Storie (in) Serie # 15
(Qui, l’introduzione di Massimo Maugeri)
Il nuovo appuntamento dello spazio di Letteratitudine incentrato sulle Serie Tv è dedicato all’assegnazione dei Primetime Emmy Awards. Nessun premio a “The young pope”. Grande successo per “The Handmaid’s tale” e “Big litte lies”
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La 69ª edizione della cerimonia di premiazione dei Primetime Emmy Awards (presentata da Stephen Colbert e trasmessa in diretta televisiva da CBS) si è svolta al Microsoft Theatre di Hollywood, a Los Angeles, il 17 settembre 2017. I premi riguardano i migliori programmi televisivi “per la prima serata” distribuiti dalle emittenti statunitensi tra il 1º giugno 2016 e il 31 maggio 2017
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Nessun premio, dunque, per “The Young Pope“, la miniserie di Paolo Sorrentino (trasmessa su Sky Atlantic) candidata per la migliore fotografia e per il design.
“The Handmaid’s Tale” è il trionfatore di questa 69/a edizione degli Emmy Awards, superando la concorrenza di serie acclamate come House of Cards, Better Call Saul e Westworld. “The Handmaid’s Tale” è un racconto distopico prodotto da Hulu (piattaforma digitale) e trasmessa in Italia in onda su TIMvision. Sono stati ben sette, gli Emmy tributati: migliore serie drammatica, migliore attrice drammatica Elisabeth Moss, migliore attrice non protagonista Ann Dowd, migliore sceneggiatura, migliore regista, migliore attrice “guest star” , migliore design e fotografia.
Si conferma il successo di “Veep“, presenza costante agli Emmy da molti anni a questa parte: la commedy politica, in Italia in onda su Sky Atlantic, è risultata migliore serie brillante, mentre migliore attrice brillante si conferma Julia Louis-Dreyfus che entra nella storia per aver ottenuto il suo sesto Emmy consecutivo. La serie che quest’anno chiuderà i battenti, è al suo 18/o Emmy.
Trionfo anche per “Big Little Lies“, la miniserie di HBO (in Italia su Sky Atlantic) che racconta il subdolo mondo delle violenze domestiche e che vedeva nel doppio ruolo di produttrici e protagoniste Nicole Kidman e Reese Whiterspoon. Sono sei le statuette vinte: fra cui migliore miniserie, migliore attrice non protagonista, Laura Dern, migliore attore non protagonista, Alexander Skarsgård, migliore regia e migliore attrice protagonista, la favoritissima Nicole Kidman, che nel suo discorso di accettazione ha parlato dell’importanza di certe produzioni per fare passare al pubblico messaggi importanti come quello della lotta alla violenza domestica.
Una vittoria importante è arrivata anche per “This Is Us“, produzione NBC (trasmesso in Italia da Fox Life): Sterling K, Brown ha vinto il premio al migliore attore drammatico vincendo la concorrenza di big come Kevin Spacey per “House of Cards” e Anthony Hopkins per “Westworld”.
Anche Riz Amed – protagonista della miniserie “The Night of” (su Sky Atlantic) con John Turturro – ha sbaragliato la concorrenza di big come Robert De Niro e Geoffrey Rush nella categoria dedicata alle serie limitate.
La cerimonia è stata contrassegnata da numerose battute satiriche e critiche più o meno sottili rivolte a Donald Trump sia da Colbert, che nel suo numero d’apertura ha tra l’altro definito il presidente la «star televisiva dell’anno» e affermato come il mondo rappresentato in TV correntemente sia migliore di quello reale, sia da diversi co-presentatori e artisti premiati; tra questi John Lithgow, miglior attore non protagonista in una serie drammatica, ha ad esempio ricordato come il personaggio da lui interpretato, Winston Churchill, ci ricorda cosa sono veramente il coraggio e la leadership nel governare. Durante la serata, generalmente giudicata positivamente dai critici anche grazie alla qualità dei programmi premiati, la protagonista di Crazy Ex-Girlfriend Rachel Bloom si è esibita in un numero musicale con i contabili che lavorano per l’Academy, Colbert e Jeffrey Wright sono stati protagonisti di uno sketch ambientato nel mondo di Westworld, mentre RuPaul ha intervistato la statua del premio Emmy.
Riguardo ai premi, Donald Glover è divenuto il primo afroamericano a vincere nella categoria miglior regia per una serie commedia, oltre ad essere il primo dal 1985 ad affermarsi come miglior attore in una serie commedia. Riz Ahmed è invece divenuto il primo attore di origine asiatica a vincere un premio per la recitazione, mentre Reed Morano è stata la prima donna a vincere nella categoria miglior regia per una serie drammatica dal 1995. Julia Louis-Dreyfus, al decimo Emmy in carriera, ha eguagliato il record di otto vittorie per la recitazione di Cloris Leachman. Nicole Kidman ha vinto il suo primo Emmy vincendo in una categoria (miglior attrice in una miniserie o film) in cui figuravano quattro premi Oscar. Il Saturday Night Live è stato complessivamente il programma più premiato, con nove vittorie, una in più di “Big Little Lies” e di “The Handmaid’s Tale”. Per il sedicesimo anno consecutivo, HBO è stata invece l’emittente i cui programmi hanno ricevuto più premi, 29, seguita da Netflix con 20 premi e NBC con 15.
Le candidature, annunciate il 13 luglio 2017 da Anna Chlumsky e Shemar Moore, avevano visto il “Saturday Night Live” e “Westworld” registrare il maggior numero di nomination, ventidue, seguiti da “Stranger Things” e “Feud: Bette and Joan” con diciotto. In un anno in cui “Il Trono di Spade”, miglior serie drammatica nelle due edizioni precedenti, non era candidabile poiché trasmesso più tardi del solito, i critici hanno apprezzato i numerosi riconoscimenti a nuove serie come “The Handmaid’s Tale”, “Stranger Things” e “This Is Us”, individuando tra i programmi e attori ingiustamente snobbati “The Americans”, “The Leftovers”, “Tredici”, “The Good Place”, Mandy Moore, Ed Harris, Paul Giamatti, Catherine Zeta-Jones, Rami Malek, Lena Dunham, Christine Baranski, Oprah Winfrey, Yvonne Strahovski, Winona Ryder e Seth Meyers. Con 111 candidature complessive, HBO era stata l’emittente i cui programmi sono stati i più nominati nell’edizione 2017, seguita da Netflix e NBC con 92 e 63 candidature rispettivamente.
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Approfondimenti su “The Handmaid’s Tale”, “Veep” e”Big Little Lies”
The Handmaid’s Tale è una serie televisiva statunitense del 2017 ideata da Bruce Miller e basata sul romanzo distopico “Il racconto dell’ancella” (1985) di Margaret Atwood.
La società di Gilead, un tempo nota come Stati Uniti d’America, è governata da un regime misogino ed estremista che auspica un ritorno ai valori tradizionali della società. A capo di Gilead c’è il Comandante, che schiavizza le poche donne fertili rimaste per tentare di ripopolare il mondo. Difred, una delle ancelle del Comandante, cerca di sopravvivere alla crudeltà della società in cui vive e al tempo stesso ritrovare la figlia perduta.
Personaggi principali
June Osborne / Difred, interpretata da Elisabeth Moss
Comandante Fred Waterford, interpretato da Joseph Fiennes
Serena Joy Waterford, interpretata da Yvonne Strahovski
Emily / Diglen, interpretata da Alexis Bledel
Janine / Diwarren, interpretata da Madeline Brewer
Zia Lydia, interpretata da Ann Dowd
Luke Bankole, interpretato da O. T. Fagbenle
Nick Blaine, interpretato da Max Minghella
Moira, interpretata da Samira Wiley
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“Veep – Vicepresidente incompetente” (Veep) è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 2012 sul canale via cavo HBO. In Italia va in onda dal 25 giugno 2014 su Sky Atlantic. Ambientata nell’ufficio di una vicepresidente americana di finzione, è una commedia satirica ideata da Armando Iannucci, che utilizza lo stesso stile realistico, detto cinéma-vérité, già usato nella serie televisiva satirica “The Thick of It” dello stesso Iannucci, trasmessa dal 2005 dalla BBC.
Dopo un episodio pilota del 2011, scritto da Iannucci e da Simon Blackwell, è stata commissionata un’intera stagione della serie. La serie ha debuttato il 22 aprile 2012 su HBO,[3] ed è stata trasmessa nel Regno Unito dal 25 giugno 2012 sul canale Sky Atlantic.
Interpreti e personaggi
Julia Louis-Dreyfus: Selina Meyer
Anna Chlumsky: Amy Brookheimer
Tony Hale: Gary Walsh
Matt Walsh: Mike McLintock
Timothy Simons: Jonah Ryan
Reid Scott: Dan Egan
Sufe Bradshaw: Sue Wilson
Kevin Dunn: Ben Cafferty
Gary Cole: Kent Davison
Silvia Busuioc: Nadia
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Big Little Lies – Piccole grandi bugie (Big Little Lies) è una miniserie televisiva del 2017 creata da David E. Kelley e basata sul romanzo Piccole grandi bugie di Liane Moriarty.
La miniserie, composta da sette puntate tutte dirette da Jean-Marc Vallée, è stata trasmessa dal canale via cavo HBO dal 19 febbraio[1] al 2 aprile 2017.
Celeste, Jane e Madeline sono tre amiche e madri alle prese con i piccoli e grandi problemi quotidiani. Madeline soffre perché la figlia sta crescendo a fianco della nuova compagna dell’ex marito, Jane è una ragazza madre con un trauma alle spalle da superare, mentre Celeste subisce gli abusi del marito. Le loro vite vengono scosse da un brutale omicidio, avvenuto durante una festa di beneficenza per i genitori nella scuola frequentata dai loro figli.
Interpreti e personaggi
Reese Witherspoon: Madeline Martha Mackenzie
Nicole Kidman: Celeste Wright
Shailene Woodley: Jane Chapman
Alexander Skarsgård: Perry Wright
Laura Dern: Renata Klein
Adam Scott: Ed Mackenzie
Zoë Kravitz: Bonnie Carlson
James Tupper: Nathan Carlson
Jeffrey Nordling: Gordon Klein
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L’elenco delle varie categorie con i rispettivi candidati;
Programmi televisivi
Miglior serie drammatica
The Handmaid’s Tale, distribuita da Hulu
Miglior serie commedia
Veep – Vicepresidente incompetente (Veep), distribuita da HBO
Miglior miniserie
Big Little Lies – Piccole grandi bugie (Big Little Lies), distribuita da HBO
Miglior film per la televisione
San Junipero (Black Mirror: San Junipero), distribuito da Netflix
Miglior reality competitivo
The Voice, distribuito da NBC
Miglior varietà talk show
Last Week Tonight with John Oliver, distribuito da HBO
Miglior varietà di sketch
Saturday Night Live, distribuito da NBC
Recitazione
Miglior attore protagonista in una serie drammatica
Elisabeth Moss, per aver interpretato Offred in The Handmaid’s Tale
Miglior attore protagonista in una serie commedia
Donald Glover, per aver interpretato Earnest “Earn” Marks in Atlanta
Miglior attrice protagonista in una serie commedia
Julia Louis-Dreyfus, per aver interpretato Selina Meyer in Veep
Miglior attore protagonista in una miniserie o film
Riz Ahmed, per aver interpretato Nasir “Naz” Khan in “The Night Of”
Miglior attrice protagonista in una miniserie o film
Nicole Kidman, per aver interpretato Celeste Wright in “Big Little Lies”
Miglior attore non protagonista in una serie drammatica
John Lithgow, per aver interpretato Winston Churchill in “The Crown”
Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica
Ann Dowd, per aver interpretato Aunt Lydia in “The Handmaid’s Tale”
Miglior attore non protagonista in una serie commedia
Alec Baldwin, per aver interpretato Donald Trump al “Saturday Night Live”
Miglior attrice non protagonista in una serie commedia
Kate McKinnon, per aver interpretato vari personaggi al Saturday Night Live
Miglior attore non protagonista in una miniserie o film
Alexander Skarsgård, per aver interpretato Perry Wright in “Big Little Lies”
Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film
Laura Dern, per aver interpretato Renata Klein in Big Little Lies
Regia
Miglior regia per una serie drammatica
Reed Morano, per l’episodio Offred di “The Handmaid’s Tale”
Miglior regia per una serie commedia
Donald Glover, per l’episodio Il talk show di Atlanta
Miglior regia per un film, miniserie o speciale drammatico
Jean-Marc Vallée, per Big Little Lies
Miglior regia per un varietà
Don Roy King, per la puntata con Jimmy Fallon del Saturday Night Live
Sceneggiatura
Miglior sceneggiatura per una serie drammatica
Bruce Miller, per l’episodio Offred di The Handmaid’s Tale
Miglior sceneggiatura per una serie commedia
Aziz Ansari e Lena Waithe, per l’episodio Thanksgiving di Master of None
Miglior sceneggiatura per un film, miniserie o speciale drammatico
Charlie Brooker, per l’episodio San Junipero di Black Mirror
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(a cura di Massimo Maugeri)
[Fonti: emmys.com – wikipedia – ansa]
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