NyMpha è il nuovo horror del promettente regista Ivan Zuccon che abbiamo avuto modo di apprezzare nel claustrofobico e allucinato Bad Brains (2006) e nei precedenti The Shunned House (2003) e The Darkness Beyond (2000) ed è un vero peccato che certe pellicole abbiano mercato soltanto negli Stati Uniti. In Italia il nome di Ivan Zuccon non è noto perché i grandi produttori non rischiano con una pellicola horror nostrana e certi film sono realizzati da produzioni indipendenti. Sono finiti i tempi della Filmirage di Aristide Massaccesi e la factory di Dario Argento non è decollata, se mai qualcuno avesse avuto davvero intenzione di metterla in piedi. Michele Soavi, unico frutto di quella scuola, adesso gira film televisivi su San Francesco e Nassiria, dopo aver prodotto opere interessanti come “La Setta”, “La Chiesa” e ,”Dellamorte Dellamore”.
Il nuovo film di Zuccon è girato interamente in inglese e sottotitolato in italiano, sia perché la storia parla di una ragazza inglese che deve farsi suora, sia perché in questo modo è più facile venderlo oltreoceano. NyMpha è un interessante tonaca – horror che a tratti ricorda La monaca nel peccato di Joe D’Amato, ma che ha una sua precisa originalità. Il film racconta la storia di Sarah (un’affascinante ed espressiva Tiffany Shepis), una ragazza inglese che vuole farsi suora di clausura in Italia nel convento del Nuovo Ordine. Sarah è costretta a incontrare Dio in modo orribile, attraverso operazioni chirurgiche effettuate da un medico prezzolato che la priva di udito, vista, tatto e parola. Non è certo Dio l’entità misteriosa che governa le sorti del convento e che spinge un gruppo di suore allucinate a compiere azioni inquietanti. Zuccon è molto bravo a tratteggiare i caratteri dei protagonisti e a spingere lo spettatore dentro una spirale orrorifica che si dipana con grande tensione e scene a effetto. Sarah soffre per le torture praticate e rivive visioni relative al passato del convento, ma soprattutto ripercorre la triste sorte di una ragazza di nome Nympha. Per correttezza nei confronti dello spettatore è bene non rivelare la parte che vede protagonista un nonno vittima di una follia religiosa che lo porta a compiere atti orrendi. Nympha viene educata al timore di Dio, crede che nella soffitta di casa ci sia un’entità misteriosa affamata di carne umana, vede il sangue uscire da porte e finestre, sente dentro di sé il terrore del passato. Le scoperte di Nympha e di Sarah sconvolgeranno le loro vite ma pare scontato che per entrambe resta una sola via d’uscita. NyMpha è una storia horror a sfondo religioso, scritta e sceneggiata da Ivan Zuccon e Ivo Gazzarrini, che sfrutta effetti speciali interessanti, atmosfere cupe e claustrofobiche già viste nel precedente Bad Brains ed effetti gore e splatter che seguono la lezione del miglior Fulci. Il film si pone come continuatore della tradizione horror italiana e miscela parti orrorifiche a parti erotiche, soprattutto a sfondo lesbico. È interessante ricordare il sogno di Sarah mentre immagina di far l’amore con Nympha in una scena molto ben girata e recitata con grande naturalezza. La fotografia è cupa, il colore dominante è un verde scuro, la maggior parte delle azioni si svolgono di notte. Gli effetti speciali sono ben realizzati, soprattutto le scene di sangue che filtra dalle pareti, le feroci mutilazioni praticate su Sarah e le sequenze dove sciami di mosche volano su cadaveri decomposti. Un horror angosciante e cupo, basato sui ricordi e girato con la tecnica del flashback resa da continue e brusche dissolvenze. Nella pellicola sono presenti citazioni da vecchi horror italiani, forse inconsapevoli e frutto del background culturale di regista e sceneggiatore. La mente va a Dario Argento sia nella scena con la piccola Nympha che vede accanto un cavallo a dondolo, così come si pensa a Phenomena durante la sequenza con lo sciame di mosche. Alcune parti girate al convento ricordano Joe D’Amato (La monaca nel peccato, Immagini di un convento), ma pure il taglio della lingua, efferato e credibile, fa venire a mente una scena di Caligola interpretata da Michele Soavi. Sono presenti anche suggestioni dall’opera di Lucio Fulci, vero poeta del gore e dello splatter, il regista italiano che meglio ha saputo filmare la morte. NyMpha è tutto girato in interni ma in alta definizione e verrà distribuito sul mercato Home Video. Le ultime notizie raccolte da fonti sicure dicono che Bad Brains uscirà a luglio per Mikado e NyMpha verrà proiettato il 30 maggio al Salento Fearfest in anteprima, in concorso.
Scheda tecnica di NyMpha
Diretto da: Ivan Zuccon.
Scritto da: Ivan Zuccon, Ivo Gazzarrini.
Cast: Tiffany Shepis, Allan McKenna, Caroline DeCristofaro, Michael Segal, Alessandra Guerzoni, Francesco Primavera, Giuseppe Gobbato, Caterina Zanca, Federico D’Anneo.
Anno: 2007
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Capo redattore de Il Foglio Letterario e Direttore Editoriale delle Edizioni Il Foglio. Ha tradotto i romanzi del cubano Alejandro Torreguitart Ruiz: Machi di carta (Stampa Alternativa, 2003), La Marina del mio passato (Nonsoloparole, 2003), Vita da jinetera (Il Foglio, 2005), Cuba particolar – Sesso all’Avana (Stampa Alternativa, 2007). I suoi lavori più recenti sono: Nero Tropicale (Terzo Millennio, 2003), Cuba Magica – conversazioni con un santéro (Mursia, 2003), Cannibal – il cinema selvaggio di Ruggero Deodato (Profondo Rosso, 2003), Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana (Bastogi, 2004), Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura (Stampa Alternativa, 2004), Orrore, erotismo e pornografia secondo Joe D’Amato (Profondo Rosso, 2004), Tomas Milian, il trucido e lo sbirro (Profondo Rosso, 2004), Le dive nude – vol. 1 – il cinema di Gloria Guida e di Edwige Fenech (Profondo Rosso, 2005), Serial Killer italiani (Editoriale Olimpia, 2005), Nemici miei (Stampa Alternativa, 2005), Il cittadino si ribella: il cinema di Enzo G. Castellari – in collaborazione con Fabio Zanello – (Profondo Rosso, 2006), Filmare la morte – Il cinema horror e thriller di Lucio Fulci (Il Foglio, 2006) e Orrori tropicali – storie di vudu, santeria e palo mayombe (Il Foglio, 2006). Il suo ultimo libro è il saggio Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana (Stampa Alternativa, 2006). Di prossima pubblicazione: Dracula e i vampiri (in collaborazione con Maurizio Maggioni – Profondo Rosso, 2007), Il cinema di Luigi Cozzi (Profondo Rosso, data da stabilire) e Il cinema di Sergio Martino (in collaborazione con Fabio Zanello – Profondo Rosso, da stabilire). Pagine web: www.infol.it/lupi. E-mail per contatti: lupi@infol.it
Ha preso parte ad alcune trasmissioni TV come Cominciamo bene le storie di Corrado Augias (libro Serial killer italiani), Uno Mattina di Luca Giurato (libro Serial killer italiani), Odeon TV (trasmissione sui Serial killer italiani) e La Commedia all’italiana su Rete Quattro (dove ha parlato di Gloria Guida e di commedia sexy). È stato ospite di alcune trasmissioni radiofoniche per i suoi libri e soprattutto per il saggio su Cuba intitolato Almeno il pane Fidel che sta facendo discutere. I suoi libri sono stati oggetto di numerose recensioni e segnalazioni che si possono leggere al sito www.infol.it
Ringrazio Gordiano per il pezzo.
Onestamente, Gordiano, non conoscevo Ivan Zuccon, ma il tuo articolo mi ha molto incuriosito. Andrò a cercarlo senz’altro.
Su questa tua frase, “è un vero peccato che certe pellicole abbiano mercato soltanto negli Stati Uniti”, credo possa anche aprirsi un dibattito.
In Italia le produzioni cinematografiche di genere sono state abbandonate alla fine degli anni Ottanta. Non esiste più il cinema di genere, lo ha ucciso la televisione con la stagione delle fiction e dei reality. Molte opportunità sono andate perdute, anche culturali. Si parla di cultura bassa, popolare, di cinema erotico, horror, di commedia sexy, ma era un nostro patrimonio. Adesso restano a difenderlo e a tutelarlo solo pochi registi e produttori indipendenti. A mio parere vanno incoraggiati.
Gordiano
Gordiano, però ho l’impressione che le produzioni cinematografiche di genere prodotte in America riescono a entrare nel nostro mercato con una certa forza e (non vorrei sbagliare, perché non sono un esperto) con buon successo ai botteghini.
Come mai, secondo te?
Anch’io me lo cercherò quando uscirà in dvd. Malgrado da molto tempo l’horror cinematografico mi abbia stufato: sempre le stesse solfe, bambine giapponesi con i lunghi capelli neri davanti agli occhi oppure il maniaco che ammazza frotte di adolescenti. Dov’è finito il grande Cronenberg di BROOD o di VIDEODROME? Negli ultimi anni m’è piaciuto L’UOMO SENZA SONNO e poco altro.
E in Italia…è dai tempi degli esordi di Michele Soavi che non trovo un horror decente: Fulci è morto, Argento è una penosa parodia.
Lupi: illuminaci tu con qualche consiglio.
Se no, torno a spaventarmi con la serie tv di Millennium o con Twin Peaks o con i film di Lynch o con Picnic At Hanging Rock.
Ecco, questo film è proprio il contrario delle bambine giapponesi con i lunghi capelli. E’ un horror italiano al cento per cento che ricorda Bava, Fulci e Joe D’Amato. Da vedere assolutamente. Gli horror statunitensi e giapponesi entrano a valanga perchè vengono prodotti. Piacciono e vendono. In Italia non si produce più cinema di genere, nè alto e nè basso. Adesso speriamo in Dario Argento che ha girato Jenifer per la televisione. Lo vedremo su SKY questo mese. Ma non è la stessa cosa dell’horror cinematografico. NYMPHA merita la visione per tutta la cultura che c’è dietro e per le citazioni cinefile a un cinema del passato che è stato grande.
Gordiano, consentimi di andare “off topic” giusto per farti i complimenti.
Ho visto che a Odeon TV hanno messo online la puntata del 28 aprile (di Iride, il colore dei fatti) sui “serial killer”, dove hai partecipato come ospite.
Lascio il link per tutti coloro che hanno il piacere di vedere (o rivedere) la puntata:
http://archivio.odeontv.net/iride/iride_archivio.htm
Ma siamo sicuri che in Italia non si produce più cinema di genere? Forse questo può valere per l’horror, ma non mi pare per la commedia.
I film di Christian De Sica, ad es., non sono sempre tra i più visti e tra quelli che “sbancano” ai botteghini?
Non confonderei il vero cinema di genere italiano con i film panettone di Vanzina che sono davvero pessimi. Vanzina ha fatto buoni film di genere alcuni anni fa. Adesso produce cinepanettoni di stampo televisivo. Niente a che vedere con la vera commedia sexy di Laurenti, Cicero, Martino…
Lupi
Julio: condivido. Però c’è genere e genere, ma quel genere artigianale (a cui si riferisce Gordiano Lupi e di cui, forse, abbiamo già parlato), un po’ spiazzante e agli occhi contemporanei, tenero, se non addirittura poetico non c’è più; ne’ qui ne’ altrove. La straripante tecnica lo impedisce: in tutti i campi la tecnica soffoca la poesia, distoglie lo spirito, confonde gli effetti, imponendo, su tutto e tutti, un nuovo genere: quello tecnico. E’ così per la letteratura, per la musica, per i film e purtroppo, in certi casi, anche per il teatro; prodotti realizzati con il massimo impiego delle regole e dei mezzi. Del resto, il prodotto di genere cos’è, se non un prodotto d’effetto, e per questo pensato?
Ho letto la trama di NyMpha e sinceramente, CON TUTTO IL CUORE , auguro all’autore un sentito fallimento. Basta con questi massacri del genere femminile; a farci fuori ci abbiamo già pensato noi, noi donne! Abbiamo fatto tutto da sole senza il sostegno tecnico degli effetti speciali.
La donna non c’è più ; ci siamo sostituite con gli stereotipi e visto che anche questi non bastano a reggere una storia commerciale, ecco che il regista ci propone la solita salsa di sangue ma…con l’odore dell’incenso, della Chiesa, del convento, e Dio è un tema che fa tendenza. NO! Non parliamone nemmeno. Rifiutiamoci di usare le nostre belle espressioni per commentare ciò che è così vistosamente riconoscibile; questo sangue finto è solo spazzatura per cuori deboli e miserabili disperati. Ma se la raccolta non è differenziata, il rischio è quello che tutto si mescoli in un incubo sociale infetto e pericoloso. Solo due esempi , gli ultimi e i più clamorosi. Il ragazzo che due settimane fa massacrò i suoi compagni di college, recitava, interpretava ruoli visti nei film (d’autore o di genere); la ragazza che con una forza da “eroina” horror ha sfondato CON UN OMBRELLO il cranio ad una sua coetanea ha, sicuramente, pescato dal suo inconscio, nutrito da…
E’ un cerchio tragico.
Miriam ha scritto quello che io avevo pensato ma non avevo avuto il coraggio di scrivere.
certo. e vogliamo anche dire che la mafia è fiorita grazie ai film di coppola?
Se non si ama il genere horror non si possono apprezzare certe cose, questo è ovvio. La donna in questo cinema (ma pure nel poliziesco e nella sua variante italiana del poliziottesco) ha sempre avuto il ruolo di vittima. Fa parte del meccanismo narrativo, non è che si può cambiare. Eviterei approcci femministi a una materia che è solo intrattenimento.
Gordiano Lupi
Non si tratta di femminismo ma della qualità di un certo tipo di intrattenimento. Miriam
E qui di qualità ce n’è da vendere, se non si hanno pregiudizi si sorta…
Lupi
Io in genere non guardo i film horror, ma non perché li considero di genere e dunque, in quanto tali, prodotti cinematografici inferiori. Non li vedo per il semplice fatto che a me la notte piace dormire. Mi ricordo che dopo aver visto “L’esorcista” non riuscii a chiedere occhio per una settimana. Eppure sono convinto che quel film, “L’esorcista”, sia un vero capolavoro, e non solo nell’ambito del cinema horror.
Con questo voglio dire che ci possono essere dei prodotti cinematografici che, pur non suscitando il nostro interesse, abbiano elevata qualità. Credo pure che sia semplicistico attribuire la responsabilità di atti di violenza concreti a film che parlano di violenza. A parte il fatto che ci sono pure romanzi che narrano storie di violenza.
Desideravo segnalarvi un racconto breve, ma delizioso, firmato da Gordiano Lupi e pubblicato sul blog della mia “dirimpettaia” Francesca Mazzucato. Il titolo è: “lettera a Miami”.
Ecco il link: http://scritture.blog.kataweb.it/francescamazzucato/2007/05/lettera_a_miami.html
Lupi ho letto il suo racconto e mi è molto piaciuto. è triste, ma anche molto tenero nella sua amarezza.