A volte i sogni si realizzano. Non sempre, ma a volte sì.
Quello di cui discuteremo in questo post è il frutto di un sogno. Un sogno nato da un’immagine e da una grande immaginazione. L’autrice del sogno è Gaja Cenciarelli. L’immagine da cui il sogno è partito è una fotografia di Jerry Uelsmann: quella che vedete qui ritratta nella copertina.
Una donna nuda, in volo. Una donna volante.
Una foto molto evocativa, questa di Uelsmann. Gaja – grandissima estimatrice del celebre fotografo di Detroit – ne è rimasta colpita… e ha chiesto a un po’ di amici (io, tra questi) di condividere le impressioni e le emozioni suscitate dall’osservare questa immagine.
È nato così. In maniera semplice, casuale. Come accade per i sogni più belli. Perché Gaja non avrebbe mai pensato di ricevere così tante adesioni, né avrebbe osato sperare che Jerry Uelsmann in persona le scrivesse per complimentarsi… autorizzandola a utilizzare (gratuitamente) la foto per la pubblicazione del libro.
Sì, perché adesso quelle impressioni ed emozioni sono confluite in un libro edito dalla casa editrice Zona.
Per chi ama la letteratura un buon libro è sempre un sogno. È questo curato da Gaja Cenciarelli è un buon libro: dunque, è un sogno transitato da un sogno… a cui auguro la migliore delle fortune.
Ciò premesso, mi piacerebbe discutere di questo sogno e di questo libro con tutti voi e con la stessa Gaja Cenciarelli (che mi aiuterà ad animare e moderare questo post).
Gli autori coinvolti nel progetto sono invitati a partecipare al post per raccontare la loro esperienza.
E poi una proposta per tutti…
Guardate l’immagine della Donna Volante: che cosa vi evoca?
Vi invito a scrivere un testo (un microracconto o una poesia) sulla base della vostra impressione.
Di seguito, Gaja racconta la propria esperienza… rappresentata anche dall’ottimo book trailer realizzato da Monica Mazzitelli.
È la cronistoria di un sogno: un sogno chiamato Auroralia.
Massimo Maugeri
P.s. Il volume Auroralia sarà presentato sabato 19 dicembre 2009 ore 18.30, a Roma, al caffè libreria Flexi in via Clementina 9 – rione Monti
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AURORALIA. DUE LINGUAGGI, UNA SOLA ARTE.
STORIA DI UN’IDEA
di Gaja Cenciarelli
«United we stand, divided we fall». In altre parole: l’unione fa la forza. Auroralia ne è la testimonianza.
Agli inizi di maggio 2009, sul mio blog ho lanciato un’iniziativa che intendeva coniugare fotografia e scrittura. Chi mi conosce sa bene quanto io ami l’arte di Jerry Uelsmann e quanto le sue immagini siano state – e siano tuttora – una continua fonte di creatività per me. Ho scelto una foto dal suo archivio (Untitled 1987, ribattezzata in corso d’opera “La donna volante”) e ho invitato un gruppo di amici – scrittori, editor, giornalisti, traduttori, poeti, o anche semplicemente amanti dei buoni libri – a scrivere circa tremila battute, in prosa o in poesia, ispirate alla figura femminile sospesa in aria, che si riflette su uno specchio d’acqua.
Ho ricevuto cinquanta pezzi, che ho iniziato a pubblicare in coppia su Sinestetica a partire dal 25 maggio 2009.
Dalla quantità e dalla qualità delle adesioni ho cominciato a sospettare che questa iniziativa mi avrebbe riservato più di una sorpresa, e avevo ragione.
La reazione a catena che si è innescata mi ha, in effetti, stupita. Il passaparola è rimbalzato di blog in blog, sui giornali sono comparsi articoli di una certa rilevanza, Jerry Uelsmann in persona mi ha scritto per manifestare il suo entusiasmo per il progetto, mi ha concesso un’intervista e – cosa più
importante di tutte – mi ha “regalato” la foto della “Donna Volante”, senza che io dovessi pagare un euro di diritti. Da allora in avanti la corrispondenza con Uelsmann non si è mai interrotta. Da lui ho ricevuto anche il catalogo di una mostra organizzata in Cina, corredato da appunti e foto mai pubblicate sul suo sito (www.uelsmann.net).
La misura del successo di Auroralia ci è stata data dall’affollatissimo reading che si è tenuto il 26 giugno 2009 alla libreria Flexi di Roma. Quindici racconti letti dai rispettivi autori, con la foto di Jerry Uelsmann proiettata alle loro spalle, e un pubblico tanto numeroso da riversarsi per la strada. Un evento senza precedenti, se si considera che il reading non prevedeva la vendita di un libro e che Auroralia era ancora un progetto presente solo in rete.
L’ultima creatura nata da Auroralia è stato il booktrailer: un filmato che rappresenta il racconto dei racconti, da un’idea di Monica Mazzitelli che ha saputo interpretare al meglio il senso più profondo delle storie e della foto cui sono ispirate. In questo video, lo spirito di Auroralia è intatto e prorompente.
Le parole, generate dalla visione della “Donna Volante”, tornano alle immagini e a esse si mescolano, a sottolineare che l’arte può parlare linguaggi diversi ma sempre fondandosi sulla base di una mutua comprensione.
Personalmente non credo alle iniziative letterarie che vivono solo sulla rete, perché spesso è lì che restano confinate. Di conseguenza, quando la pubblicazione dei racconti sul mio blog stava volgendo al termine ho cominciato a cercare un editore che fosse disposto a investire carta, tempo ed energie in Auroralia. E la presente antologia è l’esempio più deflagrante dell’importanza della condivisione. Non potrò mai ringraziare abbastanza Piero Cademartori e Silvia Tessitore: perché se è vero che Auroralia ha mostrato fin da subito di avere le carte per qualificarsi come un evento di successo sotto molti punti di vista, è altrettanto vero che senza Zona il cerchio non si sarebbe chiuso.
La forza di Auroralia è, e io ne sono profondamente convinta, il gruppo.
Ormai tutti gli autori che hanno partecipato a questa iniziativa si definiscono le auroraliche e gli auroralici: niente potrebbe rendermi più felice e orgogliosa dell’amicizia e dell’affetto che si sono creati a partire dal 25 maggio.
È un cerchio prezioso di energia positiva.
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Insisto con il concetto di sogno. Lo sapete. È da un po’ che lo faccio.
Credo che fino a quando ci saranno persone in grado di sognare sogni grandi e piccoli (e di lavorare per realizzarli) sarà più facile riuscire a resistere alle brutture del mondo.
Come ho scritto, quello di cui discuteremo in questo post è il frutto di un sogno. Un sogno nato da un’immagine e da una grande immaginazione.
L’autrice del sogno è Gaja Cenciarelli. L’immagine da cui il sogno è partito è una fotografia di Jerry Uelsmann: quella che vedete ritratta nella copertina, sulpost.
Una donna nuda, in volo. Una donna volante.
Una foto molto evocativa, questa di Uelsmann. Gaja – grandissima estimatrice del celebre fotografo di Detroit – ne è rimasta colpita… e ha chiesto a un po’ di amici (io, tra questi) di condividere le impressioni e le emozioni suscitate dall’osservare questa immagine.
È nato così. In maniera semplice, casuale. Come accade per i sogni più belli. Perché Gaja non avrebbe mai pensato di ricevere così tante adesioni, né avrebbe osato sperare che Jerry Uelsmann in persona le scrivesse per complimentarsi… autorizzandola a utilizzare (gratuitamente) la foto per la pubblicazione del libro.
Hanno aderito al progetto (oltre alla stessa Gaja, ovviamente, che ne è l’ideatrice e la curatrice): Silvia Ancordi, Maria Gabriella Bartocci, Mario Bianco, Isabella Borghese, Mario Borghi, Cristina Bove, Andrea Bruni, Elisabetta Bucciarelli, Carlo Cannella, Alex Cartoni, Melania Ceccarelli, Enzo Ciampi, Fabio Ciriachi, Giulia Colavolpe Severi, Gaia Conventi, Anna Costalonga, Laura Costantini, Lina Dettori, Pasquale Esposito, Loredana Falcone, Cristiana Danila Formetta, Gemma Gaetani, Giovanna Giordani, Enrico Gregori, Franz Krauspenhaar, Silvia Leonardi, Fiamma Lolli, Andreina Lombardi Bom, Domenica Luise, Anna Mallamo, Sabrina Manfredi, Carmine Mangone, Nina Maroccolo, Rossana Massa, Massimo Maugeri, Stefano Mazzoni, Isabella Moroni, Paola Pioppi, Massimo Rainaldi, Giuseppe Selo, Francesca Serafini, Marco Simonelli, Carlo Sirotti, Simone Tempia, Lucia Tosi, Giusto Traina, Chiara Valerio, Monica Viola, Alessandro Zannoni, Giovanna Zunica.
Ne è venuto fuori questo libro (edito da Zona):
http://www.editricezona.it/auroralia.htm
Come ho scritto sul post mi piacerebbe discutere di questo sogno e di questo libro con tutti voi e con la stessa Gaja Cenciarelli (che mi aiuterà ad animare e moderare la discussione).
Gli autori coinvolti nel progetto sono invitati a partecipare al post per raccontare la loro esperienza.
E poi una proposta per tutti…
Guardate l’immagine della “Donna Volante”: che cosa vi evoca?
Vi invito a scrivere un testo (un microracconto o una poesia) sulla base della vostra impressione.
–
Cara Gaja, magari potresti ritrovarti il materiale per “Auroralia 2” 🙂
@ Monica Mazzitelli
Complimenti per il bellissimo booktrailer.
A proposito… il libro in questione si chiama “Auroralia” e sarà presentato sabato 19 dicembre 2009 ore 18.30, a Roma, al caffè libreria Flexi in via Clementina 9 – rione Monti.
Accorrete, amici romani! Accorrete! 🙂
Mi fermo qui e lascio la parola a Gaja… alla quale chiedo – in prima istanza – di spiegarci il perché del titolo.
Gaja, perché “Auroralia”?
(rima involontaria)
Tanti auguri per questo libro, con una copertina sognante e bellissima! E tanti auguri alla curatrice Gaja Cenciarelli e ai molti autori (tra i quali noto con piacere il nome di Massimo e quello di molti amici di Letteratitudine)!
*
E già che ci sono accolgo l’invito di Massimo e scrivo subito (al volo!) un haiku ispirato dall’ immagine di copertina:
*
Luminescenti
i sogni del risveglio
d’acque riflesse.
*
Bel tema e bella la foto dai colori così riposanti. Non posso subito scrivere ciò che provo, le impressioni e riflessioni per me devono sedimentare un po’ prima che io le possa esprimere.
MI fa molto piacere ritrovare Gaja Cenciarelli, penso che sia lei, per una così bella occasione. Non so se si ricorda di me ma frequantavamo e abbiamo entrambe pubblicato anni fa con lo stesso editore di Roma.
Un caro saluto. Se volesse contattarmi, autorizzo Massimo a darle la mia mail.
Claudia Marinelli.
Prima di essere un racconto, il mio è stato un dono per Gaja. L’ho pensato per lei e per il suo blog. Per me rimane un fatto “privato”. Istintivo e senza mediazioni intellettuali. Come succede quando scrivo per la rete.
Un abbraccio a Gaja, a te Massimo e a tutti i componenti di Auroralia. Buon Natale e che questo lavoro sia di buon auspicio per un luminoso 2010 per tutti.
un abbraccio
Elisabetta
@ Caro Massimo, sono tornata da Milano con la febbre, tuttavia come resistere ad un invito così alato…? Davvero stimolante l’idea di Gaja Cenciarelli, alla quale plaudo.
Grazie per l’originale convocazione.
Anch’io contribuirò con un haiku:-
***
Sogno di luna
luce di madreperla
sulla battigia.
***
Spero di poter ritornare sul blog, intanto, colgo l’occasione per augurare a te e a tutti gli amici, un sereno S. Natale e fecondo Nuovo Anno 2010.
Tessy
Buongiorno,
raccolgo volentieri l’invito di Massimo ad intervenire.
Gaja sa che con Auroralia mi ha tenuta a battesimo. E’ e sarà sempre la mia madrina. Ho scritto il mio racconto alle 6 di mattina come fosse una pagina di diario, prima di cominciare ad imbiancare casa, e l’ho spedito dopo averle chiesto via mail se potevo partecipare. Scrivo per il piacere di scrivere e il pensiero di pubblicare su carta era lontano ma Gaja ha reso qs. sogno di carta. Per me è stata una sfida personale prima che un libro: non avevo mai scritto racconti o letto in pubblico. La sera del primo reading il mio unico obiettivo era finire quanto prima, ero agitatissima (Gaja era pronta a sostituirmi) e so di aver letto da schifo. Per me Auroralia è stata una sfida personale ad alcuni miei limiti, l’inizio di un percorso, un sogno diventato carta e l’aver incontrato persone belle e speciali che restano e vanno oltre qs. fantastica avventura. Grazie a Massimo Maugeri per questo bel post e grazie a Gaja per tutto ciò che sa. E grazie anche a Zona: è appena arrivato il pacco con le copie che ho ordinato.
Buona giornata.
Ci si vede stasera alla Flexi. ;o)
Silvia
Brava signorina Cianciarelli, ha fatto davvero un bel lavoro, non sapevo fosse così importante, dovrò cercare di ingraziarmela.
@Grande Tessy. Torna da Milano dove ha ricevuto l’ennesimo premio letterario. E con questo siamo arrivati a cento.
Caro Massimo, che dire? Sono profondamente commossa e ti sono grata per questo meraviglioso articolo che hai dedicato ad Auroralia. Più bello ed esaustivo non sarebbe potuto essere.
Tu mi chiedi del sogno.
Quando ho iniziato a chiedere i racconti agli amici ero ben consapevole di star chiedendo a persone che sapevano scrivere. Mai, nemmeno per un attimo, ho pensato che queste scritture potessero limitarsi al web. L’idea di trasformarle in libro è nata praticamente con l’iniziativa. E poi, certo. Uelsmann che mi scrive, Uelsmann che si complimenta, Uelsmann che mi *concede l’uso gratuito della sua foto*. E tutto il resto, tutta l’infinita valanga di bellezza che è venuta dopo, una sorta di reazione a catena, mi ha lasciato senza parole. Lì, davvero, ho avuto la certezza che ciò che si era realizzato era un sogno, e non solo un mio progetto.
Un sogno collettivo, però. Ci tengo a sottolinearlo.
Quel che ho scritto nell’introduzione lo ribadisco qui: “United we stand, divided we fall”. L’unione fa, e ha fatto, la forza. Senza tutte queste persone che hanno creduto in me al punto tale da concedermi le loro parole, il sogno non si sarebbe realizzato. È su questo punto che voglio concentrarmi [e ringrazio Elisabetta per averlo detto]: la *fiducia*, l’affetto che tanti mi hanno dimostrato scrivendo per me. La scrittura come fatto privato, intimo, come regalo, come vincolo e simbolo di solidarietà. Io non posso e non potrò mai dimenticare che persone come Elisabetta non ci hanno pensato su due volte. Il gesto è stato tutto.
Silvia, con il suo intervento, mi ha commosso doppiamente. In alcuni casi, come nel suo, è stato un battesimo. Sono *felice* di aver dato un mio piccolo contributo in questo senso. E dice bene anche lei: Auroralia è diventata qualcosa che va al di là del libro e dell’iniziativa in sé. È diventata una sorta di marchio di appartenenza a una cerchia di affetti e di amicizie che, a mio avviso, sono un altro di quei doni inaspettati che arrivano, talvolta, insieme alla scrittura.
Massimo, tu mi chiedi come è nato il nome. Il nome è stato trovato da Fiamma Lolli e da Alfredo Fagni: mi auguro che intervengano nei prossimi giorni per dire la loro. Oggi sono a Roma, e senza collegamento. Molti autori, oggi, saranno impegnati in questa splendida trasferta.
Claudia: certo che mi ricordo di te. È un piacere ritrovarti.
Ringrazio Subhaga Gaetano Failla e M. Teresa Santalucia Scibona per i bellissimi haiku e per il loro apprezzamento.
Di sicuro ho dimenticato qualcosa, e in questo caso, dovrete sopportare qualche altro mio intervento.
Massimo, a te il mio ringraziamento e il mio abbraccio più affettuoso. Per aver partecipato e per aver dedicato tanto spazio al *nostro* libro.
Zappilla, grazie assai. Se vuole cominciare a entrare nelle mie grazie dovrebbe iniziare scrivendo correttamente il mio cognome e, possibilmente, anche il mio nome (con la J, eh? :P)
per il momento mi viene da dire soltanto una cosa, detta e ridetta. non sono esperto di fotografia, non conoscevo jerry uelsmann. ma appena mi è arrivata la foto “ispiratrice”, ho avuto un minuto per rimanere folgorato e 14 minuti per scrivere il racconto. lo mandai a gaja in un quarto d’ora, insomma, dicendole “o così o niente”. è andata così. e, a furia di “così”, questa antologia è diventata un cult. per merito di tutti quelli che vi hanno preso parte a qualunque titolo. grande esperienza. irripetibile!
Un’esperienza originale: le attività creativa sono per loro natura individuali, qui si è trovato un modo imprevedibile di fare gruppo attraverso il comune interesse per la scrittura. La motivazione del partecipare è stata…partecipare !
Ptimaditutto ringrazio Gaja per avermi offerto l’ opportunità di conoscere l’arte di Uelsmann, esserne affascinata, aver potuto prendere ispirazione da quella foto così suggestivamente bella!… Questo ha ispirato il mio intervento in versi, su Auroralia.
Adesso, poi, avere anche la possibilità di toccare con mano in cartaceo l’Antologia che ne è stata tratta, mi fa sentire fiera di aver partecipato.
Grazie ancora, Gaja. Di tutto.
ecco… auroralia rappresenta la mia prima volta su carta da libreria… dopo (troppi) anni di carta da giornalaio.
E per questo non smetterò mai di adorare Gaja :-))
Quella foto (folgorante, è vero) a me, però, ha sempre provocato rabbia. Lontana dal mio concetto di estetica mi suggerisce tutta un’aria di morte.
E di morte mi è venuto da scrivere.
Però come fare a non essere ironici quando si parla di morte?
E così è andata, sollevando pareri discordissimi, ma dandomi la possibilità di conoscere gente straordinaria, persone che riescono a farmi volare anche più in alto della donna di Uelsmann.
Mi piacerebbe che su questo post intervenissero anche persone che non fanno parte degli “auroralici”.
Mi rendo conto che non è facile; è come se -da maggio scorso- quell’immagine non appartenesse più alla collettività, ma solo a chi vi ha guardato dentro e attraverso.
Enrico Gregori dice di aver scritto il suo racconto in 14 minuti, spinto dall’ispirazione dell’immagine.
Enrico ha scritto un racconto che cambia di significato ogni volta che lo rileggo e che è stato eletto dagli stessi auroralici a miglior racconto (giocandosela all’ultimo respiro con il racconto “esplosivo” di Anna Mallamo).
A “Il filo spezzato” di Gregori sarà dedicato un altro booktrailer che stanno realizzando gli amici del mio gruppo teatrale Argillateatri, ma io penso sempre che Auroralia potrebbe essere una sceneggiatura frammentata, che basterebbe legare insieme i personaggi per fare un lungometraggio magico…
La Metro Goldwin Mayer è avvertita…
Cristina: tu hai regalato ad Auroralia una poesia splendida. Densa, forte, senza fronzoli né sbavature. Si mantiene in volo, come la donna di Uelsmann. Sono io che devo ringraziare te, lo sai.
Isabella: mi riallaccio ai ringraziamenti che ho appena scritto a Cristina. Tu, per esempio, sei una di quelle persone senza le quali Auroralia non sarebbe diventata così grande e così “contaminata”, nel senso più positivo del termine. Un paio di mesi fa ho avuto l’idea di lanciare un’ulteriore iniziativa, di cui Massimo era al corrente (anche lui ha espresso la sua preferenza), ovvero quella di “eleggere” il racconto più rappresentativo di Auroralia. Una “votazione” (notare sempre le virgolette) che sarebbe stata riservata agli autori dell’antologia. Ne è uscito vincitore il racconto di Enrico, distaccando di una sola lunghezza lo spettacolare “L’angelo esploso” di Anna Mallamo. Se non ci fosse stata Isabella Moroni, a mettere a disposizione uno staff di professionisti volontari per la realizzazione di questo secondo booktrailer, la mia idea starebbe sguazzando nel magma dove sguazzano le altre tremila idee che mi vengono ogni giorno: ossia, nel mio cervello. Invece anche questo diventerà realtà.
Magari, prima o poi, ne faremo un film! Io comincio a ruggire… 😀 [Grazie, Isabella, di cuore!]
Enrico: confermo tutto quanto hai scritto, anche le virgole e gli spazi tra una lettera e l’altra. unica e irripetibile! [ah, sì è vero: lo hai scritto in sette minuti e mezzo ;)]
Enzo: io ho sempre sostenuto che la forza di Auroralia fosse la condivisione. Sono molto contenta che tutti i partecipanti abbiano – per l’appunto – condiviso il mio pensiero. Aggiungo che sono molto felice anche perché ci sono tutte le persone che volevo ci fossero. Diversamente avrei sentito questo libro meno *mio*.
Tanti auguri a Gaja ed a tutti voi per il progetto e per il libro. La foto è bellissima, mi dà un forte senso di libertà.
Volare al di sopra di tutto, specchiandosi sull’acqua.
Liberarsi dai legacci e guardarsi davvero per come si è. Grandioso.
Auroralia ha fatto rete anche alla Fiera del Libro di Roma. Allo stand di Zona molti di noi hanno celebrato la prima uscita ufficiale del libro. E’ stata una festa, la stessa che è cominciata quasi per gioco sul blog di Gaja. Una festa nella quale a danzare sono state le parole. La pubblicazione sul blog avveniva in coppia ed io ho avuto il piacere di “danzare” con Sabrina Manfredi. Sono stati momenti forti ed assai diversi da qualunque altra esperienza di scrittura. Non tutti sono stati rapidi come Enrico. Io ho “sfruttato” un incontro che avevo avuto nelle settimane precedenti. Il personaggio è reale e mi ha accompagnato anche in “Roma per le strade”. L’ho rivisto in questi giorni. Sta bene, a modo suo. Gli ho detto dei racconti. Non sono sicuro che abbia capito, ma ha tentato di ripagarmi con un sorriso. Tuttavia il mio dono l’avevo già ricevuto nel momento in cui Gaja mi ha chiesto di partecipare.
Un caro saluto a tutti gli amici di Letteratitudine.
Massimo, oggi alla Flexi ci mancherai.
Sono felicissima di aver partecipato ad Auroralia. Ho partecipato unicamente per l’amicizia che mi lega a Gaja. Anzi, se posso dire, una delle molle del suo progetto è stata proprio l’amicizia: da questa catena di affetti – e di affinità – si è sviluppato poi il resto.
Affinità, dicevo: quando Gaja mi ha invitato a partecipare al progetto, prima ancora di conoscere Uelsmann e la sua Donna Volante, stavo già scrivendo un testo che poteva davvero esserne ispirato…
Ogni bene per stasera a tutti gli altri amici auroralici!
Non conosco l’antologia e, se avessi saputo che veniva presentata oggi a Roma, sarei sicuramente andata alla presentazione. Comunque spero che Gaja ne farà altre di presentazioni e che lo farà sapere con qualche giorno di anticipo.
Che posso dire della foto? Che è bella, bellissima, particolare… lo avete già detto in molti visto, è vero e condivido in pieno.
Una donna che vola in effetti fa sognare. L’uomo non può volare se non con l’aiuto di velivoli nella realtà. Quello che sempre mi stupisce è la nostra capacità di sognare, e di realizzare in qualche modo i nostri sogni. Gli uomini e le donne, da tempi immemorabili, hanno sognato di volare e poi ad un certo punto della nostra Storia, lo hanno realizzato per davvero. Ogni giorno mi stupisco a pensare che questo nostro cervello, così piccolo, così leggero (pesa più o meno un chilo) possa essere capace di così grandi creazioni.
L’immagine della donna nuda, liberata da ciò che la veste, che vola su di un lago incontaminato, in una luce che forse attribuirei ad un crepuscolo, mi ha fatto pensare alla grandezza dell’uomo, capace di sognare e di cercare di realizzare i suoi sogni anche i più improbabili. E nel fare questo è solo, perché l’idea, il momento creativo e il sogno, sono tutte esperienze solitarie, è grande ed è unico.
Nella foto vola una donna, e la donna è anche madre, è lei che porta in grembo i figli, dunque la realizzazione dei sogni è strettamente legata all’universo femminile.
Grazie Gaja per questa importante iniziativa.
Claudia.
Grazie mille, intanto, a tutti gli intervenuti.
@ Gaja
Cara Gaja, sono io che ringrazio te. I sogni condivisi sono i più belli. Non è per essere mielosi… è la verità.
Chi riesce a sognare e a condividere campa meglio e fa campare meglio gli altri.
Brava! ;-))
@ Gaetano e Tessy
Belli i vostri haiku. Grazie a voi!
@ Maria e Claudia Marinelli
Bella la vostra interpretazione dell’immagine. Va nella stessa direzione…
@ Salvo Zappilla
Ma che combini, gaffomane che non sei altro… 🙂
Un saluto affettuoso agli altri amici: Elisabetta Bucciarelli, Silvia A., Enrico Gregori, Vincenzo Ciampi, Cristina Bove, Isabella Moroni, Anna Costalonga…
@ Eventounico
Caro Evento, mi mancate anche voi… ma con il pensiero e con il cuore ci sarò anch’io alla Flexi…
Ricordo che “Auroralia” sarà presentato oggi 9 dicembre 2009 ore 18.30 (ovvero, tra meno di un’ora), a Roma, al caffè libreria Flexi in via Clementina 9 – rione Monti.
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Naturalmente sarebbe bello leggere i vostri resoconti della presentazione…
Aspetto i contributi degli altri Auroralici e di tutti voi…
Un buon sabato sera a tutti.
@ Ma no Massimo. La signorina Cianc…pardon… Cenciarelli sa bene che la stimo incondizionatamente, ha un senso dell’ironia strepitoso, scherziamo spesso su Facebook, spero solo che un giorno mi autorizzi a darle del tu.
Ho partecipato ad Auroralia con enorme piacere. Vedere come da una specie di gioco nato sul blog di Gaja sia piano piano cresciuta una vera opera compiuta, finita in un libro, in qualche modo benedetta dallo stesso Uelsmann, con tanto di trailer e presentazioni sparse per il Paese, è stata un’esperienza indimenticabile.
Quanto al mio racconto (“Carolina, no”) nasce dall’idea di bellezza del corpo femminile, e dalla difficile (ma possibile, eventualmente anche attraverso il sogno) percezione di tale bellezza da parte di chi lo possiede.
Forse un tema difficile per me, in quanto maschio, e forse non pienamente riuscito. Mi ha stupito soprattutto che il mio finale sia stato interpretato da molti indiscutibilmente come un suicidio. Nelle mie intenzioni non è necessariamente così: quello di Carolina è solo un tuffo, in realtà aperto a molteplici soluzioni (potrebbe essere solo l’inizio di un liberatorio bagno nel lago, forse, ma solo forse, un suicidio o forse solo il sogno di un tuffo o di un suicidio).
E’ il lettore che deve scegliere, oppure scegliere di non scegliere e lasciare aperte tutte le possibilità.
Il racconto è nato così, semplicemente guardando la foto e tentando di immaginare da dove potesse scaturire e dove poteva portare: lavorare sulle immagini mi è sempre piaciuto e in fondo ho imparato ad ispirarmi ad esse proprio dal primo mio racconto, nato su questo blog di Massimo per un gioco di letteratura & immagini (suggerite da Miriam Ravasio) un paio di anni fa (“L’arte che si scrive: immagini e racconti” ).
Mi spiace opggi non essere alla Flexi: sono appena arrivato a casa dopo una giornata densa di impegni e non ce l’ho proprio fatta.
Approfitto quindi per un saluto a Gaja e a tutti gli auroralici, compagni di questa straordinaria avventura, attraverso questo post.
Dimenticavo di dire che il titolo del racconto è anche un omaggio ad una canzone, raccolta in uno dei miei dischi preferiti di tutti i tempi; questa:
http://www.youtube.com/watch?v=RDKckGKRtRA
quando ho scritto il mio raccontino, l’ho fatto perché gaja comunica sicurezza, gioia…è gaja, insomma! chi andava a pensare allora tutte le tappe che questa straordinaria avventura ha toccato e toccherà! oggi a venezia è nevicato copiosamente, ho ripensato con tenerezza al mio piccolino in compagnia con altri 49 racconti, con la sua “neve” miracolosa. così mi è scappata una poesia, quasi una chiosa al racconto.
auroralia è quello che dice il nome: un inizio, per lo meno per me. l’immagine è per me simbolica della libertà e del viaggio. libertà inizio viaggio: tutte queste cose riconducono alla scrittura. grazie sempre a gaja e grazie a massimo, compagni in questo inizio.
Per me è una donna che fugge da qualcosa. Un donna in corsa che riesce a librarsi in aria.
Complimenti per il progetto-libro.
Grazie Massimo! Sono molto felice e grata che tu abbia dato spazio non solo a questa splendida costruzione letteraria ma anche al mio booktrailer, sei stato molto gentile!!
Credo che questa antologia vada ben oltre la somma dei suoi componenti, ha un valore aggiunto in più…
La presentazione di “Auroralia” avvenuta ieri sera alla Flexi e condotta da Gaja è stata una sorta di happening. C’era poco di programmato, insomma, e l’evento essenziale è stato la presenza “in carne e ossa” dell’antologia pubblicata da “Zona”.
Alcuni autori sono arrivati a Roma da altre regioni d’Italia e questo la dice lunga sul grado di coinvolgimento per una “collezione” di racconti e poesie che è sempre stato massimo anche quando “Auroralia” era “semplicemente” una kermesse letteraria ospitata nel blog di Gaja.
Per questo, è stata decisamente ottima l’improvvisazione di fare leggere i loro racconti ad Anna Mallamo (arrivata dalla Sicilia) e a Mario Borghi (dalla Sardegna). Le due isole dell’arcipelago “Auroralia”, come ha sottolineato Gaja.
Altra brillante improvvisazione è stata quella “poetica”.
Su “Auroralia”, infatti, ci sono anche delle poesie. Poche ma grandi.
E’ stato bello, quindi, ascoltare Carmine Mangone nell’interpetazione della sua poesia. Un crescendo lirico, fino alla schioppettata finale. Gli chiedo scusa per qusta definizione a braccio, ma non essendo io esperto di poesia non mi viene in mente di meglio.
Peccato che, per impegni e malanni, non fosse con noi l’editore. Ma Silvia e Piero (non sembri un luogo comune) erano lì grazie alla presenza dell’antologia che “Zona” ha curato nei minimi particolari.
Ci hanno creduto da subito, quelli di “Zona”. Hanno seguito la pubblicazione sul blog di Gaja e hanno poi investito amore e denaro per realizzare il progetto cartaceo.
Che il risultato possa ripagarli di tutto quello che hanno fatto.
Complimenti per il libro e l’iniziativa.Non conoscevo Uelsman.Ho visto il suo sito col link e l’ho trovato pieno di interessanti foto.Volevo chiedere a Gaja Cenciarelli perché ha scelto proprio questa foto.Cosa è che la colpita più di altre?
A me la cosa che più colpisce della foto non è la donna volante ma il suo riflesso sull’acqua.Guardando quel riflesso vedo una donna morta sotto il pelo dell’acqua.Mi devo preoccupare:)
Ornella, non preoccuparti. Alcuni di noi hanno visto anche di peggio (o di meglio) in quella foto. Mi sembri perfettamente in tema, ma devi raccontarci la storia di quella donna. 🙂
la donna morta sotto il pelo dell’acqua può, lungo i meandri della nostra mente, richiamare ophelia di john millais, comunque shakespeare. forse.
Ornella, ciao. Grazie dell’apprezzamento. Sono felice che l’arte di Uelsmann abbia colpito anche te. Per me è meravigliosa.
Mi hai chiesto cosa mi ha colpito di più: ebbene, il grande senso di libertà che mi ha trasmesso. Io ho sempre visto quella donna volare. Né in stallo, né sul punto di precipitare. Solo volare, felice, libera, compiuta.
E mi interessa molto conoscere le reazioni degli altri, invece. Se non fosse stato così non avrei lanciato l’iniziativa, a maggio. Quell’Auroralia che poi è diventata libro.
A Claudia vorrei dire che la presentazione è stata ampiamente pubblicizzata ovunque, già da tre settimane – più o meno. La prossima è prevista per il 14 febbraio 2010, ma ne darò notizia, salvo complicazioni, a tempo debito.
a tutti gli altri, grazie di cuore.
Buona domenica sera a tutti.
Intanto un ringraziamento a Carlo e Lucy per i loro interventi.
(E un saluto al pittorico renoir).
@ Enrico
Grazie per il “reportage”…
Dalle tue parole colgo spunto per salutare i “regionalici-auroralici” Anna Mallamo e Mario Borghi…
Grazie anche a Lucy, che ci scrive da una gelida Venezia…
@ Ornella Geraci
Be’, particolarissimo il tuo sguardo sulla foto… :-))
Ma come dice Evento: “devi raccontarci la storia di quella donna”.
Provaci, dài…
Carissima Gaja, dài notizia di tutte le successive presentazioni di Auroralia anche qui (se puoi).
Ma dimmi di ieri, se hai tempo: come è andata, secondo te?
Massimo, ti scrivo qui quello che oggi ho postato anche su FB, che poi sarebbe ciò che scriverei comunque:
“Non ho mai assistito a una presentazione così “sui generis” come quella di ieri sera. Né da relatrice, né tra il pubblico. E me ne rendevo perfettamente conto, mentre parlavo. Merito dello spritz? In parte :-). Io sono così di natura.
In verità ero molto contenta, per una serie di motivi: innanzi tutto, Auroralia è diventata libro. E questo, per me, è un traguardo che mi ripaga di tutte le fatiche, le frustrazioni, i dubbi avuti strada facendo. Mai, nemmeno per un attimo, sin da quando ho lanciato l’iniziativa ho pensato che potesse essere confinata solo e unicamente al web. Ho *sempre* avuto in testa la determinazione che Sinestetica dovesse essere una testa di ponte. E così è stato, anche grazie a Silvia e a Piero – ossia, grazie a Zona.
Ieri sera ho risparmiato ai presenti la solita solfa: come e perché e quando è nata Auroralia. Cosa e perché e quando sono successi gli eventi più rilevanti. Non ha più importanza. Importa solo che ora esista un libro.
L’emozione vera è stata toccare con mano, nei miei abbracci, *quanto* questa antologia fosse amata. Anna Mallamo è venuta dalla Sicilia, Mario Borghi dalla Sardegna. Emozionati, loro più di me. Non lo avrei creduto possibile. Mi è parso doveroso – anche nei confronti del pubblico (che così avrebbe potuto ascoltare due racconti magnifici) – che leggessero i loro pezzi. Sono stati applauditissimi, così come Carmine Mangone, con la sua meravigliosa “Cerchi sull’acqua”.
Le novità di Auroralia sono la realizzazione del booktrailer basato sul racconto più rappresentativo della raccolta (“Il filo spezzato”, di Enrico Gregori). Per questo ringrazio Isabella Moroni.
La prossima presentazione del 14 febbraio nella nuova libreria di Giulia Dattilo.
Attualmente, sul prestigioso lit-blog «Letteratitudine», di Massimo Maugeri, è in corso un dibattito sui sogni che diventano realtà, proprio in relazione ad Auroralia: http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/12/19/un-sogno-chiamato-auroralia/
Altre presentazioni sono in programma o nelle intenzioni di molti.
Chiunque voglia ne può organizzare una. Non è importante che ci sia io, bastano un paio di autori, anche solo uno. Da parte mia, mi attiverò per promuovere l’evento [e sapete ormai che sono una schiacciasassi sotto questo punto di vista :-)].
Sono felice di aver condiviso con voi questa avventura. Ci tengo a sottolineare che *non è mai stata un gioco*, per me. Mai. L’importanza di Auroralia è data anche dal silenzio di alcuni. Un silenzio che assorda, e che mi fa sorridere.
L’esperienza di condivisione mi ha portato a conoscere, a osservare, a capire molte persone e molte cose, ma soprattutto me stessa. È stata fondamentale per me: un banco di prova per il mio carattere. Brutto, bello. Non ha importanza. È il mio, e me lo tengo stretto.
Ora Auroralia deve volare, insieme con la donna di Uelsmann.
Io, invece, devo fare del mio tempo la cosa più preziosa possibile: e scrivere.
Non c’è niente di più importante per me. D’ora in poi sarà la mia priorità.
Grazie a tutte e a tutti.”
Certo massimo, se vorrai te le comunicherò con un certo anticipo (anche per darti modo, chissà, di partecipare…;))) lo spero davvero, visto che sei un autore!)
(Off topic…)
A proposito di sogni…
Juventus-Catania 1-2
:-))
–
Una piccola (e forse inutile) soddisfazione per una città che è in fondo alla classifica di serie A e a quella della “qualità della vita” stilata da Il Sole 24Ore
Grazie, cara Gaja… comunica le date con un certo anticipo (magari in una di queste riesco anche a fare un salto).
E grazie per aver riportato le tue impressioni della presentazione di ieri anche qui…
Evidenzio questa tua frase: L’esperienza di condivisione mi ha portato a conoscere, a osservare, a capire molte persone e molte cose, ma soprattutto me stessa.
Come sai la “condivisione” è la filosofia di questo blog. Ci credo moltissimo. Credo che ce ne sia molto bisogno, oggi (io, almeno, ne sento il bisogno).
Se c’è la possibilità mi piacerebbe che parlassimo dei booktrailer: quello realizzato da Monica Mazzitelli e quello nuovo sul racconto di Enrico…
Due parole sull’esperienza derivante dalla loro realizzazione (anche se il secondo deve ancora essere relizzato).
–
@ Monica Mazzitelli:
Cara Monica, ci diresti due parole se puoi… ?
Di chi è la voce fuori campo? E la protagonista del video?
Io lo so… (intervieni anche tu, dài…)
Forza!
🙂
Mi sono dimenticato di inserire le minibio delle due principali anime auroraliche: lo faccio adesso…
–
Gaja Cenciarelli
(Roma, 1968)
http://www.sinestetica.net
Laureata in lingue, traduce dall’inglese narrativa e saggistica. Fa parte della redazione di “La poesia e lo spirito”. Suoi racconti sono apparsi sulle riviste Accattone e Carta, su Nazione Indiana e in alcune antologie. È caporedattrice di Vibrisselibri. Ha pubblicato “Il cerchio” (Edizioni Empirìa, 2003) e “Extra Omnes. L’infinita scomparsa di Emanuela Orlandi” (ZONA, 2006).
–
Jerry Uelsmann
(Detroit – USA, 1934)
L’autore di Untitled 1987, la foto a cui sono ispirati gli scritti di Auroralia e che ne illustra la copertina, ha insegnato fotografia e arte all’Università della Florida. In quarant’anni ha realizzato oltre cento personali, negli Stati Uniti e all’estero. Sue immagini sono parte delle collezioni permanenti del Metropolitan Museum of Art e del Museum of Modern Art di New York, del Chicago Art Institute, del Victoria and Albert Museum di Londra, della Bibliotheque Nationale di Parigi, dell Tokyo Metropolitan Museum of Photography, del National Museum of Modern Art di Kyoto e del Museum of Photography di Seul.
Altra notizia…
Per ogni copia venduta di “Auroralia”… 1 EURO verrà devoluto a: “LIBERA. ASSOCIAZIONI, NOMI E NUMERI CONTRO LE MAFIE”
http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1
Infine… vi invito a sfogliare il booktrailer in pdf del libro:
http://www.editricezona.it/pdf%20per%20la%20rete/AuroraliaShort.pdf
Bravissimi! Meravigliosa l’idea di condividere un sogno volante…vi seguo come se mi tuffassi, anch’io, in quello specchio.
In bocca al lupo e Buon Natale ad Auroralia!
Ripropongo la domanda/invito del post:
Guardate l’immagine della “Donna Volante”: che cosa vi evoca?
Vi invito a scrivere un testo (un microracconto o una poesia) sulla base della vostra impressione.
Per stasera chiudo qui: auguro a tutti una buona domenica sera, una serena notte e un buon inizio settimana.
Massimo, Monica mi ha detto di essere intervenuta ieri, ma che il suo commento risultava ancora in moderazione!
Sì, piacerebbe anche a me che chi interviene, oltre agli autori ovviamente, raccontasse quello che gli/le evoca la foto di Uelsmann.
Massimo, la condivisione è alla base di Auroralia. Auroralia è un progetto collettivo, è un libro di tutti. Non mi stancherò mai di dirlo. A partire da Uelsmann, che mi ha concesso i diritti della foto (senza la quale non sarebbe stato possibile realizzare quella strepitosa copertina), Auroralia è stata una sorta di sogno che si è realizzato!
E solo e unicamente grazie alla condivisione!
@ Gaja e Monica
Arghhh! Nella fretta invece di “approvare” il commento di Monica (finito in moderazione… mi scuso, ma ci sono problemi con il filtro antispam) credo di averlo cancellato 🙁
Ho già scritto a Monica per scusarmi.
–
Cara Monica, intervieni di nuovo se puoi… scusa ancora.
Un saluto anche a Simo e ancora buonanotte a tutti.
C’è un sogno che faccio spesso.
Non è proprio volare, è camminare a mezz’aria.
Ed è il sogno di prima, di prima che gli anni e i chili mi arenassero nel cumulo di sogni e di insoddisfazioni.
Questa donna che vola è la bambina che mi accompagna nei sogni da quando ero bambina, quel fiore che non è sbocciato e che aspetta ancora di volare
Il filo che mi cuce è racchiuso dentro il pensiero di un anonimo, che in quanto tale è più globale di una sola identià, cioè è nessuno e perciò “ognuno” e se è questo può essere tutti. Mi riferisco alla citazione, che ho già utilizzato come seconda di copertina al mio primo libro “Lo specchio Albino” edito Aletti, e che è “Tutto quello che s’immagina è reale, di reale non c’è che l’immaginazione”. Potrei anche fermarmi, che certe parole assemblate racchiudono universi, come queste appunto.Io però amo anche l’arte, e quindi la fotografia, e credo da sempre che tutto questo sia comune all’espressione,tremila battute mi confinano, ma vorrei provarci, quando mi succederà ancora di essere me stessa fino a questo punto? Grazie Massimo,margherita
Perso nei sogni,
di quello che resta,
nel ricordo
che pulsa e strugge,
torna ed evapora
come il fluire dell’acqua
avvolta dall’abbraccio delle sponde
Nel mio abbraccio,
racchiusa in me, dentro
E i tuoi occhi chiedevano di volare
oltre l’amore
oltre, per sempre
Ora,
il tuo volo si riflette nei miei occhi
nell’infinito che ti racchiude
ma non ti contiene
Lo accetto
e sorrido
al tuo volo di amore riflesso
mi chiedete di parlare del booktrailer-in-progress…
al momento è una sorpresa anche per me.
ho lasciato il racconto di Enrico nelle mani di Ivan, Carlo, Brunella e Adriana.
Li consocerete.
E’ un gruppo di teatro che si è formato quest’estate in Puglia durante uno dei più bei laboratori intensivi che abbiamo mai fatto con Argillateatri.
Da allora si lavora molto insieme mettendo in comune le varie professionalità.
Così lo storyboard lo disegnerà Carlo Gori (pittore e uomo di teatro), le riprese ed il montaggio saranno di Brunella Petrini, fantastica creatrice di oggetti teatrali con i più imprevedibili materiali di recupero e videomaker, la regia sarà di Ivan Enzo Cozzi ed Adriana Tardio, da Lima (Perù) lavorerà con loro per mettere a punto tutto quello che manca.
Io aspetto.
Poi anche con Gaja seguiremo la loro sceneggiatura e il loro lavoro.
Sarà una grande sorpresa… anche perchè sugli aquiloni io ho una piccola storia esotica da raccontare… una storia che sa di zafferano e polvere di vetro.
maria: hai scritto delle parole bellissime e toccanti, secondo me. grazie per la tua testimonianza. credo proprio di capirti.
margherita: provaci, sì. sono davvero interessata. mi appassiona ancora e mi appassionerà sempre leggere quello che le foto di uelsmann riescono a suscitare. grazie, ti leggerò volentieri.
olivia: ti ringrazio di cuore per questa creazione. vedo che l’arte di uelsmann non smette di ispirare… dunque non ero la sola ad aver voglia di scrivere ogni volta che vedevo (e che vedo) una sua foto.
isabella: non vedo l’ora di iniziare. Mi avevi parlato di questo laboratorio estivo… sono entusiasta! sapevo di avere in te una complice affidabile, professionale e seria!
Non era proprio la serata giusta, ma qualcosa mi ha incuriosito. Almeno la prima parte del nome Aurora(lia) mi appartiene. ho guardato la foto e, magia, mi sono sentita parte della foto stessa. almeno per un attimo mi sono sentita veramente libera. Una sensazione meravigliosa.
Grazie.
Aurora
e te saluto, isabe’! ce mancheno li mostriciattoli de rambaldi e stamo a posto 🙂
Ho partecipato con entusiasmo all’iniziativa, con un racconto autobiografico. Era un momento particolare della vita di Gaja, quando mi sono apprestata a scrivere, che mi ha rammentato un’esperienza dolorosa affine ed ha risvegliato il ricordo netto di una sensazione realmente vissuta. La notte che seguì la giornata in cui morì mia madre, ognuno interpreti come vuole la mia percezione…sentii nettamente come se il suo corpo sorvolasse il mio fino a raggiungerlo, in senso orizzontale ed in modo parallelo e mi alitasse sul viso. Io non credo a fenomeni paranormali, sono piuttosto concreta e materialista. Ho un animo piuttosto ironico e non ho interesse per tutto ciò che non sia provato scientificamente. Mi tengo a doverosa distanza anche dalle religioni, sono agnostica. La donna volante di Uelsmann e le sollecitazioni di Gaja ( suo vissuto incluso) hanno riportato alla mente un’illusione, onirica e …patetica (forse): che un corpo di donna morta abbia una destinazione oltre il nostro finito, sgravato dal dolore e dal peso di un’esistenza al termine e librarsi, bello come in gioventù, in una dimensione diversa. Quella notte io sentii un respiro caldo sul viso. Chissà che cosa fu: desiderio disperato di mamma? Sogno di un ulteriore congedo?Reale momento in cui l’animo (se non l’anima) si stacca dal corpo e può, per poco, sostare dove l’amore la chiama? L’amore…per me è una romantica carnalità. Sono passionale ed algida nel contempo. Oscura e solare. Dolce e terribile e ne sono consapevole. Chi mi conosce, lo sa.Ne è nato il racconto di un tormentone, nel quale mia madre mi trascinava, in vita, legato ai suoi sogni ricorrenti ed alle sue paure. Mia madre, lei sì, sensitiva, a volte animale nel percepire la realtà. Annusava la realtà profonda delle cose, senza uno schermo culturale che, spesso, guasta la sincerità delle sensazioni “a pelle”.
Per lei ed in lei e su Auroralia “Sogno di essere nuda”. Premonizione?
Ed io,io… che cosa e chi sogno?
Aurora: hai avuto la stessa sensazione che ho avuto io, la prima volta che ho visto questa foto. Una sensazione dirompente… perciò ho voluto condividerla con tutti i miei amici. Ovviamente non tutti hanno reagito come me, ma era questo il bello! capire, sondare, vedere dove si poteva arrivare. è stato istruttivo e importante!
rossana: autobiografico o no, quali che siano state le motivazioni, hai scritto un gran bel racconto.
Tardi, ma arrivo. E senza leggere i commenti precedenti.
Quando Gaja ci ha invitate, a me e Lory, a partecipare con un racconto alla sua iniziativa non abbiamo avuto il benche’ minimo dubbio. La foto e’ splendida e quanto sia evocativa lo hanno dimostrato cinquanta (50!!!) racconti e poesie, uno piu’ bello dell’altro. Per quanto riguarda il nostro, Tu, come tutte le altre, raccontarne la genesi e’ complesso come sempre quando si tratta della nostra scrittura. Le nostre cose sono facili (anche piacevoli, ci dicono) da leggere, ma la loro nascita ai piu’ appare incredibilmente complessa. Abbiamo guardato la foto, ciascuna separatamente, poi ci siamo incontrate in uno dei nostri lunedi’ creativi, e abbiamo scoperto che tutte e due avevamo avuto l’idea di qualcosa di magico. Il lago come entita’ dispensatrice di qualita’, di sogni realizzati, di desideri. E la donna come postulante. Perche’ le donne desiderano, molto, e spesso non sanno difendersi dalla forza dei propri desideri. La donna del nostro racconto forse immagina che cio’ che otterra’, dopo essersi offerta al lago come ad un amante riottoso, sara’ diverso da cio’ che realmente vuole. Ma non si tira indietro. Anzi, si lancia, si leva in volo, si tuffa nella realizzazione di cio’ che ha chiesto. Esattamente come facciamo io e Lory davanti ad un progetto di scrittura. E, mai come questa volta, il tuffo e’ stato… inebriante 🙂
Ma quella donna volante sono io!
Bello, sì! Così! Via tutto….i vestiti, i pensieri, le preoccupazioni, le ansie, i “troverò mai un cacchio di lavoro che mi permetta l’indipendenza??”, i “perchè cavolo sono amica di tutti e amante di nessuno?”, i “che ci sto a fare in questo mondo?”.
Via tutto.
Libertà assoluta.
Un tuffo nell’ignoto senza la zavorra della paura.
Sì, sì, quella sono io.
O meglio vorrei essere io.
Sono io nei miei sogni.
Poi apro gli occhi e sono ancora incatenata alla realtà.
A me è venuto in mente questo.
–
Nuda sopra il paese,
nudo,in volo.
Nuda specchiarsi sull’acqua,nuda.
Nuda come un nudo uccello,in volo,che remiga,
felice,tra il bianco e il nero.
Nuda,quasi una nuvola,
cruda,luce,natura….
Nuda carne di nuvola.
I miei complimenti a Gaja Cenciarelli per questa splendida iniziativa,bellissima l’idea di usare l’immagine per lo spunto dei racconti,anche solo suggestioni,ma in fondo tutto parte da un immagine che talvolta fotografiamo soltanto con gli occhi del cuore.Bello questo cerchio di energia nato il 25 maggio-grande data,mio compleannno…-.un grande futuro ad Auroralia e alla sua creatrice e a tutti i cogenitori!!
p.s.A me ha ispirato questo,spero non sia troppo lungo.
baci a Massimo
Auroralia
Io viaggio oggi giorno. Qualche volta capitano più viaggi in una giornata sola, perciò è fondamentale che io mi organizzi. Devo pianificare, fare una tabella di marcia, come quelle che stanno appese nelle sale d’aspetto. Orario d’arrivo, orario di partenza, tempi di percorrenza, tipo di trasporto e soste previste.
Se devo stare tante ore, mi porto da mangiare, io preferisco il cibo preparato da me a quelle cose confezionate. Poi devo pensare a come “ammazzare” il tempo, ma non mi piace questa frase, questo modo di dire. Insomma a me il tempo piace e ho stima di lui, e di ammazzarlo non ne ho proprio voglia. “Trascorrere” nemmeno lo preferisco. “Tras-correre”, siamo sempre tutti di fretta,e io sono un tipo calmo. “Tras-lentere” il tempo, anche “in-trattenere” il tempo, questo sì che mi piace. Cerco di tenermelo stretto il tempo io, non mi faccio distrarre tanto facilmente, “trattengo in” me le ore che passano e le sento battere al posto del cuore. Tic tac come un orologio. Mi avvicino lenta al vetro della finestra, mi basta prendere un pochino di rincorsa, poi via!
Fluttuo, mi avvito, qualche volta sto ferma nell’aria, come un colibrì, mille battiti di cuore mi tengono immobile a mezz’aria. Respiro e il vento copre il mio corpo, come una dea sospinta. E’ allora che ti vedo,fra le montagne e i laghi, giochi a nascondino,dietro un sasso d’acqua e una branchia di ricordo, ti sto braccando,come aquila solitaria ti punto e attendo. L’incognita ci unisce e ci disegna nuovi,ancora un corpo, né io né te. Altro. Brandelli di carne e sangue al morso dei venti, leggeri, senza più peso,cavi come un utero che attende il seme che darà il frutto. L’anima nuda aspetta l’amore. E’ solo nel momento in cui mi getto, mi tuffo fra le tue braccia, come in uno specchio deforme fuggi via, bugiardo sentimento. Immagine che svanisce come molecole di mercurio infranto, inutile tentare di ricomporle. Mi asciugo le penne al vento,è solo un altro volo. Mi giro verso il cuscino, e tu sei già al lavoro.
Francesca Giulia Marone
Laura: come ho detto sabato sera, alla presentazione, quando ho chiesto ad alcuni amici di partecipare sapevo già che il risultato non poteva essere altro che superiore alla media. ;)))
Grazia: mia cara, anche tu hai respirato tutta la libertà che la donna volante ha comunicato a me. Sarà un caso che, finora, solo le donne abbiano avuto questa impressione? un abbraccio affettuoso.
Davide: è molto bello questo mettersi a nudo di un uomo. Molto. Ti ringrazio di cuore.
Francesca Giulia: sono davvero impressionata (nel senso più positivo del termine) dalla tua riflessione sulle parole. In particolare sulle parole che meglio descriverebbero il tempo. “A me il tempo piace e ho stima di lui e di ammazzarlo non ne ho proprio voglia”. Un nucleo attorno al quale ruota tutto il racconto: in verità, *il* nucleo attorno al quale ruota la vita di ognuno. Ti ringrazio, Francesca. Trovo questa storia bellissima, cruda, vera.
@Gaja ringrazio io te,di cuore, aver condiviso questo momento di interpretazione della scrittura dona senso ad ogni mio sforzo,sono felice che il mini racconto ti sia piaciuto.Il tempo per me è una piccola grande ossessione, viene fuori da quasi ogni cosa che scrivo….E la foto che hai scelto è non solo bellissima,ma fortemente evocativa del tempo e lo spazio,volare e restare immobili allo stesso tempo,praticamente impossibile nella realtà, ma nel sogno…..
un bacione
Francesca: “Il tempo per me è una piccola grande ossessione, viene fuori da quasi ogni cosa che scrivo”. Ecco perché mi è piaciuto tanto il tuo racconto. 😉 È la stessa piccola grande ossessione che ho io. E trovo che quella foto abbini magnificamente sia il tempo che lo spazio. Ti abbraccio, francesca.
Complimenti agli auroralici, in particolare agli amici e conoscenti coinvolti nell’iniziativa!
pinuzzo, mio grandissimo pinuzzo! grazie assaje assaje! so che mi hai seguito e sostenuto e che continui a farlo. :*
àmoti, gaja! 🙂
Il fatto di non essere un caso da psicanalisi mi conforta.:-)Ma non chiedetemi di raccontare che non è cosa mia.Belli i racconti e le poesie che ho letti.
il titolare di questo blog sta abilmente facendo passare sotto silenzio il fatto che lui stesso è uno degli autori che compare nell’antologia “Auroralia”. Perché non ci racconta lui le sue emozioni e cosa ha ispirato il suo racconto? 🙂
pinuzzo, àmoti profondamente anch’io, tu sàilo! 😀
già, massimo: tu devi raccontare questa esperienza, assolutamente!
In volo
Emergi dall’acqua…
come gabbiano dispieghi le ali
Dirigi il tuo volo verso spazi aperti
Incombono nubi…
rallentano il tuo anelito di libertà
Sdoppiata,rimani incerta
tra il richiamo dello spazio infinito
e l’acqua avvolgente del grembo materno.
Per me quella non è una donna volante, è una donna che vuole abbracciare il mondo. E il mondo è cielo-acqua-e-terra. Provate a vederla così. Non è bellissima? 🙂
Guardate come allarga le braccia, come le tiene aperte. E’ una donna che ama, che non ha paura di mostrarsi per come è. Per questo è nuda.
E’ una donna-madre che abbraccia il mondo-figlio.
Federico
Di sé vedeva solo il ginocchio piegato sull’altro, avvolto nel bianco di una flanella tenue.
E la punta della scarpa.
Dondolante, all’altalena soave di quel tardo pomeriggio autunnale.
A sinistra le case basse di pescatori, divise in gruppetti da viottoli che parevano ruscelli.
Come si vedevano quarant’anni prima.
Dall’altra parte, unicamente l’opalescente vapore della sigaretta.
Bianca, senza filtro, schiacciata e ospitata tra le dita.
E più in basso, sul tavolino del bar all’aperto, l’inutile caffè che l’aspettava da mezz’ora.
Ordinato per giustificare la vista del passeggio.
In mezzo al pecorame che affollava la strada, aspettava di rintracciare una altura, nella piana ignobile di musi informi e pitturati.
Una donna, magari sconosciuta, ma che avesse qualità di gemma.
Era di ritorno da Lampedusa dove, importando diciassette tonnellate di terra e cinquantatre alberi con le radici avvolte nel cartone, aveva trasformato il butterato tufo attorno alla casupola di Cala Greca in un’oasi mediterranea. E il tugurio di pastori, demolito e ristrutturato, in una rotonda piccola reggia minoica. Vermiglia e nera.
Così, chiudendo gli occhi, figure di cespugliose aloe, di meravigliose marziane agavi, di puntute aquilarie, alte sul mare turchino, piatto tra le fusate colonne del rosso peristilio, gli si confusero con il biondo ricordo di Eleonora.
Ai suoi fianchi morbidi e tondi, alle lunghe gambe agili, ai grandi occhi dalle ciglia fitte.
Una fulva antilope.
Nuda e veloce nel fuggirgli. E improvvisa a ricomparire. Fresca di risate sprizzanti.
Con lei, un mese intero di passione felice; giustificato da bugiardi impellenti lavori in quella casa isolana. A Marella e ai loro due figli.
Affetti… (strano: per la prima volta non avvertì alcuna colpa) fiacchi ed ormai intollerabili.
Ma, osservando la tazzina solitaria sul tavolino, sentì d’essere lui stesso come quel caffè: la schiuma ridotta ad uno stretto perimetro castano, mentre più enorme s’allargava il vacuo di un pozzo scuro.
Gli venne d’alzarsi.
No! doveva restare invece.
Prima di rientrare, doveva esporsi ad un valico, ad una transizione.
Qualcosa che l’aiutasse a traghettare dalla meraviglia di Eleonora alla banalità di Marella: dall’incanto alla noia, dalla violenza della gioia all’altra della necessità.
Solamente per questo era salito a Taormina. A guardare il passeggio.
Su quel tratto del corso, infatti, tra dondolanti bruti e scosse chiocce, ogni tanto appariva una rara forma di bellezza femminile.
Guarendo di colpo lo sfregiato splendore del panorama. E a lui, il cuore disabitato.
Questo aspettava, seduto al tavolo di quel bar.
Gamba cavalcioni, sigaretta a destra, gomito poggiato vicino al caffè.
E nuovamente gli parve d’avere solo quarant’anni.
Chiuse gli occhi per un momento. Già pronto a riudire le ultime battute di Eleonora.
Ma sentì altre voci.
– Non immaginavo ch’avesse a soffrire tanto…
– È un edema cerebrale… Comunque, per sicurezza, almeno una radiografia. Mi creda.
– Ma come si fa, dottore?
– Occorrerebbe un ricovero.
– Ma dove?
– In una clinica… in un ospedale…
– Forse, certo… Ma come si farà ad andare ogni giorno da una punta all’altra della città?! Ogni giorno… poi.
Ora avrebbe dovuto aprire gli occhi, ritornare ad osservare la strada e il passeggio.
E sganciarsi dallo strano torpore di quel bisbiglio incoerente.
Ma non gli riuscì.
Alle altre voci se ne aggiunse una nuova invece.
– Buongiorno… sono Leonardo Cangialosi. Il figlio dell’ingegnere…
– Piacere, dottor Campisi.
– Finalmente Leo … sei venuto.
– Ciao Orietta. Come sta papà?
– Glielo dica lei dottore.
– La situazione è gravissima. Per coscienza, dovrebbe essere trasportato in un centro attrezzato. Lo dicevo poco fa a sua sorella… Qui in casa si può fare poco… O, se volete, non far nulla, e lasciarlo in pace. Quanti anni ha?
– Ottantadue… ottant… Quant’anni ha papà, Orietta?
– Non lo so. Ma sino a ieri stava benissimo. Ma com’è che da un momen…?
– Scusate signori. Io dovrei andare. Che volete fare allora?
– Non lo so. Tu che dici Leo?
– Non so…
Improvvisamente un profumo speziato gli riempì il respiro e lo sospese in una lunga apnea.
– Buongiorno. Ciao Orietta.
– Ciao Marzia. Dottor Campisi, le presento Marzia mia cognata.
– Piacere.
– Piacere. Ma scusate dov’è il dottor Leanza? Leo, dov’è Leanza?
– In vacanza, credo.
– Ma come “in vacanza”? Ma che medico è, se parte all’improvviso senza segnalare un sostituto!
– Marzia, non cominciare, per favore… Ognuno ha gli affari propri.
– Sì, sì. Gli affari propri… un medico che si fa gli affari propri! Dottore, ma secondo lei, mi può sentire?
– Non credo, è già in coma… o quasi.
– Non credo… quasi… non so…
– La perdoni dottore… mia moglie è sempre dannatamente impulsiva. Marzia…! Marzia! ma che stai facendo? Vorresti parlargli?! Parlare con uno che è mezzo… e pure chinata su di lui… Così gli togli l’aria!
– Sta zitto, per favore!
Gli arrivò più forte un vapore di cannella mescolata a chissà che. E una voce morbida. Uguale a quella di Eleonora.
Quasi uguale.
– Ehi… ingegnere… (…) (…) Ciao ingegnere. Ciao Federico. Ma che fai non mi saluti? Non mi riconosci? Smettila e non scherzare! Chi sono io? (…) (…) Eh, chi sono io ?
Gli parve che quella voce (e il volto, e il corpo di quella voce), s’alzasse in aria. Ed Eleonora, come una carta da gioco lentamente scoperta, si voltasse sopra di lui.
Poi, che lo osservasse (e se in quel preciso istante, lui l’avesse chiamata amore, lei avrebbe ribattuto con la solita frase che lo faceva infuriare: “Bugiardo. Io sono il tuo giocattolo. Preferito, ma soltanto un giocattolo…”).
E per questo l’avrebbe afferrata; tenendosela stretta al petto; impedendole di fuggire. Poi fissandole gli occhi avrebbe ribattuto sibilando: “No… tu la mia gioia sei…! la giovinezza e la gioia… giovinezza disperazione e gioia sei tu! Tu: l’amore mio”).
Respirò profondamente ogni particola dell’Eau Diptyque che l’evaporava dal levigato della pelle.
E sorrise.
– Avete visto che mi sorride! visto che mi riconosce…! Federico, dillo a questi chi sono io… dillo, ti prego.
Spalancò di colpo gli occhi.
E rapidissimo si trovò a ispezionare il passeggio.
Ecco… la perla che accordava il mare con la terra.
Si girò. La donna era bionda. Non passeggiava per il viale, ma stava seduta al tavolino accanto.
E in quel momento s’era chinata a raccogliere qualcosa, forse la borsetta, in terra.
Stranamente vicina, quasi china su di lui.
E inavvertitamente lo sfiorava coi capelli; profumata dello stesso incenso di Eleonora.
Ora sì che poteva andare.
Avendo trovato una bionda ragione per perdonare la vita: vociante galera foderata di grugni.
Sì! poteva andarsene. Abbandonando per sempre il tenebroso caffè e il traffico della via.
Con in mente l’ombra di Eleonora, o della bellezza nuda, sospesa in cielo.
Così si sollevò, e s’alzò in volo anche lui.
Caro Massimo,
intanto un ringraziamento personale, perché essere qui dopo un anno circa di assenza, è un grande piacere. Ritrovo amici come Subhaga e Maria Teresa, che saluto con affetto. Sempre qui ho conosciuto Evento Unico, e tu – soprattutto – che, insieme a loro, mi hai supportato per una causa giusta e ancora, purtroppo, infinita: il Tibet. E insieme a questa sposandone altre, e poi altre ancora.
Il ruolo dello scrittore non è mai scisso dagli eventi storici circostanti. Il suo ruolo deve confondersi soprattutto con “gli ultimi”. Ciononostante, questo “vizio” di eticità può essere facilmente frainteso, laddove immaginazione e creatività non collimino con la più profonda sostanza umana.
“Io sono ciò che scrivo”: lo ripeterò sempre.
Apparentemente il mio racconto “Annette” – incluso nella bellissima antologia curata da Gaja (e vorrei precisare: tornare qui in nome di Auroralia è significativo per me) – di valenza etica può sembrare dimentico, sospeso com’è nei suoi voli metafisici. Tuttavia, anche nel metafisico ritroviamo sempre forti porzioni e ombreggiature di realtà.
La curiosità di una raccolta antologica è proprio questa. La bellezza di Auroralia, poi, consiste nel suo variegato dispiegamento di interpretazioni e letture, visto che ogni autore si è dovuto confrontare su un’immagine che metafisica e surreale lo è di suo.
Una grande prova. Una grande scelta “La donna volante”. Un lavoro di passione e amore quello di Gaja e degli autori che ha chiamato all’appello.
Sono grata a Gaja, perché mi ha insegnato a essere più veloce e stringata nel comporre uno scritto (mi definisco un bradipo); il suo rigore; la sua passione; la sua pazienza.
Ringrazio tutti gli auroralici – la maggior parte che ho conosciuto sono tutte persone splendide; chi ha creduto in me oltre Gaja (Monica Mazzitelli:-). E naturalmente, ma già l’ha fatto Gaja, Silvia Tessitore e Piero Cademartori.
Sicuramente Auroralia è una geografia letteraria italiana che ha unito molti destini diversi… Una vera ricchezza.
Un forte abbraccio collettivo, e perdona la lungaggine Massimo!!!
Grazie, grazie davvero…
Nina Maroccolo
Massimo, che cosa evoca la suggestiva immagine di copertina dell’antologia “Aurolalia”? Per me, evoca la vita.
Di primo acchito avevo pensato a Madre Natura, ma poi, ripensandoci un attimo, mi è saltata in mente l’dea che raffiguri appunto la vita. D’altra parte, da dove proviene la vita? Dalla donna, regina della Natura.
Sono simbologie. Ma la vita è tutta una simbologia.
A proposito, Fernando Pessoa direbbe ch’è sì una simbologia, però “confusa”.
Un saluto cordiale, A. B.
Un ringraziamento a Maria Zimotti e a Margherita…
@ Monica Mazzitelli
Ehi, Monica… mi sono accorto solo adesso di aver recuperato correttamente il tuo commento finito in moderazione.
E’ datato domenica, 20 dicembre 2009 h. 1:53
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Ragazzi, ho proprio bisogno di una vacanza.
🙂
Saluti e ringraziamenti anche a Olivia, Isabella, Aurora e Rossana…
E ancora a Grazia, a Laura, a Davide, a Francesca Giulia (che bel raccontino, Fran…!)
Un saluto a Giuseppe D’Emilio e a Ornella…
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Ornella, fai ancora in tempo a cambiare idea :-))
@ Enrico e Gaja
Sul mio microraccontino auroralico…
Be’, a me quell’immagine ha fatto venire in mente una donna in libertà che si lascia alle spalle pesi e un passato divenuto insopportabile.
Ho immaginato una donna che si era innamorata di un uomo che si era innamorato del potere…
Quest’uomo diventa un politico importante… troppo importante per potersi dedicare – come lei vorrebbe – alla famiglia e a lei stessa.
Il breve racconto narra – con la voce della protagonista – di un disagio divenuto insostenibile, con una scelta finale che vi sarà nota solo se acquistere e leggerete “Auroralia”.
😉
@ Mauriel e Vale
Grazie di cuore anche a voi.
@ Salvo Montalbano
Benvenuto su Letteratitudine e grazie per aver partecipato al post con questo bel racconto con un finale… sospeso in cielo: “Con in mente l’ombra di Eleonora, o della bellezza nuda, sospesa in cielo.
Così si sollevò, e s’alzò in volo anche lui”.
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Questo Salvo Montalbano non ha nulla a che vedere con Camilleri, eh…
@ Nina Maroccolo
Mia carissima Nina, bentornata su Letteratitudine (torna più spesso, se puoi… e sentiti sempre a casa tua).
Gli amici di Letteratitudine ricorderanno senz’altro il tuo impegno a favore dei monaci tibetani.
Ti faccio tanti complimenti per la performance sul video…
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Sul video Nina ha un ruolo importante: recita e – se non sbaglio – la bella voce melodiosa che canta… dovrebbe essere proprio la sua.
Un ringraziamento e un saluto anche all’amico Ausilio Bertoli.
Mi piace la tua visione della donna volante come Vita e Madre Natura. Proprio bella!
Ripropongo “l’invito” del post a beneficio di chi volesse partecipare e non l’ha ancora fatto…
Guardate l’immagine della Donna Volante: che cosa vi evoca?
Vi invito a scrivere un testo (un microracconto o una poesia) sulla base della vostra impressione.
–
Forza, gente!
Non siate timidi. 🙂
Per oggi chiudo qui: auguro a tutti una serena notte.
librarsi al sommo spazio
terra nel ventre
acqua sugli occhi
e braccia tese
aperte sulle nuvole
e sul riflesso dell’esistenza
che non sono una poetessa lo so bene.
che nessuno, dunque, osi prendermi in giro per quanto scritto sopra 🙂
Ciao Massimo, ciao a tutti.
Interessante il lavoro fotografico, decisamente bello anzi. Ammiro soprattutto l’abilità che ha saputo rendere la luce di quelle particolari condizioni climatiche. La donna “volante” mi piacerebbe che fosse un’aquila a volo radente. MA è troppo in basso per esserlo. A meno che non sia proprio la valenza metaforica del soggetto, dalle sconosciute intenzioni, l’elemento di maggior traino della fotografia (a parte il puro piacere estetico di guardare una cosa bella, è chiaro) e che catapulta sullo stesso l’ inevitabile interesse dell’osservatore.
A me sembra che si stia preparando per un tuffo nelle acque sottostanti, e trovo quell’atmosfera da brughiera irlandese davvero affascinante come il ricordo di certe belle canzoni vecchiotte e mai completamente retrò, oppure certe giornate al mare, quando il tempo minaccia pioggia in maniera indefinita e non si decide a “cadere”.
Avrei una domanda per Gaja Cenciarelli: vorrei sapere perché la raccolta di tanti diversi punti di vista, ti dà il peso e la misura del loro esatto contrario, ovvero dell’unità generatrice di forza alla quale allude l’epigrafe in inglese. Mi piacerebbe molto avere una tua risposta.
Ciao, a presto
MAril
Tanti complimenti per l’idea e per la sua realizzazione.
@Letizia io personalmente non mi sognerei mai di prendere in giro chi con coraggio e sincerità esprime qualcosa di sè, e al di là del professionismo,chi può dire quanto e cosa arrivi al cuore di chi legge?perciò,detto ciò, i tuoi versi mi sono molto piaciuti!
un abbraccio
@massimo grazie,un caro saluto anche a te,sono felice che il mio micro raccontino abbia suscitato un moto di piacere!Seguirò le prossime iniziative di gaja con molta attenzione,mi ispira assai come persona….
@Letizia. Al tuo confronto Alda Merini è una schiappa.
Cerco di rispondere a tutti, e mi scuso per l’assenza:
mauriel: grazie. trovo molto bella e, soprattutto, molto “fotografica” la tua creazione. molto attinente all’immagine della Donna Volante. Sono felice che ti abbia ispirato questi versi.
vale: quello che dici tu, della Donna che abbraccia il mondo, è una sensazione che hanno avuto altri lettori. Non molti, a dire il vero. La maggior parte ha vissuto questa foto come drammatica, mistica, tragica. devo confessare che io sono tra quelli che hanno “visto” dietro il volo della Donna il distacco dalla realtà che la opprimeva e la addolorava. ma la tua interpretazione dà speranza, ed è bella e confortante per questo.
salvo montalbano: un vero e proprio racconto. ne sono lieta e lusingata. oltre che emozionata. mi piacerebbe sul serio raccogliere queste creazioni in una sorta di Auroralia 2 – fuori tempo massimo. Tra l’altro trovo molto bella e coinvolgente la tua storia.
nina: grazie a te di aver partecipato, e di aver reso – insieme agli altri – Auroralia quello che è e che è diventata. la tua strepitosa voce, la tua interpretazione hanno dato *veramente* un tocco di classe al booktrailer. questo è quel che penso da sempre e lo ribadisco qui.
ausilio: sono d’accordo. è la vita che urla la sua presenza al mondo, al cielo e alla terra. amo pessoa, ti sono grata per questa citazione.
letizia: la tua poesia è bellissima. come potrei prenderti in giro. la chiusa è formidabile: “riflesso dell’esistenza”. sei stata davvero cara a partecipare a questa ispirazione. mi associo, del resto, a quanto scritto da francesca giulia. [che ringrazio: sarò felice di avere una lettrice attenta come te].
maril: hai scritto “brughiera irlandese”? ecco, qui si apre il mio cuore. l’irlanda è la mia seconda patria. ci sono stata sei volte, sono laureata in letteratura angloirlandese. copincollerò il tuo commento da qualche parte, prima o poi ;))
rispondo subito alla tua domanda, peraltro interessantissima: perché non importa la diversità di vedute, importa che ci sia stata l’ispirazione a generare quei racconti. importa la potenza ispiratrice, quale che sia il risultato. Io volevo capire se le foto di Uelsmann avevano un senso letterario solo per me, io ero *convinta* che così non fosse, e infatti avevo ragione. Ognuno ci ha “visto” uno spicchio di sé, una storia diversa (non m’importava, per esempio, che fosse la stessa storia che avevo in mente io), ma la sorgente, la fonte inesauribile di tanti racconti è solo una. (spero di essermi spiegata ma sono a disposizione per qualsiasi altro chiarimento).
Renato: grazie mille. Spero che i racconti ti piaceranno.
Zappill… ehm, Zappulla: sìsì, puoi darmi del loro! 😀
l’amicizia e la stima verso gaja non mi hanno permesso di rifiutare l’invito di scrivere qualcosa sulla foto della donna volante, ma non ho scritto un racconto nè una poesia, solo pensieri di getto che la foto mi trasmetteva.
se avessi lontanamente sospettato il futuro di questa operazione, mi sarei impegnato a bestia per non sfigurare, magari mi avrebbero votato come racconto migliore, magari avrebbero fatto il booktrailer sul mio testo, magari mi avrebbero portato in trionfo dall’appennino alla sila…
però gaja ha accettato il mio testo, mi ha accolto con la sua solita grazia, mi ha ringraziato nemmeno avessi fatto chissà cosa.
è una gran cosa l’amicizia. a volte, nell’editoria, non sai proprio che fine le abbiano fatto fare.
un saluto al padrone di casa e a tutti gli ospiti.
alessandro/merisi/nick corey/zannoni
perdonate gli pseudonimi, ma io non mi ci raccapezzo più, quindi chissà gli altri…
Per me la donna volante è la donna cannone di De Gregori.
“Tutta sola verso un cielo nero nero s’incammino”.
Ma dopo quel cielo nero, ecco la luce che illumina la donna in volo in tutta la sua bellezza.
Nel buio si precipita, nella luce si vola http://www.youtube.com/watch?v=PLSvkz5E33o
a gaja e francesca: grazieeee, siete splendide 🙂
bello il tuo racconto, francesca
–
salvo, non mi toccare la grande ALDA 🙂
@Gaja.
Ancora complimenti di cuore, per questo bellissimo progetto, che aggrega, stimola lo spirito di condivisione di tante persone, amici o semplici conoscenti desiderosi di esserci.
La donna volante di Uelsmann a mio parere lascia libero sfogo, si presta a innumerevoli interpretazioni e sollecitazioni; esprime libertà, vita, morte, levità, desiderio di spazi senza confini. E’ uno specchio in cui ognuno può riflettere la propria anima. (A me ha ispirato questo breve racconto sotto, l’ho postato come piccolo contributo al dibattito, non so se c’azzecca ma spero sia gradevole) E tu sei una donna di grande intelligenza perchè sai ridere di se stessa.
PS. Complimenti anche per la foto con i capelli a caschetto di banana. Uno schianto! Ti chiederò l’indirizzo del parrucchiere.
LA RAGAZZA DAI RICCIOLI BIONDI
Bella. Due gambe lunghissime, un fisico da fotomodella e una cascata di riccioli biondi. Me la ritrovai addosso uscendo dal mio ufficio. “Oh, scusa! Sono il solito imbranato”.
Non disse nulla, sorrise, si avvicinò e mi baciò sulla bocca. Dopo il primo momento di stupore le domandai chi fosse.
Sorrise e non disse nulla.
“Ti ho chiesto chi sei”.
Sorrise ancora e sparì tra la folla senza che mi fossi reso ancora conto di ciò che mi era capitato. Quell’episodio non riuscivo a dimenticarlo, era come se col suo bacio mi avesse trasmesso una grande energia. Vissi un periodo molto intenso, tutto sembrava girare per il verso giusto, gli affari andavano a meraviglia, stavo benone.
Qualche tempo dopo la incontrai seduta sugli scalini di una piazza, bella e inconfondibile col suo sorriso enigmatico. Stavolta fui io a precipitarmi incontro a lei e a baciarla. Mi arrivò un tremendo ceffone che mi lasciò esterrefatto. Sparì per la seconda volta senza dir nulla. Quella sua reazione violenta mi lasciò un profondo senso di amarezza. Avevo creduto di piacerle, avevo fatto chissà quali progetti su di lei e invece… Tutto cominciò ad andare storto, ero nervosissimo, litigavo con i colleghi, caddi in un profondo stato depressivo.
Quando la incontrai per la terza volta, seduta ancora sugli scalini, memore dell’esperienza precedente mi avvicinai con cautela. Lei si alzò, mi venne incontro e mi fece una carezza sulla guancia. Poi sparì come al solito. Quel gesto di affetto mi consolò, mi fece pensare che in fondo mi voleva bene, bisognava avere speranza e non abbattersi di fronte alle difficoltà.
La rividi l’ultima volta e quando mi avvicinai, lei mi diede un tremendo spintone che mi fece ruzzolare giù per le scale. Caddi e battei la nuca violentemente. Mentre agonizzavo, si chinò su di me e posando le sue labbra sulle mie, aspirò il soffio benefico che mi aveva regalato la prima volta. La vidi librarsi in volo mentre esalavo l’ultimo respiro.
Salvo Zappulla
Complimenti Gaja per il tuo sogno realizzato. La fotografia e la parola unite tengono viva la suggestione del sogno. Avrei partecipato se avessi saputo.
Auguri a te, al libro ed ai sogni futuri. Buon Natale.
anna maer
Cari amici, ancora grazie a tutti per i nuovi commenti…
@ Letizia
Quel “riflesso dell’esistenza”, in effetti, rimane dentro. Brava!
@ MAril
Grazie Maril… hai visto che quel riferimento alla “brughiera irlandese” ha fatto esaltare la nostra Gaja?
😉
Saluti e ringraziamenti a Renato e a Fil.
@ Alessandro Zannoni
Grazie per essere intervenuto, caro Alessandro. Un saluto a te e… torna pure quando vuoi.
Ti aspetto.
@ Salvo Zapulla
Salvo, molto bello il tuo racconto. In effetti ciò che – a prima vista – colpisce e piace… in alcuni casi può essere letale.
@ Anna Maria er
Cara Anna Maria, prova a lasciare la tua suggestione qui… adesso (se ti va, s’intende).
Grazie per essere intervenuta e buon Natale a te.
–
Anticipo che domani “aprirò” un apposito post natalizio…
Un ringraziamento e un abbraccio affettuoso alla cara Gaja…
I contributi “auroralici” – se volete – possono continuare.
Dunque, ribadisco…
Guardate l’immagine della Donna Volante: che cosa vi evoca?
Vi invito a scrivere un testo (un microracconto o una poesia, anche una frase) sulla base della vostra impressione.
@Salvo che bello il tuo racconto…..però mi raccomando attento a chi baci eh?!
@Massimo un abbraccio a te e grazie per la bella compagnia!
Stamattina ho accatastato ramoscelli di mirto, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra. Ho intrecciato un nido a forma d’uovo, mi sono congedata dagli amici, ho chiuso in me il petto.
Le prime scintille hanno crepitato nella notte.
Nella notte le ho sentite sciogliere il mio corpo: le piume incensate, le ramature che svaporavano sui verdi, gli ocra, i rossi.
Via via che il fuoco sfarinava le ali, le macerie del passato riassestavano i torrioni, si ergevano le cinte murarie, la vita incoltrata sotto la carne prendeva a cantare.
La morte arrivava solo per gli altri.
E fu solo quando di me non restò che cenere che guizzai, nuda, sfrangiata dai dolori, nuova.
Araba fenice.
Un bacio di buona notte a tutti (Salvuccio, Fran, Massi,Gaja, Enrico…) da
Simo
@Simona che bello, hai una prosa altamente poetica,pare di sentirli tutti quei profumi….
un bacio grande
UTOPIA DI UN VOLO
Volo nuda, una leggera brezza mi sospinge e quasi sfioro il lago sotto di me. So che tra poco raggiungerò il posto da sempre sognato, l’utopia che si realizza. Volo perchè finalmente posso e sono libera di farlo. Nessuno mi impedisce più nulla. Ho ceduto gli orpelli, i monili costosi, ho ceduto ciò che più mi piaceva, ciò che mi sembrava necessario ad altri, persino gli abiti. Ora non ho più nulla di riconoscibile, solo me stessa e il volo. All’improvviso sento che le forze mi mancano, la spinta propulsiva che mi mantiene sospesa si affievolisce. Cerco di non precipitare anche se c’e qualcosa di molto forte – che non capisco – e mi attira verso la terra: qualcosa che, lo comprendo mentre cado, risiede nella mia mente. Eppure ho rinunciato a tutto, e tutti hanno rinunciato a me ma invano. Cado miseramente: non sono ancora pronta per il volo.
Delia Morea
Grazie a te, cara Fran…
Carissima Simo, mancava – in effetti – il tuo contributo…
E non poteva essere meno toccante e pregno di poesia pura (come ha già fatto notare Francesca).
Un bacio e… grazie.
E grazie anche alla cara Delia che ci offre un delizioso microracconto su un volo effimero e illusorio…
Ho pubblicato un nuovo post, ma auspico che questa discussione “auroralica” possa continuare.
Continuate a intervenire!
Buona giornata a tutti!
@Gaja. Grazie per avermi risposto, il tuo punto di vista è chiarissimo. Ho detto proprio “brughiera d’Irlanda” perché il senso racchiuso nell’immagine mi fa pensare così, credo che anche tu l’abbia scelta per l’evocazione del tuo intimo amore per quella terra. Ma parlami della gente irlandese, se vuoi, sto cercando elementi per un mio scritto…
@Massimo. Già.
@Buon Natale a tutti.
Maril
@Maugeri. Zappulla si scrive con due P. Non fare come la Cianciarelli che mi storpia il nome.
@Fg. la protagonista del racconto è la VITA, i baci sono solo metaforici.
@Simonuccia. Da qualche tempo i tuoi scritti mi mettono i brividi. tiriamoci sù. E poi tu non puoi morire, né risorgere perchè sei un angioletto.
Cosi’ mi ritrovai quel giorno… sospesa tra la vita e le parole.
Mi ritrovai persa dentro un pensiero senza fine.
Tra il cielo e la terra.
Cosi’ mi liberai della mia pesantezza,della mia paura e
desiderai essere diversa.
Mi liberai di tutto, strade, automobili, semafori.
Lasciai tutto:asfalto , palazzi, gente, risate stridule
suoni che non conoscevo.
Parto- ho detto- vado via
lascio qui questa donna stanca, questo corpo che mi obbliga
ad una serrata quotidianità.
Parto- voglio andare via-
Librarmi in aria- senza peso- in volo
Prenderò per mano i miei pensieri stanchi.
Nessuno specchio davanti a me.
Nè il tempo chre mi insegue, inesorabile.
Parto- ho detto-
Ti vedrai giù riflessa nell’acqua, ma non temere- ho pensato-.
Non sarai tu. Sarà stato in un tempo diverso.
-Non temere- ho pensato ancora .- Una vita diversa-
Uno sguardo diverso- Un luogo diverso-
E sarà cosi’il mio cammino
da un capo all’altro della vita.
Questa foto, inquietante e al tempo stesso struggente, mi ha ricordato una terra straordinaria:l’ Islanda. Un viaggio che ho fatto nel 1990. L’immagine della donna volante ha fatto riaffiorare le emozioni intense che ho provato per tutta la durata del viaggio.A volte, ricordo, ero sopraffatta dall’inquietante bellezza dei paesaggi.In nessun altro luogo si è ripetuta la magia dell’Islanda. E poichè nulla si perde, i miei ricordi e le mie emozioni si sono ripresentati.Dentro la foto di Uelsmann.
Caro Massimo
grazie a te e auguri di un sereno Natale a te e a tutti.
Delia
@ Salvo Zappula
So benissimo che il tuo cognome si scrive con due “p”… solo che: la fretta, la stanchezza… che ci vuoi fare? Va be’…
Masimo Mauggeri
Cara Grazia, un ringraziamento di cuore anche a te.
Con te passiamo dall’Irlanda all’Islanda: due paesi vicini, quantomeno dal punto di vista onomatopeico. :-))
Ancora un saluto a Delia e atutti gli altri partecipanti alla discussione auroralica.
Per gli auguri di buon Natale vi rimando a questo post:
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2009/12/23/buone-feste/
Grazie Massimo!! Ho visto che il mio commento è ricomparso poi e mi fa piacere anche se andavo di corsissima e quindi aggiungo volentieri due righe, ora che finalmente ho di nuovo un attimo di tregua 🙂
Prima di tutto mi è venuto da sorridere a leggere tutti questi mille post perché ho realizzato ancora una volta quanto questa fotografia sapientemente scelta da Gaja riesca a essere così seminale da far scattare un desiderio di scrittura in praticamente chiunque: è una cosa semplicemente magica! Per l’antologia che avevo coordinato io 2 anni fa (“Tutti giù all’inferno”) ho creato un sito apposito dove ogni tanto ho aggiunto qualche “nuovo” racconto che non è andato su carta ma ciò non ostante meritava una dignità di “pubblicazione”, e credo che Auroralia sia in quella direzione. In verità credo si potrebbero scrivere, cantare, girare, scolpire mille cose da questa fotografia…
Sul booktrailer, quello che ho cercato di rappresentare qui era in realtà un concetto molto intimo, ed era dedicato ai partecipanti dell’antologia molto più che a un pubblico esterno. Per la verità, credo che fosse un tributo a questo più che qualcosa facilmente intellegibile da qualcuno che non sapeva nulla della sua genesi: volevo rappresentare la collettività che va incontro a Gaja, che crea con lei uno scambio affettivo di parole, l’amicizia che diventa castello, il castello che diventa amicizia, qualcosa che da “fredda” letteratura si trasforma nell’oro caldo di Nina Maroccolo che si libera dal gelo del suo sudario e si avvia libera a un abbraccio di amore. Credo che noi che siamo stati parte di questo progetto abbiamo capito questo significato (almeno me lo auguro ;-)), per gli altri spero che sia stata apprezzabile qualche inquadratura e gioco cromatico, e la musica con la splendida improvvisazione vocale di Nina. Le lettura (di cui mi chiedevi Massimo, grazie!) le abbiamo fatte io e Nina.
Ti ringrazio per tutto lo spazio e attenzione che hai voluto dare anche a me, grazie! (E auguri!! :o))
Buonanotte!!!
a Massimo Maugeri.
Per me, caro Massimo, è stata una sorpresa felice aver scoperto Letteratitudine. Quindi: sinceramente grazie! e, per ciò che mi raccontavi in quella serata della Carmosino, grazie, anche a tua figlia.
Bellissimo questo blog sulla “Donna Volante”che ha proposto Gaja.
a Gaja.
riprendo una tua considerazione (Aurolandia… È diventata una sorta di marchio di appartenenza a una cerchia di affetti e di amicizie che, a mio avviso, sono un altro di quei doni inaspettati che arrivano, talvolta, insieme alla scrittura…). Vorrei aggiungere: necessari. Non potrebbe essere altrimenti. Un’abilità priva di una cerchia di sentimenti attorno, senza sinestesie emotive e rimandi altrui, da qualsiasi parte provenga, a mio parere rimarrebbe soltanto solitaria bottega faustiana. Che alla fine avrà bisogno di un patto con Mefistofele per incontrare Margherita.
Questa tua visione che ha accolto anime non può essere solo il frutto di un avvenimento casuale. E’ quello che va fatto con l’arte, ciò che deve produrre l’arte.
Auguri a tutti. salvo montalbano
@ Monica Mazzitelli
Cara Monica, auguri di buon Natale e grazie per questo tuo nuovo intervento.
Parlaci un po’ di più delle molteplici attività artistiche che svolgi (se puoi e se ti fa piacere).
In ogni caso si evincono dal tuo sito: http://www.monicamazzitelli.net/
@ Salvo Montalbano
Caro Salvo,
auguri di buon Natale anche a te e (te lo dico alla luce di questo tua seconda apparizione sul blog) benvenuto nella grande famiglia di Letteratitudine!
Massimo: Auroralia è “nata” qui, su letteratitudine con il post dell’arte che si scrive con “Il volo” di Klein e l’opera di Bickerton, Them. Due immagini messe a confronto che ispirarono numerosi racconti e soprattutto un dibattito-emozionale, intenso e partecipato sino alle lacrime. Il Volo, fotomontaggio per il giornale di un solo giorno, di Klein, apriva la mente ai pensieri dell’illusione; l’opera di Bickerton, invece frenava lo slancio invitandoci all’introspezione. Intensi i racconti e forti i pensieri per una vera azione d’arte, suggestiva e suggestionante. Che ha continuato a vivere…
Certo che può succedere solo nella realtà che Salvo Montalbano – con la faccia di Mimì Augello – scriva un giallo e poi parli con noi di Letteratitudine… in letteratura sarebbe inverosimile!
🙂
Cara Miriam, auguri di buon Natale.
“Auroralia” nasce sul blog di Gaja nel momento in cui ha deciso di invitare un po’ di amici a esprimere, con parole, le emozioni suscitate da questa immagine di Uelsmann.
–
Qui a “Letteratitudine”, come ha già ricordato il buon Carlo in un suo commento qui sopra [dove ha scritto: lavorare sulle immagini mi è sempre piaciuto e in fondo ho imparato ad ispirarmi ad esse proprio dal primo mio racconto, nato su questo blog di Massimo per un gioco di letteratura & immagini (suggerite da Miriam Ravasio) un paio di anni fa (“L’arte che si scrive: immagini e racconti” )] abbiamo portato avanti questo bel post grazie a una tua idea:
http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2008/07/14/larte-che-si-scrive-immagini-e-racconti/
.
@ Maria Lucia
Come ho già scritto sopra: “questo Salvo Montalbano non ha nulla a che vedere con Camilleri”.
🙂
Certo Massimo, il mio era solo un modo di dire; diverse sono le iniziative e diverse le finalità…… ma di volo in volo, l’Arte solleva e libera lo spirito degli uomini e delle donne.
Auguri di buon anno, miriam
Di volo in volo, l’Arte solleva e libera lo spirito degli uomini e delle donne
Che bella frase, Miriam! Che sia di buon auspicio per un 2010 sereno e ricco di soddisfazioni per tutti noi!
Buon anno a te.