Nell’ambito della rubrica “Le città del mondo e la cultura italiana” abbiamo chiesto al direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Sydney, Lillo Teodoro Guarneri, di parlarci – per l’appunto – del rapporto tra Sydney e la nostra cultura (nonché del ruolo svolto dall’IIC che dirige).
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La città di Sydney e la cultura italiana. Intervista a Lillo Teodoro Guarneri, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Sydney
– Dr. Guarneri, che tipo di città è Sydney?
L’Australia è un Paese con uno dei più bassi tassi di densità abitativa del mondo, ma con uno dei più alti tassi di inurbamento della popolazione. Gli abitanti sono pochi e quasi tutti concentrati sulla costa e nelle grandi città. Sydney, con i suoi oltre cinque milioni di abitanti, è la più popolosa ed è anche la capitale economica del paese.
Una città ricca, frenetica con i suoi mille incontri ed eventi, che però consente a ciascuno di trovare facilmente spazi di relax nei suoi tanti musei, nei suoi grandi spazi verdi, in una delle sue bellissime spiagge oceaniche o in una delle deliziose insenature naturali che si trovano ovunque nella grande baia attorno alla quale si sviluppa la città. In questi luoghi i Sydneysiders fanno sport, si incontrano, festeggiano, sempre accompagnati dal take it easy, dal prendere la vita con leggerezza, direi con la giusta filosofia. Del resto questo è un Paese ricchissimo di risorse e con un benessere economico diffuso che comprende tutti i ceti sociali. La parola crisi economica, che purtroppo accompagna gli italiani da decenni, è qui qualcosa di astratto, di sconosciuto. Sydney è una città multietnica, opulenta, dove tutti riescono a trovare un lavoro degno e ben pagato, e dove, purtroppo, è ricominciata una nuova immigrazione italiana. Da qualche anno giovani italiani capaci e ben formati, arrivano in questo Paese, riuscendo, quasi sempre, a inserirsi molto bene, pur mantenendo un forte legame affettivo e culturale con l’Italia. Per dare un’idea più concreta, l’AIRE (il registro degli italiani stabilmente residenti all’estero) del solo Consolato di Sydney conta più di 60.000 nostri concittadini.
La capitale del NSW è una città di recente fondazione, con un passato di forte immigrazione europea, da tempo apertasi al grande continente asiatico ma che ha anche riscoperto, per sua fortuna, l’antichissima cultura dei popoli aborigeni e la sua armoniosa coesistenza con l’ambiente, oggi fonte di importanti e attualissimi insegnamenti.
– Quali attività svolge l’IIC che dirige?
L’Istituto si trova in pieno centro, in una sede di circa 400 m2, accogliente, funzionale, curatissima e che parla dell’Italia in ogni suo dettaglio: dall’oggetto di design, al caffè che offriamo, ai video sull’Italia contemporanea che proponiamo ai nostri visitatori.
Abbiamo una scuola di lingua e cultura italiana, composta da una decina di professori bravissimi e che, a detta di molti, è una delle migliori d’Australia. Nonostante il lockdown il numero di studenti è continuato a crescere e nel 2020 ha raggiunto le 614 iscrizioni. Studenti di ogni età che amano il nostro Paese, e che hanno ben compreso la bellezza e il potenziale di una lingua che veicola una delle più importanti culture del mondo (questione di cui a volte noi italiani non siamo pienamente consapevoli). Il rilevante utile che si ricava dai corsi è poi interamente destinato a finanziare la nostra attività di promozione culturale attraverso i numerosissimi eventi: negli ultimi cinque anni l’Istituto ha organizzato una media di 5 eventi al mese, tra concerti, conferenze, rappresentazioni teatrali, mostre, partecipazione a festival etc. Collegandosi al nostro sito si può avere una panoramica aggiornata della nostra attività : https://iicsydney.esteri.it/iic_sydney/it
A fronte di tale mole di lavoro, il personale dell’ Istituto è esiguo. Lo stesso è però particolarmente motivato e orgoglioso dei risultati che ha ottenuto in questi anni, grazie a un lavoro costante e impegnativo. Oltre ad organizzare eventi in sede (mostre, concerti, conferenze, workshop, etc.,) abbiamo intessuto una serie di relazioni con le più importanti istituzioni culturali locali. Infatti ritengo che il modo migliore di promuovere la nostra cultura sia quello di farlo in collaborazione con i locali: musei, festival, centri culturali. Tale collaborazione è, a mio avviso, l’elemento chiave per evitare un’attività di promozione autoreferenziale e poco efficace. E’ solamente ascoltando gli australiani, e promuovendo progetti condivisi, che si possono raggiungere risultati impensabili se basati solamente sulle nostre forze. Faccio un esempio: nel 2019, in occasione della ricorrenza dedicata a Cosimo I de Medici, invece di organizzare una classica conferenza in Istituto, abbiamo organizzato una giornata di studi, con esperti provenienti da vari Paesi, sui vari aspetti politici, economici e ovviamente artistici della Toscana, prendendo però spunto dal patrimonio pittorico locale e in particolare da un ritratto di Cosimo I realizzato dal Bronzino e presente all’Art Gallery del New South Wales. Da quest’evento è nato poi un dialogo con gli Uffizi, dove è presente l’altro dipinto gemello del Duca, interesse che spero sfoci in una collaborazione permanente. Tramite questa operazione si è così raggiunto un pubblico molto più ampio e si sono create le premesse per relazioni culturali che potranno poi svilupparsi in maniera autonoma e duratura.
L’Istituto ha una competenza territoriale molto vasta che abbraccia ben quattro stati dell’Australia e l’intera Nuova Zelanda. Un’altra delle prioritá è stata quella di decentralizzare l’attività fuori dalla città di Sydney, in territori dove vi è grande sete di cultura italiana a fronte di un’offerta più limitata di eventi. Si sono quindi organizzati eventi nelle zone interne dello Stato del New South Walles, nella capitale federale Canberra, nel Queensland, nei remoti territori del Nord Australia, e in varie cittá della Nuova Zelanda.
La collaborazione con gli attori del Sistema Italia, e cioè con le nostre Ambasciate di Canberra e Wellington, con il Consolato Generale di Sydney e di Brisbane, con l’Italian Trade Agency, con la Camera di Commercio, è stata molto intensa. Si è lavorato molto bene insieme e con ottimi risultati ed è questa una dimostrazione che, mettendo da parte l’individualismo che a volte ci affligge, si possono raggiungere risultati gratificanti per tutti.
E’ importante dire che tutto ciò è stato possibile grazie anche all’impegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (gli Istituti sono infatti degli uffici periferici del Ministero) che ha mostrato, negli ultimi anni, una rinnovata vitalità nel proporre importanti progetti di ampio respiro.
– In che modo, in generale, per quel che le è dato sapere, la cultura italiana si relaziona con la città?
La cultura italiana è presente ovunque, nei tanti musei dove si possono ammirare, come del resto ovunque nel mondo, artefatti etruschi, statue romane, quadri rinascimentali o futuristi, negli edifici più belli di Sydney che si rifanno a canoni estetici italiani o che sono stati progettati da grandi architetti come Renzo Piano o Pier Luigi Nervi. Anche l’iconica Opera House, con la sua prestigiosissima stagione lirica, ospita tante opere italiane e molti direttori d’orchestra e cantanti lirici provenienti dal nostro Paese.
Anche il nostro stile di vita è molto apprezzato: la moda e i prodotti italiani di lusso sono presenti ovunque, circolano tante Maserati e Ferrari e vi sono molte imprese italiane anche in settori chiave come quello delle infrastrutture.
Nel settore culinario poi, non c’è dubbio che la nostra cucina, italiana e regionale, è la più affermata e apprezzata a tutti i livelli, con tantissimi prodotti italiani di alta qualità, con una costante crescita sul mercato. Nel 2020, in occasione della ricorrenza dedicata a Pellegrino Artusi, insieme al Consolato Generale di Sydney e alla locale Camera di Commercio, abbiamo presentato una guida, cartacea e digitale, dedicata ai ristoranti italiani di Sydney che hanno ricevuto il premio Ospitalità italiana.
Infine la nostra lingua. L’italiano è molto studiato a Sydney, con una forte presenza sia nelle tante scuole di lingua private, sia nell’insegnamento come seconda o terza lingua nelle scuole pubbliche e private. Meno forte la presenza dell’italiano nelle Università a causa di una scelta governativa che vuole privilegiare altre lingue qui più spendibili, come ad esempio il cinese. Nonostante ciò a Sydney abbiamo comunque quattro dipartimenti di italiano nelle più importanti università della città.
Infine stiamo lavorando anche per fare conoscere un’Italia meno nota, molto attiva nel campo scientifico, medico, e aerospaziale, e ciò grazie a un lavoro molto intenso svolto e coordinato dalla nostra l’Ambasciata.
– Tra gli eventi organizzati dall’IIC di Sydney, qual è quello che ricorda con particolare emozione e di cui è particolarmente orgoglioso? E perché?
Sono molto contento di tutti gli eventi che ho organizzato in questi anni a Sydney. Ne citerò alcuni per dare una panoramica della promozione svolta dall’Istituto negli ultimi anni.
Per riprendere quanto detto sul contributo del Ministero, inizierei con la partecipazione di Sydney al tour mondiale dei vincitori di Sanremo Giovani 2019. Un concerto memorabile, tenutosi al prestigioso City Recital Hall, con oltre 1700 spettatori di tutte le età e di tante nazionalità, che hanno accolto i dodici artisti italiani, tra cui Einar, Nyvinne, i Deschema, i La Rua, con un immenso calore.
La partecipazione a tanti festival di Cinema con film, attori e registi, come ad esempio Mimmo Calopresti o Laura Bispuri, la presentazione in Istituto del concerto tenutosi all’Opera House e diretto dal Maestro Riccardo Nuti; ma l’evento, sempre in Istituto, con i primi ballerini alla Scala di Milano Nicoletta Manni, e Timofej Andrijashenko.
La mostra su Pier Luigi Nervi, nata dal ritrovamento a Sydney dei disegni originali del maestro con la progettazione di due tra i più bei grattacieli di Sydney svoltasi in collaborazione, negli anni 60, con il più famoso architetto australiano Herry Seidler: un modo anche questo per riscoprire una storia importante quasi dimenticata.
Altri incontri dedicati alla poesia, alla letteratura e alla scienza con giovanissimi ospiti come Maria Borio o rinomati matematici come Piergiorgio Odifreddi, hanno avuto sempre molto successo, ma il progetto culturale che, forse, mi ha più emozionato è stato From Sicily to Peppimenarti: uno scambio di artisti tra due parti “periferiche” dei due paesi, la Sicilia e i Territori del Nord. Due artisti, un giovane italiano – Giuseppe Lana – e la famosa pittrice aborigena Regina Pilawuk Wilson nel luglio del 2019 hanno vissuto e lavorato insieme prima presso il centro culturale Far Cultural Park in provincia di Agrigento (interessante esperimento che usa le residenze artistiche per il rilancio di una zona economicamente depressa della Sicilia) e poi nuovamente, nel mese di settembre, a Peppimenarti nei Territori del Nord, dove una comunità indigena usa l’arte come elemento di aggregazione e valorizzazione della cultura aborigena in un’area “periferica” del territorio australiano. La mia visita a questa comunità aborigena, è stata un’esperienza culturale unica, indimenticabile e che mi ha insegnato moltissimo.
Vorrei anche ricordare che tutti questi eventi, sono stati organizzati insieme ai miei collaboratori: Paola Vertechi, Silvia Gardin, Danilo Sidari e Fabio Pannuzzo. Con loro abbiamo trascorso molte ore dedicandoci appassionatamente alla promozione di eventi culturali che sono stati motivo di soddisfazione per ciascuno di noi e con loro abbiamo cercato di migliorare le procedure organizzative che ci hanno poi molto facilitato nel promuovere il Paese: la cosiddetta Cultura dell’Organizzazione.
– Ci sono progetti in cantiere di cui ci vuole parlare?
La pandemia ha radicalmente cambiato il nostro lavoro.
A Marzo 2020, nel giro di una settimana abbiamo trasformato i nostri corsi di lingua e cultura italiana presenziali in corsi a distanza. Questo fatto, inizialmente negativo, e divenuto poi una importante opportunità per gli studenti che si trovano in altri stati della nostra giurisdizione. Anche quando l’emergenza sarà terminata, i corsi on line resteranno a disposizione per coloro che per lontananza o per altre ragioni non possono recarsi nella nostra sede.
Dall’insorgere della pandemia Covid-19 l’Australia e la Nuova Zelanda sono rimaste completamente isolate e non è stato più possibile invitare artisti e studiosi dall’Italia. Questo ci ha costretto a trasformare molti eventi, coinvolgendo interessanti risorse locali: artisti e studiosi italiani o innamorati del nostro Paese con i quali abbiamo in programma delle attività molto stimolanti, in occasione delle celebrazioni dantesche presso l’Art Gallery of NSW e la Fisher Library, dove organizzeremo un evento dedicato ai preziosi incunaboli e alle copie rare di libri di Dante Alighieri presenti a Sydney. Tra questi una rara edizione del Landino del 1497, contenente un schizzo di una Madonna e un’annotazione che pare possano attribuirsi al Giorgione. Quest’ultima contiene poi delle notizie storiche che potrebbero modificare alcuni aspetti della vita del famoso pittore italiano.
In collaborazione con la Camera di Commercio di Sydney sono in programma anche una sfilata di Moda alla State Library e, in occasione della Settimana della Cucina Italiana, è prevista un’intesa attività di promozione di prodotti italiani di alta qualità: ad esempio degustazione di amari artigianali italiani che valorizzano quest’antica tradizione che affonda le proprie radici nella monachesimo italiano; una lectio magistralis sulla conseguenze positive della dieta mediterranea sull’ambiente, oltre che sul benessere e sulla salute. Vorremmo poi concludere con un bellissimo concerto di fine anno dedicato ai cantautori italiani, tuttavia questi bei progetti potranno realizzarsi solamente se il nuovo, inaspettato, lockdown in atto a Sydney da luglio, terminerà presto, come ardentemente tutti noi speriamo.
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