che molla il proprio denaro ai ristoranti al prezzo quasi doppio rispetto agli altri giorni. volete festeggiare? fatelo rimanendo a casa. e uscite un altro giorno.
    scusate lo sfogo

  261. Antonio G. Ognuno è libero di comportarsi come meglio crede, l’importante è non intimare agli altri di comportarsi nel modo che si ritiene migliore. Scusa la precisazione
     

  262. in effetti parlavo per me. non volevo offendere nessuno. mi scuso. buon san valentino a fabiola 🙂

  263. Ho letto il libro quando è stato pubblicato in Italia ( 1986 o 7 credo) conoscendo già Marquez. Ho apprezzato la storia, rutilante e insieme intima, provando tuttavia una vaga repugnanza o almeno disagio per la fisicità di un amore tra vecchi. Ero giovane e sciocca, ovviamente. Non festeggiavo S.Valentino, né lo faccio ora, attempata. Colgo però l’occasione per fare l’elogio dell’amore duraturo e della positività della coppia capace di “reggere” e arricchirsi nel tempo. Auguri a tutte!

  264. L’amore fa bene alla salute

    A pochi giorni da San Valentino e dalla festa degli innamorati, facciamo il punto sulle ricerche scientifiche che hanno indagato sull’amore non in quanto sentimento, ma come elisir di lunga vita. Molti studi sostengono che innamorarsi fa bene alla salute perché migliora l’umore, protegge il cuore e la prostata, rinforza il sistema immunitario e ci fa persino sembrare più giovani. Ecco perché vale la pena perdere la testa
    (a cura di IRMA D’ARIA)
    http://www.repubblica.it/salute/interattivi/2012/02/10/news/l_amore_fa_bene_alla_salute-29672981/

  265. Cari amici,
    se proprio dovete regalare qualcosa per San Valentino, regalate un libro!
    Anche un libro può essere “per sempre”… ma costa meno di un diamante. 😉

  266. Pienamente d’accordo ♥ … un libro e magari qualche biglietto fra le pagine, perchè mentre leggo mi piace trovare i pensieri più dolci della persona che amo

  267. “L’amore ai tempi del colera” è un libro da leggere a prescindere da San Valentino. Lo consiglio a tutti.

  268. se il mio lui passasse da qui gli chiederei in dono le Poesie d’amore di Pablo Neruda.
    Metto il messaggio dentro la bottiglia. 🙂

  269. La Stampa _ San Valentino è anche la “festa” degli epilettici

    Il 14 febbraio per tutti è la festa degli innamorati, ma San Valentino è il protettore non solo degli innamorati ma anche degli epilettici. A Roma, nella stessa giornata di martedì, la presentazione del primo libro per i bambini sull’epilessia
    http://www3.lastampa.it/benessere/sezioni/news/articolo/lstp/442268/

  270. Mio caro ragazzo,
    e certo. A mia moglie regalavo sempre poesie d’amore. Oggi andrò al cimitero a posare sulla sua tomba la nostra solita rosa.
    Mi fermo lì, sul ciglio della lapide, e le parlo come sempre. Mi porto dietro i miei libri. Poso l’immancabile cappello accanto alla sua foto.
    Se ne stanno lì, cappello e foto, e sembrano parlare di noi anche ora che lei non c’è più.
    A casa me lo diceva sempre: “Emilio, vita mia, ciauro mio, cuore mio. Sei l’anima mia, Emilio. Ma togliti il cappello”.
    E’ che lo dimenticavo, mio buon Maugeri.
    E poi, diciamolo. Il cappello accuccia i ricordi, spande un tepore insidioso e seducente sui pensieri.
    A volte, togliendolo, ho perduto l’ispirazione letteraria, e – di nascosto da mia moglie – ho sempre scritto col cappello.
    Credo che lo sapesse…perchè quando la sera mi addormentavo accussì, con le falde sugli occhi, la luce del comodino mogia mogia, lei me lo toglieva delicatamente, lo spazzolava e andava a posarmelo nello studio. Sui libri.
    Ma l’indomani era la stessa storia: “”Emilio, vita mia, ciauro mio, cuore mio. Sei l’anima mia, Emilio. Ma togliti il cappello”.
    Ah…forse chi non è siciliano non sa cosa vuol dire “ciauro mio”.
    Vuol dire “profumo mio”.
    Buon San Valentino, dunque.
    Vostro
    Professor Emilio

  271. Per San valentino e in ricordo della Szimborska, venuta a mancare di recente….un amore felice.
    BUon S. valentino!
    ———-

    Un amore felice. E’ normale?
    è serio? è utile?
    Che se ne fa il mondo di due esseri
    che non vedono il mondo?

    Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
    i primi qualunque tra un milione, ma convinti
    che doveva andare così – in premio di che? Di nulla;
    la luce giunge da nessun luogo –
    perchè proprio su questi e non su altri?
    Ciò offende la giustizia? Sì.
    Ciò infrange i princìpi accumulati con cura?
    Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.

    Guardate i due felici:
    se almeno dissimulassero un po’,
    si fingessero depressi, confortando così gli amici!
    Sentite come ridono – è un insulto.
    In che lingua parlano –
    comprensibile all’apparenza.

    E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,
    quei bizzarri doveri reciproci che si inventano –
    sembra un complotto contro l’umanità!

    E’ difficile immaginare dove si finerebbe
    se il loro esempio fosse imitabile.
    Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
    di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
    chi vorrebbe restare più nel cerchio?

    Un amore felice. Ma è necessario?
    Il tatto e la ragione impongono di tacerne
    come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
    Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
    Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
    capita, in fondo, di rado.

    Chi non conosce l’amore felice
    dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.

    Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.

  272. Oibò, signora Mangiagli.
    Mi costringe a replicare in versi.
    Questi sono di Saffo…e mi dica se in poche battute non ha espresso tutto l’incanto dell’amore. Tutto lo strazio di chi non è accanto all’amato..
    Sappia che se mi pungolerà con altre poesie, sarò costretto – non me ne voglia Maugeri – a ribattere con altrettante poesie d’amore. Ne so a decine, e i nostri lettori finirebbero per odiarmi….
    Benvolmente il suo
    Professor Emilio
    ****

    Tramontata è la luna e le Pleiadi:
    a mezzo è la notte:
    il tempo trascorre;
    e io dormo sola.

  273. eccomi qui, affannata dai soliti esami, ma stasera non mi faccio certo mancare il festival di sanremo. san valentino no, non è il mio genere, ma devo dire che l’amore in letteratura mi seduce, lo leggo quasi con una necessitò dolorosa. da ultimo ad esempio mi affascina la nemirovsky. adelphi sta pubblicando tutti i suoi romanzi e consiglio a tutti questa lettura. per chi non lo sapesse è una scrittrice russa degli anni 30, ma scriveva in francese. durante la seconda guerra fu deportata ad auschwitz e lì morì, dopo aver lasciato in una valigia il suo ultimo romanzo. quello che vi propongo è “due”, sempre adelphi…l’amore che nasce dopo la guerra. la sua trasformazione, i sogni, le illusioni…regalatelo per san valentino.

  274. Consentitemi di ringraziare in modo specialissimo il caro prof. Emilio, che riesce sempre a raccontarsi e a raccontarci con il tocco e la grazia di un narratore eccelso.
    Grazie, caro prof.

  275. Eh si, miei cari amici, Massimo ciao, quale vento di buone nuove al prof. Emilio, senza cappello nel profondo nord di questi tempi non si riesce neppure ad uscire fuori casa. Si annulla (nell’evenienza) la differenza fra cappello e berretto. L’importante è che il copricapo tenga avvolte le orecchie, riscaldi l’emisfero cerebrale, e soprattutto elemento d’incastro con il bavero tirato su e la sciarpa in lana a doppio giro, senza possibilità di spifferi.
    Così le signore in mezzo al ghiaccio ed alla neve esibiscono le loro toilette con svariate forme di pelo sulla testa, splendidi colbacchi di zarine, pon pon, la sottoscritta è sempre dalla parte di baschi e cappelli a falda larghe, indossanti a tre quarti, tres chic.
    cuore fa ancora rima con amore?
    Rossella

  276. Chi ama leggere, a San Valentino non può che regalare un libro. Ed e’ proprio quello che ho fatto.

  277. aneddoto di San Valentino.
    Oggi l’ho lasciato! Meglio tardi che mai.
    Nel pomeriggio comprerò un libro. Non so ancora quale, ma la compagnia di qualunque libro e’ sempre meglio della sua.
    Ciao.

  278. Ma l’era tecnologica è spavalda, non teme romanticismi, si muove con giubbotti fabbricati con materiali impermeabili e scarponcini ginnici dalle suole mastodontiche, i jeans non temono il freddo, il pile è leggero e molto efficace contro le basse temperature, mentre la mia anima vaga solitaria fra le visioni di città. Vaga dentro le vetrine e dentro i miei desideri rosso fuoco, si sofferma con levità su giovani coppie che spesso esibiscono in pubblico troppa intimità. Si appaga nei sensi con profumi e colori, cibo e bevande, calore e frescura, conoscere a fondo l’umanità diventa quasi un mestiere, un mestiere per poter vivere. Forse meglio scrivere sopravvivere.
    L’amore porta con sè inevitabili malinconie, sono parti integranti dell’esistenza, sono simboli, come la rossa rossa, la tomba, il cappello, remoti flussi spermatici che inodavano il cuore, darsi ai ricordi della memoria cerebrale non serve a niente, spingersi verso la memoria presente ci invita al senso.
    Rossella

  279. Caro Massi,
    che bello! Leggo più su che oggi sarai a Lucca, a presentare “Viaggio all’alba del millennio”.
    E’ un bellissimo modo per festeggiare San valentino e l’amore per la letteratura!
    In bocca al lupo!

  280. Trovo che uno dei racconti più belli scritti sull’amore sia “La Signora col cagnolino” di Cechov.
    Cechov narra che a Jalta un uomo ha una avventura con una signora. Poi si sente spinto a cercarla di nuovo, la trova a Mosca si innamora, si innamorano. E Cechov scrive: “Essi si perdonavano a vicenda ciò di cui si vergognavano nel loro passato, si perdonavano tutto nel presente e sentivano che quell’amore li aveva mutati entrambi”.
    Lo stato nascente dell’innamoramento è l’unico momento in cui gli innamorati sono avidi di conoscere tutto della vita dell’altro e l’accettano qualunque essa sia, anche se ha avuto debolezze, errori, anche se ha ammazzato. Si perdonano tutto.
    Avviene in quello stato in cui ogni possibilità è sentita come eterna, vibrante, commossa.
    E’ un racconto esemplare su come il perdono sia sempre un atto d’amore.
    Regalate “I racconti” di Cechov per S. valentino!
    Buon pomeriggio a tutti!
    (Ciao socio!; divertiti!)

  281. Caro professor Emilio…”Ciauro mio”….è un’espressione stupenda. E forse vale la pena di chiarire a chi non è siciliano che “ciauro” è qualcosa in più di profumo…ed è forse intraducibile.
    Allude però a un odore tutto personale, di ricordi e cose, di atmosfere, di intimità riconoscibili solo da pochi. Solo da chi ama.
    Dire “Ciauro mio”…è quindi come dire: sei l’unico profumo che riconosco. Oppure: riconoscerei il tuo odore tra mille….
    Buon San Valentino, caro Professore. Il suo cappello dorme su ricordi felici.

  282. ma insomma…qui c’è qualcuno che vede sanremo stasera o no? e poi…negli scorsi anni non c’era un post su sanremo?

  283. Cara terzo anno,
    io lo vedo sempre Sanremo! Fa parte della nostra storia, e lo seguo con affetto. In effetti negli scorsi anni Massimo ha sempre organizzato un post! Non so quest’anno riuscirà, visto che è a Lucca! Però, dato che Sanremo ha una lunga tradizione di canzoni d’amore alle spalle…penso si presti ad essere commentato anche qui!
    Vedremo!
    Un bacio e in bocca al lupo per i tuoi esami!

  284. Si, sono d’accordo con Simona, “ciauro” è quel “filo in trasparenza” che l’olfatto riconosce in assenza del corpo fisico, l’amore attraverso il respiro, solo chi ama lo sa.
    Personalmente mi piace molto anche il dr. Zivago, Puskin se non sbaglio, libro e film. Ma siamo molto lontani da Sanremo.
    Ciao
    Rossella

  285. Caro Massimo, ricordo bene il post su Sanremo ed i libri sanremesi. Perché non lo riproponi. Così ci dai la possibilità di dire la nostra. 😉
    Come e’ andata a Lucca?
    Ciao!

  286. no, dai Alba, Pasternak ha scritto una bella storia d’amore ma la televisione ci ripropone questo film almeno due volte l’anno, a san valentino proprio, non si può! Omar Shariff (ripreso ai suoi tempi ormai trascorsi) rimane comunque più fresco di quei quattro rincoglioniti settantenni che continuano a propinarci livelli di bassezza inaudita con i loro clamori che rimbombano sui media: brutti, vecchi, malvestiti, grigi, un sottoprodotto alla Catelan che vuole sbalordire in filmati, canzoni, messaggi alla massa che pretendono bottini da capogiro (anche se vengono sottratte le cifre delle “beneficenze”).
    Ci si sente come assufatti da questa pateticità, inondati, molto meglio un ora di sonno in più nel proprio letto, oppure un bel tipo giovane che s’interessa ai lupi. Decisamente.
    ciao

  287. L’incontro a Lucca e’ andato benissimo, così come quello successivo a Roma (sempre nell’ambito del Premio dei lettori). Ne approfitto per ringraziare tutti le splendide persone che ho incontrato a Lucca e a Roma. Grazie di vero cuore per l’accoglienza che mi avete riservato e per l’attenzione con cui avete letto il mio “viaggio all’alba del millennio”.

  288. La notizia del tuo incontro a Lucca mi rende felice caro Massimo e non posso che aggiungermi ai complimenti dei tanti amici e farti ancora auguri per le tue attività.
    In quanto a riesumare il post sanremese va benissimo, il dubbio è che nemmeno la tua intelligenza e la tua grazia umana potranno riesumare le sorti del festival dallo squallore in cui è caduto quest’anno.
    Ma perché la donna dello spettacolo deve essere sempre rappresentata da bellezze incapaci, offensive della dignità femminile, dell’intelligenza del pubblico- una parte- e messe in mostra come cavalli da vendere?? L’audience si affida alla farfalla di Belen- quella tatuata amici…- eclissando ogni possibilità di un buon ascolto della vecchia cara musica italiana. 🙁 ..delusione su tutti i fronti…

  289. @ Francesca Giulia
    Cara Francesca, la riesumazione di quel post ci consentirebbe di esprimere le nostre critiche a questo Sanremo, che potrebbe essere – a conti fatti – peggiore delle precedenti edizioni.
    Potremmo anche divertirci.
    Che ne dici?

  290. @Amelia ..ma certo, probabilmente non sono così sola nei miei pensieri delusi da questo festival fino ad ora…Non riesco a trovarci un aspetto positivo.

  291. Primo gossip: secondo voi la Bertè è stata eliminata per timore che gli scoppiasse la faccia in diretta??….che tristezza..era così brava..

  292. Riconciliarsi con Sanremo. l’esibizione di altissimo livello dei Matia Bazar e il mitico enorme unico Al Jarreau… ora il festival sta svolgendo il suo mestiere.
    🙂

  293. Its like you learn my thoughts! You appear to grasp so much approximately this, like you wrote the book in it or something. I think that you could do with some p.c. to power the message house a little bit, but instead of that, that is great blog. An excellent read. I will certainly be back.

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